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Racconti CuckoldTrio

Al locale Pacifico

By 25 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

1. Paragrafo
L’impotenza coeundi! ‘ mi tormentava da mesi, con mia moglie Marta, che comunque amo, non riuscivo a compiere l’atto’ Il mio strumento, che chiamo ‘sondino’ era sempre soffice’
L’ultima spiaggia per curare definitivamente la mia sindrome me la consigliò un mio amico psicologo, infatti, dopo aver chiesto consigli a parecchi medici, la diagnosi che il bravo psicologo mi fece fu quella che mi convinse di più: non era una cosa fisica, gli organi erano ok e più ero ancora giovane, disse che si trattava di un copione interno psicologico, che io non riuscivo ad innescare morbosità tale da avere una sicura erezione perché, nel mio inconscio, valutavo mia moglie troppo ‘cosa’ sicura, mentre se avessi pensato che era frivola o traditrice la cosa avrebbe funzionato.
Insomma per mia natura mi eccitavo solo a pensare di non avere un moglie fedele e sicura, ma mi sarebbe piaciuto avere un donna molto meno fedele, la cosa che mi eccitava era ‘combattere’ con altri maschi, tutti che inzigavano la mia donna, per avere il sopravvento, fare in modo che lei fosse soddisfatta solo da me, cioè fare in modo che la donna, che così valutavo ‘contesa’, avrebbe riconosciuto in me il maschio ideale, il più virile, il vincitore’pensando tra me, il effetti, nelle mie fantasie erotiche, spesso mi eccitavo, da solo se mi immaginavo mia moglie scopata da un altro, e io che poi intervenivo e la facevo godere meglio’.
Purtroppo, da solo, potevo avare un orgasmo, mentre se pensavo che mia moglie fosse andata con un altro, poi cose erano andate di poco meglio, me non era sempre costante l’effetto, era difficile da mantenere attivo un pensiero non vero. Bisognava, secondo lo psicologo, che il pensiero fosse in seguito ad una realtà. Insomma , quello che si dice in gergo ‘Cuckold’.
Disse che ero affetto dalla sindrome della noia e che dovevo avere uno shock di gelosia che valorizzasse la mia bella moglie ai miei occhi ‘interni’ e, superato il quale era possibile, non certo, che sarei guarito a avrei di nuovo potuto fare l’amore bene con lei.
Mia moglie è una donna molto fedele e non è il tipo da avere amanti, pur essendo un donna sexy, non stimola gli altri uomini, e dunque fu lungo e difficile farle capire che quel sistema era l’unico che ci avrebbe dato la speranza di una routine d’amore coniugale.
Provammo anche con dei filmini, provai a mascherarmi come se fossi un altro, ma la cosa si risolveva sempre nel ridere e non avevamo miglioramenti nella fisiologia del nostro rapporto.
Alla fine si convinse e dicendo che lo faceva per me, ed anche essendo molto insoddisfatta sessualmente, poteva prevedere che un esperienza sessuale nuova sarebbe stata comunque piacevole.

2. Paragrafo
Dopo due mesi di discorsi, suppliche, coccole notturne, ‘vedi, potremmo fare vita di coppia se’aiutami’proviamo’.’ portai mia moglie al locale consigliato da amici e noto per la sua organizzazione, al di la del confine ‘percorremmo i 30 chilometri oltre la dogana di Brogeda e ci posteggiammo in un piazzale vicino ad una grande casa di campagna, mezza castello e mezza casa, con un bel parco intorno, tipo quelli dove fanno i matrimoni.
Entrammo e lasciammo i cappotti nel foyer , c’era un grande sala con il bar con gli sgabelli, dove erano seduti già alcuni avventori femmine e maschi che parlavano e bevevano
Venne incontro il direttore e si presentò e ci suggerì di fare un giro nel per vedere le sale delle attrazioni e delle facilities offerte dalla sua organizzazione.
Il personale, lo staff, sia maschile che femminile e degli altri due generi, chiamati GHOA, ‘gentils host organistaeur amant’ era addestrato ad interpretare la parti che più piacevano agli avventori e, la possibilità di offrire una varietà di avventure era la caratteristica del locale che era una propria Disneyland per gli amanti del genere.
Il direttore ci salutò e guidò me e Nina attraverso il salone bar, dicendo qui ci si ambienta, si fanno le prime conoscenze , si beve qualcosa, se uno vuole può già fare qualche avances e si formano i gruppi, si scambiano le coppie, e il ghoas sono a disposizione per completare ogni ‘avventura’.
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Quando gli spiegai precisamente le nostre esigenze, lui ci assicurò che quello che serviva a noi era l’ultima che ci illustrò, la sala Arena, dove si potevano tenere spettacolini con un pubblico a guardare, oppure in privato, chi faceva una performance e chi stava a guardare. Prenotammo dunque 4 ore nella sala Arena, non sapendo per quanto tempo la cosa ci avrebbe tenuti impegnati. La tariffa era 800 euro, ma occorrevano anche altri 200 euro per gli ‘accompagnatori’, i ghoas, la cui funzione non mi era del tutto chiara e un 10 % in più per le varie ed eventuali. Data la mia situazione non esitai a dare i 1.100 euro e ottenni un ricevuta fiscale.
3. Paragrafo
Poi al bar ci sedemmo sugli sgabelli, la luce era soffusa, il ghoa barman ci chiese cosa volevamo, prendemmo un dayquiri.
Io ero di fianco a Nina ci scambiammo un bacio, lei stava per dire qualcosa quando un uomo elegante si avvicino da dietro e le disse ciao come stai le accarezzo il seno e stava dietro di lei in modo appiccicoso.
Le diceva cose credo osèes nell’orecchio e faceva aderire i suoi attributi maschili al sedere di lei che sporgeva un po’ dallo sgabello.
Lei, sapeva che avrebbe dovuto assecondare le cose che succedevano in quell’ambiente, fece finta di niente, gli sorrise, Io la baciai con la lingua e alla fine il signore si staccò e si ricompose, disse se volete sono disponibile per voi, mi candido come attore’. io, dissi ok, chissà poi, vedremo..
Il direttore ci chiese cosa preferivamo e gli chiedemmo la sala arena, che si poteva avere solo per uso privato o ammettere del pubblico.
Con Nina decidemmo per un uso privato, lei non voleva certo farsi vedere da terzi mentre faceva un cosa che riteneva peccaminosa, già farsi vedere da me le era pesante.

4. Paragrafo
Due Ghoa con la targhetta ‘Ivana’ e ‘Max’ ci accompagnarono ed entrammo nel reparto detto l’Arena. Io pensavo alla scena di prima, quell’uomo’
L’arena era una sala grande con luci soffuse e un arredamento che consisteva in un letto morbido e con attrezzi vari e che si vedeva dall’alto di un balconcino dove potevano stare fino a 15 spettatori.
Ci baciammo e la toccai tra le cosce, sentii bagnati gli slip tesi tra le gambe’ io venni condotto sul balconcino e lei fu fatta accomodare nella stanza sotto da una hostess che si trattenne un pò a parlare. Io potevo vederla dall’alto e stavo appoggiato alla balaustra del balconcino. Io ero solo.
La hostess era seduta sul letto di fiano a lei, le accarezzava le gambe, poi la baciò sulla bocca, la toccava tra le cosce
Lei era stupita ma stava al gioco. La aiutò a togliersi gli slip. Il vestito era tirato su
Prese da un cassetto un attrezzo, lo succhiò un pò e poi lo accese e iniziò a toccarla lì . Lei lasciò fare . Vidi che le piaceva, mi guardò e disse : “Mio Dio, amore, è stupendo, mio Dio non sono mai stata trattata così, grazie, devi poi fare così anche tu’ e guidava la mano della hostess, allargava le gambe’si dimenava col bacino’ma fu lasciata in sospeso, la hostess si alzò, le disse ‘bene sei pronta’ e suonò il campanello.
Entrò l’uomo di prima, che si era candidato come un attore. Lei mi guardo stranita, e lui iniziò a baciarla poi le alzò la gonna, le toccava il seno ‘le cosce ..attendevo che se la scopasse, era il mio sogno realizzato, così presi il cellulare in modalita’ videocamera ed ero pronto a registrare.
Un attimo dopo i due Ghoas che ci avevano accompagnato erano da me. ‘Contento?’..adesso vedrai tua moglie che si scopa un bel po’ di uomini’.è una novità e sarà ricercatissima”..poi ho messo la voce in giro che c’è una nuova attrice !!’ mi disse Ivana.
‘Ora, puoi stare qui con me a guardarla mentre viene sbattuta per poi venire qui a farti una sega!!’ era più un ordine che un suggerimento e lo seguii.
Li osservai per una buona mezz’ora mentre conversavano con crescente malizia, lei insospettabilmente si comportava come una vera gatta in calore, si era già tolta le scarpe e gli si strusciava sempre più vicina.
Lo vidi togliersi la maglietta, il torace muscoloso e le spalle larghe furono subito preda delle dita di mia moglie ‘. lei mi guardò’, sapevo che ormai c’eravamo, ancora pochi istanti e lei si sarebbe fatta scopare davanti ai miei occhi
La mano di lui si infilo’ sotto il vestito e la sentii gemere mentre le sue dita la toccavano.
Li vidi abbandonarsi sul letto, strappandosi i vestiti di dosso come due amanti in calore. Io guardavo e filmavo . Il sondino mi si era scappellato tra le dita, mentre vedevo le sue mani stringerle i grossi capezzoli, quasi a mungerla come fosse una vacca, poi le scivolò con la bocca tra le cosce e la sentii gridare’ahhhhh..siii siii ti vengo in boccaaaa!’

Lui le abbassò il suo perizoma nero , mentre lei gli diceva di no e che era un pazzo, lui tirò fuori il sondino e glie lo mise dentro, dalla facilità con cui entrò capii che lei doveva essere bagnatissima e preso da un’eccitazione incontrollabile dal mio balconcino , tirai fuori il mio sondino ed iniziai a menarmelo, ero veramente preso dall visione troppo bella di quella donna che non era quasi più solo mia gemere ed aggrapparsi con le sue lunghe cosce snelle all’attore, anche lui come me doveva essere arrapatissimo perche’ bastarono pochi minuti per sentirlo dire ; devo venire e lei pronta gli disse vienimi pure dentro!
La guardavo sul suo letto a cosce oscenamente spalancate, venne rumorosa e volgare mentre la testa di lui sembrava mangiarle la figa, non resistetti, cercai disperatamente un bicchiere e ci scaricai tutto quello che potevo col corpo.
Ora era il suo turno per godere, quando mi rimisi a guardare lei era mansueta a carponi, lui la stava scopando da dietro con un ritmo forsennato tenendola per i capelli.
Lei trovò la lucidità sufficiente per guardare nella mia direzione e mentre le bordate di lui quasi le facevano cadere chiuse a pugno la mano destra e mimò con un gesto volgare ed inequivocabile cosa volesse che facessi…. poi mentre io la accontentavo, lui le venne in pancia.
Li osservai mentre si baciavano abbracciati sul materasso, il bicchiere era pieno per metà’Lo vidi alzarsi per andare in bagno, quando la porta si chiuse, lei con la sborra che le colava lungo le gambe si mostrò tutta a me verso il balcone, era completamente nuda e sudatissima.
Intanto era venuta su la hostess sul balconcino e mi faceva in pompino e mi diceva ‘ hai visto e sentito tutto”.vedi com’era il copione della tua mogliettina tanto fedele? ‘ e questa imbeccata doveva averla avuta dal direttore, sennò come faceva a sapere che mi moglie fino a quella sera era stata fedele e casta?
Era vero, al solo pensiero che la mia mogliettina stesse per darla di nuova ad uno sconosciuto davvero mi aveva fatto eccitare da morire. Ciò che successe nel breve giro di qualche minuto, è facile immaginarlo. Venni di nuovo come un fiume in piena.
5. Paragrafo
Ci ritrovammo nel salottino privè del bar, ci baciammo, disse ‘Ti manco ?’ io apprezzai quella insolita situazione, quelle dita e quelle labbra che realizzavano le fantasie e poco dopo mi accorsi che quel piacere era anche fisico e quelle dita erano arrivate sin dove il mio corpo era più sensibile a quelle attenzioni.
Mi faceva di nuovo indurire il sondino, mi disse che nell’arena avrebbe voluto sentire le mie mani tra le cosce e che anzi, quella sera, pensava che l’attore fossi io, cosa che mi eccitò molto.
Avrebbe voluto non vedermi , che avrebbe voluto rimanere sdraiata sul letto, mentre quelle mani salivano su per le cosce, fino e sentire la sua riga gonfia e calda di desiderio.
Così io intanto eseguivo alla lettera, risalendo su per le sue cosce fino alle sue mutandine nuove, che aveva portato per precauzione , ma che erano ormai già bagnate.
Mi raccontava praticamente tutto, dicendomi che all’inizio desiderava che quello sconosciuto la girasse e che mi spogliasse, fino a vederla in reggiseno e mutandine, per poi sfilarle i anche quelle. E io , ancora una volta obbedì, abbassandole le spalline del reggiseno nuovo e scoprendo i suoi seni maturi ma ancora sodi per l’ età.

Mentre sentivo l’eccitazione infuocarle il ventre, alzava leggermente i fianchi, lasciando che io le sfilassi le mutandine.
Ora, con voce un pò ansimante, confessò che si ero eccitata tanto e che avrebbe voluto che quello sconosciuto sentisse sul suo volto il calore della mia riga . e io consigliato da quelle parole, avevo aperto ancora di più la sue cosce ed il mio volto era ormai ad un sospiro da quel ciuffetto morbido e ben curato che nascondeva appena un pò le porte del paradiso.
Le chiesi allora se avesse voluto sentire la mia lingua dentro di lei , ed il suo ‘siiii….’ fu così intenso che la sua mano spinse la mia nuca e finalmente la presi i fianchi con le mani ed affondava la lingua con colpi sempre più decisi e ritmici, spingendo ora sul clitoride, ora affondandola dentro.
Lei era fuori di se, ‘Scopami ora’ ansimò…mettimelo dentro’.non resisto più’.scopami forte!!’ Mi fece alzare e io dissi ‘ ma ci sarà tempo!!’ era una promessa’ma lei ‘ basta! Ora scopami!!’
Seguendo quel comando le strappai gli slip e le infilai tutto il mio sondino che era indurito e quasi insensibile nella figa bollente.
‘Aaaaaahhhhh’.siiiiii’siiiiiiiiii!!’ le dovetti mettere una mano sulla bocca altrimenti sarebbero arrivati tutti i clienti e magari i pompieri !
Cominciai a scoparla con tutta la foga accumulata in tante ore di desiderio affondandoglielo ed estraendolo quasi del tutto’lei muoveva il bacino e rispondeva colpo su colpo e faceva vedere che le piaceva da morire.
Mi sentivo di nuono potente, biascicavo ‘Senti come ti scopo’.prendilo tutto ‘..ti scopo fino a domani!!’e la mogliettina ‘Si’scopami sfondami’..aaaahhh’che cazzo siii!!’
Infine tutta la libidine accumulata prese il sopravvento ed arrivai al punto di non ritorno. ‘Vengo’.sborro’.ti riempio!!’
‘Si riempimi’..godo’.vengo anch’io’siiii’.godoooo!!’ Sentii il sondino gonfiarsi di sperma e spruzzare dentro mentre sentivo gli spasimi della vagina stringerlo come se volesse mungerlo.
Rimanemmo ancora su quel divano , ad occhi chiusi, cercando di rivivere ogni attimo di quella giornata e di quella imprevedibile e meravigliosa serata, desiderando l’indomani, magari andare avanti con quella terapia.
Io, intanto mi ero era alzato e ricomposto un pò. Lei mi guardò con occhi pieni di interrogativi, mentre cercavo di dire qualcosa ma non mi veniva nulla’
6. Paragrafo

Ci trovammo fuori , nel bar, lei mi disse sei guarito! Ma mia moglie mi chiese di andare a prendere un giaccone in macchina, aveva freddo e mi avviai .
Avevo lasciato l’auto vicino al ristornate annesso al locale Oceano presi la giacca a abbandonato, mentre tornavo vidi mia moglie uscire con un Ghoa di colore, e li vidi che entravano nella zona magazzino del ristorante .
Stupito che non mi avesse atteso, con la sua giacca in mano li segui mantenendomi a distanza, vidi che lui era un bel ragazzo, nero, palestrato.
Vidi che si appartarono in un angolo e mia moglie fu la prima a prendere l’iniziativa. La sua mano frugò nei pantaloni dell’uomo che gli stava di fronte, per estrarre poi un sondino di dimensioni inaudite. Vidi che lei rimase per un attimo in contemplazione di quel totem di carne, continuando lentamente a segarlo.
Finche’ prese coraggio e inizio’ con la bocca e con la lingua a leccare e a succhiare quanto gli stava di fronte. Intanto l’uomo le stava insistentemente massaggiando l’interno cosce per poi sfiorare la passerina che era nuda, perché io da poco le avevo strappato le mutandine nuove.
Marta non rimase insensibile tanto a lungo, la vidi divaricare leggermente le gambe dando un chiaro invito a continuare.
Lui continuò un lento lavoro accarezzando piu’ insistentemente la riga di Marta che era in piena estasi, continuava a mordersi il labbro e i movimenti del bacino erano piu’ insistenti, finche’ la vidi allungare un braccio e con la mano iniziare ad accarezzare la coscia del ragazzo e continuo’ a segare quella verga imponente, vedere la sua mano su quel sondino scuro enorme era terribilmente eccitante.
Tutto durò’ un paio di minuti, finche’ l’uomo fece girare mia moglie spostandola verso l’estremità di un tavolo , era in estasi…..s stava abbandonando, si era lasciata andare, presa dall’orgasmo gridava dal piacere e colando umori nuovi suoi e di lui e anche quello che io stesso le avevo inserito poco prima . Poi Marta si girò e adesso erano uno di fronte all’altro intenti a masturbare reciprocamente i sessi dell’altro.
Marta non riusciva a tenere gli occhi aperti e martoriava con i denti le sue labbra.
Ad un certo punto l’uomo fece stendere la mia donna facendole divaricare le gambe, con il sondino in mano incominciò’ a puntare la riga .
Non potevo pensare che quella cosa enorme potesse entrare dentro mia moglie. La cappella andò’ a inserirsi nelle grandi labbra.
Li vedevo muoversi sempre più veloci, lei era abbandonata a lui che poi le scaricò tutta la sua sborra sulla pancia, e lo sentii grugnire e mugolare.
E mi ero accorto che era arrivata vicino a me la Ghoa che mi aveva assistito prima e, accarezzandomi, mi disse: ‘guarda come gode la mogliettina, l’hai liberata! Il direttore mi aveva detto che eravate dei porcellini ma non fino a questo punto. Ma sappi una cosa caro maritino’.una volta che ha provato quel sondino del mio collega Max non potrà più’ farne a meno, verrà qui al Pacifico e pagherà per averlo e sarà disposta a tutto, anche a prostituirsi, pur di riprovare il piacere di ora. !’
E poi quando tu o qualcun’altro entrerà in lei ricorderà’ com’era terribilmente eccitante avere il sondino di Max nella riga .
Quelle frasi furono un macigno per me, mi fecero scaturire rabbia e gelosia e subito una furiosa erezione, nonostante i quattro orgasmi tremendi precedenti..
Mi posi dietro Ivana e dopo averla leggermente piegata misi la mia mano sotto la corta gonna della ragazza. Non portava mutandine, era fradicia d’umori e sentii sulle labbra il leggero contatto di un anellino di metallo.
Intanto Max aveva fatto entrare quasi tutta la cappella nella riga di mia moglie che con le gambe divaricate stava gemendo di piacere.
Ivana continuava ad aizzarmi dicendomi: ‘guarda come grida la troia, tu puoi dargli un sondino cosi? Una volta che verrà riempita passerà’ le giornate a masturbarsi pensando a quel sondino enorme.
A quelle parole presi il mio sondino e senza pensare ad alcun tipo di lubrificazione puntai diritto all’ano della donna.
Non ebbi difficoltà’ ad entrare, come il sondino di Max era entrato dentro mia moglie, quello che per me prima era impensabile era diventata realtà’, la riga di Marta stava accogliendo quel sondino asinino. I lenti movimenti pian piano iniziarono ad intensificarsi facendo aumentare in mia moglie gli stati di piacere. Gli orgasmi e i gemiti erano continui.
Dal canto mio stavo inculando Ivana ma non perdendo nulla di quanto stava accadendo nell’angolo del magazzino davanti a noi .
Ivana si avvicinò’ al mio orecchio e mi disse con voce suadente: prima volevo provocarti’.ma ora vedendo quanto accaduto non posso che dirti che tua moglie è’ quasi porca quanto me. Poi mi baciò’ sulla bocca e andò’ via.
7. Paragrafo
Rimasi inebetito, mi rivestii, andai verso la macchina e Marta mi raggiunse dopo pochi minuti
‘ ‘ Ciao’
‘ ‘oh Signore, ti ringrazio!… Ciao. Ma perché non mi rispondevi? Dov’eri? Ti ho chiamato con telefonino Stai bene?’ che donna pensai. Mi chiede se sto bene’ divina!’
‘ ‘Si. Sto bene, Grazie. ‘
‘ ‘ Tesoro mio’ E non ci fu niente altro da aggiungere.
Ce ne andammo a casa verso le 6 del mattino, forse io guarito, forse lei liberata’
Da quell’avventura ne sono susseguite delle altre, al Pacifico e anche in altre locations, e tutte servirono a conoscere in maniera approfondita mia moglie che sembrava tutta d’un pezzo, mentre nella realtà le piace trasgredire e molto!

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