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Racconti sull'Autoerotismo

Voglia

By 15 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo appena finito di guardare un film. Erano le 24 e le mie coinquiline erano andate fuori città. La casa era silenziosa. Non avevo sonno e decisi di rilassarmi facendo un bel bagno.
Presi il mio accappatoio e mi dirissi verso il bagno. Accesi i faretti dello specchio, per creare un’atmosfera intima e invitante. Presi anche una candela alla lavanda e l’accesi, poggiandola sul bordo della vasca.
Lasciai scorrere l’acqua e feci colare del bagnoschiuma alla vaniglia che prese a schiumare.
Mi guardai allo specchio, mi ammirai: ero troppo carina con il nuovo taglio che lasciava intravedere il collo e con la frangia che esaltava i miei occhi grandi e castani, dalle ciglia molto lunghe.
Cominciai a spogliarmi, sbottonando la camicia disattentamente. Ripensai a quando due giorni prima me l’aveva sbottonata Andrea: cominciai ad avvertire uno desiderio sensuale, di toccarmi e sfiorarmi.
Guardai la mia figura allo specchio e con le dita attraversai dolcemente il collo, fino alla scollatura: il mio seno pieno. Scesi ancora più giù, arrivando ai miei fianchi, poi le gambe coperte dai jeans e risali lungo i glutei alti.
Apri la bocca in un sospiro. Ero stupenda, mi sentivo bellissima, ero bellissima.
Mi bagnai le labbra con la lingua e con le mani coccolai i miei seni, intrufolando un dito oltre la camicia, oltre il reggiseno di pizzo rosa. Avvertii il capezzolo rispondere al tocco appena accennato. Sbottonai ancora un pò la camicia e divaricai appena le gambe, perchè sentivo una sensazione di brama sotto il basso ventre.
Lo specchio rifletteva la mia carne bianca e i due promontori fare capolino dall’intimo. Decisi di sfilare prima il reggiseno e così feci: sbottonai il polsini della camicia per farvi scivolare attraverso le bretelle, poi sbottonai dietro il sottile velo rosa e delicatamente, godendomi i gesti sensuali e l’attesa smaniosa, sfilai tutto il reggiseno, restando a petto nudo.
La camicia bianca mi celava i seni, ma intravedo le linee dei capezzoli duri pulsare sotto. Mi passai una mano sulla nuca e la feci scendere piano oltre la camicia, fino a farla scostare e mostrare allo specchio un seno: era così bello, rotondo, alto, pieno, con un’aureola rosa e un capezzolo ben dritto. Mi eccitai a quella vista e attraversai tutto il seno con le dita che presero a stringermelo: immaginai due uomini farlo, uno con il seno destro e un altro con il seno sinistro, stringerli, quasi mungerli con foga. Tillavo con le dita il capezzolo mentre con l’altra mano facevo strisciare il cotone della camicia su quello ancora coperto. Sentivo la mia voglia aumentare, la temperatura del mio corpo aumentare e la mia passerina farsi vogliosa. Per farla calmare staccai le mani dai seni e feci scivolare la camicia sul pavimento.
Adesso ero a dorso nudo e le mie tette si mostravano imperiose nello specchio.
Immaginai una lingua percorrerle tutte, così bagnai un pò le dita intingendole nell’acqua che aveva riempito la vasca e le passai sui capezzoli: l’acqua tiepida mi provocò un sussulto di piacere. Strinsi i seni l’uno contro l’altro, fino a far toccare i due capezzoli, facendoli giocare insieme. Poi li strizzai con forza, provando quasi dolore, poi piacere. Avevo sempre più voglia.
Mi misi in ginocchio e feci sfregare i capezzoli sulla ceramica bianca della vasca: che goduria. Mi infilai due dita in bocca e poi le passai sui seni. Mi rialzai, la voglia era troppa.
Mi guardai allo specchio e sorrisi sensuale, ammiccante, come ad uno spettatore invisibile: come mi sarebbe piaciuto avere qualche spettatore!!!
Sbottonai i pantaloni a vita bassa e senza sfilarli, li lasciai aperti, facendo svelare la mutandina di pizzo rosa. Mi misi di profilo e vidi la curva della mia schiena scendere e riprendere al sedere: vedevo l’orlo dello splip uscire appena. Lo afferrai con le dita e lo tirai su: sentivo il pizzo salire nella mia fessura.
Abbassai i pantaloni un pò, svelando le natiche e mi misi a 90 gradi: mi carezzai i glutei e vidi lo slip ficcato in mezzo alle mie chiappette. Feci scendere ancora il pantalone fino a levarlo del tutto.
Ora avevo solo gli slip. Vidi il pizzo celare il mio sesso ben depilato, solo un piccolo ciuffo sul promontorio. Tirai la mutandina un pò più su e il tessuto mi finì tra le gambe, lasciando fuori le grandi labbra: ah, che bello vedere il proprio corpo in tutto il suo splendore.
Infilai le dita negli slip e feci ruotare un pò il tessuto nella fessurina, seguendo il movimento con il bacino. Sentivo il pizzo umido dei miei umori. Decisi di sfilarlo ma prima, accarezzai la mia patatina da sopra l’intimo: se solo gli uomini sapessero come ci fa impazzire il loro tocco quando siamo ancora vestite.
Tolsi le mutandine. Finalmente ero tutta tutta nuda. Mi guardai e mi percorsi il corpo nudo con le mani. La pelle liscia, i seni sodi, i fianchi sinuosi, le gambe tornite e la mia patatina vogliosa.
Sentivo il sesso bello umido. Lo accarezzai sensualmente. Con un dito sfiorai il clitoride: era gonfissimo.
Avevo voglia di sentire piacere e così mi misi cavalcioni sul bordo della vasca: il freddo della ceramica entrò in contatto con le mie parti calde, bagnate dandomi un sussulto di piacere.
Muovevo il bacino in modo tale da far scorrere la mia fighetta sul bordo, regalandomi attimi di intenso piacere. Inarcai la schiena, come se sotto di me i fosse un uomo e avvertii il mio sederino reclamare attenzioni. Così mi alzai, mi rimisi a 90 gradi, di profilo, per guardarmi allo specchio e presi a carezzarmi la fessurina del sedere: era bella calda e umida. Bagnai le dita e ripresi a passarmele tra i due glutei: sentivo il desiderio di ficcarci dentro qualcosa e cominciai con le dita. Prima con un dito, poi con due…facevo dentro e fuori dolcemente. Presi un pò di crema prima di passare al terzo dito e lasciai scorrere qualche goccia di crema nel mio culetto. Ci ficcai quattro dita e cominciai a spingerle dentro: mi sorpresi, ci entravano tutte e con piacere e divertimento, le ficcai sempre più dentro, con sempre più forza, sempre più forte dentro e fuori, dentro e fuori. Sentivo il calore avvampare dentro e la voglia di spaccarmelo con qualcosa di duro e grosso. Mi ingegnai e mi venne in mente che avevo il flaconcino di profumo che simulava bene un pene, solo che era più quadrato sulla punta: non importava! Volevo godere, godere! Mi rimisi a 90 gradi, un pò di profilo e cominciai a spingere la bottiglietta nel mio buchetto: lentamente, tra un iniziale dolore, riuscii a farlo entrare dentro quando lo cosparsi di crema. Godevo come una pazza con quell’oggetto duro e lungo: entrava ed usciva, entrava ed usciva. Ripensai a quando la prima volta il mio amico di scopate mi perforò il culo con il suo membro: godetti come una pazza e sentivo le sue palle sbattermi contro. Quell’immagine di me a pecora, traforata dal membro e sbattuta dai coglioni mi fecero trasalire ancora di più. Vidi i miei seni sballonzolare ad ogni movimento e con la mano libera presi a torturarmi un capezzolo, con forza. Godetti così per un altro pò. Lasciai l’oggetto dentro, nel mio culetto e mi carezzai la fighetta che voleva lo stesso trattamento.
Mi sdraiai sul accappatoio che stesi sul pavimento, allargai le gambe. Presi la spugna e con quella cominciai a solleticarmi un pò il clitoride: che sensazione, muovendo il bacino per sentire la bottiglietta farmi godere nel culo. Poi passai le dita: lo strinsi un pò tra i polpastrelli, lo circondai come con una lingua e quasi a spompinarlo…ah, mi sentivo morire dal piacere ma volevo di più, anche se la bottiglietta mi dava grandi gioie. Affondai due dita nella mia fighetta che era talmente bagnata e spalancata che avrebbe potuto accogliere i membri di due uomini insieme!
Sfilai con un colpo secco il flacone dal mio culo, avvertendo un altro colpo di paicere. Lo passai sotto l’acqua calda e mettendomi a pecora cominciai a ficcarmelo nella passera, prima lentamente, lasciandolo dentro e spingendo più che potevo:poi lo tirvavo fuori, e scivolava che era una bellezza. Sentivo i rumori della mia passera e dei miei umori rispondere al passaggio del finto membro. Sempre con più forza lo facevo entrare ed uscire mentre con un dito solleticavo il mio ano e lo penetravo più che potevo. Sentivo le gote rosse e la mia figa godere. Mi dimenavo con il bacino, come una menade ubriaca e sentivo questo coso duro darmi gioei inaspettate. Quando venni lo lasciai dentro per un pò, cercando di calmare i miei orgasmi e i miei gemiti.

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