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Trio

Un rapporto difficile

By 30 Maggio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Giuseppe, ho 26 anni e sono fidanzato con Marta da 2 anni. Lei di anni ne ha 28.
Marta è una bella ragazza, visino da bambola, capelli neri, pelle chiarissima e due occhioni azzurri intensi. Ha un corpo molto aggraziato e proporzionato, alta 1.68, 50 kg. Una bella seconda di seno che non la fa mai risultare volgare.
E’ una razza intelligente, colta e raffinata.
Siamo molto innamorati, tra di noi non è stato colpo di fulmine a prima vista (soprattutto per me), ma alla fine dopo mesi di frequentazione ci siamo fidanzati. E innamorati, adesso.
Abbiamo alcuni interessi in comune, altri propri. Insomma, abbiamo proprio molto feeling.
Da fuori sembriamo una coppia perfetta. Da fuori. Sembriamo.

Già perché purtroppo nell’intimità abbiamo dei problemi. E riguardano lei.
All’inizio la cosa mi spiazzò dal momento che non avevo mai affrontato niente di simile, poi dato l’amore ho cercato di comprendere e risolvere.
Ora confesso che la cosa sta iniziando ad essere difficile da gestire, nonostante l’amore.

Marta soffre di vaginismo. Che, per chi non lo sapesse, consiste in un disturbo sessuale che comporta la contrazione della vagina e la conseguente impossibilità di avere rapporti sessuali normali.
Non sto a raccontare come fu l’inizio, la scoperta di questo intendo.
Per Marta fu molto difficile spiegarlo ovviamente. Come ovviamente io le mostrai tutta la mia comprensione e lo sforzo ad aiutarla.
Ricordo che le prime volte fu davvero traumatico, per me, ma soprattutto per lei.
Ogni tentativo di fare l’amore finiva con un fallimento e con le sue lacrime per il dolore.
Nei primi mesi ‘aggirammo’ il problema con altre soluzioni:
sesso orale per lei, qualche sega per me.
Mi piaceva il trattamento della sua mano cosi vellutata.
Cosi come a lei piaceva molto farsi leccare la figa, tutta. Fino al buchetto posteriore dove indugiavo.
La cosa però iniziava a non bastarmi più. Cosi, dopo diverse insistenze, Marta inizio a ‘deliziarmi’ con qualche pompino. Virgoletto il termine deliziarmi in quanto non la si poteva di certo definire una maestra, anzi. Né per frequenza né per maestria.
Ma l’amavo.
E lei amava me.

Sta di fatto che non era davvero sufficiente.
La voglia di fare l’amore (cosa naturalissima!) era troppa.
Cosi come, anzi di più, era il dolore fisico che lei provava ad ogni tentativo.

Dopo silenzi, litigi ed incomprensioni le proposi di vedere una terapeuta.
Ci furono resistenze, ma la voglia di avere il naturale appagamento al nostro amore prevalse.
Ed iniziammo.
Fu molto difficile, ma dopo qualche mese si iniziavano a vedere dei timidi risultati.
Molto timidi a dire la verità.
Qualche volta riuscivo a starle dentro un paio di minuti, ma mi faceva uscire poco dopo quasi in lacrime. Il dolore sembrava non passare mai.
Onestamente iniziavo a destarla in certi frangenti, era molto frustrante.
Alle volte, nei momenti più difficili, pensavo che a lei andasse bene cosi. Che si fosse adagiata.
In fondo aveva a fianco un bel ragazzo, corteggiato ma che nonostante tutto non l’aveva mai tradita. E mai l’avrebbe fatto.
Confesso che alle volte ero sul punto di lasciarla.
Ma non l’ho mai fatto. Amore? Credo di si.

La storia continuiva, sempre con maggiore difficoltà. Per tutti e due credo.
Fino ad una sera. Traumatizzante.

Stavamo tornando dal cinema, cena fuori. La classica serata che le coppie normali concludono con una gran scopata.
I suoi non c’erano. Di conseguenza il programma prevedeva che io dormissi da lei.
Dormissi appunto.
Francamente non avevo una gran voglia di questa serata, e la tensione in auto già c’era.

‘Amore sei contento che dormiamo assieme stasera?’
‘Si certo, anche se per dormire posso anche andare a casa’
‘Mi spieghi perché devi sempre rovinare tutto? E perché hai sempre in mente quello? Non ti basto come sono?’
‘Marta, ma non è quello lo sai. E’ che c’è anche quello. E’ normale dio santo’
‘Non so proprio cosa fare con te’
‘Nemmeno io con te’

Parcheggiai l’auto. E quasi in silenzio scendemmo. La presi per mano, freddamente. La sua risposta fu altrettanto fredda.
Marta prese le chiavi per aprire la porta, ma era aperta.
Il cane insolitamente non ci venne incontro, Marta si allarmò. Probabilmente era scappato.
Amava quel cane come un fratello.
Non fece a tempo a voltarsi verso la strada che fu strattonata violentemente dentro casa.
Subito mi feci avanti per vedere ma era totalmente buio.
Ricordo solo questo, poi un colpo violento mi stordi.

Ripresi i sensi non so quanto dopo.
Ero steso di lato sul divano, con le mani legate dal nastro isolante. Cosi come i piedi.
E la bocca bendata.
Avevo un male tremendo alla nuca ma non sanguinavo. Per fortuna.

Ma il male vero lo videro i miei occhi.
A pochi metri da me c’erano un uomo, e Marta, la mia fidanzata.
La visione fu shockante.

L’uomo era nudo. Cosi come Marta.
Lei era seduta su una sedia, lui le era in piedi davanti.
La mia fidanzata cercava di divincolarsi, ma lui prima le immobilizzò le braccia con le mani.
Poi, per fermare le scalciate di Marta, le diede un paio di ceffoni. Rumorosi. E dolorosi.

Provo a liberarmi con tutte le mie forze (e ne ho), ma faccio fatica. Cerco di allentare il nastro.
Ma non ci riesco.

‘Puttanella pallida ti conviene smetterla. O ammazzo il tuo ragazzo’
Marta singhiozza terrorizzata.
L’uomo, con forza le apre le gambe, lei oppone resistenza. Ma la nuova minaccia di ammazzarmi la fa desistere.
Non ci sono tanti preamboli: il tizio le lecca appena il collo, indugia a succhiare una tetta.
Poi in un istante le pianta il cazzo dentro la fica. Ha un cazzo abbastanza grande.
Ma per Marta immagino sia enorme, dati i suoi problemi.
Lei caccia un urlo di dolore fortissimo. Da far gelare il sangue.
Le gambe però sono immobilizzate dalla massa dell’uomo. Prova a ribellarsi con le braccia, ma il tizio per tutta risposta la prende per i polsi e la blocca.
Non contento le si avvicina al viso, e la lecca.
Cerca di infilarle la lingua in bocca ma Marta si volta schifata piangendo.

‘Fai la difficile eh puttanella. Vedrai che tra poco ti passa. E ti piacerà”
Io non mi posso muovere, ma anche potendo credo non ci riuscirei dato lo shock, mi manca il fiato.

Il tizio inizia a pompare.
‘Madonna ma quanto cazzo sei stretta? Non ti chiava mai il tuo ragazzo eh? Ci penso io”
Conosco bene quella sensazione. Come so anche che il tizio non si fermerà.
Non so invece quanto dolore possa provare la mia fidanzata.
L’uomo pompa forte mentre Marta urla. Gli urla di smetterla. Piange.
‘Bastaahah’Ti prego”
Ma il tizio non si ferma, continua a spingere. Con forza.

Dopo qualche minuto, interminabile, le urla di Marta divengono come più sommesse.
Fino quasi a scomparire.
Reclina indietro la testa, sospirando. Le braccia penzolano ai lati del corpo, quasi inanimate.
Nel volto rigato da lacrime scorgo una cosa. La mia fidanzata si morde il labbro.

Io avverto una fitta, quasi mi mancasse il fiato.
La situazione è assurda. Mi accorgo di avere il cazzo durissimo.

Il corpo di Marta è squassato dalle spinte dell’uomo. Le sue tette sode, bianche, ballano sotto gli affondi del maschio.
Finchè l’uomo non le agguanta con le mani, palpandole generosamente.
‘Aaahh’ Esce in quel momento dalla bocca della mia fidanzata.
Mentre l’uomo continua a pomparla. E a spaccarla, con colpi meno veloci ma più lunghi.

Continua per altri interminabili minuti.
Il corpo di Marta è come inanimato solo le spinte del tizio, finchè riesco scorgerne un fremito.
‘Aaahhh, mmmhhh’ e una serie di lunghi sospiri.
E’ venuta. Incredibilmente, ma è cosi.

‘Te l’ho detto che ti sarebbe piaciuto puttanella”
E si abbassa su di lei, le bacia una guancia. Poi passa alla bocca.
Le infila la lingua in bocca. Lei incredibilmente non fa resistenza.

‘Io non sono venuto, adesso do il resto a questa tua bella fighetta’
E sghignazza in modo sguaiato.

Marta sembra come rincoglionita, l’orgasmo deve averla squassata. La situazione ancora di più.

L’uomo ricomincia a scoparla, questa volta lentamente.
Le infila l’uccello in profondità, poi esce e lo infila nuovamente.
‘Te lo faccio sentire tutto cagnetta, alla faccia del tuo ragazzo’

‘Mmmm, siiiii” mugola incredibilmente Marta.
Riprende di nuovo il ritmo, spinge con regolarità. Ed in profondità soprattutto.

‘Ahahah siiiii, non ho mai scopato una bella fichetta come te, aahhhh’
E si abbandona su di lei, scopandola a tutta forza di nuovo.
Le si avvicina, cerca di baciarla con la lingua.
Lei incredibilmente risponde, ormai totalmente partita.
Vedo distintamente le lingue che si cercano.

In qualche modo, non so come, riesco a liberarmi le mani e poi i piedi.
Mi tocco il cazzo, mi fa male tanto è duro.

Inebetito, in trans praticamente, mi avvicino a loro due.

‘Fra poco ho finito, stai buono. Dopo ti lascio di nuovo questa troietta’
‘Amore aahhh, cosa mi faahhh aaaahhh’ riesce a dire Marta.
Ma mi avvicino e le tappo la bocca infiladole il mio cazzo.

Il corpo di Marta è squassato da un secondo violentissimo orgasmo ‘aahh, mmmmmhhhh’
Ma non la faccio nemmeno urlare, le pompo il cazzo in bocca.
L’uomo in pochi istanti inizia a grugnire, esce e le sborra sulla pancia e le coscie.

Pochi istanti dopo tocca a me, le scarico tutto in gola senza farla quasi respirare.

Il tizio si riveste ed in pochi istanti è fuori senza dire una parola.

Passano dei minuti interminabili, nei quali non capiamo praticamente nulla.

‘Amore, non so cosa sia successo’
‘E’ successo che sei una puttana, semplicemente’
‘Cosa ne sarà di noi?’
‘Non lo so, adesso rimangiami il cazzo’

Marta si china, e ubbidisce.

Sono graditi commenti e suggerimenti
mmersluts@hotmail.it

FGB

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