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Racconti sull'Autoerotismo

Evasioni dalla noia

By 18 Ottobre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

La finestra della camera era aperta e i rumori dell’esterno facevano da colonna sonora a quel pomeriggio noiosissimo. In realtà avevo un mare di cose da fare ma, come mi capita in certe occasioni, il mio cervello si rifiutava di mettersi in moto e di trovare le soluzioni dei tanti problemi che mi affliggevano. E’ un po’ come per uno scrittore la fobia del foglio bianco.
Distrattamente iniziai a navigare in Internet, prima qualche sito di fotografia, poi le ultime novità dal salone nautico, … insomma per un po’ la mia testa si lasciò trasportare dal lento susseguirsi dei clic.
Poi ancora la noia.
Avevo addosso quella sensazione di vuoto che non mi permette di reagire, di uscire, di andare a fare quattro passi. In questi momenti, come anche in passato, l’unica soluzione &egrave un po’ di sano erotismo.
Così mi misi a cercare qualcosa che si differenziasse dal solito porno di basso livello, da tutte quelle finestre che ti intasano il desktop, dalla richiesta incessante dei dati della carta di credito.
Mi venne in mente che per una volta la lettura avrebbe potuto sostituire la visione di immagini o filmati. La mia fantasia nell’immaginare situazioni e ambienti potevano dare quel tocco in più di cui avevo tanto bisogno.
Digitai “racconti erotici” sul mio motore di ricerca e sfogliai la lista delle possibili risposte. I racconti di Milù attirò la mia attenzione: un clic ed entrai. Iniziai l’esplorazione del sito. Lessi qualche riga qui, qualche altra la.
Finalmente, quasi guidato dal caso, capitò sullo schermo un lungo racconto di Cristina. Mi piacque subito il suo stile, il suo modo di raccontare le cose.
I miei occhi erano incollati allo schermo. Viaggiavano veloci lungo le righe senza riuscire a staccarsi. Con la mano fissa sul mouse, agivo sulla rotellina per scrollare il testo e continuare nella mia lettura.
Un suono acido e fastidioso ruppe l’atmosfera, riportandomi di colpo nella camera dove poco prima mi sentivo un bradipo annoiato. Il citofono squillo nuovamente. Mi alzai e mi diressi verso l’ingresso per vedere chi fosse il rompipalle di turno.
‘Pubblicità: mi può aprire’. Pigiai il bottone senza neanche replicare.
Tornato in camera guardai da lontano il monitor. Il racconto che stavo leggendo era ancora li, pronto per me. Mi resi conto che, ancora prima di sedermi, i miei occhi già stavano cercando il punto dove mi ero fermato. Trovato, prosegui nella lettura.
Il primo racconto era finito ma la mia mente non ne aveva abbastanza, così cercai il modo per vedere se Cristina avesse scritto qualche altra cosa.
Felice per aver trovato un lungo elenco dei suoi scritti, ne scelsi subito uno e ricominciai la lettura.
Bastarono poche righe per rituffarmi nel mondo dell’immaginazione. Iniziavo a sentire i profumi, i sapori, persino i suoni che venivano descritti così bene.
Arrivato in fondo allo schermo, mi resi conto che, istintivamente, la mano che prima teneva e controllava il mouse non giocava più con la rotellina ma si era spostata su chi si era svegliato e iniziava a richiedere le miei attenzioni. Contro voglia riafferrai il mouse e posizionai il testo in modo da riuscire a leggerlo fino in fondo e poter finire tranquillamente quella lettura che mi stava tanto appassionando.
Fatto ciò, prima di proseguire nella lettura, riportai la mano li dove si era messa da sola e mi accorsi subito che dai pantaloni della tuta si avvertiva una zona un po’ umida. Solo in quel momento realizzai quanto quelle parole mi avevano eccitato. Non volendo punire ulteriormente il mio più caro amico, con un movimento deciso, senza distogliere gli occhi dal monitor, mi calai i pantaloni, liberando il mio pene, già duro e con il glande completamente lucido.
La mano destra, liberata dal compito di far scorrere la lettura, impugnò subito l’asta, stringendola forte, quasi a domarla. Una sensazione di piacere invase subito il mio corpo, tanto che a fatica riuscivo a mantenere aperti gli occhi per continuare la lettura.
La protagonista del racconto stava accogliendo nella sua bocca il membro possente dell’amante e Cristina ne descriveva le sensazioni. Geloso e curioso al tempo stesso, passai più volte indice e medio sul glande per prelevarne il succo e subito inizia a leccarli avidamente. Il sapore asprigno mi invase subito la bocca, facendo aumentare di colpo la salivazione. La mano torno sull’esuberante membro e iniziò ad accarezzarlo con una sorta di calma fermezza.
L’eccitazione continuava ad aumentare e il racconto diventava sempre più coinvolgente. Sfortunatamente un rapido conto delle righe che mancavano mi fece subito capire che i due amanti stavano arrivando alla conclusione ed io non avevo alcuna intenzione di perdere quell’occasione.
Interruppi la mia lettura poco prima dell’orgasmo dei due protagonisti, per dedicarmi al mio.
Il ritmo della mia mano aumentava. Ora, non dovendo più leggere, il mio corpo assunse una posizione più comoda. La mano sinistra, finora libera e appoggiata alla scrivania, inizio ad esplorare lo scroto, giocando con i testicoli che si erano induriti per l’eccitazione che continuava a salire. Il mio desiderio cresceva incessantemente e, dopo aver inumidito bene due dita della mano sinistra, le portai, contorcendomi un po’, all’ano e inizia a stimolarmi anche li dietro.
La penetrazione avvenne quasi subito: le dita si facevano spazio nel dolorante anfratto che, piano piano, rilassandosi, si lasciava andare, dilatandosi sotto la spinta delle mie due dita.
Con la destra continuavo a masturbarmi, alternando ritmo e pressione.
L’orgasmo era vicino. Le dita impegnate nella penetrazione si davano da fare sempre di più, tentando di insinuarsi sempre più a fondo.
Finalmente un fremito mi fece contrarre tutto il corpo. La mano destra si fermò di colpo per andare a stringere forte la base del mio pene in eruzione: il flusso di sperma era bloccato e, pur sentendo i colpi dell’orgasmo che facevano contrarre tutto il mio corpo, nulla ancora riusciva ad uscire.
Piano piano allentai la presa, lasciando che lo sperma, fino ad allora bloccato dentro di me, precorresse tutto il mio membro, regalandomi brividi di piacere straordinari.
La posizione semi sdraiata che avevo assunto fece in modo che il mio seme si raccogliesse sulla pancia, creando una pozza nell’ombelico.
Avevo appena provato un’orgasmo incredibilmente intenso ma non ero ancora contento. Senza muovermi, con la mano ancora avvolta attorno al mio giocattolo, ripresi la lettura da dove avevo terminato.
La protagonista del racconto stava accogliendo nella sua bocca il seme dell’amante, gustandolo e ingoiandolo tutto, avida di quel regalo particolare.
Ancora una volta un fremito mi percorse tutto il corpo: dovevo assaggiare il mio seme!
Con le dite iniziai a raccogliere quel liquido caldo e denso che ormai colava dai fianchi. Quasi a fare una scarpetta con il sugo, pucciai le dita nell’ombelico e subito me le portai alla bocca. La cosa mi piacque a tal punto che avrei anche potuto evitare di lavarmi perché di seme sulla mia pancia ne era rimasto veramente poco.

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