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Racconti sull'Autoerotismo

Irene, la collega (Ep. 1 – La scoperta)

By 26 Agosto 2019Dicembre 16th, 2019No Comments


Lasciate che vi presenti Irene, quarant’anni passati, più vicina ai cinquanta forse.. Un fisico meraviglioso dato dal suo essere vegana e sempre attiva, alta c.ca 1,70, con dei capelli bruni e due occhi scuri ma caldamente penetranti. Un seno piccolo ma anch’esso grazioso, dalla forma sensuale e bello sodo, ma la cosa più bella di tutte erano le sue gambe, lunghe, affusolate, terribilmente dritte e femminili.. Inoltre era solita fasciarle con dei bellissimi leggins attillati o pantaloni aderenti, lasciando intendere l’esatta forma di quelle due autostrade paradisiache che guidavano l’occhio verso l’olimpo del piacere..
Irene era una persona abituata a prendere la vita un po’ addosso, lasciandosi investire dagli avvenimenti e celando nei suoi silenzi tantissimi malumori e sofferenze. Era una persona chiusa, preferibilmente solitaria, cosciente del fatto che il suo attivismo per gli animali la relegasse ad una fetta minore della società.
Sarà stato forse questo ad avermi affascinato di lei? Si.. perché dovete sapere che il suo essere al di sopra dei costumi e del non voler necessariamente apparire fra le persone, ritagliandosi la sua fetta di mondo con le sue idee e i suoi principi come portamenti fondamentali del suo essere donna la facevano apparire ancora più sexy. C’è qualcosa di più letale di una donna che sa esattamente che cosa vuole e persegue imprescindibilmente dal parere altrui? Oh no.. vi posso garantire che non c’è nulla di più sexy…
Ma non dipingetela come una persona depressa e sempre nella nicchia della società, parlava con piacere di argomenti comuni, rideva e si gustava la compagnia delle persone, nei limiti del ragionevole e di quanto appunto dettato dalla sua indole un po’ solitaria. Parlare con lei era ancor di più un piacere, in quanto Irene non era una di quelle persone che parlano a vanvera, era breve, concisa, disponibile e sorridente, ma comunque sintetica e chiara, netta, quasi incisiva. Parlare con lei non sembrava mai una cosa scontata, lei sue risposte mai prevedibili o prevedibili, era una persona tutta da scoprire.. ma solo se te lo permetteva lei.

Irene mi parlava spesso delle sue lotte, mi mostrava video, articoli e curiosità relative ai maltrattamenti sugli animali. Io non sono vegano e nel limite di una buona dieta la carne la mangio. Lei rispettava sempre il mio parere e le mie decisioni, ma curiosamente cercava anche di mettermi al corrente del suo punto di vista e di cosa ci fosse alle spalle di un piatto di carne consumato nei nostri locali vicini a lavoro durante le pause pranzo. Questo suo velato interesse, unitamente alla sua figura di persona strettamente individuale, mi solleticava la curiosità di capire.. perché proprio con me ne staava parlando?
Col tempo imparai a conoscerla meglio e lei di riflesso iniziò ad aprirmi una piccola porta sul suo mondo.. Iniziai a capire che dietro alle sue parole e ai suoi sorrisi c’era un mondo di lotte e conflitti, di rimorsi e riflessioni che la divoravano. Il suo essere silenziosa non lasciava minimamente trasparire al mondo esterno quanto la sua anima volesse davvero urlare. Rispettando e condividendo i suoi dolori, facendola sorridere e scherzando nel mio modo prossimo al genuino riuscii a renderla mia amica..
Così d’un tratto, i giorni a lavoro sembravano essere divertenti, sembravano aver acquisito un nuovo sprono verso l’entusiasmo e il sorriso. Mi portava il caffè e io lo portavo a lei, ogni tanto si usciva a prenderlo insieme e le conversazioni di lavoro lasciavano sempre più il passo alle conversazioni personali.. Io e Irene volevamo scoprirci e comprenderci, c’era un’intesa di fondo che nessuno dei due era capace di spiegarsi. Lei da una parte era abituata a trattenersi, contenersi, a passare in sordina.. io invece, goliardico idiota, quasi cantastorie ed instancabile autoironico con un velo di malvagità, ero solito voler apparire ed esternare qualsiasi pensiero riguardasse i temi delle conversazioni. Eravamo agli opposti, eppure così vicini…

Un giorno, non ricordo esattamente come, iniziammo a parlare di pornografia e di quanto futili e scontati fossero ormai diventati i porno di oggi. 
Con mio grande stupore scoprii che Irene era una persona tanto chiusa nei rapporti umani quanto disinibita nel sesso..
IR: “insomma i porno ormai sono tutti uguali, non c’è sentimento e tanto meno una trama credibile.. per una donna la trama, il contesto e le sensazioni fanno gran parte del lavoro.. e poi si vede lontano un miglio che fingono ardentemente.. E’ come se li facessero soltanto per voi uomini, ignorando il fatto che anche le donne conoscono e praticano l’autoerotismo”.
IO: “difatti io ne guardo molti pochi di porno, preferisco di gran lunga i racconti scritti..”

Nemmeno l’avessi detto, vidi i suoi occhi sgranarsi e fissarmi con interesse pochi attimi dopo..

IR: “e dove li leggi?”
IO: “su Milu, non so se lo conosci..”

Le comparse un lieve sorriso nel volto e poco dopo mi rispose..

IR: “lo conosco molto bene..”

Fummo interrotti da un’ondata di clienti che ci tenne occupati nelle ore successive..
Ma tra un cliente e l’altro notai che Irene mi scriveva su Whatsapp, così la nostra conversazione ebbe modo di proseguire anche nonostante fossimo distanti qualche metro e occupati nel nostro lavoro. Era sempre più intrigante questa situazione.
Quando scopri che una persona condivide lo stesso sito di racconti e prova eccitazione nel leggerli come te, non può non venirti spontaneo domandarle che cosa preferisce, che genere e che tipo di storie..

IO: “E su Milu che genere di racconti cerchi.. cosa ti piace?”
IR: “Trovo interessanti i racconti che hanno una trama, ma che soppesano bene i tempi, lasciando una parte dettagliata delle sensazioni, delle percezioni, dei dettagli.. io amo i dettagli, amo i fluidi, amo la saliva, amo giocarci nei modi più disparati, anche se questa cosa non noto piacere a tanti..”
IO: “In effetti è una cosa un po’ particolare e non mi è mai capitato di sentirlo, ma sembra eccitante!”
IR: “Ti stai eccitando?”
IO: “Lavoriamo!!!!!”

Sentivo che con le sue parole la mia eccitazione stava aumentando ed era diventato praticamente impossibile nasconderlo se non incrociando le gambe.. Ad un tratto mi domandò di inviarle quello che a detta mia era un racconto ideale per solleticare la mia eccitazione e così iniziai a cercarlo..

Trovai il tipico racconto che mi fa impazzire, raccontato da una donna in prima persona, basato sulle sue sensazioni, senza ridicole dominazioni, sensuale ed erotico, con i giusti tempi e le giuste parole. Non amo le volgarità gratuite, tanto meno le violenze esagerate.. Cercai il giusto connubio di elementi che potesse farla eccitare.. Volevo che si eccitasse, volevo sentirglielo dire, mi stava sempre più catturando ed intrigando quella situazione, e iniziai ad osservarla con un fremito che correva costantemente lungo la spina dorsale.. che cosa diavolo mi stava succedendo!?
Glie lo mandai poco prima di finire il turno. 
Era un giovedì e finivo prima di lei a lavorare, pertanto andandomene dal negozio le passai affianco e le dissi all’orecchio “buona lettura. non esagerare troppo con l’umidità là sotto”. Non le diedi il tempo di ribattere che me ne andai senza voltarmi.
Camminando verso il tram che mi avrebbe riportato a casa iniziai a domandarmi se ciò che le avevo detto per salutarla non fosse stata una cretinata di dimensioni colossali.. Infine avevamo appena iniziato a parlarne, e Irene non è mai una che segue gli schemi convenzionali, chissà come l’aveva presa quella frecciatina, chissà se l’aveva apprezzata.. Fortunatamente non ebbi tanto tempo per pormi troppe domande. Sentii il telefono vibrarmi in tasca e tirandolo fuori vidi un suo messaggio:

IR: Perché a te invece è rimasto indifferente sentirmi parlare di ciò che mi eccita nel sesso?
IO: Direi proprio di no, avrai notato che a contrario di come mi siedo sempre questo pomeriggio avevo le gambe incrociate, secondo te perché?
IR: Mmmh eri eccitato?
IO: Si..
IR: Ce l’avevi duro?
IO: Beh… vedo che sei molto esplicita…
IR: Ma non mi hai risposto
IO: Si Ire, ce l’avevo duro…
IR: Mmmh di marmo…
IO: Direi proprio di si
IR: Sto stringendo le gambe.. sento che mi sto bagnando
IO: Oddio Ire… così mi fai morire, sono sul tram e devo accavallare le gambe perché mi sta diventando di nuovo duro..
IR: Io invece le sto sfregando fra di loro, e sento la mia figa che si bagna e inizia a godere.. sto sospirando.. e nessuno si sta rendendo conto.
IO: Mio dio… E adesso come facciamo?
IR: In che senso?
IO: Io sono eccitato da morire, ho il cazzo di marmo e tu ti stai bagnando sempre di più..
IR: Cosa fai quando sei così eccitato solitamente?
IO: Mi masturbo, penso sia evidente..
IR: Esattamente
IO: Dove vuoi arrivare?
IR: Voglio che ti masturbi pensando a me..
IO: Ire?!?! Ma sei impazzita? Ti rendi conto di che discorsi stiamo facendo?
IR: Non ti piace? Non ti eccita l’idea?
IO: In verità si… da morire.
IR: Mmmh anche a me.. Sono in bagno in negozio
IO: Che stai facendo?
IR: Mi sto slacciando i pantaloni, ma non devo fare pipì..
IO: Ire.. ti vuoi masturbare in bagno? in negozio?
IR: Si.. voglio masturbarmi e venire per te, e voglio che tu faccia lo stesso
IO: Dio mio… mi stai ammazzando! Io sono quasi arrivato a casa, ma ancora ne avrò per una decina di minuti
IR: Ho le mutandine fradice… che cosa mi vorresti fare adesso?
IO: Ti vorrei togliere quelle mutandine e lasciare che le mia dita si riempiano dei tuoi umori per poi portarle alla bocca e leccarle..
IR: Mmmh così mi piaci… Dovrai accontentarti, in questo momento ci sono le mie di dita, e sono già fradice anche loro, le sto riempiendo di saliva facendola poi colare anche sul mento..
IO: Allora inizia a farle muovere sul tuo clitoride, e poi piano lasciale entrare nella tua figa… Voglio che inizi a masturbarti, e voglio che ansimi!
IR: Mmmh sono un lago, ho infilato due dita e mi sto scopando da sola.. sto godendo..
IO: Si così.. vorresti fossero le mie?
IR: Si…
IO: Mmmh, ho il cazzo di marmo Ire!
IR: Voglio vederlo, appena arrivi a casa fammelo vedere…

Nel frattempo stavo entrando nel portone di casa mia, dopo quei 100m a piedi necessari per scendere dal tram e arrivare a casa mia. Avevo fatto una corsa per evitare che la mia eccitazione potesse essere vista da tutti… E soprattutto perché volevo accontentare Irene mandandole ciò che mi chiedeva.

Io: Sto entrando in casa
Ir: Io sto per venire, e sto accelerando, la figa mi sta gocciolando lungo le gambe.. mi sto riempiendo il corpo di saliva
Io: Mio dio…

Le avevo mandato la mia foto del cazzo, che svettava fuori dalle mutande e la cappella lucida già della mia eccitazione.

Ir: Mmmh!!! Vorrei prendertelo tutto in bocca in questo momento.. prendilo in mano, e inizia a segarti, voglio vedere che ti masturbi.
IO: Così ti piace?
IR: Mmmh!!! Si!!! Voglio vederlo sborrare, voglio che vieni per me…
IO: Dio Ire! Credo che ci vorrà molto poco..
IR: Sto godendo, sto ansimando, accelera! 

IO: AhhH!!!! Si Ire!!! Sto accelerando, dio ti voglio!
IO: Ti voglio anche io! Vengo!!!!!!!
IO: Vengo anche io! Sto sborrando!
IR: Allagami! Ti prego allagami!
IO:
IR: Oddio! Ma sei venuto un casino! Sono distrutta, ho avuto uno degli orgasmi più belli della mia vita..
IO: Non dirlo a me.. credo di non aver mai goduto così tanto…
IR: Devo salutarti, riprendo a lavorare!
IO: Ok… A domani allora!
IR: A domani!

… continua!

Per suggerimenti e commenti scrivetemi pure a raccontami_lu@yahoo.com

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