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Il magico incontro è quando meno te lo aspetti

By 7 Ottobre 2024No Comments

Questo è un racconto di fantasia.

Mentre terminavo le ultime faccende di casa, misi su un caffè. Quella mattina aspettavo il fattorino, e il suono del citofono mi colse proprio in quel momento.

Lo feci entrare.
Non era particolarmente bello, ma aveva qualcosa che mi colpiva. Non saprei dire cosa, con precisione.

Data la mia timidezza, non mi fu facile, ma riuscii a chiedergli se avesse un momento per bere il caffè. Ebbe un istante di esitazione (forse aveva poco tempo), poi accettò.

Eravamo nella mia piccola cucina. Gli dissi di sedersi, mentre armeggiavo con la caffettiera.. Ed eccoci serviti.

Mi ringraziò timidamente. La sua voce era gentile e tranquilla. Avrei tanto voluto trovare qualcosa da dire, così, giusto per scambiare due parole, ma niente da fare: la timidezza stava ancora avendo la meglio.

L’uomo bevve il caffè lentamente, a piccoli sorsi, come stesse meditando su qualcosa di importante. Poi si alzò, con calma, e andò verso il lavandino. Aprì appena il rubinetto e posò la tazzina nel lavabo, con un pochino d’acqua dentro. Si girò verso di me: voleva la mia tazzina, ormai vuota. Gliela porsi. Ripeté lentamente i gesti di poco prima.
Poi mi ringraziò di nuovo.

Mi sentivo strana. Quel suo modo di fare aveva per me un che di misterioso (mi rendo conto che non stava facendo nulla di strano). Eppure, da quell’uomo, che mai avevo visto prima di allora, mi sentivo allo stesso tempo attratta e intimidita. Attratta non tanto fisicamente -come ho detto, farei fatica a definirlo ‘bello’-, ma possedeva qualcosa di magnetico che a parole non saprei definire con precisione. E, forse per lo stesso motivo, provavo una sensazione particolare.. Ancora oggi, quando mi capita di pensarci, definirei quella sensazione come ‘riverenza’. Lo so, è una parola strana in quel contesto. Tuttavia, non saprei come altro definirla.

Sta di fatto che in quel frangente mi accorsi che mi tremavano leggermente le gambe.

Mi sentivo così sola in quel periodo.. La timidezza non mi aiutava a fare conoscenze.
Avrei voluto vincere quelle difficoltà, oltrepassare quel muro che mi pareva si frapponesse tra me e le altre persone ogni volta che sentivo il bisogno di vicinanza, di amicizia, di affetto. Ma ogni volta, una forza misteriosa me lo impediva.

Mi chiesi se le gambe mi tremavano per il fascino che quello sconosciuto esercitava su di me, o perché la voglia di farmi avanti era forte, ma l’insicurezza mi bloccava.. Ma ‘farmi avanti’ in che senso? Cosa volevo fare? Ora sentivo che anche il cuore mi batteva forte. Cosa mi stava accadendo?

Me ne stavo lì, dopo che mi aveva ringraziato. I miei occhi caddero sulle sue mani. Erano sottili e non troppo grandi, ma parevano energiche e vitali. Alzai lo sguardo verso di lui. Mi fissava. Sperai con tutto il cuore che facesse qualcosa, che mi parlasse, che mi toccasse.. Solo in quel momento mi rendevo conto che avevo voglia di lui. Non è pazzesco? Una donna timida come me che ha voglia di andare a letto con uno sconosciuto mai visto prima.

Stavo per toccargli la mano, ma mi anticipò.
Fece un passo verso di me e sentii le sue mani sui miei fianchi. Mi baciò senza mai staccarmi le mani di dosso. Mi baciava con una passione tale che mi sembrava non toccasse una donna da chissà quanto.. Chissà se era proprio così.

Mi sentivo sciogliere tutta. Avevo una pazza voglia di sentire le sue mani in ogni parte del mio corpo, dovunque. Ma come era possibile? Non scopavo da non so quanto, e questo tizio mi eccitava così, senza fare né dire nulla di particolare.

Il desiderio mi travolse con una rapidità e una forza che non avrei potuto prevedere, e sentivo che stavo perdendo il controllo. Ero proprio in grado di sentire la voglia di godere sussultarmi dentro il corpo, che si muoveva come un’onda e quasi mi toglieva il respiro.

Tirai fuori il seno dalla maglietta, volevo farmi succhiare subito, non riuscivo più ad aspettare. La sua bocca calda iniziò a succhiare e leccare il capezzolo destro, mentre con la mano mi accarezzava il sinistro. Poi fece il contrario, mentre già mi bagnavo e mi veniva voglia di aprire le cosce e sbattergli in faccia la fica.

Sembrava avermi letto nel pensiero: si mise in ginocchio e mi abbassò i pantaloni. In quel momento mi guardò: la sua espressione mosse qualcosa all’interno del mio petto.

Istintivamente allargai le gambe; lui scostò la mutandina e parve deliziato da quella visione. Si capiva che aveva una voglia pazzesca di sentire che sapore avevo, e infatti la sua lingua mi assaporò, dal basso verso l’alto. Quella lunga e intensa leccata mi fece inarcare la schiena, mentre lo stringevo forte a me.

Prese a leccarmi in modo divino, e non smetteva di toccarmi le tette.. Come lo faceva bene! La sua lingua non si fermava mai, mi faceva impazzire. Appoggiai una gamba sulla sua spalla e lo tirai ancora più forte a me, gli premevo il viso là sotto, e gli mormoravo:

– Sììì cosìì.. Succhiala tuttaaa..

E muovevo il bacino avanti e indietro senza mai perdere il contatto con la sua bocca.

I miei umori mi colavano tra le cosce, lui mormorava e leccava via tutto quello che riusciva, la sua bocca mi mandava ai pazzi. Quel suo leggero mormorìo mentre mi mangiava e beveva in mezzo alle cosce, aggiungeva una leggera vibrazione alle sue labbra che si trasmetteva a tutto il mio basso ventre, ed era incredibilmente piacevole.

Poi volle mettermi dentro due dita.. Sì!
Aveva proprio intenzione di farmi venire.. Mentre mi leccava e succhiava con sapienza il clitoride, le sue dita esploravano la mia fica in lungo e in largo, con decisione, ma non senza gentilezza.. Stavo per venire tra i sussulti.. Lo strinsi a me e gli feci sentire il mio orgasmo in bocca, volevo che sentisse tutto il mio godimento e che prendesse nella bocca la mia fica rovente e la baciasse e leccasse mentre esplodevo di piacere; lui faceva proprio come volevo, come avevo bisogno che facesse, anzi; ficcò la sua lingua dentro di me, gustandomi e bevendomi tutta e sentendo la vita che si sprigionava dalla fica ed esplodeva sulla sua lingua. Non volle perdere nemmeno un istante di quella energia che volevo dargli.
Non smetteva di leccarmi, ora partiva a leccarmi dal buco del culo e tornava su, e poi ancora, da su a giù.. Che meraviglia.. Se ci ripenso adesso, mi bagno ancora..

Mi sentivo completamente libera con quest’uomo, non provavo alcun tipo di imbarazzo. Era come se ci conoscessimo da sempre, è davvero pazzesco. Ancora oggi non so spiegarmelo.. E forse non è necessario trovare una spiegazione, dopotutto.

Immagino che lo sentisse, ma volevo fargli capire quanto lo desideravo sentire dentro di me, così mi misi in ginocchio, davanti a lui. Volevo che mi scopasse la bocca, volevo scoparlo con la bocca, dipende dai punti di vista. Tirò fuori il suo cazzo che sgocciolava di godimento e pulsava per l’eccitazione, lo strinsi con la mano e iniziai a leccarlo e succhiarlo.. Adoravo quel cazzo, volevo che fosse mio soltanto. Mi riempiva la bocca alla perfezione, e lo sentivo crescere dentro di me, sempre più ogni volta che la mia bocca lo accoglieva.

Lo guardavo negli occhi mentre lo facevo godere così, ma volevo di più. Iniziai a spingerlo sempre più in fondo alla gola, poi lo tiravo fuori, respiravo forte, e lo mandavo giù di nuovo, mentre lui guidava i miei movimenti tenendomi per i capelli, da dietro.

– Ogghhhlll… Aaaahhhhh..
– Oogggghllll.. Aaahhh..

Prendevo quel meraviglioso uccello tutto in gola, non avrei creduto potesse piacere così tanto anche a me. Ogni tanto lo tiravo fuori e me lo sbattevo sulle labbra chiuse, lo leccavo come si lecca un cono gelato che si sta sciogliendo al sole, poi gli sputavo sopra e ricominciavo da capo, con più passione di prima, succhiavo quel cazzo con sempre più voglia e già sentivo che la mia fica bruciava ancora di voglia.
Lo volevo in fica, da impazzire. Mi alzai e lo portai sul divano. Gli mormorai all’orecchio, come se ci fosse qualcuno che avrebbe potuto sentirci:

– Fammelo sentire tutto..

Non si fece pregare. Mi misi a novanta, appoggiata con le braccia allo schienale del divano. Mi accarezzò le labbra bagnate e mi penetrò piano piano, facendomi sentire ogni centimetro di quella sua parte di corpo che entrava nel mio. Era fantastico prenderlo tutto in quella posizione, e iniziai a muovermi lentamente avanti e indietro; lui assecondò il mio ritmo, dapprima lentamente, poi accelerò un po’ le sue spinte, che erano decise ma gentili, e nel frattempo allungava le mani sui miei capezzoli che danzavano.

Mi sentivo una gran troia. Con questo voglio dire che con quest’uomo mi sentivo perfettamente libera di esprimere ogni lato della mia sessualità, senza la minima paura di sentirmi giudicata o guardata in modo strano: questa libertà sessuale che sentivo, mi faceva sentire una donna capace di soddisfare i miei bisogni in modo sano e maturo; io avevo voglia di godere il sesso nella sua pienezza e di donare piacere, e quest’uomo, oltre a desiderare la stessa cosa, credo, sembrava avesse voglia -e soprattutto, che traesse piacere da questo!- di comprendere e assecondare con gioia questa mia necessità.

Prenderlo da dietro è una posizione incredibile: è un sesso animalesco, ma allo stesso tempo molto intimo. Senza staccarmi da lui, drizzai la schiena per avvicinarmi al suo petto; mentre rallentava ed accelerava senza sosta le spinte del suo cazzo dentro di me, inarcando leggermente il collo verso di lui gli sussurrai all’orecchio:

– Mi stai scopando in modo meraviglioso. Sono la troia più fortunata al mondo, grazie.

Ci staccammo. Mi voltai e glielo presi ancora in bocca.. Non ce la facevo più. E anche ora, che ricordo e scrivo per non dimenticare, sono fradicia in mezzo alle cosce, ho una pazzesca voglia di lui..

Con una mano sul petto lo spinsi per farlo sdraiare a pancia in su. Mi misi sopra di lui.. E’ incredibile, non finirò mai di pensarlo, ma anche in questo caso comprese al volo ciò che volevo (forse perché era anche ciò che voleva lui, non saprei).
Volevo sentirmi piena dappertutto. Lo volevo in culo e anche davanti, in fica. Non potevo più resistere, volevo, dovevo anzi esplodere tutto il succo di questa fica che anche ora sto accarezzando.

Delicatamente, molto, mi allargò il buchino dietro, strettissimo e caldo. Non fu una facile penetrazione, devo dire, perché lì non me lo aveva mai messo nessun altro prima; ma ero felice che fosse proprio quest’uomo a sfondarmi il culo, e non vedevo l’ora.
Ora avevo le gambe piegate e divaricate, ero sopra di lui e prendevo con sfrenata gioia il suo cazzo nel didietro; mentre me lo dava così, mi infilava prima uno, poi due, poi tre dita nella fica che pulsava come un cuore, e riusciva anche a carezzarmi il clitoride.
Così mi stava facendo sentire piena nei miei buchi, ero al settimo cielo dal godimento, e sentivo che anche lui stava per giungere al culmine del sopportabile.

Sentii una energia nuova arrivarmi da dentro, come da lontano; non sapevo dire bene da dove era iniziato il suo cammino, e non potevo fare nulla per rallentarla o fermarla. E così lasciai che quella energia facesse il suo percorso, e mentre scopavamo in quella posizione, con il suo cazzo in culo e le sue mani meravigliose che mi penetravano, mi accarezzavano, con le sue dita che si facevano succhiare quando meno me lo aspettavo, mentre mi sollevava per le cosce ritmicamente per farmi sentire per bene l’uccello fino in fondo, mentre il mio respiro aumentava follemente insieme al suo, mi lasciai finalmente andare ad un grido prolungato di gioia e godimento mentre squirtavo per la prima volta come una fontana e lui mi veniva nel culo, riempiendomi con il suo liquido caldo, e sentire quella sensazione mi annientava le forze, sentivo le cosce che avevano voglia di tremare e sussultare.

Sembrava amare quel mio orgasmo pazzesco mentre giocava con il getto violento che mi sgorgava dalla fica rossa di passione, sembrava si stesse nutrendo del mio liquido mentre lo passava per accarezzarmi ancora e ancora, e tornava a penetrarmi piano con le dita, mentre non smetteva di spingermelo dietro e la sua sborra calda mi riempiva e mi mandava ai pazzi ancora, e ancora non smettevo di squirtare e baciarlo voltandomi indietro ma senza la forza di staccarmi da quel cazzo.

Ora, ancora in quella posizione, mi stringeva tutta, sentendo il mio corpo vibrare per la grande emozione. Ancora un suo dito dentro mi fece sussultare, e mi volle guardare negli occhi mentre respiravamo forte insieme e contemplavamo, negli occhi dell’altro, ciò che era appena stato.

Poi, a lungo rimanemmo abbracciati e avvinghiati con le gambe, godendoci il calore reciproco della nostra pelle nuda e madida, mentre ancora mi carezzava là, dove tanto avevo goduto, fuori e dentro. C’era una calma profonda che ora ci dominava ed era bello così, in silenzio stare stretti in quella quiete misteriosa.

Ho scritto questo per non dimenticare le sensazioni e la magia di quell’incontro irripetibile, questo è tutto. So che ogni volta che rileggerò (come ora), la mia fica, il mio corpo tutto, ma soprattutto la mia anima, avranno voglia di fare l’amore con quell’uomo.

Ela

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