Viviana era a casa, stava preparandosi per uscire, come ogni mercoledi’ andava in palestra, quando suo figlio Luca le arrivo’ alle spalle le diede un bacio sul collo e le chiese se poteva accompagnarlo all’allenamento, aveva rotto la vespa e quindi aveva bisogno di un passaggio, poi per ritornare si sarebbe fatto accompagnare da qualche amico.
Viviana acconsenti’, non riusciva mai a rifiutargli nulla, quel ragazzo era la sua unica consolazione, ed era un ottimo sportivo e anche un buon studente, ed era bello come un dio greco, quale madre non sarebbe orgogliosa di un figlio cosi’ e sempre attento e affettuoso.
Lo abbraccio’ con tenerezza e gli diede un bacio a fior di labbra, sulla bocca, -va bene amore-, disse, -come sempre dovro’ arrivare in ritardo alla mia seduta in palestra-.
Partirono quindi insieme, Viviana aveva una guida piuttosto sportiva e la sua auto era una bella Lancia fulvia coupé rossa, sfrecciava lungo la statale, era sopprapensiero perchè doveva pagare alcune multe, e fino a fine mese quando incassava l’assegno di mantenimento del divorzio non sarebbe riuscita a fare fronte a quella spesa, aveva spesso esagerato con le spese voluttuarie, e per questo aveva dovuto anche rinviare la revisione della macchina e il cambio delle pastiglie dei freni. Ma si disse una settimana di pazienza, devo resistere una settimana, penso’ di chiamare qualche amico e farsi prestare i soldi, ma poi sapeva che loro avrebbero parlato male di lei o peggio le avrebbero fatto delle richieste che non le andava di soddisfare.
Pensare che il suo miglior amico le aveva offerto un mucchio di soldi per andare a letto con lui una volta alla settimana come una mantenuta, ma per chi l’aveva presa per una puttana quello stronzo. Pero’ adesso che aveva bisogno di soldi le ritornava in mente quella proposta oscena, e quanti dal suo divorzio due anni fa le avevano fatto proposte e avances.
Lei le aveva sempre rifiutate, non voleva concedersi cosi’ in cambio di favori, e poi suo figlio cosa avrebbe pensato di lei se l’avesse scoperta?
Certo da giovane sapeva di essere bella e desiderata, a trentotto anni era in gran forma una donna nel pieno della sua femminilità, si era una gran gnocca altro ché, lo sapeva bene e lo leggeva negli sguardi di molti uomini che incontrava, anche di ragazzi giovani, amici di suo figlio, la guardavano come se la spogliassero. Non le dispiaceva questo stuzzicava la sua vanità di femmina di essere ammirata, ma lei era virtuosa, o meglio un po’ timorosa e complessata, suo marito era stato il suo unico uomo, si accontentava del vibratore che teneva nascosto in camera da letto quando la tensione diventava troppo forte, e quando si svegliava in preda a sogni inconfessabili nei quali veniva posseduta da un gruppo di mandrilli in tiro, e lei come una vittima sacrificale si concedeva alle loro voglie allora in quei momenti doveva masturbarsi con violenza fino all’orgasmo.
Adesso, assorta in quei pensieri non si era accorta che un camion aveva messo la freccia e stava girando davanti a lei, appena se ne accorse freno’, ma i freni non risposero alla violenta sollecitazione, e cosi’ ando’ a sbattere contro il camion, ci si infilo’ sotto, lancio’ un urlo e venne sbalzata fuori dall’auto.
Quando si desto’ non sapeva dove era, giro’ lo sguardo attorno, dopo un po’ mise a fuoco e si rese conto di essere in ospedale.
Un’infermiera le si accosto’ dicendole di stare calma, e che non aveva nulla di grave, solo una botta in testa ma si stava riprendendo, nulla di rotto solo escoriazioni. Allora apri’ la bocca come per urlare ma nessun suono le usci’, poi ariticolo’ lentamente e chiese: « mio figlio, per favore mio figlio come sta? »
« Suo figlio è in un altro reparto », e l’infermiera dicendole questo le fece un’iniezione, dicendole che doveva dormire.
Quando al mattino seguente, Viviana si desto’ era intorpidita nelle membra e con la bocca pesante, come se avesse bevuto fino a sbronzarsi, si rammento’ di dove era, e che non aveva notizie di Luca.
Guardandosi attorno , vide il pulsante del campanello per chiamare, arrivo’ un’infermiera dopo qualche minuto, alla quale chiese notizie di suo figlio. La poveretta era in ansia, ma purtroppo questa infermiera aveva appena iniziato il turno e non sapeva nulla, la rassicuro’ dicendole che sicuramente avrebbe saputo qualcosa dal primario che sarebbe passato in visita ai reparti tra una mezz’ora. Viviana attese impaziente.
Infatti dopo una mezz’oretta passo’ un medico con al seguito due giovani dottori e un paio di infermiere, era molto cortese, un uomo molto alto magro, con degli occhi che perforavano chi li fissava, Viviana rimase silenziosa, mentre leggeva la cartella poi si sedette sul bordo del letto e l’ausculto’, e le disse: “lei è stata molto fortunata, solo qualche graffio e un leggero trauma cranico senza conseguenze, la dimettiamo oggi stesso, contenta?”.
“Si’ dottore, ma avrei voluto avere notizie di mio figlio”, il dottore si rabbuio’, “ma come, non è stata informata?” “No’ dottore non so nulla, come sta la prego” disse con voce strozzata la povera Viviana piena di una trepidante angoscia.
“Suo figlio è nel reparto ortopedico, è stato sottoposto ad intervento chirurgico per ridurre le fratture piu’ gravi che erano esposte, ma non è in pericolo di vita, pero’ avrà un percorso di guarigione molto lungo, ed è necessario anche un intervento di plastica facciale, perchè è rimasto sfigurato nell’incidente”.
Viviana scoppio’ in singhiozzi, prendendosi il viso tra le mani, il dottore l’accarezzo’, confortandola e dicendole che l’importante era che non c’era pericolo di vita, e quindi anche se il decorso per riprendersi sarebbe stato lungo con la sua giovane età avrebbe potuto riprendersi totalmente quindi di stare tranquilla. Lasciandola le disse che se aveva bisogno poteva recarsi da lui per qualsiasi chiarimento e anche per parlare, le fece una carezza e continuo’ il suo giro seguito dai suoi subalterni come un generale in ispezione.
Viviana chiese di potersi alzare all’infermiera, la quale l’aiuto’, aveva dolori dappertutto ma erano solo dovuti alle botte nulla di grave, penso’ che poteva sopportarli, in fondo all’inizio quando aveva iniziato a frequentare la palestra le prime volte provava dolori altrettanto forti.
Si mise una vestaglia, e chiese che fine avessero fatto i suoi abiti, purtroppo li avevano tagliati, per spogliarla al momento del ricovero, lei era priva di conoscenza e percio’ avevano proceduto cosi’.
Chiese come avrebbe potuto telefonare e incaricare una sua amica di portarle qualcosa da vestire, comunque molti dei suoi effetti erano li’ la borsetta le chiavi di casa i documenti il portafoglio.
Prese dei soldi e ando’ ai telefoni pubblici per chiamare una vicina di casa, Sonia, e se poteva andare a prendere le chiavi in ospedale e recarsi a casa sua e procurarle degli abiti, cosi’ avrebbe potuto lasciare l’ospedale quel giorno.
Era una signora giovane, e benchè non fossero grandi amiche e si vedevano raramente questa si presto’ immediatamente ad aiutare la vicina in difficoltà.
Poi si reco’ nel reparto di ortopedia, per vedere Luca. Era stato un trauma vederlo ingessato e con dei ferri che sbucavano dalle articolazioni, praticamente non poteva usare le braccia e nemmeno le gambe, e aveva una mascella rotta percio’ non poteva parlare ed il suo volto aveva subito un trauma tale da renderlo irriconoscibile, era sfigurato.
Nel pomeriggio Sonia era arrivata con i vestiti e lei potè rivestirsi nel frattempo le pratiche per dimetterla erano state preparate.
Sonia l’accompagno’ a casa, e le fece compagnia per una mezz’ora, le preparo’ il tè, e le disse che per ogni necessità poteva rivolgersi a lei. Ma Viviana disse che stava bene e non aveva bisogno di nulla, aveva già fatto quanto le era necessario, adesso poteva cavarsela da sola tranquillamente, di non preoccuparsi e la ringrazio’ abbracciandola.
L’indomani mattina Viviana si vesti’ elegante e prese l’autobus per andare all’ospedale, cosi’ passo’ il resto della giornata accanto a suo figlio. Luca era sempre sotto sedativi e quindi forse nemmeno la riconosceva.
Comunque dovette occuparsi di varie pratiche andare alla Polizia stradale e all’assicurazione, per sistemare la pratica della denuncia e anche per vedere come potevano intervenire per l’assistenza di Luca.
Purtroppo lei aveva torto, il sinistro era colpa sua, i freni del veicolo non erano stati sistemati percio’ l’assicurazione poteva rispondere solo in parte per i danni del camion ma non avrebbe dato nulla per la degenza in ospedale del figlio.
L’ispettore sinistri dell’assicurazione le disse che forse poteva garantire solo il primo mese ma non gli interventi chirurgici, se lei era ben disposta verso di lui, magari poteva fare uno sforzo e arrivare a due mesi di degenza come copertura. Viviana era disperata, il suo ex-marito non era raggiungibile all’estero, quest’uomo le diceva che nulla le spettava ma che le avrebbe dato una mano solo se lei era disponibile, non era una bambina capi’ a cosa alludeva. Arrossi’ violentemente, non sapendo cosa fare ne cosa rispondere, disse che ci avrebbe pensato su e poi eventualmente sarebbe tornata, imbarazzata se ne ando’ senza sapera dove andava, confusa con il cervello che le pareva avvolto nell’ovatta.
Alla fine si trovo’ non sapeva come davanti all’ospedale, il suo istinto la portava verso il figlio che soffriva in quel letto d’ospedale e aveva assoluto bisogno di una ricostruzione facciale per avere un aspetto umano.
Era li’ come assorta nei suoi pensieri e si ritrovo’ davanti alla porta del primario che l’aveva visitata, le aveva detto di rivolgersi a lui per ogni necessità. Spinse la porta ed entro’ nell’anticamera. Una giovane donna vestita da infermiera, bionda con i capelli raccolti dietro la nuca gli occhi azzurri molto freddi la osservo’, Viviana si presento’ chiedendo se era possibile avere un colloquio con il dottore.
La giovane donna la squadro’ chiedendo se aveva un appuntamento, Viviana spiego’ che era stata dimessa due giorni prima e che suo figio era ricoverato ancora, e il dottore l’aveva invitata a rivolgersi a lui per ogni cosa avesse bisogno.
L’infermiera la fece attendere nel salottino e ando’ ad informare il medico della richiesta di udienza da parte di questa sua paziente.
La fece entrare dopo una mezz’ora di attesa, il medico l’accolse cordialmente e lei gli confido’ tutte le sue disgrazie, l’impossibilità di fare fronte alle spese, il fatto che l’assicurazione non copriva tutte le spese ecc.
Lui agrotto’ le sopraciglia e inizio’ un lungo discorso sulla necessità di fare l’intervento in tempi brevi, ma che questo aveva un costo, e per il benessere del paziente anche da un punto di vista psicologico sarebbe stato utile intervenire nel ridargli un aspetto piu’ umano, era cosi’ giovane che la sua vita ne poteva venire condizionata pesantemente.
Viviana si mise a piangere, e il dottore le chiese se non aveva nessuno che le potesse fare un prestito almeno in modo da poter affrontare l’intervento lui avrebbe accettato anche una garanzia ma non poteva assumersi l’onere nei confronti dell’amministrazione di certe spese senza giustificazione.
Magari lei poteva chiedere un prestito in banca, in fondo si trattava del figlio e per i figli si fanno dei sacrifici.
Viviana spiego’ che suo marito l’aveva lasciata con solo una rendita fissa di due milioni al mese circa, e che lei scioccamente non aveva mai fatto economia perchè le piaceva spendere, adesso la banca la conosceva ma non le avrebbe certo garantito un prestito, poi confido’ al medico la proposta dell’ispettore dell’assicurazione, e che avrebbe accettato pur di aiutare suo figlio.
Il medico sorrise e le disse che una madre deve sempre essere pronta ad ogni sacrificio per i figli, ma l’ispettore dell’assicurazione le garantiva l’intervento e poi cosa d’altro?
“Nulla” disse Viviana. Il dottore la osservo’ con uno strano sorriso e le spiego’ che due mesi sono nulla in confronto al tempo di cui avrà bisogno suo figlio per l’assistenza. Forse ci vorrà un anno di assistenza. Che sono due mesi?
Non si venda per cosi’ poco, cerchi una soluzione migliore, Viviana rimase scioccata “come un anno per le cure?” disse sconvolta.
“Certo, cè l’intervento al viso, l’assistenza psicologica e la riabilitazione, e per mesi non potrà ne mangiare ne lavarsi né fare i suoi bisogni da solo”.
Viviana adesso aveva di fronte a se tutta la drammatica situazione, il dottore aveva ragione, doveva trovare i soldi perché darsi ad un piccolo e meschino individuo per due mesi di degenza quando il suo problema era sei volte piu’ grave? Il dottore le disse prendendole una mano, e alzandosi lei segui’ il movimento era ora molto vicina a lui, quasi i corpi si sfiorvano, e lui le disse a bassa voce: “mia cara, troveremo una soluzione, se non trova i soldi venga da me, la sua disponibilità non deve essere sprecata le pare?”. Viviana annui’ quasi grata che quell’uomo provasse dell’interesse per lei. E usci’ dallo studio piu’ serena di prima. Ando’ al reparto di suo figlio per passare alcune ore con lui, dopo di ché rienr09;tro’ a casa, fece qualche telefonata cerco’ ancora di rintracciare l’ex marito, parlo’ con il direttore della banca ma senza possibilità di trovare una soluzione, visto che l’unica cosa di sua proprieta era l’auto che aveva distrutto.
Capi’ che l’unica scelta era usare se stessa e pagare con cio’ che aveva, solo in questo modo avrebbe ridato una vita a suo figlio e non avrebbe piu’ dovuto essere grata all’ex marito che le aveva sempre detto che lei era inutile, e incapace di qualsiasi sacrificio, durante il loro sfortunato matrimonio.
Passarono alcuni giorni in cui cerco’ di trovare i soldi, ma l’unica soluzione era di fare un prestito da un’usuraio, a quel punto penso’ che era meglio concedersi al medico che a uno strozzino, sicuramente scopare con un signore come il dottore era meglio che rischiare di trovarsi invischiata in una strana situazione come di dover andare a cercare soldi a strozzo, e le conseguenze erano imprevedibili, aveva sentito di una sua conoscente, che era finita male e quasi si era suicidata, l’avevano salvata appena in tempo.
Si vesti’ con cura mise delle calze con reggicalze, delle mutandine con il pizzo, un reggiseno trasparente, si trucco’ la bocca con un bel rossetto, insomma si preparo’ come se dovesse uscire a cena con uno spasimante e volesse fare colpo, poi indosso’ un’abito che si allacciava sul davanti, con una scollatura accettabile, ne troppo sfacciata ne troppo accollata, doveva apparire seducente.
Arrivo’ davanti alla porta dello studio del dottore, si guardo’ un’ultima volta allo specchio che aveva nella borsetta, e poi entro’, l’assistente del dottore la riconobbe e la invito’ ad accomodarsi, e poi la senti’ annunciare il suo arrivo al dottore.
Dopo una decina di minuti un signore usci’ il quale le dette un’occhiata uscendo, e lei si senti’ bella perchè l’uomo le fece un sorriso che era un complimento evidente.
Entro’ tendendo la mano al dottore, il quale le fece il baciamano galantemente, complimentandosi con lei, e la fece accomodare sulla poltrona davanti alla scrivania, mentre lui la osservava con occhi pieni di lussuria.
“allora mia cara signora, ha potuto trovare il necessario per coprire i costi delle terapie per suo figlio?”.
Arrossendo imbarazzata, Viviana rispose: “purtroppo no, dottore è per questo che sono venuta da lei, ad offrirle la mia totale disponibilità per trovare una soluzione al mio problema, capirà, è il mio unico figlio sono pronta a qualsiasi sacrificio per curarlo”.
“Va bene la capisco, non è una cosa facile, ma desidero sinceramente venirle incontro, mia cara, ma non ho alcuna garanzia che lei troverà il modo di ripagarmi dopo che tutto sarà finito, percio’ cosa propone come garanzia?”. Il dottore voleva che lei fino in fondo accettasse la situazione e facesse lei l’oscena proposta.
Viviana trasse un profondo respiro, sperando che l’emozione non la tradisse e riuscisse a trovare le parole per fare capire al dottore che avrebbe accettato qualsiasi condizione: “dottore, io sono disperata, ma le assicuro che sono pronta da subito a dimostrarle la mia gratitudine”.
Il dottore le disse: “capirà che non ci sarà nessun possibile ripensamento, per questo vorrei che mi firmasse un impegno con il quale riconosce il suo debito nei miei confronti per una somma d’importo adeguato, con delle cambiali che le restituiro’ ogni fine mese, in base alle prestazioni ricevute da lei”.
Viviana acconsenti’ a firmare le cambiali ed il contratto, con il quale riconosceva il debito nei confronti del dottore.
Dopo queste formalità il dottore le ordino’ di spogliarsi, Viviana sussulto’ arrossendo: “ma come qui’ ?”.
“Bé mia cara siamo in uno studio medico, cosa di piu’ normale che lei si spogli, è solo per verificare la sua disponibilità, vedrà proseguendo si abituerà alle mie richieste ed esigenze”.
Viviana alzatasi in piedi, con dita tremanti, inizia a sbottonare il suo vestito fino all’ultimo bottone, poi lo apre e lo lascia scivolare dalle sue spalle, restando abbigliata con il suo intimo sexy, il dottore sorrise, e le chiese: “é per me che hai indossato questo delizioso completino molto elegante?” dandole del tu. Viviana non rispose abbassando la testa le guance rosse, era troppo evidente che lei era pronta a darsi, allora il dottore le disse di togliersi reggiseno e mutandine ma di tenere calze e reggicalze.
Al colmo della vergogna con la testa bassa Viviana obbedi’ e si mise di lato, cosi’ che il dottore non potesse vederla di fronte ma di profilo. Quando anche le mutandine erano state levate lui le disse che voleva vederla camminare per lo studio, e la incito’ canbiando tono: “su’ da brava, fai un giretto e sbrigati non ho tutta la mattinata per te”.
Viviana inizio’ a camminare ma teneva un braccio a copertura del petto e una mano sopra il cespuglietto che proteggeva la sua intimità.
Paolo G. dottore molto noto mostro’ un volto che fino ad allora la signora Viviana non conosceva, si arrabbio’ e le disse: “vieni qui’, subito” il tono era imperioso e molto duro, Viviana era spaventata ma si avvicino’ al dottore, non osava guardarlo in viso, ma continuava a tenere le braccia a protezione delle sue intimità.
Paolo si era alzato, e adesso che lei era davanti a lui, le prese le braccia e gliele scosto’, Viviana si lascio fare senza opporre resistenza.
Allora Paolo le disse: “mia cara, dovrai dimostrarti arrendevole e sottomessa come una schiava, e non tollerero’ nessuna reticenza, ti piegherai ai miei ordini, oppure interrompiamo pure tutto quanto, sei ancora in tempo, ma dopo che tutto sarà cominiciato e per un anno un mese ed un giorno sappi che mi apparterrai totalmente, ogni cosa che pretendero’ da te tu la farai senza discutere, indipendentemente se questo ti farà o meno schifo o ti sentirai umiliata. Io ti voglio obbediente e sottomessa, potro’ usarti a mio piacimento e soddisferai ogni mio desiderio o di chiunque altro a cui ti possa consegnare, sarai la mia schiava e la mia troia, non voglio ripetere le cose, o cosi’ o te ne vai ora”.
Viviana rimase silenziosa, non sapeva come rispondere, aveva pensato di diventare l’amante del dottore in cambio delle cure, ma quel discorso la spaventava, e la eccitava allo stesso tempo, e si vergognava di eccitarsi ma non rispose.
“Allora? Decidi, adesso se proseguiamo non potrai tirarti indietro per tutto il periodo concordato, rispondimi o vattene”, Viviana con gli occhi bassi e la fica che le pulsava rispose: “io accetto”, fu un sussurro, Paolo, le prese il mento e le sollevo’ il volto, e le disse: “alza la testa e ripeti, -sono la sua schiava e la sua puttana a sua totale disposizione e di chi altri lei vorrà, padrone”.
Viviana ripetè le parole che Paolo voleva da lei, ogni singola parola le bruciava la gola come se stesse ingoiando fuoco ma le disse tutte e si senti’ morire di vergogna soprattutto per la strana e malsana eccitazione che le opprimeva il ventre.
Allora lui la fece appoggiare alla scrivania, con le tette sul ripiano e le natiche ben protese verso di lui, le palpo’ le natiche dicendole che aveva un culo da giumenta, poi le ordino’ di divaricare le gambe, e le tocco’ la fica, esclamando: “troia, sei bagnatissima, allora ti piace essere trattata cosi’ vero?”.
Viviana non rispose si vergognava troppo, lui decise che quella sorpresa andava messa subito a profitto, allora si ando’ a sedere sulla sua poltrona e poi ordino’ a Viviana di raggiunerlo e le ordino’ con un tono perentorio: “vieni a stenderti sulle mie ginocchia!”.
Lei docile, molto docile avvicinandosi sempre a testa bassa appena è vicina a lui Paolo le prende un polso e la fa stendere di traverso alle sue ginocchia, le tiene i polsi dietro la schiena tenuti con una mano forte, Viviana sa di essere nelle sue mani, le sue natiche sono protese e immagina bene cosa vuole farle, è chiaro, come se imprimesse il marchio del padrone su una schiava, e punendola da subito esercitava immediatamente il suo diritto, e non sarà piu’ possibile tornare indietro. Sà di essere li a disposizione di quell’uomo vizioso, che la farà soffrire, ma che in fondo la eccita tantissimo.
Paolo sta godendo del potere di cui dispone su quella signore borghese, e ammira il culo sodo e ben rotondo, con due deliziose fossette le cosce favolose di una donna di classe, che avrebbe potuto fare la ballerina, si’ era una magnifica donna, e sarebbe diventata una magnifica schiava ne era certo.
Le accarezza un po’ le natiche offerte, e sente che Viviana freme sotto la sua carezza, è una donna calda e forse non sapeva nemmeno lei di essere predisposta per essere una donna sottomessa, questa scoperta lo riempie di orgoglio, rivelerà alla donna la sua natura che sotto la sua guida diventerà una docile schiava sottomessa come piacciono a lui e alla sua amante.
Continua la sua carezza prendendo possesso delle carni della donna in modo che anche lei capisca che gli appartiene totalmente, che ne farrà una gheisha dedita al piacere dei suoi padroni, la porterà ad una totale condizione servile che capirà presto che lui non è solo il suo padrone delle sue parti intime ma il suo padrone totale di tutta la sua persona, e visto come reagisce bagnandosi e fremendo sotto la sua carezza ritiene che non sarà una cosa troppo difficile.
La donna sta già abdicando al suo padrone e rinunciando alla sua autonomia, perché sente che i succhi abondanti che secerne gli bagnano i pantaloni, e colano cosi’ abbondantemente che si stupisce di quanto sia calda, ma è uno stupore pieno di gioia.
Allora imprime una prima sonora sculacciata su una natica, un urletto piu’ di sorpresa che di dolore sfugge dalla gola di Viviana, Viviana cerca di sottrarsi, malgrado tutto non vorrebbe cadere cosi’ in basso, ma il secondo colpo si abbatte sull’altra natica. Gli sculaccioni vengono inflitti con vigore, si alternano su una natica o sull’altra con regolarità ad un ritmo crescente, adesso Viviana sente il dolore della punizione e lo schiocco che la mano provoca sui suoi glutei la riempie di terrore, le pare che siano spari e che qualcuno attirato possa entrare e trovarla cosi’ sculacciata come una bambina sulle ginocchia del dottore, i piedi si agitano in aria, ma i suoi pensieri l’hanno eccitata e l’idea che qualcuno la sorprenda in quella vergognosa posizione le fa quasi perdere la posizione ed il piacere che si è insinuato nella sua mente l’ha sconvolta, agitandola che quasi cade dalle ginocchia del dottore. Paolo si ferma per trattenerla meglio.
Si rende conto che la donna ha avuto un orgasmo, e le accarezza le natiche rosse Viviana al colmo della vergogna si mette a singhiozzare, ma piu’ per la vergogna che per il dolore. Allora Paolo la fa alzare e l’abbraccia, e lei si stringe a lui, che le parla dolcemente adesso, dicendole che sarà una schiava meravigliosa, nessuna fino ad oggi aveva avuto un orgasmo cosi’ solo essendo sculacciata, Viviana biascica che la sculacciata le ha fatto male. Paolo vuole sapere allora cosa l’ha fatta godere cosi’ e le dice che esige di saperlo, singhiozzando Viviana sconvolta confessa il suo pensiero e la paura di essere sorpresa in quella vergognosa posizione, Paolo la accarezza dolcemente e poi la bacia sulla bocca, lei docile accoglie il bacio e inonda il volto del dottore con le sue lacrime.
Poi si riveste e lui le permette di lavarsi e truccarsi prima di recarsi a trovare suo figlio, le annuncia che l’indomani sarà iniziata la fase di preparazione e dopodomani verrà operato al volto.
Dopo la sua umiliazione, Viviana si è ricomposta, ed è corsa al capezzale del suo Luca, il suo unico figlio per il quale è disposta a qualsiasi sacrificio, e questo la gratifica. Si sente come una martire che è costretta a fare cio’ che fa e adesso la sua giustificazione le serve per darsi coraggio e contegno, sembra altera nella sua figura mentre osserva con occhi colmi d’amore la figura ingessata e sofferente del suo bambino.
L’assistente di Paolo l’ha raggiunta, e si accosta al suo bambino e gli fa una iniezione, poi si volta e le sorride, le dice che andrà tutto bene, poi segna qualcosa su una cartella e si rivolge all’altra infermiera dandole delle disposizioni per alcune analisi che devono essere fatte con urgenza prima di fare l’operazione.
Romina l’assistente di Paolo, una donna che pare essere temuta da tutti nell’ospedale è abituata a comandare da quello che vede Viviana, poi rivolta a lei le pone una mano sul braccio e cosi’ facendo le dice che il dottore è bravissimo e tutto andrà bene, l’operazione sarà un successo e presto lei potrà riabbracciare suo figlio senza bende ne altri impedimenti e nel giro di un anno tornerà a correre come prima e a giocare al calcio.
Viviana la ricambia con un sorriso mesto, poi si lascia guidare dalla donna lungo il corridoio tenuta sottobraccio.
Arrivano alla macchinetta del caffé e gliene offre uno, poi le dice che le farà bene se intende restare fino a tardi, pero’ le conviene anche pensare a riposarsi, e dovrà tornare dopo l’operazione per stare vicino a suo figlio. Al momento non c’è niente di preoccupante, pero’ le spiega, forse potrebbe dare una mano alle inservienti e imparare quelle cose che le potranno servire in futuro per accudire il figlio durante la lunga convalescenza. Spiegandole tutte queste cose si ritrovano vicino allo spogliatoio del personale e Romina la invita ad entrare e a cambiarsi le dice come fossero amiche oramai in confidenza che le sarà necessario fare un po’ di pratica, Viviana pensa che forse ha ragione, e se dovrà assistere Luca imparare cosa fare potrebbe esserle molto utile e quindi si lascia guidare.
Romina le consegna un grembiule grigio azzurro, e le dice che puo’ cambiarsi li’, le fa vedere dove c’è un armadietto libero ove poter riporre i suoi effetti personali e le dà anche un lucchetto.
Viviana si cambia sotto lo sguardo curioso dell’infermiera, che le consiglia di togliersi quegli indumenti intimi come le calze ed il reggicalze, rischia di trovarli poco comodi dovendo magari aiutare a spostare qualcuno o per svuotare qualche padella.
Viviana si rende conto che non sarà facile fare quelle cose, solo a sentirne parlare le fa effetto, e si sente lo stomaco rivoltare.
Comunque finisce di spogliarsi e indossa il camice, che è della sua taglia, comodo ma anche abbastanza fasciante sulle sue forme.
Romina si accosta a lei e le dice che sta molto bene cosi’, non ha perso nulla della sua eleganza naturale e le fa una carezza sulla gota che inavvertitamente scendendo le sfiora il seno, facendo immediatamente inturgidire il suo capezzolo.
Fu la parte di una notte faticosa a lavare persone incapaci di farlo da sé, e svuotare padelle con le feci, e assistere all’applicazioni di cateteri.
Stanca morta quando ritorno’ a casa si addormento’ come un sasso.
Erano trascorsi due giorni Viviana era al capezzale del figlio in attesa che si svegliasse dopo l’operazione, era ancora fasciato ma il dottore le aveva detto che l’operazione era stata un successone. Gli aveva ridotto una delle fratture al femore, e anche le fratture al viso erano state rimesse a posto, adesso con l’intervento al nervo facciale che si era rotto il suo viso sarebbe ritornato normale.
Viviana era molto grata a Paolo e sapeva che la sua gratitudine doveva essere poi messa in pratica per ripagare l’impegno del medico e coprire i costi dell’intervento.
Quella sera non sarebbe rimasta in ospedale Paolo voleva che uscisse a cena con lui, era stato chiaro, alle 21,00 all’uscita dell’ospedale, vestita con un abito elegante con biancheria intima raffinata e truccata bene per andare in un ristorante dove l’aveva invitata.
Lei alle 20,50 era già ad attendere, Paolo arrivo’ puntuale, la prese sottobraccio e la condusse fino al parcheggio, dove aveva la sua auto, una Mercedes sportiva decappottabile.
Alla guida era abbastanza preciso, ma troppo veloce per i gusti di Viviana che era un po’ spaventata dal trauma dell’incidente, lui invece era molto allegro e le raccontava un po’ della sua vita da scapolo, lui non aveva mai avuto il tempo di sposarsi e alcune storie con donne molto particolari lo avevano di fatto convinto che il matrimonio era un danno per un uomo con le sue inclinazioni, le mogli vogliono essere rispettate, ma solo dal marito, perchè poi escono e trovano un amante con il quale trasgredire, allora meglio essere un amante che un marito cornuto.
Viviana obietto’ che non era vero, non è sempre cosi’, ma lui la interuppe e le chiese se lei si era mai eccitata cosi’ con il marito come quando lui l’aveva fatta spogliare e l’aveva sculacciata, e lei aveva goduto non poteva certo negarlo, con suo marito le era mai accaduto una cosa simile.
Viviana tacque, penso’ che con suo marito i primi anni di matrimonio si erano divertiti non avevano fatto nulla di trasgressivo ma avevano fatto l’amore spesso, solo che adesso con quello che le era accaduto, non capiva perchè aveva avuto quella reazione.
Paolo continuo’ e le disse: “stai pensando a quanto ti senti puttana, vero?”.
Viviana abbasso’ la testa, era ovvio che era turbata, forse era una puttana e non se ne era mai accorta ma quelle cose cosi’ trasgressive l’avevano eccitata.
Arrivarono al ristorante, pareva una vecchia fattoria, con la corte interna, era un edificio vecchio ma ristrutturato, Paolo scese per primo e le apri’ la portiera, appena lei fu in piedi accando a lui la strinse tra le braccia, e la bacio’ con passione Viviana rispose al bacio e già sentiva di desiderare di fare altro, non sapeva spiegarsi questo suo desiderio continuo di fare sesso.
Lui le offri’ il braccio come se fosse un amante premuroso, e questo modo galante piaceva a Viviana che lo apprezzava moltissimo, magari fosse sempre cosi’ non le sarebbe dispiaciuto avere una relazione senza obblighi con un uomo cosi’ affascinante e di successo, comunque sperava che per un po’ avrebbe potuto dimenticare le sue angosce e trascorrere una piacevole serata.
Il tavolo era prenotato, ed era anche piuttosto appartato, il commis li condusse al tavolo con fare untuoso nei confronti del medico, che era evidentemente molto conosciuto in quel ristorante.
Paolo ordino’ per entrambi, vino bianco per accompagnare alcune portate di pesce, contorno, dessert, caffé, una serata rilassante e romantica, fino a quando a fine serata Paolo chiese a Viviana di togliersi le mutandine, lei rimase inebetita, sorpresa da una simile richiesta in quel luogo.
Spalanco’ gli occhi attonita, e con uno sguardo supplice, gli disse: “la prego, come posso farlo qui’? Se qualcuno mi vede?”
“Su da brava, vedrai che ci riuscirai, la sala è quasi vuota, e se stai attenta ce la farai senza farti notare” gli sussurro’ all’orecchio.
Viviana lentamente si sollevo’ a sufficienza per tirare le gonne su fino a sedersi direttamente sul sedile, poi si osservo’ attorno, e infilate le mani sotto le gonne abbasso’ lo slip quel tanto che bastava a denudare le natiche, si fermo’ nuovamente per verificare che nessuno notasse il suo maneggio.
Aveva le mutandine a metà coscia, e lentamente li fece scivolare fino alle caviglie, poi tolse un piede, e si risollevo’, respirava affannosamente, dovette bere un sorso di vino per darsi coraggio, e infine si piego’ da un lato e tolse lo slip dall’altra caviglia e lo appallottolo’ nella mano e se lo tenne stretto con la mano sotto il tavolo.
Paolo le chiese di consegnargli la mutandina, lei alzo’ la mano e tendendogli il pugno verso di lui gli pose la mutandina sulla palma della mano aperta.
Paolo strinse il pugno e se le mise in tasca. Viviana aveva temuto che lui le facesse vedere a tutti visto che l’aveva oramai in mano sua, ma fu molto discreto, e Viviana tiro’ un sospiro di sollievo.
Si alzarono assieme, oramai la cena era finita, Paolo sempre galante le diede il braccio, e si avviarono all’uscita, lui forse aveva un conto aperto perchè saluto’ il titolare che non gli chiese nulla.
Viviana si sentiva stranamente e vergognosamente eccitata di essere senza mutandine sotto la gonna, era la prima volta che faceva una cosa cosi’ trasgressiva.
Appena in auto, Paolo le chiese di sollevare le gonne e di sedersi sul sedile a pelle, e anche di tenere le gonne sollevate sul ventre, voleva vederla lei obbedi’, sempre piu’ eccitata.
Paolo le disse che lei rappresentava l’ideale della schiava docile e obbediente, aveva un bel fisico ed era ancora da addestrare, e questa era la parte piu’ intrigante di tutto, lei una bella e inesperta signora borghese ma molto calda avrebbe scoperto come si puo’ godere nella vergogna, lui le aveva messo la mano sul pube le lisciava i peli serici del pube, andando di tanto in tanto a toccare l’inizio delle labbra dove lei era calda e umida quella carezza era molto conturbante adorava essere li’ esposta e accarezzata e vellicata dalle dita di Paolo aveva delle mani molto belle ed era molto preciso nei suoi movimenti, d’altronde, era un chirurgo.
Piano piano scendeva e il suo tocco diveniva sempre piu’ invasivo, ad ogni carezza scendeva un po’ di piu’ lungo il taglio della passera, e ovviamente lui si accorgeva che lei reagiva positivamente alle sue carezze.
Viviana ansimava e tremava dall’eccitazione, oso’ chiedere: “ oh dottore la prego mi faccia godere”.
Paolo si fermo’ le disse: “adesso sei abbastanza eccitata, cerca di restare cosi’ fino a casa, mi piace saperti vogliosa”.
Solo allora mise in modo l’auto e parti’, lui le chiese di tenere le cosce piu’ aperte, e lei obbedi’, e fu con fatica che resistette alla tentazione di toccarsi perchè aveva un gran desiderio di godere.
Appena arrivarono a casa di Paolo lui entro’ aprendo il cancello con il comando a distanza e si parcheggio’ direttamente in garage, da li’ poterono accedere direttamente all’appartamento.
Di sopra, lui la fece spogliare in salotto, e le fece vedere dove era il bar, le servi’ un cognac e se ne prese uno per se, e le disse “voglio che tu impari a muoverti in questa casa perchè verrai a trovarmi spesso, e dovrai occuparti tu di servirmi già dalla prossima volta”.
Viviana tracanno’ d’un fiato il cognac si senti’ bruciare la gola ma anche il calore che si diffondeva nel suo corpo le dava un senso di benessere, e anche un po’ piu’ di coraggio perchè essere nuda accanto ad un uomo perfettamente vestito era molto imbarazzante anche se eccitata, comunque si vergognava.
Bevuto con calma il suo cognac, Paolo le passo’ un braccio intorno alla vita e la condusse verso la camera da letto.
“Vedrai, quando verrai qui’ passerai dei momenti che non hai probabilmente mai immaginato, adesso cominciamo in modo abbastanza soft, mettiti sul letto a quattro zampe con il culo rivolto verso la porta”.
Viviana si dispose come le era stato ordinato, lui le chiese ancora di aprire di piu’ le cosce, in modo da poter disporre di una visuale migliore sul suo sesso. La vulva di Viviana era aperta e umida, pronta per l’amore, e lei desiderava che lui la prendesse al piu’ presto, questa attesa snervante da quando erano al ristorante la stava gettando in uno stato di ansia, che oramai mal sopportava.
Paolo si spoglio’ con calma, ogni tanto Viviana cercava di sbirciare e penso’ che era un uomo con un fisico invidiabile, era asciutto, e aveva i muscoli guizzanti sotto la pelle.
Quando fu nudo, le si avvicino’ le carezzo’ le natiche, viviana smaniosa le mosse verso la carezza nella speranza di accentuare il tocco. Paolo rendendosi conto che lei oramai cominiciava ad entrare nell’ordine di idee di partecipare attivamente al gioco, insinuo’ la mano tra le cosce passandola sulla passera bagnata, raccolse i suoi succhi e li annuso’ dicendole che aveva un buon odore, che lo eccitava.
Poi come per magia lei vide che aveva in mano uno scudiscio, e allora si getto’ in avanti verso la testa del letto, per sottrarsi. Paolo si irrito’ e le disse che se non si rimetteva in posizione l’avrebbe punita molto piu severamente. Viviana si mise a frignare supplicandolo di non farle male lei voleva tanto fare l’amore con lui, gli si voleva dare con tutta se stessa, ma le botte non le avrebbe mai sopportate.
Paolo le disse che l’accordo era chiaro, lei sarebbe stata la sua schiava e poteva fare di lei quello che voleva, usarla sessualmente, frustarla, esibirla, usarla nel senso piu’ pieno del termine, come una proprietà, piu’ secondo i concetti del diritto romano che quelli del diritto moderno, lei era la sua proprietà, per il periodo previsto e fino ad allora non sarebbe piu’ stata libera, lui poteva esigere da lei qualsiasi prestazione sia come schiava sessuale che per servizi domestici, o come puttana anche se ne aveva voglia.
Viviana restava muta incapace di qualsiasi reazione, Paolo le disse che per quella sera aveva intenzione di essere clemente, sapeva che per lei era difficile, e le avrebbe somministrato solo sei colpi di scudiscio, con il tempo avrebbe imparato a sottostare alle punizioni anche piu’ severe, l’avrebbe portata gradualmente ad apprezzare queste sue attenzioni.
Poi balzo’ sul letto, la prese per i capelli, e la costrinse a girarsi, e a riposizionarsi offrendogli le natiche, sempre tenendola abbatté il primo colpo sulle natiche di Viviana che lancio’ un urlo, un segno rosso subito si mostro’ di traverso delle splendide e sode natiche di Viviana
Paolo le diede il tempo di assaporare il colpo, poi le abbatté il secondo colpo, vicino e parallelo al primo, un altro urlo di Viviana e uno scatto in avanti, ma subito trattenuta dalla mano del padrone che aveva stretto la sua chioma nel pugno. Pareva un animale da ammaestrare sentiva il fuoco che le aveva incendiato le natiche e avrebbe dovuto sopportare altri quattro colpi, le sue lacrime colavano copiose sulle sue gote, e lei a bassa voce supplicava Paolo di avere pietà.
Comunque Paolo con metodo, e sempre tenendola ferma le somministro’ gli altri quattro colpi, Viviana era piena di dolore, le natiche che le parevano raddoppiate di volume, e lei agitava il culo come se fosse impazzita in modo molto osceno. Paolo godeva della scena e la prese tra le braccia e lei si lascio’ coccolare come una bambina che dopo la punizione spera di ottenere il perdono del padre severo, ma giusto incollandosi a lui proprio come se volesse avere la sua approvazione, lui le disse che per la prima volta andava bene ma avrebbe dovuto sopportare meglio lo scudiscio, poi la distese sul letto e inizio’ a baciarla sulla bocca e lei rispondeva con un entusiasmo che non aveva mai nemmeno sospettato.
Paolo sapeva che una schiava punita si concede di piu’ che se lui l’avesse lasciata in pace, doveva temere il suo padrone e sapere che non si sarebbe mai fatto impietosire dai suoi pianti.
Poi inizio’ a baciarla sul collo, poi lungo il corpo scendendo verso il suo ventre mentre con le mani si era impossessato dei suoi seni stuzzicandole i capezzoli duri come due proiettili puntati verso l’alto.
Viviano malgrado tutto era molto eccitata, oramai era l’eccitazione che aveva il sopravvento su qualsiasi altra sua sensazione, il dolore alle natiche c’era ma esso era parte dell’eccitazione che provava e sentiva che aveva la fica bollente quanto le sue natiche o almeno cosi’ le pareva.
Paolo era arrivato alla sua fichetta e aveva scostato i peli tirandoli da parte a parte del taglio liberando la fichetta perfettamente lubrificata e aperta come un fiore, annuso’ il profumo della donna, che era molto eccitante e poi si tuffo’ con la lingua a gustare quel succoso frutto, maturo al punto giusto.
Lecco’ dapprima seguendo il taglio, poi infilo’ la lingua nella fessura, Viviana inarco’ il bacino come se fosse stata scossa da una scarica elettrica e non si trattenne e godette sotto i colpi di lingua del dottore che leccava e suggeva con passione.
Appena ebbe goduto e la vide abbandonarsi sul materasso lui le fu sopra e lei apri’ le cosce, allacciandole alla vita di lui dietro la schiena, e Paolo penetro’ come nel burro nella tana bollente di Viviana che lancio’ un sospiro di piacere nel sentirsi riempire del cazzo del dottore.
Fecero l’amore come due amanti appassionati e Viviana scopri’ quanto le era mancato il sesso e quanto desiderasse essere donna dopo quei due anni di astinenza, adesso in pochi giorni era oggetto di attenzioni sessuali attive, si sentiva viva anche se schiava e sottomessa, ma piu’ viva di quanto lo fosse stata mai.
Due settimane erano trascorse, e Paolo aveva dovuto lasciarla per impegni inderogabili, percio’ aveva potuto stare vicina a suo figlio e si era dedicata anche a vari incarichi che l’assistente del dottore, le aveva trovato, ora sarebbe non certo stata in grado di fare l’infermiera professionalmente ma di certo l’inserviente questo, si’. Aveva aiutato a lavare pazienti che non potevano muoversi, svuotato padelle, rifatto letti imparato come sollevare un paziente con quelle accortezze necessarie a non procurargli dolore, insomma avrebbe di certo potuto occuparsi anche di suo figlio all’occorrenza fin tanto che fosse stato necessario.
Comunque sapeva che Paolo era di ritorno, le aveva telefonato la sera prima dicendole di passare da lui in studio.
Si sentiva come quando da ragazza era convocata dal Preside della scuola, si chiedeva cosa le avrebbe chiesto, e quei giorni di astinenza adesso si facevano sentire, era ansiosa ed eccitata, quasi impaziente di scoprire quello che sarebbe accaduto. Sapeva bene che molto probabilemente l’avrebbe sculacciata e avrebbe almeno dovuto succhiarlo, eppure sperava tanto che lui la prendesse, e non si limitasse a quello, sperava che potesse fare come nell’ultima notte trascorsa assieme, l’aveva amata e lei lo aveva sentito, si era comportato da innamorato, e dopo tanto tempo essere desiderata e amata le pareva la cosa piu’ bella del mondo,ma anche se lui l’avesse trattata male, o da troia o da schiava le andava bene, purchè qualche volta le dimostrasse un po’ di amore, ne avvertiva il bisogno, come di un qualcosa di necessario quanto l’aria che si respira.
Giunta nell’anticamera dello studio, sorrise a Romina, la bella infermiera, che le disse di attendere che vedeva se il dottore la poteva ricevere subito.
Messo giu’ il telefono dopo averla annunciata, la fece accomodare, e richiuse la porta dietro di lei.
Viviana vide Paolo immerso nella lettura di una cartella, al suo ingresso alzo’ la testa e appena la porta si fu chiusa le fece cenno di non muoversi, lei infatti stava per andare verso di lui ma si blocco’.
La osservo’ attentamente scrutandola, Viviana si chiese perchè mai la lasciava a distanza quale strana idea gli stava passando per la testa, ecco che allora lui le parlo’: “Sei mia, lo sai e posso chiederti qualunque cosa, allora adesso dovremo iniziare un nuovo rito, per i nostri incontri, appena entrata ti dovrai spogliare e mettere tutti i tuoi indumenti su quell’appendi abiti, dopo di ché avanzerai in ginocchio fino a raggiungermi quando sarai qui’ mi bacerai le scarpe in segno di devota sottomissione, e aprirai i miei pantaloni e mi gratificherai con la bocca, hai capito bene? Se si’ esegui quanto ti chiedo senza fiatare”.
Viviana era mortificata, ma sapeva che non gli avrebbe rifiutato piu’ nulla, oramai desiderava solo compiacerlo, e sperava che con il tempo avrebbe potuto fare breccia nel suo cuore un po’ di piu’, e andare oltre queste cose ma adesso avrebbe soddisfatto ogni suo desiderio.
Si spoglio’ lentamente e appena fu nuda si avvicino’ carponi fino a lui, giro’ attorno alla scrivania, e appena gli fu dinanzi, gli bacio’ le scarpe, poi si sollevo’ sedendosi sui talloni e gli apri’ i pantaloni estraendone il pene già semieretto.
Lo bacio’ sulla punta lo lecco’, passo’ la lingua lungo tutta l’asta, scendendo verso la radice, e lei vedeva che si era irrigidito, la sua lingua le pareva avesse una specie di effetto magico su quel bastone di carne, e adesso svettava arrogante verso l’alto, Viviana lo imbocco’ per bene e inizio’ ad andare su e giu’ lungo quella canna, e si sentiva sciogliere, perchè la sua fica reagiva liquefandosi mentre lei faceva quel pompino.
Si immobilizzo’ pero’ sentendo la porta aprirsi, stava per ritirarsi ma Paolo la prese per le orecchie tenendola ferma.
Lei terrorizzata dall’essere stata sorpresa in una situazione tanto vergognosa era praticamente paralizzata.
“Romina mi dia quella cartella che la firmo subito, non si preoccupi, come ognuno questa puttana fa il suo lavoro, la cosa non la disturba vero?”
“No dottore, io porto sempre a compimento il mio lavoro spero che anche questa sia altrettanto diligente nel portare a compimento il suo”.
Viviana non si muoveva, e allora il dottore la rimprovero’, “guardi che non mi puo’ lasciare a metà, si dia da fare insomma”.
Viviana non si muoveva ma il dottore prese a muoversi dentro la sua bocca e tirandola la costringeva a muoversi, nel frattempo Romina era sempre nella stanza, e attendeva, di vedere il seguito, Viviana percepiva la sua presenza.
Alla fine il dottore disse: “Romina sia cortese mi aiuti, questa troia non ha intenzione di finire il suo lavoro, la stimoli un po’, usi quella cinta che è appesa li’”.
Romina rispose: “subito dottore”.
Viviana la sentiva muoversi nella stanza e si sentiva terribilmente ansiosa dall’evoluzione che gli eventi stavano prendendo, all’inizio si era preoccupata di venire sorpresa ma quel giorno visto che nulla era mai accaduto, era tranquilla e riteneva di essere al sicuro nello studio di Paolo, invece tutto era accaduto e quello che la faceva stare male era di non capire se la sua fosse solo vergogna o desiderio di sprofondare ancora piu’ in basso con il coinvolgimento di altre persone. Il suo incubo o il suo desiderio si era avverato.
Adesso Romina era dietro di lei, e lei rimase con tutti i muscoli tesi, in ansia per capire cosa sarebbe accaduto, anche se lo immaginava benissimo.
Adesso le era vicina le accarezzo’ le natiche con la cintura, il cuoio morbido e freddo era quasi piacevole sulla sua carne, fu quasi un riflesso ma protese le natiche, come desiderosa e consenziente, Romina si mise a ridere dicendo: “è proprio una cagna in calore” e contestualmente abbattè il suo primo colpo sulle natiche protese di Viviana che guai’ come una cagna con il pene in bocca, ma contestualmente inizio’ a succhiare come se una molla l’avesse attivata.
Un gorgoglio di piacere sfuggi’ a Paolo, per come stava procedendo la fellatio, e Romina diede il suo secondo colpo, ora pero’ inizio’ a cadenzare i colpi di cinta sulle natiche e Viviana restava offerta inarcando la schiena e succhiando con forza senza mai farsi prendere dalla sorpresa e chiudendo le labbra in modo che mai i denti entrino in contatto con il pene del suo padrone. Paolo era eccitato dalla piega che la situazione e soprattutto dalla evidente sottomissione che Viviana stava dimostrando, cosa che lo faceva ansimare dal piacere e non si sarebbe piu’ trattenuto a lungo.
Romina continuava a colpire quel culo favolosamente offerto che oramai era rosso dalle cinghiate ricevute, e Viviana lo muoveva in un delirio che pareva chiederne di piu’, quando Romina si fermo’ e le mise una mano tra le gambe si sorprese a dire: “accidenti sta colando come una fontana, non ho mai visto una troia godere cosi’ sotto i colpi” e con le dita affondo’ nella fica di Viviana che agito’ il bacino per farsi penetrare di piu’ e fu accontentata e portata all’orgasmo immobilizzandosi sul fallo di Paolo che anche lui eruttava lava bollente nella sua bocca, erano ventui assieme come se avessero sincronizzato i tempi. Viviana non si mosse, benchè tremante e sconvolta rimase con il pene in bocca, mentre Romina si era immobilizzata con le dita infilate a fondo nella sua fica sorpresa dal sincronismo dei due.
Quando la ritiro’ se la porto’ alle narici e disse: “ un odore deliziosamente eccitante”, e si asciugo’ sulle natiche di Viviana.
“Guarda che questa troia, dovresti venderla, ha bisogno di un padrone piu’ severo di te” disse Romina rivolgendosi a Paolo.
Lui era beato, si stacco’ da Viviana e si alzo’ i pantaloni, poi disse: “mia cara se io non sono abbastanza severo, ci penserai tu a occuparti della sua educazione”.
Romina alzo’ le spalle, e disse: “appena si sarà vestita mandala di là, fra poco voglio fare il giro ed è bene che la segua, con una piccola evoluzione nella sua formazione di assistenza ai pazienti”.
Paolo prese per le spalle Viviana e se la mise sulle ginocchia, seduta con la testa, appoggiata alla sua spalla e lei si abbandonava come una bambina che cerca la tenerezza di chi ha la potestà su di lei, e lui le bacio’ le guance, le palpebre e le sussurro’ dolcemente che lo aveva succhiato come una dea, era stata bravissima, ed era oramai certo che non gli avrebbe piu’ rifiutato nulla, la sua docilità era stata esemplare, e sotto la guida di Romina sarebbe ancora migliorata.
“Ma devo obbedire anche a lei, e sottomettermi come una schiava ad una donna?” disse con un singhiozzo Viviana, rossa di vergogna adesso che l’eccitazione si era calmata.
“Come ti avevo detto a chiunque vorro’ darti ti sottometterai, vedrai, sono sicuro che non mi deluderai e presto ti piacerà, è evidente che sei una vera masochista che non conosceva questo aspetto di se stessa, o lo avevi rimosso, abbandonati e trarrai immenso piacere da tutto questo”.
Viviana si sentiva smarrita e debole, ma pronta ad accontentare colui che era divenuto il suo padrone, rispose: “padrone, ho molta paura di Romina, mi ha spaventato prima quando ha detto di vendermi, con un tono di disprezzo, ma se vuoi questo allora obbediro’”.
“Si’ è questo che voglio, in Romina avrai una padrona severa, cosi’ proverai la differenza tra un padrone e una padrona, sarà piu’ difficile per te con una donna, ma questo ti renderà una schiava migliore, e lo farai per me”.
“si padrone” rispose Viviana.
Poi lui la fece alzare e rivestire, dopo di ché le ordino’ di mettersi agli ordini di Romina, e le disse: “mi raccomando chiamala padrona”, “si, padrone”, rispose Viviana oramai totalmente entrata nel suo ruolo.
Quando usci’ Romina la squadro’, e lei abbasso’ la testa in segno di sottomissione, e sussurro’ “sono qui’… a sua disposizione”.
Romina si alzo’ e le disse: “bene, perfezioneremo la tua educazione andiamo nello spogliatoio cosi’ ti cambi”, e usci’ seguita da Viviana che stava sempre a testa bassa non osando sollevare lo sguardo.
La fece spogliare davanti a se, Romina la guardava adesso sfacciatamente non come le altre volte, e Viviana penso’ che ce l’avesse con lei, indosso’ il camice, e nient’altro, e segui’ Romina fino al reparto di riabilitazione.
Li c’era un giovanotto di circa sedici anni, carino che aveva appena tolto il gesso e doveva fare degli esercizi riabilitativi, era seminudo con un asciugamano intorno alla vita, e con gli slip e null’altro.
Romina spiego’ a Viviana che per prima cosa era necessario procedere con un massaggio con una crema per riattivare la circolazione del muscolo, e questo per un oretta almeno.
La crema era necessaria per non irritare ulteriormente la pelle che dopo oltre un mese di gesso era divenuta particolarmente sensibile, e anche per il massaggio e il muscolo.
Non bisogna scordarsi che dopo mesi di inattività il miuscolo si indebolisce ed in certi casi si atrofizza, e la pelle è spesso già arrossata, quindi bisogna sapere usare la delicatezza con movimenti dolci e leggeri ma non privi di energia. E intanto massaggiava la gamba del ragazzo partendo dall’inguine e scendendo lungo la coscia fino al polpaccio.
Il giovane pareva apprezzare la carezza che Romina gli faceva, poi dopo un po’ parlandogli vedendo che si irrigidiva gli disse: “ non preoccuparti se ti viene duro, è normale, e nessuno qui’ si scandalizza, e se vuoi abbiamo l’inserviente che è qui’ appposta per farti un massaggio proprio per quei casi”. Il ragazzo arrossi’ violentemente primo perchè era già semieretto e sentire che l’infermiera indicando Viviana gli diceva che era disponibile come se si fosse trattato di una puttana e non di un’assistente sanitaria aveva fatto affluire il sangue al suo pene e l’erezione aveva spostato l’asciugamano che aveva intorno alla vita.
Anche Viviana era arrossita di vergogna sentendo parlare di lei come se fosse una puttana come se la sua opinione non contasse, poi pensandoci era evidente che la sua attuale condizione era quella, e abbasso’ la testa ancora di piu’ per evitare lo sguardo del ragazzo.
Fu Romina a svegliarla e a ordinarle di avvicinarsi, e le disse: “ su aiuta il paziente, è troppo teso, avanti infila una mano sotto l’asciugamano e dagli sollievo, non fare la santarellina, lo so’ che sei una troia patentata”. Con le lacrime agli occhi dall’umiliaizione Viviana si avvicino’ non avrebbe osato disubbidire mai a quella giovane donna che le metteva addosso una fifa incredibile, e anche con una certa eccitazione, mise la mano sotto l’asciugamano e raggiunse la verga tesa del ragazzo, la tocco’ attraverso lo slip, era dura, e allora si fece coraggio e abbasso’ lo slip tirandolo sotto allo scroto e prendendo in mano la giovane verga, era dura calda e pulsante, l’asciugamano copriva il suo movimento che lei aveva iniziato lentamente, il giovane si lascio’ andare al piacere che gli procurava quel contatto, e Viviana si stava bagnando all’idea di masturbare quel ragazzo sconosciuto.
“scoprilo e prendilo in bocca, non voglio che macchi i suoi indumenti o il lenzuolo, avanti troia prima che venga” disse Romina all’improvviso, e l’ordine risuono’ come una frustata alla quale Viviana si piegava docilmente perchè agi’ come voleva la sua padrona e scostato l’asciugamano prese nella sua bocca il pene del ragazzo e lo succhio’. Non ci volle molto perchè il ragazzo le venisse in bocca, e lei ingoio’ tutta la crema che lui le aveva riversato nel cavo orale.
Viviana la gusto’ quasi con golosità e ingoio’ tutto con voluttà, ma si tenne il pene nella bocca e continuo a leccarlo fino a quando senti’ che non c’era piu’ traccia di sperma, si sollevo’ e lo ammiro’ mentre si era un po’ ammosciato, e gli pose un bacio sulla cappella con tenerezza. Romina era compiaciuta del comportamento di Viviana e si complimento’ con lei, dicendole: “vedrai, che proverai sempre piu’ piacere nel concederti sottomettendoti”, Viviana si rese conto che aveva ragione, era molto eccitata da quello che aveva fatto e si era trattenuta a fatica dal masturbarsi fino all’orgasmo, e adesso sperava di potersi ritirare da qualche parte per darsi soddisfazione. Romina aveva pero’ ben altri progetti per lei, tenerla in uno stato di eccitazione costante, per avere sempre la sua sottomissione fino a che non fosse scesa sempre piu’ nell’abisso dell’abiezione.
Il giorno successivo, puntuale Viviana si presento’ nello Studio di Paolo, dove entro’ anche Romina assieme a lei, la fece denudare immediatamente e messole un cappio fatto con una cintura di tessuto intorno al collo, fattala inginocchiare la condusse davanti a Paolo che l’attendeva, davanti a lui l’infermiera le ordino’ di aprirgli la patta e di iniziare il suo servizio di bocchinara.
Viviana esegui’ l’ordine con dita tremanti dall’eccitazione apri’ la patta dei pantaloni e abbasso’ lo slip di Paolo, lui si alzo’ leggermente per aiutarla, la verga era già dura in attesa della sua bocca. Il fatto di suscitare questo effetto riempiva di un certo orgoglio Viviana, che negli ultimi anni si era un po’ complessata, mentre adesso malgrado la sottomissione si stava rendendo conto di quanto eccitasse ancora i maschi e si chiedeva se non eccitasse anche le femmine, visto il piacere che pareva trovare Romina nel sottometterla.
Diede una leccatina alla punta del fallo di Paolo, e poi guardandolo negli occhi lo prese in bocca, comincio’ a succhiare con voracità abbassando la testa e ingoiando l’asta fino alla gola, spalmandola di saliva e contemporaneamente carezzando le palle dell’uomo come mai aveva fatto in vita sua, provando un piacere abbietto nel mostrarsi sempre piu’ volgarmente troia.
Paolo godeva della suzione e dello spettacolo di vedere sparire la sua verga nella bocca vorace della sua schiava, Romina la toccava per verificare che fosse bagnata, e infatti trovo’ la fica di Viviana inondata di umori uterini, segno che la troia provava eccitazione in quello che faceva. Viviana infatti sentendo le dita dell’infermiera prendere possesso della sua patatina agito’ le natiche in modo sensuale per invocare una carezza piu’ profonda e spingendo contemporaneamente il culo verso di lei, Romina rise dicendo: “Questa vacca è proprio indecente e troia, ne faremo una puttana da bordello, che non chiede che di soddisfare chiunque, sono sicura che si farebbe montare anche da un cane da quanto è infoiata”.
Viviana senti’ quello che diceva ma in quel momento non le fregava nulla degli insulti, anzi, questi la eccitavano di piu’.
Intanto la sua fellatio continuava con vigore e quel giorno Paolo pareva essere particolarmente resistente, ma alla fine l’ebbe vinta lei, lo senti’ inarcarsi e quasi conficcarsi di piu’ nella sua bocca, e ecco il primo fiotto, le raggiunse il fondo della bocca, inizio’ a raccogliere il succo nel suo cavo orale, continuando a tenere il pene nella bocca fino a quando non si fu calmato, e poi lo ingoio’ tutto.
Paolo le fece una carezza sulla gota che lei apprezzo’ molto era come un ringraziamento, ed era felice di quella tenerezza, ma lui le disse di non staccarsi, e lei docilmente se lo tenne nella bocca mentre si stava ammosciando.
Ad un tratto uno schizzo sulla lingua la colpi’, si rese conto che era orina, fece per tirarsi indietro ma lui la trattenne e Romina le mise una mano sulla nuca, i suoi occhi le si riempirono di lacrime per l’umiliazione, ma contemporaneamente sentiva che colava dalla sua fica dove con l’altra mano Romina si era messa a frugarla e piano piano a piccoli schizzi, Paolo si liberava dentro la sua bocca, partita senza piu’ rendersi conto della realtà travolta dall’orgasmo che montava dentro di lei ingoiava gli schizzi di urina che le arrivavano in bocca dal padrone.
Alla fine si accascio’ sul pavimento appena la lasciarono libera, era stata mortificata perchè aveva goduto, questo suo avvilimento era avvenuto con l’esplosione del suo orgasmo e non si capacitava di non essere stata capace di trattenersi, come poteva godere mentre le aveva pisciato in bocca, era cosi’ porca che non meritava proprio nessun rispetto avevano ragione a trattarla in quel modo, era lei la vera porca. Ecco con questi pensieri che la opprimevano si lascio’ andare ad un pianto liberatorio.
Romina le aveva permesso di darsi una rinfrescata, nel bagno del dottore, lei si era sciacquata bene le parti intime e aveva fatto un risciacquo orale con un colluttorio, si sentiva sporca, e si vergognava delle sue reazioni e del piacere perverso che aveva provato.
Romina l’attese con pazienza, poi le consegno’ delle calze autoreggenti bianche molto belle con un ricamo alto dieci centimetri sulla coscia, e le disse: “indossa adesso questo camice, che era un po’ troppo corto, le arrivava a coprire solo il bordo ricamato delle calze, ma ovviamente se si inchinava un po’ si poteva vedere la parte alta della coscia nuda, gli mancavano un paio di bottoni sotto e uno sopra in questo modo, la scollatura era generosa, facendo vedere l’incavo dei seni, e quando camminava i lembi sotto si aprivano in modo da fare intravvedere le cosce e se si osservava attentamente in alcuni momenti o movimenti anche scoprire che non indossava le mutandine. Viviana oramai si sentiva cosi’ abbassata da non avere nemmeno la forza di contestare e si infilo’ il camice cosi’ come le richiedeva Romina.
Era diventata una infermiera sexy, come quelle che si vedono nei filmini erotici, ma qui’ era reale, chi l’avrebbe vista, cosa avrebbe pensato, Romina le disse di girarsi, voleva osservare il risultato e appena le ebbe voltato le spalle le chiese di inchinarsi, cosa che lei fece, in questo modo scopriva una abbondante porzione di cosce fino alla parte bassa delle chiappe.
Romina le permise di raddrizzarsi e le fece i complimenti, cosi’ sarebbe stata vista come la troia che era in realtà.
Viviana abbasso’ la testa vergognosa, ma non fiato’ cosa avrebbe potuto dire, si rendeva conto che la sua fica si era inumidita alle parole dell’infermiera.
Romina le diede un camice piu’ grande da indossare sopra quello, e le disse: “lo so’ che sei cosi’ troia da preferire di circolare in pubblico con l’altro, ma fino a che non saremo arrivate dove andiamo, è meglio che tu non dia nell’occhio per non rovinare la reputazione dell’ospedale, qui’ non sono abituati alle puttane del tuo stampo”.
Viviana dovette controllarsi per non scoppiare in singhiozzi, ingoio’ a fatica, aveva un groppo alla gola, e si vergognava da morire, eppure se Romina glielo avesso ordinato sarebbe uscita in quel modo e questo la faceva stare male all’idea di quando era troia e dava dentro di se ragione all’infermiera.
Uscirono assieme e raggiunsero una cameretta singola dove stava il ragazzo della sera prima al quale Viviana aveva fatto un pompino. Appena entrate Romina le fece togliere il camice casto in modo che restasse con l’altro, il ragazzo non poteva vederle dalla porta c’era un due metri prima che la stanza si aprisse e c’era la porta del bagno, Romina ripose su un appendiabiti del bagno il camice, e cosi’ Viviana si presento’ davanti al ragazzo con il suo abbigliamento succinto. Il ragazzo vedendola ebbe un sorriso estasiato ed anche eccitato, memore di quanto le aveva fatto la sera prima e adesso cosi sexy, le disse che era uno schianto, Viviana malgrado tutto ebbe un sorriso di piacere perchè era lusingata di attirare l’ammirazione di un ragazzo cosi’ giovane.
Gli si avvicino’ e gli disse che doveva lavarlo, lui era felice e scosto’ le lenzuola mettendo in evidenza una erezione prepotente, Viviana era ovviamente incredibilmente felice di riscontrare l’effetto che gli faceva.
Romina le consegno’ una bacinella con una spugna e subito Viviana inizio’ a lavare il ragazzo, poi mentre con la spugna gli lavave l’inguine lui si mise a tremare dall’eccitazione e le disse: “su dai non farmi morire prendimelo in bocca come ieri”.
Viviana getto’ uno sguardo a Romina la quale le disse: “apriti in camice del tutto, e poi sali’ sopra di lui, e infilati il cazzo nella fica, avanti”.
Viviana si apri’ il camice lasciandosi guardare apertamente dal ragazzo che poté ammirare cio’ che aveva appena intravvisto, e sbotto’ “cazzo che gnocca, che sei”.
Viviana apprezzo’ il complimento e sali’ sul letto, scavalco’ il ragazzo e presa la sua verga la guido’ verso l’ingresso della sua vagina e si penetro’ da sola, fino a sedersi su di lui. Era la prima volta che si infilava cosi’ provando un piacere perverso nel sentirsi riempire da un ragazzino che era piu’ giovane di suo figlio, che razza di troia era mai diventata, o lo era sempre stata senza rendersene conto, penso’.
Il ragazzo, era impaziente, e inizio’ a provare ad agitare il bacino, allora Viviana gli sussurro’ abbassandosi su di lui di lasicare fare a lei, e gli diede un bacio sulle labbra ma praticamente casto, a labbra chiuse, e si disse che era incredibile lo trattava come un bambino come quando baciava suo figlio, e scaccio’ immediatamente quel pensiero, era un ragazzo giovane e basta e aveva un cazzo da uomo questo era certo, comincio’ a muoversi alzandosi poco ma ricadendo con una certa forza su di lui per sentire il pene in fondo, poi aumento’ il ritmo, si sentiva troia e perversa nel fare questo soprattutto per l’età del suo partner, e siccome lui era eccitatissimo venne dentro di lei schizzando violentemente e anche lei sentendo gli schizzi ebbe il suo orgasmo.
Si libero’ da lui dopo un po’, lo coccolo’ perchè lui era scontento di aver goduto cosi’ in fretta, ma lei lo rassicuro’ gli disse che era normale e che anche lei aveva goduto con lui. Lo lavo’ con cura, cambiarono le lenzuola e lo rimisero nel letto.
Romina le disse che era una brava puttana, e avrebbe fatto molta strada, Viviana arrossendo abbasso’ la testa, si ricompose indossando l’altro camice sopra quello sexy, e segui’ la sua dominatrice.
Fecero alcuni letti e lavarono alcuni pazienti, poi ne trovarono un altro che aveva fatto una seduta di rieducazione motoria, e lo riaccompagnarono alla sua stanza anche questo con una stanza privata e li’ ripeterono la stessa scena precedente in cui Viviana si concesse a questo giovane uomo, era di circa vent’anni, e quindi un po’ piu’ maturo, ma fu altrettanto imbarazzante per lei benchè ne trasse il suo piacere.
Solo dopo questo venne lasciata libera di andare a trovare suo figlio nella sua stanza, indosso’ i suoi vestiti ma Romina le disse di tenere quelle calze che le donavano.
Luca era addormentato gli bacio’ le palpebre che si intravvedevano dai fori della fasciatura che gli ricopriva il viso.
E si mise accanto a lui, parlandogli a bassa voce, come per cullarlo, gli parlava di quando era piccolo e di quante cose faceva e che presto sarebbe tornato a correre, di essere forte e coraggioso, non sapeva se lui la sentiva, ma forse tutto questo serviva piu’ a lei che a lui.
Gli disse che fra un paio di giorni gli avrebbero tolto le bende dal viso, e poi avrebbe fatto anche una radiografia della caviglia, anche della tibia sinistra che sicuramente si era attaccata e forse avrebbero tolto il gesso.
Certo restava il femore destro, e la clavicola destra e l’omero, e poi la mano sinistra che aveva avuto una frattura multipla, ma piano piano tutto si sarebbe sistemato.
Due giorni dopo, tolsero le bende a Luca, il suo luca, adesso aveva ritrovato un aspetto umano, certo il suoi lineamenti con la plastica facciale erano lievemente diversi, pareva piu’ maturo piu’ grande e i tratti che prima parevano piu’ gentili adesso erano induriti, ma era comunque un bel ragazzo, presto le cicatrici sarebbero scomparse, il dottore glielo aveva detto entro qualche mese scompariranno la maggior parte dei segni.
Non poteva ancora muovere la mascella percio’ non avrebbe potuto parlare ma poteva succhiare con la cannuccia.
Quando gli levarono il gesso dalla tibia sinistra, lo sostituirono con una doccia, piu’ leggera e in parte aperta, essendo stata una frattura unica e pulita era oramai saldata pero’ non doveva pesarci sopra mancava ancora un periodo di riposo per rinsaldarla, e adesso che poteva mangiare per via orale anche se solo delle pappette da sorbire con la cannuccia la guarigione si sarebbe affrettata.
Nel frattempo Viviana felice dei risultati e di vedere i progressi che Luca faceva sulla via delle guarigione si concedeva quasi con gioia alle perversioni di Paolo e agli ordini di Romina.
Incontro’ quei due ragazzi almeno altre quattro volte e ebbe rapporti completi con entrambi, facendoli divertire, e ad ogni incontro loro stessi si erano dimostrati molto piu’ audaci soprattutto nelle parole dandole della troia succhiacazzi ecc. Che avevano fatto eccitare maggiormente Viviana facendole avere degli orgasmi brucianti sottostando a quei ragazzi cosi’ giovani.
Passarono cosi’ quindici giorni in attesa che Paolo si liberasse abbastanza per una serata che aveva intenzione di organizzare, come le aveva promesso.
Era una sera e si ritrovarono in una specie di sala privata di un albergo Paolo l’aveva prenotato, e lei si presento’ accompagnata da Romina. Appena arrivate le due donne ricevettero i complimenti di Paolo, che si mise a parlare galantemente in attesa dei suoi invitati.
Viviana aveva un abito sexy, molto elegante con lo spacco fino all’inguine, sotto solo calze con reggicalze niente reggiseno, l’abito aveva una vistosa scollatura, allacciato dietro al collo, una collanina di perle, acconciatura con i capelli raccolti da un lato, mossi in riccioli che le ricadevano sulla gota, trucco pesante, ombretto nero intorno agli occhi, e rossetto di una rosso acceso. Pareva proprio una squillo di lusso. Romina aveva un vestito sexy, ma molto meno vistoso del suo piu’ sobrio, da sera, con la schiena scoperta e davanti chiuso fino al collo, trucco leggero da signora per bene, ma aveva l’aria dura, severa.
Quando gli ospiti arrivarono si trattava di alcuni uomini maturi, certamente ricchi, che erano molto amici del dottore.
Fecero i loro complimenti a Romina e anche a Viviana, Paolo la presento’ dicendo ecco la perla che vi avevo promesso per questa sera.
Romina ordino’ a Viviana di fare un giro su se stessa, Viviava obbediente lo fece suscitando anche un fischio di ammirazione, da parte di uno degli invitati, facendola arrossire un po’ di vergogna e un po’ di piacere, in fondo era lusingata di essere ammirata ma si sentiva contemporaneamente merce al mercato.
Viviana dovette prendere un vassoio e servire tutti, le bevande era state preparate in anticipo da un cameriere che era uscito prima che loro arrivassero, e aveva rifornito il bar per il seguito della serata, su un carrello c’erano dei piatti freddi già pronti, sarebbe bastato metterli in tavola.
Quando tutti si accomodarono, Romina ordino’ a Viviana di togliersi il vestitino e le fece indossare un grembiulino piccolo che non arrivava a coprire il pube, i fianchi erano messi in evidenza anche dal reggicalze, le gambe lunghe erano proprio perfette, e i commenti sul suo seno eretto, dalle aureole chiare e i capezzoli turgidi di eccitazione, fecero fare commenti di ulteriore ammirazione.
Paolo spiegava che si trattava di una signora borghese e che era all’inizio del suo percorso di sottomissione, e quella serata era un test per saggiare la sua docilità.
Seduti al tavolo i quattro uomini attendono che Viviana li serva, lei comincia con due piatti alla volta, e li portava in tavola, sotto la sorveglianza di Romina, che si è munita di una frusta, un gatto a nove code, le cui corregge sono pero’ di plastica, molta coreografia ma senza volerle procurare ferite.
Dopo aver servito i signori che cominciano a consumare il pasto frugale, e bevendo vino il che li porta in breve tempo ad essere allegri, e a fare battute piu’ pesanti su Viviana, che pare sopportare tutto con un atteggiamento di indifferenza. Finito il pasto decidono di fare una partitina a poker, il vincitore avrà un premio offerto dalla bella Viviana e il perdente potrà scegliere una penitenza che verrà inflitta da Romina sempre a Viviana.
Il poker dura almeno due ore durante le quali Viviana deve spesso servire i signori e subire le loro carezze un po’ ovunque nonchè un paio di pacche da parte di Romina quando cerca di sottrarsi alle carezze piu’ intime. Viviana è eccitata, ma si vergogna proprio di questo che si accorgano della sua eccitazione per come viene trattata.
Alla fine del poker, è un signore dall’aspetto meno attraente circa sessant’anni, con il ventre prominente, e la faccia da perverso, e il perdente è Paolo, allora Viviana deve soddisfare il fortunato vincitore con la bocca, l’uomo chiede un po’ di intimità, e Viviana spera di andare nella stanza accanto invece per intimità pretende che lei si infili sotto il tavolo per soddisfarlo.
Viviana si inginocchia e si mette sotto il tavolo tra le gambe del prescelto, gli apre i pantaloni ne estrae un fallo molliccio, che si mette in bocca e comincia a succhiarlo le ci viuole un po’ per risvegliare i sensi dell’uomo, il quale ogni tanto le da qualche consiglio, dicendole in modo volgare “avanti troia prendimi in bocca le palle, e succhiale una ad una” alcune risatine si sentono alle parole dell’uomo, ma Viviana cerca di fare del suo meglio, e per cercare di fare divertire il signore gli fa sentire il suo risucchio, questo funziona e il pene comincia a dare segni di vitalità. Fino a sborrarle in bocca la sua sostanza viscida con un grugnito di soddisfazione, senza che nemmeno avesse raggiunto la massima erezione.
“Una pompinara meravigliosa, una vera professionista questa puttana, la consiglierei a tutti” conclude l’uomo.
Quando esce da sotto il tavolo, Viviana alza la testa verso Paolo e vede che è livido, si chiede se è arrabbiato per aver perso, e dice a Romina di metterla sulla poltrona in ginocchio con le natiche rivolte verso di loro, e di frustarla fino a quando lui non le dirà di smetterla.
Viviana viene messa in posizione, in ginocchio, e legata allo schienale con i polsi, le ginocchia il piu’ divaricate possibile, in questo modo il solco mostra l’ano che occhieggia e la sua vulva umida di umori, uno spettacolo che viene apprezzato dagli astanti.
Poi Romina messasi di lato, le si accosta e le dice, proibito gridare o ricominicio da capo la punizione dopo averti imbavagliata.
Viviana si prepara, e ritiene di poter sopportare la punizione con dignità, la frusta è munita di corregge di plastica morbida, le ha sentite quando appena vista la frusta attratta e incuriosita le ha toccate.
Il primo colpo si abbatte sulle sue natiche, Viviana ha un sussulto, pensa certo che un bruciore lo sente, e Romina pare capace di usare con forza lo strumento che inizia ad abbattersi sulle sue natiche.
I colpi si succedono e il tempo pare essere eterno, quando finirà? Pensa Viviana, adesso le natiche le bruciano, pero’ stoicamente resiste serra le labbra, non si vuole fare sfuggire nemmeno un gemito.
I colpi si abbattono ancora e ancora, adesso il bruciore pare si stia estendendo le natiche sono tutte un fuoco, ma i colpi si abbattono anche nell’incavo delle natiche raggiungendo la sua fica esposta e Viviana inizia a sussultare sempre piu’ vistosamente e lo sforzo per non lamentarsi è sempre piu’ difficile da mantenere.
Il fuoco che la divora arriva ovunque sente tutto un indolenzimento, e sente che sta per cedere, “padrone, la prego basta” un sussurro percepito solo da Romina che raddoppia i colpi, oramai non sa piu’ cosa fare, dimena le natiche ma non puo’ sfuggire al bacio della frusta, e cosa incredibile una serie di colpi piu’ forti, il pensiero di essere una cosa una schiava punita per il piacere altrui, la scuote, sente che il piacere le sta montando nel ventre e le eplode nel cervello, un ululato le esce dalla bocca, e si dimena con le natiche incontro alla frusta, maneggiata da Romina con maestria, forse anche loro per la prima volta arrivano ad assistere ad uno spettacolo simile, un applauso si leva dagli astanti e si vede bene come i fluidi le bagnano la vulva aperta e le colano sulle cosce, sente Romina che dice, ha avuto un orgasmo, e si è fermata, “si, smetti pure Romina” è la voce di Paolo.
Poi si abbandona sulla poltrona senza forze, attende che la liberino, qualcuno passando la accarezza, e dice a Paolo, -una magnifica schiava se la volessi cedere io sarei lieto di offrirti un compenso adeguato per la sua perdita.-
Poi mentre gli uomini sono usciti nel suo stato di semi incoscienza sente una discussione tra Romina e Paolo, lei lo rimprovera, gli dice che non gli va bene che abbia questi atteggiamenti di evidente gelosia, si sta attaccando ad una schiava che deve essere solo un oggetto di gioco, lei non gli permetterà di attaccarsi, a meno che non voglia che se ne vada, se scopre che si è innamorato della schiava lei lo lascia, e si dovrà arrangiare quando vorrà avere altre schiave, lei non lo aiuterà piu’.
Paolo le chiede scusa, le dice che non si sta innamorando è stato solo un momento di debolezza, per un attimo ha rivisto la sua prima ragazza in Viviana, ma è passato, è stato solo un flash di una vecchia storia, adesso si riprende, anzi che si occupi lei di Viviana lui da adesso le lascia mano libera, non si intrometterà.
Poi Romina la slega e la porta in bagno la lava con delicatezza e la asciuga, le passa una crema sulle natiche, il massaggio è doloroso ma Viviana tace e accetta in silenzio la cura che l’infermiera le somministra.
Poi viene condotta con il suo vestitino sconcio fino ad un parcheggio di taxi, Romina la fa salire e paga il taxi dando l’indirizzo di casa sua.
Viviana resta con gli occhi chiusi appoggiata alla spalla di Romina per tutto il viaggio appena arrivate a casa sua è Romina che apre e la fa entrare, la mette a letto e si corica accanto a lei.
Al mattino Viviana si alza sentendo il profumo del caffè, va in cucina e trova Romina che si sta bevendo una tazza di caffè, è in mutandine e reggiseno e non indossa altro mentre lei è nuda, Romina le fa cenno di sedersi e le versa una tazza di caffè. Viviana ringrazia, e se lo beve, da sopra la tazza guarda Romina che non dice nulla, poi la ringrazia di averla portata a casa, l’altra solleva le spalle e le dice che lo ha fatto solo per comodità, era tardi, e cosi’ potranno partire assieme per recarsi all’ospedale.
É ora sono le quattro del pomeriggio e sono partite, la sua auto essendo rimasta nel parcheggio dell’ospedale hanno chiamato un taxi.
Arrivate vanno nell’ufficio di Paolo dove inizia come d’abitudine con lo spogliarsi, poi carponi si avvicina accompagnata da Romina che la tiene con la cintura di stoffa attorno al collo come un guinzaglio, arrivata gratifica il suo padrone con un pompino, ingoia e poi viene portata via, lui non le ha fatto alcun complimento ne ha voluto altro e non ha detto una parola. La discussione con Romina deve averlo toccato e non vuole evidentemente perdere la sua assistente con la quale ha una relazione particolare, Viviava aveva sentito che lui provava qualcosa per lei che andava al di là di quanto era stato previsto e soprattutto dalla serata in cui erano usciti a cena e avevano passato la notte assieme come amanti.
Adesso pero’ lui cercava di dimostrarsi freddo e scostante e non voleva complicarsi la vita con lei. Peccato penso’ quello che aveva per un attimo provato con lui era stato molto bello e non le pesava fare la schiava per qualcuno per il quale si prova un sentimento.
Romina la fece vestire come la volta precedente e poi la condusse in una sala, si fermo’ un attimo e le chiese di attenderla nella sala d’attesa. Ritorno’ dopo una decina di minuti, e le chiese di non parlare mai e di obbedire senza esitazione ad ogni suo ordine, “non lo faccio sempre?” rispose Viviana.
Entrarono nella stanza, c’era una forte penombra, si vedevano dei corpi sui letti, ma non si distinguevano i lineamenti.
Due persone erano su due letti distinti erano entrambi immobilizzati o perlomeno immobilizzati dalle ingessature e dalle loro invalidità. Romina la fece spogliare e lei rimasta con le sole calze, ricevette l’ordine di andare a soddisfare entrambi prima uno e poi l’altro, con una pacca nel sedere venne sospinta in avanti.
Viviana si avvicino’ al primo letto, le parti intime erano scoperte, lei prese in mano il pene e poi gli avvicino’ la bocca e inizio’ il pompino, doveva essere un ragazzo giovane e aveva un buon sapore era stato anche appena lavato, appena senti’ il pene indurirsi nella sua bocca sali’ sul letto e se lo infilo’ nel ventre, lo cavalcava piano per non fargli male gli pareva che questo stesse meno bene degli altri a cui aveva fatto le stesse cose, non gli ci volle molto per portarlo al godimento lui le schizzo’ il suo seme nella fica e lei fu per poco che non arrivo’ all’orgasmo, le mancava appena un secondo e sentendolo sborrare si immobilizzo’ facendo pressione con i muscoli della vagina ferma impalata e si strofino’ la clitoride cosi’ potè godere anche lei.
Romina era li’ vicino e le disse: “avanti troia ce n’è un altro”, e Viviana scese da quello per passare all’altro, questo era già duro, aveva di certo visto e sentito tutto anche se aveva visto solo le ombre, e appena lei gli fu sopra emise un sospiro di voluttà nel sentirla cosi’ calda e bagnata anche del seme dell’altro, inizio’ a muoversi e lei lo cavalcava con voluttà era come una baccante che si dimena sul suo satiro.
Si’, fu un amplesso completamente travolgente il suo desiderio di continuare a godere la rendeva piu’ troia, si diede con passione e fu travolta dall’orgasmo, intanto sentiva Romina che le diceva che era una gran puttana e che avrebbe fatto di tutto per il cazzo.
Appena ebbe finito con il secondo, Romina le disse che il primo nel vedere quanto era troia si era eccitato per la seconda volta e di fargli un pompino, lei si inchino’ sul pene del primo paziente ritornato duro e se lo mise in bocca sentiva ancora il sapore del suo sesso sul suo pene, nel frattempo il secondo si era alzato e si era messo su una sedia a rotelle, Romina lo aveva aiutato ad uscire, forse per lasciarla sola con questo, lei si sedette ancora su di lui facendosi penetrare, era un maschio giovane e adesso che aveva già goduto una volta, sarebbe di certo durato piu’ a lungo.
Lo cavalco’ con dolcezza, lentamente assaporando la verga che la riempiva, le piaceva questo suo modo di ansimare che quasi la cullava dandole il ritmo, stava arrivando all’orgasmo mentre il cazzo sotto di lei si manteneva ancora duro, e lei godette e si agito’ piu’ velocemente e poi si fermo’ impalata si era piegata con cautela sul dorso di lui e gli aveva sfiorato il volto senti’ le sue labbra che le avevano baciato un angolo della bocca e allora lei gli lecco’ le labbra con voluttà, lui apri’ la bocca e lei gli infilo’ la lingua in bocca, poi inzio’ un’altra cavalcata, stavano andando all’unisono verso il piacere e appena stavano per godere si accese la luce nella stanza, ma loro non si accorsero di nulla gli occhi chiusi lui passivo e lei attiva che si impalava, fino a che furono completamente travolti dall’orgasmo.
Poi lei si appoggio’ con la testa sul suo petto, ansimavano tutti e due, appena si sollevo’ da entrambi si levo’ un urlo di sorpresa e di vergogna. Rossa in volto Viviana era ancora con il pene suo nel ventre che si stava ammosciando, e le apparve Luca il suo Luca gli occhi sbarrati, guarava sua madre nuda su di lui come una puttana che lo aveva scopato.
Viviana si mise a piangere di paura e di vergogna e poi si sollevo’ lentamente sentendo il pene sfuggire da dentro il suo corpo, poi si sollevo’ guardo’ con orrore verso Romina che sorrideva soddisfatta del suo terribile inganno. Viviana si rivesti’ e poi si avvicino’ a Luca gli prese la mano ancora ingessata e gli disse: “amore mio sono mortificata, io non immaginavo” ma cosa dire d’altro, era assurdo, tutto questo era assurdo, non c’erano scuse lei era una troia e aveva goduto con suo figlio e ora lui sapeva quanto era troia e aveva fatto sesso anche con un altra persona accanto a lui.
Intervenne Romina “adesso basta moine, vi spiegherete in un altro momento, muoviti tu troia che ho altri due clienti per questa sera”.
Luca arrossi’ sentendo le parole ed il tono che l’inferemiera aveva usato con sua madre, ma non poteva ancora parlare bene ma anche se avesse potuto non era certo di trovare le parole per difendere sua madre, lei invece abbasso la testa docile e usci’ con l’infermiera.
Altri due clienti aveva detto e cosi’ infatti fu, altri due giovani l’attendevano in una stanza dove si concedette con la solita passione senza pensare ad altro se non ad assolvere il suo compito, piu’ in basso di cosi’ dove poteva andare, e pensarci non avrebbe cancellato quanto accaduto, e poi stordirsi di piacere le avrebbe permesso di dimenticare per alcuni momenti la sua immensa vergogna.
Viviana era nello studio di Paolo e lo stava masturbando con delicatezza, ogni tanto gli dava una leccatina sulla punta del cazzo, la cui cappella era congestionata dal piacere, e si lamento’ con lui di come era stata ingannata da Romina, di quello che le aveva fatto fare con suo figlio.
Paolo dal canto suo, rimase impassibile e duro le disse: “Romina mi ha detto che hai avuto un orgasmo travolgente mentre stavi sopra di lui, e ha acceso la luce, questo dimostra quanto tu sia troia, e percio’ non ti lamentare per quello che sei”.
Viviana tacque, e imboccato l’uccello di Paolo si mise a succhiare, il tono di disprezzo che aveva usato nei suoi confronti era stato tale da desistere dal cercare il suo appoggio, era inutile, doveva bere l’amaro calice del suo percorso senza poter fare nulla per evitarlo.
Succhiava avidamente fino a che Paolo non resistette oltre e le eiaculo’ in bocca, lei degluti’ avidamente come oramai aveva imparato a fare, e troiescamente si lecco’ il labbro pulendolo da una goccia di sperma che vi si era depositata.
Romina l’attendeva, lei si mise il camice da inserviente che metteva in rilievo le sue forme procaci e lasciava intravvedere l’attaccatura delle calze, e s’incammino’ seguendo la donna che sapeva l’avrebbe fatta soffrire ancora perchè era evidente avrebbe avuto per lei in serbo altre sorprese terribili come quella della sera precedente.
Arrivarono nella stanzetta privata di un signore anziano, il quale stava comodamente seduto sul letto appoggiato ai cuscini, l’uomo era calvo, non aveva nemmeno le sopracciglia, i suoi occhi erano di un azzurro ghiaccio, che parevano quasi trasparenti, Romina si avvicino’ e disse: “Commendatore, ecco la schiava di cui le ho parlato, che gliene pare?”. L’uomo fece un cenno con la testa, poi disse qualcosa all’orecchio di Romina la quale con tono di comando ordino’ a Viviana di spogliarsi, questa sbottono’ i tre bottoni del camice, e lo fece scivolare dalle spalle, poggiandolo su una sedia. Restando nuda solo con le calze e reggicalze e le braccia penzoloni lungo i fianchi.
Con un cenno Romina le intimo’ di voltarsi, Viviana voltatasi resto’ di spalle all’uomo, e senti’ Romina dire: “visto che chiappe meravigliose, sode belle piene, sono perfette per la frusta non le pare Commendatore?”.
“Si lo sono” rispose l’uomo, con un tono di voce metallico, che pareva che le sue parole fossero frustate per la povera Viviana, ma dentro di se si disse che meritava la frusta era stata troia e aveva goduto con suo figlio, una cosa vergognosa eppure si eccitava a pensarci, come se non riuscisse a dimenticare la verga di Luca dentro di lei.
Romina le disse: “avanti mettiti in ginocchio sulla sedia, e protendi il culo come si deve, le ginocchia il piu’ larghe possibile” Viviana obbediente si dispose come voleva la sua padrona, senza osare discutere.
Era pronta per essere frustata, e attendeva, certo da qualche parte Romina aveva messo la frusta per lei, e infatti senti’ aprire un armadio, e poi la prima carezza della frusta sulle sue natiche si abbattè con uno schiocco che la fece trasalire.
I colpi si succedevano con metodo, e lei li sopportava, Romina si fermo’ e disse: “contali e ringraziami ad ogni colpo che ti do troia, e ricordati di chiamarmi padrona”.
“Si padrona” rispose sottomessa Viviana. Romina aveva fatto una breve sosta si era fermata per darle quel nuovo ordine dopo appena cinque colpi.
Il colpo successivo si abattè sulle natiche già lievemente arrossate di Viviana che conto’ il primo colpo.
“Uno, grazie padrona… due, grazie padrona…tre grazie padrona…” per fortuna la frusta era fatta di corregge di plastica che non ferivano, ma comunque si sentiva il bruciore che procedeva e si espandeva.
“ventuno…grazie padrona”.
E la punizione procedeva, ogni tanto Romina si avvicinava e toccava la fica esposta di Viviana facendo commenti sul suo livello di eccitazione, dicendo che la cagna malgrado tutto sapeva dimostrare di apprezzare la frusta e si bagnava parecchio.
Il Commendatore volle alzarsi e controllare, e le infilo’ delle dita che parevano uncini nella fica, e commento’ che era veramente molto bagnata e che era bollente, una perfetta schiava masochista, poi disse a Romina di continuare.
Romina riprese la punizione, “ trenta… gr…grazie pa…padrona, trentuno… gr…azie pa…drona” man mano che si procedeva era sempre piu’ difficile per Viviana trattenersi dal gemere sia per la sensaziione di bruciore che la frusta le procurava che per l’eccitazione vergognosa che provava. Si sentiva abbietta e sporca, ma non riusciva a fare a meno di eccitarsi per questa sua punizione umiliante e per dovervi partecipare attivamente ringraziando e rivolgendosi in modo cosi’ sottomesso alla sua padrona.
“Quarantadue…mhhh gra..zie pa- drona” senti’ il commendatore dire con voce ansimante a Romina di fermarsi e di portargli la schiava, subito Romina la prese per un braccio facendola rimettere in piedi e la porto’ davanti al commendatore che si teneva il pene semieretto in mano, le ordino’ “prendilo in bocca subito”.
Viviana si piego’ sul pene dell’uomo e se lo mise in bocca e inizio’ a leccarlo, lo impugno’ alla base per tenerlo, non era eretto completamente era eccitato ma mezzo moscio, pero’ sotto la sua lingua si riprese e piano piano lo senti’ gonfiarsi fino a raggiungere una seppur non totale erezione ma sufficiente, Romina aveva continuato a masturbarla da dietro mentre lei era china sul ventre dell’uomo, poi con una pacca sul culo come se fosse una cagna le ordino’ di salire sul letto, e di infilarsi il cazzo nella fica, Viviana esegui’ lei era cosi’ bagnata che malgrado l’erezione del vecchio signore fosse un po’ misera riusci’ a infilarselo dentro se lo tenne al caldo alcuni secondi immobile dentro di se e poi cerco’ di muoversi con delicatezza l’uomo ansimava eccitato, e diceva: “ che schiava stupenda, una fica meravigliosamente bollente, che gnocca, quanto tempo che non assaporavo una tale voluttà e godette con pochi schizzi nella fica di Viviana”.
Si senti’ come se avesse fatto un opera buona, ma appena si sfilo’ il pene dalla vagina Romina le disse: “svelta rivestiti” e comincio’ a fare un massaggio cardiaco all’uomo, poi mentre se ne sta andando, disse: “un infarto forse, suona il campanello e poi vai nello studio di Paolo ad avvertirlo, io continuo qui’.”
Viviana spaventata esegui’ gli ordini, poi si mise a correre per raggiungere lo studio di Paolo.
Appena arrivata gli spiego’ cosa era accaduto, e lui le ordino’ di attendere li’ in studio e di non farsi sentire, anzi di cambiarsi e rimettersi i suoi vestiti.
Appena si fu cambiata, entro’ Romina, che le chiese come si sentiva, era un po’ spaventata, ma bene lei stava bene, Romina le disse: “ non hai visto nulla e non sei mai stata qui’, anzi vai nella stanza di tuo figlio e non preoccuparti”. “Come sta il commendatore?” chiese. “per fortuna sta meglio, gli abbiamo fatto il massaggio cardiaco, un piccolo infarto, ma si è già ripreso, per fortuna, alla sua età vuole ancora giocare a queste cose che per lui sono troppo forti”.
Viviana usci’ e si reco’ nella stanza di Luca, lui teneva gli occhi chiusi ma si accorse che aveva sollevato leggermente le palpebre e vistala le richiuse fingendo di dormire, anche lei era imbarazzata, non sapeva cosa dirgli.
Si sedette vicino a lui, e gli prese il polso, e carezzo il suo braccio, con delicatezza, ancora pochi giorni e gli avrebbero tolto i ferri dalla mano, e dalla mascella, si sollevo’ e gli diede un casto bacio sulle labbra, e risiedendosi vide che il lenzuolo si era mosso, all’altezza del ventre, il suo ragazzo era in erezione. Anche lui si eccitava facilmente, sospiro’ e disse a bassa voce: “devo andare, tornero’ domani, e gli diede un altro bacio sulle labbra strette”.
L’indomani non era accaduto nulla ed il giorno successivo avevano liberato Luca da una mano, e dai ferri che tenevano ferma la mascella.
Adesso avrebbe potuto parlare, ma quando lei arrivo’ non disse nulla chiuse gli occhi e mantenne un atteggiamento ostile.
Paolo le aveva detto che poteva portarlo a casa e cominciare ad accudirlo da sola, Romina sarebbe andata a darle una mano ogni altro giorno, ma niente di piu’ e le restitui’ tutte le sue cambiali.
Le disse che era meglio non vedersi, il Commendatore continuava a chiedere di lei ma era meglio che nessuno la vedesse, pareva impazzito la voleva a tutti i costi, e sarebbe disposto a pagarla tantissimo per un suo pompino.
Viviana era lusingata e commossa dal vecchio, gli aveva tutto sommato dato un momento di felicità.
Rientrarono a casa accompagnati con un ambulanza, e Romina li aveva preceduti per preparare la stanza, quando anche loro arrivarono si accorsero che Romina aveva sistemato Luca nella stanza da letto matrimoniale, spiegando che doveva essere comunque assistito e se era nella sua cameretta si poteva non sentirlo.
Viviana e Luca rimasero in silenzio davanti alla determinazione e alla risoluzione di Romina che non volle sentire ragioni.
Quando l’ambulanza fu ripartita lei diede loro un calendario delle visite che avrebbe dovuto fare in ospedale, e poi disse: “ per i primi controlli ti veniamo a prendere noi fino a che non ti vengono levati i ferri ma poi dovrete venire con i vostri mezzi”.
Alla fine li lascio’ promettendo di ritornare fra un paio di giorni per vedere se tutto andava bene.
Viviana si mise a riordinare la casa e a preparare tutto quanto le occorreva per assistere suo figlio in modo da averlo a portata di mano, non poteva portarlo al bagno e percio’ si preparo’ una padella e un pappagallo per i suoi bisogni, tenne una bacinella a portata di mano per lavarlo, e organizzo’ il bagno.
Doveva pensare anche all’acquisto di un auto, e in quei mesi avendo passato la maggior parte del tempo in ospedale non aveva speso quasi nulla dei soldi che le arrivavano quindi disponeva di un piccolo conto per affrontare le spese.
Cercando di rompere il ghiaccio e l’imbarazzante silenzio che c’era tra di loro, comincio’ a parlare e a dire a Luca quello che pensava di fare, cercare un auto usata, perchè avrebbero avuto bisogno di muoversi appena non mandavano piu’ l’ambulanza a prenderlo.
Luca allora disse che era opportuno cercasse una macchina che sia comoda, una familiare e non una sportiva. Viviana era d’accordo.
Preparo’ da mangiare e poi prese un vassoio e lo porto’ in camera, dal momento che la mano sinistra l’unica libera faceva fatica a muoverla lo imbocco’ lei, bocconcini piccoli, e le venne in mente che quando era piccolo e doveva farlo mangiare era sempre un rito piacevole per lui, adesso pareva una tortura per entrambi, le pareva che lui la odiasse, e allora le lacrime cominciarono a rigarle il volto, fino a non vederci piu’.
Luca vedendola cosi’ si commosse, e le chiese di smettere di piangere, lei cerco’ di farlo si soffio’ il naso e gli disse: “ti prego, non odiarmi, te ne prego”.
“Non ti odio, ti sbagli a pensarlo, è che sto male immaginandoti che fai la puttana e che ti piace pure”.
“Hai ragione, forse la mia sessualità è stata per troppo tempo addormentata e si è risvegliata in un modo incontrollabile, ma ti voglio bene, accettami come sono, mi sono prostituita per te, per farti curare, e purtroppo mi è piaciuto, che ci posso fare, sono una donna, mi ero scordata del sesso negli ultimi due anni e …” non continuo’, non riusciva a parlarne oltre soprattutto per lo sguardo di Luca che pareva soffrire ancora piu’ di lei.
Lui con la mano dalle dita rigide le fece una specie di carezza sulla testa toccandole i capelli sciolti sulle spalle.
“Sei cosi’ bella, che è normale che ti desiderano tutti, lo capisco, mi rendo conto che sei una donna e sei giovane hai il diritto di fare l’amore, ma prostituirti non lo so’ se riusciro’ ad accettarlo”.
Lei alzo’ lo sguardo pieno di lacrime su suo figlio, e volle raccontargli l’odissea che aveva vissuto, le umiliazioni, e ogni cosa senza trascurare nessun dettaglio nemmeno i piu’ scabrosi e soprattutto le cause che l’avevano condotta fino a li’.
Luca ascoltava con attenzione, in silenzio, dopo un po’ si accorse che il lenzuolo alla’altezza dell’inguine aveva un bozzo, il suo racconto aveva eccitato suo figlio e anche lei nel rivivere con il suo racconto tutta la vicenda si era eccitata.
Gli disse che doveva andare a finire una cosa in cucina e si assento’, dopo chiusasi nel bagno si masturbo’ con violenza fino a trovare il piacere e riuscire a calmarsi.
Rientro’ nella stanza da letto, suo figlio era ancora eccitato allora gli prese il vassoio e lo porto’ via, l’unica cosa era stargli lontano abbastanza per farlo calmare, ma un po’ si sentiva in colpa, lei si era procurata piacere ma lui come avrebbe potuto fare non avendo ancora l’uso della mano, ma disse che non dovevano cadere in tentazione.
Alla sera si corico’ sull’altro lato del letto indossando una vestaglia molto coprente, e si dovette alzare piu’ volte per dare una mano a Luca per orinare e lavarlo quando aveva dovuto defecare.
Ogni volta al tocco della sua mano lui si era eccitato presentando una erezione, ma lei cerco’ di comportarsi come se nulla fosse.
Passarono cosi’ due giorni d’inferno, Luca era sempre piu’ agitato, e lei non lo aiutava ma in compenso si soddisfaceva da sola ogni volta perchè la sua presenza e il suo pene eretto la eccitavano.
Quando giunse Romina la fece accomodare e gli chiese se tutto andava bene, poi siccome Romina era un infermiera facendo finta di nulla gli chiese se quelle erezione erano normali oppure se era perchè lei lo toccava che gli capitavano.
Romina si fece raccontare tutto per filo e per segno, e poi le disse, che era una donna malvagia nel fare soffrire Luca, dal momento che avrebbe dovuto dargli un po’ di sollievo, e solo la sua ipocrisia e vergogna le impediva di comportarsi per dare un valido aiuto a chi soffre, e che sia suo figlio è ininfluente.
“Una schiava si dedica a chi ha bisogno di lei, soprattutto le schiave sessuali e lei non ha un’identità, non piu’, non è una madre, è una schiava del sesso, nulla di piu’ e prima se ne renderà conto prima imparerà a comportarsi adeguatamente” Romina era dura con lei e subito Viviana abbasso’ la testa sottomessa, non riusciva a ribattere a quello che diceva Romina.
Romina le disse di spogliarsi, Viviana senza fiatare si spoglio’, rimase nuda, e Romina notando che era ancora docile decise di approfittarne, le disse che l’avrebbe punita ma di là dal paziente in sua presenza, per risarcirlo della sua inefficenza e per fargli capire che chi lo accudiva non era che una cagna e una schiava da comandare e soggiogare.
Lei cerco’ solo di obiettare ma non troppo convinta, e Romina le disse: “zitta, tu non sei Viviana, madre e donna libera, da adesso sei LIV, la schiava e puttana per chiunque ne abbia voglia”.
“Liv in ginocchio e seguimi a quattro zampe subito”. Viviana non riusciva a connettere e si inginocchio’ carponi e segui’ Romina fino alla camera da letto, appena arrivati Luca vide subito Romina e la saluto’ freddamente. Poi noto’ sua madre che la seguiva carponi, e rimase scioccato non riuscendo subito a dire nulla, poi sbotto’ “ma che fai, sei scema, rivestiti”.
Romina intervenne e disse: “Liv, schiava non ti muovere se non te lo ordino” Viviana rimase ferma.
Romina si avvicino’ a Luca e gli tolse il lenzuolo, mettendo in mostra una evidente erezione, e si rivolse alla schiava in ginocchio che stava a testa bassa: “cagna, alza lo sguardo, e osserva che effetto che fai su questo giovanotto”.
Viviana vide l’erezione di Luca e arrossi’ capendo che quello era l’effetto che gli faceva lei nella sua condizione.
Romina impietosa disse: “in questi giorni non hai fatto nulla per alleviare le sofferenze del paziente e percio’ sarai punita”.
“Mettiti sul letto con il culo rivolto verso il volto del paziente”, Romina l’aiuto’ a mettersi sul letto, era messa sopra le gambe stese di Luca con il culo all’altezza del suo pene ma sollevato, in questo modo lei gli esponeva tutte le sue parti intime con sua somma vergogna ed anche una abietta eccitazione.
Romina aveva preso una cintura di cuoio dall’armadio, e le disse: “ti ricordi come si contano i colpi di una punizione?” “si padrona” rispose Viviana.
Il primo colpo si abbatté sulla groppa protesa della schiava che agito’ il bacino e disse la frase rituale: “uno, grazie padrona”.
E cosi’ fino al venticinquesimo colpo quando il suo orgasmo esplose sotto il colpo di cinta aveva le natiche rosse, e la fica che sbrodolava.
Romina la fece scendere dal letto, e le disse: “ adesso allevia la tensione del paziente” e Viviana si butto’ sul pene eretto e con la punta violacea che aveva una perla di umore sul meato, lo prese in bocca e lo succhio’ e non gli ci volle piu’ di un minuto per raccogliere nella sua bocca il seme di Luca, lunghi fiotti bollenti che le avevano bruciato la gola soprattutto per la vergogna.
Romina disse a Luca che la schiava Liv era piuttosto brava con la bocca e che la frusta la faceva scaldare parecchio, poche sono le schiave che godono sotto la frusta senza altre stimolazioni.
Spiego’ che sarebbe stato sufficiente anche a lui darle ordini precisi per ottenere le dovute prestazioni che si devono avere da una schiava.
Quella sera Viviana dopo che Romina se ne fu andata si rinchiuse nel bagno e sotto la doccia diede sfogo alla sua angoscia, in un pianto dirotto, le lacrime si mescolavano con il getto della doccia, questo sfogo liberatorio le era utile, troppa era la tensione e la vergogna per tutto quello che aveva subito davanti a suo figlio e quello che aveva dovuto fare con lui.
Era passato un po’ di tempo e per fortuna, aveva dovuto rimanere poco a casa, Romina le aveva combinato diversi appuntamenti con dei suoi amici, e avevano preso un’infermiera per occuparsi di Luca, questo le aveva permesso di evitare di rimanere sola con lui.
Era in un albergo in una suite, dove alcuni signori stavano pranzando e discutendo di lavoro mentre lei in tenuta succinta con altre due giovani donne si concedeva alle loro voglie, un milione per restare a loro disposizione per l’intero week end, oramai dopo il giorno prima durante il quale si erano sfogati parecchio oramai erano esausti, e quindi alla fine non ce la facevano proprio piu’ nemmeno loro.
Aveva praticamente lavorato solo di bocca, due scopate ma il resto solo pompini ma con l’ingoio, sei uomini, e lei aveva male dappertutto e desiderio di dormire, dopo essersi fatta una doccia.
Quando le congedarono consegnando il loro compenso, si rese conto che era proprio caduta in basso, una puttana che si compra basta avere dei soldi, questo era diventata.
Usci’ con il suo abitino corto, si era rifatta il trucco e guardata allo specchio, e pareva nell’aspetto cio’ che era diventata una prostituta, Romina aveva preteso il trucco pesante e lei aveva obbedito, incapace di sottrarsi agli ordini, eppure le avevano restituito le cambiali.
Sotto il sopprabito rabbrividi’ appena arrivo’ in strada, prese il taxi che l’attendeva e diede un indirizzo vicino a casa sua, da li’ avrebbe proseguito a piedi.
Appena rientrata, senza nemmeno salutare ando’ in doccia si lavo’ per cercare di riprendere un aspetto piu’ sobrio, dopo asciugatasi e indossato un accappatoio si reco’ in cucina e si verso’ un abondante bicchiere di latte sentiva il bisogno di disintossicarsi.
L’infermiera si affaccio’ : “buonasera signora, Luca ha chiesto spesso di lei, sa che domani gli levano il gesso dalla spalla?”, “ah, si’, grazie signorina, me lo ha detto Romina, domani mattina si, passano a prenderlo”, “allora signora io vado, ho finito il mio turno”.
“come? Ma non doveva rimanere fino a domani?”, “no, solo fino a stasera, arrivederci signora”, “arrivederci signorina” rispose Viviana avvilita, sperava di avere modo di rinviare ma doveva affrontare Luca, quella storia doveva cessare, non potevano avere altri rapporti, in nessun modo doveva convincersene anche lui.
Fece il giro della casa controllo’ la lavanderia, tutto era in ordine lo sapeva ma sperava di trovare delle cose da fare che le permettessero di aspettare che lui dormisse, cosi’ magari poteva coricarsi senza svegliarlo, era tardi magari già dormiva.
Provo’ ad avvicinarsi alla camera da letto, aveva pensato di andare a dormire nella sua cameretta che era libera o nella stanza degli ospiti, ma poi se lui avesse veramente avuto bisogno di qualcosa, non poteva abbandonarlo, ma aveva paura, molta paura, cosa le avrebbe fatto fare, e lei non si sarebbe opposta, anche questo lo sapeva e l’unico modo di resistere era di non vedersi, di restare separati, anche solo da un muro, ma separati.
La camera era al buio, pareva che lui dormisse, e allora lentamente si avvicino’ alla parte libera del letto, si sedette con precauzione, una volta seduta attese, ascoltava il suo respiro le pareva regolare, dormiva? Non ne era sicura, piano si stese, e appoggio’ la testa al cuscino, tutti i suoi movimenti erano lenti, prudente, era stesa, aveva quasi smesso di respirare.
Dopo un po’ si rilasso’ sperava di addormentarsi, quando senti’ un lamento, Luca era lui che si lamentava, allora sollevo’ la testa, e chiese a bassa voce: “amore ti senti male?”
“oh si, si mi sento malissimo, la testa mi gira, devo fare i miei bisogni, ma non osavo svegliarti”.
Viviana si alzo’ e prese il pappagallo accese l’abat jour, e si avvicino’ a Luca, sollevo’ le coperte, e prese il suo pene in mano mezzo duro, lo avvicino’ all’imboccatura del pappagallo, e attese che lui si liberasse la vescica, fu un getto lungo, alla fine lo ripuli’ con un fazzolettino dalla goccia che era rimasta, sul meato, e nella sua mano vide che il pene prendeva consistenza, lo lascio’ gli disse: “ti prego Luca, ti prego non eccitarti, sai che è tutto sbagliato, non possiamo, non dobbiamo caro, capisci?”.
“Lo so’, capisco, ma tu in questi giorni dove sei stata?” “lo sai bene che Romina mi ha voluto per dei suoi amici, non ti nascondo questo, inutile che ti dica che mi vergogno, ma non riesco a liberarmi dalla sua influenza”.
“Quello che dai agli altri, è molto, allora perchè non fai un favore anche a me, e senza essere obbligata da Romina?”.
“Non possiamo, è sbagliato, capisci che è una cosa che se non ci fermiamo adesso poi non ci riusciremo piu’”.
“Liv, sei una troia, adesso voglio che me lo succhi, e che non mi lasci cosi’ o giuro che appena posso usero’ la frusta, o forse non sarà necessario, potrei dire a Romina di passare e cosi’ la cosa sarà risolta”.
Viviana era avvilita, ma contemporaneamente il tono che aveva usato autoritario e il fatto che le desse della troia, minacciandola della frusta, la fece eccitare, scosto’ le coperte senza una parola, e si chino’ sul pene di Luca, e lo bacio’ su tutta la sua lunghezza, poi lo lecco’ e alla fine se lo infilo’ in bocca, malgrado tutti i suoi propositi non riusciva a negarsi, e lo succhio’ con passione, e contemporaneamente si era infilata una mano nella vestaglia masturbandosi.
Luca era molto scurrile le diceva che era una schiava che chiunque avrebbe potuto avere per due lire e che doveva abituarsi all’idea di doverlo soddisfare perchè avere una troia in casa e non poterne usufruire?
Viviana succhiava sempre piu’ voracemente, e si infilava le dita nella passera e si strusciava il clitoride con violenza, alla fine venne mentre Luca le veniva in bocca, erano ansanti entrambi, il fiato grosso dimostrava che avevano goduto tutti e due.
Viviana si accosto’ a lui, mettendo la testa tra il braccio ingessato e il collo e lo bacio’ lui tese la lingua facendole capire che desiderava un bacio piu’ profondo e Viviana lo accontento’. Poi si ando’ a coricare al suo fianco e si addormentarono rilassati.
Il mattino successivo, Viviana non lo accompagno’ all’ospedale, mentre Luca vi si recava per togliere l’ingessatura, e lo avrebbero riaccompagnato a casa loro.
Era andata ad acquistare una sedia a rotelle, a casa adesso avrebbe avuto solo la gamba sinistra con il femore ancora bloccato, ma la mano sinistra la iniziava ad usare anche se non aveva forza, e il braccio destro avrebbe avuto bisogno di un po’ di rieducazione ma almeno avrebbe potuto muoversi, in qualche modo e se doveva lei spingerlo pazienza almeno non era neccessiario che rimanesse fisso a letto.
Prese un taxi, e si reco’ in centro, c’era un negozio che vendeva le attrezzature ortopediche e gli acquisto’ una sedia a rotelle usata.
Poi chiese se la potevano consegnare a casa, perchè era a piedi e non poteva trasportarla.
Poi ando’ a cercare un edicola e prese una rivista di autoveicoli per vedere se trovava degli annunci per un’auto usata.
Imbuco’ una lettera, per richiedere un catalogo di vendita per corrispondenza e alla fine rientro’ a casa.
A casa arrivo’ quasi contemporaneamente con Luca comunque aveva le chiavi e quindi non ci sarebbero stati problemi.
Erano appena entrati che lui si lamento’ che la spalla gli faceva molto male ed era normale non aveva piu’ il sostegno e quei mesi in quelle condizioni era ovvio che fosse doloroso adesso averla libera.
Viviana prese della crema, gli levo’ la camicia con delicatezza e vide la carne arrossata pareva carne viva, e aveva un odore forte di carne che si cucina, prese una abbondante dose di crema e comincio’ a spalmarla sulla parte in questione, era leggera ma Luca si lamentava debolmente gli chiese se doveva fermarsi, lui le fece cenno di no con la testa.
Lo massaggio’ a lungo mettendogli molta crema per non irritare ulteriormente la pelle.
Lui la osservava mentre lei era intenta al compito e le disse: “ faccio ribrezzo vero?”.
Viviana sollevo’ la testa, e gli sorrise: “ma no che non fai ribrezzo, è tutto normale sai?”.
Lei gli massaggio’ anche tutto il braccio, allora lui con la mano sinistra le fece una carezza sui suoi capelli, e le disse: “sai che hai dei capelli bellissimi?”.
“Grazie caro” rispose Viviana. E continuo’ a massaggiarlo, lentamente fino a quando non lo senti’ che si rilassava.
Allora Luca le disse: “Liv, baciami” lei si sollevo’ avvicino’ il volto al suo le loro labbra si sfiorarono e le bocche si unirono fu un bacio umido, le lingue duellavano e si rincorrevano nella bocca dell’uno e poi dell’altra, la mano di viviana scese e toccare il pene da sopra i pantaloni e constato’ che era duro ed eccitato, in quel momento suono’ il campanello.
Si staccarono rossi in volto, con il respiro leggermente ansante, e lei disse: “ vado a vedere chi è, scusami”.
Avevano portato la sedia a rotelle, il commesso la apri’ facendole vedere il funzionamente e poi le posiziono’ il sostegno per la gamba che doveva restare sollevata come lei stessa aveva spiegato.
Ringazio’ il commesso, gli diede una mancia e richiuse la porta alle spalle, poi spinse la sedia fino alla camera da letto, entro’ e disse a Luca: “tesoro, guarda cosa ho per te”.
Luca si mise a ridere, “accidenti adesso si’ che mi sento andicappato, pero’ meglio, almeno potro’ muovermi per casa”.
Lo aiuto’ a issarsi sulla sedia a prendervi posto, poi lo spinse fino in cucina, e disse “oggi possiamo pranzare assieme in cucina, almeno è un progresso non ti pare”, “ si certo hai ragione, è meglio cosi’”.
Poi lei si mise ai fornelli per cucinare qualcosa e preparo’ la tavola, Luca mentre prendeva la tovalgia le disse: “Vorrei che ti togliessi la gonna”.
Lei si fermo’ di botto poggio la tovaglia e si slaccio’ la gonna la mise sul ripiano e in mutandine nere trasparenti e calze si mise a preparare in silenzio la tavola, poi servi’ quanto aveva preparato, Luca era a capo tavola e lei si sedette alla sua sinistra.
Con la mano sinistra le carezzo’ la mano e le disse: “sei bellissima, e lo sai bene vero?” “Grazie si’, credo di saperlo, me lo dicono tutti, ma vorrei non esserlo a volte”.
Luca pranzo’ con calma e poi le chiese di fare il caffé che consumarono assieme e dopo Viviana si mise a riordinare nella sua succinta tenuta, oramai sapeva che il percorso era ad un punto tale che non sarebbe mai tornata indietro, si sentiva porca e schiava in modo irrevocabile.
Finite le incombenze spinse la sedia di Luca fino in camera da letto, lo aiuto’ a coricarsi e si corico’ al suo fianco dove prese l’iniziativa lei, prese il suo pene e lo succhio’ e sentiva come piaceva a Luca quello che gli faceva dai suoi sospiri e mugolii, e dopo si levo’ le mutandine oramai zuppe dei suoi umori e si mise sopra di lui, punto’ il glande contro l’ingresso della sua vulva e scese assaporando pienamente la sensazione di riempimento che provava.
Cavalco’ a lungo prima di concedersi il sospirato orgasmo oramai erano due amanti che godevano all’unisono come se fossero una carne sola.
Si appoggio’ al suo torace tenendoselo dentro, le piaceva quella sensazione mentre il pene si afflosciava dentro di lei, era una sensazione che la colmava di tenerezza per Luca, un amore particolare, era una passione proibita ma lui era certo il suo signore e padrone.
Romina ritorno’ a controllare come stavano, e anche per accompagnare Luca alle visite di controllo, dal momento che l’ambulanza non veniva piu’ e Viviana non aveva ancora acquistato una nuova auto.
Mentre Luca era in ospedale lei parlo’ con Paolo, il quale le disse che aveva un amico che aveva una concessionaria, poteva chiamarlo e fissarle un appuntamento, in cambio fece un meraviglioso pompino al medico.
Cosi’ fecero, e lei si presento’ subito quel pomeriggio alla concessionaria accompagnata da Romina.
Vennero ricevute dal titolare, un uomo che si vedeva che era un venditore di auto, piuttosto abituato a trattare e anche uno piuttosto spregiudicato, non era brutto ma nemmeno bello,un po’ in sovrappeso, ma ancora piuttosto prestante tra i quaranta e cinquanta anni, capelli brizzolati, e continuava a rivolgersi a lei dicendole bella signora, segno che cercava di farle capire che non era insensibile al suo fascino.
Romina era piu’ diretta e decise di condurre il gioco in modo piu’ sbrigativo, e gli chiese un’auto familiare non troppo costosa, perchè al momento la bella signora non puo’ permettersi delle spese eccessive a causa delle sue finanze.
L’uomo disse che si sarebbero accordati certamente per trovare una soluzione vantaggiosa per tutti.
Fece loro vedere una bella Fiat 131 color marrone metallizzato diesel, famigliare, in ottime condizioni, ottimo affare 3,5 milioni.
Fecero il contratto un milione subito, il resto in rate da 200.000 al mese, o disse Romina per ogni rata una favolosa prestazione della bella signora che potrebbe darle per la stessa somma due ore del suo tempo.
Poi vedendo il signor Giancarlo interessato, disse: “guardi è merce di qualità, un autentica alto borghese, una signora di classe ma molto calda”.
Viviana restava in silenzio, ma la sua passività la rendeva ancora piu’ eccitante, e quando Romina gli disse di mostrare la merce, e di togliersi l’abito, si spoglio’ senza discutere.
Restando in calze reggicalze ed intimo leggero e trasparente, Giancarlo fece un fischio di ammirazione, e si disse d’accordo, due ore per ogni ricevuta. La prima da pagarsi alla consegna dell’auto, che sarebbe stata pronta fra due giorni.
Rientrate a casa Romina si autoinvito’ e trovarono Luca che era rimasto li in attesa preoccupato, perchè sapeva che con Romina sua madre non era certo al sicuro, comunque Romina gli disse che avevano concluso rapidamente un contratto per l’acquisto di un’auto famigliare.
“Liv, è una merce di scambio incredibile con lei si riesce a concludere qualsiasi contratto commerciale” disse sarcastica.
Viviana arrossi’, benchè si eccitasse a venire umiliata le era comunque difficile accettare che Romina parlasse di lei come una prostituta davanti a Luca, pero’ poi riflettendo si disse che era proprio cio’ che era diventata, il suo corpo era solo uno strumento da mercificare per ottenere qualcosa.
Luca si rabbuio’ nel sentire questo, in effetti era stato escluso e questo gli bruciava, non aveva piu’ alcun dubbio sul fatto che sua madre fosse una donna sottomessa e che nel suo masochismo ci voleva poco ad ottenere da lei qualsiasi cosa, ma che lui non avesse il controllo della situazione lo disturbava.
Poi Romina intuendo cosa passava per la sua testa decise di ingraziarselo dicendo che avevano dovuto decidere sul momento per non perdere l’affare e poi si mise a parlare con lui di un suo progetto, aveva da organizzare una festa a tema Padroni e schiavi, e voleva sapere se era interessato ad assistervi e in questo caso se poteva prestargli Liv, perchè desiderava fare uno spettacolino per gli ospiti.
Stuzzicato un po’ nel suo ego, Luca volle sapere di piu’ sulla festa e poi si disse d’accordo.
Dopo due giorni andarono a ritirare l’auto e a firmare in agenzia e poi Luca attese nell’auto mentre Viviana si intratteneva nell’ufficio di giancarlo per pagare la prima rata.
Quando usci’ dopo un’ora e mezza, con la ricevuta in mano gliela consegno’ Luca vide che era una ricevuta per duecentomila, e lei pareva piuttosto fiera della sua prestazione era un po’ scarmigliata e un lieve rossore le imporporava le guance ma pareva rilassata come di una donna ben scopata.
Luca era abbastanza nero di umore, e arrivati a casa, telefono’ allo studio di Romina e le chiese se durante la festa Liv sarebbe stata punita severamente, e ovviamente Romina gli rispose che se aveva richieste particolari lei sarebbe stata lieta di accoglierle. Si misero d’accordo.
La sera della festa, avrebbero dovuto presentarsi a mezzanotte, Romina sarebbe passata al pomeriggio per dargli una serie di oggetti da fare indossare a Liv, gli lascio’ l’indirizzo esatto di dove presentarsi e poi restarono d’accordo che avrebbe richiamato per confermare la data precisa.
In casa, Viviana si rese subito conto dall’atteggiamento di Luca che era risentito, e le teneva il broncio, era una forma di gelosia, ovviamente, ma come farsi perdonare? Allora dopo che aveva iniziato a preparare la cena gli porto’ una bibita, e gli chiese se voleva qualcosa di particolare come aperitivo o come dessert, volutamente usava un tono seduttivo per eccitarlo, l’unica soluzione era di portarlo a fare sesso e cosi’ cercare di ristabilire la serenità.
Luca con tono rude le disse: “si voglio romperti il culo, troia”. Viviana abbasso’ la testa e con tono umile gli rispose: “come desidera il mio signore e padrone, se va bene dopo cena o preferisce subito?”, “Dopo cena, andrà bene”.
Cenarono in silenzio, finito Viviana mise i piatti nel lavello, e ando’ in bagno, si rinfresco’ e profumo’, poi prese un tubetto di crema, e nuda si presento’ nel salotto dove Luca stava guardando la televisione, si mise in ginocchio davanti alla sua sedia e gli chiese dolcemente: “come vuole che lo facciamo mio signore?”.
Luca le disse che sarebbe stato utile andare in camera, e lui si sarebbe messo sul letto seduto sul bordo, e lei avrebbe dovuto impalarsi da sola. Viviana lo accompagno’ fecero un po’ fatica a trovare una posizione idonea dovendo spostarsi dalla sedia al letto ma alla fine ci riuscirono, Luca era seduto nella parte dei piedi del letto, avevano messo un puf sul quale appoggiare la gamba e l’altra era ripiegata, Viviana gli aveva tolto i pantaloni e le mutande, il pene era già in erezione. Viviana gli chiese se poteva aiutarla a lubrificare l’ano, allora consegno’ il tubetto di crema e si mise con le natiche rivolte verso Luca, vicinissima, e si apri’ con le mani le natiche mettendo in mostra l’anello anale, Luca comincio’ un po’ a scioglersi le disse che aveva un culo stupendo e un buchino delizioso, molto stretto, Viviana taceva ma la sua vulva sentiva che si bagnava all’idea di quello che stava per fare e anche per la posizione sconcia che aveva appena assunto.
Luca prese una noce di crema e inizio’ a lubrificare l’ano, intorno esternamente poi introdusse un dito, delicatamente e lo fece andare avanti ed indietro, era piacevole per lui quella introduzione gli dava un senso di onnipotenza incredibile poi appena senti’ che si rilassava introdusse un altro dito, e infine poggiato il tubetto di crema all’ano aperto dalle dita lo strizzo immettendo nel retto altra crema, e infilo’ il terzo dito, l’ano era spalancato dalle dita e Viviana apprezzava quella carezza vergognosa, la sua fica era calda e pulsava, Luca la vedeva e si rendeva conto che era arrivato il momento le diede l’ordine di sedersi su di lui e impalarsi. Viviana scendeva lentamente tenendosi le natiche aperte, mentre Luca teneva il suo pene puntato verso l’alto appena lei fu a contatto lui lo aveva bene indirizzato sul cerchietto dell’ano tolse le dita che le aveva tenuto dentro e lei si abbasso’, la cappella era entrata, la preparazione era stata utilissima era ben morbida e dilatata dal massaggio manuale, un po’ di paura la colse ma poi Luca le mise le mani anche se deboli sui fianchi, e la guido’ lentamente ad impalarsi, l’intromissione le procuro’ un leggero dolore ma si lascio’ andare ugualmente fino a sedersi del tutto in grembo a Luca.
Rimase immobile alcuni attimi, si sollevo’ leggermente per permettere al muscolo di stirarsi meglio poi si risedette, era totalmente piena della verga di Luca nel culo, il solo pensiero la faceva andare in visibilio, si era inculata praticamente da sola ed il dolore era sopportabile, anzi era molto eccitante, appena si senti’ rilassata e pronta inizio’ a muoversi lentamente, Luca le disse: “Brava, la mia troia, si incula da sola, sei una bagascia senza remissione, la tua indole è quella della puttana, anche se forse lo hai scoperto da poco ma questa è la realtà” a quelle parole che la umiliavano Viviana senti’ che il piacere di essere trattata cosi’ aumentava, la vergogna che provava non faceva che accrescere il suo piacere, e allora aumento’ il movimento e stava godendo, diede una strizzatina al suo clitoride con una mano e l’orgasmo le esplose dentro travolgendola si fermo’ scossa dal piacere assaporandolo e poi continuo’ a incularsi mentre Luca le continuava a riversare insulti cocenti ma che lei prendeva come un afrodiasiaco alla fine lui venne copiosamente nel suo retto, e lei godette ancora di tutto questo.
Si sfilo’ il pene dal culo e un fiotto di sperma le usci’ andando a bagnare il basso ventre di Luca, lei, si pose al suo fianco, accarezzandogli il petto e ponedogli dei bacetti sui capezzoli e sul viso, lui allora le disse: “sei una schiava meravigliosamente troia”.
“Grazie padrone” gli rispose Viviana.
Venne il giorno in cui avrebbe partecipato alla serata organizzata da Paolo e Romina la quale aveva fatto arrivare un pacco con un fattorino.
Alle nove Luca usando il suo nome di schiava le disse “Liv fatti il bagno, e poi vieni in camera che ti dico cosa indossare, ma prima truccati con questi” e le consegno’ una piccola trousse per il trucco.
Viviana si fece un bel bagno caldo molto rilassante non aveva mangiato, e si era liberata gli intestini con un piccolo clistere.
Si trucco’ unghie e bocca con un rosso carminio, e poi si mise dell’ombretto scuro sulle palpebre ripasso’ il contorno occhi con del mascara nero.
Era bella e molto provocante, si reco’ nella stanza da letto dove Luca l’attendeva le mostro’ un collare da cane di cuoio nero con delle borchie e le disse di indossarlo, lei fremette di eccitazione ma si controllo’ e indosso’ il collare, lo chiuse, e poi indosso’ delle scarpette nere allacciate alla caviglia, con cinturino tacchi a spillo che la slanciavano, Luca le disse di dipingersi i capezzoli con del rossetto rosso, dovevano risaltare in modo evidente, lei lo fece e si guardo’ allo specchio non si sarebbe mai riconosciuta vedendosi, rispetto alla signora borghese di pochi mesi prima.
Luca le fece vedere un guinzaglio, era una catena di metallo, lunga poco piu’ di un metro, con una maniglia di cuoio. Una matella nera con cappuccio, gli disse che non doveva indossare altro. Viviana fremette di paura e di eccitazione, andare fuori vestita cosi’ anche se in auto, era una provocazione incredibile ma sapeva che questo la eccitava e si disse che se Luca glielo chiedeva avrebbe fatto anche altro, e molto di piu’ perchè sentiva di essere colpevole nei suoi confronti e questa sensazione non l’abbandonava mai. Colpevole di essere una troia che oramai aveva abdicato ad ogni dignità, era una degenerata e si insultava da sola con il pensiero, si disse che quello che l’attendeva se lo meritava venire battuta come una schiava troia.
Arrivo’ un auto che si fermo’ davanti al cancello, Luca adesso aveva da alcuni giorni provato a muoversi con le stampelle, ma per sicurezza avevano preparato anche la sedia a rotelle, Romina si presento’ alla porta e guardo’ Viviana facendo un segno di assenso, era in forma, bella e pronta come le era stato ordinato.
Luca un po’ pallido, attendeva appoggiato alle stampelle, Romina prese la sedia a rotelle e la porto’ fino all’auto, poi ritorno’ da loro prese in mano il guinzaglio, e disse: “possiamo andare”, si avviarono, e per fortuna era molto tardi, Viviana si guardo’ intorno temeva che qualcuno passando potesse vederla cosi’ condotta al guinzaglio da un’altra donna, sarebbe stata una terribile vergogna malgrado quanto si era abituata a sopportare.
Luca sali’ dietro e lei si accomodo’ sul sedile anteriore, tenendo la mantella accostata, Romina salendo le disse: “ah Liv, siediti sul sedile con la pelle del culo a contatto del cuoio schiava, solleva la mantella, non vorrai stropicciarla vero?”
Obbediente Viviana sollevo’ la mantella sedendosi direttamente sul sedile, ebbe una leggero brivido al contatto con il sedile che era ancora freddo, ma poi rapidamente il calore del suo corpo si trasmise al cuoio e si senti’ a suo agio.
Fecero una mezz’ora di strada e raggiunsero una casa di campagna con ampio parcheggio adiacente, un cancello si apri’ per fare entrare l’auto, e andarono a parcheggiare.
Appena fermi un cameriere si avvicino’ indossava una giacca rossa e pantaloni neri apri’ la portiera a Romina un altro arrivo’ e apri’ la portiera a Viviana.
Attese che scendesse e lei si aggiusto’ subito la mantella timorosa che si vedesse che era nuda, un po’ di pudore residuo.
Romina le disse di aiutare Luca e lei coadiuvata dal cameriere lo fece scendere e poi gli si accosto’ per sentire il calore del suo corpo, e per trovare un po’ di conforto, ma Luca era impassibile.
Romina ordino’ ai camerieri di portare anche la sedia a rotelle, e si avviarono verso l’ingresso, Romina prima di entrare prese il guinzaglio di Viviana e disse: “faremo il nostro ingresso in modo trionfale non aspettano che te, sarai la regina della serata, se riconosci qualcuno non dare modo di farlo capire, ricordati che sei solo una schiava non parlare se non ti viene rivolta una domanda diretta e non hai una identità eccetto quella di schiava Liv. Sono stata chiara?” “si padrona” rispose Viviana.
Entrarono in un vestibolo, una porta ancora li separava dal salone che si intuiva doveva essere pieno di gente, molte voci giungevano a loro.
Romina le tolse la mantella, che venne consegnata a uno dei camerieri, e un altro venne incaricato di aiutare Luca, Romina gli consigliava di entrare in sedia a rotelle prima che loro entrassero. Cosi’ fecero.
Quando attesi un paio di minuti che facevano aumentare la tensione nelle vene di Viviana, Romina le ripetè “non ti scordare che sei solo la schiava Liv, nulla di piu’” e lei ebbe abbassato la testa in segno di assenso, apri’ la porta e tendendo il guinzaglio costrinse la schiava a seguirla, la quale aveva il cuore in tumulto, esibita come schiava davanti a non aveva idea quante persone, la vergogna che la sommergeva e la eccitava contemporaneamente erano un continuo altalenarsi di sentimenti che la facevano respirare con difficoltà.
Romina da vera domina avanzava a testa alta, seguita dalla schiava che aveva la testa bassa, la condusse verso il centro della sala dove era stata predisposta una pedana leggermente sollevata due gradini per un massimo di 60 centimetri di altezza, sulla pedana una gogna fatta di due legni a T, attendeva accanto un uomo vestito come un boia calzoni di cuoio petto nudo una maschera sul volto.
Questa volta viviana senti’ che le gambe le tremavano davanti a quel palcoscenico, si immaginava dai discorsi che lo spettacolo al quale doveva partecipare era sado-maso, ma quella vista le incuteva un autentico terrore.
La schiava era salita sul palco, fatta girare intorno alla pedana in modo che tutti potessero ammirarla, alcuni commenti le giunsero alle orecchie, del tipo che gran fica, una schiava cosi’ vale un patrimonio, altri si dissero disposti a comperarla, poi qualcuno disse che non era in vendita.
Questa sera era particolare, nessuna asta annunciava Romina dal palco, nessun scambio di schiavi, e solo allora Viviana vide in fondo alla sala delle donne nude con collari al collo quindi altre schiave.
Comunque il discorso di Romina aveva attirato l’attenzione degli astanti, dicendo che la schiava era li’ per essere punita, era la sua prima punizione pubblica, e sarebbe stata molto severa, e si accettavano i suggerimenti degli ospiti, poi sarebbe stato al Master incaricato di somministrare la giusta punizione.
Qualcuno chiese che venisse frustata sulle natiche cominciando con paletta per poi passare allo scudiscio e infine alla frusta, in sequenza.
Altri chiesero di incularla a turno e poi di metterle un grosso dildo nel culo e solo dopo usare la frusta sui seni, mentre doveva continuare a incularsi da sola con il dildo.
Qualcuno propose di batterle le piante dei piedi e poi dal momento che non potrebbe camminare farla procedere carponi per la sala con il Master dietro di lei che a frustate la incalza per non farle rallentare l’andatura. Qualcuno propose di dare ai presenti in souvenir un ciuffo di peli del pube della schiava visto che li aveva ancora, cosa inusuale per una schiava.
Iniziarono quindi con il disporre la tremante Viviana sulla gogna inginocchiata davanti alla Ti di legno, le fissarono i polsi al braccio orizzontale in modo che le braccia fossero stese poi con un gancio le fissarono il collare alla stessa sbarra.
Era li’ con le natiche protese, le allargarono le ginocchia e le misero una sbarra nell’incavo delle ginoccia fissata con delle cinghie in modo che mantenesse quella posizione, cosi’ offerta, i suoi orifizi erano in bella evidenza.
La pedana inizio’ a girare molto lentamente in modo da esibirla a tutti e da tutti i suoi lati, lei aveva il mento praticamente appoggiato alla gogna e socchiuse gli occhi vedendo innumerevoli volti che la osservavano chi ridendo, chi eccitato, un mondo avido di gustare totalmente la sua sottomissione ed il suo supplizio, e lei era eccitata da tutto questo, e la paura che provava diveniva un elemento di questa eccitazione.
Vide Luca seduto sulla sua sedia in prima fila, oramai conscia che lui la considerava solo una troia, e accanto a lui Paolo il medico che le aveva offerto di diventare una schiava rivelandole cose della sua natura che non avrebbe mai voluto fare venire alla luce.
Dopo un paio di lentissimi giri il master prese una lunga cinghia di cuoio molto soffice, gliela mise davanti agli occhi in modo che vedesse lo strumento di tortura con il quale sarebbe iniziata la sua punizione.
Glielo pose davanti alle labbra e lei intui’ cosa desiderava, la sua resa e la sua totale umiliazione e lo fece bacio’ lo strumento. Il master le fece una carezza sulla gota, e disse: “sei una brava schiava”.
Poi senti’ il primo colpo che si abbatteva sulle sue natiche, e la pedana lentamente si mise a girare, non le dava molti colpi era una cosa fatta per durare nel tempo, un paio di colpi al giro, cosi’ si poteva vedere l’effetto ed il mutamento del colore della sua pelle.
Non le diede piu’ di una dozzina di colpi con quello strumento prima di passare allo scudiscio, ma nel frattempo le aveva infilato un dildo nella fica, facendo vedere a tutti che entrava in modo agevole dovuto all’abbodanza di secrezioni che produceva.
La schiava doveva essere evidente a tutti era una vera masochista che traeva piacere dai suoi tormenti.
Appena passo’ allo scudiscio il primo colpo si abbattè sulle natiche di Viviana e questa volta il suo corpo ebbe un sobbalzo violento tirando sul collare, e un urlo le era sfuggito dalla bocca, fino ad allora aveva sopportato la punizione sussultando sotto i colpi ma nessun gemito le era uscito, ma lo sudiscio era un’altra cosa, era come se le avessero inferto una ferita tagliandole la carne.
Il master le si avvicino’ al volto e le chiese se preferiva essere imbavagliata, perchè non avrebbe accettato altri urli da parte sua. Viviana si scuso’ e gli chiese se poteva riprovare eventualmente avrebbe richiesto il bavaglio, ma non aveva mai subito frustate tanto dolorose.
L’uomo fece un cenno e poi si riposiziono’ colpi’ per la seconda volta le natiche della corrigenda e Viviana emise uno sbuffo poco piu’ di un singhiozzo ma non urlo’, il master le si avvicino’ di nuovo e le disse: “brava continua cosi’” e le pose un bacio sulla guancia.
Viviana arrivo’ al dodicesimo colpo, riuscendo a non urlare, ma il sudore le colava copiosamente lungo il corpo, le natiche le andavano a fuoco e le pareva che il loro volume fosse raddoppiato.
Il master le mosse il fallo finto dentro la vagina le diede una decina di colpi e vedendo come si dimenava per non farla godere si fermo’ e glielo tolse.
Poi si rivolse agli astanti, e chiese visto che la schiava si stava sbrodolando se qualcuno avesse desiderato approfittare di una cosi’ calda tana, sarebbe stato accolto come un pellegrino che cerca il tepore di una casa, e potrete gustare il calore ed il suo profumo che sono decisamente deliziosi.
Pareva che stesse facendo la pubblicità a qualche vino o cibo prelibato, subito il molti vollero avvicinarsi a gustare la schiava, ma lui ne scelse i primi tre per la fica e altri tre per la bocca, i primi due uno per la fica e l’altro per la bocca si misero in posizione.
E presentarono i loro uccelli agli ingressi indicati Viviana apri’ la bocca e accolse il pene che inizio’ a succhiare con avidità, l’altro le annuso’ la fica sentiva il suo fiato e poi senti’ la lingua le diede una leccata, e lo senti’ dire “proprio buona” solo allora il pene le si presento’ all’imboccatura della vulva e venne penetrata con un colpo violento, che la fece ingoiare ancora di piu’ quello che aveva in bocca fino quasi a soffocarsi.
Si riprese e dopo alcuni colpi riusci’ a trovare una certa sincronia, attendeva il colpo da dietro e si lasciava scivolare la verga in gola poi si ritraeva leggermente.
Non le ci volle molto perchè i due si riversassero nella sua gola e nella sua fica erano molto eccitati come tutti i maschi presenti in sala. Viviana non godette erano stati troppo veloci.
Passarono subito gli altri e solo con la terza coppia giunse anche lei all’orgasmo, si scuoté tutta, e fu evidente che stava godendo, si levo’ un applauso dalla sala, che le fece sentire come una sorta di rombo nelle orecchie ma che arrivava da lontano.
Si arrivo’ alla frusta, una vera frusta che si abbattè su di lei, questa volta il suo grido non poteva che infondere dolore anche alle anime sensibili, ma li’ non ce n’erano, tutti gioivano del suo tormento, il master si rese conto che era necessario metterle un bavaglio, e le infilo’ in bocca una palla legandola dietro alla sua nuca.
E allora riprese la fustigazione, sempre colpi scanditi dal ritmo della rotazione della piattaforma, un colpo al minuto, il supplizio sarebbe durato dodici minuti in tutto, Viviana era già frastornata, tutto questo era molto lontano dal gioco sado maso iniziato con la frusta di plastica, queste frustate le facevano male e sentiva che non sarebbe guarita in un paio di giorni dai segni.
Ma come tutte le cose anche questa ebbe un termine, lei oramai non sapeva a che punto fossero, aveva la bava che le colava dalla bocca, i suoi gemiti continuarono ancora dopo che il master si fu fermato, e le lacrime che inondavano il suo volto parevano renderla ancora piu’ eccitante, senza intaccare la sua bellezza.
Senti’ qualcuno metterle qualcosa sulle natiche una crema forse il massaggio le procurava dolore e anche sollievo contemporaneamente.
Senti’ vicino a se la voce di Romina che le disse: “sei stata brava per la prima volta che subisci la frusta vera, adesso non ti preoccupare la parte piu’ dura è passata”.
La slegarono e la fecero mettere sul bordo della pedana con le natiche rivolte verso l’esterno e la pedana continuo’ a girare molti la toccarono nelle parti intime molto bagnate senti’ delle dita che le penetrarono nel culo, poi si ritiravano sostituite da altre.
Le natiche in fiamme e le stimolazioni che si succedevano toccata da dita di estranei esposta in modo vergognosamente sconcio, la sua passera si inumidiva facendola sentire ancora piu’ porca e troia sommersa da sensazioni di libidine.
Poi un uomo chiese che si desse il ricordino, un ciuffo di pelo ai presenti, e allora fattala stendere supina con le spalle appoggiate alla pedana che si fermo’, Romina con una forbice taglio’ il primo ciuffo e lo mise in una bustina di plastica e chiese un offerta, qualcuno offri’ mille lire un altro due e fu come un’asta. Alla fine per un ciuffo dei suoi peli vennero offerte quindicimila lire ma non di piu’, e percio’ per quella cifra vennero offeri i successivi, dicendo che se la si voleva vedere depilata sarebbe stato possibile solo acquistando un ciuffo di peli, ovviamente andava scendendo il prezzo, ma mano che si procedeva con la strana asta.
Quando fu praticamente priva di peli tagliati quasi a raso, restava solo l’ombra della traccia della sua peluria, Romina provvide con un po’ di shiuma da barba e una lametta a radere la fica della schiava lasciandola liscia come una bambina.
Adesso che le sue lebbra erano perfettamente visibili molti fecero a turno per vedere da vicino come si presentava la fica soprattutto per rendere piu’ imbrarazzante a lei la sua esposizione.
Viviana si sentiva piu’ nuda di quando non lo fosse mai stata, e oramai non osava fare nulla nemmeno accostare le gambe, passiva rimase immobile “béante” come se fosse una offerta di espiazione l’esibirsi cosi’.
Una voce si levo’ dicendo: “una cagna infoiata cosi’ dovrebbe essere rasata, come si fa con le prostitute sorprese a godere in luogo pubblico ad adescare i clienti”.
“si si rasiamola” si levarono un coro di voci incitando alla rasatura totale della testa della povera schiava che si sentiva umiliata. Qualcuno disse: “guardate come alla troia cola la fica a ogni insulto, si forza rasiamola”.
Romina disse: “va bene, ma cosa offrite per assistere alla rasatura?”
inizio’ una seconda asta, partirono da centomila lire e andarono al rialzo, fino a cinquemilioni, se la chioma veniva consegnata intera. Nessuno oso’ proporre di piu’.
Romina lego’ i capelli di Viviana con un laccio, sopra all’occipite, e poi si fece portare un rasoio da barbiere. Inizio’ a tagliare con molta lentezza, Viviana adesso seduta sul bordo della pedana obbligata a tenere le gambe spalancate piangeva, questa umiliazione non era occultabile, chiunque l’avrebbe vista rasata cosa avrebbe pensato, e questo la faceva fremere di vergogna.
Appena il taglio fu completato Romina rimase con la chioma nel pugno e la consegno’ all’uomo che aveva pagato i 5000.000.- di lire.
Il master fini’ di passarle il rasoio per togliere i pochi capelli sfuggiti al primo passaggio e rendendo la testa piu’ presentabile anche se rasata.
Vennero messe all’asta anche le sopracciglia, offrirono molto di meno per assistere a quest’ultima umiliazione della schiava ma qualcuno offri diecimila lire, raccolsero i peli delle ciglia in una bustina trasparente, che consegnarono al vincitore.
Viviana sentiva in quel momento di non avere piu’ una identità, non era nulla di piu’ che un oggetto, una schiava e null’altro.
Venne poi condotta in ginocchio al guinzalgio per la sala dove veniva fermata per succhiare una verga qua e là. E alla fine inculata con un fallo finto allacciato alla cintura dalle poche donne presenti.
Una serata speciale per lei che la marchiava nell’anima come nessuna delle precedenti esperienze.
Viviana era distrutta, una nottata interminabile, adesso pero’ a terra dopo l’ennesimo ingoio e che almeno tre le avevano pisciato in faccia, era immersa in una pozza di urine e sborra, le donne che le avevano lasciato conficcato il dildo nell’ano avevano preteso che tutti gli uomini le godessero in faccia o in bocca.
Era ovvio che oramai non si sentisse affatto bene, aveva alcune ferite leggere fatte dalla frusta le dolevano le ginocchia e lo stomaco era invaso al punto da fare pensare che avesse una forma di intossicazione.
Romina chiamato Paolo gli disse che era piu’ prudente portarla alla villa da lui e li farle una lavanda gastrica nel suo ambulatorio privato.
Nuda fatta salire in auto si avviarono, Luca taceva sconvolto da quanto aveva visto soprattutto per come Liv avesse goduto per le umiliazioni subite, era evidente che la disprezzava e questo feriva molto Viviana che si era accorta del suo sguardo.
Arrivarono alla villa e lei sempre nuda segui’ Romina fino all’ambulatorio la fecero vomitare e poi le fecero anche un clistere.
Poi le diedero degli antibiotici per combattere qualsiasi eventuale infezione, e le curarono le natiche.
Rimase li’ per l’intero giorno sorvegliata da Romina, alla sera tardi, molto tardi venne ricondotta a casa sua, sempre nuda erano le undici di sera e l’auto del dottore aveva i vestri oscurati, ma per lei scendere dall’auto ed entrare in casa nuda con il rischio che qualcuno magari alla finestra potesse vederla la faceva fremere di paura.
Chiese a Luca che almeno facesse entrare l’auto in cortile. Ma lui le nego’ questa richiesta.
Disse che l’unica cosa era di andare prima ad aprire il cancello e la porta onde non farla stare fuori ad attendere, ma nulla di piu’, Viviana abbasso’ la testa rassegnata.
Arrivati fecero cosi’ e quando lei scese Romina prese il guinzaglio e la condusse dentro casa, quei pochi metri cosi nuda tenuta al guinzaglio la gettarono nel panico, appena entrati tiro’ un sospiro di sollievo, aveva guardato da tutte le parti e non aveva visto nessuno. Romina la tocco’ in mezzo alle gambe ed esultante disse a Luca: “La troia si è bagnata, tutta la sua paura era eccitazione vera e propria vieni a sentire”.
Luca si avvicino’ e mise la mano libera dalla stampella tenendosi in equilibrio con l’altra e toccato il sesso constato’ che Romina aveva ragione “che bagascia” esclamo’.
Romina le fece una altra medicazione passandole una pomata sulle piccole cicatrici lasciate dalla frusta, e una crema sulle ecchimosi.
Le consiglio’ di dormire scoperta con il culo in su’ come si addice ad una schiava troia, e poi saluto’ promettendo di ritornare a trovarli.
Al mattino successivo, Viviana vide che Luca non era a letto, allora si alzo’ aveva ancora dei dolori un po’ ovunque, ma sopportabili, per fortuna Romina le aveva lasciato le pomate. Doveva fare una doccia e cosi’ si reco’ al bagno si guardo’ allo specchio era completamente diversa nei suoi lineamenti, anche se erano sempre delicati e belli, purtroppo la sua bella chioma che incorniciava il suo viso e che tanto piaceva al suo ex marito era scomparsa, e si ricordava come Paolo e gli altri le accarezzavano i capelli adesso c’era una testa rasata una vera palla di bigliardo liscia, si lavo’ si preparo’ il bagno e finito si presento’ in cucina, Luca era li’ che stava bevendo il caffé.
Lei lo saluto’ ma lui rimase in silenzio non le rispose, allora si inginocchio’ ai suoi piedi gli bacio’ le pantofole e gli disse: “padrone la sua umile schiava Liv, puo’ parlarle?”.
Luca fece un cenno di assenso e lei gli disse: “sono una schiava masochista, godo nell’essere maltrattata, e non so come uscirne, se potessi essere diversa ne sarei lieta, sei l’unico padrone assoluto che riconosco e se vuoi io smettero’ di comportarmi da troia ma sei tu che me lo devi ordinare, io non resisto quando mi maltrattano, non so cosa farci, non ci riesco è come si mi drogassi al momento uno qualsiasi mi da un ordine mi cedono le ginocchia”.
Luca trasse un profondo respiro, e le disse: “io ti capisco, mi sono eccitato molto ieri sera e non sapevo cosa farci, ma il vederti cosi’ che ti prostituisci anche solo per comperare una macchina mi ha fatto arrabbiare, ecco perchè volevo che fossi punita”.
Luca le fece una carezza sulla testa, e le disse che era bellissima anche senza capelli era incredibile che anche ieri sera lei era bellissima anche dopo che l’avevano insozzata di sperma e di urina, dopo che dieci donne l’avevano sodomizzata con un dildo di plastica, lei era ancora bellissima, loro avevano infierito su di lei per invidia lo aveva capito benissimo.
Ma come fare se anche lui la desiderava avvilita e umiliata ai suoi piedi anche adesso aveva il pene che gli faceva male da tanto era eccitato e non l’aveva piu’ toccata dall’altro giorno cercando di resistere alla tentazione.
Adesso mentre beveva il caffé stava sfogliando un catalogo arrivato per posta di un sexy shop che fa anche vendita per corrispondenza e si stava eccitando nell’immaginare lei in quelle tenute con quei collari legata alla gogna o dentro una gabbia.
“Posso tesoro?” disse mentre gli apriva i pantaloni per estrarre il suo pene che scatto’ come una molla.
Viviana lo prese nella sua bocca e lo succhio’ con devozione fino a farlo godere nella sua bocca.
Appena ebbe goduto si alzo’ e gli disse: “ho ordinato io il catalogo, volevo farti una sorpresa”.
Luca sorrise il che valeva ad un grazie, e le disse che dovevano trovare un modo di equilibrare la situazione, serate come quella dell’altra sera erano pericolose e non potevano esporsi in quel modo, i rischi erano troppo grandi.
“Decideremo cosa fare andando avanti giorno per giorno, pero’ ci sono alcuni impegni che vanno mantenuti, come le rate dell’auto per esempio” disse Viviana “del resto sai non mi dispiace farmi scopare da Giancarlo lo fa molto bene” soggiunse, “puttana” le rispose Luca.
Poi lei ando’ a rifare il caffè per quella mattina, potevano fare passare il tempo senza troppi pensieri.
Luca decise di lasciare un messaggio a casa di un amico per farsi portare il necessario per studiare e cercare di recuperare, adesso aveva solo la gamba che gli creava problemi.
In giornata arrivo’ Romina che regalo’ una parrucca a Liv,”la bella schiava è uno schianto anche senza capelli” disse, poi “pero’ per uscire è meglio che non dai nell’occhio, allora ecco vedrai ti starà un incanto”, la parrrucca era mora con i capelli sopra alle spalle, era bella le stava bene.
Poi se la tolse e la mise sulla finta testa di sostegno e la lascio’ in camera, ritornata sempre nuda in cucina trovo’ Romina che guardava il catalogo, e disse: “ hai deciso di fare delle spese?”.
“Pensavo di attrezzare una zona della casa per le punizioni, senza dover uscire” “è un’ottima idea” aggiunse Romina “se vuoi ti mando dei muratori per fare dei lavori”
“non lo so’ deve decidere Luca” rispose Viviana.
Romina vide che Viviana non si era vestita e quindi segno che era totalmente immersa nel suo nuovo ruolo, non avrebbe fatto nulla se non dietro ordini.
Decise che era venuto il momento giusto per fare anche lei qualcosa lei che non l’aveva mai avuta direttamente, le disse di condurla in camera e di passare prima da Luca a chiedergli il permesso di appartarsi con lei.
“cammina carponi pero’ ” le ordino’ Romina.
Arrivati in salotto dove Luca stava leggendo qualcosa lei gli si avvicino’ e umilmente il volto a terra gli chiese se poteva ritirarsi con la padrona Romina. Luca diede il suo assenso.
Per la prima volta avrebbe fatto l’amore con una donna, una padrona che la usava come amante o meglio come la sua schiava sessuale.
Sul letto nuda Romina attendeva che la schiava Liv seguisse le sue istruzioni, e lei si inchino’ ai piedi del letto baciando il pavimento, poi bacio’ il letto ed infine vi sali’ sopra bacio’ i piedi di Romina, che era una bella donna, forse meno bella di lei secondo certi canoni, era piu’ grande seni non grandi come i suoi ma aveva un bel culo, i tratti del viso molto piu’ duri ma non brutti.
La schiava la bacio’ lentamente dai piedi alle cosce della padrona e poi salto’ il pube coperto da un vello rigoglioso, e passo’ alla parte superiore del corpo le lecco’ i capezzoli piccoli ma eretti su delle tette deliziosamente dure.
Poi le si offri’ alle sue labbra e si baciarono sulla bocca con un sospiro di voluttà, era cosi’ bello concedersi e toccare il corpo di una donna dolce delicato e poi la donna che l’aveva frustata portandola all’orgasmo.
La amo’ con passione come si addice ad una schiava, leccandola a lungo ricambiata in un sessantanove fino a rimare entrambe stremate sul letto.
Quando uscirono dalla stanza soddisfatte, Romina perfettamente vestita era stata lavata e aiutata a vestirsi dalla schiava Liv, mentre quest’ultima rimase nuda, trovarono Luca che consultava il catalogo e aveva fatto una serie di evidenziature su alcuni oggetti.
Allora Romina gli chiese se desiderava il suo aiuto, lui le spiego’ che mancava di esperienza e aveva visto che se non ci si controlla ci sono dei seri rischi per la schiava come l’altra sera in cui in molti avevano perso il controllo, adesso desiderava trovare un equilibirio, sia a lui che a Liv era rimasto il gusto di quello che avevano fatto anche se per la morale era sbagliato non potevano farne a meno ma dovevano trovare il modo di non danneggiarsi ulteriormente.
“si è stato molto pericoloso tutto quanto abbiamo fatto e vi chiedo scusa, ma Paolo era irritato perchè lui è infantile se non puo’ avere un giocattolo cerca di distruggerlo per questo mi ha spinto a prostituire Liv in modo da fare ingelosire Luca sapeva che cosi’ avrebbe aderito all’idea di quella serata, ed è cosi’ che mi sono accorta che voleva distruggerla per fortuna ho ordinato a Ugo il master di non infierire come gli aveva detto Paolo, altrimenti la serata sarebbe finita peggio, e poi l’ho minacciato che se non si metteva tranquillo avrei saputo come ridurlo a piu’ miti consigli”.
Entrambi rimasero esterefatti sapendo quali pericoli peggiori avrebbero potuto correre, l’idea era di distruggere la schiava di cui Paolo non poteva piu’ usufruire mutilandola per sempre.
“Grazie a dio non è accaduto” disse Luca, “ grazie a padrona Romina” disse invece Liv.
Romina le fece una carezza sulla testa, e le disse: “ sei una brava e bella schiava”.
Luca allora propose a Romina di continuare a occuparsi di Liv “è evidente che hai la giusta esperienza per soddisfare le esigenze di una schiava e di insegnare a me come si fa a dominare senza correre rischi , se vuoi sei la benvenuta nel nostro piccolo nucleo”.
Romina accetto’ e fatta rialzare Liv le disse: “guardiamo assieme il catalogo” e mentre Liv si inchinava per consultare il catalogo Romina accarezzava le perfette rotondità posteriori della schiava.
Era passato un po’ di tempo, e Luca aveva ripreso a studiare, adesso poteva camminare ma sempre appoggiandosi ad una stampella, i lavori che avevano richiesto erano finiti, scesero nei garages, Romina davanti, seguita dalla schiava Liv sempre nuda, e perfettamente depilata, con il cranio rasato, avevano continuato a raderle il cranio, questo era un fatto che aveva finito con l’accettare come se la sua condizione di schiava lo prevedesse e mai piu’ era stata chiamata con il suo nome ed in casa rimase sempre nuda.
Luca seguiva le due donne ed entrarono nella stanza che avevano fatto preparare, era una stanza con le pareti imbottite, nessun suono poteva trapelare all’esterno, dei ganci erano fissati al soffitto e alle pareti, una parete aveva una esposizione di fruste varie, c’erano una gogna, una sedia di contenzione, con la possibilità di togliere il sedile il quale aveva il centro amovibile se era solo per disporre di un buco o di mettere la schiava in contenzione senza potersi sedere.
C’erano falli di varie misure cinture di castità e altre munite di falli singoli o doppi, morsetti e pinzette nonchè altri strumenti come un trasformatore elettrico, dei tavoli, uno ginecologico, un altro imbottito una struttura per fare mettere la schiava in ginocchio ma in modo comodo con sostegni imbottiti, una gabbia dove mettere in punizione la schiava durante la notte non potendo ne stendersi ne alzarsi era la tortura piu’ severa, forse considerando che disumanizzava totalmente chi vi era sottoposto.
Liv era abbastanza felice di vedere materializzarsi gli strumenti che le erano destinati e che avrebbero fatto godere lei ed i suoi padroni.
Romina le chiese se voleva provarli immediatamente, e lei fece un cenno affermativo della testa.
La mise nella gabbia e attraverso le sbarre le diede i tacchi delle sue scarpe da leccare, la tenne una decina di minuti e quando la fece uscire vide che Liv tirava un sospiro di sollievo, allora le disse: “dimmi cosa hai provato schiava puoi parlare”.
“La sua schiava si è sentita veramente molto male padrona, in quella gabbia, è cosi’ dura restare in quella posizione che mi pareva di soffocare padrona”.
Romina le disse che avrebbero fatto un periodo di allenamento aumentando sempre piu’ il tempo, ci si sarebbe abituata, non era una domanda e Liv rimase in silenzio.
Le fece indossare una maschera che le copriva il volto eccetto la bocca e gli occhi con altri accessori si potevano chiudere gli occhi e anche la bocca, ma cosi’ era piu’ eccitante nessuno ti riconoscerebbe cosi’ a meno che non conoscano alla perfezione il tuo corpo.
Romina si rivolse a Luca, e gli disse: “vedi in questo modo potremmo comunque trovarle dei clienti senza che sappiano chi si stanno scopando, io gliela lascerei per oggi, cosi’ si abitua a portarla”.
Luca disse che gli stava anche bene, era intrigante cosi’ mascherata, “e poi in effetti qualche cazzo nuovo sappiamo che lo desidera, forse la accontenteremo”.
Risalirono, Liv cosi’ mascherata pote indossare un vestitino succinto nero con un grembiule bianco, per fare la cameriera. Nel pomeriggio si preparo’ con la parrucca ed un trucco pesante in modo da ricevere in questa veste gli amici di Luca che venivano a trovarlo per aiutarlo a prepararsi per gli esami.
Marco e Rosanna, sarebbero arrivati alle due, e non avevano mai conosciuto la madre di Luca e percio’ la persona che gli apriva era la cameriera come aveva detto Luca le altre volte che erano passati a portargli i compiti.
In due mesi di lavoro intenso si era portato al livello dei programmi degli altri, e cosi’ avrebbe potuto fare gli esami e chissà forse superarli, avendo già perso quelli dell’anno precedente non gli andava di perdere quelli di quest’anno.
Rosanna era una ragazza bella e anche un po’ troppo altezzosa, sapeva di essere bella, ed era sempre stata abituata a essere corteggiata da tutti ragazzi e anche ragazze, e se ne approfittava, aveva delle amiche che le facevano un sacco di favori e qualcuna pur di essere sua amica era stata disposta a subire anche vere e proprie umiliazioni piegandosi ai suoi capricci.
Marco era un bravo ragazzo, stravedeva per Luca come giocatore di pallone ed era stato nella stessa squadra ma erano entrambi piu’ giovani di lui, e quindi erano dei compagni nuovi si puo’ dire, Rosanna era cotta di Luca e Marco lo ammirava, adesso erano nella stessa classe e questo gli permetteva di frequentarlo, il loro insegnante aveva chiesto chi voleva aiutare il loro compagno che a causa dell’incidente aveva perso l’anno.
Si erano immediatamente offerti, Rosanna era ingelosita di dover andare con Marco sperava di avere l’occasione di stare assieme con Luca da sola ma l’altro era sempre tra i piedi.
Marco da quando andava da loro piu’ di una volta aveva fatto dei commenti sulla cameriera che se la sarebbe fatta volentieri.
Rosanna sperava che la cameriera che pareva una puttana potesse attirare tanto l’attenzione e magari farsi sbattere da Marco e avere un po’ di momenti con Luca certa che se restavano soli forse qualcosa poteva accadere.
Fu quel pomeriggio, che dopo che con lo sguardo Marco seguiva la cameriera che si allontava dopo averli fatti accomodare lei gli disse: “cavolo Marco, offrigli un centone e vedrai che quella si farà scopare ne sono sicura” in quel mentre stava entrando Luca che aveva udito le parole di Rosanna e si mise a ridere, la ragazza era confusa e arrossi’ dalla vergogna per essersi espressa cosi’ e balbetto’ qualche scusa.
Luca buontempone le disse solo di non sentirsi imbarazata, aveva riso perchè le poteva assicurare che la sua serva come la chiamo’ non avrebbe accettato mai una somma cosi’ ridicola.
Allora si misero a ridere assieme rasserenati che non ci fosse nessuno che si era offeso e si misero a studiare.
Dopo un paio d’ore Luca disse: “ci facciamo una bibita, o volete una merenda, io per oggi ne ho abbastanza”.
Accettarono erano tutti e tre abbastanza stanchi dalla materia che stavano ripassando, e cosi’ accettarono di rilassarsi e di prendere una piccola colazione pomeridiana prima di andarsene.
Luca allusivo disse: “Marco se vuoi posso aiutarti con la mia serva, ma credimi lei non cederà per centomila lire”.
Marco era imbarazzato, non sapeva cosa dire, allora Rosanna chiese “quanto per una scopata pensi che accetterebbe a tuo parere?”
Non meno di duecento per una scopata ma per cinquecento ti offre una notte d’amore con delle varianti che nemmeno immagini.
Rosanna era perplessa e gli chiese come poteva essere cosi’ sicuro, e lui alzo’ le spalle, pero’, se vuoi Marco, le dico io di farti un pompino gratis, Marco era sempre piu’ imbarazzato era rosso e non rispondeva, Rosanna gli disse: “accetta scemo”.
Allora lui annui’ con la testa, Luca suono’ il campanello e disse “ Liv, preparaci da bere e una merenda, poi devi fare un servizio a Marco è molto teso e ha bisogno di un buon lavoro della tua bocca, e non perdere tempo”, “si padrone” rispose la schiava.
I due ragazzi non avevano detto nulla appena Liv ritorno’ con il vassoio con le bibite e tre pezzi di torta, prese per mano Marco che la segui’ docile, arrivati in una stanzetta degli ospiti lei gli chiese se voleva che si spogliasse , Marco fece un cenno affermativo e Liv si denudo’ con un gesto si tolse il vestito restando solo con le calze senza biancheria intima, sotto gli occhi sbarrati di Marco, e poi gli tiro’ fuori il pene dai calzolni che dall’emozione non gli si era nemmeno indurito, ma con Liv in ginocchio davanti a se appena la sua bocca si impadroni’ della sua verga si gonfio’ dentro alla bocca di Liv.
Nel frattempo Rosanna si era avvicinata a Luca e faceva la smorfiosa, lui che aveva capito che la ragazza aveva un debole per lui le disse che se intendeva trattarlo come trattava gli altri era meglio che si scordasse di rivederlo, lei gli disse che lui era speciale e non sarebbe stato come gli altri.
E si protese con il viso verso di lui per baciarlo, Luca la bacio’ e senti’ che quella ragazza sarebbe stata qualcosa di piu’ di un’amichetta di passaggio, ma voleva chiarire con lei le cose.
Le disse che non avrebbe mai rinunciato alla sua cameriera e che lei se aveva la voglia di prenderlo in giro come con altri non lo avrebbe tollerato, se pero’ voleva fare le cose serie allora avrebbe avuto anche la sua schiava ai suoi piedi.
Rosanna disse che non voleva prenderlo in giro e poi incuriosita chiese se la cameriera era veramente una di quelle donne sottomesse, lui le disse che se ne aveva dei dubbi ancora adesso che lui l’aveva mandata a soddisfare Marco avrebbe potuto dimostrarle molto di piu’ se veniva a trovarlo di sera. Rosanna disse che era d’accordo e anche che c’era una sua compagna che aveva tendenze alla sottomissione e stravedeva per lei, forse lui l’avrebbe aiutata a sottometterla ulteriormente e Luca le rispose: “allora è vero che dio li fa e il diavolo li accoppia”. Rosanna si mise a ridere e lo bacio’ con passione.
Si rividero l’indomani verso sera, Rosanna e la sua amica Lucia si presentarono e Liv nuda senza parrucca completamente depilata ed in ginocchio apri’ la porta facendo accomodare le due fanciulle e richiusa la porta le precedette carponi fino in salotto dove i suoi padroni attendevano.
Poi tutti scesero nella sala delle punizioni dove Liv diede un meraviglioso esempio di sottomissione.
Dopo fu il turno dell’iniziazione per Lucia sotto la guida di Romina, un futuro particolare si stava stagliando all’orizzonte per Luca Rosanna e Romina e le loro due schiave Liv e Lucia, chissà quali altre varietà avrebbe portato il loro sodalizio, sperando che non perdano di vista la dimensione nella quale operare e non andare oltre limiti che possono solo portare pericoli assurdi perchè il sesso ed il sado maso debbono essere fatti tra persone consenzienti e lo scopo e di fare godere chi è sottomesso.
E Liv quella sera godette perchè per la prima volta fu Luca a usare la frusta e a portarla all’orgasmo, e senza dover infierire e senza lasciarle ferite oramai entrambi perfettamente padroni ognuno del proprio ruolo senza dover causare danni permanenti.
FINE
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…