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Trio

Una visita… inattesa!

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

– Questo racconto è un’ideale continuazione del mio ‘Due angeli nel cielo sopra Manhattan’. Non sarei più ritornato su quell’argomento, peraltro assai triste, se non avessi ricevuto tante e-mail dai toni entusiastici di lettori che hanno molto gradito quel racconto. Così, mi sono ‘calato’ in prima persona in questa storia vagamente ‘pirandelliana’ nella quale, mio malgrado, cerco di fare gli onori di casa a due visitatori ‘ ‘inattesi’!

Dedico questo racconto, naturalmente, a tutti i lettori che scrivendomi mi incoraggiano ogni giorno a proseguire e, ancora, al ‘dottor’ Rupescissa, per la sua illimitata pazienza!

Infine, lo dedico soprattutto a ‘mapi’, della quale ho perduto purtroppo l’indirizzo” –

Shining

Lo scrittore baciò velocemente sul collo la sua donna e sollevò lo schermo del piccolo portatile. Se ne rammaricava, certo, ma se nella vita esistono delle priorità, sapeva che in quel momento l’amore poteva attendere.

Lei capì che lui non l’avrebbe seguita subito, così scelse un romanzo giallo dalla grande libreria e si avviò senza il suo uomo verso la camera da letto.

‘D’accordo signor Shining’ ‘ si rivolse a lui in tono canzonatorio ‘ ‘sappi però che se quando arrivi sto già dormendo, allora la mia fica per stanotte te la scordi!’, e scomparve nella stanza sulla destra. Lui sorrise senza risponderle e sentì subito il cazzo premere contro i suoi pantaloni.

‘Non appena finisco, vedi se non te la rifaccio nuova quella fica!’, pensò tra sé fingendosi particolarmente dispiaciuto.

La priorità a cui Shining si sarebbe dedicato quella notte riguardava il suo ultimo racconto erotico, ‘Cuori dispersi’, quasi terminato, ma ancora da definire prima di essere inviato all’enigmatico Rupescissa, il curatore di un famoso sito web per adulti. Così, lo scrittore sensitivo cliccò sull’icona che attivava il collegamento in rete ed attese impaziente i secondi necessari. Nell’attesa, il suo sguardo cadde nella parte in basso allo schermo, sul timer digitale sopra la barra degli strumenti: le 00. 03, era già passata la mezzanotte e non se n’era neppure accorto! A dire il vero, il sonno aveva già cominciato a farsi sentire da un pezzo, ma Shining sapeva che non doveva cedere.

Lo scrittore digitò la password segreta e subito la sua casella di posta elettronica cominciò a rivelare i messaggi di quel giorno, per lo più spot pubblicitari di nessun interesse, che egli eliminò senza pensarci su un attimo. Quindi, preparò il messaggio per Rupescissa, in cui lo informava che a breve gli avrebbe spedito in allegato il suo ultimo racconto, ‘Cuori dispersi’, appunto.

Il messaggio per il ‘dottor’ Rupescissa era appena partito che, sullo schermo, il piccolo maggiordomo virtuale comunicò inaspettatamente l’arrivo di nuova posta.

‘Chissà chi scrive a quest’ora’, pensò tra sé Shining, e si preparò a leggere il messaggio. Fu grande la sua sorpresa quando, dando un’occhiata all’oggetto vi lesse: ‘Espresso da Manhattan’, ma rimase letteralmente senza parole quando, aperta la posta, vi trovò scritto: ‘Facci entrare, siamo davanti la porta di casa tua’!

Qualcuno si stava prendendo gioco di lui, non c’era altra spiegazione. Qualcuno che aveva letto il suo racconto ispirato alla tragedia di Manhattan e che adesso, con dubbio gusto, si divertiva a ‘giocare’ con lui. Shining eliminò velocemente quel messaggio e si preparò ad ultimare il suo ultimo racconto quando, all’improvviso, sentì battere col pugno sulla porta di casa sua. Quel rumore, a quell’ora della notte, gli gelò il sangue nelle vene.

Lo scrittore rivolse istintivamente lo sguardo verso l’uscio di casa, e fu allora che, come sempre gli capitava quando avvertiva delle ‘presenze’, una forza misteriosa si impadronì della sua volontà e lo condusse senza esitazione verso la porta. Non poteva opporsi, lo sentiva, quella forza misteriosa lo avrebbe costretto suo malgrado ad aprire la porta. Si augurò, allora, per il suo bene e per il bene della sua compagna, di fare la cosa giusta. Così, appoggiata la mano sulla maniglia dorata, trattenne il fiato ed aprì. Quel che videro i suoi occhi lo fece trasalire.

Una luce tenue illuminava il pianerottolo diffondendo tutt’intorno una strana sensazione di pace e serenità. Una luce solare, la si sarebbe definita se non fosse stato per certi improvvisi bagliori azzurrini assolutamente innaturali. Avvolti da quella luce, due giovani bellissimi fissavano negli occhi, sorridendo, colui che li aveva resi immortali.

Shining ebbe un attimo di smarrimento, come chi si ridesta da un lungo sonno, poi riconobbe senza esitazione i protagonisti del suo racconto ‘Due angeli nel cielo sopra Manhattan’. Erano proprio loro, non c’erano dubbi, il giovane dagli occhi azzurri e il giovane dagli occhi neri, esattamente come lui li aveva concepiti.

Il giovane dagli occhi azzurri indossava sempre il suo pantalone di lino rosso e la sua camicia color cremisi, il giovane dagli occhi neri la sua camicia di lino bianca e la sua giacca sportiva di colore blu. Che belli che erano! Lo scrittore era proprio fiero della sua creazione.

‘Buonasera Shining’, si rivolse a lui il giovane dagli occhi neri. ‘Non ci riconosci? Siamo venuti apposta per ringraziarti. Vuoi lasciarci qui davanti la porta o ci fai entrare?’

Lo scrittore provava una strana gioia nel vederli. Spalancò la porta senza parlare e con la mano fece loro cenno di venire dentro. Poi ritrovò le parole e si rivolse ai due ospiti inattesi.

‘Voi due’ qui? Ma, non eravate’?’

Il giovane dagli occhi neri lo interruppe prima ancora che terminasse la frase.

‘No, non dirlo Shining! Proprio tu, uno scrittore sensitivo porsi delle domande tipiche della gente comune. Questa poi! Mi sa che sei davvero molto stanco!’

Lo scrittore arrossì per la vergogna e si disse che forse, di fronte ai due giovani, sarebbe stato meglio non porsi più alcuna domanda. Del resto, non portavano più neppure le manette al loro polso, si sarebbe dovuto interrogare anche per quello? Di ‘stranezze’, nella sua vita, lui ne aveva viste fin troppe, ma questa proprio’ I personaggi che vanno a far visita al loro autore per ringraziarlo! Cose da dramma pirandelliano!

Così, decise di non cercare altre spiegazioni ‘ tanto non ne avrebbe trovate! -, si fece coraggio e riprese per primo la conversazione, rivolgendosi al giovane dagli occhi azzurri.

‘Ciao. Ma tu, sei sempre così timido? Lo sai che i tuoi occhi azzurri sono anche più belli di come li avevo immaginati mentre scrivevo la vostra storia?

Subito il giovane dagli occhi azzurri si strinse nelle spalle comunicando ai presenti una tenerezza quasi fanciullesca. L’unica cosa che seppe rispondere fu un timidissimo ‘grazie’. Intervenne il giovane dagli occhi neri.

‘No, non è poi così timido. Deve solo mettersi un attimo a suo agio. Sai, è da un pezzo che desidera incontrarti, come me del resto’.

A quel punto gli occhi del giovane furono distratti dal piccolo portatile.

‘Ah, ma tu forse stavi lavorando. Un altro racconto, vero? Ci dispiace averti disturbato”.

Shining intervenne subito dicendo che ormai aveva quasi finito e che, comunque, la loro visita in quel momento era la cosa più importante. Poi chiese ai giovani di spiegargli perché volevano ringraziarlo. Questa volta rispose per primo il giovane dagli occhi azzurri.

‘Per almeno due motivi, non credi? Prima di tutto perché, scrivendo di noi, ci hai reso immortali”

‘Giusto!’ – intervenne l’altro giovane.

”e, poi, perché con la tua storia hai contribuito a far capire alla gente che non esiste la diversità, ma solo l’amore. Per questo vogliamo ringraziarti’.

‘Proprio per questo’ – ripeté il giovane dagli occhi neri.

Lo scrittore era senza parole. Ascoltando quanto i due giovani gli avevano appena detto, i suoi occhi si erano velati di lacrime e lui non sapeva davvero cosa rispondere. Il giovane dagli occhi neri riprese allora lui il discorso.

‘Non devi dire nulla, Shining. Accetta soltanto il nostro grazie’.

E terminata la frase fece un cenno di assenso al suo compagno.

Immediatamente, il giovane dagli occhi azzurri si avvicinò allo scrittore e, prendendone il viso tra le mani, lo bacio sulle labbra con estrema dolcezza.

Shining rimase un attimo perplesso: non aveva mai baciato sulle labbra un altro uomo. Poi, però, si disse subito che non poteva tirarsi indietro, che non poteva tradire il suo sentire l’amore come qualcosa al di sopra della sessualità in senso stretto. Così, ricambiò con passione il bacio del giovane dagli occhi azzurri e lo abbracciò pure.

Alle spalle di quello, frattanto, il giovane dagli occhi neri aveva cominciato a spogliarsi. Adesso si era appena inginocchiato e stava togliendo i pantaloni al suo angelo dagli occhi azzurri. Shining era perso ad osservare rapito la passione che animava i due giovani, quando sentì le labbra del giovane dagli occhi azzurri insinuarsi dentro la sua camicia, già sbottonata, e percorrere lentamente il suo torace atletico. Che sensazione meravigliosa gli stava regalando quel giovane! Chi mai l’avrebbe detto?

La scena era quasi surreale: Shining, in piedi, si abbandonava alle attenzioni del giovane dagli occhi azzurri; questi, da parte sua, era chinato ad angolo retto alla ricerca del sesso dello scrittore; alle sue spalle, infine, il giovane dagli occhi neri, in ginocchio, aveva iniziato a divaricare le natiche del suo compagno per armeggiare sul suo piccolo buco. Tutt’intorno, i tre erano avvolti da una luce azzurrina assolutamente sovrannaturale.

Il giovane dagli occhi azzurri si lasciò sfuggire un gemito di felice sorpresa liberando dai boxer il cazzo dello scrittore.

‘Uhmmm, ce l’hai molto grosso, sai? Che meraviglia!’

E così dicendo l’aveva subito fatto sparire dentro la sua bocca con vera ingordigia. Lo scrittore, da parte sua, si era liberato alla svelta di boxer e pantaloni ed ora poteva godersi liberamente le attenzioni del giovane dagli occhi azzurri. Non solo, in piedi com’era, poteva pure osservare gli slanci di passione dell’altro.

Il giovane dagli occhi neri, infatti, sempre in ginocchio dietro il suo amore, aveva cominciato a mordere freneticamente le natiche di quello, dandogli contemporaneamente degli ordini.

‘Lecca, lecca le palle di Shining. Forza, ricordi che siamo venuti qui per ringraziarlo? Dai, gli stai prendendo bene il cazzo in bocca? Non vorrai mica fargli rimpiangere di non avere seguito di là la sua donna?’

Il giovane dagli occhi azzurri – la bocca ingombra del sesso dello scrittore – agitò subito a destra e sinistra il capo in senso di diniego. Col cavolo che Shining avrebbe rimpianto di non essere andato con la sua donna! Quella notte, lui gli avrebbe fatto un pompino che avrebbe ricordato per sempre.

‘Bene, continua così e non fermarti. E tu che credevi che il mio angelo fosse timido!’ -continuò il giovane dagli occhi neri rivolgendosi allo scrittore. Poi si rivolse ancora al suo compagno.

‘Allora, adesso facciamo vedere a Shining quanto sai essere porco, più porco della più porca delle donne’, e così dicendo si era alzato in piedi e aveva inserito all’improvviso il dito medio nel buco del culo del suo amante.

‘Sìììììììììììì, lo sai che questo mi fa perdere la testa’, e sollecitato da dietro a quel modo dal compagno, il giovane dagli occhi azzurri aveva continuato a succhiare con foga ancora maggiore il cazzo dello scrittore.

Shining, da parte sua, cominciava a sentirsi sempre più coinvolto nel gioco. Afferrò con forza per le orecchie il giovane dagli occhi azzurri e gli spinse di più contro la bocca il bacino, fino ad affogarlo quasi con il suo grande cazzo.

‘Dimmi angelo biondo, ti piace sentire in bocca il cazzo del tuo scrittore, vero? Prendilo fino alle palle, non fargli rimpiangere la sua donna’, e mentre gli diceva questo, guardava di fronte a sé l’altro giovane fargli segno di ‘sì’ col capo.

Il giovane dagli occhi neri, ficcando il suo dito medio dentro e fuori il buco del culo del suo amante, cercava di seguire il ritmo con cui il cazzo di Shining riempiva la bocca di quello. I tre avevano raggiunto una notevole sincronia: lo scrittore in piedi col cazzo nella bocca del giovane dagli occhi azzurri; questi intento a succhiare con rara passione e, dietro di lui, il giovane dagli occhi neri, anch’egli in piedi, con il medio impegnato a stimolare il culo del compagno.

Ad un certo momento, Shining sentì l’impulso di chinarsi verso il giovane dagli occhi neri per abbracciarlo e baciarlo. Quello fu felice del gesto ed i due rimasero avvinghiati sopra la schiena dell’altro giovane, sempre intento a succhiare e, ora, anche a carezzarsi tra le palle.

Presto il giovane dagli occhi azzurri cominciò a reclamare un po’ d’attenzione.

‘Ehi, voi due, lassù, ricordatevi che ci sono anch’io!’ ‘ e così dicendo aveva graffiato con le piccole unghia il ventre piatto dello scrittore.

Shining e l’altro giovane si guardarono negli occhi. Poi l’angelo dagli occhi neri prese la parola.

‘D’accordo, d’accordo. Adesso vedi come ci prendiamo cura di te’, disse strizzando l’occhio allo scrittore.

‘Avanti, porta la bocca sul mio cazzo e mostra il culo a Shining. Così, da bravo’.

Il giovane dagli occhi azzurri non aspettava altro. In un attimo si stacco dallo scrittore, si girò e prese in bocca il cazzo bruno del compagno.

Shining rimase a guardare, indeciso sul da farsi. In realtà, a dire il vero una mezza idea ce l’aveva, ma’.

‘Coraggio Shining, cosa aspetti, fai sentire al mio angelo biondo lo spessore della tua mazza!’ ‘ lo incitò il giovane dagli occhi neri.

‘Sìììììì, Shining, ti prego, inculami. E’ quello che voglio per mostrarti la mia gratitudine!’

A quel punto, lo scrittore mise da parte l’indecisione e si fece avanti.

Con delicatezza, poggiò la grossa punta del suo cazzo sul buco del giovane dagli occhi azzurri, la strofinò per alcuni secondi, giusto per farlo impazzire di voglia, poi, con un colpo lento ma deciso, si fece strada nel suo bianco culo.

‘Ahhhhh, sììììììì, così Shining, non fermarti, mettimelo dentro. Vedi quanto sono porco? Allora, valeva la pena di accettare questa visita?’

Il giovane dagli occhi neri seguiva la scena con grande soddisfazione. Il suo angelo dagli occhi azzurri stava ringraziando nel migliore dei modi lo scrittore, ed egli era proprio fiero di lui.

Shining, da parte sua, si era fatto prendere la mano ed ora stava inculando appassionatamente il giovane dagli occhi azzurri. Sentiva quanto quello godeva sotto i suoi colpi e non riusciva a negargli quel piacere. Chissà cosa avrebbe detto la sua donna, se li avesse sorpresi a quel modo! Niente! Lei si sarebbe unità a loro, lo scrittore ne era sicuro. Del resto, cosa non si fa per amore? E Shining era sicuro che lei lo amava’

All’improvviso, il giovane dagli occhi neri fece segno allo scrittore che era prossimo a venire.

‘Esci! Esci da lui e veniamo assieme sul suo volto’.

Shining annuì, estrasse il cazzo dal culo del giovane dagli occhi azzurri ed in un attimo gli si parò davanti, offrendogli il cazzo all’altezza del viso.

Il giovane dagli occhi azzurri, che già teneva in una mano il cazzo del suo compagno, prese nell’altra quello dello scrittore e cominciò a muovere avanti e indietro tutt’e due le mani. Dopo qualche secondo, quasi contemporaneamente, lo scrittore e il giovane dagli occhi neri schizzarono il volto chiaro del giovane col loro seme’

‘Biiip, biiip, biiip’.’.

L’allarme acustico che segnalava l’esaurimento della pila trafisse i timpani dello scrittore e lo riportò alla realtà’

Cinque minuti alle due: si era addormentato mentre digitava sulla tastiera e aveva dormito per quasi due ore! Dunque era stato solo un’

Shining voleva averne la certezza. In giro non c’era nessuno e tutto era perfettamente in ordine. Inserì il cavo di alimentazione del portatile ed ispezionò la cartella della posta. Niente! Non rimaneva nessuna traccia, solo il messaggio inviato a Rupescissa poco prima di addormentarsi.

Era stato un sogno, non c’era alcun dubbio. Però, come lo ricordava reale!

All’improvviso, lo scrittore ricordò una promessa che aveva fatto a se stesso. Senza far rumore, schiuse la porta della camera da letto e rimase in silenzio ad osservare la sua donna. Si era già addormentata, ed era bellissima. Era adagiata con la schiena rivolta verso l’alto e le mani poggiate sul grande letto. Un ginocchio era tirato in alto, mentre l’altra gamba era completamente distesa: se il letto fosse stato verticale, lei non sarebbe stata diversa da un alpinista intento a scalare una ripida parete rocciosa!

Lo slip sottilissimo di lei si perdeva tra le pieghe della sua carne ed un ciuffo del pelo suo nerissimo spuntava tra quelle pieghe umido e provocante.

L’odore di lei scosse violentemente i sensi dello scrittore. Il suo sesso fu animato da un’erezione irrefrenabile.

Shining si spogliò in un attimo e si distese sul letto. Abbracciò da dietro la sua donna e come un felino addosso alla sua preda si preparò a mantenere la promessa: l’avrebbe presa con la forza e la passione di sempre.

Non si accorse di quella strana luce azzurrina che, proprio in quel momento, attraversava velocemente la stanza per disperdersi, appena visibile, più fuori, nel cielo stellato della notte verso l’illimitato spazio cosmico.

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