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Racconti sull'Autoerotismo

Sogno (o follia) in un giorno di mezz’estate

By 4 Settembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Estate…odio l’estate. Cantava una vecchia e bellissima canzone di Bruno Martino e poi interpretata da tanti altri grandi della musica italiana.

Non è che odio l’estate veramente. Anzi. Però sono i momenti forzati di condivisione di un tempo, che potrebbe essere bellissimo, con persone lontane anni luce dal tuo essere, a farmela odiare. E così anche quest’estate sono rimasto intrappolato dai ‘Ma dai che divertiremo un sacco’ e dai ‘Chissà quante ne combineremo’ e mi sono ritrovato con la mia famiglia incastrato in una vacanza forzata lontanissima dalle mie aspettative di riposo e relax.

‘Ma dai…lo facciamo anche per i bimbi…lo sai quanto staranno bene lì…’ – mi incoraggiava mia moglie

E così, con mesi di anticipo, insieme a questa coppia di amici, affittiamo questa porzione di villa con ampio giardino vista sul mare dotata di tutti i comfort. Evviva…è andata!!! (sigh). Ognuno di noi avrebbe avuto la propria stanza (da dividere con la prole in lettino affiancato!!!) …ma tanto si sa…in vacanza ci si adatta (e non si scopa!!!). Per non parlare poi dell’ iperdinamicità della coppia ‘amica’… Avevano stilato con mesi di anticipo le infinite attività a cui ci saremmo potuti dedicare: mountain bike, tennis, escursioni col gommone, cenette a base di pesce…etc…etc.

Basta …sono rassegnato…e come un condannato a morte mi accingo ad affrontare questi 15 giorni in apnea mentale. E via…si parte per le vacanze.

La porzione della villa accanto alla nostra era stata affittata da una simpatica famiglia francese. Età oltre i 50 con figlio quasi ventenne a seguito. Silenziosi, gentili, sorridenti. In breve tempo, visto che condividevamo il giardino riuscimmo anche a creare una sorta di amicizia poco verbale (visto che nessuno di noi parlava francese e che l’unico che parlava un po’ di inglese era il taciturno ragazzone) e molto gestuale. Ma ci capivamo abbastanza bene tanto da riuscire ad organizzare attività comuni vissute in allegria. Anche il Papà francese era un iperattivo e ci coinvolgeva continuamente nelle sue attività con evidente entusiasmo dei miei amici, dei bambini…e con somma rassegnazione del sottoscritto.

La Maman francese sembrava donna invece più calma. Se ne stava seduta sotto il gazebo a leggere un libro o sdraiata come una lucertola a prendere il sole. Raramente partecipava ad attività che prevedessero sforzo fisico. Sempre allegra, sorridente, ottima cuoca e con quel suo accento francese risultava davvero una persona simpatica. Una cara zia. Sicuramente oltre la cinquantina risultava comunque una burrosa bellezza d’oltralpe: bionda, occhi azzurri, coscia robusta ma soprattutto un seno esagerato che a stento il suo costume (sempre rigorosamente intero) tratteneva. Questa sua peculiarità fisica le aveva fatto guadagnare il nomignolo di ‘Madame Tetton’.

La prima settimana (per fortuna) era passata. La convivenza forzata mi stava risultando sempre più faticosa da sopportare. E di scopare non se ne parlava proprio con mia moglie!!! Sempre in perenne movimento, sempre ad inventarsi qualcosa da fare. Non ne potevo più. Volevo solo sdraiarmi sul lettino…e dormire…dormire…dormire.

Durante l’ennesima cena conviviale con i francesi balzò fuori l’ennesima folle (per me) idea. Escursione dell’arcipelago, visita delle grotte di nonsochecosa, si mangia a bordo e c’è anche la musica …si parte alle 8 e si torna all’ora di cena….AAAAARGH !!!…per me era decisamente troppo!!! E così…tutto ad un tratto…come per incanto…quando già tutto era già stato prenotato e pagato…la mia schiena si bloccò. Oooops…che peccato!!! ‘Ma dai che forse se prendi qualcosa ce la puoi fare’ ‘ mi dicevano ‘ oppure …’No dai rimaniamo con te e rimandiamo la gita quando ti senti meglio’.

Riuscii a farli partire. Tutti. Mogli, amici, bambini e francesi. Tutti. Avevo la villa tutta per me. Il silenzio, il comfort, il sole, il lettino…una giornata intera…tutta per me!!! Quando dal mio letto (di dolore…eh eh eh) sentii le macchine partire ebbi un sentimento molto prossimo all’orgasmo.

Dormii un’altra oretta, feci colazione, barba e via….costumino a pantaloncino bello aderente (regalato da mia moglie che poi però mi ha vietato di indossarlo visto che mi evidenzia troppo il pacco), occhiali da sole, birretta e libro….e via sul lettino. Ahhhhhhhh…godo.

Dopo neanche due pagine di lettura le palpebre diventarono pesanti. E il calore del sole mi fecero addormentare di nuovo.

[sogno….erotico….parecchio erotico!!!]

‘Bonjour’

Sobbalzai…e con gli occhi che faticavano ad aprirsi riuscii a scorgere a pochi metri da me Madame Tetton che, sorridente come sempre, degustava non so cosa da un bicchiere. Bonjour??? Ma come non era andata via anche lei??? In mezzo al sonno non mi resi subito conto che avevo il pacco bello gonfio (se ne era accorta lei???). Cercandomi di riprendere cercai di chiederle come mai non fosse andata anche lei alla ‘fantastica’ escursione marina. A gesti, risolini e mimi, mi fece capire che soffriva mal di mare.

Ecco fatto, pensai. Addio giornata di totale relax…o no?…mah…vedremo. Mi rimisi un po’ intontito a leggere di nuovo il libro. Quando con la coda dell’occhio cercai di capire cosa stesse facendo la franzosa ebbi un sussulto. Madame Tetton stava prendendosi il suo bagno di sole in topless. Aveva calato le spalline del suo costume d’ordinanza e adesso quelle due belle masse di tette erano lì con un capezzolone che urlava ‘mangiami mangiami’. Rimasi stupito. Fino ad allora, infatti, la donna non si era mai presentata così discinta e il segno evidente dell’abbronzatura evidenziava che era di certo la prima volta che prendeva il sole al seno. Tanto è vera questa cosa che cominciò a spalmarsi su tutto il corpo abbondante latte solare…e quando arrivò al seno…beh…fu davvero uno spettacolo. Nascosto dietro gli occhiali da sole non perdevo un solo istante di quella scena. Mi ribollivano le palle.

Madame Tetton non me la sarei scopata. No, questo no. Non rientrava di certo nella categoria delle ‘scopabili’….però…una sega gliela avrei dedicata molto volentieri. Così, visto che lei continuava a massaggiarsi le tette e il mio cazzo riacquistava una certa consistenza, decisi, simulando difficoltà nei movimenti visto il mio ‘mal di schiena’, di rientrare in casa. Salii velocemente al piano di sopra, entra nella camera che dava sul giardino e, nascosto dalla zanzariera e dalla tenda cominciai a masturbarmi di fronte a quella visione.

La donna continuava a spalmarsi crema solare su tutto il corpo e quando arrivo alle gambe non esitò a spalancarle in maniera ai miei occhi fin troppo oscena. Lo faceva per me? O era solo una mia illusione? Non cercai la risposta. L’uccello ormai era partito e voleva la sua parte.

Cellulare. No. Cazzo !!!….a quattro a quattro scesi le scale completamente nudo coll’uccello che rimbalzava a destra e a manca. I compagni di vacanza mi avevano inviato la foto di dove erano dicendomi che mi stavo perdendo uno spettacolo della natura esagerato. Beh…anche io mi stavo perdendo uno spettacolo esagerato. Con la stessa velocità con cui ero sceso salii di nuovo le scale e riguadagnai la mia posizione ma…Madame Tetton non c’era più. Cazzo…cazzo…cazzo!!! Aspettai una decina di minuti. Lo spettacolo era finito.

Un po’ deluso per la mancata sega, mi rinfilai il costume, pensando in fondo che stavo facendo una cosa…che…mah…forse un adolescente…però…vabbé…è andata. Pazienza. Godiamoci la giornata!!! E tornai sul mio lettino a godermi il sole, il libro, la birretta (che ormai era calda).

Appena sdraiato sul lettino, però, notai un’ombra dietro le tende della stanza della casa dei francesi. Era di certo lei. E mi stava guardando (o era solo la mia illusione?). Nascosto dagli occhiali da sole cercai di mettere a fuoco…vedevo (o immaginavo?) la donna…ancora con le tette fuori che con ampi gesti si torturava i due globi di carne. Era un gioco? Che gioco era? Voleva farmi capire che mi aveva visto prima? O era soltanto un’illusione?

Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare ‘ mi dissi. E così mi alzai ed andai verso la doccia del giardino, in bella vista rispetto alla sua posizione. Feci scorrere l’acqua e mi gettai sotto con fare molto provocatorio. Cominciai a massaggiarmi il petto per scendere poi giù verso il basso. Presi la boccetta di bagno schiuma e cominciai ad insaponarmi. Esagerai nei movimenti. Volevo essere sexy…provocatorio. In più di un’occasione rimasi per molto tempo ad insaponarmi proprio lì calando anche esageratamente il costume. Da sotto il getto d’acqua ogni tanto verificavo se la donna fosse ancora alla finestra e, in più di un momento, mi parve che si stesse toccando, oltre che le tette, anche più giù. Presi il coraggio a due mani e, in un momento di esaltazione erotica, mi calai rapidamente il costume rimanendo totalmente nudo sotto il getto d’acqua. Avevo gli occhi chiusi. Non volevo sapere, non volevo vedere, volevo soltanto immaginare. Ma quando uscii fuori dalla doccia mi resi conto che alla finestra non c’era nessuno. Era solo la mia immaginazione. Rapidamente, colto quasi da paura (o vergogna?), mi avvolsi all’interno dell’asciugamano e mi stesi sul lettino infilandomi nuovamente gli occhiali da sole.

Di nuovo sole, di nuovo silenzio. Mi calmai. Mi sarei dovuto infilare nuovamente il costume. Ma il tepore del sole ebbe la meglio e mi lasciai coccolare. Mi riaddormentai. Di nuovo.

TiTic TiTac TiTic TiTac…..questo rumore mi risvegliò. Era lei. Di nuovo. Su sandali dal tacco altissimo e tutti adornati di paillettes luccicosi. Non aveva più il costume ma un perizoma bianco di lycra corredato da un reggiseno minuscolo dello stesso colore. Era come se fosse stata nuda. Sorrideva. Sorrideva strana. Come quando una è imbarazzata a fare una cosa che non vuol fare…o che non ha mai fatto.

Scese dai sandali dandomi le spalle e maliziosamente si chinò per metterli paralleli accanto al lettino. Si voltò come per assicurarsi che la stavo guardando (o era solo la mia illusione?)…e si diresse lentamente verso la doccia aggiustandosi di continuo il completino intimo come per stuzzicare ulteriormente le mie fantasie. Era una donna di oltre cinquant’anni, con tutti i suoi difetti ma comunque appetibile, che mi stava offrendo (o contraccambiando?) uno spettacolo di se stessa.

Io rimasi immobile, come se dormissi, con gli occhiali da sole e l’asciugamano che copriva a malapena il bacino. Allungai soltanto la gamba destra fuori dal lettino e feci aprire, come per caso, l’asciugamano scoprendomi completamente il lato che lei vedeva. Con la mano lo trattenni all’altezza del pacco. Che lo spettacolo abbia inizio ‘ mi dissi.

Si tuffò sotto il getto d’acqua buttando la testa all’indietro. La sensazione del freddo (o dell’eccitazione?) le fece rizzare i capezzoli e il completino intimo, una volta bagnato, risultò completamente trasparente. Era come se fosse nuda. Cominciai a muovere la mano sopra l’asciugamano…il gioco a quel punto mi sembrava chiarissimo. Ed infatti anche lei, come me precedentemente, prese il bagnoschiuma e cominciò ad insaponarsi esageratamente tutto il corpo e come me indugiò con insistenza nelle zone ‘calde’. E come me rimaneva con la testa sotto il getto d’acqua come per non vedere o pensare di non essere vista….

Le tettone balzarono fuori dallo striminzito reggiseno e il pelo della fica apparve fra le sue mani che lo insaponavano maliziosamente. L’asciugamano, che fino ad allora copriva il mio bacino, si sollevò in maniera ridicola tanto che preferii farlo scivolare a terra e mostrarle onestamente l’effetto che mi aveva suscitato. Me lo presi tra le mani scappelandolo e mostrandolo per tutta la sua lunghezza verso la donna che continuava le sue operazioni di insaponamento con la testa sotto il getto d’acqua.

Ma mi guardava oppure no? E sapeva che io la stavo guardando? Era come se lei fosse in estasi…in un mondo tutto suo. Volevo a quel punto avvicinarmi. Non la volevo scopare (o forse sì?)…forse mi sarei accontentato di palparle quelle tettone… Ma come mi mossi dal lettino mi disse (quasi urlando) qualcosa in francese, allungando nel segno di fermarsi anche una mano, che faceva perfettamente capire che voleva che rimanessi fermo dov’ero.

Allora mi vedeva!!! E non era una mia illusione quello che stava accadendo!!! Rimasi in piedi a pochi metri da lei in piena erezione. Fermo. La vidi che mi guardava in silenzio con occhi stralunati, nel pieno della follia erotica. L’unico rumore era quello della doccia. Si strizzava una tetta come se fosse di gomma mentre con l’altra si sditalinava come una matta. Cominciò a tremare come una foglia probabilmente vicina all’orgasmo che si preannunciava violento. Ripresi anche io a menarmelo cercando di raggiungere insieme a lei l’orgasmo. E così fu. Lei cominciò a emettere gridolini strozzati…tremava. Venne…e venni anche io con copiosi schizzi.

Lei, più veloce di un lampo, uscì dalla doccia si avvolse rapidamente nell’asciugamano e scomparve velocemente in casa non senza aver prima aver raccattato i sandalini da terra. Rimasi lì con il cazzo ancora grondante in mano. Mi sentivo un po’ scemo. E forse anche lei. Quella fuga repentina diceva molte più cose di mille parole. Mi calmai. Entrai in casa. Indossai il costume d’ordinanza e riposi con cura il costumino ‘proibito’. Uscii fuori in giardino. Di Madame Tetton non c’era traccia. Mi circolavano tanti pensieri in testa. Mi stesi sul lettino. Nuovamente. E nuovamente, dopo poco, mi addormentai.

Un bacio sulle labbra mi risvegliò.

‘Come stai amore?’

Era mia moglie che, insieme a tutti gli altri, era ritornata dall’escursione. Erano lì, tutti intorno a me a sincerarsi delle mie condizioni fisiche. E tutti a dire ‘Non sai cosa ti sei perso’ e ‘Che peccato che non c’eri’…e così via. C’erano anche i francesi e con loro Madame Tetton, nel suo costume intero, sorridente e serena, che stava cercando di far capire a tutti quanti che avevo dormito tutto quanto il giorno. Si stava giustificando o stava dicendo davvero la verità? Era stato un sogno o una follia quella che avevo vissuto?

Il completino intimo della donna, appeso ad asciugare, mi dette la risposta.

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