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Racconti Cuckold

Buon Natale Cornuto !!!

By 30 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Il dubbio mi assillava, troppi erano stati i segnali che mia moglie mi aveva lanciato anche se in modo inconsapevole. Tornavo a casa verso le sei del pomeriggio e non la trovavo ad attendermi. Le sue uscite pomeridiane si erano fatte sempre più frequenti.

Roso dal dubbio avevo incominciato a controllarla, frugavo tra i cassetti della sua biancheria, attento a rimettere accuratamente le cose in modo da non destare sospetti delle mie intrusioni. Indizi che in altri momenti non avrebbero destato la mia attenzione ora assumevano un significato particolare.

Un nuovo slip, che non le avevo mai visto indosso, stava abilmente camuffato nel fondo del suo cassetto: un tanga, rosso fuoco con un piccolo cuoricino ricamato sul bordo, talmente piccolo che dubitavo riuscisse a coprire qualche cosa del suo pube e dei sottili lacci per tenerlo sui fianchi.

Un minuscolo reggiseno, con solo il bordo inferiore delle coppe, ed un pizzo leggero che ne ricopriva la parte superiore, con un piccolo gancio dorato, anch´esso a forma di cuore, tra le due coppe.

Ma quello che mi aveva turbato era un reggicalze formato da tanti brillantini che si accompagnava ad un paio di autoreggenti color carne. Avevo deposto sul letto quei delicati indumenti della civetteria femminile a formare il suo corpo e avevo provato ad immaginarli addosso a lei.

Una vampata di gelosia mista ad eccitazione mi frastornò a tal punto che riandai con la mente ai tempi della mia giovinezza in cui ero solito curiosare nei cassetti della stanza delle sorelle maggiori, tra quelle cose da donna di cui non riuscivo a capire il significato e che tuttavia mi facevano impazzire dall´eccitazione come quella volta che nascosto dietro il divano letto, in un posto che solo io conoscevo, mi masturbai ferocemente alla vista della maggiore delle mie sorelle che con la sua amica di studi si scambiava la biancheria intima, indugiando in tenere carezze.

Quel pensiero per un attimo mi distrasse e quasi mi impedì di sentire la chiave girare nella serratura, mia moglie stava rientrando dopo la consueta passeggiata, per cui in fretta e furia rimisi tutto a posto cercando di ricordarmi l´esatta posizione in le avevo trovate.

Quando lei entrò in camera mi trovò sul letto che facevo finta di leggere il giornale, si sporse sul letto e mi baciò con dolcezza. Quanto era bella, alle volte restavo stupito a guardarla mentre si spogliava e non potevo fare a meno di notare come per lei il tempo si fosse fermato, aveva quasi quarant´ anni però ne dimostrava dieci di meno, sempre attenta alla linea, si era ricavata il suo angolo personale per tenersi in forma: cyclette, tapis-roulant e degli strani attrezzi che facevano furore nelle televendite televisive.

Il fatto, poi, che per una malformazione ossea, che a volte le procurava dei forti dolori, avesse le ultime vertebre non saldate tra di loro le conferiva un sedere leggermente sporgente che faceva impazzire me e gli altri uomini, che immancabilmente erano attirati sia in spiaggia quando vestiva i suoi ridottissimi tanga o per la strada quando indossava delle aderentissime gonne a tubino o dei jeans che le fasciavano i fianchi come una seconda pelle.

La vita sottile, proseguiva con delle spalle bellissime, toniche ma dalla linea morbida come quella delle scapole e l’incavo perfetto della colonna vertebrale, davanti un seno, una terza, armonioso che terminava leggermente all’insù mettendo in evidenza dei capezzoli che parevano sempre turgidi ma che sollecitati si drizzavano sino a farsi identificare anche sotto gli spessi maglioni invernali.

Ma tutta questa armonia di forme era nulla di fronte all’ovale stupendo del viso incorniciato da una cascata di capelli biondi e due occhi azzurri con delle ciglia lunghissime che potevano tranquillamente fare a meno del mascara. Le labbra carnose e quel delizioso nasino all’insù , poi, le conferivano quell’aria da eterna ragazza che ipnotizzava colleghi e studenti della scuola in cui insegnava.

Quella sera era ancora più bella del solito. Quando si tolse il golfino, la gonna di cachemire e slacciò il reggiseno, rimase in slip di fronte allo specchio a spazzolarsi i capelli, si accorse che la stavo fissando, per nulla imbarazzata ed anzi grata per il tributo alla sua bellezza mi raggiunse sul letto e si strusciò come una gattina felice per il ritorno dal padroncino, reclamando le coccole e le carezze a cui l’avevo abituata.

Mentre la baciavo e la stringevo mi tuffai tra i suoi seni, affondando le dita tra quei dolci e morbidi lembi del suo corpo, e mentre con la bocca le sfioravo l’ombelico non potei fare a meno di notare una macchia rossastra che faceva capolino dalla stoffa degli slip, in quella zona depilata e più chiara che stava vicino all’inguine.

Sembrava il segno che lasciano le labbra quando succhiano con avidità la pelle, non riuscii a trattenermi e le chiesi come se lo fosse procurato, lei con fare sbrigativo disse che aveva urtato lo spigolo del tavolo del salotto e abbandonato l’atteggiamento affettuoso indossò la tuta che era solita usare in casa e sparì alla sua vista dicendo che doveva preparare la cena.

Colto alla sprovvista da quella sparizione restai cupo a rimuginare sui dubbi che si andavano rafforzando. Non sapevo darmi pace, sino a quel momento, dopo quasi 15 anni di matrimonio, la nostra vita era trascorsa felicemente, certo la passione dei primi anni aveva lasciato il campo ad una intesa che, credevo, avesse sopperito alle emozioni violente che ci erano dati all’inizio però non riuscivo a capire cosa ci fosse alla base di quello che mi appariva come la prova di un sicuro tradimento, ancor di più confermato dal suo cambio d’umore improvviso.

A tavola spiavo le sue mosse cercando di scoprire ulteriori dettagli che avvallassero i sospetti, ma lei aveva ripreso la sicurezza abituale. Mi sorpresi a guardarla mentre portava il cucchiaio alla bocca, oscenamente pensai le sue labbra che si stringevano sul sesso del suo amante e ne suggevano il succo biancastro come faceva con il contenuto del piatto che aveva di fronte.

( continua )

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