i miei racconti
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Un giorno, le pulizie in casa.
‘La mamma ci ha detto di pulire la casa prima che ritorni! Vieni, forza Sara, devi fare anche tu la tua parte!’
‘Fottiti te e la mamma. Sto lavorando altrettanto duro come lei. Sei l’unica in questa casa che non ha un lavoro. Puliscila tu la casa, consideralo come un maledetto lavoro.’
Dopo lo sfogo liberatorio, Sara si lascia cadere stancamente sul divano. Si toglie le ciabatte e allunga le gambe appoggiandole sul tavolino di fronte. Aggiunge:
‘Puoi incominciare con la mia stanza. Fai i letti, lava i piatti, stendi, fai quello che vuoi!’ Con un sorriso sarcastico, ha preso il telecomando ed ha acceso la televisione.
‘Sara, questo non è giusto! Fai altrettanto sporco e disordine come chiunque in questa casa.’ Marianna aveva alzato la voce per farsi sentire da sopra il volume della televisione, ma Sara aveva alzato a sua volta l’audio fino a zittire la sorella.
‘Basta!’ Ha gridato con tutta l’aria nei polmoni che aveva e mettendosi davanti a lei. Sara dal canto suo ha cambiato canale e poi la guardata dritta negli occhi.
‘Non ci penso proprio a pulirti la stanza. Puoi anche dimenticartelo!’ Gridando e poi avviandosi verso il corridoio.
Impassibile, si è aggiustata più comodamente sul divano e ha iniziato a fare zapping cambiando alternativamente i canali.
Dopo aver messo in ordine la propria stanza, ha passato l’aspirapolvere e ha constatato che sua madre aveva ragione. Era proprio sudicia e sotto al letto vi era di tutto. Ha continuato a passare l’aspirapolvere nel corridoio e sul tappeto saltando volutamente la camera della sorella e andando nella camera della madre. Rifatto il letto e messo in ordine, ha osservato come fosse tutto pulito e in ordine. Dalla madre non poteva aspettarsi diversamente. A parte alcuni indumenti da riporre, era perfetta.
Aperto l’armadio, ha appeso le camicie appena lavate e stirate dalla lavanderia e poi ha preso la pila di biancheria intima da riporre nel cassetto. Apertolo, ha iniziato a dividere le mutandine, i reggiseni e le calze.
‘Cazzo!’ Ha esclamato quando si è accorta che la pila dei reggiseni era troppo volumisa e le avrebbe impedito di chiudere. Forse peggio, avrebbe rovinato il tessuto che essendo di seta, ear anche pregiato. Invidiava la madre per aver quella lingerie, purtroppo, non aveva un seno florido come il suo e in cuor suo la invidiava.
Ha schiacciato il mucchio e ha sentito qualcosa di duro nascosto sotto agli indumenti nella parte posteriore; ha aperto maggiormente e lo ha visto.
‘Che cos’è quello?’ Si è chiesta e ha infilato la mano per prenderlo.
L’oggetto dalla forma cilindrica, era duro e morbido al contempo e anche di un certo peso. Estratto dal cassetto, lo guarda perplessa e come se bruciasse, lo getta via ritraendo la mano.
‘Sara! Corri! Devi venire a vedere una cosa!’ Urla dopo che si è portata alla porta della camera e voltata, vede l’oggetto che è caduto sul letto.
‘Cosa vuoi?’
‘Alza quel culo di merda e corri qui!’ Ha urlato mentre si avvicina curiosa al letto per osservare meglio l’oggetto con contrastava con il candore del piumone.
Ha potuto sentire la sorella camminare pesantemente come un elefante imprecando come uno scaricatore di porto. Molte volte si è stupita di come si comportava sua sorella. Sembrava che non fossero a volte figlie della stessa madre da come si comportava. Lei è sempre stata responsabile, studiosa, diligente ed affettuosa pur essendo la piccola della famiglia.
Sara dal canto suo anche se ultimamente lavorava pur avendo interrotto gli studi, era irresponsabile, pronta a combattere per ogni stupidità. Dalla sua bocca era un continuo turpiloquio con chiunque e dovunque. Si è sempre chiesta come potesse lavorare al supermercato una come lei.
‘Cosa cazzo vuoi? Perchè cazzo hai voluto che’ Per l’inferno di Giuda… Cos’è quello?’ Avvicinandosi al letto e mettendosi di fianco alla sorella.
‘L’ho trovato nel cassetto della biancheria intima della Mamma.’
Sara si è avvicinata e dopo averlo toccato, lo ha preso stupita.
‘Oh mio dio! Sai che cos’è questo?’ A chiesto mentre si è seduta sul letto.
‘Ho un’idea… Certo… Cioè, è un dildo su due lati! Cioè… Sai cosa voglio dire?’
‘Con il papà che è andato, indovino che dovremmo invitare la mamma ad uscire più spesso.’
‘Azzeccato!- Le ha risposto la sorella.- Tieni annusalo.’ Le ha detto mentre allunga la mano portandole il vibratore sotto la faccia.
‘Ooohhh che schifo! è stato usato!’ Ha esclamato la giovane sorella ritraendosi mentre Sara lo ha annusato a lungo riempiendosi i polmoni.
Marianna è rimasta esterrefatta e schifata nel vedere il comportamento della sorella. Per lei avrebbe quasi vomitato mentre la sorella sembrava quasi che provasse piacere.
‘mmmhhhh… Che buon odore. è come quello della scopata!’ Ha gridato alla sorella sorridendole per vedere la sua espressione e anche per come la stava guardando a sua volta.
‘Ma che schifo!!!’ Esclama inorridita.
‘Non sono mica una santarellina come te. è da natale che scopo con Giovanni e quando glielo succhio ha quasi lo stesso odore.’
‘Non ti dico nulla… Penso che dovremmo metterlo via ora. Fingere di non averlo mai visto.’ allunga la mano per riprenderlo anche se le faceva ribrezzo.
‘Ma sei fuori? Hai presente questo cosa significa?’ Lo ritrae dalla mano della sorella che gli scivola via.
‘Come cosa significa? I dildo le usano qualche donna… Lo so.’
‘Certamente, qualcuna usa il vibratore… Ma la maggior parte delle donne non utilizzano un doppio dildo come questo. Capisci la differenza delle persone che usano questo tipo di oggetti?’
Marianna si è sentita piccola, piccola. Non riusciva a guardare sua sorella in faccia e si vergognava a fissare l’oggetto oblungo.
‘Per l’inferno… Marianna! Dove vivi? Le lesbiche, stupida! Le lesbiche usano queste cose. Su ogni estremità c’è una donna che scopano a vicenda! Dio, ma non conosci nulla?’
‘Scusami, ma sai com’è… Non sono molto afferrata in materia di lesbiche ed i giocattoli ad esso collegati con il sesso. Non sono una troia.’
‘Vaffanculo, fica di merda! Perchè non usi questo per un istante e ti sciogli? Così impari qualcosa di nuovo e piacevole.- Le ha detto Sara mettendole il dildo in mano.- Sono certa che ci vorrà ancora molto tempo prima che qualcosa scivoli fra quelle gambe.
‘Sei disgustosa!’
‘Sei impaurita e curiosa, non è così?’ Ha preso una estremità e ha iniziato a farglielo dondolare davanti.
‘Beh… Onestamente è molto grande. Penso che possa fare male. Non potrà mai entrare un cosa così.’
Dopo aver emesso un roco gemito come di un animale selvatico, glielo strappa di mano.
‘Ohhh mio Dio! Stai attenta che potrebbe passare un uccello e farti il nido.- Ride a squarcia gola per la battuta e per la faccia che le ha fatto la sorella.- E strapparti la verginità!’ Ride ancora incontrollatamente.
‘Non sono più vergine!’ Ha ribattuto arrabbiata.
‘Dimostralo.’
‘Come?’
‘Sdraiati sul letto e infilati il giocattolo della mamma in quella fica vergine che ti ritrovi. Chissà che forse non ti scioglie quella scorza di armatura che ti sei fatta addosso e inizi anche tu a frequentare qualcuno.’
Sara continuava a ridere e a sbeffeggiarla con il suo comportamento. Marianna ha guardato attentamente il dildo. Le sembrava terribilmente grande, esageratamente grande. Considera che il cazzo con cui aveva iniziato le avventure e le scoperte del sesso non erano di quelle dimensioni. Non era certa che quella cosa si potesse adattare all’interno di lei. Osserva la sorella che stava ancora ridendo e questo le dava enorme fastidio. Si china in avanti e si ferma quando i loro nasi non sono che a qualche centimetro di distanza.
‘Se è una sfida quello che vuoi… Voglio qualcosa in cambio se vinco!’
Sara ha smesso di ridere e con un sorriso beffardo la guarda.
‘Cosa vuoi in cambio?’
‘Ti dimostro che non sono vergine e tu pulisci la casa per un mese.’
‘Una settimana! Affare fatto verginella…’
Marianna ha sempre odiato quel suo modo altezzoso che aveva la sorella. Sapeva che quando la sfidava, arrivava sempre dove voleva che lei arrivasse a fare. Odiava se stessa per non capire mai fino a che punto la spingeva e spesso in passato le sfide si sono risolte vincenti tanto per una come per l’altra. Sapeva bene che ora non poteva più tirarsi indietro. Se l’avesse fatto, l’avrebbe presa in giro chissà per quanto tempo.
Le ha strappato il doppio dildo dalla mano e al contempo si è tolta le scarpe. Si è alzata la gonna e con l’oggetto in mano, aveva difficoltà a muoversi quindi lo ha ridato alla sorella. Si è alzata nuovamente la gonna e infilati i pollici sotto all’elastico dello slip, se li è sfilate lasciandole all’altezza delle caviglie. Sedutasi, ha strappato nuovamente il dildo dalla mano di lei e la guardata con aria di sfida mentre lei era ancora sorridente e tranquilla.
‘Io lo faccio, ma tu non ti tirare indietro.’
‘Non ho mai mancato una promessa.’
Marianna si è sistemata comoda sul letto e ha iniziato ad inumidirsi con la saliva le dita che poi passava sulla vulva e fra le ninfe. Masturbarsi per lei era abituale, l’aveva fatto altre volte davanti alle sue amiche in passato e anche con il suo amico di sempre. Ora davanti alla sorella non provava vergogna. Era orgogliosa di mostrarle il monte di venere curato. Aveva da poco sfoltito i peli e la liscia e morbida pelle si stava sempre più inumidendo dei propri umori. Ha abbassato un’estremità del dildo verso l’entrata della figa e ha sussultato nel sentirlo freddo. Si è fermata per respirare e dopo aver fatto un respiro profondo, ha spostato la punta lungo le labbra vaginali facendolo scorrere. Ogni volta che la morbida dura cappella del dildo sfregava sul clitoride, piacevoli scosse si dipanavano per tutto il corpo e sempre più si bagnava.
‘Stai mettendo un bello spettacolo sorellina… Eccitante… Un poco più veloce ora. Se quel cazzo fosse reale, ora lo avresti già ammosciato.’
‘Stai zitta e lasciami fare.’
‘Sappiamo entrambi che sei vergine. Non hai il coraggio di spingerlo all’interno di te.’
Con audacia, ha iniziato a sfregare la punta sempre più velocemente e aumentando costantemente la pressione. La giovane ragazza sentiva il piacere aumentare e fare posto all’ansia e alla paura. L’oggetto che aveva in mano era il doppio più grosso del cazzo dell’amico e iniziava e sentire distintamente che la stava dilatando. Allarga le gambe più che può, ma le sembra che il dildo non abbia voglia di entrare. Inizia a muoverlo avanti e indietro spingendo ogni volta sempre più e sentendo come le labbra interne siano dilatate al massimo.
Respira sempre più in affanno a mano, a mano, che il dildo penetra nella figa e che il piacere monta incessantemente in lei. Il dorso della mano urta il clitoride duro ed esposto e sussulta involontariamente. Geme e trema per il piacere provato, ma grazie anche a questo, trova un poco di ragione.
‘Vedi… è come ti… Ho detto… Non sono più vergine.’
‘Ma non è mica entrato… Forse l’avrai spinto per 3 o 4 dita… Ora ti faccio vedere io.’
Si toglie i pantaloni e sua sorella resta allibita nel constatare che ella era senza mutande. La vede prendere qualcosa dal comodino della madre e spalmarsi la figa completamente depilata con il gel. Altrettanta crema la spalma sul dildo per poi porsi con le gambe divaricate di fronte a lei. Posa un piede sul letto proprio di fianco a lei e in questo modo può vedere le labbra vaginali luccicare di crema. Prende l’altra estremità del dildo e se lo porta alla figa. Lo muove esattamente come ha fatta la sorella, ma solo per pochi istanti e lentamente si penetra mentre si cala sopra.
Il dildo pur essendo snodato, si incunea contro il letto e fra le gambe della giovane Marianna, ma questo è anche spinto in lei. Sente distintamente che la sta penetrando e che si fa largo fra le mucose interne della figa e sgrana gli occhi sentendo come se qualcosa dentro di lei le venisse strappato. Osserva anche senza volerlo il clitoride della sorella esposto e chiaramente visibile, mentre le labbra vaginali scorrono lungo la dura e morbida asta del dildo.
Pur restando senz’aria, entrambe gemono come la doppia cappella urta contro il collo dell’utero. L’evento è quasi avvenuto in contemporanea e pur non volendo, spingono ulteriormente il bacino in avanti svuotando definitivamente i polmoni.
Per la giovane ed inesperta Marianna, l’orgasmo la coglie impreparata facendola volare verso mete mai esplorate. Il limbo del godimento e lussuria in cui entrambe sono cadute, le fa perdere la cognizione del tempo e dello spazio.
‘Per l’inferno e per tutti i santi del paradiso, cosa state combinando voi due qua dentro?’
Con lo sguardo sognante e con gli occhi velati ancora dal piacere voltano la testa verso la porta. Osservano la loro madre in piedi davanti a loro. Entrambe non sanno cosa rispondere, hanno la testa che gira vorticosamente e hanno bisogno di aria per respirare. Il piacere e le pulsazioni che provengono dalla figa le inebria rendendole quasi ebbre di lussuria.
In modo appena percepibile, la più grande delle due, Sara, bisbiglia.
‘Scopiamo…’
Maxtaxi
Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’
Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
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Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi
grammaticalmente pessimo........