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Racconti sull'Autoerotismo

Se ora tu fossi qua

By 2 Ottobre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Se ora tu fossi qua, prenderesti il mio cazzo nella tua mano e ti direi di muoverla lentamente, su e giù. Da quando mi sono messo al letto, una strana frenesia mi è presa. Ho cominciato a pensare a te, e il mio corpo addormentato dall’ora tarda della notte, ora si è risvegliato. Ho cominciato a rigirami nel letto e tra le gambe si è mosso qualcosa. Ho pensato ai tuoi occhi, alle tue mani, ai tuoi fianchi e il cazzo si è indurito. Ora è così, nelle mie mutande: duro e scoperto. E se tu fossi qui, ora ti avrei detto di toccarlo. Te lo avrei imposto, perché ho sempre desiderato avere la tua mano intorno al mio membro. Ho sempre sentito la voglia di sentire la pelle liscia dei tuoi polpastrelli sulla mia pelle delicata. E poi vederla muoversi, capire come possa la tua dolce manina tenere in un pugno il mio cazzo grosso, dalla testa scura di sangue.

Come sei nuda? Quali perfezioni e imperfezioni ti caratterizzano? Il tuo culo è come lo immagino io? Carnoso, perfetto, da addentare fino al sangue? Oppure è troppo grosso, o troppo piccolo? Sai che non m’importa? Perché quello che voglio è il tuo culo, passarci le dita in mezzo, solleticarti il buchetto. Solleticarlo, stuzzicarlo e, piano piano, entrare senza che neanche tu te ne accorga. A piccoli colpetti. Millimetro dopo millimetro lo faccio entrare tutto dentro, ed accarezzarti dentro, farti sospirare, forse anche urlare dal dolore che delicatamente ti provocherò.

In questo momento tu sei solo mia, lo capisci? Solo mia. Se sei tra le mie mani, tu non sei più libera.

E dopo aver sfilato il dito da dietro, dedicarmi alla tua fica bagnata. Avvicinarmi ed annusarla. Darle dei piccoli tocchi con la punta della lingua, farti fremere, fartene volere di più. Gustare il tuo sapore, succhiare il tuo gusto. Leccare anche i tuoi peletti bagnati, tirateli, farti male. Apri le gambe, mia piccola, ché solo tra di loro io posso vivere un giorno in più. Ci sono solo io per te. Lì fuori è il deserto, qui siamo noi due. Anche il passato è sparito.

E mentre ti penso, a sfregarmi è la mia mano. Mi tocco con foga, voglioso di averti qui, di materializzarti in questo letto per poterti mordere e lasciarti il mio segno in eterno. Sono così eccitato che vorrei mi vedessi. Mi basterebbe che stessi vicino a me, senza dir nulla, a vedermi masturbare per te, e vedere ora, in questo preciso istante, lo schizzo violento di sperma andar lontano, macchiare il tuo fantasma.

Stanco, mi ricompongo. Mi rimane dentro un sapore di malinconia e l’idea che la fantasia è nulla senza la carne che la accompagna.

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