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Racconti sull'Autoerotismo

Mia sorella Giuseppina 13.02

By 22 Settembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Giuseppina, così bella, così innocente, commette un errore. Pensa che sia tutto finito, ma è in agguato il fato..
Lui vede subito la possibilità di poter trarne vantaggio.
La storia si divincola nei giorni che si susseguono. La piccola giovane Giuseppina non sa cosa le accadrà..
Leggete e scoprirete..

i miei racconti
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Giuseppina 13.01
Quello che accade realmente alla copia
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Giuseppina 13.02

Mi allungo le braccia all’indietro e mi stiro i muscoli delle spalle. Non sembra, ma restare seduta in questo posto tanto a lungo dopo un poco ti annoia e ti stressa.
‘Ancora pochi minuti e posso andarmene!’ Faccio sapere a Chiara, la mia collega che è alla biglietteria accanto.

Vendere biglietti in un cinema non è il lavoro più gratificante che esista, ma mi permette di mantenermi agli studi. Non è neanche male, visto che riesci a rimediare sempre qualche visione gratuita e qualche biglietto per te e i tuoi amici.

Mi stavo occupando degli ultimi spettatori ritardatari per lo spettacolo che era atteso e aveva riempito praticamente la sala in prima visione, quando li vedo. Dal principio sono rimasta allibita e incredula. Ho sentito le guance divenirmi rosse. Erano i due della scorsa settimana che se la sono spassata sulla scogliera.
In una maniera decisamente strana per divertirsi a dire il vero a cui però, ho preso parte volentieri. Comunque c’è una certa differenza tra il succhiare il proprio ragazzo e succhiare il cazzo che decide il tuo ragazzo, ma comunque ognuno è libero di eccitarsi come meglio crede e di eccitamento ne abbiamo avuto tutti in abbondanza quel giorno.

Stringo le gambe per quella voglia che so riconoscere immediatamente. Mi mordo le labbra come li vedo avvicinarsi, sempre più vicino. Il calore sale dalle viscere fino a farmi ansimare. Per un errore, ritardo di stampare i biglietti della coppia che ho di fronte e loro fortunatamente passano alla mia collega. Comunque, le loro scelte di vita non mi devono riguardare. Sento lui chiedere i biglietti per la sala 6 e mi meraviglia. Ero certa che si sarebbero diretti come quasi tutti a vedere il film tanto atteso e invece no. Stacco i due biglietti per la coppia che ho di fronte e li guardo dirigersi verso la sala. Lei ha la faccia scontenta e non mi meraviglia. In ogni caso non sono affari che mi riguardano e finisco di fare quello per cui mi pagano. Come la fila è terminata, chiudo la cassa e raccolte le mie cose, finalmente me ne posso andare.

Non riesco a togliermi dalla testa la coppietta di esibizionisti. Guardo ambo le direzioni. Dopo un attimo d’indecisione tra l’uscita e la sala 6 mi decido.

Il film è iniziato da pochi minuti, rimango vicino alla porta cercando di abituare gli occhi e di individuare i miei ‘amici di pompino’.
Mi è sempre piaciuto dare soprannomi agli sconosciuti e questo è uno dei più azzeccati di sempre.

Non ci metto molto a trovarli e mi verrebbe istintivo raggiungerli, ma poi mi blocco. Cosa dovrei dire?
‘Ciao ti ricordi? Ti ho dato una leccata sabato…’ Non è molto carino e non è certo per un senso di vergogna… E poi non so nemmeno come si chiamano’

Osservo bene e rimango allibita. Lei indossa gli occhiali da sole. Cosa già strana in un cinema e ancora di più se l’associo all’ultima volta, a quello che è successo. Mi chiedo se siano feticisti degli occhiali da sole… Maliziosamente sorrido e mi dico convinta che non credo che siano lì per il film.

Sono nell’ultima fila e non posso sedermi vicino a loro per non disturbarli e senza che mi vedano. Mi avvicino cautamente e noto che non stanno prestando attenzione al film. Approfitto della loro disattenzione per avvicinarmi il più possibile e sedermi in modo da aver un’ampia visione. Scorgo lui armeggiare con la minigonna e ne rimango folgorata quando chiaramente mi accorgo che gliela tolta. Rimango esterrefatta nel vedere lui che si abbassa i pantaloni. Sono illibinidita per la situazione creatasi. Sono contenta che non fanno caso a me, seduta a qualche poltrona di distanza. Cerco di allungare il collo, ma non riesco a vederlo. Posso immaginare il suo cazzo già duro e la sua patata fradicia.

Mi volto per non attirare l’attenzione anche se non perdo di vista quello che stanno facendo e non so cosa pensare. Non capisco se non mi hanno vista o se fingano di non vedermi, comunque non mi perdo la scena in cui la fa alzare e spostare per metterla davanti a lui.
è aggrappata al sedile di fronte e quasi accucciata per nascondersi come meglio può, ma dalla mia posizione non può nascondermi la coscia e il culo sodo. Mi torna in mente la visione della spiaggia. Ero certa che avesse un fisico plastico, curato, segno di chi vi dedica molte ore di ginnastica.

Sono sbigottita e resto a bocca aperta nel vedere che lui la masturba. I movimenti del suo braccio sono indiscutibili e se non fosse per l’ombra scura, potrei avere la visione anche dell’erezione del suo cazzo. Uno spasmo mi arriva dal basso ventre. Stringo con forza le gambe e mi mordo un labbro invidiando di nuovo quella ragazza.

Vanno avanti così per parecchio tempo e io nemmeno mi rendo conto che mi sto toccando attraverso la gonna lunga.
‘Perché no?’ Mi dico e mi decido a farlo per bene.
Mi guardo intorno per accertarmi che non ci sia nessuno, quindi raccolgo la gonna e abbasso le mutandine per accarezzarmi come si deve.

Senza mai togliere lo sguardo da loro due, alterno lente carezze alle piccole labbra e al clitoride. Lui accelera il ritmo sulla figa di lei e io accelero sulla mia. Non sono bagnata, sono fradicia. Sento distintamente lo sciacquettio delle mie dita attorno alla vulva e sul clitoride durissimo. Ho il cuore che batte impazzito e sono talmente tanto bagnata ed eccitata per la situazione che mi chiedo se la ragazza lo sia più di me.

Mi piace pensare che lo è, che stia gocciolando sul pavimento i suoi umori e che quelli delle pulizie dovranno asciugare una pozzanghera di quel nettare meraviglioso. Mi passo la lingua sulle labbra ricordando quasi l’aroma della sua figa e un brivido mi arriva al cervello, salendo lungo la colonna vertebrale e facendomi impazzire.

L’orgasmo mi raggiunge su quel pensiero e mi costringo a rimanere in silenzio. Le dita si muovono agitate finché non ne posso più e le tolgo dalla vulva che ancora pulsa di desiderio e me le porto alla bocca. Adoro il mio sapore e mi torna in mente il suo. Succhio le dita e sono consapevole che il gusto è diverso, io sono più amara, ma mi piace lo stesso pensarlo.

Ora lui si è fermato. Con una mano si afferra il cazzo, penso che si voglia segare, ma poi la trascina giù e allora capisco. Nella mia mente è chiara e dettagliata l’immagine di lei che viene impalata in un sol colpo, troppo bagnata perché la penetrazione sia lenta.

Lei sembra che stia protestando, si dicono qualcosa e poi lei incomincia a cavalcarlo.
La mia eccitazione è di nuovo alle stelle e riprendo a masturbarmi. Immaginandomi al posto della mia eroina, questa volta le dita scorrono dentro e fuori cercando la sincronia con il sali e scendi di lei.

Rimango delusa quando si fermano dopo pochi su e giù.
‘Beh? Hai già sparato?’ Sussurro contrita.

Sono seccata, quasi furiosa. Ho la vulva di fuoco e il clitoride che pulsa impazzito. Sto pensando di rimettermi a posto le mutandine e andarmene, quando loro ricominciano. La fa andare su e giù un paio di volte e poi si ferma di nuovo.

‘Ma che roba è?’ Penso confusa, ma resto al gioco. Riprendo a muovermi con due dita che penetrano il più profondamente che posso. Quando si fermano mi fermo, quando ripartono riprendo anche io.
Andiamo avanti così per un po’ quando lui si ferma per guardare avanti. Volto la testa sperando inutilmente che non mi veda, ma lui guarda solo le file davanti.

Poco dopo, inizio a controllare cosa accade fra loro due e vedo che le toglie il top. Lei è presa alla sprovvista e si copre i seni.

Io ne approfitto per togliere del tutto le mutandine e in questo modo posso divaricare le gambe a piacimento. Torno ad osservare la coppia e noto che lei si è decisa di lasciarsi accarezzare e palpare.

Ora è tutta nuda, per un attimo penso che vorrei esserlo anche io. Vorrei anche io un cazzo e invece devo accontentarmi delle dita. Vorrei anche il mio ragazzo che mi accarezza il seno come solo lui sa fare.
‘mmmhhh…’
Merda, mi è scappato. Speriamo che non mi abbiano sentita. E pensare che quella troia la dietro si fa anche pregare

Osservo che hanno ripreso la cavalcata e io riprendo il profondo ditalino. Con le gambe divaricate, mi è più agevole affondare le dita.
Mi sforzo di andare a tempo con lei, così come mi sforzo di resistere. La situazione è troppo erotica e le sensazioni sono incredibili.

Ogni volta che affondo le due dita in me, le estraggo fradice di umori e come le reinfilo profondamente, una scossa mi annebbia la testa facendomi restare senza fiato. Trattengo la poca aria nei polmoni e irrigidisco tutti i muscoli e i nervi, mentre la mano si muove sempre più velocemente. L’orgasmo mi travolge e per un lungo istante sono sospesa dal mondo, siamo solo io e la mia vulva pulsante di piacere.

Quando riapro gli occhi ansimo con fatica e osservo la coppia. Vedo che sono fermi e lei è ancora sopra di lui. Ho il fiato corto e sono sconvolta completamente.

Mi chiedo se lei sia venuta, lui sicuramente, si sta prendendo il suo piacere altrimenti non la terrebbe così piantandole la sua virilità in quel modo. Mi chiedo in un guizzo di voluttuosa eccitazione, se abbiano usato il preservativo o se si stia facendo riempire del suo caldo sperma.
‘mmmhhh…’ Io l’adoro quella calda sensazione. Ops… Mi è scappato di nuovo.

Quando lei si solleva da lui, io estraggo le dita dalla mia vulva ancora palpitante. Le lecco con una tale voglia, che provo un profondo piacere cerebrale, come di continuo godimento.

Mi sento talmente tanto bagnata, che uso le mutandine per asciugarmi. Mi chiedo cosa penserà di me il mio fidanzato, quando gli racconterò cosa ho fatto.
Sorrido maliziosa pensando a cosa faremo poi dopo.
Decido di levare le tende e mi sistemo alla meglio. Prendo le mutande per metterle in borsetta e per indossarle una volta in bagno, ma ci ripenso. Le annuso e mi accorgo con piacere che sanno del mio odore. Le lascio sulla poltroncina dove ero seduta.

Mi avvio verso l’uscita e penso che oggi, la maschera della sala 6 è Massimo, magari le trova e apprezza il regalo…

Lisa
Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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