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SARA NELLE MANI DI…

By 23 Gennaio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Sara Nelle mani di …
Personaggi:
Sara, la moglie.
Fulvio il marito.
Biko ingegnere africano Responsabile sicurezza cantiere dove Fulvio ha trovato lavoro (seduce Sara)
Amina, amica e amante di Biko. Si vendica di Sara che è stata scopata da Biko.
Roberto, imprenditore, che rileva il prestito dei due coniugi su richiesta di Amina.

CAPITOLO 1
Sara una ragazza interessante fisico mediterraneo, sposata di 28 anni. Senza figli. Una vita sessuale normale.
Non una pin up. Ma comunque si cura abbastanza, quello che attira di piu’ di lei è il culetto delizioso ed un sorriso smagliante su un viso interessante, con delle belle labbra. Una cascata di capelli neri ondulati.
Sara lavora part time, il resto del tempo si occupa della casa e del suo compagno. Lui vorrebbe vederla giocare ogni tanto con lui in modo piu’ estroverso. Sara le piace succhiare, fa dei pompini sublimi, le piace essere scopata, solo un po’ di ritrosia nei rapporti anali. Si lamenta sempre ogni volta che il compagno le chiede di prenderla dal lato B.
Un lato B delizioso, che si direbbe: ‘gli manca solo la parola’.
Pero’ la vita gioca brutti scherzi. Il licenziamento del suo Compagno Fulvio, li mette in difficoltà, devono pagare il mutuo. E con solo il suo stipendio di un lavoro part time e dovendo mangiare non ce la possono fare.
Fulvio cerca vari lavori, senza successo. Accetta dei lavori in nero, non importa pur di sbarcare il lunario. E si impegna tantissimo.
Alla fine trova lavoro presso una ditta di costruzioni. Il responsabile della sicurezza è un ingegnere Nigeriano, il quale entra subito in simpatia con Fulvio, perchè quest’ultimo si impegna tantissimo nel lavoro.
Una volta che sono in pausa Sara passa in cantiere per portare da mangiare a Fulvio, il quale si era dimenticato nella fretta e il timore di essere in ritardo il paniere con il suo pranzo.
Sara entrando in cantiere viene fermata dalla sicurezza e le chiedono cosa desidera, spiega che ha portato il pranzo al suo compagno. Allora l’ingegnere responsabile della sicurezza che stava uscendo per andare alla mensa si ferma e le dice che l’accompagna lui da Fulvio.
L’ingegnere si chiama Biko è di origine Camerounense, e non ha molti amici eccetto quelli della comunità africana, dice che c’è molta diffidenza nei loro confronti. Pero’ gli piace lavorare qui. E poi è fortunato il 70 % degli addetti alla sicurezza sono africani, quindi non è troppo spaesato anche se la maggior parte sono Nigeriani.
Biko l’accompagna quindi al’interno del cantiere, Sara indossa un minigonna in jeans e una maglietta senza maniche nera. Insomma una giovane donna piacevole da guardare e ovviamente i vari operai presenti alzano gli occhi al suo passaggio, sono tutti in pausa chi sta ancora mangiando chi prende il caffè da un thermos. Arrivano ad una sala e Biko chiama Fulvio, che vede Sara e ne è scombussolato non pensa che gli ha portato il pranzo…
Appena vicino dice: Ingegnere? Cosa è successo?
Biko: Ciao Fulvio ho accompagnato la tua bella consorte, vedi che è brava ti ha portato il pranzo.
Fulvio: Ohh Sara grazie ero in imbarazzo… Grazie
Sara: di niente amore, ecco qui puoi mangiare io ritorno a casa.
Biko le dice: senti fermati un po’ fai compagnia a Fulvio tranquilla. Ti vengo a riaccompagnare all’uscita fra mezz’ora.
Fulvio: grazie ingegnere lei è molto gentile.
Sara e Fulvio stanno un po’ assieme mentre lui consuma il pasto e parlando dice Sara il tuo ingegnere è stato gentile, potremmo invitarlo a cena, che ne dici?
Fulvio: si certo, ma non so se accetterà sarebbe imbarazzante per me se rifiutasse e pensasse che voglio fare il leccaculo.
Sara: lo invito io allora…
Dopo mezz’ora quando Biko torno’ per scortare Sara all’uscita del Cantiere, Sara lo ringrazio’ nuovamente della sua gentilezza e gli disse che voleva invitarlo a cena, per ringraziarlo della sua squisita cortesia. Biko accetto’.
Quella sera, Fulvio appena arrivato a casa, venne a sapere che Sara aveva invitato veramente l’ingegnere, ne fu un po’ seccato era stanco. Ma fece finta di nulla.
Alle 20,00 Biko arrivo’ tutto era pronto per essere portato in tavola.
Fatto accomodare in salotto da Fulvio che gli offri un aperitivo, intanto si misero a parlare, Fulvio manteneva sempre un certo rispetto formale, invece Sara gli dava del tu. Questo già pareva assai strano come se Fulvio fosse un po’ piu’ estraneo in casa sua.
Tutto si svolse tranquillamente la cena fini’ e Biko se ne ando’ ancora abbastanza presto. Erano le 22,30 quindi un orario accettabile. Fulvio voleva veramente dormire l’indomani sarebbe stata una giornata faticosa.
A letto Sara fu affettuosa con Fulvio, si struscio’ su di lui poi lo prese in mano e lo senti’ indurirsi, allora passo’ sotto la coperta e lo prese in bocca. Dopo un po’ si mise a cavalcioni, e se lo infilo’ nella passera bagnata.
Fulvio si lascio’ fare fino raggiungere l’orgasmo, anche Sara godette. Poi restarono abbracciati facendosi un po’ di coccole.
Fulvio le disse: è la prima volta che prendi l’iniziativa. Mi ha fatto piacere. Cosa ti ha scatenato’?
Sara: Non lo so’. Mi sentivo eccitata.
Ah beh spero di ritrovarti eccitata tante volte.
Chissà. dice ammiccante lei.
CAPITOLO 2.
Il tempo trascorre, e Biko viene invitato piu’ volte da Sara a casa loro. E Sara è attratta da questo ingegnere africano, è simpatico, sa parlare ha una buona cultura. Insomma è affascinante ed esotico agli occhi di Sara.
Forse lo desiderava a livello inconscio, forse in realtà era solo una fantasia, ma una sera tutto precipito’. Aveva invitato Biko, ma aveva scordato che Fulvio aveva la partita di calcetto con gli amici. Fulvio rientro’, si ando’ a prendere la borsa e scappo’ dandole un bacio sulla guancia. Sara gli chiese:
Dove vai?
Vado alla partita di calcetto con i ragazzi, sai era organizzata da 15 giorni.
Sara non sa perchè ma stava per dirgli non andare abbiamo a cena Biko ma non disse nulla, il perchè una volta uscito non se lo spiegava. Cosa avrebbe detto Fulvio sapendo che aveva fatto quell’invito cosi senza preavvisarlo?
Il suo inconscio forse stava già agendo in modo per ingannare Fulvio scaccio’ questi pensieri. SI disse ovviamente non ricordavo la partita. E’ solo un caso.
Ore 20,00 Biko suona puntuale, sempre una bottiglia di vino da offrire come fanno i gentiluomini. Biko si sorprende che non c’è Fulvio, e chiede spiegazioni. Sara risponde che si era scordata della partita di calcio quando lo aveva invitato. Allora Biko le dice che forse sarebbe preferibile se ne andasse visto che lei è sola in casa.
Ma Sara insiste che rimanga, che ha cucinato molto e quindi sarebbe un peccato non cenare e oramai è andata cosi.
Sara fa accomodare Biko in salotto, e inizia a servire. SI intrattengono gentilmente e Biko è un po’ teso trovarsi in casa della moglie di un sottoposto, ha qualche remora, ma poi piano piano si rilassano, un paio di bicchieri di vino, e poi un amaro per digerire, anche Sara ha bevuto piu’ del solito, è allegra, fa la stupidina facendo battutine.
Poi prende Una mano di Biko mentre gli parla seduti sul divano e poi… non si sa come si avvicina e gli da un bacio sulle labbra casto, ma abbastanza imprudente, Biko considera questo un segnale la donna cerca un maschio. Le da un bacio forzando le sue labbra, Sara fa una lieve resistenza, la sua mano sale sulla coscia, e arriva al pizzo delle mutandine.
No, non possiamo scusa…
Come non possiamo, dice Biko. Mi tieni la mano mi dai un bacio sulle labbra. Questa è una evidente provocazione e adesso mi dici di no’?
Che gioco stai facendo?
No io scusa, non devo, sono sposata.
Scusa è colpa mia. Pero’ la mano di Biko è sull’inguine di lei, e lei non sta facendo nulla per toglierla solo a parole dice di no.
Biko scosta la mutandina e abbarezza’ la fica di Sara. Ed è bagnata.
Le dice, dici di no, ma sei bagnata.
Da quanto non scopi?
Ohhh Sara sente le dita che la accarezzano le toccano il clitoride, ci giocano e si lascia andare, sta partendo non capisce piu’ nulla.
Biko allora procede, la solleva, la spoglia, continuando ad accarezzarla, solo brevi stacchi per togliere prima la camicetta, poi la riaccarezza, e la bacia, poi le toglie la gonna, la riaccarezza tenendola eccitata, le toglie il reggiseno, e le bacia i capezzoli, poi le abbassa le mutandine, e le getta. Sara sente un fuoco dentro di se, ha voglia del maschio. Lui le bacia il collo poi scende e la bacia sul ventre, le lecca la vulva, la accarezza, e poi la stende sul divano.
Si appoggia e la penetra, la penetra lentamente facendole assaporare la sua verga, lunga e grossa piu’ di quella di Fulvio e Sara la accoglie è talmente bagnata che entra dentro di lei fino in fondo.
Fino in fondo, ma poi si ferma. Esce e resta con la cappella appena inserita prima di affondare fino a toccare la cervice della sua figa. Sara non ce la fa piu’.
Grida il suo piacere ogni volta chelui affonda, non sa piu’ dove si trova solo il suo piacere conta.
Biko la sente fremere, allora si ferma, la fa aspettare lei si agita cerca di andare incontro al cazzo che brama, ma lui si ritrae le tiene solo la punta sulla fica, appena dentro, ma senza affondare la fa soffrire e spasimare di attesa poi d’un botto affonda. E lei urla.
Siiii, daiiii sbattimi.
Ma Biko gioca con lei, la vuole rendere schiava del desiderio. Allora si ferma. Sara non ce la fa piu’, impazzisce desidera godere, e allora cerca nuovamente di andargli incontro.
Ma lui le impedisce di affondare, si ritrae gioca come il gatto con il topo. Lui decide, lei subisce.

Allora lei gli chiede Perchè? Perchè?

Supplicami di scoparti come una troia, come la puttana che sei.
Sara, per un attimo cerca di resistere, e gli dice dai su sbattimi.
Supplicami, replica Biko
Siii ti supplico. Ti supplico sbattimi scopami come la troia e puttana che sono ti pregoooooo.
Allora Biko affonda e la apre, portandola al godimento le mette le gambe sopra le sue spalle e lui in ginocchio davanti al divano, la sbatte la fa urlare e gemere di piacere. Lei gode gode, fino a restare svonvolta di piacere. Lui sta per godere ma lei oramai è disfatta, esce e le sborra sul corpo, dal ventre alle al viso, una lunga scia di sborra la imbratta.
Poi prende il telefonino e le appoggia il membro barzotto al viso lo struscia sporcandola di liquido seminale e di ciprigno di cui è bagnato anche lui visto il godimento che ha avuto Sara. E le fa delle fote, dove si vedeil volto di lei sporco di sborra, e il cazzo nero sul viso vicino alle labbra, con lei a occhi chiusi e un espressione di estasi sul volto.
Poi le fotografa la fica aperta da sotto inquadrando anche il viso…
Non lo si vede bene ma lei si riconoscerebbe.
Poi si veste e se ne va… lasciandola cosi. Sfatta sul divano.
Sara dopo un po’ si riprende, si rende conto di essere sola, ha freddo, un po’ si rende conto di quello che è successo del piacere provato vorrebbe piangere, hatradito per la prima volta il suo uomo.

Si scuote, deve sistemare casa prima che rientri. Che ore sono? Dio mio sono le 23,20 cosa faccio mi devo sbrigare e corre in cucina mette tutto nella lavastoviglie, sistema la roba in frigo e in forno quello che è avanzato. Corre in bagno butta tutto nella lavatrice. Poi si lava deve togliersi l’odore di sesso che ha addosso.
Alla fine mezzanotte e 10 si ce l’ho fatta pensa si corica… sente verso l’una che rientra Fulvio. Finge di dormire.

Lui si corica sicuramente stanco. E si addormenta subito, mentrelei non riesce piu’ a dormire, sensi di colpa, preoccupazione pensieri sul piacere provato. Non deve piu’ succedere si dice… ma non dorme e non sa cosa farà domani se lo rivede si chiede se resisterà.
Solo dopo molto tempo si addormenta saranno state le 4.00 forse olte… crolla la stanchezza ha avuto il sopravvento.
CAPITOLO 3.
Tutto il fine settimana Sara aveva sensi di colpa e anche un forte senso di frustrazione, desiderava riprovare le intense sensazioni, il senso di colpa nei confronti del marito, le fece di concedersi a lui in modo piu’ disponibile sperando di rompere questo desiderio che aveva, ma il rapporto non fu abbastanza intenso, per godere dovette pensare a Biko e a come l’aveva fatta sua.
Il lunedi mattina preparo’ la colazione a Fulvio e la borsa con il pranzo, ma dimentico’ di proposito’ il pranzo per avere una scusa, le serviva assolutamente una scusa per rivedere Biko.
Alle 11,30, parti’ da casa con una borsa con il pranzo per Fulvio. Arrivata al cantiere, chiede dell’ingegnere, e resta li in attesa lui si fa aspettare. Poi lo vede, ma non arriva dal cantiere arriva da fuori, chissà dove è andato, e non è solo è accompagnato da una donna di colore, una mulatta, di una bellezza sconvolgente, sembra quasi Naomi Campbell.
Bella color nero chiaro, una cascata di capelli lunghi neri lisci, un viso dai lineamenti delicati, due labbra rosse belle da baciare, Sara ammise dentro di se che quella donna era splendida. E si senti invadere dalla gelosia, chissà chi era e quali erano i suoi rapporti con Biko.
Appena lui fu vicino, lei non sapeva come comportarsi vista la presenza della donna allora uso un atteggiamento formale, dicendo:
Buongiorno Biko, mi scusi volevo chiedere una gentilezza, ho scordato di dare il pranzo a mio marito e volevo chiedere se potevo entrare in cantiere, per portarglielo.
Biko sorrise, e disse: si certo, ah scusa Amina ti presento Sara la moglie di uno dei nostri operai. Amina , Sara.
Molto lieta signora disse Sara.
Altrettanto , rispose Amina senza troppo calore.
Poi diede un bacio a fior di labbra a Biko… e si allontano’ dicendogli, ricordati stasera ti aspetto… non tardare.
Sara sentiva di essere gelosa di quella donna, come poteva competere? Era bellissima, elegante, sicura di se. E quale rapporto con Biko, fino a che punto erano intimi? Ma non oso’ dire nulla.
Biko le fece indossare un casco ed entrarono assieme in cantiere.
Incontrarono Fulvio Sara lo bacio’ e gli diede il suo cestino con il pranzo. E poi scortata da Biko si allontano’.
Lui pero’ devio’ e presala per mano la porto’ in un magazzino di attrezzi semivuoto. Li la prese per i fianchi e le disse:
sei una troietta, tu vuoi solo scopare e se venuta qui con la scusa del pranzo per farti sbattere.
No io, no veramente vorrei chiarire, sai … ieri è stato … non so … non volevo. Abbiamo sbagliato. Non deve piu’ succedere.
Pero’ nel frattempo le mani di Biko la spogliavano, e lei non si opponeva, le sue carezze arrivavano sul suo inguine e lei diceva ma no, ma allargava le cosce agevolandolo.
Lui senti’ il suo sesso attraverso il tessuto delle mutandine bagnato, era zuppa e desiderosa, il suo respiro era affannato, dovuto all’eccitazione.
Biko la denudo’ nella parte inferiore, le tolse la gonna e le sfilo’ il collant e le mutandine senza trovare resistenza.
Sara è oramai solo preda del desiderio di godere, di riprovare le sensazioni di qualche giorno prima, e Biko la fa girare e appoggiare alla parete, le fa inarcare la schiena e porgere le chiappe, la tocca con la mano tra le gambe che lei apre maggiormente gemendo.
Biko afferra la sua verga e piano la fa entrare fino in fondo a quella guaina bollente. Un gemito sfugge a Sara sentendosi riempita, e gli dice siiii ti prego scopami caro, ohhh siii.
Ma Biko procede lentamente vuole farla impazzire e come l’altra volta la vuole desiderosa di prenderne di piu’. Si sfila e resta appoggiato solo all’ingresso della figa.
Sara cerca di indietreggiare incontro al cazzo lo vuole tutto.
Biko arretra. Lei allora lo supplica.
Ti pregooo, ti pregooo scopami.
Solo a quel punto Biko la stantuffa con affondi potenti, gli è bastata la supplica e poi non vuole nemmeno perdere troppo tempo sono comunque sul posto di lavoro in una pausa pranzo. Non hanno molto tempo.
E allora si muove rapidamente. Fino a quando sente che lei gode, e si lamenta, mordendosi le labbra per non urlare il suo piacere. Biko esce la fa girare inginocchiare e le dice . Succhiami troia, e bevi tutto.
Sara obbedisce prende quel cazzo molto piu’ grosso del marito in bocca e se lo succhia con voracità. Fino a sentire che viene in copiosi getti dentro la sua bocca.
Lecca e ingoia tutto lo lascia solo dopo che è perfettamente ripulito. Solo allora vede Biko con il telefonino che la filma.
Sara gli dice perchè filmarmi ti prego, cancellalo.
No dice, questa è la mia garanzia.
Ora rivestiti troia che non abbiamo tempo. Qui si deve lavorare.
Sara umiliata si veste e Biko la riaccompagna verso l’uscita del cantiere.
CAPITOLO 4. AMINA
Biko quella sera si presenta da Amina con la quale ha appuntamento, sale la cena è già pronta, cenano parlano del piu’ e del meno, poi dopo cena si coricano, Biko saltuariamente passa la notte da Amina, lei lo vorrebbe come suo uomo, ma a lui interessa solo divertirsi.
Fanno l’amore, con calma. Poi lui le dice che va a farsi una doccia. Amina ne approfitta, vuole capire se c’èqualche altra. Cerca e trova il numero di Sara moglie di Fulivio. Bene la Sara di oggi forse. Perchè scrivere che è la moglie di Fulvio?
Poi va nella galleria ehh ma che belle foto di questa troia che si fa sbattere dal suo Biko. Le scarica e copia sul suo p.c. poi rimette il telefonino a posto sul comodino.

Amina durante la mattinata chiamo’ un suo amico le diede indicazioni e gli chiese di investigare per sapere chi fosse questa Sara. E anche informazioni sul marito.
Roberto S. l’investigatore privato al quale si rivolse fece qualche ricerca e inoltro’ il suo rapporto alla sera non vi era molto da sapere. Una coppia di sposini lei disoccupata non aveva lavoro da sei mesi licenziati entrambi dalla stessa ditta, che era fallita. Il marino aveva trovato lavoro come manovale in una ditta edile, e lei era a casa un mutuo da pagare dell’appartamento e nulla di rilevante nella loro vita.
Le solite persone normali, con i problemi di tutti.
La situazione non muto’ per qualche settimana, Biko ogni tanto la vedeva e lei voleva vederlo, era una droga per lei fare sesso con Biko.
E a Biko piacevano queste casalinghe frustrate che avevano tanto bisogno di cazzo.
Vedeva anche Amina, e lei controllava il suo telefono e acquisiva materiale sulle scopate di Biko e Sara, che lui immancabilmente si registrava.
Nel frattempo Amina che aveva un buon giro di amicizie riusci’ tramite l’investigatore ad avere un colloquio con l’impresario dove lavorava Biko e Fulvio il marito di Sara.
Lo sedusse, offrendogli una ragazza molto carina e disponibile che lei controllava, lei aveva un bel localino un bar ma dove si potevano incontrare delle ragazze disponibili, un bar che funzionava molto bene aiutata dall’investigatore che aveva molti contatti in vari settori.
Cosi lo convinse a farle un piccolo favore non rinnovare il contratto di lavoro del maritino di Sara alla scadenza.
E poi lui ne avrebbe tratto vantaggio comunque lei gli avrebbe offerto tutte le ragazze che voleva.
Cosi fu un paio di mesi dopo il marito di Sara si ritrovo’ con la fine del contratto senza possibilità di rinnovo, gli dissero che il cantiere oramai aveva necessità solo di personale qualificato e non di manovali. Per loro fu una catastrofe.
Come risolvere i loro problemi come pagare il mutuo?
Allora come capita spesso, l’ingegnere Biko che parlando della situazione dei suoi amici con Amina perchè a parte le scopate extra ad Amina raccontava tutto, questa si offri di aiutare questa coppia. Disse a Biko presentameli o mandali da me, che vedo di trovare loro una sistemazione se lui sa fare l’impiegato magari gli trovo un lavoro. E Biko organizzo’ un appuntamento tra i due e la sua amica Amina.
Amina li ricevette, insieme si fece consegnare il curriculum vitae, e poi disse scusate vi faccio fare dei colloqui separati, cosi facciamo prima. Senta Fulvio lei vada con il mio collega. Un ragazzo alto indiano forse non si capiva bene l’etnia, lo fece passare in un ufficio attiguo, dove poterono discorrere delle sue competenze ecc. Lasciandogli sperare che si poteva risolvere la sua situazione a breve.
Nel frattempo Amina lascio’ Sara parlare e poi le chiese se con suo marito aveva rapporti sessuali regolari. Sara resto’ a bocca aperta, che domanda era, non si osava rispondere a tono, ma cerco’ di destreggiarsi dicendo sa sono cose intime signora forse non è un argomento adatto ad un posto di lavoro.
Certo disse Amina: dipende dal tipo di lavoro, ovviamente. Per far la troia non serve nemmeno parlare è sufficiente prenderlo in bocca e aprire le gambe no?
Ma… ma … come non capisco. Replico’ Sara imbarazzata.
E allora Amina le mise sotto gli occhi una serie di foto del suo volto con un cazzo nero vicino, un cazzo nero in bocca.
Bene mia cara allora? Di cosa parlavamo?
Tu ti sei fatta il mio uomo e pare ti sia piaciuto a quanto vedo, allora adesso tu ti metti a mia disposizione o io metto tutte queste foto affisse in giro per il tuo quartiere le mando ai tuoi amici ai tuoi famigliari e le pubblico su tutti i social che ci sono in giro e dove sei iscritta.
Sara era senza parole senza fiato. Non sapeva cosa dire.
A meno che…
Sara comprese voleva qualcosa, la stava ricattando ma cosa poteva volere da lei? Vendicarsi solo per aver fatto sesso con Biko?
A meno che… ripetè speranzosa Sara.
A meno che mia cara tu non ti metta a mia disposizione. Vedi un mio amico, un caro amico ha rilevato il vostro mutuo. Lo ha comperato, puo’ farlo, puo’ bloccarlo, tenerlo fermo insomma puo’ fare molto, ma deve essere ricambiato e lo deve essere perchè una certa persona deve dimostrarsi docile, servizievole e molto disponibile con il mio amico ed eventualmente con me o con chi diro’ io.
Per Sara non vi erano molte vie di scampo. O accettava l’odioso ricatto o suo marito scopriva tutto e non solo sarebbe stata sputtanata anche in giro che era sgualdrina.
Sara chiese e per il mutuo e per lavorare e guadagnare un lavoro per mio marito ci sarà? Se io sono disponibilie?
Ma certo cara. Tutto si risolverà come per incanto…
Sara disse: allora accetto signora.
CAPITOLO 5. L’inizio della sottomissione
Per Fulvio vi furono numerosi colloqui organizzati da Amina ma per farlo girare un po’. Nel frattempo Sara veniva assunta come addetta alle pulizie nella ditta di Amina nel suo club.
In realtà era a disposizione di Amina.
Già l’indomani si presento’ puntuale, Amina le fisso’ un appuntamento dall’estetista, depilazione intima gambe, ascelle.
Venne a presentarsi dopo che aveva fatto tutto, Amina la fece spogliare dicendole che doveva abituarsi a farlo spesso e senza esitare ogni volta che lo ordinava.
Le fece imparare a stare ferma immobile in piedi mani dietro la nuca in stato di presentazione per ispezione, in ginocchio cosce divaricate per ascoltare le sue istruzioni, seguirla carponi, e ogni tanto le dava una pacca sul culo per farla muovere piu’ in fretta.
Tutto cio’ era estremamente umiliante per la giovane donna ma era sotto ricatto e non aveva scelta.
Dopo qualche ora, le disse che quella sera vi sarebbe stata una piccola festicciola per il suo ingresso nella società, la sua società. E doveva avvisare casa che la Signora aveva richiesto degli straordinari e le offriva di passare la notte da lei visto che avrebbe fatto tardi.
Amina le mise un collare da cane, le aggancio’ un guinzaglio e se la porto’ con se’. La fece salire nel suo suv. Partirono. La porto’ in una casa di campagna, una casa ristrutturata, molto bella con ampio cortile, dove venne fatta scendere e condotta sempre al guinzaglio all’interno, una sala e poi uscirono sul retro una veranda una piscina e li un ‘uomo di circa 60 anni, brizzolato, leggermente sovrappeso, seduto su una sdraio con una bibita che sorseggiava.
Amina: Buonasera Signor Roberto, le ho portato la nuova cagna.
L’uomo si alzo’, la osservava interessato, fece un cenno con la mano e allora Amina ordino’ a Sara di spogliarsi, non ci volle molto aveva solo un vestitino leggero che si apriva davanti e sotto null’altro.
Amina le ordino’ di mettersi in posizione di ispezione 1, in piedi gambe larghe mani dietro la testa.
L’uomo le giro’ attorno osservando il corpo pieno si soffermo’ dietro le tocco’ le natiche sode e rotonde, le soppeso’ le premette, insomma era parecchio interessato al suo posteriore. Sara si sentiva un po’ come un animale messo al mercato, passato davanti le passo’ una mano sul taglio della figa, era umida, non troppo ma comunque la donna era calda, sarebbe stato sufficiente poco per stimolarla, le tocco’ i seni che non erano eccezzionali, non molto sodi, nemmeno particolarmente grandi, nulla di eccezionale, il resto andava bene.
Fece un cenno ad Amina, che gli si avvicino’, mai rivolse la parola a Sara, e chiese come se lei non ci fosse;
è stata informata di cosa le si chiede? Il marito è informato ?
Lei èstata informata, il marito è all’oscuro di tutto.
Addestratela. Fu la laconica risposta dell’uomo.
Amina si rivolse allora a Sara, stasera sarà il tuo esordio, ora per iniziare vai dal padrone a 4 zampe aprigli la patta tira fuori il cazzo e succhialo.
Sara obbediente si inginocchio’ e si avvicino’ cercava di essere sensuale nel muoversi a quattro zampe affinchè avessero capito che intendeva collaborare.
Davanti a lui che si era seduto apri’ la patta dei pantaloni, estrasse il membro ne grande ne piccolo, nemmeno eccitato, e se lo mise in bocca, voleva farlo crescere. Pero’ non era cosi semplice, l’uomo pareva non avesse nemmeno voglia. Per Sara era un punto d’onore, era sempre stata considerata brava a fare pompini, almeno i suoi amichetti che aveva avuto non si erano mai lamentati.
Dopo un po’ comincio’ a sentire che si ingrossava, non aveva una potente erezione, ma alla fine godette nella sua bocca, nulla di eccezzionale, non una sborrata copiosa, anzi pareva avesse fatto fatica a farla, era troppo liquida, o aveva già goduto in precedenza… non sapeva che pensare.
Amina: Signore ne è soddisfatto?
Roberto: Si ci sa fare con la bocca. Andate pure alla presentazione
Sara dovette reindossare il vestitino e sempre tenuta al guinzaglio da Amina uscirono.
Si recarono in un capannone a una decina di chilometri da li. Scesero, e sempre guidata da Amina entrarono dopo aver bussato ad una porta laterale, vi erano vari macchinari edili nel cortile camion e diverse vetture di vario genere, nulla di particolarmente lussuoso. Il cancello di accesso era stato aperto con il telecomando da Amina. Ma alla porta vi era un uomo di colore, molto alto e palestrato. Che si mostro’ rispettoso verso Amina, mentre non degno’ di uno sguardo Sara.
Amina prosegui’ e dietro una tenda una grande sala, al centro una serie di materassi, delle sedie qualche branda, un mobile dove venivano tenute bevande, e una decina di uomini nord’africani e africani.
Amina arrivo’ al centro, e disse:
Buona sera cari amici, ho qui un esemplare di femmina italica, 28 anni sposata, carina come potete vedere, che fa il suo debutto nella mia compagnia. Sarete voi a svezzarla. E chi sarà il primo?
Rise avanti chi fa un’offerta per essere il primo.
Un tizio alzo’ il braccio e disse 10 euro.
Amina osservo’ l’uomo poi si volto’ e schicco’ le dita, e disse: spogliati troia.
Sara obbediente si tolse il vestito.
Amina: allora cosa si offre per essere il primo guardate questo bocconcino, non molti l’hanno scopata forse uno o due amichetti e il marito. Carne fresca. Su.
Un altro chiese: Ma è vergine?
Amina: Si nelle orecchie.
Un terzo. Ma il culo è vergine?
Amina: no nemmeno il culo, ma vi posso dire che non è stato usato molto, anzi come si direbbe mezza vergine di culo.
Allora intevenne uno: offro 35 euro per essere il primo nel culo.
Io 40
Io 50.
Una voce in fondo disse: 100 euro per il culo. Nessuno rilancio’.
Amina: acclamo’ aggiudicato 100 euro per il culo … si faccia avanti colui che se l’è aggiudicata.
L’uomo si fece avanti, Sara lo guardo’ non era eccezzionale si robusto, non grasso, non grande braccia lunghe, mani enormi.
Prese il portafoglio e diede 100 euro ad Amina.
La quale consegno’ il guinzaglio all’uomo.
Sara tremava: Signora, io non ho frequenti rapporti anali.
Amina la guardava sorridendo ironicamente. Bene allora saro’ buona, nei 100 euro conteggiamo anche un lubrificante. E diede un tubetto di lubrificante all’uomo che lo prese e dato uno strattone al guinzaglio si fece seguire da Sara la fece inginocchiare sul materasso.
E la posiziono’ come meglio desiderava offerta con le chiappe ben alzate cosce aperte, si vedeva benissimo la fica ed il buco del culo.
L’uomo inizio ad accarezzarle la fica per eccitarla, poi le spruzzo’ un po’ di lubrificante sulla rosetta dell’ano, e inizio’ ad accarezzarla, non aveva fretta, stava facendo tutto con calma.
Le accarezzo’ il culo, infilo’ un dito, poi un’altro, e procedeva piano piano, cospargeva intorno all’ano e dentro ad esso del gel.
Dopo un po’ di questi massaggi il culo di Sara era rilassato e aperto, l’uomo era stato gentile nel suo tocco e le sue dita erano belle grosse. Si apri i pantaloni aveva un membro notevole ma Sara non lo vedeva era in ginocchio in attesa. Lui lo appoggio’ allo sfintere rilassato di Sara, e spinse lentamente, Sara senti aprirsi il culo, gemette ma era dentro con la cappella.
Ti prego, ti supplico piano. Piano. L’uomo era lento e metodico entrava lentamente, usciva per far abituare lo sfintere alla sua dimensione e dopo diversi minuti fu dentro di lei fino all’inguine. Sara lo campi’ perchè il suo ventre era appoggiato su di lei.era tutto dentro e si sentiva piena.
Appena si rese conto che la donna si rilassava riprendeva a muoversi adesso lentamente indietro, proseguirono in questo gioco estenuante di avanti e indietro lentissimo fino al momento in cui fu sicuro che la donna lo accoglieva bene. E poi si scateno’ inizio’ a darle dei colpi piu’ decisi, che la facevano sobbalzare, ma ora Sara era eccitata, e andava incontro al maschio.
E dopo circa un’altra ventina di minuti lui si scarico’ nel suo intestino, inondandolo lei venne con un rantolo.
A quel punto gli altri , offrirono una decina di euro cadauno per montarla.
E fu una baraonda, Si presentarono maschi che lo mettevano in bocca altri nelle fica, e poi passavano al culo oramai aperto.
La presero in tre uno sotto con lei sopra nella fica uno nel culo e un’altro lo succhiava.
Ora era coperta di sborra, sui capelli, sul viso, sulle tette sulle natiche. Oltre che dentro i suoi orifizi. Dopo circa due ore non ne potevano piu’ e lei era distrutta. Amina la fece portare dal guardiano e mettee sul sedile posteriore dopo aver messo un telo per non sporcare i sedili. E se ne rientrarono a casa di Amina.
La sua iniziazione a troia disponibile per ogni tipo di cazzo era iniziata.
CAPITOLO 6. Rientro a casa.
Sara venne lasciata rientrare a casa in fondo era stata fuori poco piu’ di 48 ore, non sapeva cosa spiegare a suo marito anche se aveva avvisato che stava fuori, ma come affrontare la vita con lui. Vero non avrebbero avuto problemi di soldi, ma di sicuro lei ora in realtà faceva la puttana e sarebbe stata pagata per fare la puttana. Era inutile girarci attorno, questa era la realtà.
Amina aveva detto che se era obbediente avrebbero dato un lavoro a suo marito, certo anche questo era un bene, ma con lui come avrebbe fatto, quello che la turbava è che alla fine aveva goduto di tutte quelle porcate, e piu’ ne faceva piu’ godeva e non sapeva dove si sarebbe fermata. Ora che rientrando poteva analizzare non sapeva bene come poteva vivere la sua vita con il marito nella menzogna. Lo aveva tradito con Biko un suo superiore nel lavoro e le era piaciuto. Ora era diventata una puttana sbattuta da piu’ uomini che l’avevano presa in tutti i modi. E sentiva che oramai non sarebbe piu’ stata capace di una sessualità fatta solo con il suo uomo, aveva ora necessità di queste trasgressioni. Lo sentiva e ne aveva anche un forte senso di colpa, un senso di colpa legato al fatto che la cosa le piaceva e contemporaneamente lo viveva come un tradimento verso il marito. Doveva superare questa cosa.
Arrivata a casa, suo marito era ancora a letto, forse frustrato da questo periodo di assenza di lavoro. Era già alto il sole, lei si spoglio’, poi si avvicino’ al letto, povero caro penso’, io a farmi sbattere e lui in solitudine. Nuda si infilo’ nel letto, doveva concedere qualcosa al suo uomo, e allora, si infilo’ sotto le coperte, lui dormiva ma non profondamente lei prese il suo sesso eretto in bocca, sentendo un leggero gusto acre di urina, l’erezione del mattino era sempre stata forte nel suo uomo inizio’ a leccarlo come non lo aveva mai fatto prima. Lo leccava e lo imboccava, scendeva lungo l’asta con tutta la bocca facendolo entrare tutto, schiacciando il naso sul suo ventre.
Fulvio sentendosi avvolgere da questo meraviglioso calore, non si mosse lascio’ fare gustandosi il momento, gli era sempre piaciuto quando la sua Sara lo prendeva in bocca, anche se non lo faceva troppo spesso ma questa volta lo stava facendo con una passione sconosciuta.
Si sentiva preso e risucchiato come mai prima d’ora. E Sara forse per il suo senso di colpa, si impegnava per gratificare il suo uomo.
Lo succhiava veramente come dovrebbe succhiare una schiava che si offre.
E si bagnava, si bagnava nel sentire il sesso pulsante dentro la sua bocca. Stava provando piacere solo succhiando ora pero’ sentendo che anche lui ansimava, decise di toccarsi il grilletto per accelerare il piacere voleva che mentre le veniva nella bocca, godere anche lei insieme. E stavolta non avrebbe fatto storie avrebbe ingoiato tutto senza farsene sfuggire una sola goccia.
Ora eccolo che gli arriva il primo schizzo e lei gode insieme con lui smanettandosi furiosamente il clitoride, e si ferma lasciandolo svuotarsi nella bocca serrando le labbra intorno al glande. Oddio l’ha riempita come non succedeva da tempo, una bella dose. Lo tenne in bocca assaporandolo, si sollevo’ da sotto le coperte, ilsuo uomo la guardava estasiato per il piacere che le aveva dato e lei era soddisfatta, lo guardo’ negli occhi apri’ la bocca gli fece vedere il suo nettare che aveva dentro la bocca, poi richiuse le labbra, e ingoio’ rumorosamente. In modo che fosse evidente cosa faceva , con uno sguardo da porca come non aveva mai mostrato al marito.
Poi apri’ la bocca perchè controllasse che aveva bevuto tutto.
Lui la prese e la bacio’ e lei ricambio’ il bacio con un ardore donandosi ed abbandonandosie frullando le lingue come non facevano da tempo.
Lui si riprese senti che gli si rizzava di nuovo mai la sua donna lo aveva baciato con tale passione, nemmeno nei loro primi momento di passione appena conosciuti. E per lui non solo era una sorpresa ma una piacevole sorpresa. Avrebbe voluto che si disinibisse e fosse piu’ porca e quella mattina lo stava accontentando.
Sara: sono tua, prendimi sono la tua troia, fammi quello che vuoi amore mio.
Fulvio non ci poteva credere, mai avrebbe pensato di sentire parole simili dalla sua donna. E sentirle lo fece ingrifare ancora di piu’. La giro’ e le disse: voglio il tuo culo.
Si amore inculami : rispose. Incula la tua troia.
E Fulvio sputo’ sulla rosetta, per lubrificarla, e Sara messasi con la testa sul materassi si apri’ le natiche con le mani in questo modo il suo buchetto che era stato abbondantemente usato nel giorno precedenti si apri’. Fulvio lo guardo’ e si chiese come mai sua moglie fosse cosi, ma ora voleva solo penetrare in quel buco cosi oscenamente offerto.
E si appoggio’, poi lentamente inizio’ a spingere, nessuna lamentela da Sara nessun ti prego fai piano. Era con la cappella appena appoggiata inizio’ a spingere che Sara gli ando’ incontro agevolando l’introduzione, mai era accaduto prima. Fulvio’ affondo’ con facilità dentro di Sara arrivo’ fino in fondo era a fine corsa e si fermo’ .
Sei una troia Sara. Le disse.
Si amore sono la tua troia. Sbattimi sfondami ti prego rompimi. Ne ho bisogno. Devo espiare. Erano frasi staccate come enunciati che sottindevano qualcosa. Fulvio ebbe il chiaro sospetto che Sara non era la stessa di due giorni prima. Doveva essere accaduto qualcosa. Rimase fermo infisso nel suo culo.
Le diede una pacca. Sulla natica e le disse: Troia dimmi ti sei fatta sbattere in questi due giorni? Voglio sapere, perchè questo culo è piu’ largo del solito.
Il suo sospetto era quello e lo disse apertamente. Sara non volle negare . si amore mi hanno inculato per avere il lavoro. Ti prego ora sbattimi, e se saro’ brava daranno un lavoro anche a te.
La cosa fece eccitare Fulvio, anzichè arrabbiare, e cosi si mosse. Inculando con rabbia Sara, la inculo’ a lungo e lei gemeva era un po’ arrossata ancora da quella parte ^, e lo sentiva, ma voleva darsi a lui e comunque essere sbattuta ed avere confessato al marito in parte il suo tradimento e sentirlo eccitato le aveva fatto perdere il senso di colpa ora solo il piacere contava e se poteva condividere con il marito la sua trasgressione forse potevano ancora avere un futuro assieme.
Fulvio venne nel culo di Sara con un un urlo gutturale di piacere, non aveva mai provato tanto piacere a inculare Sara e sapere che altri l’avevano avuto lo eccitava oltre misura. Doveva approfittare della situazione al massimo livello.
Sua moglie disinibita valeva qualche sacrificio e le sue fantasie di vederla con altri si realizzavano, chissà fino a che punto poteva spingersi? Sperava di scoprirlo presto.
CAPITOLO 7
Dopo la loro mega scopata Fulvio si addormento’ di nuovo con Sara al suo fianco erano stretti come da tempo non succedeva. Quando si svegliarono Sara disse: ho sete sai, prendo da bere anche per te. E ritorno’ con una bottiglia di acqua e due bicchieri appena si furono dissetati.
Fulvio le chiese: Sara tesoro, allora cosa succede?
Sara: se vuoi divorziare non mi opporro’, Io ti amo, ma ho scoperto che mi piace essere usata. Senti inizialmente mi hanno ricattato ….
Sara racconto’ ogni cosa a suo marito, e mentre raccontava e lui ogni tanto chiedeva dettagli, vedeva chela sua verga si ingrossava, anzichè arrabbiarsi il marito si eccitava delle sue porcate e del suo degrado allora lei accentuo’ il racconto sulle parti piu’ oscene.
Fino a che si ritrovarono nuovamente a scopare.
Sfiniti decisero che era ora di mangiare qualcosa per riprendere forze. Poi alla sera Sara ricevette una telefonata di Amina che la convocava per il giorno dopo. Dovevano andare da Roberto. Preso coraggio Sara disse ad Amina che aveva confessato tutto al marito. Amina rimase in silenzio allora lei prosegui’, chiedendo se il marito poteva accompagnarla che avrebbe avuto piacere vederla quando veniva presa da altri e lei voleva condividere tutta la sua situazione con il marito.
Amina disse: Ti richiamo io e chiedo.
E cosi che l’indomani si recarono assieme da Amina.
Arrivati, Amina fece accomodare entrambi, poi disse: Senti Fulvio, io ho una bella rete di clienti, che desiderano delle donne diciamo per bene non delle professioniste, delle casalinghe e poi pervertirle, la tua è molto portata e se tu sei d’accordo credo che tutto sarà piu’ facile per te e per lei. Potrai anche partecipare ma firmerete una dichiarazione che siete consenzienti in questo gioco. In cambio ovviamente tu avrai uno stipendio ed un lavoro magari porterai tu stesso tua moglie come autista ai vari incontri che verranno organizzati, è possibile che in alcuni casi tu non possa essere presente, ma spesso la vedrai all’opera.
Oggi vorrei invitarvi in una spa per rilassarvi, e perchè mi hanno annunciato che un bel gruppetto di piccole signore borghesi saranno presenti, e voglio vedere se qualcuna di queste integerrime signore potrebbe essere una ambita preda per i miei clienti.
Siete d’accordo ?
Si risposero i due insieme come una sola voce.
Si recarono con l’auto di Amina con Amina dietro con Sara che parlavano anche se evidentemente si capiva che Sara era in atteggiamento di obbedienza dinanzi ad Amina. Amina le disse che oggi avrebbe fatto semplicemente la cliente, doveva cercare di ascoltare i discorsi le donne quando sono tra donne, a volte parlano, ed individuare quella giusta, è a volte una questione di intuito. E se trovano una donna per bene una vera borghese magari poco incline al sesso in apparenza è la sfida piu’ divertente, e pervertirla è un vero divertimento.
Arrivate vennero registrate come ogni cliente anche se Amina e la receptionist erano evidentemente delle conoscenze non sfuggi’ ad Amina lo sguardo di complicità delle due.
Entrarono negli spogliatoi, e si denudarono, Sara non pote’ non ammirare lo splendido fisico di Amina che sembrava una vera pantera, una ‘naomi campbell’ ma con la pelle leggermente piu’ chiara, da chiedersi come mai non fosse una modella aveva tutto, la bellezza il fisico la grazia dei movimenti.
Passarono ai massaggi dove due massaggiotori erano a loro disposizione entrarono nella stessa sala che aveva due lettini e ve ne erano altre di stanzette alcune singole e altre doppie, vi erano anche delle massaggiatrici e delle estetiste e parrucchiere.
Dopo il massaggio Amina se ne ando’ verso l’interno, ordinando a Sara di andare prima in sauna e poi al bagno con idromassaggio luoghi preferiti dalle signore borghesi e di farle sapere chi a suo parere poteva essere una preda.
Nel frattempo un gruppo di Signore era già presente in sauna, delle signore dai 50 ai 60 anni, tutte comunque signore di bell’aspetto, della buona società come si direbbe parlavano e quindi dopo poco Sara capi’ che si trattava di impiegate e insegnanti. Una attiro’ la sua attenzione, era una signora molto sicura di se. Alcune avevano fatto battute sull’idea di lasciarsi andare ma lei aveva ribattuto che ci sono cose che non si devono concedere. Ma le altre dicevano che è giusto prendere il piacere come meglio si vuole, perchè privarsi di certi piaceri. Quella piu’ morigerata nei modi era questa Adriana una professoressa, bionda che anche se si vedeva che non era giovincella aveva ancora un bel personalino, e appunto la sua riservatezza e inibizione ad idea di Sara era quello che forse avrebbe maggiormente attizzato la sua padrona Amina.
Si rese anche conto dai discorsi che la signora non amasse troppo gli immigrati aveva un atteggiamento nelle parole un po’ ostile, non razzista ma ostile, il linguaggio era comunque politicamente corretto.
Sara aveva partecipato un po’ al discorso cercando di fare conoscenza e dando ragione ad Adriana, facendosela complice e appoggiando quello che diceva. Poi consiglio’ loro di farsi un massaggio dicendo che i massaggiatori qui erano dei maghi.
Adriana usci dalla sauna con lei e fatta una doccia dove nude potè vedere che la signora si depilava la passera, anc he se si vedeva il segnodelle riscrescita dei peli. E che malgrado tutto alla sua età poteva ancora essere una buona scopata. E pensare dai suoi discorsi quando si era mostrata scandalizzata che aveva il culo vergine doveva essere interessante poterla sfondare. La invito’ ad entrare nella stanza massaggi dove Amina le aveva detto di far entrare quella che lei avrebbe ritenuto una buona candidata.
Dentro la sala massaggi uno dei massaggiatori era un maschio di colore dal fisico erculeo, fece accomodare la signora e poi inizio’ il massaggio, intanto le fece anche portare da bere come aveva ricevuto ordini una bibita che doveva rinfrescarla dicendole che era importante idratarsi dopo essere uscita dalla sauna.
Una ragazza infatti arrivo’ con una bibita di frutta.
Adriana bevve delle lunghe sorsate e poi mettendo da parte le sue idee sugli immigrati si stese, il ragazzo molto giovane e comunque molto bello aveva dei lineamente piuttosto occidentali sicuramente un mulatto, e parlava un italiano perfetto.
La fece stendere e inizio’ a massaggiarla dalle spalle dandole un immediato senso di piacere, si lascio’ andare, dopo un po’ entro’ anche Sara, e si mise seduta in silenzio. Nel frattempo Adriana era in una sorta di dormiveglia rilassata ma pesante ogni cosa la percepiva come lontana e si sentiva stranamente eccitata ma come se fosse in un sogno.
Il massaggiatore le aveva tolto completamente l’asciugamano, denudandola, non era perfettat, ma comunque ancora scopabile, le allargo’ le natiche, scoprendo i suoi orifizi, il buchetto stretto del culo, che avrebbe avuto piacere di deflorare. Le labbra piene del sesso lasciavano intravvedere le piccole che si stavano bagnando ed aprendo. Allora l’uomo di cui Sara non conosceva il nome disse: la bibita sta facendo effetto, è un afrodisiaco che addormenta la mente ma stimola il corpo a lei pare di sognare ma si sta eccitando guarda come si bagna. Ora chiama la tua padrona e dille che possiamo iniziare.
Avevano quindi usato una droga. Adriana sentiva ora le mani che scorrevano sul suo corpo e allargava le gambe, senti’ le natiche aprirsi, un dito che entrava nel suo culetto vergine. Che lo stuzzicava massaggiava e allargava le stava spalmando qualcosa di untuoso.
E intanto l’altra mano le titillava la figa facendola gemere di piacere. Ed ebbe un orgasmo ma restava assente sentiva il piacere ma era come se non riuscisse ad alzarsi a reagire le dita ora erno molte che le sondavano il culo, forse tre o quattro si sentiva aperta. Alla fine le venne messo dentro qualcosa di duro e freddo non sapeva cosa.
Venne fatta girare, l’uomo la mise con le gambe sulle sue spalle e la penetro’ e contemporaneamente era invasa nel retto questo la faceva sentire riempita e perepiva il sesso che la penetrava nella fica come se fosse invasa da un qualcosa che le pareva fosse piena troppo piena.
E alla fine godette ancora e ancora una serie di orgasmi che dovettero essere sconquassanti perchè si agitava e il massaggiatore le mise un asciugamano sulla bocca perchè le sue grida di piacere non disturbassero gli altri, anche se non fu sufficiente piu’ di qualcuno si chiese chi stava godendo li vicino perchè si capiva che non erano altro che grida di piacere.
Poi quella verga nera ed enorme rispetto a quelle che aveva visto fino a quel giorno venne presentata davanti alla bocca e lei apri le labbra desiderosa di assaporarla sentiva il gusto dei suoi umori e la lecco’ come una leccornia. E la succhio’ fino a quando egli non la estrasse e le schizzo’ la sua sborra su tutto il viso. Mentr elei la inseguiva con la bocca e la lingua per assaporarla.
Mentre era ancora sotto l’effetto della droga la signora inizio’ a masturbarsi perchè ne voleva ancora, e ancora. Poi si accascio’ sfinita dagli orgasmi.
Il massaggiatore la riposiziono’ sul lettino e completo’ il suo massaggio davanti e dietro, le tolse all’ultimo il plug che le aveva messo nel culo.
Poi la lascio’ li che si riprendesse nuda.
Lei si sveglio’ da quella sorta di torpore dove si sentiva bene ed appagata, a non certa di quanto era accaduto. L’avevano violentata? O aveva fatto un sogno? Non riusciva a capirlo. Era nuda, nemmeno coperta dal telo, era bagnata ed eccitata e l’odore ed il sapore di sperma le pareva reale un sogno molto realistico penso’.
Si mise l’accappatoio e stava uscendo quando entro’ Amina. La donna di fronte a lei bella statuaria le disse: scusi, non dovrebbe uscire cosi. Si guardi allo specchio.
Adriana si guardo’ allo specchio vide che aveva tracce di sperma seccate ma inequivocabili sul volto e sui capelli. Non poteva no uscire cosi.
Era rossa in volto essere stata sorpresa in quella situazione. Ora avrebbe dovuto raggiungere le sue amiche ma doveva sistemarsi.
la mulatta statuarie le fece cenno di seguirla e si diresse verso la parte opposta all’uscita dove vi era una porta che usava il personale. Infatti vi era scritto solo personale autorizzato ogni saletta aveva un doppio ingresso. Segui la mulatta che la porto’ in un’area riservata e le disse: seguimi.
Aveva un tono di comando ma Adriana no ci fece troppo caso in quel momento.
Sperava che questa fosse un’inserviente che voleva magari una buona mancia e dava una mano ad una cliente.
Entrarono in un piccolo ufficio.
Siediti le disse la mulatta dandole del tu. La professoressa Adriana aveva voglia di dirle il fatto suo ma era in una situazione imbarazzante. E tacque.
Amina giro’ lo schermo di un computer e le disse: guardi che bel video, dove si vedeva le i con il massaggiatore e guardando le immagini pareva che fosse assatanata, una vera baccante che si faceva prendere e quel coso infilato nel suo culo, una cosa cosi sconcia ma da come si agitava l’impressione era che lei lo voleva lo desiderava e come succhiava la verga a quel quel… non osava dirlo i suoi pensieri oramai erano sconvolti .
Chiese: cosa … ma cosa volete perchè avete fatto questo?
Amina: la sicurezza in questo locale è tenuta da telecamere i filmati vengono cancellati ogni 24 ore, ma questo l’ho salvato e me lo tengo.
Adriana: cosa vuole, io non sono ricca. Posso certo pagarla ma non pensi che possa avere grandi cifre.
Amina rise una risata di gola da iena.
No, no non voglio soldi, anzi glie ne posso dare io a te. Di soldi. Voglio te`! le disse.
Adriana: come me? Non capisco.
Amina: si voglio te, il tuo tempo libero e il tuo corpo a mia diposizione ogni volta che te lo ordino.
Adriana : ma sei matta? Che dici? è una follia.
Guarda abbiamo il tuo indirizzo, possiamo mandare questo filmato a casa tua incopia, possiamo pubblicarlo su internet su siti dove sicuramente i tuoi concittadini potranno andare a vederlo e magari potremmo mandarne uno al preside della scuola dove insegni. Non hai molta scelta non credi?
Adriana era disperata non trovava vie d’uscita stava subendo un odioso ricatto. Ma non sapeva cosa fare. Denunciarli? Ma e lo scandalo e le immagini di lei con quello, quel cosa avrebbero pensato, e il possibile divorzio… non sapeva come uscirne.
Amina le disse: arrangiato come vuoi ma da adesso tu sei mia. Una mia proprietà e ti presenterai domani pomeriggio a questo indirizzo avvisa a casa che non rientri alla sera.
CAPITOLO 8. Degrado di una professoressa.
Adriana era sconvolta, la sera appena rientrata aveva avvisato il marito che l’indomani non sarebbe rientrata e che andava con la sua amica del cuore e restava a dormire da lei. Non voleva cedere al ricatto ma se quelle foto circolavano del matrimonio non glie ne importava piu’ di tanto, ma il lavoro per lei era tutto e la scuola avrebbe avuto delle ripercussioni come ogni scandalo nella vita delle persone, doveva fare in modo che tutto fosse riservato.
Il giorno dopo nel pomeriggio dopo la scuola fuori dalla scuola un SUV nero era fermo, un uomo di bell’aspetto carino la fermo’ Professoressa Adriana?
Si sono io`!
Salga vengo da parte della Signora Amina l’accompagno io prego si accomodi.
Adriana Sali a bordo del SUV.
Era inquieta, comincio’ a chiedere all’uomo come si chiamava. Fulvio rispose.
Cercava di avviare una conversazione, per capire cosa le sarebbe successo ma l’uomo pur con cortesia le fece capire di non sapere nulla e che faceva l’autista e il fattorino per la ditta e aveva avuto incarico di accompagnarla dalla Signora Amina la quale non lo metteva nelle sue confidenze. Anche se Fulvio immaginava non voleva avere problemi e quindi preferiva non essere troppo coinvolto.
Arrivarono alla sede dell’azienda, accompagno’ la signora fino agli uffici di Amina, dove ci fu proprio Sara ad attenderla. Sara che aveva visto in sauna ma in realtà la Signora Adriana non se la ricordava proprio, questa giovane donna vestita in modo provocante con un vestitino rosso, corto con calze a rete nere, sembrava piu’ una puttana che una segretaria.
Introdusse Adriana direttamente nell’appartamente di Amina salendo con l’ascensore, e arrivando nell’attico.
Un appartamento di gran lusso, molto ben arredato, appena entrate ne fu impressionata la mulatta era seduta su un divano in pelle bianco, vestita con una tuta aderente nera, molto elegante a colletto coreano ma che la avvolgeva come una seconda pelle.
Bene sono felice di vederti, allora come ti senti, sono sicura che sei tesa e pensi devo convincerla a darmi le foto… e sospese la frase.
Adriana: senta signora, guardi è stato solo un momento di debolezza, io non capisco nemmeno come sia potuto acccadere. Ma non si ripeterà piu’ la prego non mi rovini.
Amina: mia cara io no voglio farti nulla di male sono sicuro che tu trarrai grandi vantaggi da tutto questo, e vedrai scoprirai cose che forse immagini ma per lungo tempo non hai osato affrontare, io ti aiutero’ a trovare la parte piu’ nascosta di te. E sono certa che mi ringrazierai. Forse devo solo un po’ aiutarti ad accettare questo e siccomo voglio che tu accetti il mio ricatto sarà solo la tua scusa il tuo alibi per fare quello che in realtà desideri.
Adriana: ma come, cosa dice? Come puo’ pensare una cosa simile io sono sempre stata una brava persona non ho pensieri perversi, la prego mi dia quelle foto e filmato giuro che posso darle dei soldi.
Amina: i soldi non mi interessano. Voglio te. E già sei mia. Non vi sono altre discussioni da fare.
Andiamo ora andiamo a fare spese.
La fece rientrare nell’ascensore. E scesero ai garages. L’autista era li pronto, salirono nessuno parlava le tre donne erano sedute dietro. Sara con la gonna sollevata culo nudo sul sedile, Amina distrattamente la toccava le infilava ogni tanto le dita nelle figa. E Sara gemeva e si bagnava. Il vetro divisorio era rialzato quindi l’autista non vedeva nulla, per Adriana tutto questo era surreale, quella donna trattava le altre donne come giocattili ne faceva cio’ che voleva, si rendeva conto che quella giovane donna cosi offerta era una dimostrazione di quello che potevano farle anche a lei.
Arrivarono e si fermarono davanti ad un condominio. Scesero e salirono al terzo piano uno studio medico, entrarono e una infermiere accolse Amina con molta cortesia, la quale chiese se la dottoressa era presente per l’appuntamento.
Vennero fatte entrare una dottoressa di una quarantina d’anni, una donna piacevole formosa molto formosa.
Ordino’ ad Adriana di spogliarsi e di mettersi sul lettino ginecologico per la visita.
Adriana non capiva ma ottempero’ e si sistemo’nuda completamete e stesa.
La dottoressa inizio’ a controllare i seni, disse che la pelle si vedeva che aveva i segni dell’età ma non era mal conservata, pero’ se avesse fatto un po’ di palestra ed evitato di mettere il reggiseno i muscoli avrebbero sostenuto meglio i seni, e le sue gambe ne avrebbero tratto giovamento. Il culo era un po’ piatto ma in poco tempo si potevano ottenere rusultati eccellenti con della ginnastica mirata.
La figa non disse vulva, o vagina la figa era tutto sommato ben conservata, belle labbra esterni e interne il colorito era ottimo. Le tocco’ l’ano, e disse il buco del culo non è mai stato penetrato ha solo visto uscire la cacca che produce.
Poi le lego’ le mani al lettino, le gambe ai sostegni la posiziono’ in modo che fosse megli offerta con i due buchi esposti sul bordo del lettino. E fatta venire l’infermiere le disse di procedere alla depilazione con passaggio laser, e cosi procedettero. Dopo un’ora era liscia come una bimba. A quel punto le fu inserita una cannula nel culo lubrificata e appeso un contenitore contenente del liquido le venne riversato nell’intestino. Adriana comprese che le stavano facendo un clistere. Appena chiuso il rubinetto aveva la pancia gonfia la cannula venne staccata ma le tennero il beccuccio che era fatto appositamente per essere chiuso nel culo. L’infermiera inizio’ a stuzzicarle il clitoride con l’unghia facendolo uscire, in breve Adriana era in preda a spasmo misti di disagio per il bisogno di liberare l’intestito e l’eccitazione per il lavoro che le stava facendo l’infermiera. Non ne poteva piu’, avevano messo un grande telo ed un recipiente sotto al lettino tra le sue gambe e quando ritennero che stesse per raggiungere l’orgasmo le liberarono il culo dal beccuccio stava godendo e spruzzando tutto il liquido che aveva dentro l’intestino fu una cosa devastante come non ne aveva mai subite prima e l’orgasmo di un’intensità folle.
Era stremata e sudata, la portarono nel bagno mentre l’infermiera puliva quello che era fuoriuscito sul telo steso con una specie di aspirapolvere per liquidi, la dottoressa si occupo’ di lavarla nella vasca da bagno come una bambina.
Lavata e asciugata rintrarono nello studio venne fatta riposizionare sul lettino, le disse di prendere le ginocchia e portarle al petto e di tenerlo e non muoversi senti che le cospargeva una sostanza oleosa nel culetto la unse per bene e le infilo’ qualcosa pensava ad un nuovo clistere. Ma po venne fatta rialzare.
Aveva questa presenza estranea nel culo, e chiese ma cosa è?
La dottoressa le disse: ecco guardi ne ho una collezione e le fece vedere una serie di piccoli oggetti oblunghi con una base che si restringeva e un piccolo cerchio per non procedere oltre l’imbuto impediva che uscisse e la base che entrasse. Era una forma a cuneo non troppo lungho non troppo grosso. E le disse di tenerlo che aveva bisogno di allargare il buco del culo per formarsi a essere inculata con piu’ facilità.
Adriana arrossi. E disse ma io non ho mai fatto queste cose non voglio essere sodomizzata. Le schiave non si sodomizzano si inculano ora stai zitta e buona.
Le diedero un vestitino che era simile a quello dell’altra ragazza rosso fuoco, scollato da far paura, arrivava sotto l’ombellico, e dietro la schiena nuda, le diedero delle scarpe tacco dodici con le quali aveva quache difficoltà a muoversi e niente intimo. Le misero un collare al collo con un guinzaglio e Sara prese il capo del gzinzaglio e se se ne andarono le misero sulla porta delle manette dietro la schiena e la fecero prendere l’ascensore. Adriana era in uno stato di frustrazione totale si sentiva impotente nelle mani di queste persone.
Amina le disse che quella sera sarebbe stata presentata e avrebbe fatto il suo debutto.
Erano solo le 20,00 quattro ore da quando Adriana era uscita dalla sua scuola e prelevata, dove l’avrebbero portata?
Stavano entrando in un parco si un parco non vedeva bene ah ecco delle luci una villa, arrivate davanti all’ingresso scesero lei sempre tenuta da Sara al guinzaglio e Amina davanti la seguivano.
Entrarono e vennero accompagnate da una signora di mezza età capelli brizzolati attaccati al cranio lisci e che terminavano in un chignon. Il signore vi sta aspettando disse. Era abbigliata in modo sobrio forse aveva sessant’anni ma il fisico pareva molto ben conservato.
Arrivarono ad un grande salone dove un uomo di circa sessant’anni anche lui vedendole entrare si alzo’ aveva un aperitivo che stava sorseggiando, e disse: Grazie Anna lei puo’ andare la donna fece un inchino e usci chiudendo la porta.
Allora Amina cosa mi porti.
Amina disse: caro Bob ecco qui una borghese piena di complessi che pero’ non vede l’ora di liberarsene. Vedrai sarà una buona scopata per molti.
Bob la osservo’ criticamente. Adriana si sentiva a disagio sotto quello sguardo freddo ed insensibile alla sua sofferenza psicologica.
Le infilo’ una mano tra le gambe per toccarle il sesso lei cerco’ di chiuderle e di ritrarsi ma Amina la prese per un braccio e le sibilo’ non ti azzardare o uso la frusta su di te. Adriana si blocco’ Amina le sollevo’ la gonna cosa che non le costo nessuna fatica era cortissima e elasticizzata restava su piu’ facilmente che scendere… era arrotolata in vita. Aveva le sue parti intime esposte. E si vergognava l’uomo la osseravava e disse un po’ moscia di chiappe e gambe, ma ha una passera deliziosa, e le accarezzava le grandi labbra fino a quando la stimolazione non fece bagnare Adriana e allora le infilo’ un dito dentro masturbandola velocemente.
Bob si stava godendo l’idea della perversione che era stata costretta a subire questa signora per bene questa morigerata signora trasformata in carne da piacere.
Cara Amina sei sempre efficiente nella tua attività, credo che i nostri amici si divertiranno questa sera, andate pure, e lei Signora si ricordi la sola cosa che richiediamo è l’obbedienza, non si ribelli collabori e vedrà che starà meglio dopo ogni seduta e presto probabilmente ci chiederà di portarla ancora a queste feste.
Ripartirono, e sempre con il SUV, dovettero recarsi in quella che pareva una casa di riposo per ricchi signori, entrarono da un ingresso laterale, vennero accolte da un inserviente che le scorto’ fino ad una padiglione molto elegante si vedeva che era come un hotel di lusso, entrarono in un salotto dove vi erano diverse persone che giocavano a carte chi guardava la TV. Al loro ingresso si voltarono, vi erano anche due infermiere e due infermieri presenti.
Sara e Adriana vennero portate al centro della stanza, e li Amina disse: cari amici, ecco vi abbiamo portato una chicca,due signore sposate e ansiose di dimostrarvi tutta la loro riconoscenza per essere qui, e gradiranno compiacervi in ogni modo.
Le infermiere si avvicinarono e fecere spogliare le due che dovettero solo togliersi il vestitino mostrando la loro nudità ai presenti. Ora Sara stava dimostrando molta piu’ dimestichezza, certo ma era ancora imbarazzata, mentre invece Adriana per lei era un’esperienza piu difficile messa a disposiszione come una prostituta.
Proprio lei venne fatta girare e piegare per mostrare che aveva un gioiello nell’ano. E con sua somma vergogna dovette farlo vedere, lei che non aveva mai permesso a nessuno nemmeno al marito di toccarla da quella parte. Ora aveva un oggetto artificiale infilato e non poteva nemmeno ribellarsi.
Molti applaudirono e poi chiesero di poter usare le due donne, che vennero condotte da Amina davanti a due Signori anziani, di oltre settant’anni forse piu’ vicini agli ottanta, che aspettavano dovettero seguire le indicazioni di Amina e aprire le loro patte dei pantaloni ed estrarre i loro mosci cazzetti raggrinziti, e imboccarli e mettersi a succhiare, nessuno dei due raggiunse una grande erezione ma quel poco gli consenti di far schizzare nella bocca delle due troie, un po’ di liquido seminale che le due troie vennero costrette ad ingoiare.
Dovettero fare dodici pompini ciascuna, e poi uno di questi che aveva ancora energie volle inculare Adriana, mentre su richiesta degli altri Sara venne messa a disposizionie degli infermieri. La presero in due uno davanti e uno dietro, mentre un’infermiere le strizzava le tette facendo gemere di dolore Sara. Nel frattempo in ginocchio Adriana veniva inculata per la prima volta in vita sua da un uomo, il suo buco del culo allenato dal plug anale che la dottoressa le aveva inserito l’aveva ammorbidita e il suo culo era accogliente e caldo ed il pensionato pareva anche piuttosto resistende, e nel frattempo la seconda infermiera infieriva su di lei mortificandole i capezzoli per far divertire gli ospiti. Uscirono di li dopo oltre tre ore con le mascelle indolenzite ed entrambi gli orifizi provati dalle ispezioni di cazzi e di mani. Anche per Adriana la prima sera di prostituzione era andata ora tutto sarebbe stato piu’ facile, e nude vennero portate fino all’auto e ripartirono, Pensando che la serata era finita si rilassarono ma non la pensava cosi Amina. Che decise di portarle nel capannone dove Sara aveva fatto il suo esordio, per svezzare meglio anche Adriana. Aveva foto comunque di lei con la dottoressa e foto fatte appena adesso con i pensionati, ma voleva avere altro materiale su di lei.
Arrivarono al capannone e nude vennero condotte entrambe tenute al guinzaglio da Amina questa volta e le segui anche l’autista che altri non era che il marito di Sara il quale avrebbe assistito alla monta della sua Sara.
Dentro una dozzina di uomini erano li annoiati, e appena videro Amina con le due troie bianche al guinzaglio si senti rumoreggiare tutti si misero in allerta, vi sarebbe stata carne fresca, qualcuno non c”ra la volta precedente ma molti riconobbero Sara, e videro l’altra si piu’ vecchia ma comunque era da sbattere senza problemi aveva un discreto fisico ancora e Amina la presento’ spiegando che era una borghese sposata e che sarebbe stata a disposizione per questa sera e vi furono varie offerte non certo equivalenti a quanto avevano pagato i pensionati ma comunque per Amina contava non solo il denaro ma portare al degrado e umiliare le donne bianche.
E cosi fu una girandola di cazzi in bocca, nella figa e nel culo delle due poverette da questi molti deei quali erano piuttosto in arretrato per quanto riguarda le attività sessuali.
Adriana urlava di goduria per la doppia penetrazione a cui era stata sottoposta, ma anche di dolore perchè mai aveva preso tanti cazzi in un giorno solo, soffriva e godeva, l’avevano sculacciata per divertimento, le avevano sborrato dappertutto oramai era sfattta e sopraffatta dall’odore di sborra si sentiva sporca e giaceva a terra.
L’ultima offesa fu di portarla nei cessi e farla mettera seduta sui talloni e piscirale addosso dalla testa ai piedi. E dopo anche a Sara capito’ la stessa sorte. Entrambe vennero portate da Amina fuori e sotto una tettoia con un getto di acqua fredda lavate dalla testa ai piedi. Poi ordinato all’autista di mettere un telo nel bagagliaio vennero fatte salire per non sporcare l’auto e nel bagagliaio fecero il viaggio di ritorno fino alla casa di Amina.
Solo allora poterono fare una doccia e un bagno rilassante lavandosi con cura. Sara e Adriana si aiutarono l’una con l’altra a lavarsi.
Poi Sara se ne ando’ con il marito che per strada si fermo’ le si fece fare un pompino era troppo eccitato per arrivare a casa e Sara benchè non ne avesse voglia per la stanchezza lo rese felice in pochissimo tempo era da troppo tempo che si tratteneva e lei diventata oramai abile lo lecco’ e imbocco’ fino a farlo godere nella sua bocca.
Nel frattempo Adriana era incatenata al letto di Amina dove avrebbe passato la notte con un plug nel culo si addormento’ con fatica ma la stanchezza ebbe la meglio sul disagio.
CAPITOLO 9.
Al mattino, appena sveglia fu portata in bagno per liberarsi, Amina pretese che si togliesse il plug da sola, e facesse i suoi bisogni davanti a lei, nessuna intimità le fu concessa. Poi le impose di lavare il plug, e di ritornare in camera. Li le lubrifico’ con del gel il culo, e poi con uno strap on la inculo’. Insultandola pesantemente.
Sei una vecchia ciabatta, una cagna bianca troia e rottainculo, e ti faro’ inculare tutti i giorni, diventerai uno sborratoio.
Amina la stava soggiogando e plasmando, non lasciandole tregua ma la masturbava toccandole sapientemente il clitoride, e cosi facendo la faceva godere. Anche in questa situazione di vergogna e umiliazione alla fine la stimolazione ebbe la meglio, e per Adriana fu un’apoteosi un orgasmo potente la travolse.
Poi la fece vestire. E la mando’ al suo lavoro senza mutande ovviamente, le rimise il plug nel culo ordinandole di tenerlo pulito. Avrebbe potuto toglierlo solo per fare i suoi bisogni e doveva averne cura e lavarlo.
Ti chiamo io appena ho dei clienti da cui farti montare le disse sarcastica Amina vedendo quanto queste frasi umiliavano Adriana.
Adriana usci’ ed incontro’ nell’atrio Sara che si recava da Amina. Si guardarono Sara la bacio’ sulle guance, e Adriana, con voce rotta da un singhiozzo le chiese ma come faro’ io non resisto. Sara le accarezzo’ una guancia e le rispose, senti, vedrai se ti arrendi all’evidenza che in fondo godi, allora vuol dire che non ti dispiace ed è meglio lasciarsi andare, non resistere. La bacio’ fugacemente a fior di labbra. E Sali’ non voleva arrivare in ritardo.
Appena arrivata da Amina questa disse a Sara che doveva prepararsi, andava alla villa di Bob, che aveva degli invitati e doveva intrattenerli.
La fece spogliare controllo’ che fosse ben depilata e liscia, le mise un bel collare nuovo da cane, con borchie tre anelli, poi le fece indossare una imbragatura di cuoio che metteva in evidenza i seni, e si allacciava dietro, una cinture con anelli davanti e dietro, le mise un plug nel culo, che Sara accolse senza opporsi, poi degli stivali neri che arrivavano sopra il ginocchio con tacchi dodici. Le rifece il trucco che doveva essere molto marcato da battona, e poi convoco’ Fulvio, gli ordino’ di portarla in auto ma nel bagagliaio e accompagnarla alla villa del padrone Bob.
Resterà li, almeno fino a domani e stasera le faremo dare un aiutino dalla professoressa che andrai a prendere all’uscita da scuola e accompagnerai anche lei alla villa.
Arrivati alla villa con Sara la vettura entro’ nel grande cortile, venne un inserviente che gli disse di andare dietro dove vi sono le scuderie. Cosi fece Fulvio, li Bob lo attendeva, lo saluto calorosamente e gli chiese come stava e se era soddisfatto del suo lavoro, Fulvio rispose che ne era pienamente soddisfatto, allora andiamo fai uscire la troia.
Fulvio apri lo sportellone,, prese il guinzaglio e fece uscire Sara, la consegno’ a Bob, Sara saluto’ molto dolecemente inchinandosi e baciando la mano, buongiorno Signore.
Ciao cagnetta, mi dicono che ti piacciono molto i cazzi in culo, soprattutto dei negri, e che guaisci come una cagna quando ti montano, Sara arrossi ma non rispose, Bob la condusse all’interno delle scuderie, vi era una gabbia e molti strumenti di tortura, fruste e altro, la fece entrare in gabbia, per passare era necessario mettersi in ginocchio la porta era piccola, poi all’interno non poteva stare totalmente eretta, ma poteva stendersi, ecco il tuo alloggio annuncio’ Bob, starai qui in attesa dei miei ospiti, cosi in questa condizione avrai modo di ambientarti e comprendere meglio la tua condizione. Nel pomeriggio arriveranno un po’ di amici e dovrai farli divertire, non mi deludere o ti puniro’ severamente.
Si Signore, vedrà mi impegnero’ al massimo rispose Sara.
Bene Fulvio che te ne pare della troia? Mi pare che questa sia la sua condizione ideale?
Si rispose Fulvio pare anche a me, peccato che non lo avevo capito, ma oggi mi rendo conto che è veramente questa la sua dimensione.
Bene amico mio, ci avrai anche tu da divertirti non ti preoccupare.
Grazie capo, rispose Fulvio.
Ora vai, sicuramente Amina ti aspetta per altre commissioni. Fulvio riparti lasciando Sara in quella gabbia come una cagna.
Nel pomeriggio verso le 15,00 arrivarono quattro signori che accompagnati dall’inserviente addetto alle scuderie giardini entrarono nelle stalla per vedere il nuovo giocattolo di Bob.
Espressero il loro compiacimento, e chiesero se l’inserviente sapeva se era abbastanza resistente alle fatiche.
L’inserviente rispose che non sapeva era la prima volta che la vedeva. Ahhh allora è carne fresca, esclamo’ uno degli ospiti. Bene bene faremo le valutazioni poi.
Alle 17,00 arrivo di nuovo Fulvio portava Adriana che venne fatta spogliare li nella stalla, e fatta entrare nella gabbia dove si trovava Sara. La quale oramai era stanca di stare rinchiusa.
Bob con gli altri spiegava che l’aveva lasciata li perchè voleva che si preparasse alla serata e sapeva che l’attesa metteva in risalto poi le prestazioni.
Vedrete queste due le faremo giocare bene, Chiamo’ Fulvio e gli chiese se aveva voglia di aprire lui le danze, e Fulvio chise cosa doveva fare, beh caro amico dovresti incularti la vecchia per abborbidirla e renderla accessibile ai nostri amici.
Fulvio rispose che ne sarebbe stato felice.
Per la serata dopo cena che fu servita alle due prigioniere dall’inserviente in ciotole per cani, dentro alla gabbia, e poi legate e portate al guinzaglio nell’orto per espletare i loro bisogni.
Infine lavate e condotte in una grande sale con una pedana rialzata e coperta da una moquette rossa, con anelli che spuntavano dal pavimento e catene che scendevano dal soffitto, le due ebbero un fremito, e intorno alla pedana delle poltroncine per gli ospiti.
L’inserviente e Fulvio le incatenarono al pavimento in ginocchio. Poi uscirono lasciandole in attesa. Nel frattempo dopo aver preso il caffè e un liquore i 5 ospiti di Bob entrarono nella sala, con al seguito Fulvio e l’inserviente.
Fulvio venne invitato a inculare come da accordi Adriana, mentre l’inserviente avrebbe scopato Sara. Adriana era in ginocchio incatenata Fulvio le lubrifico’ il culo come si deve in modo abbondante, infilando le dita dentro il suo buco che solo da poco aveva scoperto di poter essere usato sessualmente, e dopo un bel massaggio, si mise in posizione estratto il suo cazzo di discrete dimensioni se la inculo’ incurante delle urla di Adriana che ancora non accettava facilmente questa pratica. Ti inculo troia, di sfondo, faccio del tuo culo una galleria ripeteva Fulvio.
Nel frattempo vedeva come la sua cara mogliettina troia succhiava l’inserviente anche lui ben dotato, che poi se la sarebbe chiavata, E alla fine inculata. Appena ebbero finito gli ospiti di Bob salirono sulla pedana, e si suddivisero prendendo le due troie chi un bocca chi in culo alternandosi.
Le donne dovettero subire gli assalti di questi vecchi bavosi nessuno di loro aveva meno di sessant’anni, e pero’ ci davano dentro forse avevano preso la pillolina per resistere cosi’.
Dopo un po’ pero’ anche la pillolina finisce il suo effetto ma tutti e sei incluso master bob si erano scaricati sulle due cagnette.
Fulvio che aveva recuperato si chiavo’ ancora la sua troia di moglie che era un po’ che ne aveva voglia, nella sua veste di troia lo faceva eccitare ancora di piu’.
Si riposarono e nel frattempo un motore si senti di un veicolo che arrivava in cortile, Fulvio ando’ ad affacciarsi era Amina che con un pulmino aveva portato una dozzina di maschi tutti operai di qualche ditta erano tutti extracomunitari neri o maghrebini, vennero introdotti e le due troie vennero messe a loro disposizione. Dodici cazzi duri e grossi per le due troie, vennero scopate anche da tre alla volta, uno in fica uno inculo e uno in bocca, dovettero faticare alternandosi tre per ognuno ne servivano sei alla volta insieme duro’ alcune ore, poi gli operai se ne andarono e le donne erano stremate e ricoperte di sperma che si stava seccando sulla pelle e sui capelli era quasi mezzanotte.
Sara venne accompagnata al piano superiore per lavarsi avrebbe dormito nella casa di Bob perchè la voleva per se almeno ancora per il giorno dopo.
Mentre cosi come era sporca Adriana venne fatta rivestire anche se chiedeva di potersi lavare, le dissero che le cagne puzzano e lei è una cagna. Una cagna per cazzi asinini e neri, un vero sborratoio. E Amina decise di accompagnarla a casa sua in quelle condizioni.
Adriana era preoccupata le chiedeva di permetterle di dormire da lei avrebbe avvisato a casa perchè non sapeva come spiegare al marito le sue condizioni.
Amina le disse che erano affari suoi, magari il marito dormiva e se lei andava indoccia magari non si accorgeva di nulla. Adriana era disperata ma Amina fu irremovibile e la condusse davanti a casa. Dove Adriana con fare circospetto anche timorosa che qualche vicino la vedesse in quelle condizioni scese e velocemente rientro’.
Amina se ne ando’ ridendo, ingrano’ la marcia e sgommando spari’ dietro l’incrocio.
CAPITOLO 10 Adriana con Biko
Alcuni giorni dopo, ricevette una telefonata di Amina, che la convocava e ovviamente obbedi’ si presento’ puntuale aveva inventato l’ennesima scusa con il marito.
Appena giunta da Amina immaginando quante altre sozzerie le avrebbe fatto fare, si ritrovo’ solo ad attendere Fulvio che la condusse in auto da quello che oramai era il suo padrone che a quanto pareva poteva disporre di lei a suo piacimento.
Arrivata, trovo’ li anche Sara, vestita in modo elegante, sexi ma senza esagerare. Il Master le disse che doveva andare ad una serata con lui e Sara, e di prepararsi Sara l’accompagno’ al piano superiore nella stanza un armadio pieno di abiti e trovo’ qualcosa di adatto.
Prima regola le spiego’ Sara, niente intimo, o solo cose molto particolari, quindi calze autoreggenti o con reggicalze sono ammesse, string a volte si a volte no, dipende ad esempio non avendo detto nulla meglio interpretare per la nudità. Reggiseni solo quelli che lasciano scoperti i capezzoli.
Ve ne erano di diversi.
Si vesti con un abito da cockatail elegante ma dovette indossare un reggiseno che le lasciava scoperti i capezzoli. Che sollevava il suo seno pero’, visto che ne aveva bisogno.
Si presentarono e superarono l’ispezione del master.
Disse loro che andavano a cena fuori con numerosi invitati, disse ad Adriana che avrebbe dovuto accompagnarsi ad uno scapolo che non aveva dama e di trattarlo con riguardo che lavorava per lui.
Arrivarono davanti ad un Ristorante, parcheggiarono, e ad attenderli Sara riconobbe Biko, si avvicinarono lui sorrideva, e saluto’ Bob cordialmente ma con la dovuta distanza, lo stesso Bob fu formale salve ingegnere, le presento le mie amiche, la professoressa Adriana che sarà la sua dama questa sera e Sara che accompagna me. Spero che gradisca queste presenze femminili con noi. Sarà pure una cena di lavoro ma non trascuriamo anche il piacere della buona compagnia. Certo dottore rispose Biko. E ognuno con a braccetto la sua accompagnatrice o chissà come sarebbero state viste forse come delle escort dagli altri commensali non lo sapevano.
Entrarono un tavolo era prenotato e quattro coppie erano già installate, presentazioni e saluti. E si sedettero, in attesa di ordinare ci fu solo qualche chiacchiera banale.
Poi dopo aver ordinato, chi doveva andare in bagno lo fece quasi tutti a turno, vi erano almeno 6 bagni per le Signore e tre per i Signori. Tutti perlomeno dovettero lavarsi le mani.
Arrivarono le portate e si elogiava il cuoco, e dopo che il primo fu consumato, in attesa dei secondi si parlo’ di lavoro, un grosso lavoro di costruzioni da avviare che interessava i quattro ospiti, e che sarebbe stato seguito inizialmente dall’ingegnere Biko come si affretto’ a spiegare Bob per le questioni tecniche di lavoro, ma che per le questioni economiche si riservava di decidere lui. Ogni incontro sarebbe stato con l’ingegnere per discutere il progetto, si sarebbero rivisti solo se erano decisi a firmare il contratto, nel frattempo offriva loro ospitalità presso un suo centro dove potevano riposarsi e trascorrere la notte tranquilla e in gentile compagnia avrebbero potuto fare qualsiasi richiesta alla Signora Amina la direttrice del centro con Hotel, piano bar, dancing e anche centro benessere nel caso avessero gradito.
Arrivati alla fine del pranzo, gli autisti accompagnarono gli ospiti, e Bob disse: Ingegnere, se vuole gradire la compagnia della professoressa Adriana lei sarà felice di compiacerla.
Adriana si sentiva morire, ogni volta si sentiva carne da vendere.
Biko prese galantemente sotto braccio Adriana, e la guido’ verso l’uscita, Adriana tremava a cosa poteva succederle con quell’uomo magari la portava in un altro capannone, cosa sarebbe successo, e se la picchiava? Oramai era esausta mentalmente ma rassegnata al suo destino.
Biko le apri’ galantemente la portiera dell’auto, la fece accomodare, e poi si sedette al posto di guida, partirono restavano in silenzio. Biko provo’ a farle qualche domanda sul suo lavoro per rompere il ghiaccio ma Adriana era tesa e rispondeva a monosillabi.
Allora preferi’ il silenzio.
Arrivarono e la accompagno’ nel suo appartamento, un bell’alloggio, la fece accomodare su un divano in pelle color marrone, era un appartamento discretamente arredato e ordinato per essere di uno scapolo pensava Adriana. Le offri da bere, lei accetto’ per darsi un tono e farsi coraggio. Sorseggio’ il liquore, Biko si sedette accanto a lei.
Era vicino, le cosce si toccavano, la sua mano passo’ sulla sua spalla, Adriana trattenne il fiato, lui le poso’ un bacio delicato sull’incavo del collo. Le disse: rilassati non aver paura, non ti faro’ del male eccetto se tu me lo chiedi.
Come glielo chiedo? Replico’ Adriana.
Si disse lui dolcemente, ci sono molte che desiderano del dolore, ma se non lo chiedi saro’ delicato e gentile, rilassati e lasciati andare.
Adriana era stranita, dove era capitata questo pareva molto civile almeno rispetto a quelli a cui era stata offerta sino ad ora da Amina.
Biko le tocco’ le cosce la mano saliva, lentamente ed inesorabilmente, Adriana sapeva che non avrebbe dovuto opporsi. E quindi lascio’ che facesse quello che voleva.
Arrivo’ al suo interno coscia. Le sue dita toccarono i suoi inguini, e si rese conto che era bagnata, e lui lo avrebbe sentito ora sulle sue dita. Ma come mai si sentiva bagnata, perchè essere una specie di prostituta la eccitava?
Smise di pensare e lascio’ che Biko la toccasse poi lui la spoglio’ non che ci fosse molto, lasciandola in calze e reggicalze nuda, liscia la passera perfettamente liscia e che si apriva disponibile al maschio. Biko la fece sedere su di sè a cavalcioni, e le disse di infilarsi da sola.
Adriana scese su quel palo di carne aveva le fiamme alla figa, colava e desiderava essere presa per spegnere quel desiderio carnale.
Lo senti e guidava la penetrazione lei stessa, attrice del suo donarsi di cedere, di vendersi come volevano i suoi padroni.
Non era piu’ la moglie e madre e stimata professoressa era solo femmina che voleva sentire un cazzo dentro di sè e voleva godere. Godere nella vergogna di donarsi ad uno sconosciuto ad uno che la considerava carne da vendere, una puttana messa a disposizione per quella notte.
Ora lei cavalcava, e stava avvicinandosi all’orgasmo quando Biko la fece fermare. E spostare, lei era frustrata già era vicina al piacere, sospiro’ di delusione, ma non fece obbiezioni si sposto’ la fece stendere e le monto’ sopra alla missionaria, e la penetro’.
Poi usci’ rimase con solo la punta del pene inserita, Adriana cercava di avanzare il bacino ma lui arretrava. Si sentiva impazzire cosa faceva? Perchè non continuava, apri’ gli occhi lui la guardava, e lei lo fisso’ negli occhi.
Perchè? Chiese.
Biko sorrise, perchè cosa?
Ma perchè non continui?
Ma tu lo vuoi?
Siii continua stavo per godere.
Non perchè vuoi veramente godere? Con un negro?
Ma ti prego, ora non … ti prego continua.
Supplicami le disse Biko.
Ma come …?
Io posso restare cosi per molto tempo e tu non lo so’, vuoi godere supplicami di prenderti, supplicami di farti godere, supplicami di farti diventare la mia troia e cagna, sarai la mia troia, e lo devi invocare se vuoi che continuo a scoparti.
Ma ma… perchè ?
Biko rimase immobile. Adriana era bagnata e aveva questo cazzo che era dentro di lei ma che non affondava ne aveva voglia.
Attese voleva resistere ma era troppo eccitata. Allora chiese, ti prego penetrami ti prego.
Non cosi disse Biko… devi dire scopami, scopa questa troia e cagna bianca per il tuo piacere voglio il tuo cazzo nero nella figa ti prego…
E se aggiungi un po’ di fantasia magari ti accontento.
Adriana cedette: ti prego, scopami, scopa questa troia, questa cagna bianca, sfondami, ma fammi godere con il tuo cazzo nero, ti pregooooo ti pregoooo
E Biko affondo’, un urlo di godimento proruppe da Adriana vinta si avvinghio’ con le gambe alla schiena di Biko come per non farlo sfuggire, e Biko inizio’ a pistonarla con forza, Adriana si agitava e godeva. Arrivo’ ad un orgasmo che la lascio’ senza fiato.
Poi pero’ Biko non si fermava, continuava e ne ebbe altri due. E gridava il suo godimento, incitava a sfondarla sempre piu’. Gridava cose insensate.
Sbatti la tua puttana bianca sono tua fottimi e sfondami, sono una troia.
Biko si fermo’ la fece girare e la penetro’ nel culo senza fatica, i succhi degli orgasmi di lei le erano colati nel culo e lei era aperta oramai. E urlo’ siiiii inculami sono la tua troia, spaccami il culooooo della tua troia bianca.
Arrivo’ all’orgasmo essendo penetrata analmente come non le era mai capitato. Poi lui usci’ e lei si senti’ vuota, la prese in braccio e la porto’ in camera da letto, la stese e si sistemo’ accanto a lei, coccolandola, e accarezzandola, poi la bacio’ sulla bocca e lei rispose come non aveva mai risposto ad un bacio offrendosi totalmente intrecciando la lingua. Ed eccitandosi nuovamente, e Biko la prese ancora. E lei si abbandono’ totalmente a lui godendo di nuovo. Era esausta.
E appena avevano finito, lei lo ringrazio’, oddio mio splendido stallone, sei una meraviglia, non ho mai goduto cosi.
E saresti disposta a subire dolore ora per poter usufruire di questo cazzo dimmi la verità, dillo che sei solo una cagna.
Si sono una cagna, e sarei disposta per un altra ora a subire qualsiasi cosa, se vuoi puoi sculacciarmi.
Magari lo faro’, mi piacciono le donne che sanno sottomettersi al cazzo. E tu ora sei sottomessa al cazzo di la verità.
Si sono una cagna sottomessa al cazzo. Al servizio del tuo cazzo, se vuoi potresti chiedere di tenermi per te, e io ti servirei come una fedele puttana.
Ci pensero’ le rispose Biko. Poi tenendola abbracciata la coccolo’ fino a che non si addormentarono.

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