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Trio

Venezia: Io, tu e ….

By 4 Gennaio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Venezia – Duemila e

Il fascino ed il mistero di una città unica al mondo.
Fa freddo, ma il cielo è terso. Il sole si riflette sulla gelida acqua dei canali ed illumina i muri delle case quasi a dare la falsa parvenza che questo basti a riscaldarli in questa fredda mattina di gennaio.

Passo sotto ad un ponte ed alzo gli occhi, sorridendo al pensiero delle migliaia di persone che nel tempo, in un passato dove tutto era così diverso, hanno camminato, corso, pianto su quello stretto passaggio.

Click!
Mi giro sorridendo e pensando – Quanto ti amo! –
“Se non la smetti di fotografarmi vengo lì e ti mordo!” dissi ridendo.

Il tuo sorriso è un dono prezioso per me. E vederti sorridere mi regala una felicità assoluta.
“Mi piace fotografarti quando sei così assorta nei tuoi pensieri”

A qualche metro da me, ti squadro completamente come se non ti avessi mai visto prima.
Sei molto alto, muscoloso. I capelli neri e lisci sono ora un po’ lunghini e ti stanno benissimo.
I tuoi occhi verdi illuminati dai raggi del sole, sorridono come quelli di un bambino.

Non è un sogno.
Almeno credo.

Rientriamo in quella che è la nostra casa per i prossimi giorni sapendo che Claudia dovrebbe essere già arrivata.
Lei è una tua amica da moltissimi anni. Insieme avete vissuto l’alternarsi di stagioni, eventi dolorosi, crisi e momenti di gioia.
Avete partecipato uno alla vita dell’altra, cercando appoggio e conforto quando potevate.

Le vuoi molto bene ed io capisco bene il perché.
E’ una donna dolcissima, sempre pronta ad aiutare chi le è vicino sino a togliere a se pur di donare qualcosa agli altri.

Da sempre mi hai descritto il suo buon cuore ed anche il suo corpo così sottile, bello e giovanile.

“Vi somigliate molto” mi dicevi.

Ed infatti, appena conosciute, entrammo subito in sintonia.
Avevamo parlato a lungo via mail, prima di incontrarci.
Mi piaceva Claudia perché era sincera, spontanea, vera.
Mi trovavo sempre bene con lei ed ora, stare con lei qui a Venezia, mi rendeva entusiasta.

Trascorremmo insieme giornate frizzanti e piacevoli, rifugiandoci al calduccio della casa per cena o provando osterie e bàcari veneziani.

Un pomeriggio, mi concessi una lunga doccia calda.
Portai lo stereo portatile in bagno per godere un po’ di musica. Inserii nel lettore un cd di Sugarland e mi tuffai sotto il getto caldo dell’acqua.
Amo quella sensazione. L’acqua calda che scorre sulla pelle.

Quando sentii la porta aprirsi pensai fosse Paolo, anche se mi aveva detto che doveva andare in un negozio poco lontano.

Vidi entrare Claudia e, sorpresa, rimasi immobile non sapendo cosa dire.
“Scusa Sofia, prendo due cose ed esco. Scusa! Scusa!…e non finire tutta l’acqua calda!!!” disse ridendo “Ti trasformerai in una rana!”

Senza minimamente pensare le dissi : “Beh! entra anche tu così hai l’acqua calda assicurata!”

Lei si bloccò in quella posizione, guardandomi come a cercare di capire le mie intenzioni.

“Dai!! se fossi lesbica lo sapresti già!” risi, realizzando esattamente il suo pensiero.
“Ma sì! perché no! Fare la doccia con una donna proprio mi manca nel mio curriculum!”

Ridemmo insieme.
La guardai mentre si spogliava.
“Anche tu completamente depilata!” affermai senza troppo stupore, dato che Paolo mi aveva detto che anche lei, come me, amava vedersi completamente senza peli.

Paolo aveva ragione. I nostri corpi si somigliavano molto. Snelle e con poco seno, dimostravamo molti meno anni di quelli anagrafici.
Lei aveva i capelli portati piuttosto lunghi, lisci e rossi; i miei erano lunghi e lisci come i suoi, ma sul biondo.

Entrò nella doccia con me, ed io mi scansai per farle posto.

“Ah! che stupenda sensazione! Sentire i muscoli che ti si sciolgono sotto il getto dell’acqua calda!”

Ci insaponammo un po’ mentre le canzoni di Sugarland divennero più soft. “Bella questa!” dissi.

“Mi insaponi la schiena?” le chiesi senza malizia.
“Certo se poi tu contraccambi! Vorrai mica sfruttare un massaggio gratis!”
“Non sia mai detto!” risposi, spruzzandole dell’acqua negli occhi
“Scema!” mi apostrofò ridendo.

Le sue mani scivolavano sulla mia schiena con eccessiva calma ed io cominciai a godere di quel tocco così dannatamente delicato. Chiusi gli occhi, assaporando quella sensazione stupenda, immersa in una musica che mi racchiudeva in una bolla di serenità insieme a lei.
Mi girai “Adesso tocca a te la tua razione di coccole!”

Si girò di schiena ed io l’accarezzai dolcemente, sentendo la sua pelle liscia scivolare sotto le mie mani. Io adoro toccare, accarezzare, sentire il calore e la setosità della pelle.
Le massaggiai il collo e le spalle e scesi lungo la spina dorsale sino ad arrivare alla linea del natiche, risalii lungo i fianchi andando a toccare con le punta delle dita la morbidezza del suo seno.
Discesi di nuovo volutamente verso le sue natiche e le passai sul suo ventre piatto risalendo piano sino al suo seno.
Mi fermai, lo accarezzai lentamente, provando un piacere nuovo nel toccare quei capezzoli così duri.

Ero come ipnotizzata da quei movimenti. Godevo di quel tocco, di quella sensazione mai provata prima e le diedi un bacio sul collo.

In quel momento ogni altro pensiero era escluso dalla mia mente. Volevo solo continuare a provare quella stupenda emozione.
Non ci furono parole tra di noi.
Lei si appoggio contro di me e le mie mani andarono verso il suo pube glabro.
Accarezzai il clitoride, reso scivoloso dal sapone ed insinuai un dito tra le sue labbra.

“Ahhh….” sentii solo un suo lieve gemito di piacere quando sfiorai l’entrata della sua vagina.

Si girò e ci guardammo per un istante, confermando uno sguardo di piacere che non voleva essere interrotto.

Godevamo dell’acqua calda sui nostri corpi, mentre le nostre mani cercavano il piacere dell’altra traendo piacere dalle sue carezze.
Quando la sua mano si posò sulle labbra della vagina, coprendo completamente e facendo pressione sul clitoride io sentii una forte scossa di piacere.
Il piacere di essere toccata da una donna.

Claudia aprii le gambe ed io accarezzai dolcemente il clitoride, passando oltre e sentendo le labbra aprirsi al passaggio delle mie dita.
Mi soffermai un attimo, stuzzicando l’entrata e poi tornai ad accarezzarla lentamente.
Sentivo che desiderava essere penetrata, cosi come io desideravo le sue dita dentro di me.

Mi inginocchiai e presi dolcemente il clitoride tra le mie labbra.
Non l’avevo mai fatto e mi diede una sensazione unica.
Lo succhiai dentro la mia bocca delicatamente.

“Ahh…sìììì” gemette Claudia.

Sentire una donna gemere in quel modo!
Passai la lingua tra le sue labbra, scostandole e cercando di arrivare all’entrata della vagina.
Con un dito accompagnai quel movimento, mentre il clitoride della mia amica era intrappolato tra le mie labbra e lo succhiavano delicatamente.
Mi alzai mentre la spingevo di peso contro il muro e infilai dentro due dita, facendo attenzione a farle sentire tutta la pressione del palmo della mano sul clitoride.

La sentii contrarsi internamente e godere.

Ero eccitatissima. Sentivo il cuore che batteva forte contro il suo seno ed il clitoride gonfio che pulsava in cerca di piacere, mentre le sue contrazioni mi confermavano che anche lei stava godendo della situazione.

Mossi lentamente le dita dentro di lei per sentirla godere ancora. Non avrei mai pensato che mi avrebbe dato una tale emozione.

Non andammo oltre anche perché l’acqua si stava intiepidendo e di lì a poco sarebbe diventata fredda.

Prendemmo un caffè ancora in accappatoio e con l’asciugamano sulla testa.
Eravamo leggermente imbarazzate da quello che era appena successo, ed io sapevo che se non ne avessimo parlato sarebbe rimasto come qualcosa in sospeso.

“Mi spiace per quello che…sì..insomma…in doccia” mi disse Claudia

“Davvero ti spiace? A me non è spiaciuto affatto!” dissi tranquilla, guardandola negli occhi.

Lei si soffermò un attimo a riflettere “Sì..in effetti non è dispiaciuto nemmeno a me!”
“Lo rifacciamo?” la provocai.
“A me non piacciono le donne, però devo dire che quello che ho appena provato è stato molto intenso, molto emozionante”
“Io non l’avevo mai fatto prima” risposi “ma davvero è stata una sensazione molto piacevole”

In quel momento rientrò Paolo. Ci guardò stranamente perché doveva aver avuto l’impressione di interrompere un discorso a cui non era stato invitato.
“Avete fatto la doccia?” notando entrambe in accappatoio
“Sì” risposi sorridendo con malizia.
“Contemporaneamente?”
“Sì” dissi senza esitazione
Paolo corrugò la fronte cercando di capire quanto stessi dicendo sul serio e quanto invece lo stavo prendendo in giro

Mentre era in bagno dissi a Claudia “Ti va di fare una sorpresa a Paolo?”
“Sì, certo! Ma cosa hai in mente?”
“Vedrai! Tu seguimi e fidati. Rimani qui un attimo, vengo a chiamarti ok?”

Andai in bagno mentre sentivo il mio compagno smadonnare perchè l’acqua era gelata. Sorrisi, sapendo che mi avrebbe guardata male non appena avessi aperto la porta.

“Cazzo!! la doccia più veloce della mia vita! brrr!! siete due pazze! Potevi dirmelo che era finita l’acqua calda! Avrò avuto il piacere di quella sensazione per non più di 30 secondi!” disse uscendo dalla doccia ed asciugandosi velocemente con un telo bianco.
Mi appoggiai al suo corpo, facendo scivolare la mano all’altezza del suo cazzo e sorrisi maliziosamente “Perdonami amore mio! come posso farmi perdonare?”
Mi guardò sorpreso.
“Hai voglia di cazzo? Non lo vuoi mai quando ci sono altre persone, data la tua…poca propensione a non farti sentire”
“Sì..lo so che c’è Claudia, ma io ho voglia. Faccio in silenzio. Sì…ecco…magari mi imbavaglio.” Dissi scherzosamente “Che ne dici?”
“Amore! io non chiedo di meglio che scoparti!” mi rispose aprendo l’asciugamano e facendomi vedere che era quasi pronto.
“Ti prego succhiamelo un po’! Dai! Fai la brava! Inginocchiati e succhiamelo!”
“Mhh…no…mi spiace. Oggi ho deciso di farti soffrire!”
“Oddio! No! Sei in modalità comando! Oggi!”
“Sì amore! non ti va?”
“Puoi fare quello che desideri, tanto lo sai che poi io mi vendico in un altro momento!”
“Adoro le tue vendette. E’ per quello che ti stuzzico così sadicamente.”

“Vieni in camera!”

Ci spostammo nella camera da letto senza passare davanti a Claudia, che speravo mi stesse ancora aspettando in soggiorno.

“Siediti!” dissi in modo deciso indicando la poltrona accanto al letto.
Dal comò lì accanto presi la mia sciarpa, una pashmina regalatami a Natale, e lo bendai.

“Bendato? Oddio! Sofia! cosa hai in mente? C’è Claudia di là, te lo ricordi!”

-Certo- pensai!

Presi una sua cintura. Una di quelle di corda che non hanno buchi e quindi puoi regolare a piacimento. Feci passare l’estremità nella fibbia per ottenere un cappio. Da dietro la poltrona gli presi una mano per volta e le infilai in quel cappio, andando poi a bloccarlo.

“Sofia! Comincio ad essere seriamente preoccupato!”

“Non ti fidi di me?!”
“Certo che mi fido….ma non troppo!”

Risi e dissi “Mal fidente!” lasciando così la stanza.

Andai in soggiorno e presi per mano Claudia “Vieni! Ma non fare alcun rumore e non dire una parola ok?”
“Va bene capo!” rispose ridendo.

Sentire la sua mano nella mia mi piaceva molto. Mi dava il senso di quella stupenda intimità.
Lasciai cadere l’accappatoio e l’asciugamano stretto attorno ai capelli appena prima di entrare nella stanza ed invitai silenziosamente Claudia a fare altrettanto.
Misi un dito sulle labbra per ricordarle il silenzio ed entrammo.
Paolo era sulla poltrona, nudo, bendato e legato.

Claudia mi guardò sgranando gli occhi e pregai che fosse così coraggiosa da non scappare via dalla stanza.
La guardai fissa negli occhi e alzai le sopracciglia sorridendo e inclinando il viso di lato come a dire : Giochiamo?
Lei sorrise ed io capii che anche lei era una giocatrice, come me, come Paolo.
Ne fui così contenta!

La invitai ancora a non parlare e le feci cenno con la mano aperta verso Paolo, un – Accomodati! –
Mi guardò dubbiosa, non sapendo cosa quel gesto potesse significare o nel timore di fraintenderlo forse.
Sapevo che in lei c’era sempre stato un desiderio nascosto di essere più intima con Paolo, così come lui mi aveva confidato che non gli sarebbe dispiaciuto affatto.
Io e lui non eravamo gelosi.
Eravamo complici di giochi semplici ed elaborati, sempre basando tutto sulla reciproca fiducia.

Con il capo e la mano ripetei il gesto a Claudia, sorridendo.

Lei si inginocchio davanti alle gambe aperte di Paolo e gli pose le mani sulle cosce.

Paolo contrasse leggermente i muscoli per la sorpresa.
“Mhh!”

Claudia risalì sino ad accarezzargli il torso e poi scese di nuovo. Lentamente il membro di Paolo cominciò a ricevere sangue e si gonfiò sino ad ergersi dritto davanti al viso di Claudia.
Mi guardò un attimo sorridendo compiaciuta con un aria da – Però! –
Risposi al sorriso annuendo e sapendo che il membro di Paolo, con le sue dimensioni sia in lunghezza che in diametro, avrebbe solleticato, anzi confermato la sua voglia di provarlo.

La cappella era già molto lubrificata ed il liquido trasparente la rendeva lucida ed invitante.
Claudia mi chiese il permesso e ricevendo un sorriso di compiacimento da parte mia, appoggiò le labbra sul membro duro del mio compagno.

“Mhhhh” gemette Paolo “Sìììì”
“Ti prego leccamelo!”

Claudia obbedì, togliendo le labbra dalla cappella e portandosi alla base del grosso membro.
La lingua passò veloce sulle sue palle e risalì lungo l’asta lasciando una scia di saliva. Ripeté l’azione molte volte sino a quando divenne completamente lucido ed allora lo inghiottì tra le labbra carnose.

Vedere una donna con in bocca il cazzo dell’uomo che ami è un’esperienza difficile da descrivere.
Ero dibattuta internamente. Da una parte sentivo una leggera fitta di dolore che però era nello stesso tempo fonte di piacere.
Mi ero seduta sul letto e con le gambe aperte mi gustavo la scena, mentre sentivo il clitoride pulsare di eccitazione.

“Sììì…succhia troia! Sìì! Così! Come sei brava! Oddio! Rallenta o mi fai venire!”

Claudia cambiò ritmo sapendo che sarebbe finito troppo presto quel gioco se Paolo fosse venuto.

Io mentalmente la incitavo a continuare quel pompino. – Sì, succhialo! dai! –
Godevo nel vedere il mio uomo godere tra le labbra di un’altra donna.
Un piacere perverso.

Ed ora avrei aumentato la dose di perversione.

I giochi vanno gustati lentamente, nonostante si abbia la voglia di arrivare subito al dunque.
L’eccitazione va fatta crescere senza fretta per poi permetterle di esplodere in un piacere assoluto.

Mentre la bocca di Claudia stringeva quella lucida e dura asta di carne tra le labbra, io andai dietro la poltrona e tolsi la benda a Paolo.

Lui vide la testa della nostra amica muoversi sul suo cazzo, mentre io lo guardavo sorridendo.

“Che stronza che sei!” mi disse intuendo il mio gioco.
“Che stronza! ma quanto ti adoro!”
“Oddio! Claudia, mi stai facendo impazzire! se non ti fermi ti riempio la gola”

Claudia si fermò, guardando un istante l’erezione stupenda di Paolo.

Avrei voluto, come lei, in quel momento impalarmici sopra e godere sino a venire, ma il gioco che avevo in mente non era ancora concluso.

Presi Claudia per una mano e la condussi sul letto.

La feci sdraiare.

Guardai il mio compagno sorridendo maliziosa.
Ci sdraiammo una accanto all’altra.
Mi girai su un fianco e cominciai ad accarezzare quel corpo così simile al mio, facendo attenzione che lui potesse vedere ogni gesto, ogni tremito, ogni contrazione muscolare.
Volevo che lui assistesse inerme al nostro piacere.

“Che pazza che sei” disse chiudendo gli occhi ed intuendo cosa stavo per fare.
“Ti prego, slegami!”
“Sofia! non farmi stare qui a guardare senza nemmeno potermi toccare! Mi esplode! Ti prego!”

Sorrisi di nuovo prima di prendere in bocca un capezzolo di Claudia e succhiarlo dolcemente.
Le accarezzavo il seno e lo leccavo traendone un incredibile piacere.
Sentivo il suo capezzolo duro nella mia bocca e godevo nel sentirla gemere e sospirare piano.
Lo succhiavo ed intanto non smettevo mai di guardare Paolo negli occhi.

Allungai la mano verso il pube glabro di Claudia “Apri le gambe” le sussurrai all’orecchio.
Lei obbedì permettendo alla mia mano di scendere verso l’entrata della vagina.
Passai il palmo aperto sul clitoride e infilai un dito tra le sue labbra, aprendole e gustando i suoi umori. Claudia inarcò la schiena per andare incontro alla mia mano e cercando di ricavarne il maggiore piacere possibile.
Stuzzicavo l’entrata della vagina senza entrare con il dito, lo inserivo di pochi millimetri per poi uscire di nuovo. Sapevo che la sensazione di sentirlo entrare e poi non sentirsi aprire era una tortura che ti portava presto all’esasperazione ed alla ricerca disperata di sentire quel vuoto riempito da qualsiasi cosa.

Guardavo Paolo che osservava la scena a poco più di un metro da noi. Il cazzo eretto, la cappella resa lucida dal liquido trasparente che testimoniava la sua forte eccitazione.
Avrei voluto correre da lui, inginocchiarmi e leccargli quella magnifica asta.

Ma era ancora tempo di gioco.

Mi misi a cavallo di Claudia portando le labbra della mia vagina a contatto con le splendide e carnose labbra della sua bocca. Non sapevo se anche per lei era la prima volta.
Rimasi ferma in quella posizione qualche istante e quando sentii il tocco delicato della sua bocca sospirai rumorosamente di piacere “Ahhh…sìììì!”
Mi godetti per qualche istante quella sensazione stupenda prima di guardare Paolo ed abbassarmi alla ricerca del suo clitoride.

“Che troia che sei!”
“Slegami!”
“Dai slegami e ti faccio vedere come finisce questo gioco!”
“Te la sfondo sino a sentirti urlare!”
“Slegami!”

Le sue parole avevano un effetto eccitante su di me e cominciai a leccare la figa di Claudia con più energia, mangiando letteralmente quelle morbide labbra e sentendo le mie bagnate dai miei umori e dalla sua saliva.
Stavamo perdendo il controllo.
Gemevamo come delle cagne in calore e la sensazione di avere uno spettatore intensificava l’effetto di quelle leccate.
Sentivo la lingua di Claudia premere ed entrare dentro di me ed io cercavo di fare altrettanto.

Mi sollevai e girandomi, con le labbra lucide degli umori di Claudia andai istintivamente alla ricerca della sua bocca.
Non avevo mai baciato una donna.
Sentii le sue labbra morbide contro le mie, le aprimmo e le lingue si incontrarono in un bacio molto passionale, scambiandoci il sapore del nostro piacere.
“Ti è piaciuto?” le sussurrai
“Sì, molto” mi rispose guardandomi negli occhi e dandomi un bacio leggero a fior di labbra.
“Anche a me. Vuoi giocare ancora?”
Claudia annui, sorridendo.

Mi chiesi quale effetto potesse avere questa scena su Paolo; mi chiesi cosa provava ad essere così eccitato e non potersi nemmeno toccare.

Presi per mano Claudia e scesi con lei dal letto.

“Prendilo!” le dissi.
Non se lo fece ripetere due volte.
Vedevo nei suoi occhi la voglia di sentire quel grosso cazzo entrare ed aprirla.
“E’ da un po’ che sogno questo momento” disse Claudia guardando fisso il mio compagno.
Io lo avevo sempre saputo. Era stato prima lui e poi io a far crescere questo desiderio, alludendo alle dimensioni del suo membro ed alla sua bravura a letto.
Con la mano prese il cazzo di Paolo e lo guidò all’entrata della vagina.
Io intanto mi sedetti sul letto a gambe aperte e mi accarezzavo gustandomi quella scena.

“Sì! dai! impalati sul mio cazzo!”
“Voglio sentire come ti apri”

Claudia si fermò qualche istante e poi fece entrare la grossa cappella ed io sapevo che, in quel momento, era impossibile non gemere di piacere; ed infatti “Ohhh Sìììì!”
La sentii sospirare e gemere mentre spingeva la testa indietro e raddrizzava la schiena.
Era pronta a prenderlo tutto. Desiderosa di sentirsi aprire.
Sapevo benissimo cosa stava provando in quel momento.
Un cazzo di quelle dimensioni, anche se sei bagnata, quando si fa strada dentro di te, sfrega energicamente sulle pareti interne e ti dona una sensazione unica di piacere.
Il piacere di sentire la propria carne aprirsi piano al passaggio di un asta dura che ti penetra centimetro dopo centimetro.

“E’ stupendo!” ansimava e gemeva senza controllo ormai.

“Sì..prendilo tutto! Dai! scopami!”

Paolo, ancora con le mani legate, aveva di certo voglia di sentire tutto il suo cazzo avvolto da quella morbida carne.
Conoscevo anche il suo desiderio verso Claudia e sapevo che era eccitatissimo.
Claudia in quel momento stava godendo della sua massima erezione e durezza.

Chiusi gli occhi e mi infilai due dita dentro per godere insieme a loro.
Scivolarono facilmente e gemetti al loro contatto, mentre sentivo i sospiri ed i gemiti di Paolo e Claudia.

“Sì! Così! Brava! Prendilo tutto! Sì!”

Quando riaprii gli occhi, tutto il cazzo di Paolo era scomparso dentro Claudia che pareva godere della sensazione di essere completamente piena di lui sino al collo dell’utero.
Si sollevò sulle gambe ed io vidi riapparire la base di quel membro così grosso che conoscevo molto bene e poi lo vidi scomparire di nuovo dentro di lei.
Avevo voglia.
Avevo una voglia terribile di quel cazzo, ma volevo che fosse Claudia a goderne ora.
Lei si sollevò quasi a farlo uscire tutto e poi lo riprese in un solo colpo strappando un urlo di piacere a Paolo.

“Ahhhhh!”

Ripeté ancora il movimento gemendo di piacere “Com’è grosso! Come lo sento bene!”

Vidi Paolo muovere il bacino per spingerglielo ancora più in fondo mentre lei si muoveva piano su di lui.

Claudia sentì il piacere salire lentamente ed i gemiti aumentarono così come il suo ritmo.

“Sììì…muoviti troia! Scopami!”

Osservavo il viso di Paolo, immerso in un’estasi di piacere.
Lo scrutavo e lo controllavo.

Dopo diversi minuti così, capì che entro poco non avrebbe più resistito. “Mi fai venire così Claudia! Non fermarti ti prego! Continua!”

Attesi. Attesi ancora. Dovevo trovare il momento giusto. Eccolo!
Mi alzai dal letto e misi le mani sulle spalle di Claudia bloccandola con il cazzo di Paolo dentro di lei.
Interruppi brutalmente il loro piacere e specialmente l’imminente orgasmo del mio compagno. Sapevo che fermandolo al momento opportuno poi lui ci avrebbe messo molto tempo ad arrivare di nuovo all’orgasmo, mantenendo però un’erezione da favola.
Mantenere sempre durissimo un cazzo di quelle dimensioni non era cosa da poco.

“Stronza!” mi apostrofò lui.

“Sì, hai ragione amore mio, ma non potevo permettere che tu venissi ora. Scusa!” sorrisi e lo baciai sulla guancia mentre gli slegavo le mani.

Con le mani libere, afferrò il sedere di Claudia e, senza togliere il suo membro da quella posizione, la fece sdraiare sul bordo del letto mentre lui rimase in ginocchio davanti a lei.
Con le gambe spalancate lei poteva godere degli affondi di Paolo che amava quella posizione dato che aveva anche le mani libere di accarezzare e toccare avidamente.

Io mi stesi lì a fianco e le succhiavo un capezzolo, mentre la sentivo gemere ogni volta che il cazzo di Paolo la penetrava sino in fondo, strappandole urli di piacere che mi facevano impazzire di eccitazione.

“Sììì…dammelo tutto! Sìì ti prego!”

Paolo eccitatissimo affondava dentro di lei sino alle palle e ritornava fuori quasi completamente per poi aprirla di nuovo in un lento ed inesorabile movimento che mi faceva impazzire e che aveva lo stesso effetto su Claudia.
Vedevo il suo cazzo lucido uscire e poi scomparire completamente dentro la mia amica e smaniavo di piacere e di voglia.

Paolo bagnò il pollice e cominciò a stimolare il clitoride di Claudia che, a quella sensazione, perse il controllo.
Muoveva il bacino alla ricerca del piacere, sentendo l’orgasmo sempre più vicino.
Alzava ed abbassava il sedere cercando di gustare ogni colpo infertole.

“Godi troia!” “Dai! fammi sentire come vieni!”

Gli affondi nella sua carne continuavano senza sosta, ad un ritmo costante, mentre i gemiti di Claudia crescevano di intensità. Mugolava e sospirava attendendo che esplodesse l’orgasmo.
“Sììì…godo!! vengoooo!! Siii!”
Vidi i suoi muscoli contrarsi di piacere ed il suo viso modificarsi in un momento di estasi estrema.

Quando ancora il suo corpo era percorso da spasmi di piacere io mi inginocchiai tra di loro, facendo uscire il membro di Paolo da lei.

“E così lo vuoi anche tu?”
“Sì! ti prego! scopami!” dissi affondando la testa tra le cosce di Claudia e bevendo avidamente dei suoi umori mentre ancora gemeva, godendosi la fine del suo orgasmo.

“Sei una gran troia sai?”
Così dicendo iniflò il suo cazzo in un solo colpo dentro di me, facendomi arcuare la schiena dal piacere e facendomi urlare

“Ahhhhhh!”

Urlare di dolore.

“Ti ho fatto male troia? E’ questo che meriti dopo quello che mi hai fatto passare prima!”
“Meriti che ti si scopi sino a spaccartela!”
“Meriti di urlare dal male come una vacca!”

“Sììì…ti prego! scopami! Sì! Fammi male! Sì! Ti prego. Sfondami!”

Sentivo il suo cazzo spingere contro il collo dell’utero con violenza, con forza. Ogni affondo mi sentivo spaccare dentro e godevo…godevo.
Il clitoride appoggiato al letto, gonfio di eccitazione non soddisfatta, sfregava intensamente ed io stavo per venire.
Il piacere esplose nel mio cervello e persi la ragione.
“Sìì…ancora! dammelo! Sìì…Ahhh….vengoo! Godooo!!!”

Mi accasciai sul letto senza forze mentre sentivo il cazzo di Paolo entrare ed uscire lentamente mentre le contrazioni involontarie interne mi restituivano sensazioni di un languido piacere.

“Adesso ti riempio!”

“No!”
Mi allontanai da lui, facendolo uscire.
Adoravo sentirmi riempire da lui. Era qualcosa che andava oltre ogni descrizione io possa fare.
La sensazione del suo seme caldo dentro di me mi sconvolge ogni volta come se fosse la prima.

Ma in quel momento volevo esaudire una sua fantasia.

Lo spinsi di nuovo sulla poltrona.
“Lascia che te lo lecchiamo, vuoi?”
Chiesi guardandolo negli occhi e sorridendo maliziosa.

Claudia comprese al volo quello che volevo fare e si inginocchiò accanto a me ai piedi di Paolo.

“Oddio!! mi farete impazzire voi due!”

Io e Claudia ci sorridemmo e poi con la lingua cominciammo a leccarlo, ripulendo il suo cazzo magnifico dai nostri rispettivi umori.
Era estremamente eccitante.
I nostri umori, il liquido trasparente della sua eccitazione, le nostre salive.
Eccitante!

Facevamo scorrere le lingue su quel cazzo enorme, gustandone il sapore e la durezza.
Ogni tanto le nostre lingue si incontravano ed allora giocavamo scambiandoci qualche leccatina.
In una danza perfetta quasi fosse stata provata decine di volte, quando io salivo sino alla cappella, risucchiandola piano dentro la bocca, lei scendeva a leccare le sue palle gonfie.
Quando lei voleva prenderlo in bocca per succhiarlo un po’, ero io a scendere.

“Siete due troie perfette!” ci disse Paolo mentre i suoi occhi non smettevano mai di guardare le nostre bocche sul suo cazzo.

Gli leccai la cappella prima di aspirarla con forza nella mia bocca, lambendo con piacere il frenulo con la lingua e sentendo come il suo cazzo si irrigidiva in vista dell’orgasmo.

“Sììì…succhia troia!”

Sentii la cappella gonfiarsi nella mia bocca appena prima di avvertire la tensione esplodere nel piacere.

Quando il seme stava per uscire, allontanai la bocca.

Io e Claudia ci ritrovammo a leccare e succhiare quel seme dal cazzo di Paolo senza sprecarne una sola goccia, provocando in lui stupendi singulti di piacere.

————-

La complicità è una conquista che pochi possono permettersi, ma quando la scopri, diventa una droga.

Ps. Dato che, in questo caso, persone e luoghi non sono puramente casuali…..

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