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Capitolo 2 – La mia storia con una donna sposata

By 14 Agosto 2020Agosto 24th, 2020No Comments

Arrivai a casa ed ero decisamente felice e stralunato; i miei genitori mi chiesero che cosa fosse successo. Risposi nulla! Avevo incontrato una donna meravigliosa e avevo passato qualche ora con lei ed era stato meraviglioso. Feci tanta fatica ad addormentarmi quella sera; mi girai e rigirai sul letto per diverse ore; alla mattina alle 07:00 suonò la sveglia, m’alzai, ero un po’ stanco ma felice di quanto mi fosse successo il giorno prima. Passarono 2 – 3 giorni quando ricevetti una telefonata da Cristina:

“Ciao GianLuca! … Volevo dirti che mio marito nel weekend non è a casa in quanto è in Spagna per motivi di lavoro; … se vuoi lo possiamo passare insieme!”

Entusiasta di quanto mi aveva detto accettai la sua proposta senza pensarci minimamente e cominciai il conto delle ore alla rovescia. Era giovedì sera. Arrivò sabato e dopo aver lavorato quattro ore, in straordinario,  mi recai direttamente a casa di Cristina. Trovai il portone aperto e parcheggiai l’auto in garage. Sceso dall’auto ad aspettarmi  c’era Cristina, mi venne incontro baciandomi. Salimmo le scale ed entrammo in salotto. Chiesi, subito, se durante il primo pomeriggio me ne sarei dovuto andare via perché arrivava la donna delle pulizie. Lei mi rispose di no in quanto nei weekend la colf era a casa. Mangiammo insieme e il pranzo era davvero buono e gustoso poi mi sedetti sul divano e bevemmo il caffè. Stare insieme a Cristina incominciava a piacermi; apprezzavo quelle piccole attenzioni che lei aveva verso di me. Mi pareva di capire che era una donna straordinaria. Verso le 16:00, circa, chiesi di fare una doccia e lei mi diede l’occorrente e mi accompagnò in bagno. La doccia era veramente grande ci potevano stare comodamente 2 – 3 persone. Mentre mi lavavo sentii la porta della doccia aprirsi; era Cristina, completamente nuda, che voleva entrare in doccia con me. Contemplai il suo corpo davvero splendido, la carnagione era chiara e la pelle era davvero morbidissima, sembrava quella di un neonato. Ci mettemmo sotto il getto, e Cristina mi chiese di farle un massaggio alle spalle; col sedere indietreggiò fino a  far scivolare il mio cazzo eretto nel solco intergluteo. Mentre io massaggiavo, Cristina ondeggiava leggermente, massaggiandomi il cazzo con le chiappe, e mi stava facendo godere.

 “Ora tocca a te a ricevere il massaggio alla schiena” mi disse

 Così mi girai e con gli occhi chiusi dal getto di acqua, potevo percepire Cristina che aveva aperto il sapone, mettendone un po’ sulla mia schiena. Le sue mani arrivarono sul mio petto, e il suo seno, mi massaggiava la mia schiena. Ricordo che saliva e scendeva e sentivo il seno e i  capezzoli turgidi strofinarmi la pelle, liscia per via del sapone, mentre le sue mani, mi massaggiavano davanti. Le mani di Cristina scesero, prendendomi il cazzo, masturbandolo, mentre dietro di me, il suo seno saliva e scendeva, con una danza eccitante.

“Girati tesoro!”

Mi girai, guardandola con uno sguardo voglioso direttamente negli occhi. Con un sorriso malizioso e con la punta della lingua si mordicchiava il labbro superiore, iniziò a mordicchiarmi i capezzoli e poi  s’abbassò, fino a quando sentii il respiro caldo e umido sul mio cazzo eretto. Mise  le mani sul bacino e  cominciò a leccarlo, guardandomi negli occhi, partendo dalle palle e salendo fino al glande, per poi farlo scivolare tra le sue labbra. A questo giochino erotico non resistetti molto. La presi la girai e iniziai a scoparla accorgendomi ben presto che la figa era alquanto intrisa di umori e piuttosto stretta tanto da avvertirla come una seconda pelle. Ero eccitatissimo e iniziai a sbatterla a forza con colpi ripetuti e violenti, facevo uscire tutto il cazzo per risbatterglielo dentro con più forza ed energia. Riuscii a resistere ben poco tirai fuori il cazzo e venni copiosamente sulla schiena di Cristina. Soddisfatti ed appagati ci lavammo e c’asciugammo; poi Cristina volle fare un giro per la città. Andammo a vestirci, io feci abbastanza presto mentre lei s’attardò un po’di più in quanto era indecisa su cosa indossare. Scese dalle scale con un abito bianco e nero e impreziosito da perline e paillettes bianche e nere lungo fino al ginocchio, autoreggenti di color nero, scarpe décolleté sempre nere con tacco 10 e pelliccia nera di volpe. Era veramente meravigliosa!

Prendemmo la mia auto e arrivammo in città; camminavamo mano nella mano e ci soffermavamo a vedere  le vetrine. Ad un certo punto Cristina mi disse che voleva farmi un regalo. Questo regalo sarebbe servito a noi due per sentirci quando eravamo distanti. Non riuscì bene ad afferrare il concetto che aveva espresso e non le diedi la giusta importanza. Dopo pochi passi la vidi entrare nell’unico negozio di telefonini TIM, presente in città, e uscire con un nuovissimo Nokia, ma non ricordo il modello, con contratto e ricariche per i successivi sei mesi già pagate. A quei tempi era un cellulare alla moda molto richiesto dai teenager e anche da professionisti che lo usavano per lavoro. Mi disse che mi serviva per chiamarla e poi potevamo scambiarci i messaggi. Avrei voluto non accettarlo  ma la sua dolcezza, i suoi modi dolci e aggraziati e le motivazioni  mi fecero desistere dai miei proposti. Cenammo in un ristorante in centro città e poi tornammo a casa. Durante il tragitto di ritorno telefonai ai miei genitori dicendo che non sarei ritornato a casa quella sera e mi sarei fermato a dormire da un’amica.  Parcheggiai nel garage della villa e salimmo lungo la scala interna. Lei era davanti a me e vedevo il suo sedere ondeggiare ogni volta che saliva le scale.  Allungai la mano sul sedere e iniziai a palparlo. Cristina  si voltò e mi disse:

“Gianluca dai, aspetta  un attimo!”

Entrammo in salotto e  iniziammo a baciarci  appassionatamente; iniziai a toccare le tette e lei iniziò a sbottonarmi i pantaloni. Mi fermò e mi disse:

“Andiamo sopra e ci mettiamo a letto … Saremo più comodi!”

Ci spostammo al piano di sopra nella seconda camera matrimoniale che la villa possedeva. Aveva un letto matrimoniale “alla francese” che secondo me era enorme; mi sedetti sul letto e lei incominciò a spogliarsi; si tolse il vestito e rimase con un completino intimo nero in pizzo che lasciava ben poco all’immaginazione e le calze autoreggenti. Era davvero sensuale e molto sexy. Si distese a letto, m’alzai, mi spogliai e mi distesi a letto al suo fianco. Dolcemente iniziammo a baciarci e con una mano iniziai a toccare il seno che era ancora imprigionato dall’indumento. Baciai il collo  scesi sul decolletè e poi scesi sempre di più fino a baciare il solco intermammario. Lei iniziava ad ansimare e il respiro si faceva più veloce; la sua mano sinistra, che mi stava accarezzando il torace, scese fino al mio cazzo che ormai era duro come il marmo e iniziò a masturbarlo sopra i boxer. Scesi ancora con la bocca fino ad arrivare all’ombelico e risalii questa volta fermandomi sul seno; iniziai a mordicchiarlo sopra la stoffa del reggiseno.

“ Ahhhh continua così Gianluca …”

Si tolse il reggiseno scoprendo il seno che era ben proporzionato e per nulla cadente; aveva areole mammarie di un rosa leggermente più scuro rispetto alla carnagione; continuai a leccare i capezzoli che ben presto divennero turgidi ed eccitati. Mi tirò fuori il cazzo dai boxer e iniziò a segarmelo con molta delicatezza; io intanto ero sceso a leccare la pancia, le tolsi gli slip. Infilai un dito nella figa era già bagnata. M’avvicinai lentamente. Leccai, baciai, disegnai dei cerchi concentrici con la punta della lingua nella parte interna della coscia che era un punto sensibile. M’avvicinai alla figa e poi m’allontanai. Leccai la zona inguinale e poi immersi il viso nel folto pelo pubico. Passai le labbra sulla fessura senza premerla per eccitarla di più. Con due dita separai le grandi labbra e appena  s’aprirono passai la lingua su e giù tra le pieghe della figa. Aprii delicatamente di più le gambe con le mani e inserii la lingua nell’orifizio vaginale. Mi fermai guardando se il frenulo del clitoride s’era indurito abbastanza e fuoriuscito dal  prepuzio. Appoggiai la lingua sul prepuzio clitorideo e cercai di sentire il frenulo clitorideo ne percepii chiaramente la sua presenza. Aprii delicatamente le grandi labbra e toccai con la lingua il frenulo del clitoride rapidamente. Cristina ebbe un fremito. Incominciai a succhiare delicatamente e guardando in viso Cristina per vedere le sue reazioni. Cominciai a succhiare e visto che sopportava l’intenso piacere aumentai la suzione.

Ahhh sì continua così …  Non fermarti assolutamente!…”

Sono state le uniche parole che uscirono dalla bocca di Cristina. Con lo sguardo intanto continuavo a guardare Cristina che godeva da matti. Venne poco dopo con un orgasmo intenso e potente. Si girò su un fianco assumendo la posizione fetale. Rimase così per alcuni secondi poi si rigirò verso di me e m’abbracciò e mi disse che:

“ Oh GianLuca!?!?! … Nessun uomo mi aveva fatto godere così tanto …”

Io rimasi sbalordito e anche lusingato da quanto Cristina mi aveva detto.  Si distese e aprì le gambe ed io mi misi in mezzo pronto per scoparla. Entrai senza nessuna difficoltà, la sua figa era fradicia e colava di umori; inarcò la schiena cingendo la mia schiena con le sue  le gambe. Iniziai a scoparla a fondo prima lentamente e poi accelerando il ritmo;  lei  godeva come non mai e m’incitava a continuare. Venne per una seconda volta  ma stavolta non le lasciai il tempo di riprendersi e continuai a scoparla. Sentii che la voglia d’eiaculare stava salendo rapidamente e aumentai il ritmo della scopata dicendo a Cristina:

“Tesoro sto venendo …”

Mi disse con tono eccitato:

“Non venire dentro ma sulla pancia!”

 E così feci; tirai fuori il cazzo e sborrai;  alcuni schizzi  arrivarono sul seno, altri sul viso e la maggior parte sulla pancia. Mi distesi sul letto al suo fianco e iniziammo a baciarci e a farci le coccole e le carezze; quindi andammo a farci una doccia stavolta insieme. Uscimmo dalla doccia, c’asciugammo e andammo a letto. Era quasi l’01:00. Esausti ci addormentammo quasi subito. La mattina seguente, che era domenica, mi svegliai verso le 09:30 notai che lei non era nel letto; mi vestii e scesi al piano di sotto: lei era in cucina che stava preparando il pranzo. Mi venne incontro riempiendomi di baci carezze; mi preparò la colazione, e poi andai all’edicola a comprare un quotidiano. Quindi mi sedetti sul divano e iniziai a leggerlo; verso le 12:00 volli dare una mano in cucina a Cristina apparecchiando la tavola e subito dopo iniziammo a pranzare. Il cibo era davvero buono ed invitante,sembrava essere cucinato da sapienti mani che avevano una lunga tradizione nell’arte culinaria. Finimmo con il caffè seduti sul divano. La nostra convivenza, seppur brevissima, sembrava andare a gonfie vele; c’era quell’intesa reciproca tra noi due che era fuori dal normale. Questo mi piaceva parecchio e sembrava non dispiacerle neanche a lei. Per capire meglio il tipo di rapporto che c‘era tra Cristina e suo marito Francesco cominciai a porle alcune domande generiche prendendo spunto da quello che mi diceva quando scopavamo. Incominciai a chiederle  come mai:

“Mi dici che nessun uomo ti ha fatto godere così tanto come ti faccio godere io. Ma  tuo marito Francesco  che cosa combina … ?”

Questa domanda spiazzò un po’ Cristina, in quanto non se l’aspettava, divenne seria e si sedette al mio fianco e dopo alcuni secondi di assoluto silenzio mi disse:

“Vedi Gianluca, Francesco soffre di un disturbo che non ci permette un rapporto sessuale completo e appagante come succede con te. “

Io dissi:

“Spiegati meglio”

Rimase in silenzio per alcuni secondi e poi mi disse:

“Francesco soffre di una disfunzione sessuale chiamata eiaculazione precoce!”

Rimasi in silenzio per alcuni secondi; poi con estrema delicatezza e con molta discrezione  dissi:

“Raccontami bene qual è la gravità del disturbo di cui soffre tuo marito. Io ho anche conoscenze d’anatomia e fisiologia umana e magari posso esserti d’aiuto.”

Cristina si voltò verso di me e mi prese le mani e mi disse:

“Ne sei veramente sicuro?

Io risposi:

“Certo! “

Dopo alcuni secondi di assoluto silenzio Cristina iniziò dicendomi che Francesco e lei si conobbero a Padova al di fuori delle rispettive facoltà e dopo una fugace conoscenza erano subito finiti a letto a scopare. Cristina notò subito che il rapporto sessuale era decisamente sbrigativo; cioè una volta entrato in figa dopo pochi colpi  di bacino sborrava subito. Il cazzo di Francesco si ammosciva subito dopo e non c’era niente e nulla che lo facesse ritornare duro per un secondo rapporto sessuale.

Ho avuto  come unico uomo solo Francesco e mi ero convinta che il rapporto sessuale fosse così rapido e sbrigativo. Solo dopo, diversi anni, parlando con la mia amica  d’infanzia, Susanna, compresi che il rapporto sessuale era decisamente più lungo e meno sbrigativo di quello che avevo con Francesco. Iniziai allora a sospettare che Francesco avesse un disturbo sessuale. Ma l’innamoramento d’entrambi prese il sopravvento e il disturbo sessuale passò in secondo piano. Ci sposammo e notai che il disturbo sessuale peggiorava. Eravamo arrivati al punto che lui sborrava prima di entrare nella mia figa. Lui era soddisfatto per essere venuto ed io invece dovevo sopprimere le mie voglie e mi rendevo conto che Francesco non era in grado di soddisfarmi. Mi confidai con la mia amica d’infanzia Susanna che mi disse che tali disturbi posso essere curati in appositi centri. Me parlai con Francesco ma lui subito non fu d’accordo e rigettò l’idea. Passarono circa 8 – 10 mesi e m’accorsi che il disturbo sessuale di Francesco stava sempre più peggiorando. Non potevo indossare nessun capo di vestiario che potesse esaltare la mia femminilità; quindi niente baby doll, niente perizomi, niente reggiseno a balconcino in quanto come mi vedeva con indosso certi indumenti si eccitava a tal punto che si sborrava addosso. Ci fu un episodio eclatante che ti voglio raccontare a tal proposito. Era primavera e una domenica io e Francesco andammo a  trovare un suo caro amico. Arrivati a casa sua mi presentò la sua compagna che era decisamente bella  molto sensuale e sexy. Vestiva con un corset dress di colore giallo  che arrivava circa alle ginocchia e aveva uno spacco, che saliva fino  all’inguine. Ci sedemmo sul divano per sorseggiare l’aperitivo e il vestito s’aprì mettendo in mostra le gambe davvero belle e affusolate e Francesco si  sedette di fronte a lei. Poco dopo c’alzammo in quanto il pranzo era in tavola e la ragazza, non se lo fece apposta oppure in modo sbadato, ma nel tentativo d’alzarsi aprii le gambe facendo vedere a Francesco l’esiguo perizoma che indossava. E il caro mio marito venne nei pantaloni. Imbarazzato mi prese per mano e mi portò in disparte spiegandomi ciò che era accaduto nei pantaloni; allora lo portai in bagno e cercai di porre rimedio ma ormai i boxer ed i pantaloni erano irrimediabilmente macchiati di liquido seminale. Francesco si vergognò molto; tentò di mascherare quanto era successo ma il suo amico e la sua compagna non credettero alle giustificazioni che mio marito raccontò. Dopo questo episodio Francesco si rese conto che così non poteva andare avanti e si recò da uno specialista accompagnato da me. Andammo a Padova presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia presso il Dipartimento di Andrologia e Riproduzione. Francesco spiegò al dottore il suo disturbo con notevole imbarazzo ed era grazie alla moglie che lui si trovava lì. Il medico, che era anche docente di tale materia all’università, spiegò a Francesco che prima di fare una diagnosi, e dare un’eventuale cura, bisognava fare numerose indagini diagnostiche per capire se la causa dell’eiaculazione precoce è di tipo organico oppure di tipo psicologico. Nei mesi che seguirono Francesco si sottopose a diverse indagini strumentali diagnostiche (Tomografia Assiale Computerizzata del bacino, ecografia pelvica e scrotale, esami ematochimici ecc ….) e una volta terminati tutti gli esami e con in mano tutti i referti ritornammo a Padova dal medico il quale esaminando tutti i referti con molta calma disse a Francesco:

“Lei è sano come un pesce!”

Fu una doccia fredda per Francesco; non s’immaginava una riposta del genere; nella sua mente stava prendendo corpo l’idea che doveva conviverci per tutta la sua esistenza. Ci rimasi molto male anch’io e nella mia mente sfumò l’idea di avere dei figli e di diventare mamma!

Il medico, però, disse a Francesco che c’era la strada della psicologia che a lungo andare dava dei buoni frutti. Titubante Francesco accettò anche se non ci credeva affatto. Ci recammo, quindi, sabato mattina a Padova presso la facoltà di Psicologa della Sessualità e parlammo col dottore e docente che insegnava a Padova  tale disciplina. Il primo colloquio fu puramente conoscitivo mentre dal secondo colloquio io non dovevo esserci. Ogni sabato mattina Francesco partiva per Padova per le sedute con lo psicologo che duravano ben due ore; ritornava a casa esausto e molto affaticato quasi sempre molto nervoso e scontroso; non potevo rivolgergli nessuna domanda anzi era meglio se quando arrivava io non fossi presente. Questo comportamento non riuscivo a capirlo. Ne parlai con Francesco a lungo cercando di capire che cosa succedeva a Padova e che cosa io potevo fare. Ma lui non mi diceva nulla. Non riuscivo a comprenderlo! Di rapporti sessuali non se ne parlava neanche. Anzi c’è stato un periodo, addirittura, che io dormivo nella camera da letto matrimoniale e lui dormiva nella camera da letto accanto. Eravamo in piena estate ed era sabato quando Francesco arrivò a casa dicendomi che non sarebbe più andato a Padova; le sedute le aveva interrotte lui in quanto non poteva più andare avanti. Chiesi spiegazioni ma lui non mi disse nulla. Si sedette sul divano e non proferì parola per l’intera giornata. Così dopo questa decisione mi rassegnai a non essere soddisfatta sessualmente, a non poter diventare mamma e a non avere figli. Passai giorni di tristezza e di depressione e fortunatamente le mie amiche d’infanzia mi tirarono fuori dal brutto periodo che stavo passando.”

CONTINUA

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