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Valeria e Massimo capitolo 2

By 14 Gennaio 2023No Comments

Non volevo tirare fuori io la questione, aspettavo che Valeria ne volesse parlare per non forzare la mano.
Nei giorni successivi ci venne in aiuto un amico che partiva per una settimana bianca lasciando la casa vuota per una settimana dandoci le chiavi per “bagnare le piante” disse sorridendo mentre ci dava l’accesso al monolocale. Ci trasferimmo li entrambi per una settimana, tolto il tempo delle lezioni e dello studio mangiavamo e scopavamo senza più uscire con gli amici trovando le scuse più fantasiose ben consci che sapevano tutto e ridacchiavano per la nostra fantasia nel trovare i motivi più disparati.
Durante le nostre scopate Valeria accennò di sfuggita a quanto era avvenuto al cinema non però per parlare dell’offerta di Gaspare bensì per parlare delle dimensioni dell’uomo e del fatto che lei non ne aveva mai visto uno così grosso. Ne parlava come si parla del tempo, in modo naturale, a me faceva montare il sangue alla testa anche perché, seppure non avesse mai fatto accenno, era chiaro che la curiosità di provarlo stava montando dentro di lei. D’altra parte pure io ero molto confuso, da un lato il pensiero di lei che si faceva scopare da un altro per di più vecchio mi faceva impazzire di gelosia ma al tempo stesso mi eccitava, avrei voluto vederla “attrice di film hard” libera però di godere e dettare i tempi secondo le sue voglie.
Arrivò il sabato, il nostro amico sarebbe arrivato l’indomani, riportammo le nostre cose ai collegi, pulimmo tutto ed il sabato sera decidemmo di uscire con i nostri amici. Nulla di particolare, una serata in birreria, le battute nei nostri confronti si sprecavano, temi principali per lei le occhiaie, per me i nostri amici chiedevano se lo avevo consumato tutto o se ne era rimasto almeno un pezzettino per fare pipì.
Pagato lo scotto di essere scomparsi la serata passò allegra, tornammo alle 2 di notte un po’ alticci alla casa del nostro amico. Già lungo il tragitto Valeria era su di giri e mi metteva le mani dappertutto, arrivati nell’androne mi spinse contro il muro, attaccò la sua bocca alla mia e cominciò a muovere le mani infilandole nella patta. Io ovviamente non feci il ritroso e risposi infilandole la mano sotto la gonna che arrivava a metà coscia pensando di trovare collant da abbassare e mutandine da spostare per poterla sgrillettare. Invece indossava calze e le mutandine erano nella sua borsetta, come scoprii dopo. Il cazzo finii di indurirsi ma venni bruscamente staccato da lei che mi prese in mano il cazzo che svettava fuori dai pantaloni ed usandolo a mo’ di guinzaglio mi tirò appresso a lei nell’ascensore. Il nostro amico abitava al 4 piano ed il percorso, seppure breve, vide Valeria avvolgere la sua calda bocca attorno al mio uccello. Arrivati al piano uscimmo sul pianerottolo sempre in versione uomo al guinzaglio, aprii la porta mentre lei mi segava. Appena entrata si tolse giaccone maglia e gonna restando con autoreggenti e scarpe alte. Mi persi nella visione che mi arrapò ancora di più. Mi disse di spogliarmi completamente ed una volta che fui nudo anche io lei si sdraiò sul letto a gambe larghe indicandomi che voleva essere ben leccata cosa che feci subito trovandola completamente fradicia. Dopo 5 minuti ed un orgasmo di Valeria, lei si alzò e mi spinse sul letto per ricambiarmi il servizio, poche boccate e quando il mio cazzo fu bello dritto ci montò sopra. L’uccello scivolò dentro in un attimo, le afferrai le belle tettone (Valeria aveva una 4 piena con grossi capezzoli dalle areole brunite) e mentre lei dettava il ritmo io cercavo di tirarmi su per succhiarle per bene i capezzoli pizzicandoli al contempo. In quel preciso istante in cui stavo partendo, lei, complice il fatto che era venuta già poco prima mi disse che le sarebbe piaciuto succhiare il cazzo di Gaspare. Invece di smontarmi incrementai il ritmo sempre aggrappato alle sue tette e venni copiosamente nella figa di Valeria che mentre godevo simulava di fare un pompino ad un uomo immaginario che entrambi sapevamo benissimo chi fosse.
Orami era palese che avrei voluto vederla scopare con Gaspare, non mi era chiaro se solo come spettatore o insieme a lui in un gioco guidato da Valeria per raggiungere vette di goduria che ancora non avevamo mai raggiunto.
Quando ebbimo finito Valeria mi guardò negli occhi.
“Questa settimana con una casa a disposizione è stata fantastica, non so se farei sesso con Gaspare, nel cinema era stata una cosa particolare ma l’offerta che ci ha fatto di ospitarci e di guardarci solo se siamo d’accordo è molto generosa. Io lo chiamerei per vederci fuori e capire i dettagli. Ero più avanti io, lei, almeno a parole, in quel momento pensava a noi due mentre io ero già proiettato al terzetto.
Prima di chiamare Gaspare volli perciò esternare tutte le mie sensazioni a Valeria.
“Avrai notato che quando fai riferimenti a Gaspare sia relativi alle sue dimensioni che al fatto che ti piacerebbe provarlo, io non protesto ma anzi mi eccito. Non conoscevo questa mia vena da voyeur e da cornuto ma voglio essere chiaro. Sono convinto che se andremo da lui a scopare accettando il suo invito, tu insisterai per ringraziarlo concedendogli di segarsi mentre ci vede scopare. Sono anche convinto che una volta che lo avrai a pochi centimetri da te vorrai non solo segarlo e spompinarlo ma anche fartici una scopata. Questa cosa mi destabilizza, non so se una volta che te lo sarai fatto poi riuscirei a non essere geloso”.
“E’ un rischio che dobbiamo correre, mi rispose. E’ evidente che la nostra sessualità è in evoluzione, io voglio provare quel cazzo per le dimensioni esagerate ma anche perché Gaspare, seppure per suo interesse, si è comportato in modo molto gentile senza forzare la mano”.
“Ok allora oggi gli telefoniamo e ci diamo appuntamento per vederlo”.
Presa la decisione Valeria prese a leccarmi lo scroto venendo in su con la lingua e quindi scendendo. Il cazzo si indurì in un lampo e quindi ci montò su ma dandomi la schiena. Nuovamente mi cavalcò e venimmo entrambi in un quarto d’ora. Andammo in doccia insieme facendoci anche molte coccole, ci infilammo nel letto e dormimmo abbracciati.

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