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Bea (terza parte)

By 25 Settembre 2024No Comments

Si! L’ho visto e mi piace..

Prima o dopo sta cosa doveva venire a galla ed ero contenta che finalmente non dovessi più nascondermi, non potevo più reprimere con il mio ragazzo, le occasioni c’erano, dopo le prime due volte ce ne furono altre, sempre censurate dal buio e dalla fortuna.. ma non fu così semplice ed indolore. Una sera le cose andarono diversamente, chissà perché proprio quella sera, che in teoria non ebbe nulla di propedeutico, poteva essere inserita tra le sere come tante, 21,30/22 Marco mi aspettava in strada, un breve giro per comprare qualcosa e poi dritti al nostro posto per continuare la serata, musica e coccole..
Quella sera avevo indossato un completino intimo che il mio ragazzo mi aveva regalato, nero e molto sexy, perizoma e reggiseno a balconcino, ovviamente non persi tempo ed appena possibile glielo feci vedere, a mio giudizio mi stava bene, ovvio che alle modelle della pubblicità sulla confezione sta meglio, ma quelle sono modelle.. Lui rimase affascinato, mi disse che mi stava benissimo e che presto me ne avrebbe comprato un’altro di colore diverso, aprimmo due bottiglie di birra ed iniziammo a bere e chiacchierare, sottofondo musicale, lui ancora vestito.. eravamo arrivati da una mezz’ora o poco più, non avevo ancora guardato all’esterno per vedere se cera qualcuno, i finestrini erano un po aperti, ma la luce interna era accesa ed il riflesso non permetteva di vedere gran che.. la probabilità di essere spiata anche in quei momenti mi piaceva, ma non volevo nemmeno indagare troppo, sapevo che al momento giusto avrei apprezzato la situazione. Marco ancora non sospettava nulla, ma quella sera mi fece una richiesta strana, per lui una novità, mi chiese se mi andava di scendere dalla macchina per fargli vedere come mi stava il completino che mi aveva regalato: ovviamente fuori era buio ed avrei dovuto mettermi davanti ai fari accesi..
Rimasi senza parole, immaginai che avesse capito tutto e che volesse vedere fino a che punto mi sarei spinta nel mostrare il mio corpo illuminato dai fari della macchina, quasi nuda e preda di chissà quanti sguardi nascosti..
Quel pensiero mi diede un brivido di eccitazione, i capezzoli tradirono istantaneamente il mio pensiero, divennero durissimi e sporgenti, l’imbarazzo e la voce fecero il resto.. non osavo guardare Marco negli occhi, ma ero elettrizzata dalla sua richiesta, finalmente potevo condividere pienamente il mio lato esibizionistico con lui senza nasconderlo, ma sapevo che presto avrebbe capito la natura crescere in me e si sarebbe accorto del perché di tanta eccitazione: così gli dissi che lo avrei fatto ma lui doveva accompagnarmi e stare vicino a me, era la prima volta che mi esponevo tanto e sapevo che le possibilità di essere spiata erano molte, non nascosi il disagio e lui mi assecondò. Era una sera in settimana e c’era zero movimento, sembrava ci fossimo solo noi, così mi feci coraggio ed aprii lo sportello, misi un piede fuori dalla macchina e scesi.. sentii subito la brezza accarezzare la mia pelle, l’erba sfregare sulle caviglie, intorno a me il buio totale e il mio cuoricino battere forte forte, non mi sentivo a mio agio, provavo imbarazzo e paura, ma anche un brivido ..
Subito dopo essermi posizionata davanti alla macchina, il mio ragazzo accese i fari e diede vita alla mia esibizione, mi raggiunse e mi chiese di allontanarmi dalla fonte luminosa, di nascondermi dietro un cespuglio ed al suo segnale ritornare verso la macchina.. voleva vedermi camminare con indosso solo il piccolo perizoma e quel balconcino che non copriva nulla.. raggiunsi un grosso albero e mi nascosi dietro il tronco, rimasi nel cono d’ombra in attesa che Marco mi chiamasse, volevo regalargli quel momento di trasgressione nel modo migliore possibile, magari era il buon inizio che tanto avevo sperato.. ma non lo sentivo, ormai era mezzo minuto che attendevo la sua voce, che attendevo di sentire il mio nome, l’ordine di ritornare tra le sue braccia, ma il tempo passava e l’attesa mi stava innervosendo. Ma ad un tratto: “Bea..! Ti stavo aspettando!”
Rimasi pietrificata, quel tono di voce che squarciò il timido sottofondo musicale che a malapena riuscivo ancora a percepire dall’auto del mio ragazzo, proveniva dal buio, sentivo il suo fiato, l’odore del suo deodorante, avevo paura che mi toccasse, avevo paura di non riuscire a ribellarmi..
“Che buon profumo che hai”
Quelle parole sussurrate mi sembrarono sempre più vicine, passai dall’assenza di salivazione ad un calore diffuso, il mio corpo reagiva a quelle parole senza che io lo volessi, ero sempre appoggiata all’albero che mi nascondeva dalla luce dei fari, la corteccia ruvida logorava la pelle morbida dei glutei e parte della schiena, trasmettendomi una finta e scomoda protezione.. bloccata in quella posizione eretta, con le braccia aderenti al corpo e le mani strette in un pugno: ma tra le gambe un lago!
Sentivo il perizoma farsi strada tra le labbra gonfie di eccitazione, i capezzoli più turgidi di sempre e bene esposti, capelli sciolti che preda della leggera brezza, nascondevano parte del mio viso, l’unica cosa che mi proteggeva dall’intraprendenza di quell’uomo nell’oscurità: ebbi paura, paura che volesse cogliesse l’occasione, che mi zittisse con una mano sulla bocca e che abusasse di me, ero praticamente nuda, poteva violentarmi senza troppe difficoltà, sarebbe bastato solo un gesto per strapparmi via il perizoma, bloccarmi contro quel tronco robusto e farmi sua con quello che aveva tra le gambe.. ero paralizzata! Lo so, potevo scappare, potevo chiamare il mio ragazzo, ma non riuscii a fare nulla: rimasi in attesa di qualsiasi cosa e senza il minimo controllo della situazione, con i sensi in allerta, ogni attimo che passava era buono per sentire un contatto, percepivo la sua vicinanza ed il sibilo dell’aria che fuoriusciva dalle sue narici..
“Bea! Lo so che ti piace..”
Udii queste parole talmente vicino al mio orecchio destro che mi sembrò di averle dentro la mia testa, emisi un gemito incontrollato, emozionale, a breve le sue mani si sarebbero posate sul mio corpo, sul seno, tra le gambe e la mia vagina eccitata gli avrebbe dato il permesso di continuare, di godermi.. Quello che temevo sarebbe successo, avevo giocato col destino, mi ero esposta cercando il brivido della trasgressione, ed ora ne avrei pagato il conto..
“Bea!”.. grazie a Dio era lui, il mio ragazzo, mi stava chiamando animosamente, scrollai i miei sensi e ripresi il controllo, ritornai al gioco che stavamo facendo, mi sporsi dall’ombra dell’albero e lo raggiunsi camminando agitata e senza voltarmi indietro..
Il chiarore dei fari lasciava intravvedere solo la sagoma del suo corpo, per un attimo pensai che da quella prospettiva poteva essere chiunque, magari mi stavo buttando tra le braccia di chi sa’ chi, ormai la mia fantasia la faceva da padrona.. lo raggiunsi con il dubbio e l’emozione, solo quando lo abbracciai capii che era lui.
Ci stringemmo in un bacio passionale e liberatorio, scossa ma eccitata, mi abbandonai tra le sue braccia, le sue mani mi frugarono ovunque, entrò dentro e tra le gambe, le dita correvano libere tra gli umori vaginali, mentre la sua voce esclamava “quanto sei eccitata..”
Avevo voglia di lui, non gli risposi nel merito, se gli avessi detto che l’eccitazione che sentiva era merito della voce di quell’uomo sconosciuto, chissà come l’avrebbe presa..
Nella mia mente stravolta da quelle parole sussurrate, echeggiava quel “Lo so che ti piace” quell’uomo aveva capito quanto mi eccitavo ad essere spiata, lui ormai si sentiva invitato a guardarmi ed io più libera, piu libera di vivere la mia perversione davanti a lui: magari fosse stato così anche con il mio ragazzo..
La voglia di essere presa ormai era irresistibile, volevo che Marco mi scopasse li fuori, davanti a chiunque ci fosse, mi appoggiai sul cofano della macchina e con un piede gli stuzzicai il membro, volevo che mi saltasse addosso, volevo farlo lì, in quella posizione, volevo che mi spogliasse completamente e che mi scopasse senza girarci troppo attorno, mi sarebbe piaciuto potergli dire cosa avevo in testa, mi sarebbe piaciuto chiedergli di immaginare di avermi appena conosciuta e di possedermi velocemente fuori da un locale su di una macchina qualsiasi.. e mentre il mio fidanzato mi cercava preoccupato.., tanto preoccupato da far chiamare al microfono del dj il mio nome..ma non potevo, purtroppo non potevo, se gli avessi detto una cosa simile, che cosa avrebbe pensato..? Cercai di forzare la situazione, puntai sul fattore preliminari, mi tirai su e mi inginocchiai davanti al suo pene, glielo tirai fuori con decisione e lo presi in bocca gia duro, lo feci uscire con difficoltà dalla lampo, abbassai piu possibile l’elastico degli slip e feci uscire anche i testicoli, volevo succhiare anche loro, dovevo farlo impazzire a tal punto da fargli perdere ogni freno inibitore e seguirmi in quell’avventura.
Feci appoggiare Marco al cofano della macchina, lui si sedette ed allargo’ le gambe, io mi inginocchiai nell’erba come una peccatrice in cerca della assoluzione ed ingoiai quel membro pronto ad esplodere.. lui mi afferrò per i capelli sciolti, fece una specie di coda dietro la nuca ed iniziò a dare un ritmo a quello che stavo facendo, ero felice di vedere la sua partecipazione attiva, voleva godere e non si fece condizionare dal fatto di essere all’aperto ed esposto ad occhi indiscreti. Immaginai quell’uomo che mi guardava, dovevo dare il meglio di me per non deludere le sue aspettative, doveva essere un signor pompino, volevo l’applauso dello spettatore, mi sentivo attrice e scenografa, quando Marco inizio a parlarmi dicendo quanto ero brava, capii che forse era arrivato il giorno di bere il suo orgasmo, sarebbe stata la prima volta, non mi era mai successo e sia io che lui lo aspettavamo da tempo .. forse lo sconosciuto era nascosto dietro dei cespugli di fianco a noi, immaginai che volesse osservare sia quello che stavo facendo, sia il mio corpo seminudo, allora mi alzai da terra con le ginocchia per mettermi a 90, pur continuando a succhiare il mio ragazzo, volevo che il mio sedere fosse in bella vista, volevo sentire le tette sbattere luna contro l’altra per il movimento, avrei voluto che il mio ragazzo mi strappasse via il perizoma ed afferrasse le natiche stritolandole, ma questo non successe: senza preavviso sentii uno schizzo irorare la laringe, poi un’altro e fino alla fine.. che strano sapore, un po’ salato, di densità abbastanza consistente, continuai con la lingua a giocare con quel succo, lo rigiravo in bocca come un cibo prezioso, fino a quando ingoiai tutto mentre guardavo Marco negli occhi: lui mi fece quel sorriso meraviglioso di cui ero innamorata, mi disse che era stato bellissimo e che ero stata bravissima.. tutti superlativi assoluti che arricchivano la mia autostima, ma l’apprezzamento che volevo sentire era quello di quell’uomo, la sua soddisfazione nell’averci spiati, volevo sentirmi dire brava da lui, da lui che solo con il senno dell’obbiettivita, poteva valutare veramente.
Marco si alzo dal cofano della macchina e nel dirigersi qualche metro più in là fra i cespugli, mi disse ” vado a pisciare”. Mi sarebbe piaciuto accompagnarlo, per un attimo fui tentata di seguirlo, ma non lo feci, anzi..
mi diressi nella direzione opposta e mi nascosi a mia volta dietro a della vegetazione, in cerca di quella presenza, avevo voglia di sentire la sua voce, un suo apprezzamento, con la scusa di fare un bisogno mi abbassai il perizoma lungo le coscie e mi accucciai, mi uscirono poche gocce e rimasi anche troppo per quello che avevo da fare, nel mentre sentii la portiera dell’auto aprirsi e chiudersi con decisione, il mio ragazzo aveva finito, forse dovevo ritornare da lui, ma una parte di me avrebbe voluto restare li nel buio, in attesa di quella voce penetrante, calda, suadente.. forte di quel luogo selvaggio.. e sentire ancora il mio nome. Invece mi alzai e dopo essermi sistemata l’intimo, raggiunsi la macchina camminando nel buio e come unica traccia, la luce dell’abitacolo accesa..
Marco stava bevendo e nel mentre armeggiava con l’autoradio, io con ancora il suo sapore in bocca mi diressi verso lo sportello, volevo entrare e dissetarmi, volevo entrare e fare l’amore..
“Bea, apri tutto il finestrino!”
Era lui! Lo avevo cercato un attimo prima ma fu lui a trovarmi! E poi ancora la paura di muovermi, nel petto il cuore impazzito e la mia mano sulla maniglia della portiera, paralizzata!
Con le labbra semichiuse e lo sguardo sul mio ragazzo, che inconsapevole non si curava di quello che mi stava succedendo, non riuscivo ad avere una reazione, qualche attimo prima avevo desiderato sentire quella voce, mi eccitava il pensiero, ma ora era tutto diverso, quel blocco psicologico si era ripresentato, lui era nascosto dietro di me e vicino abbastanza da potermi parlare a bassa voce, voleva che aprissi il finestrino, voleva sentire meglio quello che succedeva all’interno della macchina, voleva sentirmi più vicina.. ormai si sentiva padrone della mia intimità.
Non risposi nulla, riuscivo a malapena a respirare, Marco mi vide impalata fuori dalla macchina ed apri’ la portiera per farmi salire: come prima, il suo tono di voce mi sblocco da quella situazione, entrai velocemente e senza pensare aprii il finestrino completamente, guardai di fuori per cercare il suo sguardo, ma non vidi nulla.
“Bea ti senti bene?” Chiese il mio ragazzo..
Quello appena successo mi scosse parecchio e lui se ne accorse, così mi fece dare due sorsate di birra e mi prese in braccio sulle sue ginocchia.. lo baciai ed iniziammo a toccarci, sentii la sua mano dietro la schiena, l’elastico allentarsi ed il reggiseno cadere, poi mi fece alzare la coscia sinistra quel tanto da afferrare il perizoma e sfilarlo completamente. Mi alzai dalle sue gambe abbassai lo schienale e mi sdraiai sul sedile, mi tolsi anche le scarpe, ero completamente nuda, sentivo l’aria entrare dal finestrino aperto, chiusi gli occhi e rimasi preda di qualsiasi cosa potesse succedere, avevo obbedito, sentivo il suo sguardo sul mio corpo, mi avrebbe sentita respirare forte, avrebbe sentito l’odore della mio sesso bagnato, avrebbe sentito il mio orgasmo.. Marco si spoglio velocemente, spense la luce e mi venne sopra, il suo pene, incredibilmente già pronto ad entrarmi dentro, aspettava solo che gli dessi spazio, allargai le gambe più che potevo, appoggiai parte della gamba destra sul bordo del finestrino aperto lasciando il piede fuori dall’abitacolo e sentii quel pezzo di marmo farsi strada lentamente dentro di me..
UUUUUUUAAAAAAAAHHHHHHHHHH
FAI PIANOOO!
Bello come la prima volta, forse grazie ad una situazione inattesa, mi sentivo completamente piena, gli afferrai i capelli e lo tirai a me, lo abbracciai al collo ed iniziai a parlargli, a chiedergli, ad ordinargli… A momenti ricordavo che qualcuno lì fuori mi aveva chiesto di aprire il finestrino, a momenti ricordavo che qualcuno stava sentendo tutto, presi coscienza di quanto stessi esibendomi e di quanto mi stesse piacendo farlo, solo in quel momento..

“Adesso scopami forte!” Ordinai al mio ragazzo..
“Fammelo sentire in gola!” continuai a chiedergli..
“Fammi urlare di piacere!”

Ora quel membro mi sbatteva dentro, correva veloce senza uscire, il dolore misto a piacere era per me ormai irrinunciabile, mi sentivo piena, mi bruciava, mi piaceva, avvertii la brezza entrare dal finestrino aperto e in quel momento mi ritorno il pensiero di lui fuori dalla macchina, rivolsi lo sguardo a quel finestrino complice di quell’uomo, il quale con molta audacia mi aveva avvicinata ordinandomi di aprirlo: ma dove era finito, forse era stato disturbato da qualcosa o qualcuno.. e se ora fuori dal finestrino ci fossero stati due uomini..?
Mi diedi subito una risposta, se ci fossero stati due uomini sarebbe stato ancora meglio.. non potevo credere a quello che mi girava per la testa, ma in quel momento non mi sarebbe importato nulla, neanche davanti a 10 persone..
Marco mi stava scopando benissimo, mi faceva impazzire di piacere, a breve avrei raggiunto l’orgasmo che tanto avevo cercato, ero aggrappata alle sue spalle con le unghie mentre gli parlavo all’orecchio, mentre volevo ancora di più:
DAAAIII SIIII NON TI FERMARE!!!
NON VENIRE ADESSO! SPINGI ANCORA! ANCORAAA! AAAHHHH… SIIIIIIII…
TI PIACE SENTIRMI GODERE VERO!?
TI PIACE VERO!?
TI PIACE L’ODORE DELLA MIA FICA VERO!?
Avevo perso ogni freno inibitore, una parte di me godeva con Marco, che dopo quello che avevo appena detto, mi rispose con altrettanta eccitazione,
l’altra godeva con quell’uomo fuori dal finestrino, mi sentivo di entrambi, mi sentivo scopata da due uomini..
Aprii gli occhi e guardai nel buio, vicino al mio piede e lo vidi! Rimasi affascinata, rapita da quello sguardo, non avvertii più il senso di impotenza e quel blocco psicologico, adesso era lì con me, con quel cappuccio nero e parte del viso esposto al mio sguardo.. finalmente avevo l’immagine di lui, un uomo maturo, con chissà quante esperienze alla spalle, che mi guardava e che guardavo, mi stava salendo un calore alla testa inspiegabile, sentivo la fica bruciare di piacere, continuavo a guardare quel volto che segnato dall’età spiava il mio corpo, lui impassibile, io con mille espressioni, iniziai a parlargli, a renderlo partecipe, a volerlo con me..
TOCCAMI! LECCAMI!
Marco mi chiese “cosa stai dicendo”, non gli diedi risposta, nascosi quelle parole nei gemiti di una giovane donna che stava godendo senza rivelare la presenza di quello sguardo nascosto nel buio.
Volevo che mi toccasse, volevo che si unisse a noi come il nostro migliore amico, volevo che mi facesse godere ma non potevo dirglielo, potevo solo invitarlo a toccarmi facendogli capire, muovendo il mio piede vicino al suo volto, entrare in contatto con lui: riuscii a toccare il cappuccio che gli copriva il capo, lui rimase fermo, non mi rendevo più conto di quello che stavo facendo, forse stavo prendendo la strada sbagliata, ma quando lui consapevole del mio gesto, avvicino il mento ruvido di barba e le labbra umide al mio piede, esplosi in un orgasmo devastante..
SIIIII AMORE MIO SIIIIIIIIIIIII ……
TI AMO! TI AMO! TI AMOOO..DAI! DAI! DAI!
SEI FANTASTICO! AAAAAHHHHHHHHH….. STO GODENDOOO….GODO! GODO! GODO!
GOOOOHHHHHHHHHH…………..
AAAAAAAAAHHHHHHHHH………..
Presi per i capelli il mio ragazzo e portai il suo volto affianco al mio, lo abbracciai e strinsi più che potevo..
Marco venne a sua volta, era già successo di avere l’orgasmo simultaneo, ma questa volta fu ancora diverso, io iniziai prima e lui mi raggiunse, finimmo assieme, come un unico corpo: rimanemmo abbracciati per qualche minuto esausti, il respiro pesante lentamente si normalizzo e lentamente cambiamo posizione distendendoci ognuno sul proprio sedile.
lo sconosciuto spari’ dalla mia vista, sentivo di aver fatto un ulteriore passo verso la consapevolezza di ciò che volevo.. guardavo il mio piede che con l’audacia di un esperto alleato, aveva rotto gli indugi e raggiunto il primo contatto fisico con quella trasgressione di cui non potevo più fare a meno: ma cosa potevo fare o dire per coinvolgere anche il mio ragazzo senza che si incazzasse..?
E se lo avessi coinvolto, coinvolto in tutto quello che mi girava per la testa, sarebbe rimasto tutto uguale, oppure parte della mia emotività prendeva forza proprio per l’assenza di contaminazioni esterne? Davanti a me avevo due problemi, dovevo riflettere con calma.. e quello non era il momento: infilai le scarpe, dissi a Marco che andavo a fare pipì, aprii lo sportello e mi ritrovai all’aperto, l’aria fresca della collina sulla pelle mi diede un sollievo immediato, iniziai a camminare nuovamente verso quell’albero che mi aveva già vista, lo raggiunsi, mi nascosi dietro e mi accucciai.
Mi sentivo indolenzita, la minzione mi diede bruciore, la mia povera vagina aveva accusato più di altre volte e sentivo il bisogno di lavarmi:
Bea, mi sei piaciuta!
Ero ancora accucciata anche se avevo finito, l’aria in mezzo alle gambe mi dava piacere ed alcuni fili d’erba che sfregavano sulle natiche mi stavano rilassando, quando sentii il mio nome rimasi sorpresa, ma invece di provare paura come in precedenza, fu solo imbarazzo, mi voltai nella direzione della voce e vidi quest’uomo con cappuccio dietro di me, era alto e grosso, piantato sulle gambe divaricate, era vicinissimo , io ancora accucciata e girata di spalle, mi girai completamente verso di lui e mi ritrovai a meno di mezzo metro dal suo corpo, con il viso alla stessa altezza del suo coso.
Pensai a cosa avrei fatto se lui si fosse sbottonato la patta e lo avesse tirato fuori, ma con voce profonda mi disse:
Alzati!
Non so perché, ma avevo vergogna di farlo, mi aveva vista fare l’amore, godere, ma ora ero sola, nuda a mezzo metro da lui. Ma lo feci, mi alzai e rimasi a guardarlo..
“Bea, tieni! Avvertimi, lo so che ti piace.”
Mi porse un biglietto, io lo presi ed immaginai che conteneva il suo numero di telefono, non so perché, ma assecondati la sua richiesta, lo strinsi nel palmo della mano e senza proferire parola mi allontanai: Ma ad un tratto avvenne qualcosa di inaspettato, mi ritrovai Marco davanti agli occhi, l’uomo incappucciato scappo via ma lui lo vide…
Mi disse: “Bea, ma cosa stavi facendo..? ti sei accorta di quell’uomo?”
Subito non risposi, ritornammo alla macchina ed entrammo per rivestirci, nascosi quel fogliettino in una scarpa e gli dissi:
“Marco, quella persona che hai visto ci ha spiati mentre facevamo l’amore, quando sono andata a fare un bisogno dietro a quell’albero, me lo sono ritrovato davanti, ma non ha detto o fatto nulla, mi sono spaventata sono venuta via..”
Così Marco mi chiese:
” Ma come fai a sapere che ci ha spiati?”

“Marco, l’ho visto dal finestrino aperto, anche altre sere lo avevo visto, ho riflettuto molto dalla prima sera che ti avevo detto e ho capito che mi piace. Quando stasera mi hai chiesto di uscire dalla macchina in perizoma e balconcino, ho creduto che avessi capito, che volessi giocare anche tu, chiedermi di stare davanti ai fari accesi della macchina mezza nuda, è stata un’esperienza incredibile, sapevo che quell’uomo mi avrebbe spiata e mi è piaciuto, mi è piaciuto esibire il mio corpo.. l’ho trovato eccitante.. ma davvero non ti sei accorto di nulla in tutto questo tempo?
Finimmo per litigare, mi disse che non si era accorto di nulla e che credeva che da quella prima sera, quando gli avevo detto di aver visto qualcuno fuori dalla macchina, non ci fossero stati più episodi simili. Mi disse pure che non era contento di questa situazione, che non gli piaceva la mia voglia di esibizionismo e che era un po’ deluso… Non pensava che fossi così.. Puttana!
Mi venne da piangere, si fermo’ dal mio portone, aprii velocemente la portiera e scappai in casa..
Mi aveva detto Puttana! Mi lavai velocemente e mi chiusi in camera, mia sorella mi chiese cosa mi era successo, ma non gli risposi, le dissi solo che ero stanca e che l’indomani le avrei spiegato. Come era possibile che fossimo arrivati a tanto, forse avevo sbagliato a dirgli che sapevo, forse dovevo continuare a recitare la parte di quella che non si era accorta, o forse non dovevo dirgli che mi piaceva essere spiata mentre facevo l’amore. Mi aveva detto puttana, ma il comportamento che avevo tenuto era da puttana? Mentre riflettevo avevo tra le mani quel dannato pezzetto di carta con sopra un numero, quel tipo incappucciato nascosto tra i cespugli voleva che lo chiamassi, voleva sapere in anticipo dove e quando ci saremmo imboscati, per poi venirci a spiare:
nonostante il casino appena successo, l’idea mi piaceva da morire.. chissà il mio ragazzo cosa mi avrebbe detto in aggiunta a quello che già avevo sentito.. non sapevo come avrei affrontato tutto questo, ma di sicuro sapevo che non avrei buttato via quel foglietto.

Mar

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