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Racconti Erotici Etero

ALICE – un pò di me – cap 1

By 27 Giugno 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Stavo tornando dal funerale. Non potevo credere che fosse morto davvero.
Mentre imboccavo la strada per il parcheggio ripensai all’ultima volta che lo avevo visto.
Non era successo granché, non osavamo spingerci troppo in là quando non eravamo soli. E la presenza di sua moglie e Anna, la mia amica, nonché sua figlia, erano stati un buon monito per fare i bravi. Qualche strusciatina in cucina, sguardi languidi quando eravamo sicuri di non essere visti e quella mezza sega sotto il tavolo mentre Anna e Genny si occupavano dei piatti e del caff&egrave, dopo il pranzo.
Accanto alla mia auto trovai Lorenza, mi stava aspettando.
‘Ho parlato con Anna, ieri’ volevo esserle vicina sai”
‘O volevi sapere se aveva scoperto qualcosa?’ le chiesi apostrofandola.
Lori abbassò lo sguardo e si morse il labbro.
‘Mi sento così in colpa”
‘Per il fatto che lei non sa nulla o per’ Luciano?’ Dire il nome di un morto &egrave sempre difficile, specie se si ha a che fare con la sua dipartita.
‘Per’ tutto!’ disse spingendo fuori le parole.
‘E cosa vuoi fare? Dirle tutto? E credi che la cosa le darà pace? Che le toglierà il peso al cuore? Come credi che potrebbe reagire se scoprisse che il padre si smanettava il cazzo in cam? Che ha avuto un infarto mentre guardava due ragazze giocare tra loro’ e che le due ragazze altro non sono che due sue amiche?’
Lori abbassò lo sguardo sui piedi e strinse i denti.
‘Oh” mi balenò un’intuizione ‘hai forse deciso che non vuoi più farlo?’
Il suo sguardo saettò su di me.
‘Non ho detto questo!’ sbottò. Lo sapevo, una volta cominciato a giocare &egrave difficile ritornare indietro.
‘Aveva solo 56 anni. Chi muore a 56 anni per un infarto dovuto’ a cosa? Un orgasmo?’ provai a dare una spiegazione, ad entrambe, su quello che era successo.
‘Credo sia stata la situazione, tutto insieme’ due ragazze che si toccano, in cam, per lo più due amiche della figlia’ credo che’ insomma”
‘Ripeto’ non vuoi farlo più?’ Già, perché Luciano non era il solo uomo davanti a cui io e Lori scopavamo. Era stato il primo, ma poi il poco tempo che lui poteva dedicarci ci aveva spinte a cercare altri amici. Ma lui era il migliore, proprio per lo stesso motivo che probabilmente gli aveva stroncato il cuore. Lui era l’unico che conoscevamo di persona. Gli altri li avevamo trovati in rete. Erano tutti uomini più grandi di noi, ci piaceva l’idea di fare le ‘buone samaritane’ che aiutavano gli uomini bisognosi…
‘Magari solo per un po”’ disse lei a bassa voce.
Aprii la macchina e salimmo entrambe. Ma non misi in moto. Restammo lì qualche momento in silenzio. Ripensai a come era cominciato tutto.

Due anni prima, al compleanno di Anna. Festa a sorpresa. L’avevamo organizzata io e i suoi genitori. Era stata in quell’occasione che io e lui ci eravamo avvicinati. Io lo vedevo solo come il padre della mia amica e pensavo che lui mi vedesse come una sorta di appendice della famiglia, dato che bazzicavo in casa sua da oltre 10 anni, ad ogni ora del giorno e della notte.
Genny, turnista, non poteva esserci quanto avrebbe voluto, così ci eravamo occupati noi di tutto: location, decorazioni, inviti e tutto il resto. Ogni giorno ci si sentiva e ci si vedeva’ i primi giorni tutto come al solito poi’ era successo qualcosa. Qualcosa che sarebbe potuto passare inosservato ma che invece fece scattare una molla.
L’idea era venuta a lui, quella di andare in un sexy shop, per cercare qualcosa di spiritoso e un po’ spinto, tanto per dare una nota di colore a quella festa. In fondo Anna non era più una bambina: stavamo festeggiando il suo trentesimo compleanno.
E lì fu facile cadere nei doppi sensi. Strabuzzare gli occhi davanti a quei falli giganteschi e a tutti quei gadget di cui allora ignoravo l’esistenza.
A ‘questo lo dovrei comprare per me’ mi ero voltata a guardare. Per trovarlo tutto concentrato davanti ad una vagina finta.
Ridacchiai e lui si voltò.
‘Genny’ ha i suoi periodi’ sono più no che si” disse scoraggiato.
‘Come ti capisco’ anche Luca aveva i suoi periodi” dissi battendogli la mano sulla spalla.
Io e Luca eravamo stati insieme una vita, tra alti e bassi, tra chiacchiere di una vita insieme e sogni per il futuro. Ma tutto era evaporato quando una notte lo avevo trovato al telefono con un’altra. Con il cazzo in mano. Mentre le diceva ‘Non vedo l’ora che sia domani: come mi succhi il cazzo tu” e mentre i nostri sguardi si erano incrociati lui aveva sborrato. Come non mai in tutto quel tempo passato insieme.
Luciano ridacchiò.
‘A me farebbe piacere se i periodi di Genny fossero come quelli che aveva Luca. Lo troverei eccitante.’
Sapevo bene a cosa si riferiva. Già, perché dopo qualche tempo avevo scoperto che ‘l’altra’ era un lui. Un lui di colore, altro quasi due metri e possente come un armadio. E con un cazzo’ gente che cazzo! Un cazzo che quando ti entrava dentro ti strappava la pelle’ lo avevo preso solo due volte e mi erano bastate. Mi era piaciuto da matti, chiariamo, ma dopo i rapporti con lui per almeno due giorni dovevo stare a riposo. E stare a riposo non fa per me. Amo troppo il sesso.
A volte capita che però sia lui, Pier, a chiamarmi: gli piace avere un pubblico. E a me piace guardare. Specie quando infila il suo bastone nel culo stretto di Luca. Sarà un piacere perverso, una sorta di rivincita, non so’ma vederlo mentre stringe i denti per soffocare un grido e arpionarsi a qualcosa fino a farsi diventare le nocche bianche’ ecco &egrave lì che io comincio a bagnarmi.
‘Ti passo il numero di Pier, se vuoi” dissi alludendo ad altro, pur sapendo che ero nettamente fuori strada.
Lui aveva riso e mi aveva guardata. In un modo che’ era stato in quel momento’ non so, era stata come una scintilla, un prurito’ tra le gambe.
‘Due donne insieme?’ avevo azzardato, sostenendo il suo sguardo.
‘Si’ o una più giovane” aveva ribattuto lui.
Poteva finire lì e sarebbe bastato. Ma dopo Luca mi si era aperto un mondo.
‘Una con una voglia matta di giocare?’
Aveva stretto i denti come per ingoiare una risposta e, in risposta, io abbassai gli occhi sotto la cintura dei pantaloni. Aveva il cazzo duro. Lo vedevo chiaramente.
Non si coprì, non si voltò, non disse nulla.
Fui io a spostare lo sguardo più dietro. E feci solo tre passi fino a trovarmi di fronte a lui. Allungai un braccio e presi qualcosa da una mensola.
‘Lo hai mai usato questo?’ dissi, porgendogli un plug anale.

‘Ho cancellato l’account.’ Dissi infilando la chiave.
Lori mi guardò e fece un sospiro.
‘Ma ho salvato tutti i contatti. Io non voglio smettere, mi piace troppo quello che facciamo.’
‘Ti piace quello che fai con me o..’
‘Mi piace tutto, scema. Mi piace farti godere, mi piace quando ho il tuo sapore sulla lingua, mi piace quando uno di loro ci dice cosa fare all’altra” poi un pensiero mi riempì gli occhi di lacrime. Luciano era il più dolce ma anche quello che osava di più’e non ci sarebbe più stato. Era davvero inconcepibile. E’ l’ultima volta che ero stata con lui avevamo fatto tutto di fretta, era stato bello ma non come avrebbe potuto essere se avessimo avuto più tempo. E’ quando era stata l’ultima volta che me lo aveva messo nel culo? Forse un mese prima, sul divano di casa mia, un pomeriggio che con una scusa era riuscito a venire da solo’
Raccolsi le gambe e le piegai di lato sul sedile e m’infilai una mano nei collant.
‘Sei proprio una porca incontentabile” disse Lori mentre mi sfilavo quello stesso plug che due anni prima avevo comprato con lui. Come se metterlo per il suo funerale fosse una sorta di’ atto dovuto
Di tutto mi aspettavo ma non quella telefonata.
Arrivai e parcheggiai ma non scesi subito. Mi sentivo strana, quasi fuori posto.
Quante volte ero andata in quella casa mentendo a tutti?
E ora cosa poteva volere Genny da me? In un angolo della mia mente temevo che avesse scoperto qualcosa, anche se ero stata categorica con Luciano: non lasciare tracce di alcun genere. Anche nei messaggi che ci scrivevamo non c’era nulla che lasciasse intuire cosa c’era tra noi.
Mi decisi ad entrare, con mille pensieri per la testa.
Mi aspettavo una donna distrutta, magari con gli occhi lucidi e un aspetto stanco’ mi venne incontro una Genny rilassata e sorridente.
‘Ali, grazie di essere venuta subito. Accomodati.’ Disse precedendomi in casa. La guardai stupita: era la classica donna, over 50, che in casa girava in tuta e pantofole, quel vestitino nero dallo scollo generoso sul seno non era da lei. E nemmeno quelle decolleté nere con tanto di plateau.
‘Ehm’ Genny tutto bene?’
Mi guardai attorno e vidi che molte cose in casa non erano più come le ricordavo io, alcuni mobili erano stati spostati, molti oggetti mancavano, ce n’erano di nuovi, le tende alle finestre erano diverse.
‘Si, certo! Ma non pensare che sono matta anche tu! Anna dice che ho un modo strano di reagire alla perdita…’
‘No, &egrave che” ma cosa potevo dirle? Certo che era strano! Le muore il marito e lei che fa? Rinnova casa?
‘Sai che qualche anno fa volevo lasciarlo?’ disse a bruciapelo sedendosi sul divano.
Quella rivelazione mi giunse come una doccia fredda.
‘Ero stanca di questa vita piatta’ e poi’ se posso essere sincera’ mi sono sposata solo perché aspettavo Anna. Mi ha convinto a non lasciarlo, a riprovare’ e se avessi saputo che faceva certe cose”
Ohi… Mi sentii sul filo del rasoio.
‘Genny’ io”
‘Monelle’ ho cercato di contattare chi stava dall’altra parte ma non ho ricevuto risposta. E il giorno dopo non risultava nemmeno più attivo.’ Disse seria senza staccarmi gli occhi di dosso. Oh merda! Era l’account che usavamo io e Lori per giocare con Luciano! Lo stesso account che avevo cancellato!
Ebbi una fitta allo stomaco ma non potevo di certo ammettere tutto’
‘Cosa? Chi? Di cosa stai parlando?’
‘Puoi immaginare la mia reazione? Trovare mio marito, l’uomo che mi supplicava di non lasciarlo, morto stecchito sul divano, con il cazzo in mano, con una chat aperta sul portatile, con un nomignolo che lascia poco spazio alla fantasia”
‘Genny io..’ provai a dire fingendo di essere sconvolta.
‘Era un coglione.” sbottò, alzando una mano per fermare ogni mio tentativo di estraniarmi dalla cosa
“Ha scattato delle foto’ serrai i denti fino a sentire dolore alla mandibola, non poteva averlo fatto… ero stata chiara… ‘Le ha salvate sul portatile. Non so di quando siano. In alcune si vede Lorenza che ti lecca la fica, in altre tu che la scopi con un cazzo finto. Ce ne sono alcune di te che gli succhi il cazzo. Un paio di video, brevi’ uno in cui lui ti incula, forte, violento e mentre lo fa ti chiede se &egrave bello prendere nel culo il cazzo del padre della tua migliore amica… e un altro più lento, in cui lo tira fuori tutto e poi lo rimette dentro.
Quello che mi ha stupito &egrave che… non sapevo fossi lesbica. O come si dice? Bisessuale?’
Non avevo più parole. Non avevo scuse. Ma non c’era niente da dire.
‘Tempo fa mi ha chiesto di vivacizzare il rapporto’ mi ha proposto giochini e situazioni… non me lo aspettavo, non da lui. &egrave stato bello per un po’ ma poi come al solito siamo caduti nella routine. Un paio di anni fa, una sera, mi &egrave venuto a prendere al lavoro e ha visto una mia collega, più giovane. Ho subito capito che gli piaceva, ma lui ci ha messo circa tre mesi per dirmi qualcosa e altri tre per chiedermi cosa ne pensassi dei rapporti a tre. Sapevo che mirava a lei. Scopavi con lui già allora?’
La guardai per un attimo, indecisa, ma poi annuii. E cercai di ricordare quando aveva chiesto a me di avere rapporti a tre’ lo stesso periodo? Era possibile. Prima di allora avevo avuto qualche esperienza, qualche ragazza conosciuta in rete, incontri di una notte. Ma non mi ero mai spinta a cose a tre, non con un’altra donna. Ma la cosa mi aveva eccitato. In rete &egrave facile trovare qualcuna che ci stia ma solo per rapporti tra donne, o al massimo in tre ma con il lui portato da lei.
Alla fine avevo trovato Morena: 27 anni, di colore, sposata con figli. Il marito era buttafuori in un locale e faceva sempre tardissimo la notte. E di giorno recuperava le ore di sonno. Fu facile organizzare un incontro.
Lo ricordo perfettamente. Poche parole, ci trovavamo a pelle, io e lei. Stringemmo un patto: prima ci saremmo occupate di Luciano, poi avremmo dato libero sfogo al nostro piacere. Così dopo un pompino a quattro mani e due bocche, Morena si era lasciata scopare da lui mentre mi leccava sapientemente la fica. La situazione era intrigante, godetti un casino, specie quando mi trovai a leccarle la fica completamente rasata, le labbra così scure da fare a pugni con l’interno della vulva, di un bel rosa’. mentre lei con la lingua mi titillava il clitoride e Luciano m’inculava di brutto.
‘Finsi di essere contrariata.’ Disse, continuando il racconto.
I miei occhi saettarono su di lei. “Finse??”
Lei sorrise.
‘Ai miei tempi non era per niente facile. O ti sposavi o eri una zitellona. Luciano fu un ripiego. Il sesso con lui non mi &egrave mai piaciuto. Secondo me spingeva troppo forte… dove si aspettava di arrivare?’
La guardai sbalordita.
‘Prima di sposarmi avevo un’amica. Ma non &egrave mai successo nulla, anche se entrambe sapevamo che c’era qualcosa di profondo tra noi. L’ho ritrovata una quindicina di anni fa: abbiamo cercato di far finta di nulla, ma alla prima occasione da sole ci siamo baciate e’ beh non avevamo più i tabù di una volta…’
Non potevo credere alle mie orecchie. Se solo Luciano e Genny avessero parlato chiaro tra loro’ avrebbero avuto il matrimonio perfetto.
‘Luciano non me lo chiese più… ma credo che allora lo accontentasti tu, no?’
Annuii ancora. Che avessi perso l’uso della parola?
Fece un respiro profondo e mi sorrise dolcemente.
‘Non so da dove nasce questa sensazione ma sento che mi devi qualcosa. Non lo amavo ma era mio marito. E’ morto guardando te e Lorenza scopare come due assatanate. Se non ci fossi stata tu magari avrebbe insistito e il nostro matrimonio sarebbe stato migliore. Perché sai’ ad Elvira, ti ricordi di Elvira?’ disse girandosi verso la porta che portava alla zona notte. La porta si aprì ed Elvira, l’amica di famiglia spesso presente alle feste la raggiunse. ‘Ad Elvira piace anche il cazzo.’
‘Non essere scurrile Gennarina, lo sai che mi fa eccitare…’ disse la donna andandole accanto. Si presero per mano e in quel semplice gesto fu chiaro quanto forte fosse il loro legame.
Sul mio viso doveva essersi dipinta un espressione molto buffa dato che le due donne fecero una risata sommessa.
Ero… allibita. Decisamente.
‘Luciano mi ha lasciato perdere, le nostre scopate erano sempre più rare, cosa che in fondo mi faceva solo piacere. Ma pensavo fosse l’età, che avesse perso desiderio, non che si scopasse una che poteva essere sua figlia!’ sentenziò torva.
‘Potevo avere un matrimonio migliore. La mia compagna e mio marito. E credo che vederli scopare insieme mi sarebbe piaciuto, mi sarei sentita meno in colpa, nei confronti di entrambi.’
‘Già, povera cara” s’intromise Elvira ‘E pensa, Alice, pur di farmi felice, per non farmi mancare nulla ha lasciato che fosse un altro a partecipare ai nostri giochi.’ Aggiunse carezzandole dolcemente il viso.
‘Sembra anche a me che tu le debba qualcosa!’ disse dopo qualche secondo, guardandomi seria.
‘Le hai portato via qualcosa d’importante.’
‘Io non” mi sentivo in colpa ma allo stesso tempo non credevo di dovere niente a Genny, se non delle scuse.
‘Scopavi con mio marito. E’ morto guardando te e quell’altra troietta. Ora tu scopi con me ed Elvira o sarò costretta a dire ad Anna perché non riesco ad essere triste per la morte di suo padre!’

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