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Racconti CuckoldTrioVoyeur

IL PRIMO NERO

By 25 Febbraio 2024No Comments

La prima volta di mia moglie con un nero.

I miei racconti africani hanno provocato parecchi commenti. L’ultimo riguarda un amico che mi riporta di aver trovato la moglie chiavata in casa da un nero. Lui è restato sorpreso e il montone ne ha approfittato per darsela a gambe dalla finestra. Naturalmente le conseguenze le ha subite la moglie quando il mio amico ha capito che non era una violenza ma era lei che arrapata se l’era portato in casa per farsi fottere. L’amico era molto incazzato e non ho potuto che capire la sua reazione, ma il cornuto non immaginava che non approvavo sia perchè non amo la violenza sia perchè al suo posto me la sarei goduta per lo spettacolo. Infatti a me era succeso praticamente la stessa cosa e da quella esperienza poi la mia moglie vacca affamata di grossi cazzi aveva cominciato ad amare e cercare cazzi neri sia in italia che in africa. Ho già accennato a come andò quella storia ma ora la riporto con i dettagli.
Quando già strasfondata in ogni buco e ridotta a bagascia da monta mia moglie era stata messa a battere dal suo mandrillo pappone, la zozza passava tutto il giorno a fottere con clienti puttanieri. Un giorno mi chiamò indicandomi dalla finestra un nero che lavorava nel giardino vicino commentando arrapata:”…guarda che pacco… deve avere una sberla di cazzo… mi fa scolare la figa dalla voglia di farmelo ficcare in panza… invitalo a casa che me lo lavoro io…”.Io dovetti ubbidire e uscendo chiamai il nero dicendogli che mia moglie voleva dargli un lavoro e che passasse a casa quando aveva finito. Quello acconsentì e io andai a nascondemi nel solito posto per spiare. Quando entrò mia moglie in vestaglia leggera e senza slip lo portò sul balcone e mentre parlava si chinò in modo da farsi appoggiare il bozzo del nero sul suo culo formoso. Il tipo nello spazio ristretto non riusciva ad allontanarsi anche perchè la porca facendo finta di niente gli strusciava le chiappe sul pacco. La reazione del nero a quella manovra sconcia non si fece attendere e la zoccola rialzandosi gli disse sfottente:”…che fai?…me lo appizzi al culo?… porco fammi un po sentire…” e gli impugnò il pacco a due mani. Il nero sorpreso non sapeva che fare ma la zozza lo spinse in camera e da esperta puttana gli sfoderò la mazza già intostata lanciando una esclamazione ammirata:”…che sberla di cazzo… hai un tesoro tra le gambe… fammelo assaggiare che non ne posso più…” e buttandosi in ginocchio gli imboccò la stanga sugandola voracemente con mugolii arrapati. Il nero travolto dall’eccitazione prendendole la testa si mise a chiavarle la bocca spingendole la mazza ormai tosta fino in gola. In pochi minuti di quel pompino profondo il porco stracarico con un grugnito le scaricò in gola una sborrata enorme. Vidi bene la pompinara sbarrare gli occhi strozzata da quella fava che le sputava sborra calda direttamente nello stomaco e trangugiare a boccate lo scarico che era tanto che le traboccava dagli angoli della bocca spalancata e infine le riuscì anche dal naso mentre lei strozzandosi tossiva soffocata. Appena svuotate le palle il nero la lasciò ma la bagascia delusa lo insultò:”…stronzo… sei un coglione… ora hai smosciato… non potevi aspettare?… che cazzo di fesso… me lo volevo far infilare questo bel salame nero…” Il nero interdetto si scusava:”…scusa signora… io troppo tempo senza femmina… solo seghe… ma io pronto subito per mettere in tua figa… tu armare mio cazzo di bocca se volere mazza nera… io chiavare a fondo ma poi se viene tuo marito?…” La puttana sapendo che mi stavo sparando le seghe spiandola rispose ridendo:”…non ti preoccupare del cornuto… vieni e fatti riarmare questo palo asinino che te lo faccio scaricare per bene… te le svuoto io le palle…” Io guardavo ammirato l’enorme cazzo del nero che mia moglie aveva rimboccato spompinandolo e slappandolo. Lungo forse anche più di quello del suo pappone ma meno grosso in circonferenza era comunque veramente impressionante e capivo bene che la mia troia sempre affamata di mazze enormi ne fosse così arrapata da scolare sugo di figa dalla patacca dilatata di voglia. Il nero non scherzava e fu di nuovo tosto in pochi minuti nonostante la valanga di sborra che le aveva fatto ingozzare e tirandole fuori dalla bocca l’immane cazzo insalivato spinse la mignotta sul letto per chiavarsela. Salendole a cavallo le strofinò la cappella sulla faccia impiastrata di sborra e sudore schiaffeggiandola col cazzo tosto:”…senti signora… è tosto come volevi… ora Abdul te lo ficca in tua figa bianca… ma non strillare troppo puttana…” Non sapeva che razza di fregna sfondata avesse mia moglie che infatti non strillava neanche alle stirate più bestiali e che arrapata spalancandogli le gambe gli offrì oscenamente la sorca allargandosela colle mani. Il nero le puntò la stanga sul buco guidandola colle mani e cominciò a spingere affondando lentamente nella panza della troia che smaniava sculettando. Con un ultimo grugnito il nero le affondò l’enorme cazzo fino alle palle e restò a gustarsi la fregna che gli risucchiava il palo nodoso mentre lui leccava i capezzoli e strizzava le grosse pocce della troia ansimante. Poi cominciò a chiavare prima lento poi sempre più veloce con un pompaggio profondo che faceva gemere di gusto mia moglie che subiva quel cazzone aggrappata al nero incitandolo come un cavallo:”…forza porco galoppa… dai dai… più forte… sfonda tutto… fammi arrivare questa mazza gigante fino in gola…” e il nero eseguiva trombandola come un mandrillo infuriato tra rumori di risucchio e pernacchie che sfuggivano ai colpi più duri. Dopo una lunga chiavata infine vidi il nero dare gli ultimi affondi scomposti e poi di colpo sfigare la zoccola ansimante impugnando la stanga in tiro che sparò di colpo un getto fumante sulla faccia della maiala. Ero impressionato dagli schizzi cremosi che sparava in sequanza quell’idrante di sborra annaffiando la maiala scosciata. Mentre il nero finiva di scaricare quella valanga di sperma denso la troia incazzata lo insultò:”…ma che cazzo fai coglione… in fregna dovevi sborrarmi… guarda quanta sborra sprecata…” e raccogliendo gli schizzi colle dita la scrofa se le leccava avidamente. Il nero confuso spiegò:”…ma signora mia sborra ingravidare te… poi tuo marito incazzato di brutto…” ma la puttana se la rideva:”…ma che stronzo… non ti preoccupare che non succede… mi puoi riempire la panza di sborra quanto vuoi maiale… m’hai sfondato bene la sorca ma così m’hai fregato la goduta… vieni a ripulirmi porco… lecca tutto… al lavoro coglione…” e spalancando le cosce gli allargò la figa in un’offerta sconcia. Il nero eseguendo la volontà della troia cominciò a leccarla dappertutto affondando la faccia nella patacca pelosa e slappando rumorosamente i liquidi che ne scolavano fuori. La zozza riprendendosi gli disse:”…bravo porco… hai un nerchione favoloso… vieni quando vuoi a fottere…” Il nero impacciato spiegò:”…scusa signora ma io pochi soldi… ” ma la zoccola lo interruppe subito:”…per una mazza come la tua la mia sorca è sempre pronta… dirò al mio cornuto di farti entrare a fottere gratis…” Il nero ringraziò e uscì contento e mentre io rientrando in camera asciugavo la figa scolata di mia moglie le dissi di stare attenta al pappone di cui temevo la reazione ma lei se ne fregava:”…hai visto che sberla di fava?… per poco non mi usciva la sborra dalle orecchie… era carico come un toro… me ne fotto del pappone… oltre al dottore al prete e a papà ora dovrà accettare che anche il nero mi monti gratis alla faccia di voi cornuti…”.
Il giorno dopo ecco di nuovo il nero e io che ero in casa lo faccio entrare direttamente in camera dove trovò mia moglie nuda sul letto. Il nero stupito non sapeva che fare e ci guardava incerto ma la vacca ridendo lo invitò:”…che cazzo aspetti?… vieni a montarmi che mio marito guarda… il recchione se vuoi ti aiuta anche…” A quel punto il nero capì che aveva via libera e sfoderò la sua stanga e salendo sopra alla puttana scosciata cominciò a leccarla arrapato. Intanto la tastava frugandole tra le chiappe e strizzandole le grosse pocce dure di voglia. Io ammirato vedevo che la stanga nera andava armandosi immaginando la valanga di sborra che avrebbe sputata in panza a mia moglie e si allungava come un’oscena proboscide tra le gambe del nero. Anche la vacca se ne accorse e ordinò al nero di mettersi a 69 in modo da farsi imboccara la ceppa mentre le slappava la fregna spalancata. Il nero così le chiavava la faccia con forza strozzandola ma lei aggrappata ai grossi coglioni anche se ruttava soffocata si faceva ingozzare di cazzo nero e per arraparlo al massimo la depravata gli ficcò due dita in culo facendo muggire sorpreso il nero che ormai era intostato e si rialzava per fottersela ma la troia infoiata gli disse di stenderi tenendo colle mani il palo nero insalivato dritto e lei salendo a cavallo del nero si sedette scosciata per farsi infilare il manico in panza. Il nero glielo indirizzò nella fregna scolata ma io immaginavo bene quello che voleva la zozza maiala. Infatti vidi che lei passandosi le mani tra le cosce larghe gli impugnò la mazza tosta appuntandosela decisa sul buco del culo che il nero gli aveva ben insalivato. Lui ansimando tentò di fermarla:”…ma signora troppo grosso mio cazzo per suo culo… così tuo buco rompe… non può inculare femmina bianca…” ma la troia abituata al cannone del pappone senza rispondere si abbassò di colpo e vidi il palo nero piegarsi un attimo prima di raddrizzarsi e scomparire di colpo tra le chiappe di mia moglie sfondandole la rondella e sprofondanole nel retto con una sonora pernacchia. Il nero era allibito e guardava il tronco nodoso che aveva infilato in culo alla maiala che ansimando a denti stretti ondeggiava per farne entrare ancora e aprendosi colle mani le chiappe spingeva decisa in basso ingoiandosi nelle budella stirate tutta quella enorme mazza nera con un lungo urlo rauco. Il nero infoiato cominciò a incularsela sparandole botte dure che la facevano sobbalzare con dei gemiti acuti e la schifosa maiala lo aiutava a spaccarle le chiappe. Stando in ginocchio e piegandosi in avanti se lo faceva riuscire dal buco del culo sfondato per poi rinfilarselo fino alla radice. Il nero si gustava la monta mentre lei si inculava da sola sculettando e spingendo impazzita di libidine per gustarsi tutto il tronco nodoso che le stirava le viscere. La puttana ansimava sudata ruttando con l’enorme cazzo che le gonfiava la panza mentre si sfondava ritmicamente il culo sul nero tosto come mai e l’inculata durava in un pompaggio anale continuo mentre preoccupato speravo che il porco si scaricasse e finisse di massacrare il buco del culo di mia moglie perchè il suo pappone se ne sarebbe accorto se veniva a trombarsela. Il nero sbuffando sudato disse:”…io fatto sega prima di venire così ora duro… ma tuo culo bianco troppo per me… non posso resistere…” e grugnendo sborrò una scarica nelle viscere della troia che l’accolse urlando di gusto e rovesciandosi sul nero che le perforava le chiappe schizzò dalla sorca aperta come una maiala schifosa la sua venuta annaffiando le palle del mandrillo. Alla fine il nero smollato stappò la rondella slabbrata della vacca lasciandola a cosce larghe scolare dalla patacca dilatata rivoli collosi di sugo di figa mentre dal buco del culo spalancato dal palo nero ruscellava fuori la sborra che le aveva messo in culo a pressione. Il nero sudato ringraziò la puttana e io lo feci uscire prima che arrivasse il pappone.
La schifosa ninfomane mi diceva che quella mazza nera la mandava in estasi perchè era delle dimensioni perfette per i suoi buchi da maiala. Lunga come quella del suo montone non era però così grossa e quindi non le spaccava la rondella ad ogni inculata come invece godeva a fare quel gran porco sadico del pappone.
La cosa funzionava bene e il nero ogni settimana veniva a montarsi mia moglie all’insaputa del pappone. Già dalla terza volta dovetti scoprire le carte e il nero stupito capì che non solo ero contento che salisse in corpo a mia moglie ma l’aiutavo anche ubbidendo ai suoi ordini sconci. Infatti la troia mi ordinò:”…recchione sugagli la mazza e intostalo bene che oggi mi faccio aprire il culo a fondo da quel nerchione nero e poi imburrami le chiappe che così entra fino alle palle…” Il nero stupito ma non troppo non si fece pregare per sfoderare il palo che intostava a vista d’occhio e ridendo me lo ficcò in bocca lasciandosi spompinare da me mentre ammirava mia moglie che per arraparlo al massimo s’era messa a pecora appoggiata al letto di sponda aprendosi le chiappe colle mani e facendo palpitare il buco del culo. Il nero fu pronto in un attimo e come ordinato io le spalmai il solco di vasellina infilandogliene abbondantemente nel foro anale. Il nero infoiato mi spinse da parte e mettendosi in posizione puntò il trave nero sulla rondella avvisando inutilmente la troia:”…attenta signora che ora io rompo tuo culo bianco… tu cornuto chiudi sua bocca se no strilla troppo… se fare troppo male io fermare…” ma la troia infoiata lo incitò:”…basta parlare stronzo… non hai ancora capito che ho il culo di una vacca?… schiaffamelo fino ai coglioni… forza bastardo… ” e con una sculettata indietro si fece sgusciare nello sfintere la gran cappella nera. Io da dietro sapendo bene che la maiala poteva reggerne due di cazzi come quello spinsi con forza il nero che perduto l’equilibrio sprofondò nelle chiappe di mia moglie inculandola a fondo. Nonostante si fosse preparata trattenendo il fiato la forza di quel palo che le stirava le viscere la fece urlare ma ormai il nero era scatenato e con pochi colpi tremendi le schiaffò in culo tutta quella mazza enorme e tosta. La maiala mugolava fremendo e passandosi le mani tra le cosce tastò le grosse palle del nero sentendo che la base di quel nerchione nodoso era restata fuori e lo invito:”…t’ho detto tutto razza di porco… forza spingi cazzo moscio… dai coglione affonda e tu recchione aiutalo… me lo deve far uscire dalla bocca questo manico bestiale…” Io allora salendole a cavallo le slargai al massimo le chiappe e scolai uno sputo sulla radice del palo nero spandendolo colle dita. Il nero infoiato estrasse la stanga fumante dal buco del culo di mia moglie fino alla cappella e poi con un rutto sonoro le sparò in culo un affondo devastante che lo fece sprofondare nelle budella della maiala fino alle palle accolto finalmente da un lungo urlo rauco:”…si cosi merdoso… dai dai dai incula bastardo… adesso fammi il mazzo… m’hai scardinato le budella porco fottuto…” Il nero non aveva più bisogno del mio aiuto e cominciò a pompare come una furia in culo alla zoccola che guaiva e imprecava sculettando e spingendo per gustarsi quel trave nero fino allo stomaco. Il nero sempre carico come un mandrillo dopo una furiosa inculata si scaricò le palle in culo a mia moglie sborrando a lungo grugnendo mentre le scariche calde facevano venire anche la troia ninfomane che rovesciando gli occhi urlò venendosene mentre graffiava il letto sculettando scomposta sotto le bordate che le allagavano le budella. Dopo che il nero smollato l’ebbe sculata con un risucchio lo ringraziò:”… cazzo bastardo… m’hai fatto venire come solo il mio montone riesce a fare… per una puttana come me venire così è incredibile… hai una mazza favolosa… bravo…”.
Ma inevitabilmente poi successe che una sera mentre il nero se la stava trombando il pappone arrivò ed entrando in camera trovò il nero ficcato fino ai coglioni in culo a mia moglie. Restò sorpreso perchè non sapeva nulla e il nero sorpreso temendo qualche problema sculò la puttana sfilandole dalle chiappe il lungo manico lucido e scolato. Vedendo riuscire quel lungo salame nero dal buco del culo della troia il pappone commentò:”…cazzo… guarda che razza di merda sta ricagando la tua vacca… uno stronzo enorme… quanto ha pagato quel porco per incularsela?…” Io all’occhiata esplicita di mia moglie dovetti far finta di aver incassato e così mi ritrovai pure a pagare la monta del nero come un qualsiasi puttaniere. Ma poi la zoccola uscito il nero fece capire al pappone che ormai quel cazzone se lo voleva gustare quando e come voleva e lui doveva abbozzare e anche se lui incazzato ci inflisse una punizione poi la cosa si accomodò perchè la zozza gli fece capire che non avrebbe rinunciato a quella gran fava e il nero ebbe il permesso di venire ogni domenica a sfondare gratis la troia. Non solo. Facendo amicizia col pappone i due porci entrarono anche in competizione e spesso le facevano il mazzo in due facendola godere da vera maiala oppure con ferocia le sgarravano i buchi ficcandole in panza i loro nerchioni insieme per sentirla urlare di gusto doloroso e vederla spurgare come una chiavica sotto le loro insifonate bestiali. Naturalmente toccò anche a me per le loro voglie perverse di assaggiare quel nerbo nero ma questa è un’altra storia e la racconterò in seguito.

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