Le gocce d’acqua sul corpo rimbalzano veloci e secche. Il vetro è appannato e non si vede più nulla. Le gambe sono molli. Sente la sua pelle ammorbidita dal calore e dal sapone che più volte si passa addosso su ogni parte del corpo. Si sfiora tra le gambe, un brivido lungo la schiena. La mente corre lontana. All’altra sera con lui e a quell’aperitivo clandestino. Vietato. Rubato. E al secondo Americano, che l’ha fregata e le ha tolto ogni freno. E a quel gioco nel bagno che non avrebbe mai dovuto accettare. Che ora lui avrà raccontato a chiunque. Per il vestito macchiato. Per i denti di troppo. Per non aver mandato giù tutto. Si sente sudicia. Si sente colpevole. Sente il giudizio di lui. Sente il giudizio del mondo Si sfiora di nuovo. Si tocca più forte. Intanto singhiozza. Ma non toglie la mano. Si contorce e vorrebbe fermarsi. Si sente di nuovo colpevole. Sporca. Ma una spinta più grande le muove le dita. Il fiato si accorcia. Si contorce di brividi e di un orgasmo violento. Che non vorrebbe provare. Che non riesce a fermare. Ora piange di rabbia. Si appoggia sul muro. Ritorna tra i vivi. Deve sbrigarsi. Ha solo venti minuti. Per essere bella. Bella per lui.
Ecco il suo amore. Ha la faccia nervosa. La bacia veloce. Non la saluta nemmeno. La spoglia in un attimo. E’ già dentro di lei. Sono colpi veloci. Le strizza i capezzoli, le stringe il sedere. Grugnisce maldestro. E in pochi secondi fa quello che vuole. Svuota il suo seme. Tutto dentro di lei.
Sono le dieci passate. Lui dorme da un ora. La mente che vaga. Che pensa a quel bar e alle mani di m.
E pensa alla doccia di prima e a quell’orgasmo rubato. E a quell’Americano di troppo. Ma forse dovrebbe rifarlo. Chiamarlo stanotte. E dirgli di si . Che lo vuole di nuovo. Che lo vuole toccare. Che vuole darle il suo cuore. Che vuole avere un orgasmo. Per lui. Con lui.
Sono le cinque passate.
Lui dorme da troppo.
Lei chiude la porta
In mano il telefono
Il messaggio è già pronto
Il testo è già chiaro
Le gambe le tremano
Chiude gli occhi e sospira
Messaggio Inviato.
Si sente sporca
E leggera
“Alle 17, Motel Auora. Via Fano 15”
E’ la risposta di M.
Sono le 6:30 del mattino.
Il suo amore dorme ancore.
Il suo amore se legge quel messaggio la ammazza.
Il suo amore è l’unico uomo della sua vita. Non è mai stata con altri uomini.
Si sono conosciuti che lei aveva sedici anni. Lui ventisei. Lui già un lavoro, una macchina ed un monolocale. Lei ancora alle superiori. Tremendamente bella, bella da perderci la testa. E ora sono passati più di dieci anni da quel giorno. Lei è ingrassata ma sempre bella. Lui pure, e non è più nemmeno l’uomo più bello del mondo che lei a sedici anni avrebbe seguito ovunque. Le prime esperienze con lui. I primi rapporti, frenati e dolorosi. Poi finalmente piano piano il piacere anche per lei. E poi lentamente, inesorabilmente, l’abitudine e la mentalità di lui. Basta attenzioni. Basta carezze. Solo degli amplessi tristi e veloci. Senza più baci, senza più carezze. Solo per il piacere di lui. E poi quei filmini. Che lui guarda da solo e che lei ha scoperto frugando nel computer. Non gliene ha mai parlato. Però li ha guardati bene. E’ rimasta sorpresa. Non ne aveva mai visti. ha pensato che avrebbe potuto anche lei provarci. Fare al suo amore quello che le sgualdrine fanno nei video. Ma poi? Come spiegarlo al suo amore? Come spiegargli che quelle cose le ha imparate con i suoi video? E allora per un po’ di tempo è andata avanti a guardarli. Prima schifata. Poi incazzata, sentendosi tradita, messa da parte. Poi indifferente. Con qualcosa però di cambiato dentro. La scoperta che il sesso si può fare anche diversamente. E ora ogni volta che lui la prende e fa i suoi comodi, lei sta sempre più ferma, più immobile. Nemmeno un lamento, nemmeno un sospiro. A lui non interessa. Poi a volte sotto la doccia si sfiora, si tocca, sente i capezzoli diventare duri e il respiro farsi corto. E anche se è a casa da sola, ha paura di essere scoperta. Ha paura che entri il suo amore e che la scopra a godere. Si sente sporca, si sente colpevole di quei pochi minuti di piacere che ogni tanto si regala. Subito dopo si lava bene, quasi a volere togliersi di dosso lo sporco del piacere.
Poi quel giorno all’assicurazione ha conosciuto M.
Un bel ragazzo. Curato e molto educato. Avrà sui 35. Più o meno come il suo amore. Ben vestito, magro. Le ha subito messo gli occhi addosso. Lei lo sa quando un uomo la guarda. Quando le guarda i seni e quando le guarda le gambe. All’inizio si vergogna, come succede quasi sempre. Poi lui ha continua a buttarle delle occhiate e a sorriderle. E lei rimane un po’ inebetita e lusingata. E lascia fare. E spera in cuor suo che lui ci metta tanto tempo a prepararle la polizza. Zitti uno difronte all’altro. Lui che scrive al computer e lei che lo guarda. Ogni tanto si incrociano gli sguardi. Lei arrossisce e veloce distoglie gli occhi, non appena incrocia quelli di lui. E così per tutto il tempo. Fino a quando lui non si alza e le consegna la polizza. Lei ringrazia, e un po’ goffa va verso la porta salutando. Lui la interrompe e le chiede secco:
“Le va un aperitivo nel locale qui a fianco”?
Una morsa allo stomaco. Il tempo si ferma. Non sa che dire, non sa che fare. Il suo amore? Che direbbe il suo amore? Sono le sei. Stasera ha il turno in catena. Arriva per mezzanotte.
Non risponde, si ferma sulla porta a pensare.
” Se non può non c’è problema!”
Le parole le escono da sole. Non vorrebbe dire di si. Non dovrebbe dire di si. Una signora non fa quelle cose. Una signora non esce con altri uomini. Nemmeno per un aperitivo. Lei ha il suo amore. E lei ama solo lui. E lei deve portare rispetto solo a lui.
” certo che posso”
M. le parla con calma. Non le toglie gli occhi di dosso un secondo. Le parla guardandola negli occhi. E quando non parla le guarda il seno. Ma lei lascia fare. Perché ha bevuto un Americano ed è a stomaco vuoto. Si sente leggera, pensa al suo amore ma non ha più paura. M. è sicuro, spigliato. Parla bene. Mangia qualche tartina e sorseggia il suo drink. Ogni tanto sorride, sempre aggraziato e sempre educato. Lei ha il bicchiere vuoto. Lui le chiede se vuole un altro drink. Lei sa benissimo che dovrebbe rispondere di no. Lei sa benissimo che non deve bere ancora. Ma lui le si avvicina, e le accarezza la testa. Dolcemente. Si allontana e torna con altri due bicchieri pieni. Uno per sé ed uno per lei. La tocca di nuovo. A lei piace. Sorride nervosa, ma le piace da impazzire. Le mani di lui sembrano bollenti, enormi. E poi il suo profumo. Ora è accanto a lei, e le tocca un ginocchio. E poi la gamba. Educato e dolce. Lei sente il fuoco. Beve di nuovo. Non capisce più nulla. Non capisce cosa succede. Lui le si avvicina e le da un bacio sulla guancia. E si ferma li, con le labbra vicinissime alla sua guancia. Cosa dirà il suo amore? Cosa penserà il suo amore? Mentre pensa e mentre sente la testa alleggeririsi sempre di più, lui le avvicina le labbra alle sue. E le da un bacio leggero. Li c’è gente. Qualcuno potrebbe vederla. Trasale. Lo guarda e gli dice di andare via. Lui la prende sotto braccio e la porta nel bagno. Si chiudono dentro. E la bacia con furia. Lei ansima. Lei non capisce più nulla. Lei è in balia di quell’uomo di cui sa solo il nome. Ma che la sta facendo morire. Morire di piacere e morire di paura. Ma non riesce a fermarlo. Non vuole fermarlo. Le strizza i seni grossi, le alza il vestito. La mano sul sesso di lei. Un dito è subito dentro. Lei lo stoppa, lei urla di no. Lui capisce che è presto, che non lo può fare. Lei ora ha paura, non vuole fermarsi, non vuole che la cosa finisca. Ed allora gli slaccia i pantaloni. Con sorpresa di lui. Sono almeno 6 anni che non fa una cosa del genere. Sono almeno sei anni che al suo amore non lo prende né in bocca né in mano. E non ha mai visto un membro diverso. Rimane sorpresa, non è diverso dall’altro. Ma non ci sono peli, e non puzza. Lo prende in bocca. E si muove avanti ed indietro e accompagna con la mano il movimento. M. è perplesso. Non ha mai visto una roba del genere. Non gli hanno mai fatto un pompino così. Prova dolore. I denti di lei gli danno fastidio. Non può dirglielo, ma glielo toglie di bocca. Le dice di fare più piano. Lei capisce che qualcosa non va. Ed allora va avanti solo con la mano. A lui non dispiace. E dopo non molto schizza abbondante e finisce tutto sul vestito di lei. Che disastro. Lui è imbarazzato. Gli sembra di essere tornato al liceo. Lei non sa che fare. Lui la bacia. Con la lingua. A lei piace. Ma pensa al suo amore ed al suo vestito macchiato. Si ricompongono. Escono dal bagno e lui le lascia un biglietto con il numero di telefono. Lei se ne va veloce senza guardarlo in faccia. Senza salutarlo. Il biglietto però ce l’ha in mano.
Tutta la strada per casa la passa piangendo. Si sente una puttana. Si sente sporca e traditrice. L’alcol che ha in corpo sta svanendo. E più torna alla realtà e più si sente sporca ed in colpa.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…