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Racconti sull'Autoerotismo

MostroPorco

By 20 Marzo 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo anni, commossa e turbata, oltrepasso quel portone che ogni mattina percorrevo celere, sempre assorta in qualche ripasso di lezione.
Era agghiacciante rimetter piede nella mia facoltà.
Gli anni universitari li ho trascorsi con tanto impegno e costanza, tanto da non ricordare null’altro che i libri, gli studi e quell’edificio.
Il mastodontico portone suscita su di me sempre quel sacro rigore e serietà che mi tramuta in una impassibile allieva.
Entro come allora: a sguardo dritto a me, passo militare, atteggiamento composto.
Ma il mio corpo &egrave diverso, ha subito la mutazione delle esperienze di vita, di crescita psichica e sessuale. Se allora mi sentivo una goffa allieva tra le mille ora mi sento Regina.
I tre gradini invitano il mio sguardo a scendere sulle mie gambe, lo spacco della mia sobria gonna nera si apre sul fianco denudando maliziosamente la mia coscia’ sorrido e ripenso a quella che ero: un timido lombrico tutto imbacuccato che nascondeva con vergogna il suo lascivo corpo di granfica
Ora il mio ambiente lavorativo richiede un’ abito conforme all’ufficio che rappresento.
Ora il mio portamento &egrave di una donna che non arrossisce a sguardi indiscreti dei maschi. Ora so gestire il gioco della seduzione a mio piacimento. Ora so come soddisfare la sessualità maschile. Ora non abbasso lo sguardo. Ora ho raggiunto l’obbiettivo sono una persona vincente e realizzata’ ora non mi fa più sentire una piccola inutile caccola quel vecchio edificio.
L’aria fredda, umida, mi ospita tra un vociare sconfusionato che circonda la bacheca universitaria, tappa obbligatoria degli studenti per seguire l’iter ministeriale’

Oltrepasso’ oltrepasso, ora il mio tempo vale danaro e non posso permettermi di sprecarlo con stupidi ricordi.
Solerte mi dirigo in riunione.
Accompagno il mio Capo, sarei rimasta una semplice segretaria/centralinista se non avessi un notevole carattere.
Ho in mano la documentazione: la gestisco io.
So bene di essere per il Boss il suo indispensabile braccio destro e la mia fierezza si respira nell’aria .
Il nostro ingresso &egrave accompagnato con irritanti convenevoli.
La vecchia imperiale cattedra &egrave posizionata a metà sala ed intorno le sediole dei frati per accomodarci.
Una dozzina di persone sono i convocati all’assemblea.
Una dinamica stretta di mano ai convenuti e la sollecitudine ad esporre subito l’idea base per il futuro congresso
Seduta impeccabile affianco al mio Capo ho postura attenta e concentrata ‘ mentre i miei pensieri prendono le tinte cupi’

Ho voglia, mi eccita quell’ambiente rigido.
Ho sempre fantasticato di scopare in ateneo e qualche piccola porcata nella sala video l’ho realizzata,
ma quelle erano solo infantili pomiciatine, ora per appagarmi ho bisogno di ben altro!
Sento il calore delle mie cosce inumidire lo slip’ voglio il maschio prepotente, barbarico, che mi faccia sentire piena e fradicia! Che mi pieghi a 90 e mi registri su quella seriosa cattedra. Lo sento l’odore del vecchio legno su cui il mio muso di troia &egrave premuto, sento la mano maschile,ferma, che mi costringe a restare prona. Sento due colpetti contro le mie scarpe per aprirmi le gambe. Sento la violenza di una mano indecente che mi allarga la fessurina. Sento la punta che mi dilata, mi soddisfa la fame di gran cazzo!
Se un tempo due dita irritavano ed infastidivano la mia micetta ora per godere devo prendere del gran manico… aprirmi per bene e spingere forte.
Ho le pulsazioni a 1000, il cervello annebbiato, il mio respiro accelera, sbrodolo voglia di monta’ una mano sulla mia spalla: ‘ Mi passi la pratica Jk/Yh ”””” ‘Signorina?’

CAZZO !!!!

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