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Racconti di Dominazione

Eva – Capitolo 5 – La storia di Eva

By 7 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Subito dopo pranzo mi recai da Angelica trovandola sdraiata a letto in condizioni penose.
‘Che cosa ti &egrave successo ” le chiesi allarmata dal suo stato.
‘Penso che mi abbia fatto male qualcosa mangiato ieri sera in una cena di lavoro.’ mi rispose toccandosi la pancia ‘Non puoi neanche immaginare quante volte sia andata al bagno….’
‘Ma hai preso qualcosa ?’
‘Si un paio di antidiarroici, però mi sento uno straccio lo stesso.’
‘Se vuoi torno un’altra volta ?’
‘No almeno mi fai un po’ di compagnia, e poi voglio sapere tutto di ieri sera.’
Le raccontai della serata passata con Tara, e di come ormai fosse totalmente sotto il mio controllo.
‘Anzi dovrei dire del nostro, dato che la troia ha accettato di averti come padrona pur di non perdermi, pensa tu a che punto di sottomissione &egrave arrivata !’
‘Non vedo l’ora di averla fra le mie mani quella puttana !’ mi disse infervorandosi ‘Voglio romperle il culo infilandoci dentro tutto il braccio, e usare le sue tette come straccio per il pavimento.’
‘Per come stai adesso forse le potresti giusto fare un ditalino.’ le risposi ridendo.
‘Hai proprio ragione.’ replicò ridendo anche lei ‘C’&egrave una domanda che però volevo farti da tempo, come sei diventata una Mistress ?’
‘Ma io non lo sono, o almeno non più da anni.’
‘Dai non cercare di raccontarmi delle frottole ! Si vede lontano un miglio che sei una Domina.’
‘E’ una storia un po’ lunga, ma visto che sei indisposta hai del tempo per sentirla.’
‘Certo però comincia dall’inizio e non tralasciare i particolari.’
‘Sin dalle superiori mi resi conto di avere una certa predisposizione per la dominazione, a scuola usavo i miei compagni, ma anche le ragazze, per avere i voti migliori. Il bello &egrave che mi era per così dire naturale comportarmi in quel modo, solo quando mi trovavo a letto con qualche ragazza non avevo voglia di fare la superiore, ma volevo solo godere.
Perch&egrave fra il pelo ed il pene ho capito ben presto di preferire il primo, gli uomini sono così meccanici, mentre fra noi donne nasce subito un’intesa mentale che dona molto più piacere, anche senza fare poi grandi cose.
In ogni caso al primo anno d’università persi la testa per Mark, dire che era bello &egrave riduttivo, una vera statua rinascimentale. Peccato che non mi considerasse per nulla, ma del resto eravamo in molte a sbavargli dietro, ricevendo tutte lo stesso trattamento, cio&egrave l’indifferenza.
Io però ero la più determinata a farmelo, così con l’aiuto di una amica riuscii a portarlo nel mio piccolo appartamento, e li non gli diedi neanche il tempo di respirare che gli saltai addosso come un’assatanata Lui rimase di stucco, ma non come me quando gli tirai giù i pantaloni della tuta.’
‘Perch&egrave ?’
‘Perch&egrave aveva un cazzo piccolissimo, più o meno come il mio dito, insomma una schifezza buona a nulla.’
‘Immagino la delusione.’ mi chiese Angelica sorridendo.
‘Più che altro la rabbia, insomma mi ero fatta in quattro per averlo tutto per me e ora non sapevo che farci. Forse fu proprio la rabbia a farmi urlare ‘Leccami i piedi inutile’, ma il bello &egrave che lui si inginocchio e prese davvero a baciarmi i piedi. Passai così il mio primo pomeriggio con uno schiavo, mentre lui nudo a terra mi leccava e baciava i piedi, io mi masturbai insultandolo in continuazione, insomma nulla di che ma fu pur un inizio.
‘E poi ?’
‘Poi ci fidanzammo, ma tranquilla fu solo per facciata in fondo faceva comodo a tutte e due mostrarsi come una normale coppia di ragazzi. Io quando potevo non mi lasciavo certo perdere l’occasione di farmi qualche coetanea o ancor meglio qualche donna più grande, insomma la fedeltà non rientrava proprio nel nostro rapporto.
Col tempo compresi che Mark si faceva punire da me perch&egrave non accettava la propria omosessualità, ma alla fine fui io a fargli capire che non poteva nascondersi per sempre.
Dopo un annetto dal nostro primo rapporto, affittò uno scantinato per stare più ‘comodi’, in quel periodo aveva comprato un bel po’ d’oggettistica che ormai non potevo più nascondere nella camera dove abitavo.
Un giorno, dopo averlo sculacciato per bene, decisi di sodomizzarlo, lui all’inizio non voleva, ma alla fine si piegò come al solito, al mio volere. Non volendogli far male in alcuna maniera passai un bel po’ di tempo a ungergli il buchetto prima di prendere un dildo e metterglielo dentro. Dovevi vedere come godeva il porco, nonostante gli avessi sempre impedito di venire, cominciò a sborrare senza fermarsi mai.
Da quel giorno lo costrinsi a mettersi sempre cose da donna durante i nostri rapporti, poi dopo neanche un mese, mi raccontò d’esser andato con un uomo, che l’aveva trattato come una troia, facendolo però godere tantissimo. Lo punii duramente, per il solo fatto di non avermi detto nulla prima, e arrivai al punto di pensare a schiavizzarlo con un’amica.’
‘Insomma lo volevi proprio sputtanare ?’
‘Si ma nel frattempo lessi un annuncio che mi fece cambiare idea. Un uomo cercava una donna dominante per rapporti sadomaso, lasciando una casella di posta. All’epoca internet non si sapeva neanche cosa fosse, e prima di metterci d’accordo per vederci ci vollero quasi due settimane, ma alla fine c’incontrammo in un bar. Mi trovai di fronte un ometto alquanto insignificante che mi propose d’essere mio schiavo dietro un lauto compenso, in poche parole duecento dollari per essere picchiato sul culo.’
‘E come andò a finire ?’ mi chiese Angelica sempre più curiosa.
‘Lo portai nello scantinato dove lo sculacciai prima, e lo picchiai poi con un paddle. Sentivo il suo cazzo gonfiarsi sino a quasi ad esplodere a contatto con la mia coscia, e devo ammettere che un po’ provai del piacere nel malmenarlo. Alla fine mi offrì altri cento dollari per potersi masturbare, accettai a condizione che venisse sul mio piede e che poi lo leccasse, e lui fu ancor più contento di farsi una sega.
Iniziai così la mia carriera di Mistress, di giorno studiavo, e la sera umiliavo uomini che non cercavano altro. Il bello &egrave che tutti pagavano senza batter ciglio, solo se uno mi donava la sua verginità posteriore il ‘servizio’ era gratis. Vedi inculare un uomo vuol dire togliergli ogni traccia di virilità, e farlo per prime non ha davvero prezzo, fargli capire che possono essere delle vere troie pronte a tutto pur di soddisfare le proprie voglie represse &egrave davvero qualcosa di unico.
Col tempo divenni una vera professionista della femminilizzazione forzata, che probabilmente &egrave la pratica più estrema del Bdsm, li vestivo da donna, spesso da cameriera, per poi usarli ne più ne meno come puttane, portandoli a volte da un riccone che amava fotterli, e così guadagnavo due volte.
Altrimenti c’era il servizio completo, iniziavo col farmi leccare i piedi e il culo, poi li frustavo ed infine l’inculavo, il tutto impedendo loro di venire usando spesso una cintura di castità.’
‘E tu facevi questo a tutti ?’
‘No e devo dire per fortuna perch&egrave &egrave molto impegnativo dare un servizio del genere. Le prime volte che incontravo uno schiavo iniziavo andandoci molte piano, magari con una sculacciata o facendogli leccare le scarpe per tutto il tempo. Poi una volta conquistata la loro fiducia in resto veniva quasi da se, mi chiedevano sempre di più, venendo da me magari già con l’intimo da donna sotto il vestito o con un plug già ben sistemato nel culo. C’era chi invece voleva sempre e solo un tipo di rapporto, mi ricordo di un tipo peraltro molto muscoloso, che desiderava solo che lo sculacciassi vestita da maestrina, dicendogli in continuazione quanto fosse asino come alunno.
Mi ricordo anche di un dirigente d’azienda che andava oltre l’essere gay, pensa che a volte si prostituiva solo per farsi inculare. Fu il primo che fistai, anche perch&egrave ormai era talmente rotto in culo che i miei strap-on gli facevano il solletico.’
‘Dai dimmi qualcosa di divertente.’
‘Questa &egrave indimenticabile, una volta venne uno con la passione dei pony-boy, in poche parole lui faceva il cavallo e io l’amazzone, dopo qualche passo urlò la parola di sicurezza concordata, ed io rimasi sbigottita proprio perch&egrave avevamo appena iniziato e non avevo ancora fatto nulla se non montargli sulla schiena. Allo stronzo era venuto il colpo della strega, così mi toccò fargli un’iniezione di antidolorifico, e poi massaggiargli la schiena sino a quando non si rimise in piedi.’
‘Ma chi veniva da te, cio&egrave bastava pagare ?’
‘Si ma le mie tariffe non erano certo alla portata di tutti, per la maggior parte i miei clienti erano ricchi professionisti con la passione della sottomissione più o meno completa. Solo una volta venne una coppia, lei l’aveva beccato a letto con la baby-sitter e voleva dargli una lezione, così prima punii duramente lui e dopo mi feci lei davanti al marito.
La svolta l’ebbi quando mi contatto una donna, una ricca avvocatessa sposata con figli, tanto santa in famiglia quanto troia senza limiti con me. All’inizio la scopavo come non faceva il marito, prendendola con forza per portarla al limite dell’orgasmo e lasciarla poi insoddisfatta per dedicarsi al mio piacere, e solo se mi faceva godere tantissimo la facevo venire alla fine del rapporto.
Dopo un anno dal nostro primo incontro lasciò la famiglia, per affittare un appartamento dove ci trasferimmo insieme. Non sai come godevo nel vederla rientrare la sera, togliersi i suoi abiti da brava professionista, e venire ad inginocchiarsi con le sole calze davanti a me per chiedermi cosa dovesse fare. Punivo ogni suo minimo errore usando qualche frusta, e lei ad ogni colpo doveva ripetere una frase di ringraziamento, poi le curavo le ferite e la portavo a letto, ma solo per farmi godere.’
‘E se lei non sbagliava nulla ?’
‘Potevo scoparla sino a sfinirmi, o farmi adorare facendomi leccare per ore, a volte uscivamo e mi divertivo ad umiliarla anche pubblicamente, ma solo nei locali sadomaso, li davvero non avevo limiti.
Qualche volta chiamavo qualche schiavo per rapporti a tre, ne selezionai alcuni in base alle loro professioni, il che mi venne utile quando il mio grande sognò finì all’improvviso, poco dopo la mia laurea.’
Angelica vide che ero diventata un po’ triste e appoggiò la sua mano sulla mia spallo, rimanendo con me in silenzio sino a quando non ebbi la forza di proseguire il mio racconto.
‘Una sera fui chiamata dall’ospedale, lei aveva avuto un incidente ed era gravissima. Mi precipita trovando tutta la sua famiglia al gran completo che mi coprì d’insulti, quasi fregandosene di chi stava morendo a pochi metri da noi.
Quando due settimane dopo mi presentai dal notaio per la lettura del testamento, mi feci accompagnare da due guardie del corpo tanto ero spaventata dalla sua famiglia, pensa che anche l’avvocato lesse le sue ultime volontà con una certa apprensione temendo le reazioni di quegli squallidi personaggi.
Alla fine il suo patrimonio risultò diviso in due parti, una a me e l’altra ai suoi figli, il marito cercò d’impugnare il testamento, ma perse la causa rimanendo a bocca asciutta.
Coi soldi che mi lasciò, e usando i miei ex schiavi per le loro conoscenze, comprai il loft dove vivo tutt’ora, e avviai la mia carriera come programmatrice, in realtà il mio vero compito &egrave trovare i punti deboli dei programmi ed eliminarli, ma non vorrei annoiarti con tecnicismi difficilmente comprensibili.
In ogni caso abbandonai il Bdsm puro e duro, per dedicarmi unicamente a ciò che mi &egrave sempre piaciuto, cio&egrave le donne ed il sesso saffico. Non &egrave che ripudio il mio passato, ma trovo quella forma di sesso troppo limitativa, ingabbiata in ruoli già determinati ed immutabili nel tempo.
Ridurre tutto a io ordino e tu esegui alla lunga stanca, si finisce col perdere ogni forma di rapporto che non sia quello Dom-slave, e così manca la complicità o l’ironia, il potersi confidare e chiedere un consiglio. Per fortuna non sono arrivata al punto di credermi una Mistress anche quando prendevo un caff&egrave al bar, ma c’&egrave chi si comporta così, finendo col chiudersi in un mondo tutto suo e senza futuro.
Certo un po’ di dominazione non mi dispiace affatto, e di questo te ne sarai già resa conto da sola, ma non &egrave più la mia ragione di vita. Con te mi pace abbandonarmi senza sapere cosa succederà di li a poco, sapendo già di partenza che mi piacerà ogni cosa che farai. Con Tara &egrave diverso, lei &egrave solo una cagna senza dignità, ma non sarà mai una vera schiava come lo &egrave stata il mio grande amore, le manca la dignità, e credimi non &egrave poco anche se può sembrare assurdo.’
‘Vuoi dirmi che una schiava totale ha una sua dignità ?’
‘Certo e non solo perch&egrave rimane sempre una donna. Una vera schiava gode nel vedere la sua padrona godere più di lei, e poco importa se ciò comporta dolore o umiliazione.
Con una masochista pura non c’&egrave alcuna soddisfazione nell’usarla come schiava, lei gode solo nel dolore, magari se le ordini di leccartela lo farà da schifo cercando così una punizione che le doni piacere.’
Angelica rimase a lungo a pensare a quanto le avevo detto, e in quei momenti mi resi conto che non era mai successo che confidassi i miei segreti con qualcuno, uomo o donna che sia.
Nel frattempo si era fatta ora di cena, così ne preparai una molto leggera lei, e un’altra ben più consistente per me.
Rimasi da lei tutta la notte, ma questa volta le nostre discussioni furono solo di carattere lavorativo.
Lei mi spiegò i suoi progetti di shopping on-line, e pur non essendo il mio campo, cercai d’esserle d’aiuto prendendo degli appunti per i punti che non sapevo risolvere al momento.
Mentre tornavo a casa mi sentii più leggera, come se parlare con Angelica del mio passato fosse stato come togliersi un grosso macigno dallo stomaco.
O forse mi stavo innamorando per la seconda volta in vita mia.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/

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