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Trio

Solidarietà familiare

By 20 Luglio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

1.
Sono Michele G., ho 48 anni, sono originario della Campania, esattamente del Beneventano, ma vivo da più di 20 anni a Milano, dove faccio il tributarista, una professione piuttosto soddisfacente e redditizia. Appena trasferitomi a Milano ho conosciuto Giulia, una ragazza stupenda, insegnante di lettere presso una scuola superiore, che ho sposato dopo pochi mesi di fidanzamento. Dal nostro matrimonio sono nati Guido e Rosalba, due figli-modello che oggi hanno 20 e 18 anni.
Un matrimonio felice il nostro, da tutti i punti di vista. Sul piano sessuale un’intesa perfetta, anche grazie alla sua mentalità aperta ed alle sue inclinazioni trasgressive, che ci hanno portato ad anteporre i piaceri ad ogni preoccupazione di altro genere.
Essendo insegnante, d’estate mia moglie è spesso impegnata nelle commissioni d’esame e più di una volta ha scelto di fare la commissaria in Campania, consentendomi in tal modo di approfittarne per rivedere la parentela.
Così l’anno scorso, nel mese di luglio siamo tornati giù e, potendo lasciare a Milano i nostri figli ormai grandi ed autonomi, abbiamo fatto gli sposini, io a 47 anni e mia moglie a 45, ospiti nella bella casa colonica dei miei genitori, oggi detenuta mia sorella Maria.
Mia sorella è più grande di me, ha 54 anni ed è sposata con Vincenzo di 12 anni più grande di lei. Il loro fu un matrimonio molto contrastato dai miei genitori, proprio per via della notevole differenza d’età; ma Maria fu irremovibile, sposò Vincenzo ed ebbero una figlia, Filomena, che oggi ha 35 anni, si è sposata e vive in provincia di Firenze.
Quando arrivammo alla casa dei miei nell’agro di Benevento, fummo accolti con grande calore da Maria, che non vedevo da un paio d’anni, e da mio cognato Vincenzo, che è ormai pensionato e si dedica interamente alle coltivazioni pregiate del tenimento agricolo circostante alla casa colonica. A pranzo ovviamente parlammo di tutto, dei ragazzi ormai adulti, di loro due che erano quasi nonni, degli acciacchi dell’età, e di quelle tante piccole cose che si dicono in occasione di una rimpatriata.
Dopo pranzo ci fecero vedere la camera a noi riservata e così ci ritirammo per un riposino. Eravamo stanchi per il viaggio, ma non appena ci adagiammo sul letto non resistemmo dal farci le coccole, per finire subito a scopare furiosamente tra gemiti e spasimi che non riuscivamo a contenere e che sicuramente non passarono inascoltati a mia sorella ed al marito. Ci comportavamo, insomma, davvero come una coppia di novelli sposi.
Le nostre giornate passavano tranquille, mia moglie la mattina presto usciva per andare a fare gli esami, mentre io restavo a dormire beatamente fino quasi a mezzogiorno, per poi andare in giro nei bar del mio vecchio paese a salutare gli amici d’infanzia. Poi, ci ritrovavamo tutti insieme a pranzo e, subito dopo, mi ritiravo con Giulia in camera e ci davamo dentro che era un piacere.
Un pomeriggio, dopo l’ennesima scopata con mia moglie, mentre eravamo distesi e abbracciati sul letto, Giulia iniziò a parlarmi di Maria.
“Michele, ma non hai notato niente di strano in Maria?’
‘Mah, veramente, no ‘.. mi sembra molto contenta della nostra presenza ‘.’
‘Sì, è contentissima che stiamo qui …. tu sei l’unico suo fratello …… però…. non so….. vedo nei suoi occhi una certa tristezza’. come se qualcosa non andasse…. ”
“Mah ….. adesso che mi ci fai pensare, forse sì ‘ c’è un velo di malinconia nei suoi occhi ….. chissà ‘..’
“Senti, se mi capita, voglio proprio parlarci ‘ forse ha bisogno di una parola amica ….”
Quando mi risvegliai dal pisolino Giulia non c’era, era in cucina e stava appunto conversando a bassa voce con Maria.
A sera, appena a letto, mia moglie tornò sull’argomento di Maria e mi riferì della sua chiacchierata in cucina.
“Non mi ero sbagliata’. In un primo momento è stata evasiva, mi ha detto che non era nulla …. ma poi ho capito il problema che l’assilla e gliel’ho fatto confessare ‘. Naturalmente mi ha scongiurato di non farne parola con nessuno, nemmeno con te!”
‘Non ti preoccupare, sai che so tenere i segreti ‘. Ma dimmi, cos’hai scoperto?’
“Vedi Michele, tua sorella ha sposato Vincenzo per amore ….. e Vincenzo è stato per lei un marito affettuoso’.. ma tu sai anche che lui ha 12 anni più di lei …. e, fin quando tu hai 20 anni ed hai vicino a te un uomo di 35, la cosa funziona bene’ ma, quando arrivi a 50 anni e tuo marito ne ha più di 60, beh allora le cose cominciano a prendere un’altra piega …. tu magari ti senti ancora giovane …. mentre tuo marito ha 65 anni e magari non gli tira più ‘. hai capito adesso?’
‘Vuoi dire che mia sorella non scopa più da un bel po’?….’
“Ci sei arrivato finalmente… ecco Maria è quasi tre anni che non vede più il cazzo!…’
‘Oh, certo che è un bel casino! ‘. i miei genitori gliel’avevano detto in tutte le maniere ‘ ma lei è stata testarda ‘ e ora, vedi ”
‘Sì, va bene, Michele, ma ora non ti mettere a fare il bacchettone ‘. Maria era innamorata di Vincenzo, mica doveva pensare che a 50 anni doveva cominciare per lei questo calvario ‘.’
Rimasi un attimo perplesso e pensieroso, poi esclamai:
“Ma scusa, se veramente Maria sente il bisogno di …. fare sesso ‘.. perché non si trova un altro ….. in fondo, ha ancora un bel corpo, è ancora una donna attraente’. certo un po’ in carne …… ma sicuramente arrapante!”
“Ma dai, Michele, smettila!…. sai benissimo come la pensa tua sorella…… figurati Maria con un amante!…. sai, ne ho parlato con lei …. e sai cosa mi ha risposto in confidenza? ‘.che preferirebbe comprarsi un fallo di plastica, piuttosto che farsi un amante….. ‘
‘Se è così, non c’è molto da fare per aiutarla ‘.’
“Ma vedi, a me è venuta una certa idea …….”
Giulia arricciò un po’ gli occhi con malizia, poi iniziò ad accarezzarmi il petto villoso, quindi si dedicò direttamente al mio cazzo, che alle sue attenzioni reagì subito riprendendo vigore.
“Dalla faccia che hai e da come mi carezzi il cazzo devo immaginare che questa tua idea sarà sicuramente una maialata’.. dai, sputa il rospo, mente perversa!”
“Beh, Michele…. hai appena detto che Maria …. ha un corpo arrapante…. lo sai, io non sono una bigotta….. magari… sai …..”
“Magari, cosa? … non capisco’..”
“Beh ecco, pensavo ….. non credi che possiamo fare noi qualcosa per lei?’..’
‘Noi? ‘.. e in che modo? ‘..’
‘Vedi, Michele, noi ce la godiamo tanto e non abbiamo problemi di sesso ‘. tu hai questo pistolone sempre carico…. non pensi che possa servire anche a lei, a Maria dico ”’
“Cosa vuoi dire? ….. che dovrei scoparmi Maria? ….. mia sorella?….. lo so da sempre che sei una maiala, ma ora parli proprio come una troiona!’
‘Ragiona, Michele! ‘..Se non ci si aiuta in famiglia!…. Senti, in questi giorni, con la correzione dei compiti, io sono impegnata fino a sera…. perchè magari ….. nel pomeriggio ‘. non le fai un po’ di compagnia?……..”
‘Ma che dici? ‘ ma Maria non vorrà mai ‘. ed io stesso non me la sento di ”
“Uh, ora ti metti a fare il santarellino ‘. Ti conosco bene, porcellino!…. e, a giudicare da come ti si è indurito il pisello ….. non mi sembri tanto schifato dell’idea ….”
Non finì di dire che si gettò sul cazzo e iniziò un pompino favoloso. Debbo confessare che, per quanto non riuscissi a capacitarmi dell’idea di Giulia, l’eccitazione mi era salita alla testa e il mio cazzo sembrava non volesse saperne di tornare a cuccia.
Benchè tentassi di resistere a quel pensiero, non facevo altro che pensare a Maria. Quella notte sognai di scoparmela in tutte le posizioni, la mattina mi risvegliai sudatissimo. Intanto quella troia di mia moglie aveva capito che la cosa mi turbava e continuava a stuzzicarmi, facendomi notare ora il seno enorme di Maria, ora la sua mise trasparente, ora il suo culone invitante.
In effetti Maria non era una donna da trascurare. Alta circa 1.70, corvina di capelli con un bel viso tondo, in carne ma non grassa, diciamo una taglia 50/52, due mammellone tonde e sode che richiedono una 6^ di reggiseno, un paio di fianchi ampi e arrotondati, dietro un culo sodo, grande e sporgente, due gambe ben tornite ma non cellulitiche su due caviglie piuttosto strette. Insomma una gran bella gnocca, un tipo alla Serena Grandi dei tempi migliori, per intenderci: un po’ più rustica e trasandata, ma sicuramente più procace della stessa Giulia.Era davvero un peccato che tanta grazia di Dio dovesse marcire così.
Nei due giorni successivi, quando incrociavo Maria, avvertivo un po’ di disagio, come dovessi vergognarmi delle mie pulsioni segrete, ma mi rendevo conto che le mie erezioni erano sempre più frequenti e che erano originate da lei, anche se a sera scaricavo la voglia accumulata nella fica insaziabile di quella maiala di mia moglie, che per tutta risposta mi diceva beffarda:
‘So che stai scopando la tua sorellona ‘.. ma non mi offendo!’

2.
La mattina del terzo giorno, verso le 7.30, mia moglie mi svegliò per avvertirmi che usciva per andare a fare gli esami e, vista la mia erezione mattutina, mi disse ridendo:
“Pisellone, non stare lì ad eccitarti inutilmente’ oggi è il giorno che puoi scopartela’ hai tutto il giorno ‘.. io non torno prima delle 20′.”.
Mi baciò e andò via. Come se non bastasse, il mio stato confusionale crebbe a dismisura, non riuscii più a dormire così decisi di alzarmi e, dopo essere passato in bagno, mi recai in cucina.
Qui trovai Maria che aveva appena sfornato una crostata ed era ancora in vestaglia.
“Ehi Michele, già sveglio? …. dai, prendi una fetta di crostata, è bella calda, appena sfornata’.”
Mentre assaggiavo la crostata, Maria si affacciò alla finestra elogiando l’aria fresca e genuina della mattina. Ero alle sue spalle e, vedendola china alla finestra, non potei fare a meno di ammirare il suo culo stupendo, malamente coperto dal velo della vestaglia. Si era proprio messa alla pecorina ed il primo ad accorgersene era il mio pisello che iniziò a gonfiarsi.
Ero arrapato, anzi fuori di testa, non del tutto padrone delle mie azioni, e vedere Maria in quella posizione mi sembrava un invito irrinunciabile. Nella mente mi rimbombavano solo le parole di Giulia, che mi raccomandava di scopare mia sorella.
Così, con il pisello che ormai si erigeva dritto nel pantaloncino, mi avvicinai alle sue spalle e feci in modo che la punta del mio cazzo si piazzasse proprio al centro delle sue chiappone. Prima lo appoggiai delicatamente, giusto per vedere quale fosse la sua reazione, ma mi sembrò che mia sorella guardasse all’orizzonte con aria persa. Ero in preda ad un misto di terrore ed eccitazione, non sapevo bene che fare, ma non ero in grado di trattenermi. Spingevo sempre di più, anche se molto lentamente. Mi piegai leggermente sulle ginocchia in modo da far coincidere la capocchia del mio glande con la vagina di Maria, lei quasi istintivamente aveva divaricato leggermente le gambe e, nonostante gli indumenti, sentii il calore che emanava la sua fica e avvertii quanto fosse folta la sua peluria.
Continuai a spingere delicatamente, ad un tratto notai che anche lei iniziava a dondolare il culo ed assecondare i miei movimenti. Feci cadere a terra la mia fetta di dolce e, con un gesto netto, afferrai i fianchi di mia sorella e la tirai indietro contro il mio cazzo come a penetrarla di forza. Dopo un paio di colpi vigorosi, mia sorella, quasi risvegliandosi da un incantesimo, si divincolò e scappò in bagno senza dire una parola.
Ero rosso dalla vergogna, avevo il pisello durissimo, non sapevo cosa fare; mi voltai verso il bagno, notai che la porta era per metà aperta, mi avvicinai con passo timoroso.
Maria stava con la testa bassa e con le mani appoggiate al lavello. Entrai e la strinsi forte, chiedendole scusa, lei aveva gli occhi socchiusi, mi sorrise e mi abbracciò. Io la stringevo forte e cominciai a baciarla sul collo, lei mi carezzava la schiena, scesi con le mani sui fianchi e le tastai il culo. A quel punto lei accennò ad una reazione:
“Michele …. ma che ti è preso? …. sei mio fratello ……”.
Le feci segno di stare zitta e la spinsi vicino alla lavatrice, la baciai con la lingua e lei rispose subito con decisione. Le sollevai la vestaglia e la feci sedere sul bordo della lavatrice, le sollevai le gambe e, abbassandomi il pantaloncino, tirai fuori la mia clava e, con un colpo deciso, la feci entrare nella sua caverna:
“Ooohh Michè, come sei grosso!!! … hai una bestia tra le gambe …… che bello!!!…….”
Cominciai a pistonarla intensamente, l’andirivieni della mia mazza in quella fica densa di umori provocava uno sciacquettìo ben percepibile; lei gemeva di goduria, io con le mani la tastavo le belle tettone. Che situazione! Ero infoiato come un toro e stavo scopando alla grande Maria mia sorella.
Dopo un po’ che ci davo dentro decisi di cambiare posizione.
La misi alla pecorina sulla lavatrice e, alzata la vestaglia, le tolsi le mutandine: sembrava una vacca pronta alla monta, il suo culo bianco andava in netto contrasto con la sua folta peluria nera. Afferrai il cazzo e lo spinsi dentro, ma questa volta tutto fino a fare quasi entrare anche le palle. Lei ululò come una cagna in calore ed ad ogni mio colpo dava un contraccolpo, segno inconfondibile della sua grande eccitazione.
Godette quasi subito mentre io riuscii a resistere un po’ di più, ma ad un tratto sentii lo sperma salirmi dalle palle e, con un gesto fulmineo (non sapevo se Maria prendesse precauzioni), tirai fuori l’uccellone schizzando la mia abbondante sborra sulle chiappe e sulla schiena di mia sorella.
“Oh mio dio ….. erano anni che non scopavo in questa maniera……… Madonna, Michele ‘.. che pisellone magnifico che hai!….. beata Giulia che se lo gode!”
Io sorrisi e lei mi abbracciò, restammo in silenzio per una decina di minuti comunicandoci solo con gli occhi il piacere che sentivamo.
Il resto della mattinata passò normalmente. A pranzo sembrava che nulla fosse successo, si discusse delle solite cose, del lavoro di Giulia, della stagione, degli acciacchi di Vincenzo. Finito di pranzare, mio cognato ci lasciò dicendo che andava a fare il suo riposino pomeridiano, mentre io e Maria restammo a parlare. Appena rimasti soli presi mia sorella per il braccio e la feci sedere sulle mie ginocchia.
“Maria, quello che è successo stamane è stato un istinto ….. come dire ….. animalesco….. non volevo….. ”
“Michele ….. non farti scrupoli…. sono io che te l’ho permesso …… forse avevate ragione quando mi dicevate che la differenza di età si sarebbe fatta sentire …. oggi con Vincenzo ormai non …….. non lo facciamo più ….. ed io …….. stavo impazzendo…… se non l’avessi fatto tu …… l’avrei data al primo che capitava…”
Io sorrisi, l’abbracciai e con aria maliziosa le dissi:
“Che ne dici di continuare in camera mia?”
Mi seguì senza fiatare. Giunti in camera la feci sedere sul letto, mi posizionai davanti a lei e mi aprii la patta del pantalone liberandomi l’uccello, lei lo prese in mano e lo menò per farlo riprendere. Quando divenne duro le ordinai:
“Dai, succhialo che ne hai voglia!….”.
Lei mi guardò negli occhi quasi a cercare una conferma e, aprendo la bocca, ingoiò la cappella violacea del mio cazzo.
Era stupendo vedere le guance di Maria che si sagomavano con la mia nerchia e la sua lingua gustare tutto il palo di carne. Ero in estasi e le dissi che volevo anch’io gustare la sua farfalla.
La feci stendere sul letto e levarsi le mutandine, poi mi misi nel più classico del 69. Maria aveva un ficone nero folto di peli corvini ricci e duri, nel centro due grandi labbra rosa scuro che si dischiudevano liberando un clitoride grosso come un mignolino. Lo succhiavo e con la lingua esploravo la sua caverna quasi a penetrarla, il suo culo bianco si dischiudeva mostrando un orifizio anale che io cercai ripetutamente di violare con le dita. Ero in paradiso, non sapevo se dedicarmi alla fica o al culo.
Ad un tratto un liquido mieloso mi invase la bocca ed il viso e Maria mi strinse con forza la testa tra le gambe. Dopo qualche secondo allentò la presa, mi alzai e mi misi a cavalcioni sul suo viso e, pistonandola ripetutamente in bocca, venni facendole ingoiare tutto, asta compresa.
“Michè, ma sei un demonio … quasi mi strozzavi con questo bastone…..”
“Maria, ora che ci siamo aperti, non dobbiamo avere rimorsi ‘. mi dispiace per Vincenzo che è tanto un brav’uomo’.. ma una donna come te non può stare in astinenza ‘ e poi tu mi fai salire il sangue alla testa ‘.. guarda, se lo vorrai, ti chiaverò in tutte le posizioni, fino a romperti il culo’..”
Lei sorrise e disse:
“Vedremo….. ora c’ho da fare in cucina…. per il culo c’è tempo!”
Si ripulì alla meglio e tornò in cucina.
A metà pomeriggio Maria era seduta vicino al tavolo e rammendava alcuni indumenti, io mi sedetti a fianco e con una scusa banale iniziai a palpeggiarla. Lei mi diceva di smettere perché poteva rientrare da un momento all’altro Vincenzo; ma io nulla, e con molta delicatezza le infilai una mano sotto la gonna, e lasciai le dita libere di perlustrare le sue parti intime. Lei si eccitò e dischiuse le gambe, dandomi modo di scostarle le mutandine e giocherellare con la sua passerona.
Ad un tratto squillò il telefono e lei andò a rispondere. Era Filomena la figlia. Io ero ormai eccitatissimo; così, mentre lei parlava a telefono, io continuavo a toccarla e masturbarla.
Per divincolarsi lei disse a sua figlia che ero lì vicino e che volevo salutarla, così mi passò il telefono; io, afferrata la cornetta, feci segno a Maria di continuare quello che avevo iniziato e mi tirai fuori l’uccello.
Maria spalancò gli occhi e mi fece cenno di no con la testa, ma io la strattonai energicamente, la feci sedere su uno sgabello e la spinsi a succhiarmi il pisello. Era fantastico parlare con mia nipote mentre la madre mi spompinava! Ed era ancora più intrigante dissimulare i mugugni ed i gemiti che il pompino mi provocava con presunte interferenze della linea telefonica’.
La sera, dopo cena, in camera mia moglie mi chiese se avevo soddisfatto Maria. Le raccontai tutto e lei godette molto del mio racconto, arrapandosi visibilmente. Avevo le pile un po’ scariche, ma la porcona sapeva come farmelo arrizzare. Scopammo con una furia raddoppiata, diedi anche a mia moglie la sua razione di sborra, poi mi addormentai come un ghiro.
Il mattino successivo ero talmente stanco che non la sentii andar via; mi svegliai verso le 11. Arrivato in cucina notai che non c’era nessuno: Vincenzo era nei campi e Maria era intenta a stendere la biancheria sul terrazzo. La raggiunsi e la salutai, dal terrazzo si notava un panorama indescrivibile, la casa nei nonni prima e dei genitori poi era immersa nel verde, nella pace più assoluta.
Raggiunsi Maria alle spalle ed iniziai a palpeggiarle le chiappe.
“Michele, attento! ‘. potrebbero vederci…… dai, smettila! ……andiamo in casa…….”
“No Maria, ho voglia di chiavarti qui…. Vincenzo è giù nei campi e non credo che possa vederci …….. poi qui sei cosi arrapante che non resisto’.”
Lei sorrise un po’ rassegnata, le tolsi la gonna e con gesto rapido le abbassai anche le mutande; ma volevo di più, così le feci togliere anche camicia e reggiseno lasciandola completamente nuda. La piegai alla pecorina con le mani appoggiate al parapetto e, tirata fuori la clava, iniziai a pistonarla nella quiete del paesaggio. Ad ogni colpo le enormi tette urtavano tra di loro dando il ritmo alla scopata, io le massaggiavo i fianchi e la tenevo per le maniglie dell’amore.
Dopo un bel po’ non resistetti e questa volta le sborrai tutto dentro, mentre lei veniva come una fontanella. Non ero ancora stanco, la feci appoggiare su di una panca in muratura che stava lì e ripresi a pistonarla e giocare con le mammellone, mordendole i capezzoli.
“Piano Michele, mi stai facendo male…. oh le mie povere tette!……. aaahhh ” sììììì ‘.. dai dai dai dai ‘..che bello!!!… dai……fottila questa puttana di tua sorella!’.”
“Ooohhh Maria, che ficona che hai!!!………. voglio sfondarti tutta ……. aaahhh ‘..sto per sborrare …..dai prendilo in bocca……. dai!”
Tirai fuori il pisello e lo misi in bocca a mia sorella che con un paio di colpi di lingua mi fece venire e bevve tutto da gran maiala, poi si rivestì e disse che, se avevo la forza, avremmo continuato dopo pranzo, quando Vincenzo riposava.

3.
A pranzo Maria fece di tutto per farmi riacquistare le forze con un menu eccezionale; quando mio cognato andò a fare la pennichella pomeridiana, lei mi disse:
“Michele, come è stato il pranzo?”
“Eccezionale Maria! …. non mangiavo cosi bene da anni….”
“Beh che dici?…. hai riacquistato le forze?…. facciamo un altro round?”
Maria mi sembrava una vacca in calore, le si leggeva in faccia la voglia che aveva. Questa volta mi prese lei per mano, ma invece di andare nella mia camera mi portò fuori in cantina.
Giunti in cantina prese un vasetto con la sugna e me lo porse.
“Se davvero vuoi ……. rompermi il culo…… bene con un po’ di sugna il tuo cazzone dovrebbe farmi meno male …che dici?”
Non credevo alle mie orecchie, Maria mia sorella mi stava dicendo che era pronta a darmi il culo. La cosa mi eccitò tantissimo, subito la rimisi a pecorina e le sollevai la gonna, con studiata lentezza (anche per godermi il suo splendido panorama posteriore) le tolsi le mutande scoprendo l’enorme culo. Mi inginocchiai e iniziai a baciarlo e a stuzzicarlo ora con la lingua ora con le dita, lei mugugnava e dondolava i fianchi accompagnando la mia lavorazione di lingua che comunque non le trascurava la fica.
Quando la vidi pronta ed eccitata, con la sugna preparai il buchetto alla mia verga; dopo un primo tentativo a vuoto finalmente la inculai, infilando dapprima solo la cappella, poi, man mano che il buco cedeva, introducendo nelle sue viscere tutta la verga. Nonostante la sugna la penetrazione doveva farle male, lei stentava a trattenere i lamenti, ma continuava comunque ad incitarmi:
“Fai piano Michele…. ma non smettere…… mamma mia……. non credevo fosse così eccitante prendere nel culo un palo di carne come il tuo …… aaahhhh ‘.. sììììì ‘.. sfondami le viscere….. sìììì” rompimelo!”
Dopo averla ingroppata per bene le ho riversato nel culo una quantità bestiale di sborra. Ma non ci bastava, continuammo a fare sesso sfrenato come dei maiali; sborrai di nuovo, stavolta inondandole le tettone, anche lei venne almeno tre volte. A sera ero distrutto e, quando rientrò Giulia, dovetti alzare bandiera bianca:
“Mia cara, oggi sono fuori uso’. Stasera getto la spugna’ ”
“Oh oh, caro maritino’ ti avevo detto di fare un po’ di compagnia alla sorellina ‘. ma non pensavo che ti dovesse consumare così!…..’
Nella sua voce non c’era arrabbiatura, tutt’altro. Era stata lei a spingermi tra le braccia di Maria, quella era la sua vittoria. Naturalmente pretese di conoscere tutti i particolari della giornata e, quando le raccontai della furibonda inculata in cantina, vidi che la sua mano era scomparsa tra le labbra della fica. Era eccitata e, viste le mie condizioni, si soddisfaceva da sola. Prima di addormentarci mi disse che era arrivato il momento di festeggiare in tre.
La guardai con gli occhi spalancati, sbaloridito dalla sua troiaggine. Lei, con grande tranquillità, mi disse che la correzione dei compiti era terminata e che, il giorno dopo, non sarebbe andata a scuola, per cui per il pomeriggio mi avrebbe preparato una bella sorpresa. Cercai inutilmente di saperne di più; mi disse di riposarmi per bene e di recuperare le energie, mi baciò e cademmo entrambi in un sonno profondissimo.
Il giorno dopo per tutta la mattinata Giulia diede una mano a Maria e vedevo che parlavano e ridevano di gusto, abbassando di colpo la voce quando mi avvicinavo. Dopo pranzo mi ritirai nella mia camera, ma questa volta da solo, perché mia moglie continuò ad aiutare Maria nella faccende domestiche. Mi appisolai, ma verso le 16:30 fui svegliato dal rumore che faceva il trattore guidato da mio cognato, mi guardai attorno ed ero ancora da solo. Ad un tratto, mentre cercavo una posizione per riaddormentarmi, entrarono in camera Giulia e Maria, con due facce battagliere. Mia moglie esordì:
“Poltrone, ma stai sempre a dormire? …. come va? ‘.. pensi di aver recuperato bene le tue forze?”
Io le guardai, erano in piedi ai lati del letto ed avevano un’aria di complicità che quasi mi spaventava; poi fu Maria a chiedermi con un tono da troia:
“Allora ……. ti senti abbastanza carico per due gnocche arrapate?”
Sgranai gli occhi, mia sorella e mia moglie volevano fare sesso con me insieme’.. Non riuscii neanche a concettualizzare le parole di mia sorella che le due salirono sul letto e subito armeggiarono con il mio pantaloncino, liberando il mio cazzo e contendendoselo tra di loro. Era la prima volta che avevo due bocche che mi spompinavano e alla grande.
Mentre loro succhiavano e si passavano il mio cazzo senza mai litigare, io iniziai ad esplorare sotto le rispettive gonne i loro culi appena fasciati da stupendi perizomi; mi diedi da fare con la lingua e con le dita, prima con una e poi con l’altra.
Fu una cosa memorabile, non ricordo nemmeno in quale buco e di chi riuscii a sborrare e per quante volte. Quello che ricordo è che loro due si dimostrarono molto affiatate e che ad un certo punto si misero a succhiarsi le rispettive fiche con grandissima disinvoltura. Ricordo che inculavo una mentre l’altra mi leccava le palle, oppure davo un colpo in fica e un colpo in bocca, mentre loro erano abbracciate a 69. Un’esperienza veramente irripetibile, della quale sarò sempre grato a mia moglie, alla sua perversa inventiva ed alla sua magnanimità.
Ma, come tutte le cose belle, anche la vacanza in Campania finì ed io e mia moglie rientrammo su a Milano. Ma, dopo quello che era successo, il rapporto con mia sorella Maria è diventato molto più intenso, debbo dire che soprattutto tra lei e mia moglie si è stabilita una straordinaria complicità. Con mia sorella ci sentiamo tutte le settimane e lei non perde occasione per dirci che ci aspetta. E credo che con Giulia siano già d’accordo per rivederci giù a casa dei miei per le prossime feste natalizie.
Intanto, il ricordo delle splendide scopate con Maria continuava ad alimentare la voglia di chiavarmela in tutti i modi non mi era passata e non mi bastava nemmeno pensare che presto saremmo ritornati giù per un’altra settimana di goduria.
Un pomeriggio che ero solo in casa e che il pensiero di Maria mi tormentava facendomi gonfiare il cazzo, sentii forte il bisogno di tirarmelo, di farmi una sega dedicata a lei. Mi distesi sul divano, lo tirai fuori e cominciai a menarmelo. Ma non prendevo pace, volevo di più per sostenere la mia fantasia. E all’improvviso pensai che la cosa migliore era chiamarla al telefono, sentire la sua voce, sfogare un po’ così la voglia di averla.
Feci il numero augurandomi di trovarla in casa. Erano le 17 e, pensavo, suo marito sarebbe stato sicuramente in campagna. Era così, Maria fu assai sorpresa di quella telefonata e mi chiese con preoccupazione se fosse successo qualcosa.
‘Sì, cara sorella, è successo che sono solo in casa ‘.. e mi è venuta una voglia matta di rifare l’amore con te ” spero di non disturbarti ‘..’
Maria fece una grande risata e disse sollevata:
‘Oh, meno male, temevo che fosse successo qualcos’altro ” Ah, non ti è passata la voglia di questa estate, vero? ‘. eh, fratello, figurati a me ‘. tu almeno hai Giulia che non te la nega mai ‘. io ‘.. io ” non so come calmare questi bollori ‘..’
‘Senti, Maria, mi sono disteso sul divano e l’ho tirato fuori, perché mi voglio fare una sega su di te ” ma come sarebbe meglio se lo facessimo insieme ‘. sì, a telefono ‘.. non mi va di godere in solitudine ”’
‘Michè, ma sei davvero un demonio ‘.. Non posso sentire questa tua voce roca senza che mi attizza subito la fica ‘.. Ah, pensi che davvero possiamo trovare sollievo così ‘.. a telefono ”’
‘Sì, sì, Maria, dai, proviamo a farlo insieme’. mettiti anche tu sul divano o sul letto, spogliati un po’ e comincia a toccarti ‘..’
‘Aspetta, Michele, che chiudo tutto e me ne vado in camera da letto ‘. ‘
Sentii a telefono un certo tramestìo, ma in meno di due minuti Maria riattaccò:
‘Eccomi, sono qua, mi sono spogliata tutta ‘. ecco, ho le gambe tutte aperte’..’
‘Bene, bene, sorella, apri bene le cosce e mettiti due dita nella ficona pelosa che hai ”. Ah, io me lo sto già tirando alla grande ”.. questo bel cazzone vuole entrare dove tieni le dita, in quella tana bagnata ‘.. ah, ah, che voglia ”’
‘Sì, fratellone, vieni dentro la fica di tua sorella, dammelo questo bastone, aprimi tutta ” ah, come lo sento! ”’
‘Maria, il mio cazzo è diventato un toro scatenato, non riesco a tenerlo a bada ‘.. non resisterò molto ‘.. dove vuoi che scarichi la sborra ”’
‘Ah, Michele, dove vuoi tu ”. sono tutta un fuoco ‘. anch’io non ce la faccio a resistere ” non chiavo da quando te ne sei andato ”.. ma mi piacerebbe che mi sborrassi addosso, sulle tette, in faccia ” ho voglia di spalmarmela la tua sborra sul corpo, e poi di leccarmela ”. è tanto buona!’
‘Oh sì, sì, tiramelo in mezzo alle tue mammellone, fammi una bolognese ”. su, su, così ‘.. stringimelo bene ”. e vai, vai, vai che sto venendo ‘. vai che ti sto inondando il petto ‘.ah, ah, ah, quanta ne esce ”..’
‘Vengo, vengo, vengo anch’io ”. sì, Michele, sto sborrando come una porca ‘.. sì ” sì ”’ versami tutto sulle tette, che me la spalmo come una crema di bellezza ”.ah che bello, che bello!!!’
Seguirono una decina di secondi di silenzio. Entrambi ci stavamo gustando l’effetto rilassante della sborrata simultanea.
‘Hai avuto davvero una bella idea, Michele. Ho goduto molto e ti ho sentito molto vicino a me’.
‘Sei stata grande, Maria, hai saputo trasformare una sega in una chiavata dal vivo ” Veramente brava! Credo che possiamo rifarlo ogni tanto, che dici?’
‘Sì, certo, tutte le volte che vuoi ” non vorrei però fare torto a Giulia ‘. non vorrei che la trascuri per me ‘.. sai, per me è come una sorella ”’.’
‘Non ti preoccupare, a Giulia non le faccio mancare niente ‘.. fottiamo quasi tutti i giorni ‘.. figurati ”.. ma non riesco a togliermi dalla testa la tua fica, il tuo culo, le tue mammelle ” vedi, abbiamo appena sborrato e già mi ritorna duro ‘. non so ‘. sarà che si tratta di un rapporto proibito ” ma io ho bisogno di scoparti senza freni ‘. mi fai perdere la testa ‘ ‘
Maria non nascondeva il suo compiacimento femminile: ‘Anche tu, fratello, mi piaci tanto, hai un cazzo portentoso e chiavi divinamente ” sono contenta che riesco a saziare le tue voglie ‘.. approfitta di me tutte le volte che ti va ‘. sappi che solo tu mi fai godere e te ne sarò sempre grata ”’
‘Bene, bene. Stai sicura che ti richiamerò presto, perché ho scoperto un piacere nuovo con te ‘. almeno fino a quando non ci rivedremo, è una cosa che aiuta ‘.’
Ci salutammo con grande affetto e mi pregò ancora di baciare per conto suo Giulia.
A mia moglie, come sempre, non ho mai nascosto nulla, per ciò le raccontai l’accaduto al suo rientro. La porca finse di incazzarsi un po’ perché questa storia con Maria stava uscendo fuori dai binari, ma appena a letto disse che avevo fatto bene: quella poverina di Maria non aveva altre possibilità di godere se non gliele procuravamo noi. E concluse, riprendendo possesso del mio cazzo e riportandolo in vigore:
‘E poi queste chiavate mica sono un tradimento’. è solo solidarietà familiare!’.

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