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Sara capitolo 1
Una coppia di lettori, in particolare lei Sara, mi ha chiesto di scrivere un racconto con loro protagonisti, mi ha dato qualche input ed ho provveduto a sviluppare la storia che scriverò come se fossi lei
Mi chiamo Sara, ho 35 anni, bionda un bel sorriso fisico molto piacente (non asciutta e non grassa) una di quelle donne che con un vestitino semplice attirano l’occhio degli uomini. Porto una terza abbondante di seno che, ameno al momento, non risente della forza di gravità. Forte di questa peculiarità mi piace indossare vestiti che lasciano la schiena scoperta ed abbastanza attillati davanti, ovviamente senza reggiseno. Mi piace essere guardata ed inconsciamente avrei sempre desiderato che qualcuno mi costringesse a fare le peggio cose in modo da poter dare sfogo ai miei desideri più reconditi. Questo con la fantasia. Mio marito Pierpaolo (Pier per gli amici) è un uomo piccolino, con un inizio di calvizie, magro e remissivo, è contento se sono contenta io. In pratica faccio un transfer dei miei desideri su di lui. Il tutto si traduce che a letto si fa sempre e solo come voglio io. Tutto questo però non mi bastava più. Intendetemi voglio un bene dell’anima a Pier ma per quelle che sono le mie aspettative sessuali non è l’uomo adatto. Scopiamo un paio di volte a settimana, riesce anche a farmi venire ma sento che vorrei essere usata e che quindi col carattere che ha non raggiungo la pienezza della mia sessualità.
Durante gli amplessi provo a portare il linguaggio ad un livello spinto ma per quanto si sforzi non ha fantasia, un “succhiamelo troia” o “adesso ti rompo il culo” sono il massimo a cui riesce ad arrivare.
Tutto questo preambolo per farvi capire che non ho mai cercato un’occasione per sfogare la mai indole ma se fosse arrivata non credo avrei resistito
Per il 5° anniversario di matrimonio avevamo deciso di regalarci una vacanza, il periodo è la seconda metà di settembre. Quell’anno nella fabbrica dove lavoro come operaia facendo i turni, c’era stato un massiccio ordine per cui chi aveva accettato di restare rinunciando alle vacanze fra giugno ed agosto, aveva fatto molti straordinari ed i sindacati avevano concordato con la direzione un premio di oltre 1500€ per chi si fosse sorbito tutti e tre i mesi senza andare in vacanza. Mio marito è un impiegato e quindi, vivendo in una grande città del nord, quell’extra capitò a fagiolo consentendoci di prenotare una vacanza di una settimana in un villaggio in Turchia. Agosto era agli sgoccioli, ero molto stanca desiderosa di partire. Mio marito aveva già fatto vacanze in precedenza per cui aveva solo quella insieme, io invece avevo 15 giorni di fila. L’ultima settimana di settembre la avrei trascorsa a casa andando in piscina con una collega che era nella mia stessa situazione.
Venne finalmente il giorno della partenza, l’aereo da Bergamo era in perfetto orario e ci trovammo a destinazione a Fethiye nel giro di poche ore. Il posto era fantastico ed il villaggio altrettanto. La sera andammo a cena. Mi ero portata diversi vestiti molto femminili alcuni miei alcuni prestati da una mia collega. In pratica essendo fatti di nulla visto che andavamo in un posto caldo, avevo un costume ed un vestito per ognuno dei giorni del soggiorno. Quanto di più desiderabile per una donna esibizionista come me. Decisi di non spararmi subito il primo colpo ma anche il vestito più castigato fra quelli che avevo portato lasciava scoperta buona parte delle gambe arrivando a mezza coscia ed aveva un decolté importante. Arrivammo alla sala dove si cenava quando la maggior parte dei turisti era già al proprio tavolo. Quella sera non avevo indossato reggiseno ed il vestito blu scuro risaltava ancor di più non avendo neppure un minimo di abbronzatura. Ero pallida come una mozzarella ma i capezzoli “bucavano” il vestito e sentivo sopra di me lo sguardo di tanti uomini. Le altre signore erano quasi tutte più castigate anche se non mancavano altre mise assassine. Sarà stata la novità, visto che era il primo giorno, ma il mormorio in sala si fece più forte al nostro passaggio. Ci sedemmo in uno degli ultimi tavoli rimasti. Era da 4 persone e c’era già una coppia italiana appena arrivata. Renzo (il nome lo scoprii dopo) mi aveva seguito con lo sguardo attirato da gambe e tette sballonzolanti dentro il vestito, Sofia, la compagna, appena ci sedemmo lo prese in giro simulando di asciugargli la bavetta con un tovagliolo. Si presentarono erano una coppia di Torino in vacanza li per due settimane, lei mora sui 40, alta, molto abbronzata e con due occhi color ghiaccio era magra e praticamente quasi senza seno (una prima si e no), lui un uomo alto più di un metro e novanta, massiccio anche se non grasso, sprizzava energia da tutti i pori. Facemmo subito amicizia ed entrammo in breve in confidenza e Sofia mi fece notare che avevo fatto sbavare una buona metà abbondante degli uomini nel mio ancheggiare (avevo un paio di sabot in tinta col vestito con tacco da 10 centimetri) nel recarmi al tavolo. Finito di cenare restammo con Renzo e Sofia e ci recammo nell’arena dove era previsto uno spettacolo di magia. Il mago era molto bravo e ad un certo punto cercò nel pubblico una aspirante valletta, mi indicò ed invitò a recarmi sul palco cosa che feci seppure un po’ titubante per il fatto che non conoscevo nemmeno una parola di turco ed il mio inglese era molto basilare. Il mago fece il suo numero chiedendomi di pescare una carta mostrarla al pubblico e poi riporla nel mazzo. Insomma qualcosa di molto classico. Finito il numero tornai al mio posto e mi accorsi che un signore sui 60 mi aveva seguito con uno sguardo molto penetrante. Mi sentii spogliata ed eccitata al tempo stesso. Non avevo mai avuto rapporti e nemmeno attrazione per uomini così più maturi di me ma questo faceva eccezione, era una specie di George Clooney in salsa turca. Finita la serata andammo in camera, mi sedetti sul letto e mi tosi le mutande dicendo a mio marito di darmi una bella leccata che avevo una gran voglia. Pier si fece subito sotto e scoprendo la mia patatina completamente depilata (ero stata dall’estetista il giorno prima di partire e la avevo fatta fare completamente liscia) cominciò a leccare con un furore insolito per lui. Leccava e mordicchiava come un ossesso e mentre alternava ligua e dita mi diceva cose sconce che mai gli avevo sentito proferire. “Sei proprio una gran troia, ti sei messa un vestito da vacca e ti è piaciuto farti guardare da tutti gli uomini. E poi che dire di come guardavi quel vecchio ti scopava con gli occhi e tu invece di rivolgere lo sguardo altrove per non incoraggiarlo avevi mantenuto gli occhi nei suoi, non credere che non ti abbia vista porca che non sei altro”. Ero già fradicia ma le parole di mio marito oltre a confermarmi che il George Clooney turco sembrava interessato a me, mi fecero bagnare ancora di più.
“Renditi utile Pier, abbassa le mutande e fammi vedere che ti piaccio”. Pier si tolse pantaloncini e boxer in un attimo e dall’intimo spuntò il suo cazzo in piena erezione. Non era certo un superdotato ma quella sera sembrava che l’atmosfera avesse tonificato il suo cazzo che svettava. Lo spinsi sul letto e gli montai sopra.
Davo il tempo della cavalcata e lui mi strizzava le tette ed i capezzoli fino a farmi male, l’alternarsi di dolore e piacere era fantastico. Non scopavamo così dalle prime volte che eravamo andati a letto insieme in un bosco diversi anni prima. La vacanza stava cominciando a piacermi ancora di più. Scopammo 3 volte fino alle 2 di notte e tanto rumorosamente che durante l’ultima dalla parete di confine del letto si sentì battere con una imprecazione in una lingua a noi sconosciuta.
L’indomani Kemal (il George Clooney turco) si avvicinò al nostro tavolo durante la colazione, si presentò in un perfetto italiano e ci disse che era il direttore del resort e che la sera dovevamo andare a cena (non disse che avrebbe avuto piacere) al suo tavolo. Mentre se ne andava Reno e Sofia stavano arrivando e si sedettero con noi e Sofia mi disse che avevo fatto colpo e che a quanto si tramandava di settimana in settimana Kemal si scopava almeno una turista nuova ogni settimana e che per alcune aveva organizzato addirittura dei festini orgiastici con o senza mariti o compagni. Gli piacciono con le tette belle e tu rientri nel profilo del suo ideale di preda. Preparati se non vuoi cedere sarà una settimana molto faticosa nel resistere alle sue avances. Non avevo alcuna intenzione di resistere ma l’essere li con mio marito che non avevo mai tradito, mi frenava.
La sera a cena Kemal si dimostrò un conversatore brillante ci raccontò aneddoti e barzellette sia turche che italiane. Al suo tavolo, oltre a noi due, c’erano altre 2 coppie con le lei che facevano a gara a mettersi in mostra ai suoi occhi. Una coppia era francese con lei, Françoise con gli occhi azzurri, una 5 di seno portata su un corpo da manza evidenziato da un top con una scollatura da paura da cui spuntava superiormente un reggiseno di pizzo ed in basso un piercing all’ombelico; completava l’abbigliamento un paio di shorts a vita bassa disegnati sul culo da cui usciva il perizoma in bella vista. L’altra coppia invece era canadese. Lei alta un metro ed ottanta, 4 di seno, gambe lunghe e fisico abbastanza muscoloso ma piacevole di chi pratica molto sport, il suo nome era Odile ed a loro Kemal si rivolgeva in francese come a noi in italiano. Françoise era seduta di fianco a Kemal e non perdeva occasione per sfiorarlo o mettere la sua pelle a contatto con lui, il tutto nell’indifferenza più totale del marito che anzi sembrava quasi compiaciuto che la sua compagna fosse così esplicita nei confronti del direttore. Nonostante la spudoratezza Kemal non sembrava interessato, una conquista così semplice evidentemente non lo stimolava. Finito di cenare ci recammo alla solita arena, quella sera era dedicata ai balli latino americani che io amo molto e che faccio almeno una sera a settimana quando sono a casa e posso. Non tutta la gente li ama per cui in una sala li vicino c’era un più classico piano bar. Dovendo scegliere portai Pier alla serata danzante e con lui riluttante ci lanciammo in pista. Dopo 10 minuti Kemal con un sorriso si avvicinò a noi e disse a Pier “le rubo la signora per un paio di balli, lei mi sembra poco entusiasta di danzare con questa leggiadra fata”. Per poco Pier non gli scoppiò a ridere in faccia, si girò dicendo che potevamo ballare anche tutta la sera e che lui mi avrebbe aspettato al piano bar. Abituata a comandare con Pier guidando il ballo, passare fra le braccia di Kemal fu quasi uno shock. Braccia potenti che mi stringevano a lui, movimenti felpati inattesi per un sessantenne ma si vedeva che amava la danza e che era allenato. Durante il ballo mi stringeva sempre più a lui ed il contatto fra i due pubi mi fece sentire una erezione generosa di un membro sicuramente non trascurabile. Mi bagnai ed il ballare con lui volevo non finisse mai o meglio avrei voluto che dalla pista mi portasse direttamente in camera sua senza alcuna fermata. Dopo un’ora di danza invece Kemal si fermò e mi disse che il dovere lo chiamava, mi portò al bar e disse al barista di darmi tutto quello che volevo e che ero sua ospite quindi si dileguò. Vidi con la coda dell’occhio che andava verso la direzione seguito ad una certa distanza da Françoise probabilmente speranzosa di riuscire ad accalappiare la preda. Io ero sconvolta, tutta bagnata e desiderosa di scopare ma il mio Romeo se ne era andato e mi diressi alla sala del piano bar dove Pier stava chiacchierando seduto su un divanetto con Renzo e Sofia. Quando arrivai Sofia mi chiese se mi ero divertita perché da fuori sembrava molto. Commentai che Kemal era un ballerino fantastico non aggiungendo altro. Con la scusa di un dolore al capo andai a letto tracimandomi Pier ed appena entrata in camera gli saltai addosso. Pier rispose bene ma non come la sera prima, nessun insulto ma una scopata dolce da parte sua in netto contrasto con il fuoco che mi ardeva dentro. I giorni si susseguivano e trascorrevano troppo velocemente, arrivammo all’ultima serata. Il mio sogno di finire fra le braccia di Kemal ma soprattutto nel suo letto, stava svanendo. Pier mi marcava stretto evitando di lasciarmi da sola con il direttore che dal canto suo non è che si facesse troppo avanti. L’ultima sera fummo invitati di nuovo al tavolo del direttore e questa volta il posto a me riservato era di fianco a lui. Avevo lasciato per l’ultima serata il vestito migliore. Era di un azzurro turchese di velo trasparente, corto e con la schiena completamente scoperta. Lo indossai senza reggiseno ed i capezzoli si intravvedevano fra i vari strati di velo. Sotto avevo messo un tanga di pizzo dello stesso colore così come i sandaletti tacco 12 a stiletto con una catenina a cingere e chiudere la caviglia. La cena fu splendida con pesce freschissimo e molto vino bianco, ero parecchio su di giri. Kemal si era comportato perfettamente facendomi sospirare ancora una volta e desiderandolo sempre di più. Ogni tanto nel suo gesticolare sfiorava la mia pelle e le mie gambe ed un brivido mi percorreva la schiena. Ero bagnatissima. Ad un certo punto un inserviente portò il microfono a Kemal il quale disse che come ogni settimana sarebbe stato estratto un soggiorno premio di 7 giorni per una persona con sconto del 50% su una altra presenza. L’inserviente passò fra i tavoli e fece pescare un numero da un’urna a tutti i presenti. Io pescai il 23. Finita la distribuzione dei numeri si illuminò sul palco una specie di ruota della fortuna con tutti i numeri corrispondenti a quelli dei presenti. Fu fatta girare da una ragazza bendata ed uscì proprio il mio numero. Un misto di gioia e di preoccupazione mi prese, mi sarei fermata volentieri ma Pier doveva tornare al lavoro e restare li da sola mi metteva in difficoltà. Mi venne in soccorso Sofia che mi disse che lei si sarebbe fermata volentieri perché era in ferie fino alla fine del mese, che i nostri mariti avrebbero potuto rientrare insieme. Guardai Pier con occhi da bassett hound imploranti un suo consenso che arrivò senza battere ciglio. Il giorno dopo sarei rimasta nel resort con una nuova amica, senza marito e con uno squalo da cui avrei voluto tanto farmi mangiare.

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