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Racconti CuckoldRacconti sull'Autoerotismo

L’amore ha varie forme.

By 1 Ottobre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

La prima volta che mi ero accorta che mia madre e mio padre non erano una coppia come tutte le altre fu quando una sera rientrai a casa. Ricordo che avevo trascorso una simpatica serata insieme ad un amico, al quale avevo fatto un pompino in macchina per ringraziarlo di avermi riaccompagnata a casa. E ricordo anche che mi aveva sborrato in bocca, nonostante mi fossi raccomandata di avvertirmi quando sarebbe venuto. E invece lui niente, mi ha schizzato in bocca come se niente fosse, come se fossi uno sborratoio. Quindi ero ritornata a casa e la prima cosa che avevo fatto era stata quella di andare in bagno a sciacquarmi la bocca.
Uscivo con molti ragazzi, e avevo fatto molti pompini, ma mi capitava molto poco di ricevere la sborra in bocca. Di solito mi facevo sborrare in faccia, ma mai in bocca. Sarà perch&egrave sono bionda, per le mie forme, per il mio modo di vestire da zoccola, ma avevo una discreta fila di uomini che mi venivano dietro, desiderosi di entrarmi dentro. E io cercavo di accontentarli tutti, anche se avevo un fidanzato fisso, che puntualmente tradivo. Però lui lo sapeva, a lui dicevo tutto, e all’inizio si incazzava, faceva delle sfuriate pazzesche, ma poi mi perdonava. Mi faceva un pò pena, poverello. Io gli mettevo le corna, e lui diceva che forse era un pò colpa sua se lo facevo, perch&egrave voleva dire che mi trascurava. Berni, così si chiamava (da Bernardo) era proprio buono di cuore. Per questo era il mio fidanzato fisso.
Ma non &egrave di lui che vi parlerò oggi. Piuttosto vi voglio raccontare di quando ho scoperto che mia madre e mio padre non erano una coppia come tutte le altre. Come dicevo ero lì in bagno a sciacquarmi la bocca, e quando sono uscita dal bagno ho sentito un rumore, come uno schiaffo, ma forte, e poi ho sentito dei mugolii, era mia madre. Ecco un altro schiaffo: sciaff! Veniva dalla loro camera da letto; la porta era leggermente aperta, e da dentro veniva una luce bassa e calda. Era chiaro che i miei stavano facendo l’amore. Era capitato anche altre volte, e non vi nascondo che qualche volta li avevo spiati. Spiarli mi aveva sempre dato una forte eccitazione, come una scossa. Era come guardare un film porno di nascosto, con la differenza che gli attori erano i miei genitori. Mia madre era bravissima a farlo, mio padre un pò meno, un pò impacciato, e nonostante questo ci provava a condurre il gioco, ma alla fine a letto era mia madre che comandava. Si potrebbe dire che lo faceva come una professionista, come una pornostar di grande successo. Queste erano le mie impressioni.
Di solito lasciavano sempre la porta un pò aperta, quindi era facile spiarli. E qualche volta nel guardarli mi sono anche toccata, e ho raggiunto l’orgasmo insieme a loro. Quindi quella sera mi accostai alla porta della loro camera proprio con l’intento di guardarli mentre lo facevano, ma più mi avvicinavo e più c’era qualcosa che non mi quadrava. Sentivo una voce, una voce maschile, ma non era quella di mio padre.
– Adesso ti rompo il culo – disse la voce maschile.
– Cazzo, quanto sei porco – rispose mia madre. – Abbiamo cominciato solo da dieci minuti e già vuoi il culo? Dai, fottimi ancora un pò la figa. Per il culo abbiamo tutta la notte.
Nell’avvicinarmi alla porta già cominciavo a farmi un’idea su quanto stava succedendo. Era chiaro che mia madre aveva un altro uomo. Ma arrivata davanti alla porta e guardando dentro, mi accorsi subito che la faccenda era molto diversa da quanto avevo immaginato. Dentro, sul grande letto dei miei, c’era sì un altro uomo che si stava ingroppando mia madre, un uomo bello muscoloso, con un cazzo davvero notevole, ma c’era anche mio padre. Era nudo come loro due, aveva anche un erezione, ma a differenza loro si limitava a guardare e a masturbarsi. I miei genitori erano una coppia cuckold. Ma l’aver appreso quella cosa non mi diede alcun fastidio, anzi, ero felice per loro. Anche la pratica del cuckold &egrave una forma di amore. E i miei genitori si amavano in quel modo. Che male c’era? E poi vedere mia madre farsi ingroppare da quello stallone da monta pieno di muscoli mi fece eccitare tantissimo e mi infilai subito una mano nelle mutandine e cominciai a sgrillettarmi. E mentre venivo immaginavo di essere lì con loro, e che lo stallone ci montava entrambe, un pò a me e un pò a lei, e che poi alla fine veniva in faccia a mia madre, e io le leccavo via la sborra con la lingua. Poi raggiunsi l’orgasmo e dovetti reggermi alle pareti del corridoio per non sbattere per terra. Il piacere era stato così intenso da farmi perdere i sensi. In quello stesso momento lo stallone aveva cominciato a sborrare sul viso di mia mamma, e io me ne andai verso la mia stanzetta. Avevo bisogno di stendermi, perch&egrave le gambe mi tremavano ancora per l’eccitazione.
Vi ho raccontato di questo fatto per dirvi che a differenza di mio fratello Rocco io ero ben consapevole del fatto che mia madre aveva rapporti con altri uomini. Ma mio padre lo sapeva benissimo.
Rocco venne da me per dirmi che aveva scoperto una cosa davvero imbarazzante su mia madre. Io ero nella mia cameretta e stavo giocando con un dildo di gomma che mi aveva regalato uno che mi veniva dietro, un tizio di cinquant’anni che mi aveva abbordato per strada, e che spesso mi faceva questi regali un pò porci, ma io non gliel’avevo ancora data, e forse era per questo che non riuscivo a togliermelo di torno. Però continuavo a sentirlo per telefono, perch&egrave mi divertivano i suoi regali e le sue attenzioni. Ebbene, ero lì con quel cazzo di gomma di trenta centimetri in vagina, quando ad un certo punto Rocco entrò in camera senza neppure bussare. Allora io mi tirai fuori il giocattolo dal corpo e mi rimisi a posto il vestitino.
– Cazzo Rocco! Non si bussa prima di entrare? Ma che modi sono?
– Scusami Moana, non volevo – era davvero imbarazzato. – Se vuoi torno dopo.
– No no, tanto ormai mi &egrave passata la fantasia. Che vuoi?
– Senti, io non so a chi dirlo, ma mi &egrave successo qualcosa di veramente imbarazzante.
Mi raccontò della faccenda della telefonata che aveva intercettato, in cui mia madre parlava con un altro uomo. Mi disse quali erano i suoi sospetti: quell’uomo era il suo amante. Non riuscii a trattenere una risata e lui allora mi disse che non c’era niente da ridere.
– E invece rido. Rido di te, che ancora non hai capito come sono fatti i nostri genitori.
– Perch&egrave? Come sono fatti?
– Tesoro mio, l’amore ha varie forme. I nostri genitori hanno un modo di amarsi diverso da quello degli altri. E non fare finta di non aver capito. Sei abbastanza adulto da arrivarci da solo. E adesso se permetti avrei da fare – gli dissi mostrandogli il grosso cazzo di gomma. – Quindi via dai coglioni.

Link al racconto:
http://paradisodisteesabri.blogspot.it/2015/07/lamore-ha-varie-forme.html Come ho già detto in precedenza, avevo un fidanzato. Si chiamava Berni, e lui sapeva benissimo delle mie avventure con gli altri uomini. Quando glielo dicevo lui si incazzava un pò, mi diceva che ero una puttana e cose di questo genere. Pero’ poi si acquietava, forse perch&egrave capiva che nonostante le corna poteva dirsi un uomo fortunato se stava con me, che modestia a parte, ero una ragazza molto desiderata dagli altri maschietti della città. Una volta che gli avevo messo le corna e gliel’avevo detto lui se ne uscì con una cosa che mi lasciò davvero senza parole. Mi aveva detto: “sei la degna figlia di Sabrina Bocca e Culo, non c’e che dire. Una vera zoccola”. A quel punto rimasi a bocca aperta, non sapevo cosa dire. Di cosa stava parlando? Chi era quella Sabrina Bocca e Culo di cui parlava? Glielo domandai, e lui mi rispose di non fare la finta tonta. Avrei dovuto sapere benissimo chi era Sabrina Bocca e Culo. Lo sapeva tutta la città. E allora mi sentii stupida. Cadevo proprio dalle nuvole, non capivo a cosa si riferisse. Poi me lo disse chiaramente: “Sabrina Bocca e Culo &egrave tua madre. Una volta tutti la chiamavano così, perch&egrave si faceva scopare da chiunque. E tu sei come lei, una gran puttana”.
“Ma perch&egrave dici queste cose di mia mamma? Lei ti vuole molto bene, e non &egrave giusto che dici queste cose di lei” era vero quello che dicevo, mia madre adorava Berni, diceva che era un bravo ragazzo, e che io ero molto fortunata ad avere un fidanzato come lui. Prima di Berni ero stata con altri ragazzi, ma ero stata trattata sempre come uno sborratoio, un buco da riempire, Berni era l’unico che mi trattava con rispetto. E mia madre lo sapeva, perch&egrave lei aveva una sorta di chiaroveggenza per quanto riguarda gli uomini. Riusciva a capire subito quando un uomo era un uomo vero o un pezzo di merda. E secondo lei Berni era un uomo vero, e io avrei dovuto tenermelo stretto. Ne ero consapevole anche io di questo, ma la voglia di farmi sbattere anche da altri uomini era davvero tanta. Insomma, avevo diciotto anni, e non mi andava di essere di un uomo soltanto.
“Dico questo di tua mamma perch&egrave &egrave tutto vero. Tua mamma era una zoccola, proprio come te. In citta’ lo sanno tutti”.
“Vaffanculo Berni, non ti voglio più vedere!” urlai, ma non era vero. Lo volevo vedere ancora. Ma i nostri litigi finivano spesso in quel modo, con me che gli dicevo che non volevo più vederlo, e poi il giorno dopo eravamo di nuovo insieme, a fare l’amore da qualche parte.
Quella storia di Sabrina Bocca e Culo mi sconvolse perch&egrave non ne sapevo niente. Mi domandai se era vero o se si era inventato tutto, magari solo per ferirmi. Tornai a casa a piangere, e me ne rimasi in camera per tutto il tempo, con le serrande abbassate. Quando mia mamma tornò a casa dal negozio e mi vide lì nel buio a singhiozzare venne a sedersi sul letto accanto a me. Mi accarezzò i capelli e mi sorrise. Mia mamma era davvero bella, e quel giorno particolarmente; aveva una gonna stretta che metteva in risalto le belle forme morbide dei suoi fianchi, e una camicia abbastanza sbottonata da permettere a chiunque di ammirare le sue meravigliose tette.
“Hai litigato di nuovo con Berni, vero?”.
“Sì, ha detto delle cose cattive. Soprattutto nei tuoi confronti”.
“Nei miei confronti? E io che c’entro? Voi litigate e ci vado di mezzo io?” domandò in modo sarcastico.
“Ha detto che quando avevi la mia età ti chiamavano Sabrina Bocca e Culo, e che eri una puttana. E poi ha detto che io sono proprio come te”.
“Non &egrave bello che Berni abbia detto queste cose. Ma sono sicura che era solo un pò arrabbiato. Vedrai che domani ti chiederà scusa”.
“Mamma, ma &egrave vero che ti chiamavano Sabrina Bocca e Culo?”.
“Tesoro, cerca di riposare. Vedrai che domani tu e Berni farete pace”.
Mia madre non voleva rispondermi, era chiaro. Ma era altrettanto chiaro che quella storia era vera, altrimenti mi avrebbe risposto che erano solo falsità, ma non lo aveva fatto. Non vi erano dubbi, mia madre era la famosa Sabrina Bocca e Culo, e io ero sua figlia, e in me scorreva il suo stesso sangue caldo. E allora aveva ragione Berni quando diceva che ero la degna figlia di mia madre. Ero proprio una zoccola, proprio come lo era stata lei, se seguitavo a tradirlo di continuo. E forse non meritavo neppure di stare con uno come lui. Lui meritava di stare con una brava ragazza, non con una porca come me.
Il giorno dopo effettivamente Berni venne a scusarsi. Io ero sola in casa, i miei erano a lavoro e Rocco aveva dormito dalla sua ragazza. Berni per scusarsi di quanto aveva detto si presentò con un regalo, era una scatolina. Dentro c’era un bellissimo anello di fidanzamento, con un meraviglioso brillante sopra. Ero su di giri, da quel momento ero ufficialmente fidanzata con lui. Non vedevo l’ora di dirlo a mia mamma. Per ringraziarlo lo portai in camera dei miei, mi sfilai la camicia da notte e mi misi sul letto con le cosce aperte e gli dissi di entrarmi dentro, perch&egrave c’avevo troppa voglia. Berni si spogliò e mi salì sopra, e fece entrare il suo cazzo duro nella mia vagina. Berni non era molto bravo a fare l’amore, era molto impacciato, e poi durava più o meno cinque minuti prima di sborrare. In confronto agli uomini da cui mi facevo scopare era davvero mediocre, pero’ lo amavo comunque. Era l’unico che mi trattava con rispetto, e non come una zoccola. E poi lui era l’unico che non mi aveva mai schizzato sul viso, nonostante gliel’avessi chiesto più volte. Lui diceva che non avrebbe mai fatto una cosa del genere alla donna che amava. E così non glielo chiedevo più, d’altronde c’era chi lo faceva al posto suo, e non dovevo nemmeno chiedere. Lo facevano e basta.
“Mi dispiace per quello che ho detto ieri” mi disse dopo aver sborrato. Il suo seme riposava sulla mia striscetta di peli che avevo sull’inguine.
“Non devi dispiacerti. Forse hai ragione, sono una gran puttana. Ma puoi stare certo che io sono la tua donna, soltanto la tua. Ma voglio dirti solo una cosa: non so che idea ti sei fatto di mia madre, ma credo che non hai il diritto di parlarne male. Mia mamma &egrave una donna speciale”.
“Sì, hai ragione. E di conseguenza anche tu sei speciale, perch&egrave sei sua figlia. Mi dispiace di aver detto quelle cose su di lei. Io in verità la stimo tantissimo”.
“Sì, anche io”.

Link al racconto:
http://paradisodisteesabri.blogspot.it/2015/07/tale-madre-tale-figlia.html

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