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Racconti sull'Autoerotismo

Grazie per i commenti

By 30 Luglio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Finalmente a casa. 12 ore di trattative per quello stupido progetto, nel mio stomaco c’è più caffè che cibo, mangio un boccone, doccia e un po’ di tv. Fa così caldo. Condizionatore rotto. Apro tutto e accendo il ventilatore, pigiama neanche a parlarne, gli slip, un paio di caste mutandine bianche, possono anche rimanere ma il resto è più che superfluo. Zapping: telefilm, telequiz, telenovela, tele gossip ‘. Bah! Un ultima occhiata alla mail e vado a dormire, tanto ho il portatile, lo guardo direttamente dal letto. Bene, nessuna novità. Quasi quasi do uno sguardo a iomilù’ chissà quante persone hanno letto il mio racconto, l’ho pubblicato da qualche giorno ormai, vediamo ‘ quasi 10.000 lettori! Cavolo! Avevo chiaramente sottovalutato la portata di questo sito! Ho visto altri autori chiedere commenti, ma dove arriveranno? Dato che ci sono sarà meglio dare un’occhiata anche alla mail ‘ Davvero mi hanno commentata!
Allora: Complimenti (grazie) ‘ proposte di confronti e scambi di consigli (magari, ma questo è solo il mio primo racconto) – sarai la mia schiava (ok questo mi imbarazza) ‘ Mi hai talmente colpito che ho deciso di scriverti (e io sono colpita a mia volta) – Mi hai eccitata, brava ‘ Mmh, questo eccita anche me. Non avevo pensato a chi mi avrebbe letta, quali reazioni avrebbe provocato il mio racconto, l’idea che qualcuno si sia eccitato, che vorrebbe vivere le mie fantasie, senza contare l’impeto di narcisismo che mi ha preso ‘ sono su di giri! Ora tutto quello che vorrei è un bel cazzo su cui sfogare questa eccitazione, un cazzo che mi sfondi la figa fino a farmi venire e venire.
Non resisto, comincio a toccarmi, sopra le mutandine, solo carezzine ma sono già fradice, da quando mi sono depilata completamente, la mia figa risponde al minimo stimolo.
Mi afferro i seni, comincio a stringerli e ci affondo le unghie, mi graffio fino ai capezzoli, li strizzo forte e li tiro. Li afferro entrambi con la mano sinistra, le unghie li stringono forte per unirli. La mano destra scende negli slip, prendo il clitoride fra le dita e comincio ad allungarlo a premerlo a tormentarlo in ogni modo possibile prima di diventare un lago d’umori che mi farebbero perdere la presa.
Scendo ancora, mi infilo due dita dentro e le faccio roteare, le allargo le incuneo, cerco il punto g, ma non mi bastano. Che cosa ci faccio con due sole dita quando vorrei sentirmi sfondare da un gran cazzo come fossi una puttana. Dovrei decidermi a comprare almeno un vibratore, ho solo un paio di manette appese provocatoriamente alla spalliera del letto, ma da sola non mi servono a nulla. La prima cosa che vedo è un deodorante dalla forma abbastanza ergonomica, lo prendo e comincio a giocare con la punta sul clitoride, ci giro intorno, lo sfrego, lo premo con forza, poi lo avvicino alla bocca e comincio a succhiarlo, immaginando che sia un cazzo e che qualcuno mi guardi mentre faccio il pompino più voluttuoso della mia vita, la bocca aperta, la lingua da fuori che ne avvolge la punta.
Lo faccio riscendere sui capezzoli mentre mi lascia una scia di bava e qui la stanchezza mi tira uno strano scherzo. La fantasia prende corpo e sento come reali le sensazioni create dalla mia mente. Vorrei che l’autore di quella mail uscisse dallo schermo del computer come se entrasse dalla finestra, mi prendesse e mi scopasse facendomi sentire il rumore delle palle che sbattono ritmicamente mentre lui letteralmente mi stantuffa. All’improvviso i polsi mi vengono bloccati sopra la testa e mi sento schiacciata da un corpo forte maschile, una mano sulla bocca mi appiccica dello scotch largo che mi impedisce di urlare
– ciao dolcezza, perché perdi tempo con quella bottiglietta, non preferiresti essere trapanata da un cazzo vero?
Comincia a baciarmi la spalla, mi morde l’orecchio, mi succhia forte il collo. Non resisto, altro che oppormi già mi sto contorcendo e mugolo come una troia, fa scivolare un ginocchio fra le mie gambe, la coscia struscia sulla mia figa, la spingo in fuori per sentirlo meglio, la sua mano scende dalla mia bocca e mi afferra il collo, la testa mi esplode, sento montare l’orgasmo ma lui si stacca all’improvviso, la sua gamba non mi sfiora nemmeno e le mani ora mi bloccano entrambi i polsi
– stavi per venire, vero puttanella? Ma non mi sembra di averti dato il permesso. Sei in calore come una lurida cagna ma non so se ti farò godere stanotte. Forse, se farai la brava, almeno te lo farò sentire il mio cazzo, e magari guadagnerai anche il mio sperma, chissà!
Avvampai rabbiosa, provai a liberarmi le braccia e a calciarlo con la gamba che avevo fra le sue, volevo urlare, ma nessuna di queste cose andò a segno. Mi guardò divertito.
-aah, è proprio per questo che sono qui. Mi piace che provi a ribellarti o non avrei avuto nessun piacere nel domarti. Questo scatto mostra tutta la rabbia che provi. Vedrai, quando si trasformerà in passione e desiderio di cazzo ti scoperò e godrai come mai prima.
Ancora rabbia, più di prima. Ma chi cazzo ti credi di essere! Alzo la testa come se avessi voluto azzannarlo, buon per lui che aveva già provveduto a tapparmi la bocca.
– tsk tsk. Non esagerare cagnetta o dovrò punirti.
Mi gira di scatto, mi mette a pancia sotto e mi afferra i polsi con una mano sola. Rumore di metallo, cazzo sono le mie manette! Mi incatena alla testiera del letto. Merda! Ora come faccio?
-bene. Questo renderà tutto meno faticoso per me. Spero che tu abbia le chiavi o il fabbro sarà ben felice di questo lavoro. Se ti comporti male ti lascio così, tanto se urli i vicini ti sentono. Vediamo, chiameranno i pompieri, che entreranno dal balcone o sfonderanno la porta blindata così anche i vicini potranno dare un’occhiata, e poi verrà il fabbro. In tutto una quindicina di persone almeno. Non so se mi converrebbe scriverti sulla schiena ‘troia’ o ‘chiavatemi per favore’. Tu che dici, quale delle due apprezzerebbero di più?
Mi afferra con forza il volto e mi guarda negli occhi impedendomi di girare la faccia
-si, meglio la seconda, sono d’accordo. Anzi non sarà nemmeno necessario che urli, ti lascerò imbavagliata, li chiamerò io per te. Così troveranno il regalo ancora più piacevole.
Sbarro gli occhi terrorizzata, riesco a togliere la faccia dalla sua mano ma non gli piace, mi afferra per i capelli e mi ricostringe a guardarlo
-era proprio questo che intendevo, non collabori, che c’è? forse ti piace troppo l’idea di quello che succederà se mi contraddici?
Mi lascia cadere della saliva sulla faccia, con lentezza.
-per ora concentrati sul mio piacere, poi penserai ai pompieri.
Si alza e mi guarda per bene, ancora stesa sulla pancia con il culetto coperto dagli slip.
-mutandine bianche? Non si addicono a una troia come te, sarà meglio toglierle. Sono a dir poco zuppe. Sei solo una troietta gocciolante. Senti come puzzano di cagna in calore
Me le sbatte in faccia lasciandomela fradicia dei miei stessi umori e nel frattempo mi tocca la figa.
-ah, ecco. Le tenevi per evitare irritazioni, ti sei depilata da poco. Mmh che morbidezza. Bè se hanno una funzione così importante sarà meglio che te le rimetta.
Me le struscia bene sulla figa asciugandomi tutti gli umori, quello sfregamento mi fa impazzire specie quando lo fa sul clitoride, invece che chiudere le cosce le apro più che posso per favorirlo. Sento che insiste fra le piccole labbra da cui sto letteralmente gocciolando ma inizia a spingere, un po’ le infila e un po’ le ritira fuori, finché pian piano me le inserisce tutte dentro.
-bene, finalmente abbiamo messo un tappo. Così sentirai davvero quello che farò alla tua figa e quello schifo che cola non mi farà slittare.
Cazzo, lavorare sulla figa asciutta è bello per un po’ ma poi diventa uno dei peggiori fastidi possibili se non vero dolore. Mi sto preoccupando. Mi gira di nuovo a pancia su.
Fa scorrere un dito sulle mie grandi labbra, sulla pancia, intorno al seno sul viso. Ho la pelle d’oca.
– reagisci proprio a qualunque stimolazione, eh, troietta? E questi graffi cosa sono? è così che ti piace? Con le unghie?
Si siede a cavalcioni su di me e mi graffia con entrambe le mani partendo dalle braccia, disegnando dei ghirigori simmetrici sul mio corpo, brucia ma mi eccita da matti.
-la tua pelle è fantastica, bianca come sei queste striature rosse risaltano da morire
Si gira e ricomincia dai piedi, risale dall’interno coscia e mi graffia anche la figa, prima solo fuori, poi con due dita anche all’interno delle labbra asciutte. I miei mugolii ora sono più di fastidio ma sono sicura che se fossi bagnata starei godendo e le mie cosce spalancate per facilitargli il lavoro ne sono la prova, evidente anche per lui.
SCIAFF! MI HA SCHIAFFEGGIATO A PIENA MANO LA FIGA APERTA! CAZZO!
-troietta, che fai? chiudi le gambe ora? Meno male che ho portato la corda, forse sarà un po’ ruvida per te ma anche i segni della corda saranno eccitantissimi.
Scende dalla mia pancia e fruga in una borsa, mi lega la corda sopra al ginocchio sinistro, la lancia sotto il letto e fissa l’altro capo sopra il mio ginocchio destro spalancandomi le gambe fin dove possibile.
-guarda quanta ne è avanzata, puoi aprire moltissimo le cosce, ottimo!
Armeggia di nuovo nella borsa, prende un coltello enorme seghettato e taglia il pezzo di corda che avanza. Si rende conto all’improvviso dei miei occhi spalancati dalla paura e fissi sul coltello, sogghigna, mi passa la punta di quell’affare sulla pancia e guarda divertito il brivido freddo che mi attraversa mentre cerco di non muovere un muscolo. poi mi sussurra all’orecchio
-tranquilla, questo non rientra nei nostri giochini. Non stasera.
Lo posa con lentezza sul comodino poi ricomincia a parlare allegro come prima
-allora, dov’eravamo rimasti?
Si rimette a cavalcioni su di me dandomi le spalle, mi allarga bene le grandi labbra e mi passa il pezzo avanzato dalla corda sulla figa facendomi il solletico
SCIAFF! Di nuovo, CAZZO!
-bè direi che i nodi reggono, non puoi più chiudere le gambe ora
SCIAFF! SCIAFF! SCIAFF! SCIAFF!
Mi accarezza per vedere se sono ancora asciutta poi alterna il solletico con la punta della corda ai graffi con le unghie all’interno della figa. Finché:
– non posso crederci, ti stai già bagnando nonostante le mutande nella figa. Che porca! Ora ci penso io.
Esce dalla stanza, sento dei rumori strani, dopo un po’ ritorna con un bicchiere pieno di ghiaccio. Me ne passa un cubetto sul collo, sui seni girando intorno ai capezzoli e guardandone le reazioni, sono così duri da farmi male, scende sulla pancia, sul clitoride, mi toglie gli slip di scatto creando una spiacevole sensazione di attrito ma subito ci passa il ghiaccio, me lo infila dentro di poco, ci gioca, poi lo toglie e lo sostituisce con uno più grosso che ancora non si è sciolto e che spinge fino in fondo. Il cubetto semi sciolto se lo mette in bocca e viene a succhiarmi i capezzoli, la sua lingua calda e morbida si alterna al ghiaccio freddo e duro, sto impazzendo di piacere, la mia vagina si contrae sul cubetto di ghiaccio, il freddo smorza il piacere e riesce a contenermi. Mi gira la testa dalla voglia che ho di godere. La sua mano scende fra le mie gambe, le dita si infilano nella vagina e la aprono facendo uscire l’acqua sciolta dal cubetto. Mi ha lavata senza muovermi dal letto, sono di nuovo senza lubrificazione. Mi penetra un po’ con la corda avanzata, punge ma ho troppa voglia per preoccuparmene, se non fossi asciutta godrei a farmi scopare da una corda! è pazzesco, è umiliante, sono arrabbiata, sono eccitatissima.
-Troietta, al momento ti faresti infilare qualsiasi cosa pur di godere, ma non è ancora il momento.
Toglie la corda e mi rinfila gli slip nella figa, vorrei gridargli un vaffanculo enorme se solo potessi!
-che occhi infuriati, haha, peccato però. Significa che ancora non puoi godere, voglio vedere solo voglia di cazzo nei tuoi occhi e non voglia di uccidermi. Fino ad allora ‘ mi divertirò io.
Prende un altro pezzetto di ghiaccio e me lo fa passare fra le grandi labbra, sul clitoride e poi scende verso il culetto, forza un po’ ma i miei muscoli si irrigidiscono impedendogli di farlo entrare
– ma dai, non mi dire, se non è un culetto vergine è per lo meno poco usato.
Prova con il dito
-neanche il dito!
Si stende su di me, sento il suo cazzo premere forte sulla mia figa, dio se lo voglio, farei di tutto per averlo, il suo petto mi schiaccia, mi afferra i capelli e mi morde forte il collo. Scopami, ti prego scopami. Invece mi sussurra con una voce particolarmente roca che da sola basterebbe a farmi godere
-non vedo l’ora di sfondarti il culo, di sentire come stringe il mio cazzo mentre te lo rompo e mentre tu urli che ne vuoi ancora e ancora.
Dio, ti darei anche il culo ora purché ti decida a scoparmi. Ha ricominciato a graffiarmi, più forte di prima, più a fondo, la zip dei suoi pantaloni mi sfrega sulla figa seguita da quell’enorme palo duro che c’è dentro.
Ah, un dito si è fatto strada nel mio culo, è una cosa che odio, ma sono così eccitata, mi devo solo rilassare, ma non faccio nemmeno in tempo che ce ne sono già due, mi morde i capezzoli, potrei morire dal desiderio, anzi ora è diventato bisogno, ho bisogno del suo cazzo, vorrei alzare le gambe per aiutarlo ma le corde me le bloccano, vede il movimento, mi guarda, mi penetra anche con lo sguardo, non mi sono mai sentita così nuda, sono completamente sua. Mi benda con un foulard e si alza, non lasciarmi ti prego, sento rumore di zip, si spoglia e io non lo posso vedere, ma perché? Me lo appoggia sul viso, cerco di strusciarmici su per fargli sapere quanto lo voglio, scende sui capezzoli, come per il viso, cerco di mettere il petto in fuori deve capire che morirò se non si deciderà a darmelo. Mi sale a cavalcioni e comincia a farsi una spagnola fra le mie tette, finalmente lo sento, grosso e dritto, quando si avvicina al mio viso ne sento l’odore, è pulito e io vorrei prenderglielo in bocca e spompinarlo fino a domattina.
Sento che mi lega le tette con una corda più sottile ma sempre un po’ pungente, le stringe insieme e alla fine ci passa di nuovo il cazzo sopra, ora si tengono strette da sole ma la spagnola risulta un po’ scomoda. Le sensazioni che mi danno mentre si infila tutti e due i capezzoli in bocca e me le morde invece potrebbero anche portarmi all’orgasmo. Mi sfila di nuovo gli slip, ora non fanno il minimo attrito
-che puttana, sono da strizzare
Sento delle gocce cadere sulla mia pancia e lui che si piega e le lecca. Aah, fammi godere, ti supplico.
-ora fai attenzione, voglio incularti ma prima voglio sentire che mi dici quanto sei troia. Ho qui due oggetti vibranti. Questo – e me lo passa sui capezzoli – lo troverai semplicemente fantastico una volta che sarà dentro di te, quest’altro invece punge un po’ già da fermo, non ti dico quando inizia a vibrare – i capezzoli non gradiscono, figuriamoci là sotto. A seconda della dichiarazione che farai quando ti avrò liberato la bocca ne riceverai uno dentro. Quindi pensa bene a quello che dirai e a come lo dirai.
Così dicendo mi strappa il bavaglio e a me sfugge un urletto ma subito riparo
-aaah, scusa ma non me l’aspettavo, mi ha bruciato un po’ le labbra ‘ mio signore ‘ farei qualsiasi cosa ora pur di avere il tuo cazzo, in qualunque modo desideri, e proprio per questo preferirei il primo vibratore. Quello non mi provocherà stimolazioni che rischino di farmi deconcentrare dal tuo membro. Ogni cellula del mio corpo non desidera altro che il tuo cazzo e il tuo corpo, il resto ora per me nemmeno esiste. Voglio solo essere la tua troia e sentirti godere, e se fosse possibile, godere con te, di te. Ti supplico, scopami.
Silenzio.
-Mi ‘mmm ‘
Sono di nuovo imbavagliata
– va bene, ho sentito quello che volevo, per ora può bastare.
Sento che accende uno dei due vibratori, me lo appoggia sulla figa, è quello liscio per fortuna, me lo passa un attimo sul culo e poi lo rispegne e me lo sbatte in figa. Una corda sottile passa fra le mie grandi labbra ma l’ano è lasciato libero. La lega così, poi sento che prende il coltello dal mio comodino, cazzo non ci vedo nemmeno, mi taglia le corde da vicino alle ginocchia e mi gira piazzandomi un cuscino sotto la figa che mi tiene il culo in alto e fa strusciare bene la corda sul clitoride
-se godi senza il mio permesso ti frusterò tanto che non potrai sederti nemmeno per usare il bagno.
Cazzo, il vibratore deve avere un telecomando wireless, è acceso, se muovo anche un solo muscolo sono sicura che il clitoride mi obbligherà a godere. Merda! Lui non lo sento più, mi sa che mi sta guardando per controllare che faccio. Mi arriva una sculacciata, struscio il clitoride le labbra, il cuscino, la corda. CAZZO, non devo godere! Lui ride.
-hahahah, a quanto pare ho fatto un buon lavoro
Ancora due sculacciate, mi paralizzo praticamente, lui invece continua a ridere. Poi comincia, prende i miei succhi e li stende fino al culetto, e comincia a lavorarmelo, un dito, due dita, il vibratore viene acceso e spento in continuazione, finché non lo mette a una velocità maggiore e appoggia il cazzo al mio buchetto, sembra che l’abbia unto, mi toglie lo scotch dalla bocca e schiacciandomi di nuovo con tutto il peso mi tira i capelli e mi sussurra con quel suo tono roco:
– supplicami!
– ti prego, ti prego sfondami, dove vuoi, come vuoi ma dammi il tuo cazzo, non ne posso più
– perché?
– perché voglio essere la tua troia, la tua puttana. Non so quali cose terribili accadrebbero se non potessi avere il tuo cazzo. Ti prego, ti supplico riempimi di cazzo. Ti sto implorando.
Mi preme una mano sulla bocca e il suo cazzo mi scivola letteralmente dentro, tutto in un fiato, non sarei in grado di urlare comunque. Rimane immobile anche lui, il vibratore è stato spento, non esiste più niente, solo io, il suo peso sulla mia schiena e il suo cazzo. Sento il suo respiro, mi ricordo che dovrei respirare anch’io ma appena lo faccio il mio sfintere si stringe intorno all’intruso e io lo sento tutto. Urlo, lui riaccende il vibratore. Appena mi rilasso un po’ la sua mano scende a stringere il mio collo e l’altra mi tira i capelli. Senza farlo uscire di un millimetro me lo spinge sempre più in fondo, la figa struscia ad arte su corda e cuscino
-era questo che volevi, no, puttana? Sentire tutto il mio cazzo fino in fondo. Giusto?
– si, era questo, grazie. Ma brucia
– se vuoi smetto, sei tu che mi hai supplicato per averlo
-no, non voglio, voglio che continui ad incularmi, voglio essere la tua puttana
-bene allora, hai un bel culo stretto, ora cominciamo ad allargarlo un po’ prima che mi strizzi il cazzo
Comincia a stantuffarmi, ora esce e entra di almeno un palmo, ma sento anche di più il clitoride, il bruciore diventa fastidio, il vibratore ha una velocità fantastica, comincia a piacermi davvero.
-che culo stupendo, tra poco ci godo dentro, voglio inondartelo di sperma
-si, ti prego, si, ma dammi il permesso di godere con te ti supplico
-che troia, è la tua prima inculata e già godi, non ho mai visto una mignotta come te. Ti concedo di godere ma solo insieme a me troia
-si, si
La sua sborra nel mio culo è il colpo di grazia
-più forte, più forte, finisci di sfondarmelo, godo
-si troia, te lo rompo, godo anch’io aaaahaaah
Sono distrutta. Appena si smoscia esce da me e mi guarda soddisfatto il culo che si richiude. Prende un pezzetto di ghiaccio al volo e me lo infila dentro
-aaaaah
– non ti lamentare, ti rinfrescherà.
Detto questo va in bagno a lavarsi, sento il rumore dell’acqua. Ma io ho un cubetto di ghiaccio nel culo, un minivibratore in figa e il clitoride ultra stimolato. Ho paura che mi veda godere ma non posso farne a meno. Cerco di non fare rumore ma mentre sto godendo il mio orgasmo viene interrotto da una cinghiata sul culo
-maledetta puttana, cosa ti avevo detto? Ho solo aperto l’acqua in bagno, sapevo che la tua troiaggine avrebbe avuto il sopravvento. Ora vedrai.
Mi rimette il bavaglio e comincia a frustarmi, in realtà non fa forza ma è umiliante e ancora di più perché mi sta montando un altro orgasmo che non posso fermare
-troia, anche mentre vieni picchiata, sei solo una lurida cagna in calore
Mi scioglie le mani dal letto (le chiavi erano sempre state appese dov’erano le manette) e me le ri ammanetta dietro la schiena, mi leva la benda dagli occhi, mi porta in bagno, mi sbatte in ginocchio nella vasca e mi apre la doccia fredda. Il fiato si spezza ma dura poco. Finalmente posso vedere il suo cazzo, il suo splendido maestoso cazzo, quanto lo voglio ancora.
-succhia!
Ancora una volta mi libera le labbra e io gli faccio il miglior pompino che posso da quella scomoda posizione, nella speranza di poterlo cavalcare dopo e averlo finalmente in figa ma lui mi viene addosso, ovunque, anche nei capelli e negli occhi che ora bruciano a morire.
-aaaaah, vieni troia che ti riscaldo, aaaaaah
Guarda orgoglioso la sua creazione, ho i capelli bagnati, sono ammanettata, inginocchiata nella vasca, con una corda che solca le mie grandi labbra una che mi stringe le tette insieme e due che segnano le cosce, la pelle ricoperta di graffi arabescanti e i segni del bondage, ricoperta di sperma, il suo sperma che ho implorato di avere.
Apre l’acqua tiepida, mi libera da ogni legaccio e mi lava con dolcezza, le mie mani e le sue accarezzano il mio corpo, ho gli occhi chiusi e mi godo il momento, poi solo le mie mani, il cigolio della porta che si muove, la finestra della mia camera da letto viene sbattuta dal vento. Riapro gli occhi, mi asciugo e vado a vedere se c’è ancora, sembra non aver lasciato alcuna traccia del suo passaggio, solo i segni delle corde e delle sue unghie, in superficie sulla mia pelle, in profondità nella mia figa e nella mia mente. Mi rimetto a letto e mi addormento, sperando che ritorni.

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