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Racconti 69Trio

Storia di una ragazza qualunque – 2° capitolo – La prima volta da vera donna

By 4 Febbraio 2011Febbraio 9th, 2020No Comments

L’immagine di mia madre che godeva come a me non era mai successo, faceva sempre capolino nella mia mente, arrivando a diventare una vera e propria ossessione.
Non che quando facevo sesso non godessi, ma dopo averla vista mi sembrava quasi che io lo facessi col freno a mano tirato, non riuscendo a liberarmi di tutti i freni inibitori che mi tenevano al guinzaglio.
Allo stesso tempo non sapevo cosa fare, anche da un punto di vista prettamente materiale, per poter incontrare un uomo come quelli che lei si portava a letto.
Certo avevo un numero di cellulare, ma non potevo certamente chiamare dicendo “Salve sono Anna la figlia di Lisa e vorrei scopare con te.”
Così un giorno che ci trovavamo sole in casa, la portai nella mia camera e le feci vedere il video che avevo girato a sua insaputa.
Lei all’iniziò sembrò infuriarsi per quella palese violazione della sua privacy, ma quando le spiegai che desideravo moltissimo avere un rapporto con un vero uomo, lei mi sorrise.
“Era ora che la mia bambina si togliesse quella maschera da ragazza per bene.” mi disse accarezzandomi il viso “Stai tranquilla che ti troverò l’uomo giusto, uno che ti sappia prendere anche con dolcezza, ma che allo stesso tempo ti faccia sentire femmina.”
“Mamma io ti devo confessare una cosa…”
“Che cosa ? Hai forse il culo ancora vergine ?”
Annuii con la testa quasi vergognandomi di me stessa, ma lei mise la mia testa sulla sua spalla per coccolarmi come quando ero bambina.
“Stai tranquilla, nessuno ti obbligherà a fare ciò che non vuoi, e sarai sempre libera d’andartene se non ti piace ciò che succede. Il sesso deve essere sempre consenziente, e figurati se permetterei mai a qualcuno di violentare mia figlia.”
“Mamma ma ora cosa intendi fare.” le chiesi curiosa di sapere come intendesse agire.
“Chiamerò un bull che conosco e m metterò d’accordo con lui, certamente sarà ben lieto di farmi questo ‘piacere’. Poi cercherò un giorno in cui tu sia libera e non ci sia tuo padre fra le palle, perché credo che non voglia che lui sappia cosa facciamo o sbaglio ?”
“No ! Voglio che rimanga all’oscuro di tutto, anche del fatto che so cosa fate.”
“Tranquilla piccola che da me non saprà nulla.”
Passai alcuni giorni relativamente tranquilli, certamente aspettavo l’incontro con una certa angoscia, ma non potevo certo chiedere a mia madre d’affrettare i tempi, dato che non dipendevano da lei.
Un giorno mi svegliai dopo un turno notturno e trovai mamma vestita come se dovesse andare a un appuntamento importante, tutta in ghingheri e truccata alla perfezione.
“Mamma ma dove devi andare, sembra che ti sei preparata per una cerimonia !”
“Da nessuna parte, volevo solo sentirmi elegante.” mi rispose facendo finta di nulla “Anzi oggi ti dico io come vestirti, voglio che sembri proprio una brava bambina.”
Pensai subito che quello sarebbe stato il giorno del mio primo rapporto con un bull, ma feci finta di nulla e mi diressi in bagno per lavarmi, cosa che feci con molta cura. Tornata in camera trovai una maglietta senza spalline e una mini fin troppo corta, comprata solo per farle piacere, e che non avevo mai messo per vergogna.
“Mamma ma così sembro davvero una bambina !” protestai senza molta convinzione.
“Pensa ti farò anche due code per sembrare ancor più ingenua.” mi rispose strizzandomi l’occhio.
Scelsi un paio di mutandine in cotone bianco molto anonime per restare in tema adolescenziale, poi mi vestii facendomi infine fare le code da mia madre. Quando mi guardai allo specchio quasi non mi riconobbi, davanti a me c’era la perfetta lolita vogliosa di sesso, e non sentii suonare il campanello.
“Vieni andiamo in salotto.” mi disse mia madre prendendomi per mano “Tu aspettami li.”
La seguii docilmente fermandomi poi al centro del salotto, sino a quando lei non arrivò con un uomo carino e molto grosso anche se asciutto.
“Anna lui &egrave Guido, un mio carissimo amico.” mi disse facendo avvicinare quell’omaccione.
“Lisa ma tu non mi avevi mai detto d’avere una figlia così bella.” gli fece lui prendendomi una mano e dandomi un casto bacio sulla guancia.
Mi ritrovai fra loro mentre sentivo salire l’eccitazione, la presenza di mia madre dava un fascino perverso a quello che sarebbe successo, ma m’infondeva anche una gran sicurezza.
Guido da vero signore, vide il mio imbarazzo, così si spostò dietro di me per darmi dei piccoli baci sul collo, che mi fecero un po’ sciogliere, e quando la sua mano scoprì parte del mio seno, ero ormai pronta per andare sino in fondo.
“Piccole, ma belle dure, non trovi anche tu Lisa.” disse Guido guardando mia madre.
“Direi che sono due colline irresistibili.” rispose lei scoprendomi del tutto il seno e stringendomi piano coi denti un capezzolo.
Compresi che non potevo rimanere sempre passiva, così aprii prima la camicia di Guido rimanendo affascinata dai suoi pettorali, poi scesi sino ai pantaloni tirandogli fuori un pene non ancora duro, ma già dalle notevoli dimensioni.
“Non vuoi guardarlo da vicino.” mi chiese lui strizzandomi l’occhio.
Non gli risposi ma mi piegai per baciare quel membro così invitante, mentre mamma si scopriva le grosse tette, di cui in quei momenti ebbi una certa invidia.
L’odore di maschio mi riempii le narici ed il cervello subito dopo, e quasi non m’accorsi che mamma mi sfilò la mini lasciandomi con le sole mutandine.
A quel punto Guido mi fece alzare la testa e mi baciò con un trasporto che mai avevo visto in vita mia, non era solo l’attorcigliarsi delle nostre lingue, ma la passione che quell’uomo sapeva trasmettermi.
Stavo quasi per dirgli “Scopami” che mi ritrovai fra le braccia di mia madre, che iniziò a giocare con le mie mutandine prima di togliermele del tutto mentre anche Guido si denudava.
Quando mi ritrovai contro di lui mi sentii una vera donna, anche se in mano a due persone molto perverse, che però volevano solo il mio piacere.
L’uomo mi fece sentire il suo pene già in erezione sul solco delle chiappe, eccitandomi a tal punto che la mia mano scivolò fra le gambe trovandole umide.
“Piccola vai piano.” mi sussurrò all’orecchio stringendomi le tette “Non devi avere fretta, non ci corre dietro nessuno. Stai tranquilla che godrai, iniziando da desso.”
Non so come, ma mi ritrovai sollevata da terra a testa in basso, in un insolito sessantanove.
Guido mi leccò la passera in ogni suo anfratto, gustandosi tutti gli umori di cui era pregna, ed io afferrai quel cazzo così invitante cercando poi di prenderne in bocca il più possibile.
Lo succhiai con ingordigia, libera dai miei complessi, leccando tutta l’asta che mi ritrovavo fra le labbra, felice di far godere quell’uomo mai visto prima.
“Ma volete fare tutto da soli ?” disse ironicamente mia madre che nel frattempo era rimasta con un microscopico perizoma.
Guido mi mise a terra, ma io m’avventai come una pazza nuovamente sul suo pene, solo questa volta trovai al mio fianco mamma che gli prese i testicoli in bocca, prima d’allungare una mano sulla mia passera, dove le sue dita iniziarono a scorrere senza darmi tregua.
Stavo letteralmente impazzendo dalla voglia d’avere Guido, volevo essere sua, sentirmi la sua donna, e alla fine non seppi resistere a quell’istinto primordiale.
“Basta scopami non ce la faccio più !” urlai quasi con rabbia.
Guido mi fece sdraiare sul divano e si mise davanti a me, mamma prima prese il suo cazzo in mano per poi farlo strusciare fra le mie grandi labbra, caricandomi ancor di più.
Ebbi il primo orgasmo forse ancor prima che lui mi penetrasse completamente, mi avvinghiai a Guido con braccia e gambe come se volessi fermare quel momento di così intenso piacere.
Lui comprese ciò che stavo provando e mi diede tutto il tempo per riprendermi, e quando iniziò a cavalcarmi fu dolcissimo, con lunghe e lente spinte che mi facevano sentire il suo membro in tutta la sua grandezza.
Godevo senza sosta quasi fosse la mia reale ‘prima volta’, avendo orgasmi a ripetizione che alla fine mi lasciarono distrutta.
Fu allora che Guido si fermò lasciandomi sfinita sul divano, per andarsi a sedere in poltrona e chiamare mia madre per scoparla.
Lei non si fece certo attendere, ed in un attimo fu sopra di lui, infilandosi quel randello dentro come nulla fosse.
Rimasi estasiata a guardarli, mamma gli aveva sbattuto le tette in faccia, e lui con le mani s’era impadronito delle sue natiche, stringendole con molto vigore.
Non avevo mai avuta una ‘visione erotica’ dei miei genitori, e ancor meno di mamma, anche se era evidente che se ero nata fra loro doveva esserci stato ‘qualcosa’. Guardare però mia madre godere come una comune donna, non mi diede alcun disgusto pur non essendo con papà, anzi mi fece capire come poteva esser piacevole il sesso, da me considerato sino a quel giorno come una sorta di optional in un rapporto di coppia.
Un suo gemito più forte mi ‘svegliò’ dai miei pensieri e m’avvicinai a loro pur non sapendo cosa fare.
Fu mamma vedendomi incerta su da farsi a dirmi di stimolare i testicoli di Guido usando le mani.
Ben presto però l’eccitazione s’impadronì nuovamente di me, e non mi bastò più stare in disparte.
Lui comprese al volo i miei desideri, così fece alzare mamma per mettermi carponi sul divano, dove riprese a fottermi con un vigore superiore a quello del primo rapporto. Per la prima volta mi sentii un po’ puttana, con le sue mani che mi stringevano i fianchi per avere una presa migliore durante gli affondi sempre più violenti.
Il suo fiato sul collo era la cosa che più mi faceva impazzire, sentivo che lui godeva di me, ed io di riflesso di lui, come se non bastasse quella spada di carne che mi stava aprendo in due la passera.
Ebbi un nuovo orgasmo che mi svuotò di ogni energia residua, ma che mi lasciò con un appagamento tale da non chiedere altro.
Guido però voleva dare il suo tocco finale, così mi fece sdraiare per poi farsi leccare il pene ricolmo del mio piacere, e quel gusto mai provato mi diede una nuova se pur piccola carica.
Così quando mamma si sdraiò su un fianco e lui si mise dietro di lei, m’inginocchiai davanti a loro e condussi il suo pene fra le gambe della donna che voleva la sua parte. Ogni volta che quel bel pezzo di carne usciva fuori dal paradiso, io lo leccavo per poi rimetterlo al suo posto, continuando a farlo anche quando Guido sodomizzo mia madre che da parte sua non desiderava altro.
Ebbi anche la voglia di leccare la passera di mia madre, tanto era bagnata ed invitante, ma l’ultimo barlume di pudore che m’era rimasto me lo impedì.
Alla fine Guido ebbe il suo più che meritato orgasmo che mi riversò in parte in bocca, e non ebbi alcuna repulsione a bere il suo sperma, nonostante avessi sempre rifiutato di farlo coi miei ragazzi.
Ci stavamo tutti e tre riprendendo sul divano quando a Guido arrivò una telefonata sul cellulare, e dopo una breve chiacchierata si rivestì per lasciarci.
Mamma non si coprì in alcun modo per accompagnarlo alla porta, per poi tornare subito da me.
“Allora signorina, direi proprio che ti sei divertita ?” mi chiese ben sapendo la risposta.
“Potrei dire di no ?” dissi quasi schernendomi “A dirla tutta non ho mai goduto tanto, e il merito &egrave soprattutto tuo.”
“Vedi allora di ricambiare, ti sei scopata il mio uomo lasciandomene ben poco.”
Rimasi interdetta, cosa voleva dire mamma ?
Io non potevo certo possederla visto che ero una donna come lei, ma come al solito lei aveva la soluzione già pronta.
Mi portò in camera sua e dal comò tirò fuori uno strano dildo con delle cinghie, quello che mi stupì non era tanto sapere che aveva uno strap-on, ma che questo avesse un doppio fallo.
“Non vorrai mica che l’indossi ?” chiesi incredula.
“Certo che si, ma stai tranquilla che piacerà anche a te,questo ha uno stimolatore interno niente male.”
Nonostante negassi a parole di volerla scopare, mi feci sistemare lo strap-on, compresa la parte che entrò nella mia passera senza alcuna difficoltà.
Poi mamma si mise carponi al centro del letto chiamandomi a fare la mia parte.
“Spiegami almeno cosa devo fare.” le dissi impacciatissima.
“Insomma Lisa fai come ha fatto Guido, mettimelo dentro e poi spingi !”
Così puntai la punta del fallo contro l’apertura della sua fica, per poi iniziare a spingere con una certa prudenza, ma ben presto mi resi conto che spingeva più mia madre all’indietro di quanto facessi io.
All’inizio diedi la colpa la fatto che non avevo mai usato uno strap-on, ma poi salì in me una sorta di rabbia nel vederla così affamata di cazzo anche se finto.
“Scommetto che vorresti che te lo piantassi nel culo ?” le dissi presa dalla perversione più completa.
“Sii, ma poi dovresti scoparmi come si deve, e non fare finta come fai adesso.” mi rispose quasi ridendomi in faccia.
Un ceco furore prese possesso della mia mente, e le sfilai il fallo dalla passera per dirigerlo verso la seconda apertura, che violai mettendo tutta la mia forza nell’affondo.
Sorpresa dalla mia foga lei fece un piccolo urlo di dolore, ma non le diedi scampo afferrandole i capelli per tirarla ancor di più a me.
“Sei proprio una troia senza pudore.” le ringhiai contro “Non ti basta prenderlo in culo dai tuoi amanti, vuoi che ti sfondi anche tua figlia, e godi chiunque ti scopi !”
“Sii sbattimelo dentro e guarda quant’&egrave puttana tua madre ! Io sarò anche una zozza, ma tu mi stai facendo lo stesso il culo !”
Era vero, in quel momento era difficile comprendere chi delle due fosse la più perversa, ma ciò non m’impedii d’andare avanti, e sbatterla letteralmente come un fuscello.
Quando poi mamma iniziò a toccarsi in mezzo alle gambe capii che stava per venire e cercai di forzare ancor di più il ritmo, sino a lasciarla sfinita, ma felice dopo l’ennesimo orgasmo.
Mi tolsi quindi lo strap-on e mi precipitai sotto la doccia, come a voler togliere lo sporco che mi sentivo addosso, ma quando passai la mano sulla mia intimità non sentii un brivido corrermi su tutta la schiena, come a ricordarmi quello che era successo.
Poco dopo rientrò mia padre ignaro di quanto accaduto, ma mamma non smise mai di cercare il mio sguardo, quasi avesse paura che mi mettessi a parlare di quanto sapevo su loro due.
Rimasi però in silenzio per uscire da sola e cercare durante una passeggiata le risposte ai dubbi che m’attanagliavano nuovamente.
Stavo diventando come mia madre, una donna che andava con degli sconosciuti solo per godere ?
O forse avevo capito che stavo rinunciando al sesso senza saperne nulla ?
Come sarebbe cambiata la mia vita dopo quel giorno ?
Tornai a casa a notte inoltrata con meno dubbi e qualche certezza in più, e la più importante era che avevo molto da imparare da mia madre.

Continua

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