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Racconti Cuckold

Ho offerto mia moglie ai padroni del Bosco: i Guardoni – 2

By 10 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Il porco stava impazzendo , aveva voglia di avvicinarsi, come minimo di toccarla, di palparla, di sentire, di percepire quella pelle vellutata che si gustava visivamente con gli occhi a qualche metro di distanza da lui’.

Mia moglie aveva una pelle dorata, lucida, era una ragazza molto attraente di suo, e sapendo di esserlo si vestiva sempre carina, sexy ma senza esser volgare, e tutto questo a noi uomini piace molto, ancora di più se si parla di uomini vogliosi.

Mia moglie poi aveva un nome così candido, così carino, così femminile, corto, insomma mi eccitavo già solo a chiamarla e mi eccitava l’idea che un estraneo , un altro uomo a cui avrei desiderato concederla, avesse confidenza con lei, che la chiamasse con disinvoltura con naturalezza, ‘come fosse ‘sua!!

Lei si chiamava Alessia, si proprio Alessia, ed era così che la chiamavo mentre lei era in ginocchio davanti a me, col culetto in esposizione , offerto da me al porco, il quale era in trepidazione, e la voleva.

Dai Alessia continua così, come lo succhi bene, mi fai impazzire, sei bella, bella e sei brava, voglio proprio condividerti con un altro, mi sento un egoista, la tua bravura e la tua bellezza sono da dividere, voglio vedere gli altri che impazziscono per te, voglio esser orgoglioso di te.

Alessia, mentre giocava col mio membro, sorrise a sentire quello che le dicevo, io la presi forte per i capelli e tirandola su, le chiesi se fosse stata contenta di mostrare il suo corpo, di mostrare come succhiava. Lei mi disse che era tutta bagnata, già solo per avere il mio pene nella sua bocca, perché amava succhiarlo.

Le dissi di spogliarsi e lei si tolse i collant e gli stivali, dicendo che lei si voleva sentire libera, libera di mostrare le sue belle gambe abbronzate, nude.

Dopo la rimisi al suo compito giù a succhiarmelo, intanto vedevo il cazzo del guardone di fronte a me che era diventato sempre più grande.

Guardandomi in giro, vidi un altro guardone, nascosto tra gli alberi sulla mia sinistra che si stava gustando la mia bellissima Alessia di profilo, quindi vedeva benissimo come lavorava.

Dissi ad Alessia che un guardone ci stava guardando, le dissi che doveva stare tranquilla, che quel guardone era lì ormai da almeno mezz’ora e che si capiva che non era pericoloso, le dissi dove era e lei pian piano girò il viso per guardarlo. Io conoscendo lei, feci in modo che non si potesse muovere più di tanto, tenendola ancora per il braccio e per i capelli.

Alessia riuscì a vedere la faccia del nuovo guardone, si spaventò subito, cercò di ricomporsi, ma io la tenni ferma cercando di rassicurarla.
Lui era lontano, non era vicino.
Io la tenevo ferma ed intanto cercavo di tranquillizzarla.
Lei era su di giri, le dissi che non doveva vergognarsi, perché intanto qua nessuno ci conosceva, ed anche che quel signore era tranquillo, non disturbava. Più passava il tempo e più si tranquillizzava, ma dovetti tenerla ferma per alcuni minuti.

Il mio era un lavoro duro, trasformare la sua paura, in emozione, in un piacere’., piacere di esser osservata, di esser guardata, di esser apprezzata per il proprio corpo, per come era vestita, per la posizione che aveva in quel momento, ma soprattutto per quello che stava facendo, senza esser umiliata. Doveva capire, che poteva star tranquilla. La obbligai a continuare a succhiarmelo, senza più guardare il signore, tanto ormai lei aveva la sua immagine stampata nel suo cervello.
Lei ora immaginava e percepiva il signore che la guardava, riprese pian piano da sola a succhiarmelo con avidità, col pensiero di mostrare quanto fosse brava, quanto fosse porcellina dentro.

Adesso era lei che voleva far eccitare il signore , il guardone, voleva soddisfarlo, pensava a lui che si stava masturbando grazie a lei. Alessia mentre continuava nel suo lavoro, si girò verso il guardone, prima con uno sguardo curioso e dopo un minuto che continuava a fissarlo con curiosità ed apprensione, si concentrò di nuovo nel spompinarmi con maggior professionalità guardando verso il basso.
Dopo riprese a fissarlo e mentre mi spompinava iniziò a guardarlo con un sorriso emozionato, come una vera monellina, gli fece l’occhiolino, e poco dopo iniziò a fissarlo invece con uno sguardo provocante, da porcellina , che voleva osare, ma non sapeva fino a dove poteva spingersi.

A quel punto io dovetti fermarla perché me lo stava succhiando così bene che rischiavo di venire, quindi la tirai per la coda e le dissi che poteva sedersi affianco a me.

Nel fare questo si girò e vide subito l’altro guardone che era già lì da prima.
Si spaventò da matti, perché era molto più vicino e si vedeva molto bene come si masturbava.

Si allungò quanto più poteva, la gonnellina, chiuse le gambe , ma vide subito che il camionista aveva in mano le sue mutandine, e che le stava annusando come più poteva.

Immediatamente mi disse che ero un brutto porco e che aveva paura, si incazzò perché capì che il suo bel culo era stato apprezzato da quel pervertito che si stava masturbando.

Io cercai di rassicurarla dicendole che il signore era tranquillo e non era pericoloso, infatti era li da un po’ e non era successo niente.

Io le feci presente che a lei piaceva questa situazione, dato che si era bagnata tutta, e che quindi non aveva nessun diritto di farmi questa scenata.

Cercai di convincerla in tutti i modi di lasciarsi andare, le misi contro il suo volere una mano tra le gambe fino alla passerina, e le misi di fronte alla realtà: lei era inzuppata, quindi stava godendo come una matta.

Le dissi che questi piaceri li doveva grazie ai signori li presenti.

Quando Alessia iniziò a rilassarsi, io rivolsi la parola al signore di fronte, lui iniziò a fare i complimenti

Lei arrossì da matti, aveva il cuore che le batteva a mille, le dissi: cara Alessia, dovresti ringraziare i signori.., è grazie a loro che hai goduto così tanto, tu sei debitrici nei loro confronti.

Alessia, guarda che reazioni provochi agli uomini e cosa stanno facendo guardandoti.

Alessia era imbarazzata da morire, era già venuta più di una volta, e vedeva il camionista seduto di fronte a lei che con una mano si masturbava il suo uccello enorme e con l’altra teneva in mano le sue mutandine candide ma non caste, provocanti e setose, un po’ trasparenti, ma inzuppate .

Erano la testimonianza ,così palese che una ragazzina dalle sembianze da angioletto, da santarellina, invece sotto sotto, nascosto tra le sue belle gambe era diciamo sporca di piacere, del piacere che provava la sua mente non veramente angelica come mostrava, ma invece vogliosa e quindi peccatrice.

Lui con la sua mano grossa, pelosa, ruvida, teneva queste mutandine , che io le avevo regalato, che mai nessuno all’infuori di me aveva mai visto, ancor di meno nessun altro uomo aveva mai toccato.

Un tesoro come le sue mutandine per di più piene del suo piacere più nascosto, in quel momento erano andate in possesso di un estraneo, del primo che era capitato, così svalorizzando totalmente, rendendo libero a tutti la sua parte più intima.
Un porco mai visto, sicuramente mai scelto odorava e con fierezza mostrava come leccava i piaceri di Alessia.

Alessia di conseguenza si sentì in pochi minuti, senza più alcun segreto nei confronti di un signore che molto probabilmente non veniva neanche considerato dalla società.

Il signore diceva pubblicamente l’intimità di Alessia, ci diceva quanto era venuta, che profumo aveva messo ma soprattutto che profumo e che gusto aveva il piacere di Alessia.

Alessia si sentiva un po’ di proprietà di quel signore, non poteva fare niente, e vedeva che lui la desiderava da morire.

Il camionista le aveva visto anche la sua passerina completamente depilata, ed anche come Alessia amasse averlo in bocca.

Il signore non esitò a cercare di instaurare un discorso con Alessia, ma lei era come impietrita, si sentiva una energia su tutto il corpo dato dalla situazione delle mutandine, dal pensiero di cosa lui aveva visto, da come lui la tampinava senza sosta con lo sguardo e con le parole. Inoltre sentiva anche lo sguardo dell’altro signore posizionato lateralmente , che intanto si era avvicinato.

La povera Alessia si sentiva quasi totalmente posseduta, perché anche io che ero al loro fianco, dalla parte dei porci, la tampinavo, e cercavo di togliergli gli ultimi freni inibitori, per renderla inerme e dividerla con gli altri due.

Da una parte la cara Alessia si sentiva tranquilla con me, perché io dirigevo il gioco, ma dall’altra sentiva la mia voglia senza limiti di vederla posseduta, spartita, condivisa, di vederla ninfomane, e sapeva che da parte mia sarebbe potuto succedere di tutto.

Pian piano, l’adrenalina scese, io chiesi ad Alessia se rivoleva le sue mutandine, e lei con un cenno disse di si, non se la sentiva di parlare.

Io con uno sguardo di complicità chiesi al camionista se poteva ridare le mutandine a mia moglie, lui disse di si, e si alzò per venire a dargliele.

Lui si ricompose, mise via il suo arnese e si avvicinò camminando in modo deciso .

Si sedette sulla nostra panchina, nell’unico posto rimasto e che tutti avrebbero scelto: affianco ad Alessia.

Alessia si avvicinò a me, praticamente attaccata, si allungò il più possibile la gonna, rimanendole in ogni modo metà gamba sotto lo sguardo del porco.

Alessia non aveva il reggiseno, e le emozioni che provava le avevano fatto diventare i capezzoli irti come dei chiodi, visibili molto bene da tutti.

Il signore si stava gustando la mia cara Alessia da vicino..’.se avesse avesse potuto la avrebbe messa incinta con lo sguardo’.ed Alessia questo lo sentiva benissimo, fin dentro il suo intimo più nascosto, più buio’dove aveva il ‘.

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