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Racconti Cuckold

Histoire d’F. cap 11

By 7 Novembre 2012Dicembre 16th, 2019One Comment

Già, ma dove? La porcona non mi ha mica detto in che locale “si esibisce”: solo a Milano e hinterland immediato credo di sapercene 4 o 5…strategicamente collocati in modo da non farsi concorrenza, se poi si esce dalla provincia…. devo organizzare le cose in modo da poter uscire pochi secondi dopo di lei, dotarmi di moto e di baby sitter al volo…mmmm se mio fratello mi da una mano…potrebbe piazzarsi sotto casa mia con sua moglie: quando Franca esce Marina,mia cognata sale e si ferma a fare compagnia ai suoi nipoti, e io scendo e con mio fratello cerco di seguirla…potremmo farlo in moto, se non piove, in modo da essere più agili…mah, vedremo: certo che mi secca divulgare la faccenda, sia pure in famiglia….
Contatto mio fratello: non hanno programmi per sabato sera. è insieme intrigato e dispiaciuto per la situazione: dice che verrà in moto, ma che Marina verrà in auto, in modo che lui partirà subito a seguire franca, e con il cellulare lui mi farà sapere dove sta andando…avevo in famiglia un Tom Ponzi e non lo sapevo….
Arriviamo a sabato: Franca è tutta gasata: si trucca, si prova diverse “mise”…alla fine parte con la solita tenuta di sopra, solo per l’intimo, alla fine, ha scelto il look “tutto in nero”.Esce più tardi del solito, alle 10 e mezza: mi spiega che la gara è alla fine della serata….certo, lei è “L’attrazione”….’sta zoccola!

Sistemato il problema più grosso se ne apriva un altro: se non andava in un locale ma in una casa privata come facevo ad entrare? Vabbè, questo punto l’avremmo affrontato al momento opportuno…
Ormai eravamo arrivati a dicembre, troppo freddo per l’impermeabile in PVC e i sandali col tacco a spillo, Franca si era procurata un apio di stivaloni a mezza coscia, sempre in vernice nera lucida, e con la sua pelliccia di modesta marmotta aveva un look proprio da “zoccola con modeste possibilità”che la rendeva veramente più troia che mai.
Dato il clima, Marco era venuto in auto con Marina, e solo dopo aver visto partire la macchina con a bordo Franca , mia cognata era scesa dall’auto ed era salita di corsa in casa mia: io sarei sceso e avrei seguito Marco con la mia auto: con il cellulare marco mi disse che avevano preso per viale Liguria, il chè faceva pensare che in effetti potessero puntare su Lodi: la BMW filava veloce, la Golf di mio fratello pure, io restavo un pò indietro ma mi se non uscivano dall’autostrada non potevo perderli….: all’uscita di Lodi Marco era separato da una sola auto: casello, pagamento, e di nuovo via….per telefono mi disse di girare a sinistra e poi a destra: la strada era parecchio trafficata, ma si riusciva a non perdere il contatto: ad un incrocio con una stradetta che si infilava tra i campi l’auto di Vladimiro svoltò a destra, ma noi proseguimmo qualche centinaio di metri per non farci notare infilandoci subito dietro di loro: Marco scese dalla Golf e salì con me sul pick up: se si doveva andare in campagna sembrava più adatto:dopo qualche minuto tornammo indietro: un altro paio di auto si erano infilate nella stradina: auto grosse, nuove….molto strano vedere Mercedes e Bmw infilarsi a frotte in un viottolo del genere…:tutti in fila eravamo maledettamente visibili, per fortuna la strada ad un certo punto si divideva a T : dritto si perdeva nei campi, a destra, dopo un duecento metri, arrivava ad una casa colonica: tirammo dritti, mentre le auto svoltavano a destra: dopo 100 metri feci scendere marco e io andai ad infrattare la Toyota in mezzo a degli alberi: il buio era assoluto, solo ogni tanto un’auto si infilava nel viottolo che portava alla cascina: avvicinandoci con circospezione, vedemmo che le auto venivano fatte entrare dal portone, che ogni volta si richiudeva: tutta la casa era circondata da un muro alto circa tre metri, l’unica possibilità era quella di trovare un modo di arrampicarcisi sopra…ma poi scendere dall’altra parte poteva non essere agevole: io non sono certo Rambo, e mio fratello, benchè un pò più giovane e in forma, non è un assaltatore dei NOCS nemmeno lui …
Il muro si estendeva per parecchio: ad occhio erano più di cento metri ed era decisamente liscio: dopo averne girato l’angolo trovammo però un cancelletto di ferro : con qualche acrobazia ci si poteva aiutare ad arrampicarsi sul muro e forse scendere dall’altra parte: stranamente al cancelletto, che era abbastanza rugginoso, erano state applicate delle lastre di lamiera, semplicemente fissate con del fil di ferro, come se l’intenzione fosse solo quella di impedire di vederci attraverso.
Con l’aiuto di Marco arrivai in cima al muro: all’interno buio assoluto, ma si intuiva la presenza di molti alberi: mi venne un presentimento: doveva essere il parco dove avevano dato la caccia a Franca! La disgraziata tornava dove era stata inseguita, spaventata e in pratica stuprata un paio di mesi prima: ma allora era veramente diventata matta!
Con molta circospezione io e mio fratello iniziamo a muoverci attraverso il parco verso la casa: impieghiamo parecchi minuti, u pò perchè il parco notevolmente inselvatichito, un pò perchè non possiamo permetterci di farci beccare: infine arriviamo alla facciata posteriore della casa, dove però non ci sono nè porte nè finestre aperte: si vede luce attraverso le persiane, si sente il rumore della musica, ma non si può vedere niente: improvvisamente una porta finestra in cima ad una scaletta di pietra si apre: si vedono parecchie persone in una stanza illuminata e una figura esce sulle scale: subito dopo la finestra si richiude: cazzo: è Franca: ha addosso la giacca di pelliccia, gli stivali a mezza coscia, il resto posso immaginarmelo: fa anche un bel freddo…ha in mano una pila, che fa una luce piuttosto fioca: scende le scale velocemente, almeno per quello che le permettono i tacchi degli stivali: appena giù in giardino accende la pila e guarda l’ora: dopo di chè cammina spedita nella direzione opposta a noi altri: con Marco decidiamo di tornare verso il muro perimetrale, perchè è chiaro che tra un pò usciranno a darle le caccia…mentre nel buio cerchiamo di allontanarci mi accorgo che mi è venuto duro come un pezzo di ferro…
Arriviamo al muro e ci arrampichiamo, per essere pronti a sparire se mia moglie o i cacciatori dovessero arrivare troppo vicino a noi: siamo arrampicati da un paio di minuti che si cominciano a sentire delle grida arrivare dalla casa: sentiamo anche dei cani abbaiare…non ho la più pallida idea di dove sia nascosta Franca, ma dopo un’altro pò di tempo si sente gridare “Eccola, l’ho presa!”
Diversi uomini si danno alla voce, i cani abbaiano: qualche lama di luce si fà largo nel folto del parco, saranno a non più di una trentina di metri da noi: non possiamo vedere altro che qualche bagliore delle torce elettriche: impossibile dire in quanti siano intorno a mia moglie: evidentemente passano subito all’azione: non si sente granchè, adesso: nessuno grida, l’unica testimonianza che percepiamo è qualche “aaah” di Franca e qualche frase smozzicata detta da qualche sconosciuto, roba del tipo “Godi troia” o “E dopo ti faccio anche il culo”….per ben più di un’ora si videro convergere su quel punto nel parco i fasci delle torce elettriche: quando qualcuno era stufo di allontanava, ma il suo posto veniva regolarmente preso da qualcun altro: quando ormai l’andirivieni era cessato, vedemmo una luce fioca muoversi dal folto del bosco e, un pò zigzagando, rientrare verso la casa: era quasi l’una, Franca era stata adoprata per quasi due ore da un numero imprecisato di uomini, e mi domandavo come una donna potesse trovare eccitante venire usata in quel modo selvaggio.

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