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Racconti sull'Autoerotismo

Il Clarinetto

By 29 Dicembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Era un noioso giorno di Dicembre e Maddy si guardava allo specchio, era una ragazza non tanto alta, dai capelli lisci e scuri, che le arrivavavo fino alle spalle ma che teneva spesso raccoliti in una coda, con due occhi di un bel verde smeraldo. Il suo fisico era magro ma non troppo, infatti poteva vantare di un prosperoso seno con aureole non troppo grandi, di un colore di poco più scuro rispetto al corpo che era abbastanza pallido, capezzoli appena accennati e un culo sodo e ben fatto, i fianchi con una curva decisa, fossette di Venere in fondo alla schiena. Maddy non aveva mai avuto un ragazzo fino ad allora, non aveva mai permesso a nessuno di baciarla toccarla in quanto riteneva di dover attendere la persona giusta. Inoltre lei stessa non aveva mai osato toccarsi ritenendola una cosa stupida ed inutile, tuttavia da un po’ di tempo quel corpo così perfetto aveva iniziato a suscitare in lei un certo desiderio. Quel giorno indossava un vestito bianco che la faceva sembrare una sposa, ma soprattutto le metteva in risalto il seno abbondante, le piaceva molto, avendo deciso che il giorno in cui avesse stabilito di iniziare una rapporto con un ragazzo avrebbe indossato un vestito bianco.
‘ci siamo’ pensava dentro di se. Tuttavia l idea del primo rapporto la spaventava molto, poiché temeva di non essere all’altezza delle aspettative del partner da lei designato. ‘forse dovrei provare a toccarmi per non arrivare impreparata, o per lo meno per prendere un po’ di confidenza con il mio corpo. Dopotutto la mano &egrave la mia.’ Iniziò a pensare. E cosi con la mano prese un lembo della gonna del vestito che le arrivava quasi alle caviglie, Il cuore le batteva fortissimo, trasse un lungo respiro e si decise, tirò su il vestivo fino a scoprire il reggi-calze, aprì leggermente le gambe mettendo in mostra le mutande di un bianco perlaceo con dei ricami in pizzo, le scostò leggermente per vedere la figa che si era fatta depilare per l’occasione,; inizio con le dita ad accarezzarsi le labbra. All’inizio ebbe quasi l’istinto di ritirare la mano e abbassare il vestito ma piano piano la sensazione cominciava a eccitarla, allargò le due labbra per mettere in mostra il piccolo clitoride e cominciò a sfregarlo, dapprima piano poi sempre più freneticamente. Mentre faceva questi il suo respiro si faceva sempre più corto, il cuore sembrava poterle esplodere da un momento all’altro, le dita iniziavano ad inumidirsi quando iniziò a infilarsele. Il piacere aumentava esponenzialmente ogni istante che trascorreva e quella iniziale timidezza era ormai svanita del tutto per lasciar piede ad un irrefrenabile voglia di orgasmo. Cosi decise che voleva qualcosa di più grosso delle sue dita, si guardò intorno cercando qualcosa nella sua stanza che potesse soddisfarla, e nel frattempo l’ansimare si era trasformato un piccoli gemiti con una frequenza discontinua; poi le venne in mente il suo clarinetto: ‘si &egrave perfetto, della giusta misura. Lo bagnerò ma poi lo posso smontare e pulire per bene e mi basta cambiare ancia l prossima volta che lo suono’. Detto questo andò a prendere la valigetta contenente lo strumento musicale, lo assemblò, aprì per bene le gambe e iniziò a infilarselo pian piano per poi muoverlo dentro e fuori con in moto armonico e regolare che si faceva sempre più veloce, la sensazione del materiale legnoso ma lisciato ben bene a contatto con il suo corpo era abbastanza confortevole, ci si abituò quasi subito. Gocce cominciavano a bagnare il letto dove si era adagiata per trovare una posizione consona e comoda per la pratica, un rigagnolo di sudore le rigava la fronte. Guardava le labbra della sua fica dilatarsi e contrarsi seguendo l’andatura dell’oggetto. Ormai il piacere aveva raggiunto un punto tale che di tanto in tanto quasi le veniva da urlare e nella sua testa diceva: ‘dunque &egrave questo ciò che si prova ad essere penetrata? E’ una sensazione magnifica, voglio arrivare all’orgasmo!!’. Così inizio a muovere il clarinetto sempre più veloce, con la mano libera si sfregava il piccolo clitoride o si toccava il seno. Le sue mani erano sempre più bagnate, lo strumento musicale sembrava sudare. Ma non era ancora abbastanza, prese il telefono che si trovava sul comodino, attivò la vibrazione al massimo per stimolarsi meglio, infatti il vibrare le permetteva tempi di eccitazione del clitoride ben più lunghi delle dita che invece doveva fermare assumendo la sovraeccitazione del clitoride un carattere quasi doloroso. Andò avanti così per un po’, fino a quando non iniziò a sentire qualcosa dentro di lei che sembrava volesse esplodere, incremento la frequenza della penetrazione e inizio ma muovere il cellulare per unire la vibrazione ad un leggero sfregamento e così quando l’orgasmo raggiunse l’apice un potente getto di liquido vaginale si liberò dalla sua fica bagnata. Spaventata, Maddy stacco il clarinetto gocciolante ed il telefono, per capire cosa fosse successo e per prendere una pausa dopo quell’ estenuate seduta di autoerotismo. Realizzò in fine di aver squirtato. Aveva raggiunto il massimo orgasmo da sola, con le sue stesse mani, si sentiva molto compiaciuta di ciò. Pensò dunque che avrebbe ripetuto l’esperienza, ma quasi si dimenticò che doveva andare a casa del ragazzo che da un po’ stava frequentando. Si ricompose, si asciugò la fronte pulì la stanza e il clarinetto che poi rimise a posto, si mise giacca e cappello e scarpe e usci con un certo sorriso che sostituiva la sua solita espressione malinconica.

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