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Trio

Un piacere per un’amica…

By 25 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Grazie a tutti per i commenti come sempre, peccato che siano quasi tutti uomini! :P
Questa è una storia successa un paio di anni fa. Come sempre è vera. In questa prima parte non c’è sesso, ma solo l’antefatto. Se i commenti saranno interessati, magari scrivo come è andata avanti’ aspetto voi’
Mi descrivo per coloro che non mi conoscono.
Mi chiamo Andrea e ho quasi 33 anni… Sono alta 1,69 e peso 49 kg, castana chiara, occhi verdi; pancia piatta, seconda piena, qualche volta terza scarsa, un bel sedere, gambe senza un filo di cellulite; ho un bel viso, diciamo carino, che so valorizzare con il trucco.

Un paio di anni fa, a fine luglio, stavo con una mia collega al bar, un aperitivo dopo lavoro, e lei si lamentava del ragazzo. Non ricordo come eravamo vestite quella sera, perdonerete a causa del tempo che è passato, ma probabilmente non dovevamo avere molto indosso visto il caldo torrido. Posso dirvi però che la mia amica e collega è alta circa 1,65, non è magra, ma neanche grassa, un po’ di pancetta, quarta di seno. Insomma carina, ma io sapevo di essere più bella di lei; me lo dicevano tutti gli sguardi degli uomini diretti a me e non a lei. So che lei non si offenderà, lo sa anche lei!
‘Non ha fantasia, non vuole sperimentare niente di nuovo, solo sesso orale, io sopra e lui sotto e vicevera, qualche volta a pecorina. Ma niente di più. Mai una volta che ne so, al mare’. Una sequela tipo questa, il ragazzo ne usciva praticamente un’ameba. O meglio, il classico bravo ragazzo senza fantasia. E come se non bastava, pure un bel ragazzo. Non palestrato, ma sportivo, bel fisico, anche se le spalle non erano larghissime, occhi castani, capelli castani poco sopra le spalle, ricci, barba sempre non fatta da qualche giorno (fa molto uomo di mondo), occhiali.
Mi stava dicendo queste cose perché poco prima le avevo raccontato che nel fine settimana avevo fatto sesso con un amico dentro l’acqua a sperlonga. Era stato un po’ laborioso visto che ci eravamo dovuti allontanare un po’ e che quindi non toccavamo; insomma era stata una fatica, ma molto appagante.
La mia risposta a queste cose è sempre la stessa: ‘se non ti soddisfa lascialo; e se lo ami e non vuoi lasciarlo, tradiscilo’. Sono molto pratica. :-)
Queste possibilità però erano entrambe impraticabili: la mia amica lo amava ed era anche fedele; avrei quasi voluto risponderle che chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Ma lei mi stava implorando di darle qualche consiglio.
Tutte le ‘brave’ ragazze come me sanno che molti ragazzi sono un po’ tonti, bisogna fargli capire le cose altrimenti non si fanno avanti. Senza offesa per nessuno. Ma i ragazzi tendono sempre a sondare un po’ il terreno, le ragazze lo capiscono ad intuito cosa vuole un ragazzo. Allora il primo consiglio che le ho dato è stato quello di provocarlo, vestirsi in maniera sexy, provocarlo all’esterno di casa. E addirittura prendere l’iniziativa senza chiedere niente.
Mentre parlavo ci si era avvicinato il cameriere; non ho smesso di parlare, ma non avevo smesso neanche mentre raccontavo alla mia amica del mare. (a proposito, la mia amica si chiama Matilde); insomma, il cameriere girava sempre lì vicino e tirava le orecchie, mi pare che ci abbia pure portato di nascosto il secondo aperitivo gratis. Cosa centra questo? Centra con quanto mi ha detto un attimo dopo matilde.
‘Andrea, mi sa che io non sono come te. Tu sembri spigliata e tutto. Anche con il cameriere, praticamente parlavi anche con lui. Mentre io sarei diventata viola, anche se stavo zitta. Dovrei essere come te per sciogliere Pino’. La frase era più o meno questa e me la ricordo tanto bene perché mi ha acceso una lampadina dentro.
‘Matilde, se vuoi te lo sciolgo io Pino, e poi te lo restituisco uomo vero’. Diciamo che era una battuta, però mi sembrava anche poter essere un’avventura divertente. Farmi l’uomo di una mia amica, con il suo consenso. Capiamoci, l’amicizia per me è tutto, non lo avrei mai fatto con il fidanzato/ragazzo di un’amica senza il consenso di un’amica. Però in quel caso diciamo che era più una battuta. Mentre ridevo, Matilde era quasi scioccata. E mi guardava quasi con cattiveria.
‘Eddai Matì, scherzavo. Oddio, non sarebbe stata una cattiva idea, però scherzavo’.
‘Mi hai fatto prendere un colpo Andrea’.
Ma ormai ero lanciata
‘Guarda Matì, io pensavo di rimorchiarmelo una sera in discoteca, e magari farmi beccare da te con lui. Almeno in quel modo si deve sciogliere per forza’. E di nuovo giù a ridere.
‘Non dirlo neanche per scherzo’.
‘oppure posso portarmelo a casa mia, in qualche modo, magari me lo rimorchio tipo al supermercato, mi sembra che abitiamo anche vicini. Me lo porto su, me lo lavoro, e mentre siamo mezzi nudi tu entri in stanza e chiedi se ti puoi unire. Poi dirigo io il gioco e vedrai che la fantasia esce’. E di nuovo a ridere.
Matilde stava zitta zitta, io pensavo arrabbiata, e mentre stavo per chiederle scusa ha preso lei la parola
‘Andrea, tu scherzi, ma magari questa non è neanche una cattiva idea. All’inizio l’ho presa male, ma forse forse”.
A quel punto ho smesso di ridere e sono rimasta praticamente pietrificata. Da farmi il ragazzo della mia amica per scherzo, stava diventando farmi il ragazzo e la mia amica sul serio. La cosa diventava interessante, sarebbe stata la mia seconda coppia, e con la prima era stato davvero interessante.
‘Matì, io ci sto quando ti pare’
‘Lo so Andrea, sono io che mi devo convincere che la cosa si può fare. Magari ci penso e poi ti dico’.
‘Diciamo chese vorrai ti darò una mano, una bocca e anche altro molto molto volentieri’. E questa volta siamo sbottate a ridere tutte e due.

A questo punto aspetto vostri commenti, uomini e donne, per sapere se vi piace l’antefatto, se vi interessa come potrebbe essere andato avanti, se vi immaginate una conclusione possibile’ insomma il solito e sbizzarritevi!!! :-)
La mia mail è andrea_doria1977@live.it
Un bacio a tutti e a tutte
Dai vostri commenti, sempre troppo pochi e sempre prevalentemente di uomini, pare che l’antefatto piaccia’
E allora andiamo avanti’ seconda parte del racconto’
Mi descrivo, come sempre, per chi non mi conosce’ lo so che la descrizione è breve’ se volete sapere qualcosa di più, chiedete pure’ :)
Mi chiamo Andrea e ho quasi 33 anni… Sono alta 1,69 e peso 49 kg, castana chiara, occhi verdi; pancia piatta, seconda piena, qualche volta terza scarsa, un bel sedere, gambe senza un filo di cellulite; ho un bel viso, diciamo carino, che so valorizzare con il trucco.

Sarà passata una settimana dall’aperitivo con Matilde che me la trovo davanti.
‘Ok, ho deciso, facciamolo’.
‘Cosa Matì?’. Eravamo a fine giornata, la stanchezza si sentiva. E non mi era venuto in mente il discorso fatto.
‘Andrea, ti ricordi? Rimorchiarti Pino, svegliarlo, quella cosa lì’.
Ed eccomi di nuovo sveglia, lucida, orientata. Pronta ad ascoltare. Tutte le energie al volo.
‘Certo che mi ricordo. Ti sei decisa? Lo facciamo?’
‘Uhm. Si. Facciamolo. Ma non so come’.
‘adesso ci pensiamo insieme. Mi devi dire le abitudini di Pino, deve sembrare una cosa casuale’.
E via a parlare di quello che faceva Pino. Il giovedì andava sempre a giocare a calcetto e dopo a bere una birra con gli amici. Ecco quello poteva essere un giorno utile. Oppure potevamo fare in modo che io potessi beccarlo in giro. Ovviamente sapendo prima dove stava andando. Diciamo che le situazioni si trovano, ma qualche volta si possono costruire ad hoc.
Allora abbiamo buttato giù un’idea. Matilde avrebbe chiesto un piacere a Pino, magari comprare un libro, sapendo che la libreria cui vanno è sempre la stessa. Ed io mi sarei fatta trovare lì e magari mi sarei fatta accompagnare a casa, lo avrei sedotto’ e sul più bello Matilde sarebbe uscita dal bagno di casa mia!
Poteva funzionare. Al peggio Pino avrebbe resistito alla tentazione, avrebbe fatto la figura del bravo ragazzo e sarebbe finito tutto lì.
L’idea era buona, poteva funzionare. O almeno poteva essere divertente.
Per maggiore sicurezza abbiamo ordinato un libro nella Feltrinelli vicino piazza della repubblica, e così doveva andare per forza lì a prenderlo.
E la settimana successiva eccoci pronte a mandare Pino a ritirarlo. Matilde è venuta a casa mia. Si è presentata in tuta, ma tanto lei non è che avesse bisogno di molto, mica doveva uscire. Io mi sono messa addosso una vestitino bianco che arrivava a mezza coscia, sotto un perizoma bianco, e chiaramente niente reggi. Sul davanti del vestitino c’era un disegno, quindi si capiva che ero senza niente, ma non era esattamente un vedo-non-vedo. Ai piedi sandali bianchi. Niente borsa, soltanto il portafogli e le chiavi portate a mano.
E Matilde chiama Pino da casa mia.
‘Ciao Amore, ti ricordi il libro che ho ordinato da Feltrinelli? Senti, non è che me lo vai a prendere tu in libreria? Basta che dai il mio nome. Ho lasciato già l’acconto, poi ti ridò i soldi. Si si, a piazza della repubblica. Vai subito? Bene, grazie tesoro, ti aspetto a casa’.
Ok, piano partito, così io esco e vado da Feltrinelli, sicuramente arrivo prima di Pino.
E infatti arrivo e comincio a girare tra i libri, che tanto è una cosa che adoro fare. Ma resto sempre vicino alla porta d’ingresso, in modo di vedere l’arrivo della nostra vittima. Vittima’ se fosse andato tutto bene, altro che vittima. :)
Passano 20 minuti ed eccolo lì, bermuda larghi e maglietta, infradito anche lui, in mano ha le chiavi della macchina. Bene, lo avevamo previsto che sarebbe venuto in macchina. Faccio passare un paio di minuti in cui lui guarda due libri e poi va a chiedere al bancone del libro per Matilde. E mentre lo cercano io mi avvicino a lui.
‘Pino! Ma che ci fai qui?’
‘Eh’ ah, Andrea, oddio per un attimo non ti avevo riconosciuta. Sono abituato a vederti con addosso il camice’.
‘Immagino. Diciamo che così mi sento più io. Che ci fai qui?’.
‘sono venuto a prendere un libro a Mati’.
‘Ma dai. Se lo avessi saputo lo prendevo io, tanto stavo qui’.
Eh, magari, invece sono venuto io, prendo il libro e adesso vado a portarglielo’.
‘Lo vuoi un caffè prima di andare?’.
‘Perché no, tanto il bar sta qui accanto’.
‘Ok, paghiamo i libri e andiamo’.
Mentre stavamo alla cassa faccio di nuovo finta di niente. E guardo le chiavi che Pino ha in mano.
‘Ehi, ma sei venuto in macchina?’.
‘si perché?’.
‘Beh, a questo punto approfitto di te e mi faccio accompagnare a casa, ed il caffè te lo offro lì’.
‘Ma no dai, non ti devi disturbare’.
‘Ma guarda che ci tengo, il caffè dei bar è sempre bruciato. Poi a casa ho il caffè di torrefazione’.
‘Per me non è un problema, ma non vorrei disturbarti, davvero’.
‘Nessun disturbo, è deciso, vieni a prendere il caffè da me. Tanto sono sola a casa, quindi non disturbiamo nessuno’.
‘Ok va bene’:
E paghiamo e usciamo da Feltrinelli. E arriviamo alla macchina che purtroppo stava al sole.
Quando saliamo faccio in modo che la gonna del vestito risalga molto, in modo da mettere in evidenza tutte le mie gambe. E quando Pino vede le mie gambe e il gonnellino che arriva quasi al bordo del mio perizoma, lo vedo ingoiare un groppo di saliva. Bene. Molto bene.
Ho cominciato a sudare nella macchina, perché faceva davvero caldo. E questo è stato un bene perché il bianco diventa ancora più sexy, e infatti vedevo Pino agitarsi.
Quando siamo arrivati sotto casa siamo scesi, davanti al portone ho fatto finta di farmi cadere le chiavi e le ho raccolte piegandomi solo con il busto. Non mi sono girata a guardarlo, ma immagino che fosse rosso. E salendo le scale mi sono messa davanti a lui, e nel salire sollevavo un po’ la gonnellina del vestito, praticamente ogni tre passi gli mostravo un pezzetto di perizoma. Stavo cercando di cuocermelo.
Quando siamo entrati in casa siamo andati in cucina e l’ho fatto accomodare. Ho preparato la moka e gli ho chiesto di aspettarmi un attimo mentre andavo a mettere qualcosa di più comodo.
Quando sono tornata in cucina avevo indosso una canottiera lunga con sotto il perizoma. Questa volta ai piedi ero scalza. Ero passata anche un attimo in bagno per dire a Matilde che stava andando bene.
Quando sono tornata in cucina Pino ha strabuzzato gli occhi. La canottiera arrivava appena sopra la linea del sedere. E mentre mi allungavo per prendere lo zucchero nello scaffale in alto ho praticamente mostrato uno spettacolo invidiabile a Pino. Quando mi sono rigirata aveva gli occhi di fuori. A quel punto non ho fatto una piega, ho poggiato lo zucchero sul tavolo e poi mi sono stiracchiata. Questa volta lo spettacolo della seminudità riguardava la mia fica, che attraverso il perizoma di pizzo bianco quasi trasparente si vedeva bene che era praticamente depilata.
E mentre mi rilassavo stavo bene attenta a porre lo sguardo sulla patta di Pino, che si vedeva chiaramente non essermi indifferente.
Quando il caffè era pronto l’ho versato in due tazzine e gli ho passato la sua.
Gli tremavano le mani. Evidentemente.
‘Tutto bene, Pino?’
‘Si si, Andrea, tutto a posto’.
‘E’ che mi sembri agitato. Stai facendo tardi?’
‘No no, devo andare a casa di Matilde. Ma non ho orario. Possiamo rimanere qui a chiacchierare’:
Ed io a quel punto mi sono seduta sul bancone della cucina, allargando leggermente le gambe, mettendo praticamente in vista ogni cosa. E la patta dei pantaloni era sempre più tesa. Ed a quel punto ho attaccato.
‘Pino, scusa se te lo chiedo, ma sei eccitato?’.
‘EH? Cosa? Come?’ o una cosa del genere facendo un salto.
‘Hai un’erezione evidente. Mica sarò stata io’.
Dopo essersi guardato ed aver constatato la visibilità dell’erezione non poteva negare. Ma ci si è messo una mano sopra.
‘No, è che sai’ vestita così’.
‘TI piaccio?’
‘Eh?’
‘No, ti ho chiesto se ti piaccio. Tu li sotto sembri interessante. E anche sopra, lo sei. Mi piaci anche tu. Da un po”.
‘Andrea, cosa stai dicendo?’
‘Pino, ti sto dicendo che mi piaci’.
‘Andrea, io sto con Matilde’.
‘Pino, a me non interessa. Mica lo deve sapere per forza’.
E a quel punto sono scesa dal bancone e mi sono tolta la canottiera rimanendo in perizoma e subito dopo, prima che Pino potesse reagire, mi sono piegata davanti a lui e ho infilato una mano nei bermuda, passando da sotto. Finoad arrivare alla sua erezione.
Ed a quel punto lui non ha più mosso un muscolo, ed io ho cominciato a muovere la mano sopra i suoi boxer, facendo delle belle carezze.
‘Andrea, ma che stai facendo?’ lo chiede ma mica mi fa togliere.
E io a quel punto con l’altra mano sbottono i pantaloni.
‘Prendo quello che mi piace’
Sbottono i pantaloni, libero la prima mano, li tiro giù, tolgo i boxer e mi trovo davanti un cazzo veramente notevole. Lungo e bello largo.
‘Però. Beata Matilde’.
Ho avvicinato la bocca alla cappella, e dopo qualche leccata l’ho preso in bocca.
Dopo 10 secondi ho sentito la sua mano sulla testa. E dopo neanche un minuto in cui gli stavo facendo un pompino fantastico sento la voce di Matilde alle mie spalle.
Mi tolgo dal cazzo di Pino e guardo prima lui scioccato, poi vedo la scena, lui con i pantaloni calati, io in perizoma con il suo cazzo in bocca. Ma Matilde è nuda, bellissima, i suoi fianchi larghi ma soprattutto quella quarta di seno dove viene voglia di buttare il viso.
‘Non è che mi posso aggiungere a voi?’

Ok’ direi che per la seconda parte questo basta.
Aspetto i vostri commenti, uomini e donne, per sapere se vi sta piacendo, se vi sta eccitando la cosa come ha eccitato me il vedere Matilde nuda’ :-)
La mia mail è andrea_doria1977@live.it
Un bacio a tutti e a tutte
Andiamo ancora avanti’ terza parte del racconto’
Mi descrivo, come sempre, per chi non mi conosce’ lo so che la descrizione è breve’ se volete sapere qualcosa di più, chiedete pure’ :)
Mi chiamo Andrea e ho quasi 33 anni… Sono alta 1,69 e peso 49 kg, castana chiara, occhi verdi; pancia piatta, seconda piena, qualche volta terza scarsa, un bel sedere, gambe senza un filo di cellulite; ho un bel viso, diciamo carino, che so valorizzare con il trucco.
So che perdonerete quella che sembrerà un po’ troppa lucidità in una cosa del genere’ ma tenete presente che il tutto è successo un bel po’ di tempo fa, e quindi la mente ha fatto in tempo a rielaborare’ sono una donna, e come tutte le donne il mio cervello analizza a mille queste cose’ :)

La prima cosa che devo descrivere è la faccia di Pino: bocca spalancata, occhi di fuori, non respirava più; il suo cazzo era tornato a dimensioni adatte ad un microscopio’ insomma’ non sapeva cosa dire, cosa fare, se muoversi’
Io e Matilde siamo sbottate a ridere. Era il minimo. Ed io ho preso la parola.
‘Ok Pino, respira. Confessiamo che è tutto combinato. Mati mi ha detto che si sente un po’ insoddisfatta, che vuole un po’ più di fantasia. Voleva smuoverti un po’ sulle tue posizioni e voleva divertirsi un po’ di più. E ci è venuto in mente di provare a farti questo diciamo brutto tiro’.
Ho tirato su quello che rimaneva del suo cazzo. Penso di aver avuto una faccia perplessa.
‘Fino a qualche secondo fa non sembrava neanche un brutto tiro’.
Mati è scoppiata a ridere di nuovo, mentre Pino passava gli occhi tra me e lei. Almeno aveva ripreso a respirare. Ma visto che non parlava io ho guardato la mia amica per cominciare a passare all’azione.
‘Mati, ti vuoi accomodare?’.
E lei si è messa in ginocchio accanto a me, mentre tenevo il cazzo di Pino in mano per farglielo prendere tra le labbra, ancora privo di consistenza. Mentre si avvicinava al suo uomo l’ho fermata.
‘Beh, non mi dai neanche un bacio per ringraziarmi?’. Allora Matilde ha sorriso e si è avvicinata alle mia labbra. Prima è stata timida, con le labbra appena socchiuse, ma poi le nostre bocche si sono aperte e le lingue si sono intrecciate, mentre io muovevo lentamente la mano sul cazzo di Pino che finalmente stavo sentendo riprendere un po’ di vigore. E l’ho anche sentito biascicare un tiepido wow.
Quando ci siamo staccate Mati mi ha guardato:
‘E’ stato il mio primo bacio ad una ragazza’.
‘Beh, baci bene. Di uomini ne devi aver passato un po’. Baci davvero bene’. Ed ho guardato Pino con malizia.
Poi ho lasciato a Mati il cazzo del ragazzo e lei lo ha preso in bocca, mentre io lo tenevo alla base. Continuavo a muovere lentamente la mano e poi sono passata ad accarezzargli le palle. L’ho guardato, un misto tra lo scioccato e l’eccitato, senza sapere cosa dire. Mi sono avvicinata a lui, gli ho leccato le labbra.
‘Pino goditela, che hai due donne che si vogliono prendere cura del tuo cazzo. E cerca di farcela godere anche a noi’.
Ho cominciato a baciargli il viso, il collo, non avvicinandomi più alle labbra. Poi il petto. Ed intanto Mati gli stava facendo un pompino favoloso. Vederla era eccitante e così ho lasciato stare il corpo di Pino per dedicarmi al suo. Mi sono chinata verso di lei ed ho cominciato a leccarle il viso, ed il collo, un misto di lingua e baci. E intanto con le mani ho cominciato ad esplorarle il corpo, la schiena, i fianchi, le spalle, fino ad incontrare i seni. Le ho preso i capezzoli fra le dita, stringendoli e lasciandoli. E poi stringevo il seno. E poi tornavo sui capezzoli. Lei sussultava sotto il contatto delle mie mani, sapevo che non aveva mai avuto esperienze del genere e questo mi eccitava ancora di più. Ero sicuramente più interessata a lei che a Pino, che intanto si stava godendo tra mugugni uno splendido lavoro di bocca. Ed mentre giocavo con i seni ed i capezzoli di Matilde le leccavo la schiena, le baciavo il collo. Lei non si fermava, né di sussultare ad ogni stretta delle mie mani né di muovere la testa sul cazzo del ragazzo. Tra i rumori della mia lingua, della sua bocca e del godimento di Pino.
Rimanendo dietro di lei sono scesa con la mano tra le sue gambe, sfiorando con un dito tutta la linea del sedere. Sono arrivata al suo sesso e l’ho scoperto bagnato, ma molto bagnato. Al minimo contatto con le mie dita sentivo i suoi umori gocciolare in terra. Ho cominciato a muovere il mio indice sul suo clitoride, delicatamente, a fare piccoli cerchi, e poi, dopo poco, ho infilato un dito dentro. La sua bocca era sempre occupata e così ha potuto soltanto lasciarsi scappare un miagolio sommesso. Ma mentre continuavo a muovermi dentro di lei la sentivo eccitarsi sempre di più. Quando ho infilato anche il secondo dito ha liberato la bocca.
‘Andrea, è fantastico, continua’.
Per tutta risposta io mi sono fermata. Lei mi ha guardato, l’ho aiutata ad alzarsi e l’ho presa per mano per portarla nella mia camera da letto, dove fortunatamente ho un letto due piazze. Quando Pino ci ha raggiunto qualche secondo dopo, il cazzo veramente in tiro, ci ha trovato a baciarci ed a toccarci. Ora anche Matilde mi toccava, mi cercava con la sua mano. Io ero tornata con due dita dentro di lei. Pino, tornato dei nostri, finalmente, si è sdraiato accanto a me ed ha cominciato a baciarmi ed a toccarmi i seni. Ero in mezzo tra due fuochi e non mi sono tirata indietro davanti ai baci, alle carezze, alle dita che mi frugavano. A quel punto Matilde è scesa verso la mia fica, e dopo un bacio veloce al clitoride, mentre mi accarezzava con un dito, è tornata avidamente al cazzo di Pino, che ha ripreso in bocca. A quel punto sono stata io a mettermi scomoda, la fica verso la faccia di pino, la faccia verso il culetto di Mati. In quel momento le mani e la bocca di Pino mi stimolavano e mi frugavano ed entravano dentro di me, le mie mani giocavano con la fica e con il culetto di Matilde, Matilde si concentrava con la bocca sul ragazzo. Eravamo messi proprio a triangolo e quando sono rientrata con due dita dentro la fica di Matilde mentre con l’altra mano le stringevo delicatamente il clitoride, lei si è staccata da Pino per raggiungere il primo intenso orgasmo della giornata.
Era fantastica. L’ho lasciata esaurire il suo orgasmo, ma non l’ho fatta riposare. Appena era calata l’eccitazione le ho preso il viso e l’ho portato in mezzo alle mie gambe. Lei, come un’automa, senza pensare, si è messa a baciarmi ed a leccarmi. Pino guardava.
‘Beh, che fai? Rimani senza far niente? Non entri dentro la tua fantastica ragazza?’
Con la lingua Matilde non era ancora brava come con i baci, ma aveva delle potenzialità. Ed è stato sempre meglio, un crescendo continuo, quando si è completamente lasciata andare grazie ai colpi di Pino che arrivavano forti e costanti. Ogni colpo lei entrava un po’ più dentro di me. La stava veramente prendendo in maniera fantastica. Non sembrava male il nostro amico e mi stava facendo veramente venire voglia di provarlo. Ormai ero molto bagnata e mi sono spostata, mettendomi a pecorina accanto a Matilde. Mentre cominciavo a baciarla ho cominciato a sentire la mano di Pino che mi toccava ed entrava dentro di me. E poco dopo l’ho sentito muoversi, lasciare Matilde, avvicinarsi a me, prendermi per i fianchi, e penetrarmi, infilzarmi, con un colpo solo. Fino in fondo.
‘Stronzo’ gli ho detto. Ma in realtà mi piaceva da pazzi. E poi ha cominciato a muoversi con un ritmo lento e costante, accelerando progressivamente. Sono riuscita nel godimento a riavvicinarmi alla bocca di Matilde e baciarla, mentre lei mi guardava, sorridente e soddisfatta. ‘Sei bella Andrea’. ‘Vieni davanti a me, Mati’.
Ed ho cominciato a leccarla. Ma la leccavo con irruenza, spinta dai colpi di Pino, entrando con due dita dentro di lei, mordendole con delicatezza il clitoride. Ho cominciato, poggiata sui gomiti, sempre più eccitata a baciarla, toccarla davanti ed a stuzzicarle il culetto. Il movimento constante e forte di Pino stava portando all’orgasmo anche a me. E in un momento in cui stavo succhiando il clitoride, avevo tre dita nella fica di Matilde ed un dito ormai completamente perso dentro il suo culetto, l’ho sentita urlare di piacere e l’ho sentita con le pareti della vagina e con lo sfintere stringermi le dita fino a farmi male. Con il suo orgasmo sono esplosa anche io.
A quel punto Pino mi ha tolto il cazzo da dentro e lo ha portato davanti al viso di Matilde. Lei lo ha preso, senza discutere, mentre io avevo ancora la mano dentro di lei. A quel punto mi sono spostata ed ho cominciato a leccare le palle di Pino. Poi il suo cazzo passava tra le due bocche. Ed ogni tanto ci scappava un bacio tra di noi, a passarci i nostri umori e la nostra saliva, e passando il tutto sul turgore di Pino. Era durissimo e dopo qualche minuto di questo trattamento anche lui è venuto, e tanto, un po’ sul mio viso ed un po’ su quello di Matilde.
E mentre lui si buttava con la schiena sul letto, facendoci finalmente sentire un gemito di piacere, ho guardato Matilde, soddisfatta, sorridente e sporca di sperma. E le ho leccato il viso, per assaggiare Pino. Lei si è messa a ridere ma si faceva fare tutto. Poi si è avvicinata al ragazzo e l’ha baciato. Mi sono avvicinata anche io dall’altra parte, e ci siamo dati un bacio a tre.
‘Ragazze, questo regalo è stato fantastico. Ditemi che non finisce oggi’.
‘Pino, dipende da te. Fai godere Matilde come e dove vuole lei. E chissà che qualche volta non ci sia anche io a divertirmi con voi’.

E con questo capitolo la storia finisce’ aspetto i vostri commenti’ fatemi sapere se questa storia, come sempre tutta vera, vi è piaciuta’ e i commenti sono richiesti sia da uomini che da donne’ :)
La mia mail è sempre andrea_doria1977@live.it
baci a tutti ed a tutte… :)

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