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Racconti Erotici Etero

Mary

By 26 Gennaio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

La mattina successiva alla mia prima esperienza trans mi svegliai tra il frastornato e l’eccitato. Non riuscivo ancora a credere di essermi scopato una donna con il cazzo e di aver goduto come non mai; ora ci rido sopra, ma all’epoca fu veramente una sensazione strana! Comunque sia, avevo capito che a livello sessuale dovevo puntare a nuovi livelli di eccitazione e godimento; giusto per fare pace con me stesso, decisi così di bidonare la mia ragazza per sabato e organizzare una gran serata di sesso con Mary. La chiamai al telefono e mi confermò che sarebbe tornata a Reggio sabato mattina e mi propose lei stessa di vederci in serata:

– ‘Sarò sicuramente un po’ stanca perché nel pomeriggio mi vedo con Katia e faremo un po’ di shopping in via emilia’ se non &egrave un problema ci facciamo una serata tranquilla in casa mia. Che dici?’
– ‘Per me non c’&egrave nessun problema, te lo avrei proposto io. Ho voglia di scoparti’ di brutto’.
– ‘La cosa &egrave reciproca, credimi. Ho voglia del tuo cazzo, del tuo odore e del tuo seme. Il mio ragazzo l’ho già bidonato, lo vedo domenica a pranzo dai suoi.’
– ‘Benissimo, a sabato allora’.

Nei giorni seguenti riuscì ad inventare scuse per non vedermi con Rita, ero molto confuso sul da farsi con lei, perché non capivo se queste mie nuove ‘pulsioni’ fossero semplicemente qualcosa di estemporaneo e decisi di rinviare ogni decisione ai giorni successivi. Volevo che la serata con Mary fosse qualcosa di pazzesco, qualcosa che in 7 anni di sesso non avevo mai fatto e nemmeno mai pensato di fare. Venerdì, verso sera, trovai poi il tempo per fare un salto al mio sexy shop preferito, con l’intenzione di comprare un vestitino sexy o un corpetto con autoreggenti, volevo che Mary fosse il più sexy possbile. Ci misi poco ad individuare un abitino bianco trasparente, ovviamente molto scollato: il colore si sposava molto bene con la pelle ambrata della mia scopamica ed ovviamente le sue tettone e le sue forme sarebbero state ben esaltate; presi anche un paio di autoreggenti bianchi ma prima di avviarmi verso la cassa decisi di dare un’occhiata anche ai vibratori.

Tra i vari falli in lattice ne notai uno decisamente interessante: NERO, lungo circa 25 cm e spropositatamente largo (almeno il doppio del mio), era dotato di una base ancor più larga che lo rendeva perfetto per l’auto-sodomizzazione. Un cazzo così maestoso non lo avevo mai visto nemmeno nei film porno con attori afro-americani e pensai che una donna avrebbe potuto solo apprezzare un vibratore del genere; decisi di regalare a Mary anche questo. Alla sola idea di vederla impalata su quel capolavoro di lattice, mi venne il cazzo duro e la commessa se ne accorse chiaramente quando fui alla cassa per pagare, tant’&egrave che mi fece anche un sorrisetto malizioso che mi eccitò ancor di più: aveva capito benissimo a cosa sarebbe andata incontro la mia partner. Insomma, diciamo che le premesse per la serata erano sempre migliori, ma ,nonostante questo, tutto sarebbe comunque andato ben oltre le mie più rosee aspettative.

Finalmente arrivò sabato sera e come da accordi mi presentai a Reggio Emilia alla casa di Mary. Il padre, un ricco industriale della bassa reggiana, le aveva comprato l’appartamento in città e lei abitava lì già da un annetto. Era più giovane di me di un anno e ci eravamo conosciuti nel corso di una serata universitaria in discoteca a Modena. Avevamo iniziato a scopare quasi da subito; il fatto che fossimo entrambi impegnati paradossalmente aveva facilitato il compito. Tutti e due eravamo annoiati dai nostri fidanzati, ma tutti e due allo stesso tempo eravamo nelle condizioni di non sapere bene cosa fare con le nostre relazioni (o forse eravamo troppo immaturi per fare ciò che fosse necessario). Oggi, a mente fredda, credo che entrambi fossimo in un momento particolare, uno di quei momenti nei quali non sai bene chi sei e di conseguenza non sai nemmeno bene cosa stai facendo.

Lei cercava un uomo che la facesse sentire donna, mentre Alberto, il suo ragazzo, era il classico polentone coglione che pensa più alle partite di calcetto con gli amici che non a far godere la propria ragazza. Io non ho mai avuto la passione del calcetto e mi sono accorto di fare parte di quella minoranza di uomini (fortunati) che hanno tempo per scopare le donne degli altri, sposate o fidanzate che fossero. Mary era una ragazza per la quale valeva la pena rischiare una scazzottata: alta 1.75, aveva due labbroni alla Parietti, una terza abbondante di seno (bello sodo) e un culo appena abbondante, come piace a me. Non era particolarmente snella sui fianchi così come non aveva dei lineamenti magnetici alla Margot Robbin; ma quando si metteva i tacchi riusciva a farlo rizzare anche ai morti. I capelli castani, la carnagione olivastra e gli occhi neri la rendevano una perfetta donna mediterranea.

Citofonai e mi disse di salire. Avevo con me la borsa a tracolla dell’università con dentro ovviamente non i libri bensì tutto quel ben di Dio che avevo comprato al sexy shop. Quella sera mi venne ad aprire con i capelli ancora umidi, avvolta in un asciugamano striminzito che non riusciva nemmeno a coprirle tutte le tette: ‘ciao Chris, sono un po’ in ritardo, ti dispiace?’, mi chiese con il classico sorrisetto da monella. Vedendo questa scena, non riuscii più a contenere tutta la mia voglia di scopare: erano due giorni che non mi masturbavo, in modo da avere più energia possibile, e non ne potevo più. Entrai e chiusi la porta, sbattei per terra la borsa e mi tolsi giacca in pelle, maglietta, scarpe, calze e pantaloni in un battibaleno. Mary si tolse l’asciugamano e si mise in ginocchio di fronte a me, mi tirò fuori l’uccello dai boxer e iniziò a succhiarlo.

Mi sfilai le mutande mentre lei continuava a succhiarmelo, quindi le presi la testa e la spinsi contro di me, volevo piantarle il mio cazzo fin dentro l’esofago. Ripetei l’operazione due o tre volte; veder Mary faticare a prendere in bocca il mio uccello mi piaceva e piaceva anche a lei. Poi la presi per i capelli, la feci alzare e la feci mettere a quattro zampe sul tappeto in salotto. In un sol colpo le entrai nella figa (io e Mary scopavamo già da tempo senza condom anche perché lei usava la pillola) poi le afferrai i fianchi e la scopai fino a quando non ebbe il primo orgasmo. Poi tirai fuori il cazzo e decisi che era ora di passare a qualcosa di più estremo.

– ‘Voglio il tuo culo, adesso’.
– ‘Non devi nemmeno chiedermelo, porco. Inculami subito!’

Non me lo feci ripetere due volte. I suoi umori avevano inondato anche l’ano e non feci assolutamente fatica ad entrare. Non contento, decisi che era ora di fare entrare in scena il vibratore nero. Mi staccai dal culo di Mary non ascoltando le sue proteste, presa la borsa a tracolla ed estrassi quel gran cazzo di gomma. Quando lo ebbi in mano, il mio cazzo si indurì oltre modo; avevo quasi voglia di provare a prenderlo in culo io dal gran che era perfetto! Mary strabuzzò gli occhi e abbozzò a qualche timida protesta. Per tutta risposta la presi di peso e la sdraiai sulla schiena a gambe aperte sul tavolo del salotto; le piantai il vibratore nella mussona, stando attento a non forzare troppo all’inizio.

Mary godeva, come una troia in calore; anche perché aveva una figa veramente da vacca: larga, slabbrata e costantemente bagnata. Gradualmente affondai il vibratore sempre di più, notando che entrava senza particolari problemi. Mary aveva iniziato a massaggiarsi il clitoride e sapevo che da lì a poco avrebbe squirtato, e così fu. ‘Toglilo! Toglilo!’, mi disse. Estrassi il cazzo in lattice e rimasi a guardarla godere: mentre continuava a strizzarsi le tette, iniziò a sgrillettarsi sempre più violentemente, per poi esplodere, letteralmente. Mi schizzò con il suo liquido dall’addome in giù, ed io ero rimasto a guardarla come un ebete, con un cazzone nero in mano. Nonostante fosse leggermente rintronata dalla squirtata, la rimisi in piedi e la tornai ad inculare senza troppi complimenti. Ero infoiatissimo e venni dopo poche botte, riversandole tutta la mia sborra nel culo.

Appoggiai il fallo nero e mi buttai un attimo sul divano. La cagna però era ancora in calore e di brutto; si mise a quattro zampe e infilò la testa tra le mie gambe, fino a prendere in bocca il mio cazzo ancora semi-duro: ‘mi fa impazzire il tuo cazzo’ ‘ mi disse tra una pompata e l’altra ‘ma quel gingillo nero che hai portato &egrave veramente un portento’. La lasciai lavorare un po’, poi mi allungai sulla sua schiena e le infilai un dito, poi due e poi tre nel culo: era bello largo ma anche bello bagnato. Feci scivolare la testa di Mary verso i testicoli, lei capì le mie intenzioni e si allungò fino a leccarmi il culo; sapeva bene che il rimming mi faceva impazzire, soprattutto se seguito da un dito che scivola dentro. Il cazzo mi tornò bello e duro e decisi di tornare ad inculare la mia troietta.

‘Tieni ‘ le dissi passandole il cazzone negro ‘ infilatelo nella passera mentre ti inculo, puttana’. Entrarle dietro fu incredibilmente facile, tanto che mi venne il dubbio di averglielo messo nella figa. Poi, quando sentii entrare il cazzo nero, capii che era tutto ok. Non so quanto andammo avanti così, ma lei squirtò altre volte ed io le venni ancora una volta nel culo. Quando tolsi il mio cazzo, vidi che il suo ano era dilatato in maniera oscena e mi venne da infilarci tre dita. Poi quattro’ ma quando vidi che entrava mezza mano senza problema, decisi di provare a fare scivolare dentro anche tutto il resto. Con mia grande sorpresa, entrai senza nessun problema e senza particolari lamentele da parte sua. Tutto questo nonostante che il cazzone nero fosse ancora stabile nella passera.

‘Sei un porco ‘ sei un porco allucinante”, Mary commentava quello che le stavo facendo con frasi confuse e poco lucide. Stava venendo di continuo e la cosa mi faceva impazzire. Era la prima volta che vedevo una donna così in ectasy dal vivo. Non mi attentai a metterle dentro anche l’altra mano su per il culo anche se la tentazione era molto forte. Ma non era finita qua.

Dopo l’ennesima squirtata, Mary si tolse il vibratore e si divincolò. Tirai fuori la mano, lei si girò e guardandomi negli occhi prese a leccarmi le dita, quasi come a volerle pulire (anche se non avevamo avuto nessun tipo di problema ‘igienico’). Poi mi allungò il vibratore e mi chiese decisa: ‘ti va di scoparmi il culo con questo?’. Accettai contento ed eccitato per la sua porcaggine. Lei si girò, inarcò la schiena, io le puntai il vibratore sul culo iper-dilatato e glielo infilai dentro in un sol colpo.

Iniziai facendo scorrere il vibratore molto lentamente; lei nel frattempo si masturbava la figa. Poi accelerai fino a che lei mi ordinò di piantarlo più in profondità possibile. Lei aumentò la masturbazione ed esplose in un’altra squirtata, l’ennesima. Poi la cosa si ripet&egrave almeno altre due volte. All’ultima venuta Mary si sdraio esausta sul tappeto, che nel frattempo era diventato un autentico campo di battaglia. Mi diressi in bagno e preparai la vasca per un bel bagno rilassante, tornai in salotto e la aiutai a rimettersi in piedi e la accompagnai.

Il resto della serata passò in totale relax, tra la cena ed un film. Tra le altre cose, Mary non aveva ancora visto gli altri regali, ma tant’&egrave. Andammo a letto verso l’una e inevitabilmente facemmo ancora sesso; ma in maniera dolce, come se fossimo fidanzati e non amanti. Ripetemmo la cosa al mattino prima di alzarci e fare colazione insieme. Era domenica e lei doveva prepararsi per il pranzo a casa del fidanzato, quindi la salutai e me ne andai. Era una giornata assolata, con un cielo azzurro e limpido, un’autentica eccezione per la pianura padana d’Emilia. La primavera era appena iniziata, nel miglior modo possibile.

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