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Erotici RaccontiTrio

La notte di Monica

By 18 Ottobre 2024No Comments

Monica tornò in albergo quella sera, stanca dopo una lunga giornata di lavoro in trasferta. L’albergo era si e no dignitoso, e già si era lamentata al telefono col suo capo.
”La prossima volta trovatemi un posto più decente o torno a casa.”
Indecisa se ritirarsi in camera o fare uno spuntino veloce, si fermò nella hall. Seduta languidamente, con le gambe accavallate, parlava al telefono con il marito, ma non si accorgeva degli sguardi affamati di due uomini poco distanti. Sentiva un leggero fastidio, una noia accumulata nei giorni precedenti, e la monotonia della giornata le pesava.
“Guarda quella… sembra una discreta figa,” sussurrò Franco a Mario, senza staccare gli occhi da Monica.”
Mario la osservò con attenzione: una donna matura, ma ancora piacente, con curve abbondanti, proprio come piacevano a lui e dava l’impressione di trovarsi lì da sola.
“Chissà se ci sta…” sbottò, dubbioso.
“Guarda che faccia da porca! Da retta a me, che sotto sotto quella ne ha più voglia di noi,” aggiunse Franco con un ghigno. Il loro autotreno aveva necessità di un intervento e così era concesso loro una sosta per un giorno di riposo, proprio in quello stesso albergo.
Monica, annoiata e stanca della solita routine, dallo squallore dell’albergo, fu tentata dall’avventura quando i due uomini si avvicinarono, attaccarono bottone. Non era la prima volta che sfruttava le sue trasferte, se l’occasione era propizia, per qualche escursione adulterina.
Franco era il più spavaldo, mentre Mario osservava con uno sguardo calmo e più riflessivo. Monica si lasciò coinvolgere senza opporre troppa resistenza, sentendo crescere una crescente eccitazione, una fame di una serata di sesso senza pensieri. I due non si caratterizzavano per eleganza e raffinatezza, anzi erano decisamente rozzi nei comportamenti e nel linguaggio, ma questo rendeva per certi versi ancora più elettrizzante il tutto.
Durante la cena, il vino allentava poi ogni inibizione qualora ce ne fossero state. Gli sguardi erano sempre più audaci, i commenti più triviali, una mano da sotto il tavolo le si appoggiò in grembo. Monica si sentiva allegra, civettava vergognosamente, le sue risate più libere. La maschera di donna seria si scioglieva, lasciando spazio a una parte di sé che non aveva mai permesso di emergere.
Dopo cena, Monica sorrise maliziosa e sussurrò ai due, alzandosi: “Potremmo vederci da me… mi sembra che stiamo dando spettacolo e attirando troppa attenzione.”
Le sue parole erano un invito esplicito, e mentre si allontanava con un ondeggiare sensuale, Franco e Mario si scambiarono uno sguardo di soddisfazione. “Te l’avevo detto, che ce la saremmo chiavata,” disse Franco con aria trionfante. Mario annuì, già pregustando la notte che li attendeva.
In camera, Monica si preparò con cura, scegliendo una lingerie – che aveva messo in valigia per uno strano presentimento – che metteva in risalto eccessivo le sue forme assai generose. Quando sentì bussare alla porta, aprì lentamente, sbirciò in corridoio, lì fece entrare trovando. I due uomini la guardarono avidamente. La tensione erotica era palpabile.
“Sei splendida,” sussurrò Franco, avvicinandosi. Monica sorrise, mentre sentiva il battito del cuore accelerare. L’emozione la travolgeva e si sentiva pronta a lasciarsi andare completamente. Si stupì di arrossire: non era certo una a cui difettava l’esperienza.

Monica si avvicinò lentamente ai due uomini. C’era una consapevolezza provocante nei suoi movimenti, una sguardo di sfida. Franco e Mario non persero tempo; con mani decise iniziarono a esplorare il suo corpo, sfilandole la lingerie con una certa impazienza. Monica emise un piccolo gemito, un misto di eccitazione e sorpresa, mentre il suo corpo veniva esposto ai loro sguardi bramosi.
Le mutandine finirono nelle mani di Mario, che le portò al viso con un sorriso famelico, inspirandone il profumo di figa. “Sei tanta…” sussurrò Franco, afferrandola per i fianchi e tirandola verso di sé. Monica sentiva un calore crescere dentro di lei, il desiderio che la divorava sempre di più. Non c’era più spazio per dubbi o resistenze; si sentiva viva, libera, pronta a vivere ogni istante di quella notte. Mario era magro segaligno col volto da duro. Franco villoso e con un po’ di addome prominente era il classico porco libidinoso.
Mario la girò, affondando il viso tra le sue natiche, esplorandola con la lingua, e Monica gemeva, incitando senza parole a continuare.
“ Bravo leccami tutta, anche il culo, siiii…
Intanto Franco si avvicinò, con il membro eretto a pochi centimetri dal suo viso. Senza esitazione, lei lo prese fra le labbra e cominciò a succhiarlo lentamente, assaporando ogni movimento, ogni impulso.
“Sei proprio una maialina, eh?” mormorò Franco, affondando le mani nei suoi capelli per guidarla. Monica non si fermò, anzi, il ritmo dei suoi movimenti aumentava, mentre sentiva il corpo di Mario lavorare su di lei da dietro. Era travolta da sensazioni contrastanti, ma incredibilmente potenti. Il confine tra piacere e controllo si era dissolto, e ora era solo una questione di desiderio.
” Adesso però scopatemi tutti i buchi. Voglio proprio godere… sono vostra,” sussurrò Monica, la voce piena di eccitazione. Voleva fare una esperienza trasgressiva nuova e indimenticabile.
Mario si alzò, la girò e la posizionò sopra di sé in modo da ficcarle dentro, in un colpo il suo membro con un movimento deciso. Monica gemette oscenamente, per un misto di sorpresa e piacere, mentre Franco si preparava dietro di lei, spingendosi dentro le sue grosse natiche. Quando lui cominciò a penetrarla in culo, Monica sentì il suo corpo esplodere in una cascata di sensazioni per quei due membri che la riempivano. Ogni colpo era una scarica di piacere, e Monica si abbandonava completamente, incitando i due uomini a intensificare i loro movimenti.
“ Spero siate in grado di far meglio…”
Il ritmo si fece sempre più frenetico. Le mani di Franco affondavano nei suoi fianchi carnosi, mentre la pompava sempre più in profondità; nel frattempo Mario la sollevava e abbassava su di sé, le succhiava le sontuose pere che penzolavano e ne mordeva i grossi capezzoli facendola impazzire. Monica ansimava forte e i suoi gemiti riempivano la stanza, mentre si perdeva in quel vortice di sensazioni.
“Non fermatevi…ancora…ancora, voglio i vostri luridi cazzi in me,” li incitava, la voce rotta dal piacere. Ogni parte del suo corpo era in tensione, come se il piacere fosse troppo intenso da contenere. I due muggivano e grugnivano da animali quali erano, godendo di tutta quell’abbondanza a loro disposizione.
La stanza era pervasa dall’odore del sesso, di sudore, per un desiderio primordiale. Monica si divertì a immaginare di essere una puttana che si vendeva e che concedeva tutto ai suoi clienti pur di incassare di più. Ogni colpo, ogni spinta la faceva gridare più forte, e l’estasi la travolgeva, dimenticando ogni scrupolo, ogni remora. Era da tempo che non riceveva una ripassata del genere e una doppia penetrazione era la prima volta che la provava.
La notte continuò, oscena e instancabile, i loro corpi si muovevano all’unisono fino a che, esausti, crollarono sul letto tra lenzuola intrise di sudore, secrezioni e sperma. Monica, esausta, respirava affannosamente, il corpo ancora scosso dai tremori dell’orgasmo. Ma non c’era rimorso, non c’era vergogna. Solo una sensazione di profonda soddisfazione.

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