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Fisso mio marito negli occhi, mentre gli spasmi dell’orgasmo mi arrivano fino al cervello; leggo le fiamme nei suoi occhi, eppure è ancora lì rigido come un tronco d’albero e non riesce a lasciarsi andare. Io sono stanca di concentrarmi su di lui, stasera voglio pensare solo e soltanto a me. Mio cognato si alza, si spoglia e tutta la mia attenzione si dirige su di lui, sul suo corpo tonico, sui suoi tatuaggi e sul suo palo di carne… Non è lungo come quello di Dante, ma è molto più largo. Disma si avvicina, mi accarezza i capelli e mi struscia la sua dura e umida erezione sul viso, me lo schiaffeggia e in ogni momento i nostri occhi restano agganciati gli uni negli altri, acuendo la nostra voglia matta l’uno dell’altra. Me lo spinge in bocca con un colpo secco, provocandomi un conato di vomito, ma poi il suo cazzo trova spazio nella mia bocca, come se ci fosse sempre stato. Mi stringe forte i capelli in una coda e mi dice:<>. Quella frase fa scattare qualcosa nella mia testa e cancella le ultimi inibizioni che mi erano rimaste. Lo spompino con foga, spingendomelo fino in gola, la saliva mi cola fino ai seni, gli stringo forte le palle con una mano, lui rantola come un porco e mi incita a succhiarglielo sempre più veloce. <>. Non vedo l’ora di assaporare il suo miele bianco, così aumento ancora di più il ritmo e Disma mi conficca la sua mazza in gola fino a quasi soffocarmi, spinge il bacino, sento le vene gonfiarsi e pulsare e i suoi copiosi e deliziosi schizzi si riversano sulla mia lingua, mentre lui grida e si dimena sulla mia lingua. Con la bocca ancora piena di sborra, mi giro verso mio marito, che è ancora vestito, ma perlomeno ha tirato fuori il cazzo; ha la cappella rossa, gonfia e lucida, so che si sta trattenendo… Bè, peggio per lui perché io al contrario mi sto divertendo un mondo. Vado verso Dante, camminando a quattro zampe come una cagna in calore, muovo i fianchi, come se stessi scodinzolando, osservo il suo cazzo e poi la sua bocca, che sa baciare così bene. Mi lecco le labbra, mio marito sbarra gli occhi e, inaspettatamente, mi bacia con una foga mai vista. Sono eccitata da morire, percepisco le mie labbra più intime gonfiarsi e contrarsi compulsivamente e i miei umori colare sul nostro costosissimo tappeto persiano. Avverto la lingua di mio cognato leccarmi le cosce per poi arrivare al mio buchino più stretto, da cui estrae il plug senza la minima delicatezza, strappandomi un urlo di dolore e piacere. <>. Non mi dà nemmeno il tempo di rispondere, che mi ritrovo il suo palo di carne dentro a stordirmi i sensi, a farmi cedere le gambe e a implorargli di fottermi senza pietà. <>. Mentre Disma mi scopa, Dante inizia finalmente a spogliarsi. Si siede sul tappeto vicino a noi e si limita a osservare la scena e, nonostante non si sia nemmeno toccato, il suo cazzo è sempre più duro e gonfio. Io e mio cognato stiamo godendo come animali, lui non ha mai diminuito il ritmo e i suoi colpi forsennati mi trapanano fino al cervello. <>. Mio marito guarda prima suo fratello e poi me e nei suoi occhi vedo piano piano svanire tutta quella rigidità impostata, che lo fa sembrare un manichino come i suoi colleghi; chissà invece cosa combinano quei porci, li noto bene i loro sguardi fugaci sul mio culo e le mie tette durante le feste. Dante si stende sotto di me e comincia a leccarmi la figa e a succhiarmi il clitoride; io ho il suo cazzo davanti alla faccia e sotto i colpi veementi di Disma di tanto in tanto lo sfioro con le labbra. Ho la visita appannata, non sono più capace di trattenermi, mi lascio andare e grido che sto per venire. <>, urla Disma, mentre mi schiaffeggia forte le natiche e Dante mi succhia il clitoride sempre più velocemente. Percepisco gli schizzi di mio cognato inondarmi fino alle viscere e nello stesso istante raggiungo l’apice in un modo così forte e intenso, che ogni parte di me viene raggiunta da una forte scarica elettrica. Mio marito si sposta, si alza e osserva il miele bianco colarmi dal culo; hanno entrambi il cazzo ancora in tiro e io non sono ancora sazia. Mi avvicino, li prendo e li sego entrambi e lì Dante non è più capace di controllarsi, finalmente! Mi afferra la testa, mi scopa la bocca come un pazzo, cerca di resistere il più possibile però dopo poco mi riempie la bocca di sborra. <>, mi dice con voce roca e io non me lo faccio ripetere due volte, lo ripulisco tutto fino a farlo tornare lucido. Mi giro verso Disma, osservo la sua mazza e mi lecco le labbra. Lui si gira verso suo fratello, sorride e gli dice:<>. Mi prendono, mi buttano sul divano , mi fanno sdraiare su un fianco , mio marito m’incula e mio cognato scivola nella mia figa fradicia e calda. <>, mi sussurra Disma e nel frattempo sento i rantoli di Dante aumentare di volume; mi scopano entrambi con foga, facendomi venire più volte, finché non mi riempiono di sborra quasi simultaneamente per poi infilarmi in bocca le loro mazze ancora gocciolanti.

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