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Voyeur

L’umiliazione pubblica di Sara

By 9 Marzo 2023No Comments

Sara e Luca non si conoscevano molto bene, nonostante frequentassero lo stesso corso di economia all’università da ormai un paio di anni. Luca era un ragazzo introverso, solitario e probabilmente un po’ strano agli occhi di chi gli stava intorno. Sara invece era la classica ragazza carina che attirava attenzioni intorno a sé, aveva tanti amici e più di qualche spasimante, ma per il momento non era interessata ad avere relazioni serie. Bionda, occhi verdi, e con un fisico tonificato dalla palestra che frequentava quasi ogni giorno, si sentiva sicura di sé e non si faceva problemi ad indossare magliette scollate e jeans attillati. I destini di due persone così diverse si incrociarono una mattina di fine semestre, quando Sara arrivò presto in università e fu avvicinata da Luca che la salutò e le disse: “Dovrei farti vedere una cosa”. Sara rimase un po’ spiazzata, ma si trovava all’ingresso dell’Università con tante persone che passavano intorno, quindi per quanto fosse a disagio era rassicurata dal fatto di non essere completamente sola con il “ragazzo strano”. Luca tirò fuori il telefono dalla tasca, aprì la galleria delle immagini e mostrò a Sara una foto che per poco non le fece venire un colpo: era lei, completamente nuda sul letto di casa sua mentre si toccava davanti alla webcam. Appena iniziata l’università, Sara si era iscritta ad un sito di webcam erotiche per divertimento e per guadagnare qualche euro, ma si stancò dopo poche settimane ed era convinta di essersi lasciata quell’esperienza alle spalle. Invece, evidentemente, qualche traccia del suo “hobby” era rimasta in giro per la rete e quel pervertito in qualche modo era riuscito a trovarle. “Ho recuperato diverse immagini e anche qualche video” disse Luca con uno strano ghigno, mentre Sara faticava anche solo a mettere insieme un pensiero di senso compiuto. Riuscì solo a dire: “Che cosa vuoi da me?”. Luca rispose: “Sarebbe un problema per te se queste immagini finissero nelle chat dell’Università?”.
Improvvisamente Sara capì: era un ricatto.
“Se ci provi ti denuncio!” esclamò, ma Luca non sembrava intimorito.
“Sono immagini pubbliche che si trovano su internet, non le ho rubate”.
“Sei solo un porco pervertito, lasciami in pace!”.
“Ti consiglierei di darti una calmata e capire che ti conviene stare buona, se non vuoi che tutti ti vedano così”.
Sara realizzò in fretta di non avere molta scelta, si sentiva stupida per essersi esposta così su internet, e spaventata da quello che avrebbe dovuto fare per accontentare Luca. Con voce tremante disse solo: “Cosa vuoi che faccia?”. Luca rispose: “Dammi il tuo numero di cellulare, ti mando il mio indirizzo. Ci vediamo lì dopo pranzo, non provare ad evitarmi o le immagini finiscono in chat prima che tu te ne possa accorgere”.
Sara passò la mattinata con la testa tra le nuvole, stordita da quello che era appena successo e spaventata per ciò che la aspettava. Si immaginava che Luca le avrebbe chiesto qualche favore sessuale, come di solito succede nei film o nei racconti in situazioni del genere. E sapeva che non poteva tirarsi indietro. Nel primo pomeriggio Sara si avviò a testa bassa all’indirizzo che aveva ricevuto, e trovò Luca di fronte al cancello di ingresso che la aspettava. Senza dire niente aprì il cancello, entrò nel palazzo e fece cenno a Sara di seguirla. Entrati nell’appartamento del ragazzo, Luca invitò Sara a sedersi sul divano e le chiese: “Vuoi qualcosa da bere?”. Sara rispose inviperita: “Non mi prendere per il culo, dimmi cosa vuoi e facciamola finita”.
“Ok, ok, non ti arrabbiare. Per evitare che pubblichi le foto ti basterà partecipare ad un giochino che ho creato”. Luca diede a Sara una specie di piccolo ovetto rosa, e le disse: “Tienilo un attimo in mano, ti faccio vedere come funziona”. Prese in mano lo smartphone, aprì un’app che Sara non conosceva e appoggiò il dito sullo schermo: a quel punto, l’ovetto iniziò a vibrare. Quando Luca muoveva il dito verso l’alto del display, la vibrazione aumentava di intensità. Quando lo abbassava, l’intensità diminuiva. Sara, un po’ inorridita, capì di avere in mano un piccolo vibratore che si attivava a distanza. Ne aveva sentito parlare, ma non ne aveva mai visto uno.
“Che cosa dovrei farci?”.
“Mettitelo dentro, rivestiti e vieni con me. Andiamo a fare un giro al centro commerciale”.
“Che diavolo hai in mente?”.
“Non l’hai ancora capito? Visto che ti piace tanto esibirti su internet, non credo ti dispiacerà eccitarti in pubblico”.
Sara era senza parole. In quella mattinata pensava di aver immaginato tutto quello che Luca avrebbe potuto costringerla a fare, ma non questo. La voleva umiliare davanti a tutti, perché evidentemente la cosa lo eccitava più di obbligarla ad un rapporto diretto con lei. Probabilmente, visto quanto era strano, era più abituato ad eccitarsi con i porno su internet che con il vero sesso. Sara tentò un’ultima supplica: “Ti prego non farmi questo, lasciami andare”. Luca sorrise e rispose solo: “Vedrai che piacerà anche a te”.
Sara, con le lacrime agli occhi, andò in bagno per mettersi il vibratore e uscì poco dopo. Luca disse: “Vediamo se funziona”. Toccò lo schermo dello smartphone e Sara fu colpita dalle vibrazioni, che seppur poco intense la costrinsero a stringere le gambe e a fare una smorfia di dolore. Non poteva credere a quello che stava succedendo. “Perfetto, funziona. È ora di fare un po’ di shopping!” esclamò Luca con il solito sorrisetto malefico, mentre Sara lo guardava con odio. Il centro commerciale distava solo 5 minuti a piedi da casa, e i due percorsero la strada senza scambiarsi una parola. Una volta entrati, Sara si guardò intorno e notò con una certa ansia che il centro era pieno di gente, nonostante fosse un mercoledì pomeriggio. Era stato aperto pochi mesi prima, per cui era piuttosto popolare. Aveva diversi negozi, bar, ristoranti, sale giochi e persino un cinema interno. Luca si avviò verso un piccolo bar dicendo a Sara: “Partiamo con qualcosa di semplice”. Si sedettero ad un tavolo e Luca ordinò solo un paio di caffè con brioche. Nell’attesa che la cameriera li servisse, Luca prese in mano il cellulare e iniziò il suo gioco perverso: Sara iniziò a sentire il vibratore che si attivava a bassa intensità e ad intervalli regolari, quasi come se Luca stesse facendo qualche test. Lei si guardò intorno imbarazzata, cercando di trattenere ogni emozione nella speranza che nessuno si accorgesse di quello che stava provando. Quando la cameriera arrivò al loro tavolo, Luca aumentò per un attimo l’intensità del dispositivo e Sara si lasciò sfuggire un lieve “Ah!” proprio davanti alla ragazza che li stava servendo, e che la guardò senza capire bene. Luca sorrise, visibilmente eccitato, mentre Sara distolse lo sguardo per evitare di incrociare quello della cameriera. Si sentiva imbarazzata, umiliata e intrappolata in una situazione senza via d’uscita. “Brava” disse Luca. “Ma questo era solo un piccolo assaggio. Ora alziamo la posta, seguimi”. Sara obbedì, nella speranza che assecondando Luca quell’incubo sarebbe finito più in fretta. I due iniziarono a girare per il centro commerciale, mentre Luca si guardava intorno cercando di decidere dove andare ora. Si fermò davanti ad una piccola edicola dicendo: “Bene, qui mi sembra perfetto”. Tirò fuori dalla tasca una banconota da 5 euro, la porse a Sara e le disse: “Entra qui e comprati quello che vuoi”. Sara guardò all’interno dell’edicola notando, con un certo sollievo, che in quel momento non c’era nessuno, a parte un uomo sulla quarantina dietro al bancone. Senza fare troppe storie entrò, prese velocemente una rivista a caso e si avvicinò al bancone per pagare; in quel momento iniziarono le vibrazioni, piu forti e ravvicinate l’una all’altra rispetto al bar. Sara si ritrovò a stringere le gambe, a socchiudere gli occhi e a mordersi il labbro, il tutto davanti all’edicolante che fu preso di sorpresa. Lei iniziò ad ansimare vistosamente mentre l’uomo dietro al bancone capì che la ragazza di fronte a sé era in preda a qualche tipo di stimolo sessuale. Lui si guardò intorno e, vedendo che nessun altro era entrato nel locale, disse a Sara: “Se vuoi posso aiutarti”, allungando una mano a stringere il seno della ragazza. Lei si ritrasse indietro, abbandonò sia la rivista che i soldi sul bancone e con molta fatica si trascinò fino all’esterno, quando finalmente le vibrazioni terminarono. A quel punto provò sollievo, ma si accorse di essere anche molto eccitata. Luca lo notò e, avvicinandosi al suo orecchio, le sussurrò: “Che brava la mia esibizionista”.
Sara ormai era totalmente in balìa degli avvenimenti, era imbarazzata ed odiava sempre più il suo aguzzino, ma non riusciva a negare che stava anche godendo come le era capitato poche altre volte.
“È il momento dell’ultima prova, quella più difficile” disse Luca, mentre Sara cercava ancora di ricomporsi dopo l’edicola. La accompagnò fino ad un negozio di scarpe e abbigliamento sportivo, in quel momento pieno di ragazzi più o meno della loro stessa età, e questa volta entrò insieme a lei. Luca fece un giro come per ispezionare l’ambiente e tornò poco dopo da Sara dicendole: “Ascoltami attentamente, fai quello che ti dico e dopo sarai libera di andartene. Vedi quel piccolo palchetto rialzato, dove ci sono i manichini? Sali lì sopra dove tutti possono vederti, al resto penserò io da qui”. Sara, in preda al panico, rispose con le lacrime agli occhi: “Ti prego questo no, c’è troppa gente qui… basta così per favore”. Luca per un attimo sembrò rifletterci su, ma poi confermò: “È davvero l’ultima volta, promesso”.
Sara, riluttante, ricordò delle foto e dei video presenti sul telefono di Luca e si avviò mestamente verso il palchetto. Salì sopra e notò che subito molti iniziarono a guardarla, confusi dal suo gesto. Le vibrazioni, questa volta incredibilmente intense, la travolsero come un fiume in piena e le fecero cedere le gambe. Si ritrovò prima in ginocchio, poi sdraiata mentre si contorceva per le reazioni involontarie del suo corpo ed emettendo un grido ad ognuna delle vibrazioni che si ripetevano in modo regolare. I ragazzi che la guardavano, inizialmente shockati, iniziarono a ridere e a darsi li cinque mentre assistevano alla scena. Alcuni si avvicinarono a lei e Sara, sempre in preda all’agonia, sentì diverse mani che la toccavano ovunque: qualcuno le mise due dita in bocca, qualcun altro entrò fin dentro il reggiseno, altri ancora le toccavano le gambe o il fondoschiena mentre qualcun altro ancora osò persino infilare una mano fin dentro i jeans e le mutandine, toccandola nel suo punto più intimo. Sara riuscì solo a sussurrare un “no” smorzato mentre sentiva l’eccitazione montare senza freno, e mentre i ragazzi e le mani intorno a lei sembravano aumentare continuamente. Sentiva l’aria fredda sulla sua pelle man mano che i porci intorno a lei le scoprivano sempre più parti del corpo, sollevandole prima la maglietta, poi il reggiseno, e infine anche abbassando jeans e mutandine. Era nuda, in mezzo a sconosciuti che la toccavano ovunque, e in preda alle convulsioni per colpa di quel dannato dispositivo che non smetteva di vibrare. L’orgasmo arrivò improvviso ma inevitabile, accompagnato da un grido di Sara che quasi spaventò tutti intorno a lei. Le vibrazioni finalmente cessarono e Sara, ancora stordita, spinse via tutte le mani intorno a sé, recuperò velocemente i vestiti e corse verso i bagni del locale ancora completamente nuda. Si ritrovò finalmente sola, ancora incapace di processare tutto quello che era appena successo in un tempo che per lei era sembrato infinito, anche se in realtà il tutto era durato solo qualche minuto. Si tolse finalmente il vibratore e lo gettò via, si rivestì velocemente, uscì di corsa dal bagno, poi dal negozio e infine dal centro commerciale, senza mai fermarsi e senza guardarsi intorno, e solo quando fu all’aria aperta si fermò. Le sembrava ancora di aver vissuto un’esperienza irreale. Si sedette su una panchina e rimase immobile per diverso tempo, cercando di ritornare in sé. Dopo un po’ sentì il telefono vibrare, lo tirò fuori e lesse sullo schermo “Ottimo lavoro :) non è stato poi così male, vero?” firmato Luca. Fissò lo smartphone per alcuni interminabili minuti, poi cancellò il messaggio. Si vergognò e si arrabbiò con sé stessa realizzando che forse Luca aveva ragione a chiamarla esibizionista visto che, dopotutto, per lei era stata un’esperienza stupenda.

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