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Racconti sull'Autoerotismo

un guanto di crine

By 15 Maggio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Premo il pulsante per il primo istante di calore. Accaldata e sudata sotto la doccia dello spogliatoio intorno a me voci di donne. Si vince l’imbarazzo dellla nudità davanti al desiderio di rilassare i muscoli affaticati. Acqua sul collo, lo muovo piano roteandolo ad occhi chiusi. Socchiudo gli occhi e osservo. Davanti a me una giovane donna, avrà forse 30 anni. Al mio fianco l’amica di sempre. Ci si lava a voce bassa, l’odore delle schiume si mischia sul pavimento allontanando quello del cloro . Premo ancora un paio di volte, indosso i guanti di crine. A volte sembriamo tutte personaggi dei fumetti, completamente nude con le manine colorate. Ti penso continuamente quando mi tocco, anche quando come ora il tocco è innocente.Mi piace pensarti e toccarmi, spiare le reazioni del corpo e della mente. Non sento che un leggero cicaleccio in sottofondo e le manine azzurro puffo si riempiono di olio per la doccia. Emulsiono piano. Abbasso gli occhi e mi godo la vista dello smalto rosso sui piedi. Mi piace piacerti, per questo l’ho messo rosso. Le braccia strofinate emanano un profumo lieve ed avvolgente, sembra mirra. Non faccio molta schiuma, non mi piace sentirmi addosso la spuma artificiale. I tuoi baci. Ecco, loro si. Quell’umido mi piace, sentire la lingua che bagna la mia, quello strano inseguirsi di nasi che tirano di scherma. Le mani scivolano sul seno. Davanti a me la ragazza è voltata di schiena, e osservo i glutei. ha un tatoo che percorre la linea dei fianchi, due buffi pupazzetti che ballano. Sorrido, ripensando alla voglia di marchiarmi con le tue iniziali. Chissa’ come sarebbe sentirti scivolare in me consapevole che con le mani stringi il tuo nome. Mi sorprendo ad accarezzarmi piano i capezzoli strofinandoli con i guantini. La ruvidezza del crine si addolcisce con l’olio . Strana sensazione di eccitazione e malinconia. Cerco come sempre di contenerlo nella coppa delle mani, e non ci riesco. L’imponenza scappa ovunque, si intravvede la rotondità sotto il guanto che disegna , la punta del compasso e’ il capezzolo appuntito com’era? raggio per raggio per 3,14 la mente non c’e’ piu’. L’amica mi parla, sento e non ascolto. Premo di nuovo sul tasto dell’acqua, che maledetta finisce inaspettata. La testa reclinata, risciacquo i capelli e la schiena e’ percorsa da un rigagnolo caldo. Tocca al balsamo adesso. Mi giro di spalle, quasi spiaciuta. La parete di piastrelle rosa limita la mia fantasia. Di nuovo olio sui guanti, riprendo i penseri restando girata. Le mani scendono nuovamente verso il seno, stavolta non indugio, stavolta supero l’ostacolo per accarezzarmi il ventre. Sono ingrassata da quando sei qui. Devo essere bulimica d’affetto. Improvvisamente l’immagine di me che ti cavalca. Sarà colpa del film di ieri sera, penso. Lei a seno nudo che vibrava sul suo uomo. Una scena come tante nei film. Ma immaginarmi mentre a casa, tra poco più di un’ora, immaginare che io ti monti sopra così, all’improvviso, stringendoti il collo in un abbraccio, infilandoti quasi prepotente la lingua in bocca e strusciandomi, agitando roteando…il guanto di crine e’ li’, fermo . Posato sul clitoride. I capezzoli non sono eretti, ma terribilmente colorati. Sono eccitata alla sola idea di te. Di nuovo con forza l’acqua deve scorrere ; deve adesso! Leggero sollievo alla voglia di continuare a toccarmi. Potrei girarmi, se mi girassi non potrei piu’ continuare a pensarti così intensamente. Ma resto quasi appoggiata alla parete di piastrelle. Io vado a prepararmi per la sauna mi dice qualcuna. Ok va bene, ancora due minuti per me. Allargo le gambe per lavarmi meglio. Strofino con forza, ma è evidente che immagino la tua mano dipinta di blu. Fosse la tua mano nel guanto di crine, dammi due dita ti prego, dammi due dita e spingile dentro. Mi vien voglia di appoggiare la testa alla parete, stringere forte il costume appoggiato al pulsante per cercare di non mugulare e lasciarmi andare sotto la pioggia calda. Costringo le gambe a stringersi veloci, adesso è troppo davvero. Mi giro di nuovo, rituffando i capelli sotto il getto. La ragazza non c’è più. Sono rimasta sola

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