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Racconti sull'Autoerotismo

la Pizza

By 4 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Era sa tanto tempo che desideravo qualche giorno di svago, così approfittando dei figli in gita scolastica, decisi di seguire mio marito in uno dei suoi viaggi di lavoro a Milano, avrei potuto girare per la città e fare un po’ di shopping rilassante mentre lui lavorava e poi la sera saremmo potuti stare insieme. Mi chiamo Alessia, sono una donna vicina ai cinquanta, senza fronzoli per la testa, un matrimonio tranquillo e felice, una bella casa e due giovani figli adolescenti, faccio la casalinga ma mi considero nonostante tutto una donna felice e realizzata. Arriviamo in hotel al mattino, un albergo bellissimo in pieno centro a milano, a pochi passi dalle gallerie e dalla famosa piazza del Duomo. Mio marito mi saluta e dandomi appuntamento alla sera, mi da un bacio e parte per l’ufficio. Che bello mi dico, tutta sola in una città bellissima, la capitale della moda, una bella doccia calda, qualcosa da mangiare e poi via a passeggiare per le vetrine. Non avevo voglia di uscire per pranzo, volevo dedicare un po’ di tempo per me e ispezionando il bagno della camera avevo notato un bellissimo idromassaggio che non avevo alcuna voglia di perdermi! Decido così di chiamare la reception, facendomi dare il numero di quelle pizzerie che consegnano a domicilio nella zona, una telefonata veloce e in un attimo margherita e birra erano ordinate per mezzogiorno, adesso potevo godermi il bagno, in un istante i vestiti volavano via uno dopo l’altro, non so perchè rimanere nuda in una stanza d’albergo da sempre mi dava dei brividi di eccitazione, forse perchè era un luogo sconosciuto, o forse per le avventure viste o lette in centinaia di libri e film, questa volta non fece eccezione ero super eccitata a camminare completamente nuda sulla moquette rosso porpora sentirne la morbidezza sotto i piedi scalzi, mi guardai allo specchio per qualche lungo minuto, il mio corpo di cinquantenne non era poi così male nonostante qualche chilo di troppo, passai una mano leggera sul collo, poi sul seno, per scendere sul ventre e sulla morbida peluria scura solcata da qualche bianco segno del tempo che passa. Non mi stupì poi tanto a sentirmi bagnata, quella situazione era inutile nasconderlo aveva risvegliato piacevoli sensazioni da troppo tempo sopite. Non mi trovavo completamente da sola in una stanza d’albergo, dai tempi delle ferie con le amiche non ancora diciottenni, nemmeno mi accorsi che la mano aveva cominciato ad accarezzarmi, riempiendo di brividi ogni angolo della pelle, avevo voglia di toccarmi non lo facevo da nemmeno ricordavo quanto tempo, entrai in bagno infilandomi nella vasca che avevo già riempito e che mi attendeva piena di schiuma, il tempo di sedermi e le gambe erano aperte ed appoggiate sui bordi esterni, accesi il vibromassaggio, ero persa in mille pensieri, mille emozioni, la mano mi dava piacere, prima castamente accarezzandomi poi sempre più vogliosa sparendo con due dita dentro di me, dentro la fica calda e troppo troppo trascurata, godevo ed i gemiti si facevano sempre più forti, per la prima volta nessuno poteva sentirmi, né mio marito, né uno dei miei figli, mi accorgevo di quanto poco fossi stata da sola in questi anni, ed il piacere saliva sempre più, sempre più tra respiri affannosi e rantoli rotti di piacere. Fu come uscire da un sogno e svegliarsi di soprassalto quando sentì sbattere sulla porta, la tentazione fu di fregarsene ormai l’orgasmo era così vicino e lo volevo così tanto, ricominciai a toccarmi fingendo di non aver sentito, ma nuovamente sentì bussare una, due volte..mi rassegnai, dando l’appuntamento all’orgasmo a poco dopo, uscì dalla vasca e fu in quel momento che ricordai di aver ordinato le pizze ed il tempo era volato era già mezzogiorno, il campanile del duomo me lo ricordò con 12 sonori rintocchi, ero stravolta, il cuore batteva forte, il viso rosso ed il respiro ancora ansimante, ed ancora colpi sulla porta, dovevo sbrigarmi prima che perdesse la pazienza e se ne andasse via lasciandomi senza pranzo. In un attimo di lucidità presi un grande asciugamano bianco che avvolsi intorno al corpo, e corsi verso la porta ‘arrivo..’ dissi ad alta voce, colpì con il ginocchio il bordo del letto, un dolore assurdo, ero proprio in un altro mondo tra l’orgasmo troncato così bruscamente e la fretta di aprire in un modo decoroso. Sentivo ancora un umido calore pervadermi dal centro delle cosce ‘speriamo che non si accorga di niente…sai che figura..’ presi il borsellino dalla borsetta ed aprì la porta, quello che mi trovai davanti fu il colpo di grazia, un giovane forse poco più che trentenne, con una maglietta bianca aderente e delle braccia muscolose che faticavano a non strapparne le maniche, era bellissimo ed immaginare ciò che avrebbe pensato lui vedendomi mezza bagnata coperta da un asciugamano mi fece arrossire ancora di più, tra l’altro era ben più alto di me ed io ero pure scalza davanti al suo petto disegnato, avevo immaginato una ragazzotto brufoloso non certo un Dio greco che mi portasse la pizza in camera. Balbettai qualcosa sul prezzo, fortunatamente lui mi aiutò ‘buongiorno signora ecco la margherita e la birra fresca per lei..fanno12 euro’ ancora impacciata e con la testa chissà dove lasciai la porta che arreggevo con la mano per cercare i soldi nel portafogli, trovando i 15 euro che cercavo, ma quel gesto fece muovere la porta che stava per richiudersi, senza pensarci allungai la gamba per bloccarla riuscendosi, ma questo movimento così rapido fece sciogliere il nodo fatto velocemente all’asciugamano che scivolò in terrà lungo il mio corpo nudo, ci misi un attimo ad accorgermene, fu una vergogna immensa, feci per provare a riprenderlo al volo ma così mi cadde anche il portafogli, un vero disastro rimasi completamente nuda davanti a quegli occhi che mi mangiavano, per qualche decina di secondi che mi sembrò un’eternità, ero nel panico e quando entor nel panico non riesco mai a capire bene cosa fare, non sapevo se coprirmi con le mani il seno e i peli del mio pube, se raccogliere l’asciugamano, oppure i soldi fatto sta che rimasi imbambolata davanti a lui balbettando qualche cosa ‘scusami, che figura, scusami..’ stavo finalmente per decidermi ad abbassarmi e prendere l’asciugamano, quando sentì una mano forte sulla spalla bloccandomi nuovamente e ghiacciandomi il sangue quando poi lo sentì ‘rimani così…sei bellissima!’ era passato a darmi del tu, mi spinse dentro e la porta adesso libera si chiuse dietro di lui, appoggiata la pizza su di un mobiletto accanto alla porta anche l’altra sua mano avvolse la spalla, mi cingeva e mi spingeva indietro, la situazione talmente strana, talmente forte la vergogna ma talmente forte ancora l’eccitazione di quell’orgasmo rimandato, non riuscivo a dire niente né a fermare le sue mani, ‘se bellissima, non ti coprire…l’hai fatto apposta vero? Hai voglia di farti guardare…’ continuava con voce calda e dolce, ma anche autoritaria a parlarmi in questo modo, nessuno mi aveva mai vista nuda oltre mio marito, se non qualche dottore, ma sicuramente nessun’altro mi aveva parlato in un modo così sensuale, provai qualche difesa nemmeno troppo convinta ‘no, ma che fai..ti prego lasciami, non mi guardare, sono sposata…mio marito…’ la mia mente provava a razionalizzare, ma il mio corpo era rimasto in quella vasca da bagno e desiderava solo godere…godere come una porca…come forse mai avevo goduto, mi zittì con le sue labbra e con la sua lingua, profumava di buono, ‘smettila ti prego…’ furono le ultime mie parole prima che la mia lingua cominciasse ad avvolgere quella del mio ‘assalitore’, intanto avevo raggiunto il letto senza accorgermene e con l’ennesima leggera spinta mi trovai sdraiata, nuda, aperta davanti a quello sconosciuto che nemmeno sapevo come si chiamasse, ‘allarga le gambe…fatti guardare, toccati come stavi facendo prima che arrivassi…voglio sentirti godere’ parlava in modo sensuale ed autoritario, nessuno mi aveva mai parlato così nemmeno mio marito, mi parlava come se mi avesse vista prima, come fossi sua, come fosse la cosa più naturale del mondo e naturale fu per me obbidire, le mie gambe si spalancarono, e la mia mano cominciò ad accarezzarmi, poi ad entrare dentro il mio calore copioso che gocciolava sulle lenzuola, fu naturale cominciare ad emettere gemiti sempre più forti, meno naturale fu ascoltare le parole che la mia bocca emise mentre lui si stava spogliando dei vestiti rimanendo come una statua classica nudo davanti a me, con un cazzo di notevoli dimensioni stretto con forza nel palmo della sua mano ‘scopami…scopami ti prego…fammi godere come una porca’ non serviva che lo dicessi, lo avrebbe fatto comunque, ma quelle parole contribuirono ad eccitarmi ancora di più ed a togliere a lui quel poco di inibizione, che lo trasformò da focoso amante a una furia del sesso, cominciò a parlarmi con un tono e con parole che le mie orecchie non avevano mai sentito, ma che adesso desideravano sempre più, mi sentivo sua, una donna attraente ed erotica dopo tanti anni, una donna da desiderare fino alla follia, da scopare fino alla follia, sentivo le sue mani forti ovunque, al sua lingua che leccava bagnando ogni centimetro della mia pelle, si intrufolava nella mia fica leccando le mie dita mentre la masturbavano, ed io godevo di un primo orgasmo nella sua bocca, mi girò con forza, nemmeno il tempo di finire di godere che lo sentì sopra di me, dentro di me, profono e grosso rimaneva in fondo, mi faceva sentire piena, mi scopava mordendomi la schiena, trattenendomi per i capelli voltava il mio viso in modo che lo vedessi, che vedessi negli occhi il mio così bellissimo aguzzino, mi portò a godere di nuovo un orgasmo che sembrò quasi una crisi epilettica per i tremori che mi pervasero ‘alzati..e mettiti in ginocchio’ mi sentì dire, nemmeno ricordo come mi ritrovai in quell’esatta posizione, sconvolta dall’oblio del piacere ‘succhialo adesso, prendilo in bocca, voglio vederti bere…e masturbati mentre lo fai’ non avevo mai fatto pompini a mio marito, lui la trovava una cosa sporca ed immorale e a me andava bene così ma in quel momento fu naturale toccarmi ancora come lui voleva, e rispondere ‘si ti prego…riempimi la bocca, sporcami tutta…trattami come la tua porca…sono tua…’ non ci mise molto a darmi ciò che chiedevo, la bocca piena, il suo sapore mescolato al mio, mi teneva per la nuca, per i capelli, mi scopava letteralmente le labbra, fino a grugnire in modo animalesco riempiendomi la bocca, schizzando sul viso, sui capelli, gocciolando sul mio seno. Finimmo stravolti su quella moquette rosso porpora, ci baciammo a lungo sporcandoci a vicenda del suo sperma, poi si alzò, mi disse ridendo che lo avrebbero licenziato per questo, si rivestì lasciandomi il suo numero scritto su un foglietto, poi svanì dalla porta artefice di tutto e sorridendo mi fece l’occhiolino e disse ‘la pizza la offro io’

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