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Racconti Cuckold

Cornuto e stordito

By 2 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Eravamo andati a una festa, la mia Laura aveva ballato tutta la sera e ora aveva un gran sonno in macchina, mentre tornavamo alle 4 di mattina. Avevamo passato la serata nella villa del ragazzo di una sua amica, e io avevo trascorso gran parte del tempo con alcuni amici a bere e scherzare.

Ero un po’ nervoso perchè tra i presenti c’era un ragazzo, Giulio, che aveva avuto una breve relazione con Laura, e sapevo che lui provava ancora un forte interesse… cercavo di tranquillizzarmi comunque, perchè lei mi aveva ripetutamente rassicurato dicendomi che di lui non le interessava più nulla, che nemmeno le piaceva più fisicamente, oltre al fatto che la festa era affolata e non avrebbero avuto troppe occasioni per stare da soli.

Quella notte Laura era stata soprattutto con un’amica, con cui aveva parlato e ballato, attirando col suo bel culetto l’attenzione presenti. Solo un paio di volte l’avevo vista scambiare due parole con Giulio, ridere di qualche battuta e scambiarsi qualche fugace gesto affettuoso.

Il giorno dopo la chiamai un paio di volte, ma non ci fu nessuna risposta… al pomeriggio non avevo niente da fare, così decisi di andarla a trovare a casa per un saluto. Quando arrivai vidi che c’era anche l’auto di Giulio, il che mi fece infastidire non poco… non avevo idea che dovessero trovarsi oggi, la cosa non mi piaceva, in più lei non rispondeva nemmeno al telefono!

Non sapevo che fare, potevano uscire da un momento all’altro, e non volevo farmi trovare lì come un allocco. Decisi di parcheggiare la macchina in una zona non visibile dall’uscita di casa e avvicinarmi a piedi, cercando di evitare di farmi vedere…

Arrivai vicino alle finestre del soggiorno, ma non riuscii a scorgere nessuno. Mi fermai un secondo non sapendo cosa fare, quando intravidi Laura uscire dal bagno con un’asciugamano avvolto intorno al corpo. Stava parlando, probabilmente l’interlocutore era in un’altra stanza.

Decisi di fare il giro della casa, per arrivare alla finestra della camera da letto… quando fui là mi si presentò una scena orribile: Laura era appoggiata sulla scrivania con le gambe divaricate e Giulio le stava già leccando la figa. La troia… e io che avevo creduto ai suoi discorsi!

Laura gli teneva la testa pressata tra le gambe e lo incitava:

“si… lecca così… mmm, si, come mi fai godere…”

Lui continuava a leccare, salendo anche sulla pancia, le tette… fino a scambiarsi un bacio appassionato. Lei gli accarezzava il pacco rigonfio attraverso i pantaloni già sbottonati, gli mise la mano dentro le mutande e cominciò a menerglielo.

“come ce l’hai duro, me lo vuoi mettere dentro ancora, vero?”

“oh si, non vedo l’ora!” ammise lui, eccitatissimo.

Non sapevo che fare, ero geloso e incazzato, nonostante il cazzo mi si stesse indurendo a forza di guardare la mano della mia ragazza muoversi su e giù nelle mutande di un altro. Avrei voluto fermarli, ma indugiai pensando a come fare, e che spiegazioni dare per essermi d’un tratto trovato a spiare attraverso la finestra della casa. Ormai era tardi: Laura gli aveva già abbassado i pantaloni e, continuando a segarlo, lo trascino verso di sè per posizionare quel cazzo turgido nella sua figa già bagnata.

Comiciarono a scopare, sul volto della mia ragazza c’era un’espressione d’estasi mentre il porco la stantuffava con vigore tenendola per le chiappe e sollevandola ad ogni colpo.

Ero impietrito, sentii una morsa allo stomaco, le gambe volevano cedere. Me ne andai, convinto che in una situazione di maggior lucidità avrei saputo decidere come comportarmi.

Un paio di ore dopo mi arrivò un sms, era di Laura:

“scusa se non ho risposto prima, ero fuori con un’amica e il telefono era silenzioso, non mi sono accorta delle chiamate… ci vediamo dopo? bacio”

Bugiarda… decisi di far finta di niente, e accettare di vederci la sera. Ci trovammo a casa mia, Laura arrivò tutta sorridente e profumata. Io, com’era prevedibile, non avevo lo stesso umore solare, e me ne stavo un po’ imbronciato e un po’ assente. Non era difficile intuire che qualcosa non andava, così fu lei a tirare fuori l’argomento:

“che c’è amore? ti vedo un po’ strano stasera… è successo qualcosa che non va?”

“cos’hai fatto oggi? lo so che non eri fuori con la tua amica…” borbottai.

“e come lo sai?” disse lei sulla difensiva.

Non sapevo bene cosa dire, non mi andava di raccontarle di aver fatto lo spione, così optai per una mezza verità…

“ero passato a trovarti e ho visto che c’era la tua macchina fuori, e non solo la tua! cosa ci faceva lui là?!”

“ma niente, dopo che sono tornata Giulio è passato a salutarmi. Abbiamo fatto due chiacchiere, niente di che! cosa ti aspettavi, gelosone?”

“magari avete fatto anche qualcos’altro…” incalzai.

Le mi guardò con un mezzo sorriso, dicendo: “perchè, ti piacerebbe?”

Esitai. Ma che discorso era questo? ero incazzato perchè l’avevo vista scopare con un altro, non vedevo l’ora di cantargliene quattro, eppure mi sentivo di nuovo il pisello che si induriva.

Lei colse l’occasione di incertezza, per continuare in tono scherzoso:

“perchè non rispondi? non è che davvero ti eccita pensare che stessi facendo qualcosa con Giulio?”

Si accorse del pacco gonfio e si avvicinò a me appoggiandomi la mano sul cazzo. La sua bocca mi sfiorò l’orecchio e mi sussurò:

“mmm… ma come sei eccitato… chissà cosa ti sei immaginato, vero porcellino?” mi toccò l’orecchio con le labbra e diede una veloce leccata. Mi stavo arrapando sempre di più, ma non avevo nessuna intenzione di lasciarmi andare… non dopo quello a cui avevo assistito!

Nel frattempo Laura, che forse aveva intuito la situazione, continuava a massaggiarmi l’uccello attraverso il tessuto dei pantaloni, ben conscia dell’effetto che mi stava facendo.

“a cosa pensavi, maialino? pensavi che ti avessi tradito?” Mi sbottonò, tirò fuori il cazzo pulsante, e comiciò a masturbarmi lentamente. Ero sempre più rincoglionito, in balìa della sua mano.

” Come siamo arrapati… E se ti dicessi che avevi ragione? ti piacerebbe sapere che me lo sono scopato?”

“si…” mi uscì dalla bocca, con un filo di voce.

“bene, che bravo il mio maialino… tutto duro a pensare che la sua ragazza lo tradisce… me lo sono scopato, si, ben tre volte… oggi ero proprio vogliosa, mi piaceva sentire il suo bel cazzone dentro la mia figa stretta… era bellissimo.”

Di tanto in tanto mi leccava il collo, le guance, e riprendeva a sussurrare all’orecchio:

“mmm… ti piace, eh? senti che bella sega che ti faccio… non vedi l’ora di venire, vero? povero porcellino… Anche Giulio era arrapatissimo mentre lo coccolavo… ma poi si è svuotato le palle, l’ho spremuto per bene…”

Non stavo capendo più niente, sentirla parlare così mi faceva eccitare ancora di più. Mi accasciai sul divano dove mi seguì anche lei. Non smetteva di massaggiarmi l’uccello e ora scendeva a giocherellare anche coi miei testicoli gonfi, che sembravano sul punto di esplodere.

Ormai era in pieno controllo, lo sapeva, e faceva di tutto per rendermi sempre più inerme. Cominciò a leccarmi in faccia, a inondarmi di saliva, a bagnarsi la mano con cui tornava subito a tormentarmi.

“si… senti come sei eccitato, eh porco? vuoi venire? godi mentre mi immagini strizzare il cazzone di Giulio? anche lui non vedeva l’ora di sborrare… oh si, mi ha riempita bene… dai, vieni anche tu, sborrati addosso, maiale… ”

Ad un tratto mi ritirò su le mutande, continuando a menarmelo attraverso il tessuto…venni poco dopo, imbrattando i vestiti di sperma.
Laura si alzò con un sorriso malizioso, non disse una parola, e se ne andò lasciandomi sfatto sul divano.
Mi sentivo stordito e umiliato, non avevo idea di come mi sarei dovuto comportare in futuro.

http://traditoestordito.blogspot.com/ Erano passati un paio di mesi da quando avevo scoperto Laura scopare con un altro, e da quel momento la relazione era diventata sempre più ambigua… non sapevo come comportarmi, ero cosciente di essere stato cornificato, ma non avevo mai detto di aver visto l’accaduto coi miei occhi.
Laura aveva detto di scherzare dopo la confessione, ma ora conosceva la mia reazione all’idea che si facesse sbattere da qualcun’altro. Ero confuso, arrabbiato, geloso e… impotente. Avrei voluto lasciarla per avermi preso in giro, ma ne ero anche irresistibilmente attratto, e lei lo sapeva.

Una sera, mentre eravamo a casa sua, buttati a guardare un film sul divano, mi posò i piedini sulle gambe e cominciò ad accarezzarmi la coscia, senza distogliere lo sguardo dal televisore. Il massaggio mi stava eccitando, e malgrado lo sforzo di rimanere concentrato sul film, il mio povero cazzo cominciò a rizzarsi… passò qualche minuto, la carezza continuava e il suo piedino si spostava sempre di più sulla mia gamba, fino a “urtare” di tanto in tanto anche il pacco che aveva creato un’evidente protuberanza… Cominciavo ad avere cali di attenzione, era evidente che il sangue stava fluendo dal cervello verso altre zone…
Quando le sembrai abbastanza cotto mi parlò:

“domani mattina vado in piscina, Giulio mi ha invitata a fare il bagno a casa sua per una giornata di relax… non hai nulla in contrario, vero?”

Come no?! Era passato poco da quando l’avevo vista impalata sul cazzo di Giulio, e ora mi chiedeva di passare la giornata con lui… da soli magari! I miei pensieri era molto chiari, ma la reazione concreta alle sue parole sembrava non arrivare mai. Stavo ancora valutando come rispondere, quando continuò dicendo:

“ci saranno anche Chiara e Giacomo, non ti preoccupare. E comunque l’altra volta non mi sembravi tanto infastidito mentre mi immaginavi sola con Giulio…”

aveva preso a strofinarmi deliberatamente il cazzo con la pianta del piede, mentre con l’altro mi accarezzava la testa e il viso.

“infatti anche adesso mi sembri piuttosto arrapato… dai, slacciati i pantaloni, ci penso io a prendermi cura di te, maialino mio…”

Eseguì senza fiatare, e Laura mi infilò i piedi nelle mutande, abbassò l’elastico quel tanto che bastava per esporre il mio cazzo durissimo, e cominciò a masturbarmi ridacchiando.

“allora va bene? domani faccio la giornata in piscina, e poi ci sentiamo verso sera, così ti racconto com’è andata… se vuoi puoi rimanere a casa a farti qualche sega mentre pensi alle tue fantasie, ok? mmm… ti ricordi quanto sei venuto quando ti avevo detto che ti avevo tradito?”

I suoi piede stavano continuando a stringermi e strofinarmi, avevo cominciato ad ansimare, mi sentivo già sul punto di venire. Più godevo e più Laura sembrava contenta e intenzionata a farmi perdere ogni residuo di lucidità …

“ecco, così… quanto ti piace essere strapazzato? vero orsettino mio? ti piace farti segare dai miei piedini? o non vedi l’ora che arrivi domani… mmm… ”

“preferirei che non andassi…” ero riuscito a dire, col la voce strozzata.

“ma come? e me lo dici con il pisellino così duro ed eccitato?… non ti credo… secondo me vuoi che vada, e che me lo scopi anche un po’, vero? dai, fammi vedere che ho ragione, sborrami sui piedi… fammi vedere come ti faccio godere, amore…”

Mi partì uno schizzo di sperma che volò alto, e continuai a sborrare mentre Laura continuava a stringermi il cazzo tra i piedi e spremerlo fino all’ultima goccia. Si alzò per andarsi a sciacquare i piedi e i polpacci imbrattati di sperma, dopodichè si rimise a sedere continuando a guardare la televisione.
Avere un sorrisetto maligno sul volto… mi aveva fregato anche questa volta, e non ero riuscito a oppormi minimamente.

Il sangue aveva cominciato a rifluire al cervello, ma ancora non riuscivo a concertrarmi sul film che stavamo guardando… stavo già pensando all’indomani, a come sarei rimasto a casa come un ebete, mentre la mia fidanzata era a casa di quel porco a fare chissà cosa.
Ancora non ero riuscito a impormi, a smascherare il suo tradimento, ma ormai era tardi. Che figura avrei fatto ad accusarla di avermi tradito con due mesi di ritardo? Con che coraggio mi sarei dovuto incazzare, dopo essere venuto al racconto del suo tradimento?
Ero in trappola… Laura avrebbe continuato a tradirmi, e a farlo passare per uno scherzo!
Che fregatura…

http://traditoestordito.blogspot.com/ Mi svegliai tardi, con un forte mal di testa e un’erezione più tenace del solito… Erano le 12 passate, a quell’ora probabilmente Laura era già arrivata a casa di Giulio.
Feci uno sforzo per sollevarmi dal letto, non avevo voglia di alzarmi, nessun programma, nessuno stimolo ad iniziare la giornata. Immagini oscene mi martellavano la testa, non riuscivo a pensare ad altro che non fosse la mia fidanzata e il sesso. Mi sentivo fiacco, svogliato, avevo un po’ di nausea e nessuna voglia di mangiare… Ciononostante l’erezione del risveglio persisteva, presto mi resi conto che l’unica attività che avrei eseguito sarebbe stato masturbarmi, pensando a Laura che mi tradiva, esattamente come lei aveva previsto…

Il tempo mi sembrava non passare mai, giravo per casa un po’ depresso. Mi misi a guardare un po’ di tv, passavo da un canale all’altro senza nemmeno badare a cosa veniva trasmesso. Avevo preso a massaggiarmi l’uccello, immagini del corpo di Laura mi attraversavano la testa, pensavo a quanto riesce a farmi godere con ogni parte del corpo, a come mi aveva raggirato il giorno prima, a come probabilmente sarebbe stata posseduta da un altro… aumentai il ritmo della sega, e finalmente venni.
Mi rimisi a guardare la televisione, ma ancora mi tornava in mente lei, e non potevo evitare che il cazzo mi si rizzasse ancora e quasi inconsciamente riprendevo a masturbarmi.
Andai avanti in questo modo un po’, in uno strano limbo privo di coscienza, lontano dalla realtà, buttando il tempo in proiezioni di scopate immaginarie, arrapamento ed apatia.
Pensai anche che forse Laura non mi stava tradendo stavolta, in fondo oltre all’episodio precedente non c’erano stati altri motivi per credere che mi tradisse…
Decisi di darmi una svegliata, uscire un po’ per ritornare nel mondo reale, lontani dai pensieri che mi stavano devastando l’equilibrio mentale.
Presi la macchina, girai un po’ a caso, fumai un paio di sigarette, poi mi saltò in testa di fare una capatina a casa di Giulio, giusto per avvicinarmi un po’.
La casa è molto grande ed è circondata da un muro alto un paio di metri e alberi ancora più alti che ovviamente non mi permettevano di vedere nulla. Sentivo qualche risata, rumore dell’acqua in piscina, vociferare, ma i suoni erano così bassi che si udivano a malapena. Un po’ deluso mi misi vicino alla recinzione e mi accesi un’altra sigaretta.
Passò un po’ di tempo, ma non succedeva niente… erano quasi le 8 di sera, stavo per andare via, quando si accese la luce del cancello automatico e vidi uscire due auto, tra cui quella di Laura.

Ero un po’ frustrato, non avevo visto nulla, potevo solo continuare a fantasticare su quanto fosse successo lì dentro, sperando ovviamente che non fosse accaduto nulla.
Un’ora dopo mi arrivò un messaggio di Laura:

“ciao amorino, come stai? io ho passato proprio una bella giornata, ma ora sono un po’ stanca. Non penso di uscire stasera, ma se vuoi guardiamo un film da te?”

Ovviamente confermai, e aspettai impaziente che arrivasse a casa mia.
Arrivò tardi, vestita con dei pantaloncini cortissimi e sandali, e mi sentivo eccitato solo a guardarle le gambe.

“allora, che film guardiamo?!” era piena di energie.

Misi su un film a caso, e si sedemmo sul divano per guardarlo.
Ero un po’ imbarazzato, nella testa mi frullavano solo i pensieri della giornata, volevo sapere cosa aveva fatto, ma non volevo darle la soddisfazione di chiederglielo.
Il film era iniziato da poco quando si giro verso di me e mi chiese ridendo:

“allora, non vuoi sapere cos’ho fatto oggi?”

“va bene” dissi con malcelata nonchalance “racconta…”

“ok, ma prima dimmi cos’hai fatto tu…”

Ecco. Cosa dire? che mi era masturbato tutto il giorno pensando a lei? Non mi pareva proprio una buona idea.

“Niente di che… ho fatto una passeggiata, mangiato…”

Mi interruppe: “Ma mi hai pensato un po’? ti sei fatto qualche sega, vero?”

Pensando che le avrebbe fatto piacere risposi di si. Quella ragazza aveva un potere troppo forte su di me, aveva la capacità di bloccarmi il cervello e farmi pensare col pene. Proprio il pene cominciò a indurirsi lentamente, man mano che le immagini del pomeriggio riaffioravano nella memoria.

Sorrise: “bravo porcellino, sapevo che non avresti resistito”
Detto questo si girò di nuovo e riprese a guardare il film.

“beh, e tu? non dovevi dirmi cosa hai fatto?”

“ah già… sono stata a casa di Giulio dalle 10, poi sono arrivati anche Chiara e Giacomo, abbiamo fatto il bagno in piscina, riso un sacco. Poi abbiamo mangiato delle cose buonissime che aveva preparato Giulio, chiacchierato, scherzato… e di nuovo in piscina. Poi quando siamo andati via ti ho scritto.”

Io ascoltavo, sempre fingendomi un po’ distaccato, e aspettavo che dicesse qualcos’altro!

“Che c’è, sei deluso? Pensavi avessimo fatto altro?”

Tacevo, ovviamente non sapendo cosa dire. Laura mi osservava attentamente.

“Forse ti aspettavi di sentire racconti di sesso? ahaha, che segaiolo…” – disse ridendo.

Ero un po’ tranquillizzato, anche se effettivamente un po’ deluso. Neanche io so cosa mi aspettavo di sentirmi dire, ma la sua risposta mi aveva decisamente rimesso l’animo in pace.

“Ma va, scema…” – risposi, ma non troppo convinto.

“Secondo me si invece, vero orsettino mio?” – lei era tutta euforica, mi prendeva in giro accarezzandomi la testa come si fa coi cani… – “Sicuro che non volevi sentire altro? Perchè magari non ti ho detto tutto tutto…”

Mi stava solo prendendo in giro, ma queste frasi scherzose mi richiamavano prepotentemente le fantasie che speravo di dimenticare… il mio maledetto cazzo si rizzava sempre di più, e la furba se ne rese conto.

“Vuoi che ti racconti anche le scene di sesso? tanto lo so che non aspetti altro… Te la leggo in faccia l’eccitazione… Certo che sei proprio un porcello, vuoi sempre che ti parli di quello!”

“Ma va, figurati se voglio una cosa del genere!”

“E allora perchè ce l’hai tutto duro, eh? – così dicendo mi afferrò il pacco con la mano e lo tastò un poco. – “guarda qua, ce l’hai già duro come un palo!”

Ridacchiava, e intanto mi toccava con la sua bella mano, faceva dei cerchi col dito e riprendeva a massaggiarmi l’uccello, andava su e giù col palmo della mano. Mi dava qualche bacetto sulla guancia, guardando la mia faccia che cominciava a manifestare la perdita di controllo.

“Sentiamo, secondo te cos’ho fatto? Tanto avrai pensato a quello tutto il giorno… dai, raccontami cos’ho fatto da Giulio! Ho fatto qualche porcatina? dai dai, lo so che vuoi dirmelo”

“No no, non ci ho nemmeno pensato” – dicevo con poca voce, passivo, mentre Laura continuava a strofinarmi attraverso i pantaloni.

“Bugiardo… allora a cosa pensavi mentre ti facevi le seghe? Lo so che pensavi a me… Dai, racconta un po’ alla tua fidanzata, intanto ti coccolo un po’, non vuoi?”

Mi diede una leccata in pieno viso, iniziando dal collo salì lentamente fino all’occhio. La sua lingua bagnata mi diede un brivido di piacere, una scossa mi salì lungo la colonna.

“Allora, mi sono scopata qualcuno? Dai, dimmelo, sono proprio curiosa…”
Non ce la facevo più. Mi arresi: “Si…”

Mi sbottonò i jeans e infilò la mano che adesso era a contatto con le sole mutande. La punta del cazzo usciva oltre l’elastico, la cappella era tutta gonfia e rossa. Si leccò la mano mi bagnò dolcemente la punta del pene, dopodichè abbassò le mutande e cominciò una lentissima sega, mentre mi sussurrava all’orecchio, toccandolo con le labbra, mordicchiandolo, leccandolo ogni tanto:

“Lo sapevo… e chi mi sono fatta? dai, descrivi un po’ la scena…”

“Ti sei fatta Giulio…”

“mmm… davvero? Proprio Giulio? E ti eccita che l’abbia fatto?”

“Si…”

“Lo so, amore… Sono sicura che pensavi a quello mentre ti masturbavi oggi, vero? Chissà quante seghe ti sei fatto, povero maialino… ma non ti arrabbi nemmeno un po’ se faccio sesso con qualcun altro?”

Non dissi nulla. Laura però pretendeva una sola risposta, e mentra la sua mano continuava a stregarmi, riprese a incalzarmi:

“Allora amore, vuoi che mi faccia qualcuno veramente? Vuoi che scopi con Giulio?”

Rallentò il movimento della mano in attesa che dicessi qualcosa… volevo solo venire, e sperando che riprendesse quella sega favolosa la accontentai:

“si…”

“Che bello… allora la prossima volta che me lo scopo chiamo anche te, così puoi guardare! Sei contento maialino mio? Ti eccita il pensiero?”

“Si…”

Mentre mi parlava continuava a segarmi lentamente, si fermava solo per bagnarsi la mano o sputare direttamente sul cazzo che era sull’orlo dell’esplosione.

“Che bravo il mio ragazzo, vuoi proprio essere cornificato vero? Ormai l’ho capito sai… allora se proprio ti piace mi farò sbattere da qualcun altro, ok? Lo so che lo vuoi… solo il pensiero ti sta facendo venire… povero il mio amorino…
Mi farò mettere qualche bel cazzone dentro fino in fondo, stretto bene nella mia bella fighetta, ok? solo per farti contento! Va bene? Dai, rispondi…”

“Oh Si…!!” gemetti, sentivo le palle contrarsi fino al dolore.

Improvvisamente Laura tolse la mano dal cazzo, continuò solo a darmi qualche bacio, mi accarezzo un po’ il viso, e mi abbracciò appoggiando la testa sul mio petto, rivolta verso il televisore.

“Ti voglio bene, amorino pervertito”

Il mio pisello stavo pulsando vistosamente, mi sentivo l’addome contratto, avevo tutta la muscolatura informicolata. Non so bene che espressione avessi in quel momento, ma mi sentivo gli occhi rigirati, la bocca completamente asciutta e non riuscivo a muovermi. Sono sicuro che Laura vedesse bene come mi tremava il cazzo, durissimo e sul punto di venire, ma non me lo toccò più finchè non ci addormentammo (o almeno io mi addormentai). Probabilmente godeva nel vedermi così succube delle sue attenzioni, e sapeva che per un po’ non avrei pensato ad altro.

Mi svegliai verso le 4 di notte, Laura non c’era più. Trovai le sue mutandine appoggiate su divano, con un biglietto:
“Ti lascio un aiutino, sono sicura che ti sarà utile per trovare sollievo. Buona sega, porcellino mio” Mi svegliai per la suoneria del telefono, avevo ricevuto un messaggio di Laura:
“ti è piaciuto il regalo? oggi non possiamo vederci, devo trovare dei compagni di corso per un progetto e la sera esco con le amiche, andiamo a ballare. Buona giornata, bacini”

Avrei invece passato un’altra giornata orribile, ore ed ore ad inseguire i miei pensieri che giravano attorno ad un perizoma usato e la promessa di tradirmi della mia dolce troietta.
Schiavo di un’erezione costante, svolgiato, non riusci a studiare nè mangiare, a mala pena trovai le forze per una breve passeggiata.
Decisi di scrivere a Laura, ma non mi rispose. Dopo un po’ provai anche a chiamare: il telefono squillò a lungo quando finalmente: “ciao amore, come va? scusa se non ho risposto, ma siamo molto impegnati, ne avrò ancora per un bel po’!”
Ebbi l’impressione di sentire delle risate di sottofondo, e qualche voce di ragazzi e ragazze.
“Bene dai, ti avevo chiamato giusto per sentire cosa facevi…”
“Te l’ho detto, stiamo lavorando ad un progetto, sono proprio indaffarata ora! Ci sentiamo più tardi, ciao!” e riattaccò.

Le scrissi di nuovo più tardi, la sera… ero un po’ preoccupato, avevo la sensazione che non fosse occupata esattamente per questioni di lavoro. Nemmeno questa volta rispose.
Presto me ne andai a letto, sperando di dormire subito e concludere quella giornata nera ed inutile… Ma anche stavolta immagini della mia ragazza mi ritardarono il sonno, oltre a renderlo più agitato: chissà cosa aveva fatto il pomeriggio, forse aveva flirtato coi ragazzi di cui avevo sentito le risate. E la sera? Di sicuro qualcuno ci avrebbe provato, magari lei ci sarebbe anche stata!
Continua a proiettare visioni della mia fidanzata in tutte le situazioni più oscene che la mia mente riusciva a creare. Senza controllo.

La mattina trovai un messaggio arrivato alle 3 di notte:
“Ciao amor, stasera mi sono divertita un sacco. Sono uscita con Chiara, abbiamo conosciuto dei ragazzi simpaticissimi che ci hanno invitato ad una festa venerdi sera. Vuoi venire?”

La chiamai subito: “ma chi sono questi ragazzi? dove li avete trovati? che festa è? ecc…”
Le feci un sacco di domande, era ovvio che ero geloso.
“Li abbiamo trovati a ballare, ci hanno offerto da bere, erano simpatici, abbiam passato la sera con loro e poi siamo state un po’ a casa di uno di loro. La festa è da lui, ci sarà un bel po’ di gente, sono sicura che conosci anche qualcuno che ci va! Io vado di sicuro, fammi sapere se vieni! Adesso devo scappare, mi aspetta Chiara, ciao!”
Non ebbi nemmeno il tempo di salutare.

Mi sentivo scosso. Avevo il timore che fosse successo qualcosa… e continuavo a sperare il contrario.
Mi convinsi ad andare alla festa, almeno se fossi stato là avrei potuto stare con Laura, vedere che non facesse nulla. Ormai ero ossessionato dalla paura che potesse tradirmi ad ogni occasione, ogni volta che non era fisicamente con me. Stordito dalle sue manipolazioni mi ero lasciato andare, avevo detto cose che in realtà non volevo affatto lasciare accadere. Durante la sega che mi aveva fatto, plasmato dalle sue piccole mani, avevo ammesso che avrei voluto saperla scopare con un altro, ma adesso solo il pensiero che potesse finire in qualche altro letto mi stava angosciando.
Dovevo assolutamente riprendere il controllo, rimettere in chiaro le mie intenzioni.

Quella sera uscii con Laura… finalmente avevo l’occasione di parlarle. Andammo a mangiare fuori e a fare una passeggiata, parlammo per lo più di cazzate, degli studi, delle sue amiche… passò tutto serenamente, con lei di fianco mi sentivo già più rilassato. Sul finire della serata andammo a casa sua a bere qualcosa di caldo, e mi decisi a tirare fuori l’argomento della festa.

“Allora, dimmi meglio di questa festa. Chi sono i ragazzi?”

Non potevo nascondere una certa nota di gelosia, o forse anche d’insicurezza. Sicuramente Laura l’aveva notato.

“Sono 3 ragazzi che hanno la tua età, forse un anno di più. La casa è di uno di loro, non è molto distante, saranno 20 minuti in macchina. Hai deciso di venire allora?”

Ancora non volevo risponderle, prima volevo sapere altro.

“E come ci eravate andate con Chiara? Cos’avevate fatto? Che tipi sono?”

“Con la macchina di Chiara. Abbiamo parlato e fumato un paio di canne. Sono ragazzi simpatici, uno in particolare è proprio un figo.” Aveva un mezzo sorriso, aspettava di vedere la mia reazione.

Stavo per parlare ancora, ma Laura mi interruppe un po’ seccata: “La smetti ora di farmi domande? Cosa c’è? Non sarai geloso, spero! Senti, io venerdì vado con Chiara, siamo già d’accordo. Se vuoi venire con qualche amico a me fa piacere. Adesso però non pensarci e concentrati sul presente…”

Detto questo si avvicinò fino ad appoggiarsi su di me, il seno pressato sul mio torace, mi prese le mani e se le portò sul culo. Il cazzo mi si indurì all’istante, e la furba, consapevole, me lo strofinò un po’ sollevando la gamba. Ci baciammo a lungo, pendevo letteralmente dalle sue labbra. Poi non sapendo più resistere, le sbottonai i pantaloni e li abbassai abbastanza per toccare direttamente le sue belle chiappe nude. Il suo culo mi faceva impazzire, cominciai a baciarle il collo, le spalle, le tette, completamente dominato dalla libido. Lei sorrideva mentre godeva delle mie attenzioni, e mi sussurrò: “andiamo in camera…”.

Si lasciò scivolare i pantaloni e si tolse i sandali mentre la seguivo continuando a baciare ogni lembo di pelle che mi si presentava allo sguardo. Si sdraiò sul letto e allargò le gambe: mi fiondai a leccarle la figa, leccavo e succhiavo, tentando di ingoiare quanto più del suo nettare potessi. Era la mia dea, ero stregato dalla sua bellezza.

Lei sorrideva e mi stuzzicava: “ma quanta voglia hai? Povero piccolo…”
Intanto mi teneva i capelli con le mani e si strofinava sulla mia bocca, usava la mia lingua per stimolarsi dove voleva. Poi mi lasciava fare, e con i piedi toccava il mio povero uccello gonfio. La leccai a lungo, mentre lei contenta ansimava e mi parlava…

“ti piace, vero? ti piace leccarmi là sotto… si che ti piace…”
“come ce l’hai duro… scommetto che non vedi l’ora di mettermelo dentro, vero porco?”
“oh si, leccami bene, così… mettila dentro quella lingua, bravo…”

Non resistevo più, mi sollevai per penetrarla ma mi bloccò. Volle farmi sdraiare a pancia in su, e lentamente prese a strofinarmi la cappella tra le labbra bagnate della sua vagina. Mi guardava negli occhi, vedeva l’espressione iimpaziente disegnata sul mio volto. Metteva la punta dentro e la tirava fuori… mi teneva al limite, e non staccava mai la sguardo dal mio viso per accertarsi dell’effetto che stava provocando. Aveva un sorriso perverso, sembrava un altra persona rispetto a prima.

“Vuoi che lo metta dentro?”
“si, ti prego…”
“vuoi vedere il tuo cazzo che entra dentro di me? ti piace guardare come scompare dentro di me?”
“oh si, l’adoro”
“Si, bravo… guarda come te lo stringo… apri la bocca adesso!”

Feci come ordinava. Mi sputò in bocca una gran quantità di saliva e iniziò a cavalcarmi impalandosi completamente sul mio uccello, tornava su quasi fino a farlo uscire per poi ripiombare giù fino in fondo.
Mi sentii mancare. Non so il perchè lo trovassi così eccitante, ma essere bagnato dal suo sputo mi mandava in estasi. Lei lo sapeva, o forse lo notò allora, così mentre continuava a scivolare su e giù sul mio arnese a suo piacimento, si sputava sulle mani e me le spalmava sul viso finchè non ebbi la faccio completamente imbrattata della sua saliva.

“Aspetta…” riuscii a mugugnare “Così vengo subito…”

“Di già?” – non accennò nemmeno a rallentare il movimento – “Dai, aspetta un altro po’…” – aveva un sorriso diabolico – “Sicuro che non riesci a resistere? Muori proprio dalla voglia di sborrare, eh?”

Mi sputò ancora in faccia e non ci fu più ritorno. Si tolse da sopra di me e iniziai a venire come una fontana. Continuò a segarmi forte con la mano e schizzi di sperma mi finirono anche sul viso.
Lei si mise a ridere, io invece mi sentivo un fallito. Strapazzato come un pulcino, bagnato fradicio di saliva e sperma, venuto dopo 3 minuti. Non dissi niente, mi rivestii e feci per andarmene. Quando fui sull’uscio Laura, che era ancora in mutande e maglietta, mi chiese sorridendo:

“Allora ci vediamo alla festa?”

“Ok…”

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