Il viaggio di rientro a casa non fu allegro come all’andata, il signor Flavio era sprofondato in un silenzio tombale e se da una parte mi divertiva vederlo così pensieroso, dall’altra ero consapevole che da ora tutto sarebbe cambiato. Cazzo avevo spompinato il partner di mia madre!
In più da lì a breve saremmo partiti per questa famosa settimana in villeggiatura, chissà quali avventure mi attendevano una volta lì!
Nel contempo ogni tanto mi giravo per vedere adagiate sul sedile posteriore le varie buste di indumenti comprati: tra magliette, pantaloncini e costumi ora ne avevo per tutta l’estate! Magra consolazione forse, ma rassegnata a vivere una vita di stenti quegli acquisti erano veramente una manna dal cielo.
Arrivati a casa non accennò nulla a mia madre (almeno non in mia presenza) dell’esperienza vissuta, io corsi a chiudermi in camera come al solito ma stavolta per un buon motivo, ero troppo curiosa di provare e riprovare i miei nuovi vestiti…mi spogliai completamente e al turno delle mutandine -anzi mutandone come mi aveva fatto notare sprezzante Serena- mi balenò in mente la sua affermazione: “E’ troppo pelosa! Poi passa da me che provvediamo” E cazzo se ne avevo bisogno, indossai la parte di sotto di un costume bianchissimo ma non solo dai lati facevano capolino una miriade di peletti, per quanto ero così folta che si notava un rigonfiamento eccessivo sotto il costume! Dovevo rimediare, stavo per rivestirmi prima di dirigermi in bagno per depilarmi ma pensai, perchè coprirmi? Cazzo me ne frega? Tolsi pure quel poco che indossavo, poi completamente nuda girai la chiave della porta e la spalancai senza controllare se ci fosse qualcuno in corridoio. Nessun rumore, anzi, un leggero russare dalla camera matrimoniale, a quanto pare Flavio era veramente sfinito.
Così sicura di me aprii la porta del bagno certa di non trovare nessuno, e invece c’era mia madre accovacciata sul water mentre con gli occhi chiusi si lasciava andare ad un lungo scroscio di pipì. Non era la prima volta vederla espletare i suoi bisogni, anzi qualche volta era stata pagata per farla su di me (e io su di lei, ma questa è un’altra storia), però se di solito mi limitavo a distogliere lo sguardo per uscire rispettosamente ed aspettare che finisse, dopo l’esperienza della mattina mi sentivo più…più…dominatrice.
Alla mia esitazione mia madre urlò: “CAZZO FAI! ESCI SUBITO, NON VEDI CHE E’ OCCUPATO?” Risposi con arroganza: “Mà non devo usare il bagno, mi serve solo il bidet per depilarmi quindi finisci di pisciare e non rompere i coglioni.” Il suo sgardo cambiò all’improvviso, dopo un attimo di shock prese coraggio e si alzò così bruscamente da bagnarsi le cosce di urina tanto era adirata, perchè mai mi ero permessa fino a quel momento di risponderle a tono: “COSA HAI DETTO??? E’ QUESTA LA MANIERA DI RIVOLGERSI A TUA MADRE???” Seguirono una serie di insulti mentre si avvicinava minacciosa con le mutandine alle caviglie, dall’esterno poteva sembrare una scena comica a basso costo ma accorciata la distanza di separazione mi tirò uno schiaffo così violento ed inaspettato che barcollai di lato (e la guancia mi rimase rossa per un paio di giorni). A questo giro però no, non avrebbe avuto la meglio. Le urlai contro anch’io, se cervava di colpirmi mi difendevo, ormai ero più grande, più forte, non più una ragazzina timida e sottomessa; lei d’altro canto era una donna minuta, magra, segnata da anni di abuso di alcol e stupefacenti. Riuscì a bloccarle le mani e a prendere terreno fin quando non la spinsi con forza nella vasca da bagno, facendole perdere l’equilibrio. “Tu non avrai più potere su di me. D’ora in poi baderò da sola a me stessa. E ora fammi depilare in pace, devo farmi bella per il tuo Flavio che stamattina mi ha scopata per bene, sai, l’ho fatto godere più io oggi che tu negli ultimi mesi.” L’ultima affermazione non corrispondeva a verità ovviamente, ma volevo umiliarla…infatti colse le parole come una pugnalata, mi guardava rabbiosa e allo stesso tempo terrorizzata, disillusa, aveva capito che ormai le sue vessazioni su di me erano giunte al termine, e con esse tutti i guadagni che le facevo ricavare.
Attirato dal trambusto anche Flavio giunse in bagno e gli si presentò una scena surreale: io senza vestiti che mi accingevo ad abbassarmi sul bidet, allargando appena lo vidi più del dovuto le cosce; mia madre nella vasca da bagno confusa con le mutande tra i piedi e sporca di urina. “Ma che cazzo succede qui? Ho sentito gridare! Allora??” poi rivolgendosi a me “Alma ti pare normale essere nuda senza vergogna mentre fai cose intime?? Viviamo in un cazzo di bordello??” Con noncuranza aprii l’acqua del bidet, mi allargai voluttuosamente le labbra della fica e gli risposi “Come la tua amica Serena mi ha consigliato, dovrei depilarmi. Se vuoi vattene. O guarda pure, se preferisci.” L’avevo messo nel sacco, si vedeva quanto fosse combattuto: da una parte voleva vedermi, era evidente, ma dall’altra non sapeva come comportarsi con mia madre. Alla fine rinunciò allo spettacolo, afferrò mia madre per un braccio trascinandola via e uscirono dal bagno, sbattendo la porta alle loro spalle.
Meglio, potevo rilassarmi con calma…presi la schiuma da barba passandola delicatamente attorno alla vulva, la mischiai con acqua calda e massaggiai per bene sotto la pancia e lungo le labbra, per poi dedicarmi con una lametta a rimuovere tutti i peli superflui. Non la volevo completamente glabra, optai per lasciare un triangolino di pelo proprio sopra il clitoride eìmentre cercai di depilarmi il più possibile vicino il buco del culo, quello invece lo volevo ben esposto. Non ero solita masturbarmi in bagno ma gli eventi del giorno mi avevano eccitato, ed ora ero qui, beata, a godermi il getto dell’acqua tiepida direttamente sulla mia fica…non potevo resistere, nel risciacquarmi cosparsi di sapone tutta l’area coinvolta iniziando un lentissimo movimento circolare sul clitoride, poi feci scivolare due dita proprio al centro della mia vagina. Dentro, fuori, sopra, sotto, quanto adoravo penetrarmi senza preoccupazioni, ma il mio metodo preferito era stimolare il clitoride quasi come fosse un piccolo pene, pertanto prima lo presi tra indice e pollice pizzicandolo, creandomi un brivido lungo la schiena, poi alternai movimenti di pressione a movimenti di allungamento, mentre con l’altra mano mi torturavo un capezzolo. Nel frattempo la mente vagava, io, mia madre, Flavio, il mio nuovo aspetto da persona dominante, mi penetrai con forza usando indice medio ed anulare e piegando leggermente le dita all’insù all’interno della mia fica, in aggiunta il mio pollice sfregava sul clitoride. Cercai di resistere il più possibile mentre aumentavo il ritmo, fin quando non esplosi in un orgasmo sconquassante come mai mi era capitato, urlando di piacere.
Per distacco, fino ora giornata migliore della mia vita.
I giorni prima della partenza trascorsero noiosi, io non avevo voglia di provocare ulteriormente mia madre e il suo uomo, loro non avevano voglia di mettersi a discutere con me. Fin quando, il fatidico giorno finalmente arrivò: la sera prima misi quante più cose possibile nella borsa da mare che Flavio mi aveva regalato tempo prima (non avevo un trolley, valigie o altro), l’essenziale di accessori in una borsetta che mi portavo dietro fin dall’infanzia, e un vecchio telo da mare di mio padre. Ero pronta!
Ancora non sapevo come si sarebbero comportati nell’arco della vacanza, mi avrebbero fatto del male? Costretto con la forza ad obbedire ai loro ordini? Umiliato davanti ad altre persone? Mentre rimuginavo arrivò addirittura Flavio a togliermi il dubbio, bussando rispettosamente alla stanza e chiedendo il permesso di entrare.
Ecco, il suo monologo mi colse totalmente alla sprovvista.
“Senti Alma, dobbiamo parlare. So cosa ti passa per la testa, ma tu non sai cosa passa a me. E’ vero, ho approfittato di te con Serena perchè il tuo corpo da ragazzina farebbe andare il sangue al cervello a qualsiasi uomo, ma non era questo l’obiettivo primario.” Si era preparato bene il discorsetto, eh? Io ero seduta sul letto, in principio lo ascoltavo distrattamente ma poi lo seguì con interesse. “Come sai tua madre si era fatta una certa nomea tra le persone come noi, ma più che lei ci colpiva il fatto di poter disporre a nostro piacimento della figlia, tu, che a detta di tutti ubbidiva ai comandi senza fiatare. E’ l’unico motivo che mi ha spinto a stare così a lungo con lei. Io non sono ricco, ma come vedi non mi sono mai tirato indietro quando ci sono state spese da fare, è grazie a me se il cibo sulla tavola non è più mancato ma soprattutto è grazie a me se non sei stata più venduta ad uomini di basso rango. Ora, ascoltami attentamente…” Aldilà dei contenuti sembrava quasi un discorso padre-figlia. “Ho degli amici facoltosi, molto influenti. Ti vogliono conoscere, pertanto ho promesso loro che avrei portato in vacanza sia tua madre sia te, a patto che tu saresti stata…ehm…al loro servizio. Pagano bene, potresti chiedere come regalo un nuovo cellulare, un’altra vacanza, cazzo ne so, quello che vuoi…ma ora arriviamo al tasto dolente. A-LORO-NON-PIACE-ESSERE-DOMINATI. Sono persone di successo, non sopporterebbero l’umiliazione di vedere una ragazzina che tiene loro testa…pertanto ecco la proposta.” La cosa mi intrigava, alla parola cellulare mi si era illuminato un mondo (il mio vecchissimo modello non aveva memoria sufficiente nemmeno per scaricare Whatsapp, già era tanto se riuscissi ad effettuare chiamate), quindi rimasi ad ascoltare in silenzio.
“Dunque dovresti…ehm…fare finta. Fai finta di essere sottomessa, di essere timida, insomma comportati da adolescente impaurita, gli uomini del genere lo adorano. Io confermerò che tutto procede secondo i piani, poi una volta lì vediamo come evolve la situazione…magari ti lasceranno in pace, o magari sarai così brava da meritarti un premio extra, chi lo sa, uno di loro potrebbe assumerti come domestica. Quindi recita bene la tua parte e potrebbe essere un enorme vantaggio per tutti, che ne dici?”
Non ci fu neanche bisogno di riflettere, presi coscienza della richiesta rispondendo con occhi da cerbiatta e voce da bambina: “Sì, signor Flavio.”
La sua tensione si sciolse in un secondo, tirò un grosso sospiro di sollievo e si asciugò la fronte sudata, “E’ stato più facile del previsto” probabilmente pensava contento.
Ma non volevo dimenticasse chi avesse realmente il controllo, quindi mi alzai in piedi cercando di sembrare più alta di quel che fossi e modificando subito il mio tono di voce: “Da domani farò come dici, ma fino a stanotte siete in mio potere. Togliti i pantaloni” Lui era sbigottito: “Ma…Alma, perchè? Non devi fare con me cose del genere…” “Non parlare va, che è meglio. Dammi il tuo cellulare e masturbati, io faccio qualche foto da mandare a mia madre.” Riluttante, si abbassò i jeans mostrando un cazzo floscio, sudaticcio, con neanche un accenno di erezione. Avvicinai la mia faccia contro il suo arnese, scattando la prima foto, poi iniziai a stimolarlo leggermente con colpetti di lingua mettendo bene in mostra il mio volto, volevo che mia madre vedendo quelle foto soffrisse. Non mi andava di prenderlo in bocca, dopo un po’ di solletico alle palle gli infilai a tradimento un dito nel culo, facendolo trasalire. “No dai questo no ti prego…” “ZITTO COGLIONE! Anzi dato che hai reagito piegati a 90 così vediamo quanto è sfondato il tuo culo peloso.” Non aspettai risposta, con un calcio alla gamba lo feci piegare in avanti e lo spinsi fin quando il suo viso non raggiunse il parquet, a quel punto misi il mio piede sopra la sua faccia. “Allargati il culo, ORA.” Obbediva come un automa, un grande risultato da parte mia. Si dilatò per quello che riuscì a fare ma il suo ano era strettino segno che non prediligesse essere inculato, ed era pelosissimo. Click, altra foto da mandare a mia madre. Quanto avrei voluto avere il cazzo in quel momento, quella visione mi faceva venire in mente tutti i pensieri più perversi. Ci avrei sborrato dentro? Pisciato dentro? Misi da parte queste idee fantasiose per prendere un deodorante sul mio comodino, non era molto grosso ma abbastanza lungo, ora avrebbe provato una nuova sensazione. Sputai sul suo culo un paio di volte, giusto per diminuire un po’ l’attrito, e poi cercai di spingere l’oggetto con forza volendo farne entrare il più possibile. “AAAAAH! AHIA! NO, BASTA!” Le sue lamentele erano inutili, ma per quanto provassi del deodorante entrava giusto la punta (leggermente più arrotondata)…e va be’, mi sarei accontentata. Con una mano iniziai a muoverlo avanti e dietro simulando una penetrazione classica, con l’altra invece segavo il suo cazzo che solo ora cominciava ad indurirsi. Lo sentivo gemere, supplicarmi di smetterla, poi all’improvviso pensai che non volevo eiaculasse lì sul mio pavimento.
Lasciai la presa del membro per scattare un’ultima foto, lui a pecorina con un deodorante nel culo e la mia mano ben visibile che lo maneggiava, poi inviai tutto a mia madre con la didascalia “Chi è più puttana, tu o lui?”
Lui era eccitatissimo, aveva ripreso a masturbarsi da solo ma così com’era lo bloccai subito. “Adesso rialzati, e fai attenzione al deodorante. Tienilo, non deve uscirti dal culo. Poi vai da mia madre, senza dirle nulla falla inginocchiare, e mentre continui a incularti schizza tutto il tuo seme nella sua bocca. A quel punto chiedile, chi è più puttana, tu o io?”
Flavio uscì dalla stanza quasi traumatizzato, senza rispondermi nulla.
Mi sarei divertita la prossima settimana.
Tutti i protagonisti della storia sono maggiorenni.
Per commenti, suggerimenti o altro scrivere a martalma2000@hotmail.com
Complimenti per la facile lettura e presa diretta
ciao cara,ho letto attentamente il tuo racconto ad alto contenuto erotico, e debbo dirti, per quanto possa sembrare raro, che…
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?