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Racconti Cuckold

Ho offerto mia moglie hai padroni del Bosco: i Guardoni – 3

By 14 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Il signore le rivolse la parola: Alessia, sei proprio una bella ragazza, vista da vicino poi sei un incanto. Alessia vedo anche che hai un bel seno, dei bei capezzoli irti, ti piace mostrarli con queste magliettine aderenti’

Devo fare i complimenti alla sua signora, la sua cara Alessia ha poi delle gambe fantastiche’vellutate’come vorrei accarezzarle’.

Intanto la giornata stava andando avanti, anche il filo di vento era dalla parte dei maschi, anche lui voleva degustare il corpo di Alessia. Il vento molto delicato e quasi impercettibile, accarezzava il corpo della bella ragazza. Il vento scivolava sulle sue gambe facendo sollevare la gonnellina, ed entrando nei punti più intimi.

Questa brezza iniziava, per la felicità di noi maschi, a far venire la pelle d’oca ad Ale.

Alessia era eccitata e trovandosi con i capezzoli irti e la gonnellina che si alzava da ogni parte, avendo solo due mani, non sapeva dove coprirsi, sapeva che doveva fare una scelta se con un braccio si copriva i capezzoli, l’altra mano la metteva in mezzo alle gambe, ma così facendo la mini si alzava di lato mostrando completamente la sua gamba fino ai glutei.
Quando poi invece spostava la mano dall’inguine, per tenere il tessuto che svolazzava lateralmente , proprio di fronte al signore, il vento non perdonava.
Le alzava subito in mezzo alle sue belle gambe, ricordandole così che lei la cara, bella e apparentemente pudica ragazza invece, aveva nel posto dove non batte mai il sole, una patatina completamente nuda e depilata .

Il signore mi guardò cercando la mia complicità e chiese se gentilmente poteva avere l’onore di far passare la pelle d’oca che si era formata sulle gambe di Alessia.

Lei si ritrasse verso di me, ed io le dissi alla mia bella morettina che non c’era niente di male, a lasciargli toccare le gambe, che anzi il signore era gentile, le aveva riportato le mutandine, le faceva i complimenti, e le emozioni che lei aveva provato li doveva a loro, quindi lei era debitrice nei loro confronti, e poi le dissi che non ero geloso, dopo tutto non succedeva niente di così anormale.

Io le dissi: dai Alessia, non fare la bigotta, lasciati andare, stiamo giocando, tu sei la nostra principessa, e ti vogliamo coccolare’ dopo tutto il signore ti vuole riscaldare le gambe, dai su non c’è niente di male, non ci vede nessun altro all’infuori di noi.

Alessia allora si rilassò e fece cenno che acconsentiva, ma senza avere il coraggio di guardare in faccia il signore.

Al signore gli venne uno sguardo allupato, ma contenuto, per non rovinare quel momento e mi guardò con uno sguardo complice e di ringraziamento nei miei confronti.

Ormai si era creata una empatia tra noi, entrambi volevamo giocare con la giovane Alessia, lei era al centro delle nostre attenzioni, dei nostri interessi, volevamo godercela tutta, piano piano, attimo per attimo, ogni millimetro del suo corpo, della sua pelle, volevamo farla impazzire di piacere, io la volevo riportare a casa distrutta dal piacere, senza forze, dopo averla fatta venire così tante volte da farla svenire.

Io volevo farle questo quasi per punirla, di tutte le volte che mi faceva arrapare, dei pensieri erotici che faceva venire a tutti.

Il signore quindi essendo seduto alla destra di mia moglie, si girò di 90 gradi e con la mano destra si avvicino e l’ appoggiò delicatamente sul ginocchio destro di Alessia.

Questo perché , la gamba destra era stata accavallata, come segno di chiusura, senza rendersi conto però che così lui poteva apprezzare visivamente tutta la coscia fino ai glutei, aiutato dal vento.

Io abbracciando Alessia, sentivo i suoi battiti, i suoi respiri e quindi quello che provava.

Appena la mano del signore si era appoggiata delicatamente sul suo ginocchio, percepì una emozione enorme in lei, lui iniziò a giocare col suo ginocchio, accarezzandolo, tastandolo, descrivendo quanto fosse delicato e bello. Da lì iniziò pian piano a muovere quella grande mano sulla coscia.
In modo dolce ma deciso la mano era ormai tutta sulla gamba, sia le dita che il palmo, il ginocchio era ormai cosa superata.

La dita si aprirono il più possibile, mentre il palmo aderiva perfettamente sulla pelle delicata e vellutata di Alessia.

Le dita così aperte di una mano così grande riuscivano a coprire, e quindi a degustare quasi tutta la coscia, diciamo la metà sopra veniva tranquillamente palpata.

Tale era l’eccitazione del camionista nel prelibare la gamba di Alessia, dovuta sicuramente da anni di masturbazioni legate a sogni erotici come quello che finalmente lui stava realizzando, tale da trasmettere una energia così elevata dalla sua mano alla gamba che Alessia riceveva e si ripercuoteva su tutto il suo corpo.

Questa energia aveva paralizzato dal piacere la mia giovane ragazza, la quale rimase quindi ferma senza opporre nessun fermo all’avanzamento di questa mano che degustava millimetro su millimetro.

Più andava avanti e più le sensazioni aumentavano, ormai era arrivato oltre metà gamba, stava per addentrarsi sotto la gonnellina, il vento era nostro complice, Alessia aveva una mano in mezzo alle gambe come unica protezione, unica difesa contro il vento e la mano che incalzava verso di lei.

Il signore furbamente raggirò l’ostacolo e si diresse lateralmente dove il vento gli aveva aperto la via verso i glutei.

Arrivò all’inizio del sederino, dove la panchina non permetteva di avanzare, a quel punto data la posizione scomoda per lui, cedette quel punto all’altra mano, quella sinistra, facendo girare il corpo del signore ancor di più.
Di conseguenza con l’altra mano ormai libera (la destra) iniziò a palpare la gamba sinistra di Alessia.

La mia bella morettina si trovava ora con due mani grandi che si erano impossessate delle sue gambe.

Andavano pian piano ed in modo dolce su e giù per le sue gambe, il signore se le stava gustando veramente.
In un momento in cui vide che Alessia era più rilassata e conciliante si concentro sulla gamba accavallata e senza usare troppo la forza le fece mettere le due gambe in modo dritto, così da prepararsi la strada per il suo successivo obiettivo.

Alessia non oppose tanta resistenza così il signore iniziò ad accarezzarle con due mani una sola gamba cercando di portarsi il più dentro possibile.

Alessia avendo scavallato le gambe, le strinse il più possibile, come fossero delle morse e sentendo che ora la concentrazione era tutta per il suo punto nascosto, mise tutte due le mani lì per tenere anche la gonnellina svolazzante giù al suo posto.
Il signore aveva ancora stampato in mente quello che aveva visto prima quando era seduto sull’altra panchina ed in modo indisturbato si masturbava vedendo le belle labbra interamente depilate ed il culetto sodo di Alessia mentre aveva il suo rapporto orale con me.

Il signore per non rischiare di osare troppo ed in tempi troppo ristretti, rischiando così di rovinare tutto, vide che essendo entrambe le mani impiegate per proteggere il tesoro, aveva una autostrada aperta per le due tette ed i due capezzoli irti come dei chiodi .
Non perse tempo e subito con la mano destra senza neanche chiedere il permesso (tanto aveva capito che aveva il mio consenso ), agguantò dolcemente il seno sinistro di Alessia.

Lei colta di sprovvista sentì quell’energia che aveva già sentito prima tutta sul suo seno, il suo seno sodo, fresco, morbido, con la pelle d’oca, pronto senza protezione, senza reggiseno, solo con una magliettina aderentissima , trasparente e impalpabile.

Lui con la sua mano la accarezzò tutta , strinse le dita quasi volesse strizzarla, si avvicinò con la bocca fino al capezzolo e come fosse una cosa normale diede un bacio sulla punta.

Alessia si sentiva chiusa, lui non vedendo reazioni immediate ne approfittò e tornò all’attacco, diede un nuovo bacio ma all’altro seno, ma questa volta con le labbra le strinse il capezzolo e lo tirò a sé.

A quel punto Alessia non resistette più, tolse le mani dalle gambe e le usò per fermare il signore, lui ne approfittò ed inserì la sua mano tra le cosce belle lucide ed abbronzate.

La mano accarezzando la gamba arrivò dritta dritta nella fighetta di Alessia.
La mano si fece spazio tra le gambe e riuscì a impugnarla tutta.

Alessia si trovava con una mano estranea, diversa dalla mia nel pieno del suo intimo.

Lui è vero che aveva incontrato le gambe strette che stringevano, ma dall’altra aveva tutto il piacere della ragazzina che faceva scivolare la sua mano come fosse in un lago.

Il dito medio del porco scivolò sul clitoride, ed entrò con estrema facilità dentro le labbra.

Alessia, si sentì profanata, una persona sconosciuta era entrata col suo dito medio dentro di le

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