Skip to main content
Trio

Una piccola vendetta

By 6 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments


Lo so che mi scruta, che mi esamina ogni volta che esco. Sento i suoi occhi che percorrono il mio corpo in cerca di segnali, qualcosa che gli possa rivelare i miei pensieri.

Ed anche se sono consapevole di ciò, non riesco a farne a meno.

Ogni volta che mi ritrovo coinvolta in un nuovo gioco, con un uomo che stuzzica la mia mente, non riesco a fermare l’istinto.

Ogni volta termino giurando a me stessa che quella &egrave stata l’ultima volta. Eppure torno sempre a tradirlo.
Adoro fare sesso con lui. In definitiva mi dà quello che voglio, ma non riesco a rinunciare all’adrenalina.

Quelle preziose scariche che ti colpiscono quando incontri una persona nuova, quando la scopri e ti fai scoprire. Incontri rubati al tempo, cercando di nascondere le corse precipitose, la biancheria che sa di sesso, di piacere.

‘Esci?’

‘Sì, non ricordi? Te l’avevo detto. Stasera c’&egrave la cena con i colleghi d’ufficio’ urlò dal bagno mentre terminava di truccarsi. Era stata dal parrucchiere dopo il lavoro ed i capelli erano piacevolmente soffici al tatto, i riflessi dorati guizzavano pieni di luce. Si guardò allo specchio un ultima volta, sorridendo soddisfatta.

‘No, non lo ricordavo. Ma com’&egrave che io non sono invitato?’ la voce era calma, tranquilla.

‘Perché l’ultima volta hai sbuffato da quando siamo usciti sino al nostro rientro. Credevo che non ne avessi voglia’ disse Silvia arrivando nello studio con le scarpe con i tacchi in una mano e la borsa nell’altra ‘Perché volevi venire?’

‘No. Ma almeno potevi chiedermelo!’

‘Vuoi venire?’

‘No!’

‘Visto. Che fai tu? Rimani al computer?’

‘Sì, devo finire una cosa.’ La guardò negli occhi ‘Spero che la tua serata sia più’..’

‘Più cosa?’ Conosceva quello sguardo. Sapeva che lui sapeva.

”più eccitante della mia’

Se lo avesse guardato troppo a lungo si sarebbe tradita. Distolse l’attenzione infilandosi una scarpa ‘Capirai! Una cena con quelli con cui lavori! Uno spasso!’

‘Già!’ sorrise lui ‘Buona serata allora’

‘Grazie! Ci vediamo dopo se sei ancora sveglio’

‘Non penso. Sono piuttosto stanco.’

– Bene. Pensò tra se mentre usciva dalla stanza accompagnata dal rumore dei tacchi sul pavimento di legno.

Quando rientrò il suo orologio segnava le 3.15. Un po’ tardi per una cena di lavoro. Era agitata, tolse le scarpe sul pianerottolo e maledì il rumore di quella vecchia serratura. Entrò in casa in punta di piedi come un ladro; appoggiò le scarpe e la borsa sul pavimento. Si sarebbe spogliata ed infilata sotto le coperte così? Sì, non &egrave il massimo, pensò; ma meglio che rischiare di svegliarlo facendo trambusto in bagno.
Si sarebbe magari alzata dopo con la scusa di non riuscire più a dormire. Adesso voleva solo verificare che suo marito dormisse tranquillo.

Si avvicinò alla camera da letto, ma vide che una luce era ancora accesa nello studio.

– Mannaggia! Speriamo se la sia solo dimenticata!

‘Bentornata! Ero in pensiero!’

‘Ehh’
– Su inventa! Trova qualcosa di plausibile! Una gomma a terra? No! Le cavallette? Nemmeno!

‘Mi sono fermata in macchina a chiacchierare con una collega ed ho perso il senso del tempo’

– Beh! &egrave quasi la verità! Si disse cercando di ignorare i sensi di colpa

‘Ah sììì?’ rispose l’uomo avvicinandosi a lei e costringendola contro il muro.

‘Cosa fai?’ chiese Silvia cercando con la mano di respingerlo. Lo aveva già notato. All’altezza dell’inguine un gonfiore indicava di certo che suo marito era eccitato. Non poteva lasciarlo fare. No, decisamente non era il caso. ‘Dai! Sono stanca morta. E domani devo andare al lavoro. Mi faccio una doccia e vado a letto’

‘Non credo.’

‘Ma che ti prende stasera?’

‘E’ tutta le sera che non faccio che pensare a te’

‘Beh! Mi fa piacere. Ma non possiamo rimandare a domani?’ disse cercando di divincolarsi.

Lui si schiacciò contro di lei e la dominava con la sua statura. ‘No’ rispose tranquillamente, prendendole una mano e dirigendola sul suo membro duro, imprigionato sotto la tuta ‘voglio scoparti’

Silvia pensò velocemente e come qualsiasi altra donna, in una situazione di pericolo, scelse il male minore ed immediatamente si trasformò.

‘Perché invece non me lo lasci succhiare un po’.’

Lui la guardò negli occhi; stava prevedendo il suo semplice piano.

Silvia sapeva che se ci avesse messo abbastanza impegno lo avrebbe fatto venire con la bocca. Lì, senza nemmeno svestirsi.

‘Mhh’sì ‘ti prego’voglio sentire come mi vieni in bocca o sulla faccia!’

Aveva il potere di modificare il suo sguardo, la sua voce in pochi istanti e passare da disinteressata a sensuale all’occorrenza. Ma questa era una dote di molte donne, specie quando hanno qualcosa da nascondere o da ottenere.

Silvia s’inginocchiò ai piedi del marito, gli abbassò e sfilò la tuta. Prese a leccare il suo cazzo, partendo dai testicoli.
Aveva fretta di andare a lavarsi ed era stanca, ma quando sentì la durezza di quel membro tra le labbra dimenticò ogni cosa. Le piaceva. Le piaceva veramente. Giocò con la punta della lingua, accarezzando lentamente il frenulo e lo succhiò delicatamente. Teneva volontariamente le labbra morbide per seguire la forma di quel membro duro, trasformando il tutto in una leggera carezza. Lei amava quel crescendo di sensazioni. Non ci si buttava sopra freneticamente. Le piaceva gustarlo prima di iniziare a succhiarlo. Anche suo maritò percepì il cambiamento repentino. Sentiva il piacere di sua moglie quando poteva dedicarsi a quella pratica. Se glielo avesse permesso avrebbe continuato sino a farlo impazzire.

‘Sììì’.come lo succhi bene!’ Si stava lasciando andare. Impossibile evitarlo con una bocca che ti massaggia il cazzo con tanto amore. Sentì le gambe percorse da una scossa pericolosa e staccò, pur malvolentieri, quelle morbide labbra dal suo pene.

Detestava quando non riusciva a mantenere il controllo.

Afferrò la moglie per le braccia e la spinse di nuovo contro il muro, rendendole difficile ogni movimento.
La sua mano scese sino al ginocchio di lei e risalì lentamente, facendo alzare anche la gonna.

Negli occhi di sua moglie lesse la paura. Le pupille si dilatarono ed il respiro rimase intrappolato nei polmoni.

Aveva paura. Salì sino ad incontrare l’elastico delle calze ‘E’da quando vai ad una cena tra colleghi con le autoreggenti?’

‘So’.sono comode’ogni tanto le indosso ‘così per comodità’ la voce era leggermente più acuta del solito, le lettere uscivano spezzate e confuse dalle sue labbra, mentre la mano risaliva lenta tra le sue gambe.

Quando raggiunse il pube liscio, privo di peli, la mano si fermò. Suo marito si avvicinò così tanto a lei che poteva sentire il suo respiro sulle guance. Gli occhi fermi in quelli di lei. ‘E da quando non porti le mutandine? Ad una cena tra colleghi!’

Silvia non sapeva cosa rispondere. Tacque aspettando le mosse successive, prevedendo il peggio che ancora doveva arrivare. Con una mossa del piede, suo marito le spostò bruscamente la gamba costringendola ad aprirla maggiormente.

Le infilò una mano in mezzo alle cosce, ed aprendole le labbra morbide ed umide della vagina ‘Sei bagnata come una puttana da strada’

‘Mi sono eccitata prendendotelo in bocca’ la frase risultò così falsa che nemmeno lei poteva crederci.

Suo marito la sollevò di peso e la fece sedere sul bordo del tavolo del soggiorno.
La gonna risalì malamente sui fianchi mentre lui le divaricava le gambe.

Non cercò nemmeno di farla sdraiare sul tavolo. Guidandolo con la mano, le infilò dentro il suo cazzo in un solo colpo, andando a colpire con forza il collo dell’utero e strappandole un grido di dolore.

‘No! Troia! Non puoi essere bagnata così solo per un pompino. Ti sei fatta sbattere da qualcuno vero?! Dimmelo!’

‘No! Non &egrave vero!’ rispose Silvia con stizza cercando di scendere dal tavolo.

‘Rimani ferma!’ le disse mentre la sua mano la respingeva contro il tavolo

‘Cazzo! Silvia! Sei un lago! Dillo che il mio cazzo sguazza nel seme di un altro! Dillo!’

Mentre suo marito urlava di rabbia, Silvia sentiva i suoi colpi forti e decisi che la spingevano sul tavolo I suoi umori e quelli dell’uomo con cui era appena stata bagnavano il membro che li portava trascinava verso l’esterno della sua vagina che doveva essere completamente cosparsa di quel liquido bianco.

‘Sìììì’ il gemito di piacere che le usci dalle labbra, venne interpretato dall’uomo come un’ammissione.

‘Troia! Allora &egrave vero! Ti sei fatta riempire da un altro! Lo sentivo! Lo sapevo! E’ tutta la sera che ci penso e mi sono masturbato al pensiero di te che ti facevi sbattere’

Era successo solo qualche minuto prima, in macchina, sotto casa sua. Lui, il suo amante, aveva abbassato il sedile, l’aveva fatta mettere alla pecorina e l’aveva scopata così, venendole dentro mentre lei si accasciava stremata da un forte orgasmo.

‘Sei così calda e bagnata! Dio mi fai impazzire’

Silvia era incredula. A suo marito piaceva! A lui piaceva sapere che era appena stata con un altro uomo.

La scopava con una tale foga; una forza ed una rabbia che non aveva mai visto. Non voleva farla godere, non desiderava farla venire. Il suo era uno sfogo di rabbia ed eccitazione. Una miscela pericolosa.

‘Dove l’avete fatto? In un motel? A casa sua?’

Silvia non aveva nemmeno il coraggio di negare. Chiuse gli occhi. Subiva i suoi colpi, ansimando di piacere. ‘In macchina’ sussurrò piano quasi stesse parlando con se stessa.

‘In macchina! Come una puttana da strada! Avresti anche dovuto farti pagare!’

Silvia si accorse che invece di essere amareggiata per quella rabbia, per essere scopata in quel modo, così selvaggio e forte, scoprì che sentirlo così le piaceva enormemente. Avrebbe voluto urlarglielo, ma temeva una sua reazione.
Si limitò a stringere il labbro inferiore tra i denti per nascondere quanto le piacesse quel modo di prenderla.

‘Non lo vedrai più! Dimmelo! Dimmi che non lo vedrai più!’ urlò l’uomo mentre i suoi colpi si facevano meno convinti, quasi avesse terminato la razione di ira. Adesso entrava ed usciva piano e la guardava quasi triste.

‘Va bene!’ rispose Silvia girando la testa di lato per far scendere una lacrima.

‘Giuramelo!’

‘Te lo giuro!’

L’uomo estrasse il membro dalla vagina; Rimase a guardare per un istante gli umori caldi che uscirono dalle labbra dilatate della sua donna, colando sulle cosce e sul tavolo. Se era venuto lei non se ne accorse; era troppo bagnata, troppo aperta per percepirlo.

‘Non &egrave finita qui, comunque!’ disse l’uomo uscendo dal soggiorno e lasciandola lì, distesa sul tavolo, con le gambe aperte a piangere di se stessa.

I giorni successivi trascorsero in una tranquillità opprimente. Tutto troppo normale. Suo marito non proferì parola circa l’accaduto e lei assunse l’atteggiamento accondiscendente del cagnolino bastonato che si doveva far perdonare di aver distrutto la poltrona preferita del padrone.
Evitata il suo sguardo e le sue risposte erano quasi sempre sussurrate.
Decise veramente di non incontrare più il suo amante e glielo comunicò per telefono, ribadendo che il gioco era diventato troppo pericoloso.

Un mese dopo. Sabato pomeriggio.
Un sabato come altri. Pulizie della casa, spesa e poi finalmente un bagno rilassante.

Suo marito entrò in bagno mentre lei era completamente immersa nell’acqua calda e profumata.

Per un attimo si vergognò. Il suo corpo era reso invisibile dalla schiuma, ma provò comunque un senso di disagio, quasi che fossero diventati un po’ più estranei dopo quello che era successo.

Durante tutto quel mese lei non osò nemmeno avvicinarsi a lui; a dire il vero non sapeva come comportarsi. Temeva di ricevere un rifiuto duro e doloroso e così semplicemente aspettava che fosse lui a fare qualcosa.

L’uomo si sedette sul bordo della vasca, giocando con la schiuma in superficie. La spostava per creare zone limpide d’acqua che portavano in superficie squarci del corpo snello di Silvia.

‘Faresti una cosa per me?’ chiese mentre una mano scendeva oltre la superficie schiumosa ed le afferrava dolcemente un seno.

‘Sì, certo? Dimmi.’

‘Ti depileresti?’

‘Come vuoi’. Silvia pensò che tutto sommato era un buon segno. Sapeva che dopo il bagno avrebbero fatto sesso. Lui la voleva.

‘Ti aspetto in camera, allora’

‘Non vuoi aiutarmi?’

‘No. Fai da sola’

Aveva un presentimento. Non sapeva nemmeno lei cosa fosse di preciso. Di certo lui si comportava in modo strano. Questo era meglio dell’indifferenza totale dimostrata nei giorni scorsi, ma sentiva una nota stonata che la preoccupava.

Si depilò con cura e si cosparse il corpo con una crema profumata dai toni amari. Non si mise nulla addosso. Attraversò il corridoio nuda, in punta di piedi.

Quando entrò in camera da letto si meravigliò di non trovare suo marito nudo sotto le lenzuola. Indossava ancora la tuta ed aveva un pacchetto grigio tra le mani.

‘Per te!’

Silvia si avvicinò guardinga, silenziosa, flessuosa come un gatto. Scartò il pacchetto ed estrasse un paio di autoreggenti con un bel pizzo in prossimità dell’elastico, evidenziato da una sottile striscia di seta rossa.

‘Bianche?’

‘Sì, voglio vedere come ti stanno’

Si sedette sul bordo del letto, svolgendo piano le sottili calze sulle gambe. Lo fece lentamente, senza mai dirigere lo sguardo verso suo marito.

‘Alzati’

Lui rimase seduto. Lei di fronte; il seno in prossimità della sua bocca. Le mani percorsero la schiena e si fermarono sui glutei, quasi a saggiarne la consistenza.

‘Sei bellissima!’ disse alzandosi e prendendola in braccio come se lei non avesse peso. Lui era alto, forte. Difficile per lei resistergli quando lo aveva incontrato la prima volta.
La stese sul letto.
Nelle sue mani comparve un flacone. Non l’aveva mai visto.

‘Girati’
I muscoli si contrassero quando le prime gocce fredde si infransero sulla sua pelle calda.
Sentì subito le sue mani calde e morbide percorre tutta la schiena, scivolando su di essa con facilità.

– Olio per massaggi. Pensò
– Un lieve profumo di cannella.
– Sembra un po’ troppo unto però

Le dita si insinuarono anche tra il solco pronunciato delle natiche, andando a lubrificare l’ano. Il massaggio proseguì sino ai piedi.

Un massaggio lento, delizioso.

‘Girati’

Versò qualche goccia trasparente tra i seni e li accarezzò dolcemente. Scese sino al ventre piatto.

Fece cadere qualche goccia di olio sul monte di venere che, completamente depilato, non le trattenne, lasciandole proseguire tra le labbra della vagina.

Lui l’accarezzò piano, godendo di quella pelle così liscia, delicata.

Il suo tocco ebbe l’effetto di farla eccitare. ‘Mhhhh’.’

Sospirò, allargando leggermente le gambe. In invito a prenderla.
Lo osservò mentre le legava i polsi alla spalliera del letto e le caviglie all’altra estremità.
Non si oppose.

A volte preferiva così. Quando lui le ordinava di non muoversi, per lei era una tortura maggiore. Non riusciva a star ferma senza toccarlo, senza seguire il suo ritmo. Le corde le facilitavano il compito.

Le fece indossare anche la mascherina nera che le aveva comprato per giocare con i suoi senti e così lei poteva contare ora solo sul tatto e sull’udito per capire cosa le accadeva intorno.

Quel massaggio così sensuale su tutto il corpo. Le sue forti mani che scivolavano sui suoi seni, sulle labbra della vagina aprendole per farle sentire le dita che si soffermavano in prossimità dell’entrata morbida della sua intimità. Passavano sopra al clitoride senza mai fermarsi più del dovuto e Silvia invece lo desiderava così tanto. Era una sensazione quasi dolorosa. Mentalmente pregava di essere toccata, penetrata, posseduta da quelle mani.
E lui era così bravo a creare l’aspettativa che non riusciva mai a terminare un rapporto senza avergli detto almeno una volta ‘Ti prego’

Molti uomini, il suo amante incluso, non hanno coscienza di cosa possono fare con le mani, quanto piacere possono dare e far sospirare ad una donna.

Quando smise di toccarla Silvia cominciò a soffrire per la mancanza di quel tocco. Eppure erano trascorsi solo pochi secondi.
Rimase lì, con le gambe oscenamente aperte.
Così eccitata che sentiva i suoi umori scivolare lentamente fuori e bagnarle il buchetto sottostante. Troppo bagnata. Troppo dilatata. Il clitoride che pulsava gonfio di eccitazione. Le sarebbe bastato girarsi a pancia in giù che sarebbe venuta anche senza toccarsi.

Sentì diversi rumori in camera, in soggiorno. I passi rimbombavano da una stanza all’altra.

Quando lo sentì rientrare era contenta ‘Tesoro?’..Ciao amore! Sì sono a casa’

– Con chi sta parlando?
– E’ al cellulare? o no?

‘No’non sono solo. Silvia &egrave in casa’

‘Mah!? Con chi stai parlando? Mi vuoi prendere in giro, vero?’

Lo sentì avvicinarsi e sedersi sul letto.

‘Pronto?’ era una voce chiaramente femminile. Suo marito aveva avvicinato il cellulare al suo orecchio.

‘Chi parla?! Chi sei!?!’

‘Io’io’mi chiamo Laura’

‘Maledizione! Vuoi spiegarmi cosa succede’ disse cercando di alzarsi dal letto. Tutta l’eccitazione era scomparsa in un istante

‘Ti ho appena presentato Laura, la mia amante’ le sussurrò all’orecchio ‘adesso vado a casa sua e me la scopo’

‘Slegami! Non mi piacciono questi scherzi!’

‘Si’Laura. Arrivo tra circa dieci minuti! Ah! Tesoro, depilati per me!’ disse l’uomo mentre usciva dalla stanza, incurante delle suppliche di Silvia.

‘Non puoi farmi questo! Sei una gran bastardo!’ la voce si fece più alta, disperata ‘Slegami!!!!’

Quando sentì la chiave girare nella serratura della porta d’entrata capì che suo marito se ne era andato veramente.

– No, non &egrave possibile. Mi ha fatto uno scherzo, ma adesso torna.
– Vuole solo farmela pagare, ma &egrave solo una montatura.
– Non posso credere che abbia un’amante e per giunta mi ha lasciata qui bendata e legata!!
– Che faccio ora? Non posso mica mettermi ad urlare!
Cercò di calcolare il tempo. Ha detto dieci minuti. Quindi &egrave qui vicino. Magari la conosco. Laura’.mmmm’..non mi sembra.
– Ma chi se ne frega se la conosco o no!! Mio marito si sta scopando un’altra donna ed io non posso farci niente!

I suoi pensieri andarono al suo amante. Il desiderio provato con lui, l’adrenalina, passione pura. Non riusciva a sopportare il pensiero che suo marito stesse provando le stesse emozioni; NO! Non con un’altra che non fosse lei!

Eppure anche lei l’aveva fatto. Immaginò il corpo di suo marito, nudo, sopra quella donna che, con le gambe aperte, lo accoglieva dentro di lei. Poteva vedere il suo corpo, i movimenti, i colpi che le infliggeva, il suo membro entrare ed uscire lucido di umori. Poteva sentire la passione di quel momento.
Probabilmente l’aveva legata in quella stessa posizione.

Immaginava suo marito mentre scopava un’altra donna. La sua voce: ‘Sììì’godi!!’.dai ‘voglio sentirti venire’

Quelle parole che, questa volta, erano per un’altra donna. La scena che la sua mente produceva, immaginarlo con la sua amante, la eccitava. Era un miscuglio di emozioni: sofferenza ed eccitazione. Sapere che un’altra donna lo desiderava, che prendeva in bocca il suo membro duro e lo pregava di scoparla.

Avrebbe voluto toccarsi, masturbarsi, per far calare quella terribile tensione erotica. Se l’avesse legata a pancia in giù avrebbe potuto raggiungere l’orgasmo facilmente.

Trascorse molto tempo a pensare a tutta quella situazione assurda; pianse e poi si addormentò.

Venne svegliata da rumori nella stanza.

‘Slegami subito!’

Lo sentiva aggirarsi nella stanza. Era furiosa.

‘Mi hai sentito! Slegami. Non ho più voglia di giocare! Spero sia stata una scopata piacevole!’

‘Pensi ancora sia un gioco? Dovevi pensarci prima. Prima di andare in giro a farti scopare!’

‘Tesoro?! Ti prego slegami! Mi fanno male le braccia! Ed ho freddo! Ho capito. So che volevi farmi capire cosa hai provato. Ti assicuro che non accadrà più!’ il tono supplichevole avrebbe dovuto funzionare, ma nessuno venne a slegarla.

Dai rumori che arrivavano a lei, sembrava che lui si stesse spogliando. In silenzio.

‘Sei davvero bella!’

‘Mi sleghi?! Ti prego?’

‘Non ancora’ disse accarezzandole le gambe fasciate dal collant bianco.

Sentì le mani scivolare sulla pelle, che doveva ancora risultare lucida, e la carezza era quasi diventata bramosa.

– Possibile che abbia ancora voglia? Allora forse era tutta una finta. E’ solo andato da qualche parte lasciandomi credere di avere un’amante.

Seguì sulla pelle quella mano. Mano che sfiorò il monte di venere e si diresse verso il seno, prendendolo nelle mani e stringendolo piano. Strinse la vita e la sollevò andando ad accarezzare le natiche.
Qualcosa non andava. Lo sentiva. Sentiva chiaramente una sensazione strana e poco piacevole.
Sembrava sin troppo desideroso di averla.

– Un atteggiamento strano per uno che &egrave appena stato con un’altra donna. Pensò Silvia, ancora poco convinta di quello che era accaduto.

La mano scivolò tra le sue gambe aperte.
La sentiva scorrere sulla pelle liscia, le dita s’intrufolavano piano tra le labbra sino all’entrata della vagina. La sfioravano e si spostavano più in basso a stimolare l’altro buchetto. Lo allargarono leggermente e ritornarono ad occuparsi del suo clitoride.

Silvia rimase immobile, quasi trattenendo il respiro. Immaginò l’altra donna mentre riceveva le stesse attenzioni. Vide un corpo che accompagnava quei gesti con gemiti di piacere. Un’altra donna che gemeva sotto il tocco abile di suo marito.

Immaginare il suo desiderio per lui la fece ansimare. La prima contrazione le fece capire che si stava eccitando al pensiero, mentre quelle mani ripetevano gli stessi gesti che, probabilmente, avevano percorso qualche ora prima sul corpo di un’altra donna. Gelosia, eccitazione, pensieri che si mescolavano creando confusione.

Sentì le labbra aprirsi maggiormente sotto l’invito di quelle dita che stavano per entrare dentro di lei. La mano si fermò, quasi aspettando un consenso, o forse un suo invito esplicito.

‘Sìì’ aprimi! Non farmi aspettare. Ti voglio’ Aveva voglia di sentire quelle dita frugare la sua intimità.

Ma l’uomo si posizionò sopra di lei e le fece sentire la durezza del suo membro contro il pube depilato. Lo fece scorrere avanti ed indietro più volte sulla pelle resa maggiormente liscia e morbida dall’olio.

Si staccò dal suo corpo andando ad appoggiare la punta del membro proprio in corrispondenza dell’entrata della vagina, aperta, scivolosa e completamente a sua disposizione.
Lo spinse piano dentro e lei cominciò a godere pienamente.

‘E’ così che l’hai scopata?’

‘Dimmelo! Voglio che mi racconti cosa le hai fatto!’

Le due scene si alternavano nella sua mente. Il cazzo che la stava penetrando e l’amante di suo marito che lo riceveva nello stesso modo, aprendosi, gemendo.
Lo sentì entrare piano, delicatamente. Quando tutto si sentì completamente riempita, lo avvolse con la sua morbida carne e cominciò a contrarre volontariamente le pareti per stringerlo in lei maggiormente.
Lui completamente fermo dentro di lei.

Aumentando la forza delle contrazioni iniziò a muovere piano il bacino. Il movimento era precluso dalla posizione e dalle corde che la tenevano saldamente ancorata al letto.

Lo sentì gemere piano, quasi a voler trattenere i gemiti.

Non parlava.

Eppure qualcosa non andava. Silvia pensò che un mese senza aver rapporti con lui doveva averle modificato le percezioni.

Iniziò a muoversi piano sopra di lei, facendolo uscire completamente ed andando poi ad affondare nella sua vagina aperta, sino in fondo. Ogni volta che lei lo riceveva di nuovo aveva l’impressione che non esistesse niente di così piacevole come quel momento.
Il ritmo dell’uomo accelerò gradualmente sino a scoparla con forza.

‘Sìììì’.sino in fondo! Scopami! Ti prego!’

I suoi gemiti divennero urli soffocati.
Senza che l’uomo smettesse di scoparla, la mascherina le venne tolta.

Improvvisamente ebbe l’impressione che tutta l’aria della stanza venisse improvvisamente risucchiata verso l’esterno.
Capì cosa significa l’espressione: Il tempo si era fermato in quella stanza.
Rimase paralizzata e scioccata da quello che vide.
Sentì lo stomaco contrarsi.

Sopra di lei, a scoparla, non c’era suo marito.
C’era un uomo che non aveva mai visto.
Una punizione troppo grande anche per lei.

‘Che cosa significa?!!’ chiese, mentre vide suo marito che andava a sedersi sulla poltrona sull’altro lato della stanza.

L’uomo sopra di lei si era fermato.

‘Ma sei impazzito!?’ rivolgendosi al marito ‘E chi cazzo &egrave questo qui??!!’

Lo guardò fisso negli occhi scurissimi ‘Togliti immediatamente!’

L’uomo lo interrogò con lo sguardo.
Suo marito mosse la testa a destra e sinistra.
‘Non lo farà. Ha pagato per scoparti’

Silvia non sapeva cosa provava. Si sentiva usata. Quell’uomo tranquillamente seduto sulla poltrona era davvero suo marito? Stentava a crederci.

Guardò suo marito con odio. E l’uomo sopra di lui con disprezzo.

‘Sei un gran figlio di puttana!’ sfidò il compagno della sua vita con occhi seri. Lui ricambiò con un sorriso compiaciuto.

‘Andiamo d’accordo allora, dato che tu sei una puttana!’

Fissò per qualche secondo ancora i suoi profondi occhi verdi, prima di rivolgersi all’uomo sopra di lei.

‘Slegami!’

Lui si girò di nuovo in direzione della poltrona dove era accomodato il marito.

‘Guardami!’ gridò verso l’uomo sopra di lei, per catturarne l’attenzione.

‘Ti ho detto di slegarmi!’

L’uomo tornò a guardare il marito per avere una conferma e lui allargò le braccia come per dire ‘Fai come preferisci’

Si staccò da lei e la slegò, aspettandosi di vederla scendere dal letto ed andarsene.

Silvia rimase immobile sul letto, quasi che non avesse percepito la mancanza delle corde.

Si sollevò e guardò il suo compagno con uno sguardo severo. Lui così freddo davanti a quella scena. Ma lo era davvero? Gli era davvero così indifferente?

Avevano messo una poltrona in un angolo della camera da letto, ma non veniva mai utilizzata. Lui era seduto lì; indossava jeans ed una maglietta scura. Le gambe accavallate ed i gomiti poggiati sui braccioli.
Le mani incrociate sotto il mento.
Silenzioso. Aspettava.

La guardava impietoso negli occhi. La scena sembrava surreale. Una sfida di sguardi ed un uomo nudo seduto sul letto con un erezione che stava calando visibilmente.

Silvia si aspettava che da un momento all’altro suo marito interrompesse il gioco, facendole vedere che se voleva poteva impartirle dure lezioni.

‘Allora ti piace mia moglie?’

‘Sì, molto. Stavo per venire prima. Riesce a contrarsi così tanto dentro che &egrave impossibile resisterle’ disse l’uomo che evidentemente al pensiero di quello che aveva appena provato tornò ad eccitarsi. Il membro stava riprendendo la sua durezza.

‘Lo so. Scopala!’

Silvia lo guardò con rabbia. Era decisa ad andarsene, ma non voleva dargliela vinta.

‘E’ questo quello che vuoi? Lo vuoi veramente? Dimmi!’

Silvia fece girare e posizionare l’uomo a pancia in su. Voleva guardare bene in faccia il marito. Voleva i suoi occhi. Voleva vedere se era in grado di reggere il suo sguardo.

‘Se &egrave davvero questo che vuoi, allora guarda come tua moglie si scopa un altro uomo. E’ questo che vuoi? Vuoi vedere quanto posso essere troia?’

Quegli occhi verdi non si staccarono mai dai suoi mentre si calava lentamente sul quel cazzo duro. Scese piano sino prenderlo tutto dentro di se.

Chiuse gli occhi solo un istante quando si sentì completamente riempita.

Cominciò a salire e scendere lungo quell’asta dura.

‘Sìììì ‘.ti piace guardare come lo prendo?! Mhhh’com’&egrave duro! Lo sento così bene!’ Anche in quei movimenti Silvia amava non accelerare le sensazioni. Le piaceva gustarsi i primi momenti, sapendo che avrebbe poi accelerato il ritmo.

‘Sììì troia! Muoviti!’ la incitò l’uomo sotto di lei.

Le piaceva prenderlo sino in fondo e poi farlo quasi uscire totalmente per poi calarsi ad inghiottirlo di nuovo. Andare a stuzzicare con le pareti interne della vagina solo la punta per farsi desiderare maggiormente. Le piaceva giocare con le sensazioni che riusciva a produrre.

Era eccitata. Così tanto bagnata che stava per perdere la sensibilità che le serviva per venire. Godere davanti a suo marito, mentre quell’uomo cercava di alzare il bacino per contrastare i suoi movimenti, per spingerglielo dentro sempre di più; era un emozione troppo forte.

Chiuse gli occhi.

Inarcò la schiena ed iniziò a muoversi piano. Voleva arrivare all’orgasmo.

‘Ferma!’

Silvia si fermò ed aprì gli occhi.
Suo marito si era alzato dalla poltrona e veniva verso di lei ‘Non ti permetterò di venire così. Quando vuoi tu!’

Lui lo sapeva. Sapeva che lei poteva venire quando lo decideva, senza che l’uomo sotto di lei facesse niente. Non c’era nemmeno bisogno che lui la toccasse o le stimolasse il clitoride.
Lei decideva di venire e così faceva.

Lui la conosceva troppo bene. Sapeva vedere quei piccoli gesti che preludevano il suo piacere. E quando li percepiva li usava contro di lei per prolungare il piacere.

Si sbottonò i jeans ‘Succhialo!’

Silvia gli sorrise. Quante volte aveva immaginato questa scena? e gliela aveva descritta a letto.

Si sporse in avanti.
Prese in bocca il cazzo di suo marito, cercando di gustarne la durezza con le labbra.

Silvia cercò di concentrarsi sul quel cazzo. Non era facile come poteva sembrare. Il movimento dell’uomo sotto di lei le imponeva un ritmo diverso da quello che avrebbe voluto mantenere, ma si adattò immediatamente.

Quando sentiva il membro dell’uomo entrare in lei, aprirla completamente, si spostava in avanti, andando a prendere in bocca tutto il cazzo di suo marito.

‘Ti riempio la gola di sperma se continui così’ le disse suo marito, afferrandole la testa e tirandola maggiormente verso di lui.

Silvia si rese conto che non voleva farlo venire, ma non aveva il controllo della situazione. Per la prima volta qualcun altro controllava il suo corpo. Sotto di lei l’uomo la stava scopando e suo marito le riempiva la bocca, sino ad arrivare in gola con il suo membro durissimo.

L’uomo sotto di lei continuava ad approfittare della posizione per muoversi a suo piacimento, spingendo dentro e fuori il suo membro. Scivolava facilmente e Silvia gemeva di piacere mentre il cazzo di suo marito era completamente ricoperto di saliva. La scena era terribilmente eccitante. I suoi gemiti erano soffocati, ma suo marito si accorse dal fremito del suo corpo quanto la situazione le piaceva.

‘Sai cosa ti faccio adesso, vero?’ le disse prendendola per i capelli ed allontanando la testa dal suo cazzo.

‘Sì’

‘Sì..cosa? Dimmi’cosa ti faccio ora?’

‘Me lo metti dietro’

‘Volevi sapere cosa si prova ad essere riempita da due uomini? Adesso te lo faccio provare’
Sì quello era un suo desiderio. Una sua fantasia che lui conosceva molto bene.

‘Sei proprio un gran troia, lo sai?’ disse l’uomo sotto di lei afferrandola per la testa e guidandola verso la sua bocca per baciarla.

Suo marito si spogliò e salì sul letto posizionandosi dietro di lei.
Sapere cosa avrebbe provato fece perdere il controllo a Silvia che iniziò a muoversi più velocemente lungo quell’asta dura, andando a prenderlo sempre di più per sentirlo sbattere sul collo dell’utero, per sentirsi completamente riempita.

‘Se continui così mi fai venire!’

Silvia non diminuì il ritmo e si dimenticò che ci fosse anche il marito. Aveva voglia di sentirlo godere. Di prenderlo sino a sentire il suo seme caldo riempirla.

Saliva e scendeva rapidamente su di lui godendo dei suoi gemiti animaleschi.
‘Sì’sì’sto per venire! Fammi uscire’ti prego’sto per venire!’

Silvia alzò gli occhi verso il marito sorridendo, poi li chiuse e si gustò la sensazione di quel cazzo che si contraeva e le riempiva il ventre.

Quando gli spasmi dell’uomo cessarono, lei lo sfilò e rimase a quattro zampe sopra di lui.

‘Scopami!’ disse al marito dietro di lei.

Il fatto che il marito la scopasse in quel momento, quando aveva dentro di se il seme caldo di un uomo che aveva appena goduto per lei, divenne così eccitante che non aveva mai pensato di poter sentire una tale emozione.

Lo sentì entrare velocemente dentro di lei.
Aveva perso un po’ di sensibilità. Era davvero troppo bagnata ed eccitata. Ma la mente in quel caso aveva un potere eccitante superiore agli stimoli che riceveva dal corpo.

‘Sei bagnata! Aperta! Stupendamente calda! Vederti riempire da un altro uomo &egrave così maledettamente eccitante!’

Suo marito iniziò a scoparla piano, mentre parlava delle sensazioni che sentiva.
C’erano alcune volte in cui la sua erezione era maggiore. Lei lo sentiva. Sentiva che andava a toccare dolorosamente sul fondo. Quella era una di quelle volte.

Lui lo sentiva e gli piaceva. Aumentò il ritmo, afferrandola per la vita e spingendoglielo dentro tutto quando la trascinava verso di se.

‘mhhh’sììì’.voglio vedere come glielo succhi! Avanti! Succhiaglielo mentre ti scopo’

L’uomo si posizionò davanti a lei. Il suo membro era già tornato duro.

Lei aprì la bocca che venne invasa immediatamente. La testa tenuta ferma da due mani ed un cazzo che entrava ed usciva con un ritmo a cui lei non poteva partecipare.

Suo marito continuava a scoparla con foga ‘Sei bellissima con due cazzi!’

Estrasse il suo membro e lo posizionò all’entrata del suo culo, mentre la sua bocca veniva oscenamente scopata dall’uomo di fronte a lei.

Non la fece dilatare lentamente. Non usò le maniere dolci.

Quando fu entrato completamente in lei, si fermò.
Stava per venire ed il suo compagno lo intuì.
Il marito sentì chiaramente le sue contrazioni. I muscoli del retto si contraevano per l’orgasmo che stava per travolgere sua moglie. Non c’era bisogno nemmeno che parlasse.

Silvia lo sentì’lo senti venire nel suo retto appena prima di lasciarsi andare a quel fortissimo orgasmo che le rimase imprigionato in gola; troppo forte per essere urlato.
Il gemito divenne un singhiozzo mentre il corpo era percorso da spasmi quasi dolorosi da quanto intensi.
Sì accasciò stremata mentre suo marito le dava ancora piccoli colpi facendo uscire tutto il suo sperma dentro di lei.

Un sensazione magnifica!

Il mio sito
www.nightwings.iomilu.org

Leave a Reply