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Racconti sull'Autoerotismo

Pomeriggio da sola

By 22 Ottobre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

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Pigra domenica pomeriggio, genitori via, fidanzato pure… a casa da sola, insomma.

Con un problema non indifferente: è tutto il giorno che ho voglia. Un paio di messaggi del fidanzato mi scaldano, anche lui avrebbe voglia ma non può essere qui; soprattutto l’ultimo, in cui mi ha scritto che vorrebbe arrivare e prendermi senza neanche spogliarmi.

Non so se lo faccio per accontentarlo o stuzzicarlo, ma mi vesto come piacerebbe a lui: reggiseno a balconcino che rende ancor più evidente la mia terza piena, tubino corto blu, a metà coscia, autoreggenti di cui si intravede il bordo e decollete, sempre blu, due centimetri di plateau e 15 di tacco. L’unica volta che sono uscita così, non sono piaciuta solo a lui!

E’ quasi un servizio fotografico quello che mi faccio, un po’ allo specchio e un po’ da angolazioni particolari per fargli vedere cosa si sta perdendo (dall’alto sulla scollatura, sulle cosce…); sempre cercando di accarezzarmi, oltretutto. Gliene mando una, poi decido di rimettermi in tenuta da casa, togliendo tutto quello che ho messo.

Inizio togliendo il vestito, per rimetterlo nell’armadio. Mentre sono lì, con l’anta aperta e la gruccia pronta, mi cade l’occhio sulla scatola che chiamo “dei segreti”… e fatico a resisterle! La apro e rimango indecisa sul doppio regalo degli amici. Mi ricordo che, quando mi hanno regalato un dildo di quasi 30 cm, la prima reazione è stata “Ma dai, è enorme”, e il giorno dopo me ne è arrivato un altro da 20.

Opto per quest’ultimo, più piccolo e maneggevole e mi sdraio sul letto, sfiorandomi con quel fallo finto. Mi immagino un uomo, a cui potrebbe appartenere, e vedo la scena “da fuori”: io sul letto, con perizoma, balconcino, autoreggenti e tacchi alti, mentre mi faccio sfiorare da un bel pisello di 20 cm. Mi eccito e mi sfioro anche con le mani, più voluttuosamente, strizzandomi le tette, tenendoci in mezzo il dildo, mimando una spagnola, sfiorandolo con le labbra mentre mi accarezzo la pancia e il bordo delle mutandine.

Mi metto a pecorina, mentre lo succhio come se fosse il cazzo vero che adesso vorrei. Una mano intanto scende tra le gambe, sul perizoma decisamente umido e lì si sfrega. Mi arriva anche un messaggio del mio ragazzo, che mi dice che vorrebbe essere qui. Anche io lo vorrei!

Dopo una fugace risposta, mi alzo per spogliarmi, ma una volta tolto il reggiseno che lascia liberi i capezzoli, induriti dallo strusciamento sulla stoffa, decido che le mie gambe, belle, dritte, tornite da tanto sport, avvolte nelle autoreggenti e i piedini avvolti in quelle scarpe sono una combinazione che amo troppo, quindi se ne vanno solo le mutandine. Eccomi: tacco 15, calze e nient’altro, come piace a me e a diversi partner avuti.

Mi sdraio di nuovo e vado velocemente con il fallo tra le gambe, facendolo scorrere sulla mia fessura e sul clitoride, eccitandomi e bagnandomi ancora di più. Quando lo inserisco mi sento allargare leggermente, ovvio che non è come le prime volte, ma ogni penetrazione mi regala vagamente quella sensazione. Scorre lentamente, provocandomi un bel piacere, mentre lo spingo sempre più in dentro. Aumento gradualmente il ritmo, sempre accarezzandomi.

Anche dopo qualche minuto, comunque, non mi sento del tutto soddisfatta. Non che non vada bene, ma… bò, vorrei di più! Mi fermo e, dalla scatola di prima, prendo l’altro dildo. Mi spaventa sempre quando lo maneggio, ad essere sinceri l’ho usato solo una volta e, comunque, solo pochi centimetri sono entrati in me. Oggi invece lo vedo molto attraente.

Grazie alla ventosa che ha alla base lo incollo al pavimento e, lentamente, mi ci siedo sopra. Già all’entrata lo sento grosso, ma appena entra è incredibile: sento tutto allargarsi, sento uno sfregamento anche abbastanza forte sulle mie pareti interne. Sento, soprattutto, che mi piace!

Inizio a muovermi più rapida, credo che entri circa per metà, ma la larghezza fa sì che “soli” 15 cm siano più che sufficienti. Sarà anche grazie ai giochi che faccio con le mani, libere di giocare con le tette, ma raggiungo un appagante orgasmo nel giro di una decina di “saltelli”. Mi sfilo piano e mi alzo, sentendomi abbastanza soddisfatta.

Prendendo l’altro fallo finto dal letto ci parlo, come se fosse di una persona vera: -Ehi, lo so che anche tu avresti voluto stare dentro per un po’, ma per quanto grande sei, lui lo è molto di più!

Immaginando un dialogo con l’eventuale proprietario, mi lascio “convincere” a riprenderlo in bocca, succhiandolo, assaporando il sapore di gomma, non proprio buono, con il mio, dato che è stato anche dentro di me. Mentre lo succhio ben bene, mi siedo sul letto e accarezzo con le scarpe l’altro, ancora a terra non lontano.

Fingendo che i miei piedini lo abbiano risvegliato mi abbasso vicino, prendendo a segarlo. Sono ancora molto eccitata, in ginocchio a fianco alla bestia. Lo prendo in bocca per quanto possibile a pecorina, mentre il cazzo “piccolo”, guidato dalla mia mano, se ne approfitta per infilarsi di nuovo in me, regalandomi un altro piacere.

Al più grande però non basta, così sfilo il piccolo e lo sostituisco, mentre riprendo a succhiare i miei umori dal fallo appena uscito. Questo però si lamenta, almeno nella mia immaginazione, ma oggi sono schiava di un cazzo esagerato. Giungiamo ad un accordo, con soddisfazione di entrambi: mentre in ginocchio mi faccio riempire la figa da un gigante, il piccolo ha libero accesso alla porta sul retro…

Anche adesso mi vorrei vedere da fuori: un cazzo enorme in figa, uno comunque grande che si fa strada man mano nel culo, mentre con la mano che non guida quest’ultimo mi tocco le tette, mi succhio le dita, mi sfioro le gambe avvolte nelle calze… Se mi vedessi mi darei della troia, probabilmente. Ma oggi mi sento così, c’è poco da fare!

La doppia penetrazione si fa sentire, godo più volte, mi lascio andare a diversi orgasmi anche ravvicinati. È incredibile questo pomeriggio!

Mi tolgo quello che avevo dietro, mentre mi alzo per far uscire anche l’altro, che ha svolto alla perfezione il suo dovere. Quando esce, fa’ una sorta di rimbalzo, andando all’indietro e colpendomi poi sul buchino. -Ehi, guarda che io ne avrei anche abbastanza oggi! – gli dico. Ma lo guardo mi sembra insistere. -Ci proviamo ma non ti assicuro niente! – concludo spostandomi all’indietro.

“Devo essere pazza” è l’unica cosa che riesco a pensare, mentre allargo il mio bel culetto per fare posto a questo intruso. Questa volta si sente anche un certo dolore, mentre si fa strada, ma quando mi tocco il clitoride, per eccitarmi al massimo e “darmi coraggio”, sono nuovamente bagnata fradicia!

Entra. Un centimetro alla volta, con calma, con anche una certa paura. Certo, sono abbastanza allenata sia davanti che dietro, ma non è proprio la stessa cosa prendere un cazzo vero di 10/15/20 centimetri, come è capitato, e prendere questo. Lo sento aprirmi, come mai prima, mentre continuo a toccarmi e, con l’altra mano, prendo l’altro fallo per succhiarlo.

Mi porto così sul punto di un nuovo orgasmo, probabilmente anche più intenso dei precedenti, che raggiungo quando tolgo dalla bocca il cazzo che sto succhiando per mettermelo dentro. Tolgo i tacchi, per godermelo appieno, così da potermi infilare il più possibile quella bestia nel culo, riuscendo quasi a prenderlo tutto.

Raccolgo la mia scarpa destra e lecco dal tacco gli umori caduti sopra, desiderando quasi fosse lo sperma di un ragazzo. Subito dopo mi alzo, sfilandomi il tutto, do’ una ripulita veloce ai falli e li metto via, ripromettendomi di riutilizzarli, appena sarò di nuovo sola.

Stasera invece, dato che il mio ragazzo dovrebbe tornare, credo che ci vedremo…

 

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