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Racconti Cuckold

Come sono diventato un cornuto

By 19 Settembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

COME TUTTO EBBE INIZIO
Tutto ebbe inizio 8 anni fa, quando Ele aveva 22 anni ed io 30. Eravamo fidanzati da 6 mesi e le cose filavano bene. Lei era una ragazza bellissima, spigliata ed esuberante, che non passava inosservata con la sua 5 di reggiseno che non perdeva occasione di mettere in risalto con scollature generose e profonde. Il resto del corpo era da urlo, due gambe lunghe e piene che reggevano un culetto a mandolino spesso in mostra, incorniciato da stretti jeans a vita bassa o gonnelline a “girofiga” che a stento le coprivano le chiappe. Io non mi capacitavo di come mi avesse scelto come compagno, ma me ne beavo immensamente. Anche il sesso non era male, di nascosto quando sua madre (già vedova da 8 anni) non era in casa o in macchina. Una sera di inizio giugno decidemmo di andare in “camporella” in un posto lungo il fiume, dove di solito si appartavano le coppiette. Con la macchina ci eravamo piazzati in un angolo vicino al bosco. In breve eravamo nudi, io steso sul sedile abbassato e Ele che aveva cominciato a regalarmi un pompino dei suoi. Eravamo molto eccitati, entrambi smaniavamo dal desiderio. Ele era fradicia come sempre. Quando ha capito che ero teso al punto giusto, si mise a cavalcioni sopra di me e si infilò in un solo colpo il cazzo in figa dandomi le spalle.
Muoveva il bacino con lentezza, stringendo i muscoli vaginali, spremendomi dolcemente il cazzo, sollevandosi fino al limite e lasciandosi ricadere sul mio ventre. Con le mani premeva le mie palle al suo clitoride e si stuzzicava i capezzoli. Il movimento era accompagnato da un sensuale gemito di piacere. Era lei a dettare il ritmo della scopata, e come sempre era straordinariamente eccitante. Io mi godevo la scopata ad occhi chiusi, concentrato sul piacere che si diffondeva nel mio corpo. Ad un certo punto la sentii sobbalzare e bloccarsi. “C’è qualcuno che si sta avvicinando!” Allarmato mi sfilai da lei e mi rizzai a sedere. Due uomini, si avvicinavano dal bosco verso la nostra macchina. Con il cuore in gola cercai di raccogliere i vestiti, ma Ele mi bloccò. “Sono solo 2 guardoni, guarda, hanno il cazzo fuori e si stanno segando per noi!!”. Preoccupatoli tenevo d’occhio, ormai erano a pochi metri da noi e si fermarono. Ora le vedevo bene: uno dei due era giovane, più di me, sui 26 – 28 anni, aveva un cazzo di buone dimensioni, completamente scappellato, che smanettava di gusto. Un po’ più vicino, sulla destra, l’atro uomo, di circa 40 – 45 anni impugnava un cazzo molto largo, che segava con lentezza. Ele, passato il primo momento di spavento, aveva reagito in modo del tutto inaspettato. Anziché coprirsi e nascondersi, cominciò a massaggiarsi i seni, stuzzicandosi i capezzoli con le dita. Li stava provocando, traendone eccitazione. Poi allungò una mano verso il mio cazzo e cominciò a segarmi con dovizia. Si stava eccitando. Senza togliere gli occhi dai 2 nuovi arrivati si piegò sul mio cazzo cominciando un pompino sensualissimo, mentre con la mano si frugava la figa sempre più fradicia. “Guarda che bei cazzoni, sono tutti eccitati per noi, dai, diamoci da fare, non deludiamoli!”. La sua azione era sempre più frenetica. “ Dai, facciamogli vedere come scopiamo e come sappiamo godere, li voglio vedere sborrare, voglio vedere il desiderio che gli trasmettiamo, dai fottimi”. Si mise a cavalcioni sul mio cazzo paonazzo, dandomi le spalle per meglio vedere i due guardoni, e comincio ad impalarsi a fondo gemendo. Si mordeva le labbra eccitata, con le mani si frugava i seni e il clitoride con grande desiderio. I due si avvicinavano sempre più, ormai erano a circa 1 metro dalla nostra auto, ed avendo colto la situazione, si smanettavano con sempre maggior vigore. “ Dai troia, facci vedere come scopi, sei proprio una gran puttana , come vorrei sbatterti tutto questo cazzone in culo e sfondarti tutta” declamava il più giovane menandoselo. Ele con il viso si era avvicinata al vetro e aveva cominciato ad aprire la bocca sbavando, imitando un pompino. Quelli ormai appoggiavano a loro volta il cazzo al vetro, come a volerglielo infilare in bocca. La situazione era molto eccitante per tutti. Il primo a venire fu il ragazzo, schizzò 6 abbondanti fiotti che andarono ad impiastrare il finestrino. Ele eccitatissima non ci mise molto a raggiungere l’orgasmo, contorcendosi e gemendo come mai mi era capitato di vederle fare. Io la seguii a ruota, e per ultimo fu il più anziano che venne sbattendo il proprio cazzo contro il vetro. Ele leccò languidamente il vetro dall’interno, come a volersi bere tutta quella roba, e non accennava a rivestirsi. I due guardoni avevano rinfoderato i propri arnesi e si erano dileguati. A quel punto successe un’altra cosa che non mi sarei mai aspettato, Ele abbassò un po’ il finestrino e con le dita cominciò a raccoglierla sborra dei 2 guardoni portandosela alla bocca, succhiandola con passione. Non l’avevo mai vista così infoiata, succhiava le dita mugolando, aprì la bocca mostrandomi lao sperma sulla sua lingua. Vedendola così ricominciai ad eccitarmi, e lei se ne accorse. ”Porco, ti eccita vedere la tua morosa che lecca la sborra di 2 sconosciuti, sei un vero maiale” Era vero, ero molto eccitato e non sapevo neppure perché, la cosa avrebbe dovuto farmi ingelosire, invece l’avevo duro come non mai. Poi si avvicinò alla mia bocca e mi baciò, riversandomi dentro la sborra che aveva in bocca. Fui colto di sorpresa, cercai di sottrarmi schifato, ma Ele mi teneva abbracciato stretto impedendomi di sottrarmi, anzi, la voracità del bacio mi costrinse ad inghiottire tutto. Era la prima volta che assaggiavo della sborra e mi sembrava disgustoso. Quando mi lasciò, la mia bocca era piena di sborra, ma il mio cazzo era durissimo. Ele se ne accorse e maliziosamente me lo fece notare. “Sei proprio un maiale, anche a bere la sborra dei guardoni ti diventa duro.” Nel frattempo mi aveva impugnato il cazzo paonazzo stingendomelo alla base e menandolo lentamente. “ Non ti frega niente che la tua ragazza beva la sborra di sconosciuti, anzi, ti eccita, non ce l’hai mai avuto così grosso …, grosso si fa per dire!!! E duro dopo che mi hai appena scopato. Hai visto che uccelloni che avevano quei 2, ummhhh, scommetto che avresti voluto vedermi giocare con loro!” Il suo era un sussurro al mio orecchio, quasi un soffio, intanto la pressione della sua mano aumentava. Io ero eccitatissimo e mi sentivo illanguidire dal suo tocco. ”Ma allora è vero , senti come è duro, ti sarebbe piaciuto davvero che avessi giocato un po’ con quei 2, dillo”. Aveva accelerato il movimento della mano. “Penso di si, se tu avessi voluto, penso che mi sarebbe piaciuto vederti divertire con loro” confessai.” Ma come, mi hai forse preso per una troia che scopa con il primo venuto? Io sono una ragazza per bene, lo faccio solo con te, non sono una che la dà a tutti io!” Rispose risentita ma accelerando il suo lavoro di mano, “ Scusa, mi sembrava che anche tu fossi eccitata, e che la cosa ti piacesse”. Cercai di ribattere, mentre sentivo il mio cazzo sempre più al limite. “Così mi stai chiedendo di andare a darla in giro a tutti perché la cosa ti eccita, ma sei proprio un porco, cornuto per giunta! ”Aveva smesso di smanettarmi. “ Scusa, davvero, non volevo offenderti.” Usando tutta la sua seduzione rispose ”Guarda, che io non sono così, ma per amor tuo potrei pensarci, ti amo troppo tesoro, se proprio me lo chiedi….” Mi stava incastrando e nemmeno me ne stavo accorgendo, la sua mano aveva ricominciato a muoversi. “Sì amore, ti prego, te lo chiedo perché ti amo e ti voglio felice, ho visto come ti eccitava la cosa e mi hai fatto impazzire. Io ti amo e voglio che tu stia per sempre con me, ma voglio anche che tu ti prenda tutto il piacere che meriti”. “ Ma tu ci tieni davvero così tanto?” “Sì amore, ti amo troppo per non volere per te tutto il bene possibile”. “ E tu cosa faresti, vorresti partecipare o guardare soltanto?” “Lascerò scegliere a te amore, io vorrei partecipare, ma sarò disposto a restare anche solo a guardarti mentre godi. ”Ormai la sua mano aveva ripreso a mungermi di buon ritmo. “E se volessi farlo senza di te?” “Tutto quello che vorrai, purchè ci amiamo”. “Se deciderò di accettare anche tu dovrai fare qualche cosa per me, OK?” “Cosa?” chiesi incuriosito. “Vedremo, ci devo pensare su, intanto ci torniamo domani sera, poi vediamo”. Senza accorgermi mi ero messo la corda al collo da solo. Mi guardò con un sorriso malizioso e con la bocca si abbassò sul mio cazzo, prodigandosi in un pompino meraviglioso. Penso di essere durato 30 secondi, lei inghiottì tutto, poi si sollevò, mi baciò e mi riversò in bocca la mia sborra. Da quel giorno sarebbe stata la regola.
La sera successiva tornammo nello stesso spiazzo. Ci guardammo intorno senza vedere nessuno. Ele sembrava delusa, ma fingendosi sollevata mi disse” Mi dispiace per te, ma i tuoi amichetti non ci sono, per questa sera dovrai pensarci tu a farmi godere”, come se avesse già dato per scontato che in caso contrario l’avrebbero fatto loro. La delusione si leggeva sul suo volto, anche se tentava di attribuirla a me. Ci spogliammo e cominciammo a pomiciare. Con lo sguardo perlustrava speranzosa il limite del bosco, fino a quando cominciammo a sentire dei movimenti da dietro alcuni cespugli. Questa volta erano in 3, oltre agli stessi 2 della sera precedente, c’era un altro uomo sulla quarantina, anche lui con un bel cazzo grosso in mano. “Mmmmmhhhh, guarda, stasera sono in 3, e che bei cazzoni, possibile che il tuo sia sempre il più piccolo?” Una fitta di umiliazione mi trapassò il cervello, un brivido di eccitazione mi percorse il cazzo. La sua azione aveva ripreso vigore. “ Davvero vuoi che giochi anche con questi estranei?” mi sussurrò all’orecchio languidamente mentre la sua mano stingeva energicamente il mio cazzo. “ se davvero lo vuoi me lo devi chiedere, devi convincermi” proseguì civettuola. “Sì, sì, voglio che tu abbia tutto il bene che ti meriti, io ti amo, ti supplico, approfitta dell’occasione, gustati questi 3 bei cazzoni!”. “Non vorrai mica che me li scopi, non so neppure chi sono, magari hanno anche malattie….” “Ma no, non temere, e poi puoi divertirti anche in altri modi..” “E cioè?” “Ad esempio potresti fargli una sega, o un pompino…” “Vediamo, intanto comincia a scoparmi lentamente, devi arraparmi”. Così dicendo mi voltò le spalle mettendosi a pecora, con il viso verso il finestrino laterale. I guardoni, avendoci riconosciuto, si erano avvicinati rapidamente, e ora picchiavano i loro cazzi turgidi contro il vetro, verso la bocca di Ele che li provocava passandosi la lingua sulle labbra della bocca spalancata invitante. Sentivo il mio cuore andare a 1000, mentre lentamente spingevo il mio cazzo nella sua figa fradicia. Dopo un po’ di questo giochino, Ele, arrapata come mai, si volse verso di me e mi sussurrò:” Vuoi proprio vedermi fare la troia con questi 3? Chiedimelo, ad alta voce, voglio che anche loro lo sentano”. “Sì, sì, voglio vederti fare la troia con questi 3, ti supplico, dai, fammi vedere come li fai impazzire” urlai con un tono più alto di quello che avrei voluto. Ele mi guardò con un sorriso malizioso, “Và bene, se è proprio questo che vuoi lo faccio, ma ricorda che è solo per amor tuo, e che mi devi un favore…” la zoccola. ”Tu però continua a scoparmi, e guai a te se vieni….” Quindi, si voltò ed abbassò il finestrino. Ai 3 non pareva vero, un pezzo di figa come Elena, con quelle due tette enormi che si sporge dal finestrino per impugnare i loro cazzi ed offrirsi alle loro mani. “ Dai, digli quello che mi devono fare, cornuto!” Era la prima volta che mi chiamava così, e la cosa mi sorprese. Ma in fondo non era quello che mi apprestavo a diventare?.” Si dai strapazzatela tutta questa troia, riempitele la gola di cazzo e di sborra, voglio vederla vomitare sborra tanto è piena!”. “Su ragazzi, fate vedere a questo cornuto cosa sapete fare con i vostri cazzoni, voglio tutta la vostra sborra fino all’ultima goccia, fategli vedere come un vero uomo tratta una donna!”.
Ele sembrava impazzita. Con ogni mano impugnava un cazzo segandolo, mentre con la bocca succhiava il terzo senza ritegno. Passava da uno all’altro senza sosta, soffermandosi a succhiare quanto bastava per intostarli per bene. I 2 della volta precedente avevano preso a palparle le tette maestose, mentre il terzo le aveva afferrato la testa ed aveva cominciato a sbatterglielo in bocca come se stesse scopando una figa. Glielo cacciava dentro fino alla base, facendoselo ingoiare tutto, provocando anche qualche conato di vomito ad Ele, che comunque non cedeva. Il cazzo che ingoiava aveva dimensioni piuttosto ragguardevoli, eppure, il guardone era riuscito a infilarglielo fino in fondo, tappandogli il naso per costringerla ad aprire maggiormente la bocca, e spingendo a fondo la sua fava eccitata. Quando sentì di essere sul punto di sborrare, emise un grugnito prolungato, bloccò definitivamente il viso di Ele alla base del suo cazzo e riversò direttamente in gola tutto il contenuto delle sue palle, e non era poca roba. La mia donna deglutì inghiottendo quanto poteva, poi si voltò verso di me e mi baciò. Aveva ancora la bocca piena di sborra e la riversò tutta nella mia e a mia volta faticai ad inghiottirla provando un senso di nausea. Poi staccandosi e ripulendosi le labbra con la lingua mi guardò negli occhi e mi disse” Se vuoi che lo faccio mi devi aiutare, non perdertene neppure una goccia, tanto si sente che la cosa ti eccita!!” Infatti il mio cazzo non resisteva più, e fui costretto a rallentare la mia scopata per non venire. Ele si era già voltata verso il ragazzo più giovane e aveva già imboccato la sua mazza. Lo succhiava decisa, impungandolo alla base e accompagnando la presa con un movimento della mano. Non ci mise molto a farselo esplodere in bocca. Anche in questo caso si voltò verso di me per darmi la mia parte. Ingoia tutto, ma la cosa fu troppo per me e venni dentro la figa di Elena. Lei mi guardò incazzata come un furia “ Stupido segaiolo, ti avevo detto di non venire fino a quando te lo avrei detto io, invece ti arrapi talmente tanto a vedermi spampinare altri uomini e a mangaiare sborra da non saperti controllare. Ora vai giù, pulisci tutto e mi fai venire con la bocca mentre io finisco questo!” Era veramente incazzata, non l’avevo mai vista così, perciò obbedii senza protestare. Mi infilai sotto di lei e cominciai il mio lavoro di bocca, ingoiando per intero il mio seme cercando al tempo stesso di far godere Elena. “Quel cornuto non è stato neanche capace di farti godere, se vuoi ci penso io, mi infilo il preservativo e ti sbatto alla grande” si propose il terzo guardone. Ele fu sorpresa dalla proposta, ma era talmente incazzata con me per non aver resistito che decise di accettare. Si voltò e sporse il suo culo fuori dal finestrino. Al vecchio non parve vero, infilò il preservativo e le sbattè la sua nerchia gonfia in un solo colpo. Lei lanciò un urletto sorpreso, poi cominciò a sparlare. “Oh mio dio com’è grosso, non mi sono mai sentita così piena, ohh dai porco, sbattimelo fino in fondo, fammi sbrodolare come una troia. Ohh cazzo, questo sì che è un uomo, altro che tu, ohh cazzo vengo….UUUHHHH” Tutto questo guardandomi negli occhi con lo sguardo stralunato ed il viso stravolto dal piacere. Non l’avevo mai vista così eccitata e scatenata, non l’avevo mai vista godere così tanto. Stava appoggiata a me per non cadere in avanti sotto i colpi del guardone, che al suo orgasmo aveva rallentato per 20 secondi il ritmo prima di ricominciare come se niente fosse. La vedevo eccitata come non mai, mi stava piantando le unghie nelle braccia presa dall’estasi e scoppiò presto nel secondo orgasmo, ancora più travolgente e appagante. Stessa scena precedente, pausa e scopata a gran ritmo. Il risultato fù il medesimo, ma questa volta a che il guardone era al limite, sfilò il cazzo, si tolse il preservativo chiedendo a Ele di girarsi per prendersi la sua sborrata sulle tette e sul viso. Fu accontentato. Il vecchio sparse la sua abbondante e cremosa sborra sulla faccia e sulle tette della mia donna, poi mi guardò con un ghigno e mi disse “Adesso puoi pulire cornuto”. Si risistemò i pantaloni e se ne andò. A me spettò pulire tutto con la lingua. Elena era ancora scombussolata dall’esperienza appena vissuta, sconvolta ma soddisfatta, mentre io ero in preda a un misto di eccitazione e timore di aver perso la mia amata. Ci rivestimmo e ce ne andammo. Quella sera in auto Elena dettò le nuove regole del nostro rapporto. “Hai voluto arrivare fino a questo punto per il tuo stupido modo di cercare il piacere, ora mi hai aperto un nuovo mondo che neppure conoscevo. Tu vuoi che io vada con altri uomini perché questo ti dà piacere, bene, anche a me è piaciuto, ma da ora in avanti deciderò solo io quando come e con chi. Inoltre, hai dimostrato di fregartene di quello che ti ho chiesto e sei venuto prima di quando avresti dovuto, e questo non dovrà più succedere. Deciderò come fare perché questo avvenga. Se vorrai continuare a stare con me dovrai fare quello che ti dico, altrimenti …amici come prima. Io ti amo, ma non saprei più rinunciare a quello che ho provato questa sera, e di questo ti ringrazio. Decidi”. Accettai.
Nei mesi a seguire Elena si scatenò e volle ripetere più volte questa esperienza. Introdusse alcune varianti, Si faceva scopare da sconosciuti in gruppo, sempre con il preservativo, ma prima di cominciare il festino, chiedeva ai partecipanti di spogliarsi e mostrarle il cazzo in tiro. Il più piccolo avrebbe potuto solo guardare e non partecipare. Indovinate chi era sempre l’escluso? In questo modo aggiungeva l’umiliazione di essere inadeguato alla frustrazione di dover solo guardare. In compenso…… ripulivo sempre.

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2° Cap
“Ma dai, non sono più una ragazzina, chi vuoi che mi venga dietro… Ho 42 anni, ormai sono troppo grassa, non sono più una preda da cacciare…”
Schernendosi cerca di smontare le mie insistenze.
“Ma cosa dici, sei una gnocca da sballo! Devi solo osare un po’ di più nel vestire, valorizzare di più il tuo corpo e non mortificarlo nascondendolo sotto panni anonimi, e poi non sei grassa, hai riempito le tue curve e sei molto più sexy ora di quando avevi 20 anni, hai un corpo da fare invidia alla Bellucci”.
“Bugiardo, poi se dovessi ascoltare te, mi faresti andare in giro vestita come una troia, io non sono così, non mi sento a mio agio…!”
“Non c’è bisogno di vestirti da troia, tu sei bella e devi solo avere il coraggio di valorizzare il tuo corpo. Hai due tette da sballo, una 4° soda e piena mica ce l’hanno tutte…oh no! Hai un culo che fa impazzire tutti i maschi dal desiderio e due gambe da ballerina. Inoltre sei anche alta e slanciata, mi dici cosa c’è che non và? Possibile che non ti accorgi di come ti guardano quando passi?”
“Si appunto, ma tutto questo mi mette a disagio.”
“Non ti preoccupare, che se ti ci abitui vedrai che alla fine ti piacerà, a tutti piace piacere…!”
Un’altra delle nostre scaramucce sessuali. Il mio piano di spingerla verso altri uomini continuava. Da quando avevamo sperimentato il gioco di ruolo le cose erano proseguite più celermente e quel gioco era diventato una pratica abituale. Ora anche Eleonora aveva cominciato a frequentare blog e chat di cuck e dom, si stava informando e sentivo che le sue resistenze erano sempre più formali e meno di sostanza. Il gioco cominciava a coinvolgerla.
“Senti ho un’idea. Tu sei convinta di non essere più una preda ambita, io dico il contrario. Facciamo una prova, ti fai fare alcune foto in pose provocanti e le mandiamo a quel blog di segaioli, quello dove mandano i “Tributi” alle donne”
“Cosa?”
“Si, quello che ti ho mostrato l’altro giorno, quello in cui la gente manda le sue foto con la sborrata sulla foto di qualche figa o con il cazzo in tiro…. Diamo tempo 3 settimane. Se entro quel termine non saranno arrivati almeno 10 “tributi” non ne faremo niente, ….ma se ne arrivano di più, tu ti farai un maschio per ogni tributo ricevuto. Ci stai?”
“Ma tu sei pazzo, io non ci sto a farmi fare seghe da pervertiti sulle mie foto e poi non mi sogno neppure di mettere su internet delle mie foto nuda.”
Dicendo questo avevo notato che aveva accavallato le gambe stringendo le cosce, e che gesticolava nervosamente lisciandosi la gonna, segno che in realtà la cosa la eccitava.
“Non ti preoccupare, non sarai minimamente riconoscibile, provvederò a cancellare il volto in modo da essere tranquilli, e poi, quello che conta è mostrare le tette, il culo e la figa. Non sei ancora così famosa lì…!”
“Scemo!” si schernisce imbarazzata.
“E poi, sono convinto che l’idea di qualche depravato che si sega per te, non ti sia veramente così disgustosa, …anzi…!”
“Stronzo! E poi perché solo io devo mettermi in gioco, tu cosa rischi? Facciamo così, anche tu ti devi mettere in gioco. Se io accetto, bada bene, ho detto SE, per ogni tributo che riceverò tu dovrai passare una settimana in castità. Ci prendiamo una bella gabbietta e tu te la indossi, dando a me la chiave, restando chiuso 1 settimana per ogni tributo, anche se non ne arrivano a 10. Niente più seghe e scoperai solo quando io avrò voglia. Io sarò la tua padrona e dovrai fare tutto quello che ti dirò. Cosa mi dici ora?”
Questa donna non finirà mai di sorprendermi. Aveva rilanciato la palla sfidandomi. Certo facendo cenno al fatto di mettermi la gabbietta, voleva dire che i discorsi che avevamo fatto cominciavano a fare breccia dentro di lei. Era rischioso, non avevo mai pensato a questo punto di vista della cosa, ma il mio uccello era eccitato, e troppo spesso io lascio a lui le decisioni in campo sessuale.
Anche questa volta lasciai a lui la decisione ed accettai la sfida.
Non intendevo perdere tempo e volevo essere sicuro che Ele non cambiasse idea. Presi la macchina fotografica digitale e le chiesi di spogliarsi.
“Sei proprio sicuro? Guarda che non ho nessuna intenzione di tornare indietro, se lo diciamo lo facciamo, tu in gabbia ci finirai di sicuro… e ho qualche idea per la testa…” Mi disse con un sorrisetto malizioso, ma tanto eccitante.
“Poche parole e passiamo ai fatti. Non provarti a eccitarmi perché non mi distrai…”
“Dammi almeno il tempo di prepararmi, vuoi che sia sexy o no? Intanto che aspetti, invece di segarti, cerca un sito dove vendono gabbiette per cazzi, solo con in mano la conferma d’ordine ti permetterò di caricare le mie foto su quel sito di depravati. “
Mentre lei spariva nella camera accanto per prepararsi io avviai la ricerca internet. Non immaginavo esistessero così tanti modelli, lessi qualche commento relativo ai vari modelli, poi optai per una gabbietta in metallo, mi sembrava quella meno costrittiva e speravo di doverla indossare solo durante la nostra vita familiare per i nostri giochini. Emisi l’ordine e nel giro di pochi minuti una email mi confermava che mi sarebbe stata recapitata in 5 giorni lavorativi. Stampai il tutto proprio quando Eleonora stava arrivando.
Rimasi a bocca aperta. Aveva indossato un bustino nero che le fasciava il corpo lasciando in bella mostra ed evidenza la sua splendida 4°. Non so se per la temperatura o che altro, ma i capezzoli erano eretti ed appuntiti di un colore quasi rosso mattone. Un paio di calze di seta e stivali con tacco a spillo (neri) completavano il suo abbigliamento. Quello che più mi aveva sorpreso era il pube, completamente depilato e lucido. Si era spalmata olio su tutto il corpo per migliorare l’effetto.
Il mio cazzo era partito a razzo con una erezione micidiale.
“Messa così sei proprio una strafiga da fare concorrenza alle pornostar più quotate! Penso che dovrò prepararmi a un lungo periodo in gabbia! ”
“Non è forse questo che volevi? Hai qualche ripensamento? Se vuoi avere tutto per te questo ben di dio, questa è l’ultima occasione, pensaci… A proposito, l’ordine per la gabbietta dov’è”
Ancora una volta decise lui…. Gli detti la stampa dell’ordine e presi la macchina e cominciai a scattare foto, la feci mettere in tutti i modi, non volevo perdermi l’occasione, la fotografai anche nelle pose più volgari che mi vennero in mente. Alla fine scaricai le foto sul computer e, con l’eccitazione a mille scegliemmo insieme quelle che ritenevamo più adatte. Le foto selezionate erano 3: la prima con Ele, leggermente rivolta verso la fotocamera, che sosteneva i seni come a porgerli a davanzale per la sborrata. La bocca era leggermente aperta e la lingua si leccava le labbra invitante. I capezzoli appuntiti e rossi accentuavano conferivano un ulteriore elemento di eccitazione al quadro generale Naturalmente il taglio dell’immagine eliminava il resto del volto. La seconda immagine era di Ele sdraiata, con la schiena leggermente inarcata e con in primo piano la sua bellissima figa depilata spalancata presa di fronte. Le sue dita tenevano allargate le grandi e le piccole labbra, mostrando il buchino centrale e il clitoride gonfio. Il lucido dell’olio sulla pelle già abbronzata e il triangolo di pelle chiara del pube, rendeva ancora più seducente l’immagine. Quel leggero filo bianco di umori che usciva dal buchino la infiammava.
La terza foto era dedicata al suo stupendo culo. La schiena piegata a 90 gradi, il culo bello sporgente Con le mani teneva allargate le chiappe invitante, mostrando in primo piano il taglio della vulva e il forellino grinzoso del suo magnifico culo. Il nero delle calze e del corpetto facevano da cornice all’insieme.
L’invito alla sborrata era palese, ed ognuno avrebbe potuto scegliere il buco di suo gradimento.
Caricate le immagini sul sito, eccitatissimo, feci per abbracciare la mia amata convinto che avremmo fatto immediatamente sesso, ma ancora una volta Ele mi sorprese:
“Eh no caro… guardare e non toccare, hai appena deciso che sarò di tutti tranne che tua…. Al massimo potrai dedicarti a me se te lo concederò, ma per ora voglio farti soffrire”.
Il gioco era cominciato e non avrei mai immaginato quanto diverso dai miei desideri sarebbe stato, ma ormai ero in ballo.

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3° Cap
Le foto di Ele erano state pubblicate con il testo di annuncio che avevamo concordato:
Venerdì 21 giugno-Siamo una coppia di 42 e 47 anni che vorrebbe fare esperienze Cuckold. Per convincere mia moglie che è ancora una donna desiderabile, abbiamo deciso di effettuare un sondaggio e di lasciare a voi la possibilità esprimere il vostro giudizio. Se riterrete che mia moglie sia sexy ed eccitante, una delle 3 foto postate dovrà essere oggetto dei vostri “Tributi” per dimostrarle il vostro gradimento. Se entro il 15 luglio riceveremo (http://sborram…….) più di 10 foto che dimostrino il vostro apprezzamento con sborrate o cazzi eretti pronti alla sega, mia moglie accetterà di fare questa esperienza, avendo rapporti reali e documentati (in un blog apposito che andremo ad aprire) con tanti uomini quanti saranno i tributi ricevuti. Inoltre, per ogni tributo ricevuto (anche al di sotto della soglia dei 10), io sarò costretto ad una settimana di castità tramite l’applicazione di una Castity cage di cui mia moglie avrà il controllo. Inviate numerosi il vostro apprezzamento, ve ne saremo grati.-
Già il sabato sera avevamo controllato ansiosi i risultati, ma era solo 1 che mostrava l’immagine del seno di mia moglie coperto di schizzi e un bel cazzo ancora in tiro in primo piano.
Ele sembrava un po’ delusa, anche se i commenti alle foto, che erano già una decina, erano tutti di grande apprezzamento per le sue grazie e di commiserazione per me. Io cercavo di consolarla dicendo che era solo il primo giorno, che per queste cose ci voleva tempo e che comunque i commenti erano tutti di grande apprezzamento ed entusiasmo per il suo corpo. La abbracciai e facemmo l’amore, la trovai comunque già bagnata e rispose con calore alle mie mosse.
La domenica i tributi erano già diventati 3, se ne erano aggiunti 2 con schizzi sul suo magnifico culo. Anche i commenti erano aumentati e ormai erano già una trentina. Ele era più rassicurata e cominciava a pavoneggiarsi con me, condendo maliziosamente le sue allusioni con velate minacce sulla mia castità futura.
Nel corso della settimana mi confessò che durante il giorno visitava più volte sul sito in oggetto per verificare l’andamento del sondaggio. La crescita era lenta ma costante, e il sabato mattino successivo aveva già raggiunto i 10 tributi. Io cominciavo a preoccuparmi, perché mancavano ancora 2 settimane e di questo passo il rischio era di essere “ingabbiato” per un tempo più lungo di quello che avevo immaginato. Ele al contrario era euforica, come rassicurata e lusingata da quanto stava succedendo. La cosa che mi preoccupava di più era che le foto erano state rilanciate a numerosi altri blog, che il testo della nostra sfida fosse stato tradotto anche in inglese e che nei commenti aumentavano sempre più quelli che riprendevano la provocazione di un tributante che esortava ad imitarlo al grido di: “Ingabbiamolo a vita!!!! Ergastolo al cornuto!!!!”.
Eleonora era raggiante. Prese dal frigorifero una bottiglia di spumante che aveva preparato già da un paio di giorni e propose: “Dobbiamo festeggiare, da oggi sarai ufficialmente un cornuto, caro maritino mio, presto il tuo sogno si realizzerà!” Così dicendo, la stappò facendo sparare il tappo contro la parete e riempì due calici di vino per brindare.
“Che c’è piccolo, ti vedo preoccupato, poverino, non è quello che hai sempre sognato, dopo tutto sei stato tu a volerlo, io ti avevo avvisato che non mi sarei tirata indietro e che se avremmo cominciato avremmo dovuto andare fino in fondo.” Mentre diceva queste parole agitava divertita e maliziosa la confezione della gabbia che il corriere ci aveva appena recapitato.
Aveva ragione, quando tutto era iniziato mi sembrava un gioco molto eccitante, ora i timori e le preoccupazioni stavano prendendo il sopravvento. Questa volta fu Ele che provò a consolarmi invitandomi a far l’amore, anche se buttò lì maliziosamente un “potrebbe essere una delle ultime possibilità che ti restano”. Lo feci in modo selvaggio e rabbioso, affondando il cazzo in profondità nella sua figa. Lei era terribilmente eccitata, venne almeno 3 volte, coinvolta com’era dalla situazione, ma mi negò ancora una volta il culo (non aveva mai voluto darmelo!!) dicendo, che ne avrebbe fatto dono al primo con cui mi avrebbe fatto becco. Una nuova fitta mi strinse il cuore, rabbioso aumentai la foga della pompata fino ad esplodere in un orgasmo in contemporanea con lei. Le riempii la figa di sborra, che fui poi costretto, come ormai d’abitudine, a ripulire con la mia bocca fino a procurarle un nuovo orgasmo.
Quando ritornammo in soggiorno i tributi erano già diventati 13 tra cui il primo straniero, un americano del Texas che sembrava aver apprezzato molto il culo di questa” italian slut”.
“Sto diventando internazionale… ormai mi apprezzano anche oltre oceano!” mi apostrofò visibilmente eccitata da questa novità.
“Dai usciamo a fare spese, forse hai ragione, devo fare qualche intervento sul mio guardaroba, se devo attirare i maschi devo vestirmi più sexy. “

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4° Cap
Il nostro sondaggio si era trasformato in un fenomeno virale. Le foto di Ele erano state rilanciate su blog di mezzo mondo, i commenti si sprecavano e i tributi anche.
Alla fine della seconda settimana erano già 46, ed alla scadenza della terza erano arrivati a 148. Mi aspettavano quasi 3 anni di gabbia, e mia moglie si sarebbe nel frattempo trasformata in una vera troia.
Tre anni…. Ero terrorizzato. Anche Ele era un po’ preoccupata, 148 maschi da fottersi non erano pochi, ma nonostante tutto fu inflessibile, e non cedette alle mie suppliche di lasciare perdere o di ridimensionare la cosa. “Questo abbiamo definito e questo faremo. Ti avevo avvertito, ora è tardi per cambiare idea, in fondo te la sei cercata”.
Aveva ragione, in fondo me la ero cercata, ma non avrei mai immaginato che sarebbe andata a finire così.
Ma c’era un’altra cosa che mi attanagliava lo stomaco, Ele non aveva mancato di notare come, dalle immagini ricevute, i cazzi che l’avevano omaggiata, sembrassero tutti più grossi del mio. Lei, che non aveva avuto altre esperienze sessuali oltre che con me, non aveva una pietra di paragone, tranne i cazzi di qualche pornostar protagonista di qualche filmino che ci eravamo visti assieme, ma quelli, si sa, sono più grossi della media.
Ora cominciava a farsi venire qualche dubbio, e mi aveva sfrontatamente annunciato che avrebbe sicuramente avuto modo di verificare la cosa sul campo
Ele sembrava trasformata, e lo si vedeva chiaramente. Sembrava molto più sicura di sé, bella come non mai, radiosa, come circondata da un’aurea luminosa. Indubbiamente la sua autostima era cresciuta in modo esponenziale. Vestiva molto più sexy e provocante, non si preoccupava (o forse lo faceva di proposito) di provocare, giocando sapientemente con la sua femminilità che sembrava aver scoperto solo in quel momento, ma che usava da grande esperta.
Le gonne si erano accorciate, le scollature erano diventate più profonde, i vestiti più aderenti ad evidenziare le sue forme, i movimenti più ricercati a provocare la reazione nel maschio. Civettava e giocava con tutti, lanciava sguardi maliziosi, flirtava con quelli che più la stimolavano, ma per il momento si limitava a quello, quasi come l’atleta che fa riscaldamento prima di scendere in campo. Stava affinando le sue tecniche di seduzione, e, a giudicare dalle reazioni dei maschi con cui aveva a che fare, aveva sicuramente un gran successo.
A me invece, non restava che dare seguito a quanto stabilito.
Avevamo deciso di cominciare “il gioco” sabato 3 agosto in concomitanza con l’inizio del nostro periodo di ferie. C’erano alcune cose che ancora dovevo fare, per prima cosa aprire un blog dove avremmo documentato questa nuova esperienza.
Mancavano meno di 3 settimane ed ero intenzionato a godermele fino in fondo.
Ele si divertiva a fare il conto alla rovescia, ogni giorno mi ricordava che “mancano ancora 18…15….10…5….giorni, poi sarò la tua padrona e ti detterò le regole”.
L’ultima sera facemmo l’amore per più di 3 ore, mi svuotò ben bene facendomi venire 4 volte (un record), mi faceva male quasi dall’uso. Fu molto tenero e dolce, solo quando mancava un quarto alla mezzanotte del 2 agosto il nostro amplesso ha preso la furia della fretta. Volevo venire in lei, per un ultima volta. E lei mi ha assecondato, mettendoci tutta la sua abilità per agevolarmi. L’ho amata con passione e con passione sono stato ricambiato, e…sono esploso in lei nuovamente. Aveva le mucose arrossate e gonfie, il corpo imperlato di sudore, la pelle lucida e salata, i capelli fradici di sudore, e quella chiazza bianca nel bel mezzo del suo pube che mi ha invitato a ripulire. La mia bocca, ormai esperta, raccolse fino all’ultima goccia, a lei regalai il sesto orgasmo della serata.
A mezzanotte, come per Cenerentola, scattò l’ora X. Mi ripulì bene il pene, che già dal pomeriggio era completamente depilato, e cominciò a infilarmelo nella cintura di castità. Dapprima infilò l’anello alla base dello scroto, che passò a fatica, poi tentò di infilare la gabbietta, ma il mio cazzo, nonostante le 4 sborrate, vuoi per l’eccitazione della situazione, vuoi per la sua manipolazione, era ancora barzotto. L’ultima fiera resistenza! Ma Ele si era informata e sapeva cosa fare, 2 le alternative: borsa di ghiaccio o strizzata di palle.
Optò per la seconda, per chiarire subito come stavano le cose. Lanciai un urlo, lei mi lanciò un’occhiata inteneritrice, ma la fiera resistenza era vinta, il mio cazzo capitolò immediatamente ritirandosi in buon ordine, permettendo così alle truppe di invasione di imprigionarlo. Quando la gabbietta venne bloccata con il lucchetto, un brivido mi percorse la schiena fino ad arrivare al pene. Ele prese la chiave e se la infilò nella catenina che aveva al collo, quasi a sottolineare il simbolo del suo potere. La mia prigionia era iniziata, la sua festa sarebbe durata a lungo.

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5°Cap
Quella notte non riuscii quasi a chiudere occhio. Troppi pensieri si accavallavano nella mia mente. Vedevo la mia Ele circondata da numerosi maschi arrapati, sbattuta da cazzi enormi, riempita da ogni parte, che godeva come una matta, che li incitava a fare con più forza, più in profondità, ma che quando facevo per avvicinarmi mi cacciava da lei. L’eccitazione notturna che accompagnava questi sogni veniva dolorosamente frustrata dalla gabbietta che mi impediva qualsiasi erezione. Per 3 o 4 volte dovetti alzarmi per andare a rinfrescarmi le parti basse e per cercare un po’ di sollievo. Ele dormiva nuda al mio fianco. La guardavo e la vedevo bellissima come sempre, più di sempre. Da domani sarebbe potuta essere di tutti tranne che mia e questo mi creava dolore ma anche eccitazione frustrata. Doveva scoparsi 148 uomini in 3 anni ed ero sicuro che l’avrebbe fatto, non era il tipo da tirarsi indietro quando c’erano le sfide, e sapevo che avrebbe rispettato i termini dell’accordo. Chissà cosa mi avrebbe aspettato nei giorni a venire. Tentai di riprendere sonno, quasi all’alba finalmente cedetti.
Dopo poche ore di sonno il risveglio, dovevamo partire per le ferie. Le mie preoccupazioni riguardo alla visibilità della mia condizione furono tranquillizzate. Con bermuda non molto attillate e boxer da bagno, il bozzo, non si notava minimamente. Qualche fastidio me lo procurò la guida, l’appendice di metallo mi pressava i testicoli e tirava sul pene, ma dovevo abituarmi. Ele, da parte sua, non fece nulla per sollevarmi. Durante tutto il viaggio non perse occasione per provocarmi. Aveva indossato un vestitino con una profonda scollatura. Il top era composto da 2 strisce di stoffa legate intorno al collo che lasciavano completamente nuda la schiena, indossato senza reggiseno (ovviamente), che finivano dritte ad attaccarsi alla vita del gonnellino. Il seno era coperto praticamente dalla stoffa di passaggio, ma,” pesante” qual era il suo, ad ogni movimento tendeva s sgusciare dal tessuto. La gonnellina poi, corta e plissettata, arrivava solo a metà coscia. Ogni volta che si muoveva si scopriva una porzione consistente di coscia. Presto, durante il viaggio prese ad allungare la gambe sul mio basso ventre, e con la scusa di farmi felice, si sfilò le mutandine sbattendomi sotto gli occhi la sua splendida figa completamente depilata.
“Poverino, costretto a guidare, guarda la tua padroncina come soffre, tutta sola” dicendo questo si passava lentamente il dito medio nella fessura, allargandola leggermente ed inumidendolo, poi, avvicinandolo alla mia bocca mi invitava ad assaggiarlo per sentire quanta voglia avesse di compagnia. Intanto con il tallone del piedi mi sfregava sulla gabbietta per accrescere la mia eccitazione. “Poverino questo uccellino che non può più volare, ti fa soffrire caruccio?” Morivo dal dolore, tanto più mi eccitava, tanto più soffrivo.
Fu un viaggio infernale. Dopo un’ora che il giochino andava avanti, “La Signora”, decise che dovevamo fermaci in un’area di sosta e che io avrei dovuto darle sollievo con la mia bocca. Io avevo i testicoli che annegavano tanto erano gonfi e il cazzo sofferente per la compressione che derivava dalla costrizione della gabbietta, e nonostante tutto ero quello che doveva dare sollievo.
Ci fermammo in un angolo un po’ appartato di una piazzola e mi dedicai a leccarle la passera. Era fradici, segno che il giochino piaceva molto anche a lei, cominciai a passare la lingua molle un po’ tutto intorno al pube, poi, appuntendola cominciai a puntare il buchino e l’interno delle labbra, fino a risalire al clitoride.
La sentivo gemere sempre più intensamente, così come aumentava la frequenza delle contrazioni del suo ventre. Si era scoperta i seni e con le mani li stringeva e strizzava i capezzoli. In pochi minuti venne, contorcendosi e gemendo. Ele era molto sensibile e facile all’orgasmo, soprattutto se era eccitata.
Soddisfatta mi sorrise e mi allontanò ricoprendosi. “Baravo piccolino, con la lingua ci sai proprio fare, e penso che diventerai un vero esperto, visto che da ora in poi potrai avermi solo con quella…”
Il viaggio durò altre 3 ore fino all’arrivo nella nostra casa al mare, una villetta in una nota località adriatica.
Scaricammo i bagagli, ci sistemammo e ci dirigemmo alla spiaggia. Fortunatamente il boxer che indossavo non evidenziava l’ingombro dello strumento costrittivo, pertanto, potevo passare inosservato. Ele era stupenda, il suo bikini rosso, non particolarmente ridotto, seguiva dolcemente, evidenziandolo, il profilo del suo corpo. Il caldo era opprimente e i bagni rinfrescanti furono numerosi. La mia signora, quando eravamo in mare, non perdeva occasione per strusciarsi ed eccitarmi. Anche sulla spiaggia era tutto un: “Piccolino, mi spalmi la crema?”, oppure, giocherellando con la chiave appesa al collo, “Mi ripulisci la gambe dalla sabbia?”. Le mie condizioni, al primo giorno di imprigionamento, erano già disperate, mi auguravo solo che, facendoci l’abitudine, la situazione potesse migliorare. Quella chiave appesa al suo collo era un continuo ricordarmi la mia condizione.
Rientrati a casa ci facemmo una doccia. Aiutai Ele a lavarsi e ad l’asciugarsi, e quando feci per rivestirmi ecco la nuova regola: “Quando siamo in casa soli, voglio che tu rimanga sempre nudo, mi piace vederti ingabbiato, intanto vieni e comincia a leccarmela, il mare mi ha eccitata e ho bisogno di sollievo!”. E prendendomi per la gabbietta mi trascinò al divano, dove, si accomodò a gambe spalancate, per permettermi di svolgere il mio lavoro. Mi accomodai in mezzo alle sue cosce e allungando la lingua comincia a lambire il suo pube depilato. Era vero, era già eccitata, con pochi colpi di lingua la sua fighetta era già un lago, Ele ansimava e gemeva per il piacere che le stavo procurando. Non durò a lungo, esplodendomi in bocca tutto il suo piacere. “Grazie piccolino, povero, senza possibilità di sfogarti. Lo sai che non devi venire, ho io la chiave del tuo piacere (facendola oscillare in mezzo ai seni), e lo sai che per un po’ di tempo non puoi goderne…., ma a me dispiace lasciarlo solo… ” Così dicendo prese a carezzarlo dolcemente, passando l’unghia tra le spire della gabbia, procurandomi un immediato e doloroso tentativo di erezione. Mi fece sdraiare a terra supino, si sedette sul mio viso, chiedendomi di leccarla ancora perché sono tanto bravo, ma questa volta avrei dovuto slinguazzarle anche il culo. Mentre mi diceva questo aveva preso a massaggiarmi le palle, che sentivo già gonfie e piene, strizzandole leggermente e leccandole con golosità. Me lo sentivo esplodere, cercavo di darmi da fare con i suoi buchi per ridurre la tortura. Era bravissima nel tormentarmi. Aveva cominciato a farmi un pompino con tutta la gabbia, con la lingua sollecitava il prepuzio, infilandola nel buchino, poi ci passava il pollice strofinandolo dolcemente e, attraverso le spire, mi leccava l’asta e il glande, senza mai smettere il lavoro sui coglioni. Mi sentivo sciogliere e frustrato dal dolore, cercai di impegnarmi con le leccate e finalmente arrivò il suo secondo orgasmo. Mi si schiacciò sul viso quasi soffocandomi, senza mollare la presa sul mio martoriato cazzo. Senza mai staccare gli occhi dai miei, si girò e si portò col pube sul mio pene, e cominciò a sfregarlo con la figa. Mi stava facendo impazzire, un misto di dolore, desiderio, piacere mi devastavano il cervello. Ero tutto concentrato su quello, come raramente mi era successo in passato in condizioni normali. Erano più di 40 minuti che mi sentivo eccitato e non potevo sfogarmi. Il movimento del suo bacino era lento e profondo. Con le labbra e il clitoride scorreva lungo tutta la lunghezza della gabbietta in su ed in giù, mentre si faceva strizzare i seni e i capezzoli. Ansimava a occhi chiusi, continuando il movimento di quella sensuale masturbazione. Ora i colpi erano più veloci, aveva anche provato ad infilarsi tutta la gabbietta, infradiciandola con i suoi umori, abbondanti e profumati. L’odore del suo sesso mi inebriava le narici e soffrivo le pene dell’inferno. Il desiderio di venire era frustrato dall’impossibilità dell’erezione e non so se a sua volta diventasse addirittura causa di tanto desiderio. Ele stava rapidamente incrementando il ritmo della sua respirazione e del movimento del pube. Gli occhi trasognati e rivolti all’indietro mostravano la sua estasi, un aumento del ritmo la portò presto ad un nuovo ed intenso orgasmo “Ele 3 pisellino 0” mi declamò divertita rialzandosi e dirigendosi soddisfatta verso il bagno.

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6°Cap
La cena, che ho provveduto a preparare e consumare completamente nudo, fu veloce e leggera.
La consumammo quasi in silenzio, tesi, perché, entrambi sapevamo che la sera ci avrebbe probabilmente portati a compiere l’ultimo passo, quello veramente decisivo, quello in cui Ele si sarebbe cercata un compagno con cui fare sesso. Se fino ad ora, tutto era ancora un gioco tra di noi, da quel momento il passo sarebbe diventato irreversibile, ed avrebbe condizionato la nostra futura vita di coppia.
Mentre Ele si preparava ad uscire io riassettai tutto. Quando si presentò rimasi senza parole. Era bellissima: abito corto bianco aderente, il top era composto da 2 strisce che raccoglievano i seni, che si raccordavano allargandosi alla base, schiena completamente nuda con scollatura profonda fino all’inizio dello spacco delle natiche. Sandali tocco 12 anche loro bianchi, completavano la mise. Non c’era spazio per la biancheria intima, ma molto per l’immaginazione.
Ci recammo in un famoso locale alla moda, l’accordo era che mi sarei tenuto in disparte e avrei potuto vedere come si evolveva la situazione, ed Ele mi avrebbe comunicato quello che avrei dovuto fare, se seguirla o tornarmene a casa ad attenderla.
Io entrai per primo e mi piazzai al bancone del bar, Ele arrivò qualche minuto dopo. Inutile dir che il suo arrivo non passò inosservato, la mise ed il corpo perfetto che racchiudeva avevano attirato l’attenzione dei numerosi giovani presenti.
Non ci mise molto a sceglier la sua “preda”, un ragazzo sui 25 – 30 anni, alto circa 1,90, abbronzato, barba del giorno dopo, capelli corti castano mossi, bel fisico muscoloso naturale (non da palestrato), tonico e asciutto. Aveva cominciato a flirtare con lui ridendo alle sue battute e bevendo un drink, poi raccogliendo i lunghi capelli neri dietro le orecchie si era avvicinata al suo orecchio sussurrandogli qualche cosa, il giovane aveva risposto e avevano cominciato una conversazione fitta e ravvicinata tra di loro. Il ragazzo aveva cominciato a fare scorrere la mano dalla spalla nuda lungo tutto il braccio di Ele, fino ad arrivare a cingerle il fianco e a carezzarla dolcemente lungo la schiena. Aveva mani grandi, si muoveva dolcemente ma con decisione e sicurezza.
Io vedevo tutto. Mi sentivo lo stomaco rivoltarsi, stava accadendo quello che avevo sempre desiderato ed ora ero lacerato dai dubbi e dalla paura. Ma ero anche eccitatissimo, e mi sentivo il cazzo dolorante per la pressione che esercitava sulla gabbia. Ele, ogni tanto, mi puntava i suoi meravigliosi occhi verdi e mi lanciava un’occhiata maliziosa di sfida. Io mi sentivo perso. Avrei desiderato fermarla, dirle di smetterla, che il gioco doveva essere interrotto, ma come sempre, in questi momenti, era il mio cazzo che comandava, e non mi avrebbe mai permesso di intervenire.
Ele ormai allacciata al ragazzo, lui si era portato alle sue spalle sbaciucchiandole il collo e la parte alta della schiena nuda. Con una mano la stringeva alla vita strusciandosi a lei in modo molto sensuale. Ele, mentre si lasciava andare alle carezze, visibilmente eccitata dalla situazione, ad un certo punto, si avvicinò con la bocca al suo orecchio dicendogli qualche cosa e mi indicò con un cenno della testa. Vidi l’espressione del ragazzo che in un breve istante passò dal deluso, al sorpreso, al divertito. Parlandogli fitto all’orecchio Ele gli stava dicendo di me, il ragazzo sembrava divertito da quello che gli stava raccontando, poi, sollevò il bicchiere nella mia direzione come per brindare a me, mentre, con l’altra mano, mi mostrava un bel paio di corna, subito imitato da Ele. Mi sentii avvampare e avrei voluto sprofondare, mi sentivo profondamente umiliato ed avevo la sensazione che tutti sapessero cosa stava succedendo. Mi sentivo gli occhi di tutto il locale addosso, ma questo non faceva che accentuare la mia eccitazione. Ele e il ragazzo, continuarono ancora per un po’ a chiacchierare fitto, lanciando occhiate nella mia direzione e ridendo di gusto tra di loro, poi lo prese per mano e lo trascinò verso di me.
“Ciao, io me ne vado con Roberto, tornatene subito a casa e non aspettarmi. Scusa, fermo! Cos’hai in testa?” Mi accarezzò come se avesse visto o sentito qualcosa “Oh, lo senti anche tu? Questo che ti sta’ crescendo è solo il primo cornino, vedrai che bella foresta fitta che ti farò crescere”. Ele me lo disse mentre continuava ad accarezzarmi la testa. Poi facendomi con la mano il segno della sega e una smorfietta seguita da un cenno di negazione con la testa e il visino corrucciato e triste aggiunse: “poverino, neanche le seghine ti potrai fare per consolarti, ma non ti preoccupare, la gabbietta serve proprio a questo! Solo io posso divertirmi, tu devi solo soffrire, tanto con il pisellino che ti ritrovi…”
Così dicendo se ne andò abbracciata a Roberto che ormai palpeggiava il culo di Ele senza ritegno e che mi salutò con un “Ciao cornuto in gabbia, ci rivediamo a casa!”
Frustrato, umiliato, geloso ed eccitato tornai a casa come ordinatomi. Dopo poco più mezz’ora mi arrivò un messaggio Whats App con la foto della mano di Ele, con la fede in bella evidenza, che impugnava un cazzo di buone dimensioni (sarà stato più di 20 cm e abbastanza largo) vicino alla bocca vogliosamente aperta ed un commento: “diamo inizio alla festa”.

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