Skip to main content
Racconti sull'Autoerotismo

L’amore sacro e l’amor profano

By 25 Febbraio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Le quattro del pomeriggio.
Rientrata da poco dall’ufficio, decido di coricarmi un po’. Sono stanca, sento una sgradevole tensione in testa.
Cercando di rilassarmi, mi sfilo i pantaloni e l’intimo. Via anche il reggiseno, così fastidioso. Amo la tshirt che, al minimo movimento del corpo, scorre leggera sulla pelle e sui capezzoli.
Mi allungo meglio sul letto.
Non ho impegni per le due ore seguenti. Sono sola, e sono libera.
Scelgo sul tablet uno di quei porno che mi piacciono ultimamente: “tease and denial”. Appena inizia, comincio ad accarezzarmi. La mia mano destra vaga sul clito, tra le labbra, mentre la ragazza in video si dimena inutilmente tra le corde che le costringono le caviglie e i polsi, cercando anche lei sollievo… Invano.
Vista da qui, nella sua eccitazione ripetutamente portata al limite e mai soddisfatta, &egrave stupenda.
Vengo una prima volta, con facilità, quasi con stupore.
Il filmato continua, e ho tutta l’intenzione di godermelo. La mia mano riprende a scorrere tra le piccole labbra, mentre un dito già si sta intrufolando dentro, e si prepara a dare il meglio…
All’improvviso, suonano alla porta.
Ricordo in un flash di aver detto a mio padre che sarebbe potuto passare senza problemi, quel giorno, e mi maledico per non averci pensato prima.
Afferro i pantaloni, li infilo al volo, e mi precipito.
Apro… E mi ritrovo davanti il prete del paese, sorridente ed intenzionato a benedirmi la casa per Pasqua.
Elimino in sequenza: l’ipotesi “gli bestemmio in faccia”; l’ipotesi “gli dico che sono buddhista e lo coinvolgo in un dialogo interreligioso”; un grugnito.
Gli rispondo invece che, pur con tutto il rispetto (in fondo lui non ha stuprato due generazioni di bambini, come ha fatto il suo predecessore), preferisco che non entri.
Lui incassa bene, e tendendomi la mano per salutarmi, mi augura una buona giornata. Ricambio l’augurio, stringendogli la mano nelle mie.
Lo guardo avvicinarsi alla porta di fianco, e suonare il campanello.
…Solo dopo aver chiuso a chiave ed essere ritornata in camera mi viene in mente che, nella fretta di rispondere, non mi sono lavata le mani.
Sorrido, e mi chiedo se la vicina abbia apprezzato il segno della croce, tracciato in aria dal sacerdote con la mano intrisa di me.
Io dico che la benedizione vale il doppio.

Leave a Reply