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Tamara era vedova ormai da tre anni e non aveva avuto più un uomo, avendo passato i 60 da qualche anno non ne sentiva il bisogno però ogni tanto si ritrovava a toccarsi per allentare la tensione. Erano masturbazioni veloci, senza una particolare passione. Con suo marito, prima che in due mesi se ne andasse per un tumore scoperto troppo tardi, lo faceva di rado, le piaceva molto ma la menopausa aveva limitato molto le sue voglie. Di solito vedeva le richieste sessuali del suo caro Aurelio, come delle scocciature, a lei il pensiero del sesso non usciva mai, accontentava di tanto in tanto le voglie e nemmeno con troppo entusiasmo.
Non parliamo poi delle richieste fantasiose del marito “o famo strano” per lei era già farlo sul divano di casa. Vestirsi sexy per uscire era qualcosa che la contrariava, si riteneva troppo grassa per indossare certi abbigliamenti tipo un paio di calze con scarpe un po’ di tacco ed una gonna sopra il ginocchio. Lui ci teneva tanto e quando morì le dispiacque tanto averglielo negato praticamente sempre per tanti anni. Al suo compleanno indossava una mise che la maggior parte delle donne riterrebbe normalissima ma non la usava per uscire ma per concedersi al consorte. N realtà era solo un po’ sovrappeso essendo altra 1,60 per 58 chili.
Dopo che il pover’uomo era morto qualche rimorso le era venuto. Una notte lo sognò, Aurelio le chiedeva in sogno di indossare un vestito nero elasticizzato che da giovane aveva messo anche qualche volta per uscire, abbinato con un catsuit comprato dal marito per le sue voglie ed un paio di scarpe col tacco alto che aveva messo ad un matrimonio. Nel sogno il marito le diceva che doveva indossarli ed uscire con qualcuno e rifarsi una vita.
Al mattino aveva avuto la sensazione che il sogno fosse realtà poi, una volta ben sveglia, aveva tirato dritto classificando il sogno fra quelli strani.
La notte successiva però Aurelio era tornato ed aveva espresso la stessa richiesta e le era sembrato che la avesse anche toccata sulla testa carezzandola.
La cosa continuò così per una settimana di fila ed ogni volta si aggiungeva qualcosa alle richieste del marito defunto.
Il settimo giorno si svegliò in un lago di sudore, nel sogno il marito la aveva carezzata nelle parti intime e fatta godere.
Sempre più stupita della cosa pensò che in effetti era almeno un paio di mesi che non si masturbava e chiuse così la faccenda.
Passò una settimana tranquilla poi di nuovo il coniuge le apparve in sogno. Questa volta le disse che non riusciva a passare oltre la soglia perché in vita non era mai stato accontentato da lei.
Si sentì terribilmente in colpa e pensò che il suo subconscio le stesse facendo brutti scherzi.
Passò il giorno tutta agitata poi quando andò a dormire il sonno si impossessò di lei molto velocemente ed iniziò a sognare di nuovo.
Questa volta il marito era di fianco a lei e la cingeva appoggiando il suo membro nel solco delle natiche, le reiterava la richiesta di vederla uscire agghindata in modo sexy, come diceva lui mentre lei riteneva che il look richiesto per una ultra sessantenne fosse da vecchia mignotta, stavolta però Aurelio le sussurrò nell’orecchio due numeri con il suggerimento di giocarli sulla ruota di Milano per le successive tre estrazioni.
Sempre più stupita dagli scherzi che può fare il subconscio giocò però i numeri ad alla terza estrazione i 5€ uscirono e le fecero vincere 1250€, più o meno lo stipendio che prendeva e che le facevano particolarmente comodo perché l’estate successiva avrebbe dovuto pagare le rate di alcuni lavori di manutenzione del suo appartamento ed avrebbe dovuto chiedere un piccolo prestito o andare in rosso col conto corrente.
Quando incassò il denaro pensò che il suo subconscio era davvero strano ma che le piaceva parecchio.
Passò un mese senza che il marito tornasse in sogno poi una notte eccolo di nuovo. Ancora di fianco a lei col cazzo duro le chiedeva di vestirsi come le aveva richiesto e di uscire per andare in un locale noto in città per essere frequentato da single ultra cinquantenni. Lei lo chiamava con le amiche l’ultima spiaggia. Donne ed uomini che erano soli e ne sentivano il peso cercavano conforto in quel locale mascherato dietro una notte di sesso. Aurelio le sussurrò all’orecchio che se avesse dato seguito alla sua richiesta, sarebbe tornato per un’ultima volta e, prima di passare, avrebbero potuto fare l’amore. Lui sarebbe stato con lei durante la serata anche se soltanto lei lo avrebbe potuto vedere. Le sussurrò nell’orecchio tre numeri.
Il giorno successivo Tamara andò a giocare i tre numeri. Stavolta puntò 50€, anche stavolta le prime due estrazioni non portarono nulla ma la terza invece i tre numeri suggeriti uscirono. La cosa ebbe il duplice effetto di far vincere a Tamara la bella cifra di 225.000 e di convincerla che non era il suo subconscio ma che il fatasma di Aurelio era con lei.
Decise allora di accontentarlo, di fatto la vincita la aveva sistemata, era prossima alla pensione e l’integrazione ottenuta, dato il suo stile di vita non particolarmente dispendioso, le avrebbe permesso una vecchiaia serena con qualche viaggio e regali ai nipotini.
Voleva rendere completo omaggio, la serata clou al locale era il giovedì sera, il pomeriggio si recò in un negozio di intimo e comprò un completo che normalmente non avrebbe nemmeno guardato, era di pizzo verde acqua composto da uno micro tanga e da un reggiseno con le coppe completamente trasparenti. La sua 4 abbondante era strizzatissima e pensò che se era quello che voleva suo marito era ora di darglielo. Oltre al completino verde comprò anche un calzacollant con apertura al cavallo. Voleva fare le cose per bene.
A casa prese il vestito nero a cui aveva fatto riferimento suo marito. Dall’ultima volta che lo aveva indossato erano passati alcuni anni e lei aveva preso un paio di chili. Essendo elasticizzato lo riempiva di più e risultava particolarmente corto. Le arrivava due dita sotto le natiche. Fortunatamente il collant le copriva tutto lasciando solo una piccola apertura. Indossò il tanga e si mise allo specchio.
Aurelio sarebbe stato entusiasta se lei fosse uscita con lui così agghindata, sarebbe stata a disagio tutta la sera ed avrebbe combattuto contro le mani del marito che avrebbero provato ad insinuarsi ovunque e poi a casa la avrebbe scopata con foga e probabilmente lei, rilassata per essere di nuovo fra le mura domestiche, si sarebbe lasciata andare godendo con gusto.
“Così, sembro proprio un gran troione in cerca di cazzo” pensò e per la prima volta il pensiero non le diede fastidio, non che fosse entusiasta della cosa ma pensò che forse era stata troppo rigida con sé stessa e soprattutto con il marito. In fondo era solo un vestito, quello che contava era come ci si comportava.
Il locale apriva alle 22, non voleva entrare subito, il suggerimento di una collega del lavoro che ci andava una volta al mese quando aveva voglia di scopare, era di arrivare verso le 23. Aveva anche preso il venerdì di ferie per gestire meglio la cosa. La collega, stranita dalla richiesta di informazioni vista la fama di donna morigerata di Tamara, le aveva chiesto come mai volesse sapere tante cose sul locale e lei candidamente le aveva confessato che intendeva andarci per una scommessa persa.
“Questa non me la voglio perdere, vengo a prenderti io alle 22:30” le aveva detto.
Puntuale come un orologio svizzero Giorgia aveva citofonato, visto che non doveva guidare e che voleva esagerare, indossò un paio di decolté rosse che suo marito le aveva regalato e che indossava solo per scopare in casa. Il tacco 12 era molto impegnativo ma la slanciava. Si dette un ultimo sguardo nello specchio all’ingresso e si bagnò. Che cosa se stava succedendo? Scese e quando uscì dal portone del palazzo Giorgia la stava aspettando e strabuzzò gli occhi. Aveva indossato uno spolverino che le arrivava al ginocchio per non far parlare troppo la vicina del 3 piano che era sempre a caccia di pettegolezzi ma rispetto ai suoi standard era comunque un look molto insolito.
Quando entrò in macchina slacciando un bottone dello spolverino che si aprì, Giorgia le disse: “certo che quando decidi di fare una cosa la fai bene, stasera avrai solo da scegliere quale cazzo ti scoperà. Poiché gli uomini che frequentano il locale li conosco ormai bene, permettimi di darti un consiglio se vuoi arrivare fino in fondo”.
“Giorgia, ti ho detto ce ho perso una scommessa, io non sono questa, stasera, se è vero quello che dici, lascerò a bocca asciutta un po’ di uomini e la cosa finirà lì”.
Entrarono nel locale alle 23 lasciando i loro soprabiti all’ingresso al guardaroba.
Alla sala principale del locale si accedeva da una scala che scendeva, quando la percorsero Tamara si rese conto di avere addosso gli occhi di una dozzina abbondante di uomini. Lei era una new entry e questo in parte spiegava la cosa ma la maggior parte degli uomini la vide come una preda facile dato il suo look molto sexy.
“Hai fatto colpo, se vuoi te li puoi scopare tutti, a parte un paio di coppie già formate che puoi vedere avviluppate là in fondo dove ci sono i divanetti, gli uomini hanno occhi solo per te, me proprio non mi guardano, mi è capitato di rado ma sapevo che avresti fatto questo effetto”.
Si sedettero ad un tavolo ed un cameriere venne a chiedere cosa desideravano da bere, optarono entrambe per un gin tonic ed appena il cameriere si fu allontanato iniziò la processione.
Una mezza dozzina si lanciò subito, presentandosi facendole i complimenti in modo molto scontato. Tamara con un sorriso li liquidò tutti. L’ultimo allora decise di virare su Giorgia la quale gli diede un due di picco sottolineando che lei non era un ripiego.
Arrivò il cameriere con le bevande, Tamara si sentì sussurrare nell’orecchio la voce di Aurelio che le diceva che gli era piaciuta ma che se c’era almeno uno ce le piaceva avrebbe dovuto provarlo.
In effetti nella sala c’era un uomo di circa 60 anni, vestito in modo elegante e sobrio con un fisico asciutto che non aveva strabuzzato gli occhi quando lei era arrivata. Era seduto in un angolo, non sembrava molto interessato al viavai delle donne che provavano ad invitarlo a ballare.
Quando lei e Giorgia scesero in pista però si alzò e cominciò anche lui a ballare nei pressi delle due donne. Non si può certo dire che fosse un ballerino provetto, Tamara invece aveva fatto danza da ragazza ed aveva mantenuto, nonostante il fisico non proprio esile, una grazia ed elasticità notevoli per l’età. Non aveva però fatto il conto con le scarpe che aveva indossato. Già camminando aveva rischiato un paio di inciampi e ballando spesso si era appoggiata a Giorgia per mantenere l’equilibrio.
“Buttati” si sentì dire dalla voce di Aurelio e contemporaneamente mentre era già un po’ sbilanciata si sentì spingere verso quell’uomo.
Praticamente gli cadde addosso e lui la sostenne.
“Mi scusi, sono inciampata” disse Tamara, la risposta, seppure scontata le piacque molto: “può inciampare tutte le volte che vuole, è un piacere aiutarla”.
Tamara sorrise, il ghiaccio era rotto ed anche l’uomo che si presentò come Rinaldo le sorrise in mdo convinto. Ballarono ancora per 5 minuti. Lei sempre più vicino a Rinaldo, la musica non era fortissima così poterono anche scambiare 4 chiacchiere. Poi iniziò un lento e Rinaldo le chiese se voleva appoggiarsi ancora a lui per tornare al tavolo. Tamara si sorprese ancora: “preferirei ballare, hai voglia di farlo con me?”
Rinaldo la prese per mano e si allacciarono nel lento. Rinaldo non osava appogiarsi troppo lei invece lo fece con naturalezza. Le sembrava che quell’uomo fosse in sintonia perfetta con lei e la cosa la rendeva più audace. Durante il ballo vide che Giorgia era strettamente allacciata impegnata in una respirazione bocca a bocca con un uomo prestante.
Indicandola Tamara disse a Rinaldo: “credo che avrò bisogno di un passaggio quando uscirò”.
Era mezzanotte passata e lei di solito a quell’ora aveva già preso una tisana e stava dormendo, era un po’ stanca.
Rinaldo le offrì di accompagnarla, Tamara attese che Giorgia prendesse un po’ di fiato e le disse che era libera dai suoi impegni di chaperon, la collega sorrise e le fece l’occhiolino.
Rinaldo si comportò in modo impeccabile, le porse il braccio in modo solido e senza provarci.
Arrivati sotto casa di Tamara si fermarono e chiacchierarono per un bel po’. Era ormai l’una e Tamara prese congedo non prima però di aver dato un bacio sulla guancia a Rinaldo.
Lui scese dall’auto per aprirle la portiera e lei prese il braccio per tirarsi in piedi. La macchina di Rinaldo era una sportiva molto bassa, probabilmente anche costosa ma lei non se ne intendeva di auto. Con quei tacchi alzarsi da così in basso sarebbe stato molto difficile. Per riuscirci sfruttò tutto il braccio che Rinaldo le aveva porto ma divaricò anche le gambe per fare più presa. Si rese conto che il vestito le era risalito oltre il pube dall’occhio di Rinaldo che la aveva sbirciata nelle parti intime.
“Vuoi vedere il mio tanga da più vicino?” Tamara fu sorpresa dalle sue stesse parole, in altri momenti non avrebbe nemmeno potuto pensarle. Non le dispiacque però di averle pronunciate.
Il volto di Rinaldo si illuminò, la tirò a sé e la baciò.
Era un bacio dolce, non prepotente, insomma non quello che si dà obnubilati dal sesso.
Durò pochi secondi poi Rinaldo le porsela borsetta recuperandola dall’auto. Tamara prese le chiavi e sentì una vocina dentro di sé “divertiti e per una volta lasciati andare”.
Salirono in ascensore e si baciarono di nuovo, stavolta un po’ meno delicatamente. La mano di lui le scese sul sedere dandole una massaggiata vigorosa che le piacque.
“Cosa mi sono perso ed ho negato ad Aurelio” pensò.
Entrati in casa lei si tolse le scarpe “ora sono un po’ più stabile”, sentì una mano che le spingeva sulla testa facendola abbassare e nell’orecchio un sussurro con la voce di Aurelio “succhialo che sei brava”.
Lei aprì i pantaloni di Rinaldo, lo spinse sul divano e si inginocchiò iniziando una fellatio con i controfiocchi.
Stavolta la mano sulla sua testa era quella di Rinaldo che mugolava di piacere.
Dopo 5 minuti di quel trattamento l’uomo la fece smettere. “Voglio ricambiarti il favore”.
La fece sedere sul divano e le sfilò il tanga, il vestito era risalito ed ebbe facile accesso al sesso di lei.
Iniziò a mordicchiarla mentre la carezzava, poi si tuffò sulla sua patatina e iniziò a mordicchiare il clitoride prendendolo fra i denti e vellicandolo con la lingua. Poi lo mollava ed usava solo la lingua come un piccolo pene. Anche Tamara iniziò a mugolare di piacere.
Lo fermò prima di avere un orgasmo, si ricordò che in camera da letto nel cassetto del comodino di suo marito c’erano dei preservativi. Fece segno a Rinaldo di restare fermo, andò a prenderli.
Quando tornò l’uomo era completamente nudo. Anche lei nel frattempo si era tolta reggiseno e vestito restando solo con il collant aperto.
Porse un preservativo all’uomo che lo indossò, lei afferrò l’uccello e si calò sopra di lui. Il cazzo di Rinaldo era di buone dimensioni, più o meno come quelle di suo marito, e scivolò dentro con pochi colpi poi lei iniziò a cavalcarlo con un ritmo crescente. Quando arrivò ad averlo dentro tutto si fermò.
Dopo un paio di secondi sentì qualcosa che si stava insinuando nel culo. Si girò e per un attimo le parve di vedere Aurelio, sentì anche la sua voce.
Il suo culo non era vergine. Prima di sposarsi e prima di farsi scopare da Aurelio, unico uomo che fino a quel momento aveva goduto delle sue grazie, per un anno intero oltre ai pompini gli aveva dato il culo. Però erano diversi anni che lui non la penetrava più lì.
L’ultima volta lui la aveva scopata in culo mentre in figa c’era un fallo finto di generose dimensioni. Si era vergognata come una ladra soprattutto perché il trattamento le era piaciuto. Non lo aveva ammesso con suo marito a cui aveva concesso questa doppietta come regalo per i 50 anni.
“Ti piace la doppietta vero? Non lo ammettevi allora, fallo adesso” le sussurrò il fantasma di Aurelio mentre affondava il suo cazzo più in profondità nelle sue viscere.
Tamara iniziò a mugolare e ad emettere una serie di Si Si Si ricominciando anche a cavalcare Rinaldo che le massaggiava le tettone baciandole quando lei si calava su di lui.
Ebbe un orgasmo sconvolgente. Due cazzi di cui uno finto li aveva provati ma due che si muovono insieme era una esperienza che non aveva immaginato potesse essere così forte e piacevole. Pensò per un attimo che le dispiaceva di aver privato Aurelio di tutto questo nonostante lui le avesse chiesto molte volte di ripetere, magari con u terzo, il trattamento fattole. Lei aveva sempre declinato anche arrabbiandosi un po’ perché il marito le faceva queste proposte.
Mentre finiva di godere sentì il culo che si liberava ed il cazzo di Rinaldo che si ingrossava e veniva dentro di lei protetta dal profilattico.
Pensò che anche se era stata una azione di buon senso usare il profilattico, avrebbe voluto sentire la sborrata inondarle la figa. Pensò ce ci avrebbe riprovato se Rinaldo la avesse voluta frequentare.
Poi Rinaldo la baciò dolcemente su una guancia e sulla bocca, senza usare la lingua.
“E’ stato bellissimo, grazie sei fantastica, mi piacerebbe rivederti”, le lasciò il suo biglietto da visita con il numero dell’ufficio e del cellulare.
“Non voglio essere invadente e non ti chiedo il numero, ma sarò felicissimo se mi vorrai rivedere anche solo per un pranzo o un aperitivo”.
Quindi si rivestì e se ne andò.
Aurelio si materializzò a figura intera.
“quando si muore si vede tutta la vita, si scoprono i segreti che ci riguardano così ho saputo che la doppia ti era piaciuta ma volevo anche io la mia parte ed uscire con te vestita sexy disse Rinaldo.
Tamara lo interruppe per un attimo ridendo: “da puttanone vorrai dire”
“Da puttanone ok hai ragione ma mi sembra che alla fine non ti sia dispiaciuto e ne sia valsa la pena. Ora io posso andare, quello che mi teneva legato a questo mondo è stato completato. Mi dispiace non averlo fatto da vivo ma anche così è stato bello. Mi è anche piaciuto vederlo dall’esterno come fosse un film. Mi raccomando abbi cura di te e non perderti le occasioni che la vita ti offre”.
Le ultime parole le pronunciò mentre la sua immagine svaniva, Tamara ebbe un moto di tristezza poi ripensando a quanto suo marito le aveva detto, prese il biglietto da visita ed il cellulare e chiamò.
“pronto Rinaldo, sono Tamara, ti disturbo?”

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