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Racconti Cuckold

vorrei che tu… partecipassi!

By 30 Aprile 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ una strana storia.
Mia moglie gestisce un piccolo magazzino di logistica, affiliato ad una grande azienda. E’ una bella signora di quarant’anni, bruna, proporzionata, attraente.
Sono orgoglioso di lei, è decisa e sicura di se.
Ultimamente l’attività è aumentata e la casa madre ha assunto per lei due giovani dipendenti in contratto di formazione, che si aggiungono a tre “vecchi” collaboratori, da anni nella società.
Però ultimamente qualcosa in lei è cambiato.
I due nuovi assunti non le piacciono, sono due “balordi”, come li ha subito definiti, un giorno, appena rientrata dall’ufficio, si sfoga:
– …non è che non lavorano, anzi, neppure creano problemi, però…-
‘ – però cosa…?-
Le chiedo.
– mi mancano di rispetto…-
– …scherzi? …falli licenziare!-
– No. Aspetto…-
Passa qualche giorno ed un pomeriggio, al rientro dal lavoro, vedendo la sua espressione adombrata, riprendo il discorso:
– …ma in che senso quei due ti mancano di rispetto?-
A quel punto, lei mi guarda negli occhi, si solleva la gonna fino ai fianchi, si gira e si piega in avanti per mostrarmi un livido scuro appena sopra la coscia destra, tra l’elastico nero dell’autoreggente e gli slip.
– come te lo sei fatta? –
– …me lo hanno fatto loro! …è un pizzicotto. –
Rimango senza parole a osservare il suo bel culo rotondo pieno di striature, graffi e piccoli lividi, le abbasso gli slip, bagnati e scuciti ai lati, accarezzo i suoi riccioli pubici umidi e scopro gli stesi segni anche all’interno delle cosce.
Lei, vedendo la mia preoccupazione e prima che io possa parlare, continua:
– …all’inizio mi facevano apprezzamenti pesanti, ero lusingata, poi sono passati ai fatti: uno mi tratteneva l’altro mi toccava, io non reagivo, ora mi fanno quello che vogliono, mi palpano, mi baciano, mi leccano, adesso vogliono che tu sappia tutto, che tu sappia che mi piace… che li lascio fare …che lo desidero! –
un sospiro e continua:
– …ma ti amo e non voglio perderti, ma voglio che quelli mi sbattano, non lo hanno ancora fatto, quando lo faranno vorrei che tu… partecipassi! –

Passo la notte insonne, attraversando stati d’animo scononosciuti prima d’ora: una colpevole eccitazione, immaginandola sotto ad un altro uomo, il desiderio che accada.

Il mattino successivo sono con lei nel suo ufficio, conosco già i “vecchi” dipendenti e li saluto quando partono con i furgoni per le spedizioni.
Appena soli, i due nuovi si presentano con cipiglio sfottente, uno di loro si avvicina a mia moglie, le cinge le spalle con un braccio e l’accompagna di fronte a me, le accarezza i bei capelli lunghi neri e, tirandoli leggermente, le fa piegare la testa all’indietro, dopodichè la bacia in bocca a tutta lingua mentre infila la mano libera nella sua camicietta. Lei partecipa slacciando un bottone che altrimenti salterebbe. Terminato il bacio, anche l’altro le mette la lingua in bocca e una mano sotto la gonna, da dietro, lei si solleva leggermente sulle punte dei piedi, inarcandosi, perché le dita le rovistano il buchino.
– Buongiorno cornuto…-
il tipo mi accarezza la guancia con la stessa mano e percepisco il sentore inconfondibile :
– tranquillo! …non te l’abbiamo ancora fottuta, ma lo faremo presto, di fronte a te, cornuto! Lo ha chiesto lei, …che troia che avevi (!) per le mani e non lo sapevi! –
Poi, mi fissa negli occhi spavaldo ed estrae dalla patta il grosso pene mezzano che lei accarezza fino a farlo indurire tra le mani.
Tutto il giorno rimango con lei in ufficio, i due lavorano in magazzino, ma ogni volta che ritornano, approfittano.
Lei indossa un tailleur grigio perla ed una camicetta color panna, l’intimo è nero trasparente, autoreggenti nere e scarpe in tinta con laccetti e tacchi a spillo, la rendono ancora più eccitante.
Con modi bruschi, la fanno spogliare, a volte rimane in intimo a volte nuda solo con calze e scarpe, a volte la piegano in avanti e le strizzano le tette, una terza ancora soda:
– …fatti mungere le tettine! –
oppure la fanno inginocchiare su di un cartone, gli avambracci a terra, la fronte al pavimento:
– offri bene il culone…!-
e giù schiaffi sulle chiappe, leccate al buco penetrando di lingua, morsi; oppure, seduta sulla scrivania, le fanno spalancare la gambe, la tengono per le caviglie:
– apri… apri tutto! –
la spacca aperta, bagnata, in cui sputano, stropicciano il clitoride e penetrano con le dita unite a uovo, lei prova a chiudere, ma basta un loro sguardo duro e lei riapre.
Così la masturbano, succhiano i capezzoli, sculacciano, sempre di fronte a me, lei obbedisce, sembra che aspetti, che non veda l’ora, forse pensa che più loro si eccitano, meglio sarà (io lo penso).
Hanno i grossi membri (direi larghi, rispetto al mio) che schiumano quando lo appoggiano sui suoi vari buchi, ma non affondano, lei offre, geme quando la palpano forte (ecco i lividi!), quasi implora di essere presa, mugola quando cerca di portarsi alla bocca uno di quei cazzi che le strusciano sul viso e le urlano:
– non è ancora ora, aspetta… TROIA!-
Io non parlo, osservo avido quella bella donna eccitata come se non fosse lei, ma un’altra.
Quando se ne vanno si ricompone.
Vogliono che si rimetta a posto per ricominciare la volta successiva, magari di lì a breve.
Lei si accorge che mi eccito perché quando siamo soli mi viene vicino, quasi per consolarmi, mi tocca e scopre la mia durezza, mi indica dove le hanno fatto un po’ male e scopro segni rossi di succhiotti sulle areole e piccoli morsi sotto le mammelle, mi dice che non vogliono che lei faccia all’amore con me, anche se lo desidera, mi chiede di comprenderla, perdonarla. La comprendo, la perdono, ma sogno di farle ciò che altri le stanno facendo.
Le chiedo:
– ti sodomizzeranno? Gliel’hai detto che ti fa male, che non vuoi? –
– l’ho detto, hanno riso, lo faranno lo stesso, hai visto come sono grossi? Soffrirò? …ci sarai anche tu? –
– …devo anche prendere la pillola anticoncezionale, se non voglio conseguenze, devi accompagnarmi dal ginecologo, ho bisogno di visite frequenti… questi mi sciupano! –
La sera, mezzora prima della chiusura, prima che arrivino gli altri, i due si presentano con un piccolo biberon, lo riconosco è quello di nostro figlio ora grande, pieno a metà, ridendo glielo porgono, direi che lei lo stia aspettando:
– ora, cara, beviti questo…-
lei appoggia la tettarella alle labbra, ne assaggia un poco, li guarda e poppa tutto il contenuto, apre il tappo e lecca l’interno del bibe facendo sgocciolare sulla lingua ciò che rimane.
– …ecco il premio! …la sborra che ci hai fatto ribollire oggi! Quanto prima la berrai dai nostri cazzi… –
Dura tre giorni l’andazzo. Alla fine del terzo mia moglie, i suoi due tipi ed io abbiamo la misura colma: tante volte i due membri si sono fermati sull’orlo dei buchi di mia moglie senza entrare!
Lei si è sciolta tutte le volte, sgocciolando umori lungo le cosce; alla fine la frase che aspettavamo:
– domani ti tocca, VACCA! Trovatevi alle nove al Bar in via *** !
Finalmente!
Passo la notte insonne, mia moglie no, sembra tranquilla.
Al mattino, alla sveglia, le si scatena l’adrenalina:
– presto! in bagno, devi farmi un clistere! –
– …un clistere? –
– Certo! Me l’hanno detto! In culo e in bocca… Ho tutto quello che serve –
In bagno prepara lei: peretta, acqua calda ed un misurino di una bottiglietta, poi si piega ad angolo retto, divarica le chiappe con le mani e aspetta…
Io appoggio il beccuccio all’orifizio e spingo per entrare, ha un sussulto:
– mammamia! Che fastidio! è piccolissimo, chissà dopo!…
– …ma come?…- le faccio eco: – …altre volte lo hai già preso dietro, da me!-
– Si! Ma se mi facevi male, lo dicevo e ti fermavi, quelli non si fermano!-
Spingo tutto il beccuccio dentro e svuoto il liquido, terminata l’operazione la bacio sulla bocca, eccitato, lei mi sussurra:
– porco! Fammene un altro… ma più lentamente –
lo dice girandosi, piegandosi a gambe divaricate, appoggiando le mani al bidè.
Rifaccio la manovra: entro, esco e rigiro più volte nel suo buchino stretto il beccuccio, fino a svuotarne il contenuto.
Il Bar è in periferia, zona di case popolari, guido per circa mezzora nel traffico sbirciando mia moglie al mio fianco: indossa un vestito corto, rosso, a tubino, lo zip lungo la schiena, una giacchina beige, calze autoreggenti chiarissime, scarpe alte beige. Sotto: coulotte, reggiseno, sottoveste cortissima in seta, tutto color prugna.
Nel complesso penso sia una donna affascinante.
Arriviamo in orario. Accosto e parcheggio l’auto di fronte all’ingresso. Quando entriamo i pochi clienti si voltano a osservare mia moglie. I due si avvicinano sorridenti, un cenno a me ed un bacio in bocca a lei, mentre la baciano le toccano il culo, tutti vedono.
– seguiteci…!-
Li seguiamo fuori dal bar, pochi metri dopo, uno dei due suona ad un campanello dello stabile, scatta la serratura del portone, saliamo tre piani del condominio, molto malridotto.
Alla porta ci aspetta un signore anziano:
– ciao nonno!-
– ciao ragazzi! Sono i vostri amici?-
– si nonno! Facci entrare! Questa è gratis! –
il tipo, rivolgendosi a noi:
– non è mio nonno, ma lo chiamiamo così, ci presta l’appartamento… eheheh! Tu devi essere carina anche con lui… sai, dopotutto è il padrone di casa! –
L’appartamento è povero ma pulito: un piccolo corridoio, “la sala” arredata con un divano, due poltrone, un tappeto persiano finto al centro, un mobile con una vecchia tv.
– vai sul tappeto e spogliati! Togliti tutto! …e sbrigati!-
intima uno dei due a mia moglie, portandole una mano al suo pacco gonfio.
Il nonno è gia seduto sul divano per gustare lo spettacolo, in canottiera e calzini, il cazzetto flaccido in vista, i due sono seduti in poltrona, io mi accomodo accanto al nonno.
Mia moglie, al centro, si sfila la giacca, si toglie le scarpe, con difficoltà si abbassa lo zip posteriore, nessuno l’aiuta, scivola a terra il vestito, rimane in intimo, appoggia un piede su una poltrona per togliersi le calze, prima una poi l’altra, si toglie la canotta di seta, il reggiseno e le coulotte, non è una professionista, rimane nuda in fretta, di fronte a tutti noi, le mani lungo i fianchi.
I due si alzano e si spogliano, il nonno tira a se mia moglie e la fa sedere sulle sue ginocchia, con le dita adunche le palpa i seni, le accarezza le cosce e si insinua tra i riccioli del pube e dietro nel buchino, lei divarica, leggermente si offre, le succhia sonoramente i capezzoli e le grosse areole strizzandole, lei gli accarezza la testa, sembrano nonno e nipotina!
I due tipi, nudi, si impossessano di mia moglie, la spingono verso una poltrona, ma dietro, in modo da farla appoggiare di schiena alla spalliera, poi la rovesciano su di essa, in modo che il culo sia in alto sullo schienale e la testa in basso, a ciondoloni sulla seduta della poltrona.
In questo modo uno può comodamente leccare fica e culo, tenendola per le gambe libere in alto, l’altro può imboccarla col cazzo, stando in ginocchio.
Chi la sta brucando è alto e magro, con un cazzo lungo e sottile, sputa nella spacca e passa la lingua e le dita anche sul buchino offerto, l’altro è basso e tarchiato, con tatuaggi sulla schiena, ha grosse palle gonfie e un cazzo largo da paura che appoggia alle labbra di lei:
– apri la bocca! troia! –
le stringe le guance tra le dita per farla aprire, mia moglie fa il possibile ma non riesce più di tanto, con il capo quasi rovesciato all’indietro ingoia con difficoltà la cappella, ma il porco spinge molto, la posizione è ottimale per lui, quando si toglie dalla sua bocca lei può respirare, sputare saliva girando la testa di fianco, verso di me, i suoi capelli sfiorano il pavimento.
Lui la rimette in posizione e riprende:
– CAZZO!… non ho mai sborrato così! Proviamo …nessuna puttana se lo lascia fare… DAI.. SU… Cominciamo…! –
riesce a spingerle il cazzo molto dentro la bocca, tenendole la testa e il collo per favorire la penetrazione, lui non è più in ginocchio ma in piedi piegato sulle gambe, dall’alto verso il basso, si sfila, lei prende fiato, gira la testa e sputa saliva filante, ha conati di vomito, le lacrimano gli occhi, da sola si rimette in posizione e spalanca la bocca, di nuovo lui è dentro, tanto, entra ed esce quasi tutto. Questo avviene molte volte, il suo ritmo aumenta, lei ha il naso tra le sue palle, lui comincia a grugnire:
– TROIA! resisti che ci riesco… ti sparo tutto in gola… te ne do tanto! –
si immobilizza, tutto dentro alla sua bocca muove lentamente il bacino, emette un grugnito più forte, non si toglie, anzi ha contrazioni, spinge e scarica, il viso di lei diventa paonazzo, gli occhi spalancati a dire “basta!”, la gola innaturalmente gonfia, le mani che cercano di allontanare, le gambe bloccate dall’altro, poi uno spruzzo di sperma le scoppia fuori dalla bocca piena, schizzi che impiastrano il viso, il naso, la fronte, i capelli, lui salta indietro e la solleva per la schiena, completamente dritta:
– manda giù… non vomitare… porca… su! brava… ingoia la mia sborra… –
le tiene la testa indietro tirandola per i capelli, lei riesce a trattenersi, inghiotte, lui la lascia, saliva e sperma le sgocciolano sulle tette dalle labbra arrossate, gli occhi sono neri per il trucco colato, ci guarda tutti, tossisce, prende fiato, la bocca semiaperta:
– mi brucia la gola… la mascella… mi fa male… –
poi rutta forte, tutti ridono, lei sorride:
– …sono stata brava?-
Il nonno applaude.
I due la sollevano e la adagiano sdraiata sul tappeto, è esausta, le aprono le gambe, la sua fica dai folti riccioli neri è esposta, lo smilzo si corica sopra di lei per montarla.

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