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Erotici Racconti

Cameriera Africana

By 7 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Prologo: Questa storia &egrave collegata ad un altro racconto ‘La Domestica’.
(link : https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=10802)Se vi fa piacere potete leggerla e scoprire altri personaggi o migliorare la conoscenza di quelli che trovate in questa ‘saga’ . I dati che comunque vi servono sono: Kira 28 anni Banga 13/14 anni(figlio di Kira).

L’estate colpiva , il caldo fa sudare la pelle tra i succinti vestiti e nella mia mente c’era tanta voglia di sesso repressa. Sentivo il bisogno netto di svuotare i coglioni fino ad esaurimento delle mie forze. Quella donna di colore passava spesso nelle mie fantasie. C’era l’occasione per sfogarmi dovevo vedere se lei aveva la stessa esigenza di dar fondo alla sua perversione. Volevo dividere con lei quei momenti.

Mia moglie doveva lavorare tutta la notte tra una settimana, indi per cui mentalmente iniziai a fare il mio programma. Si trattava di una linea guida non altro. Dovevo sfogarmi un po’. Potevo organizzare un uscita con gli amici di sempre oppure fare altro. Optai per la seconda ipotesi.
In quel periodo mi capita spesso di svegliarmi la mattina con una grande voglia di scopare. Mia moglie odiava farlo la mattina solo la sera , la notte prima di dormire era il suo momento.
Ultimamente con lei non ero mai soddisfatto. Lei tornava a casa stanca dal lavoro e quelle volte che la provocavo fino ad arrivare a coinvolgerla sessualmente si stancava presto.
Lei &egrave una donna particolare, non raggiunge l’orgasmo in fretta, ma, quando &egrave arrivata, al suo, perde completamente interesse per il sesso. Le piace poi essere coccolata ma non le interessa minimamente il cazzo.
In quel periodo io venivo una volta e la seconda rimanevo a bocca asciutta con una grossa voglia da sfogare e di dare. Sentivo proprio il bisogno di portare i miei istinti fino all’esaurimento. Mi conosco e so che poi per un bel po’, forse un mese, sarei rimasto più tranquillo e mi sarei adeguato meglio ai ritmi familiari.
Sono sempre stato una persona riflessiva e calcolatrice, forse troppo, comunque continuai a pensare come vedere Kira. Sui mezzi pubblici in fase di ritorno dopo la lunga e intensa giornata di lavoro, pensavo a lei.
A volte mi tornano in mente quei momenti e non nascondo che avvertivo un certo irrigidimento nella parte. Speravo che nessuno notasse la cosa. Cinque giorni prima dell’assenza di mia moglie decisi che dovevo chiamarla. Sapevo che con lei giocavo allo scoperto. Di sicuro sapeva chi ero. Al motel mi ero registrato. Se fin ora non si era fatta viva potevo star bene. Era stata per entrambi un avventura. E se si era trovata un compagno? L’unico modo era sentirla. Se poi le cose andavano male in quel senso potevo usare altre soluzioni. Era un rischio da vivere.
Mentre stavo percorrendo l’ultimo pezzo di strada per giungere a casa mi sedetti su una panchina nel parco. Vicino vi erano i bambini che giocavano facendo i classici schiamazzi. Trovata una panchina più distante da genitori e schiamazzi nella pace del verde, con il sole calante e il non intenso rumore del traffico in una grande metropoli mi accingo ad organizzare le corna a mia moglie.
Tiro fuori dal mio portafoglio il bigliettino con il numero. Il biglietto &egrave piccolo, piegato un sacco di volte per non essere notato in un angolo del mio portafogli. Compongo il numero, mi sento emozionato, mi sembra di essere tornato ragazzo, ho le stesse sensazioni di un primo appuntamento. Il cuore batte forte mentre il telefono squilla libero. Poi ecco la voce:
‘Pronto!’
Saluto e mi presento ricordandogli chi ero:
‘ Ciao Kira, non so’ seee ti ricordi di me, ecco sono il tizio che ti ha chiesto aiuto per il ghiaccio due o tre mesi fa’ e poi ” e qui tirai un sospiro e stetti in silenzio in attesa di sue parole.
Lei con voce allegra mi rispose dicendomi che si ricordava bene di me. E per farmi notare che aveva fatto i compiti disse ad alta voce il mio nome. Io non le avevo mai detto come mi chiamassi.
Ora ero un po’ più tranquillo, quindi continuai il mio discorso esponendogli la mia idea di rivederla. Sta volta volevo che fossimo soli. Non gli dissi e non accennai nulla sul figlio. Gli chiesi solo come stava il ragazzo.
Lei era compiaciuta e apprezzava la mia idea. Le avevo proposto una cena e poi in modo velato il ritorno al Motel per gustarci noi stessi.
Mi propose una variante, un viaggio ad un centro commerciale vicino e poi dopo la spesa sarei stato suo. Mi chiese il permesso di portare il ragazzo a cena. Io visto che lo volevo coinvolgere nel gioco, ma, senza dirlo apertamente, acconsentii. Fissammo l’ora e le modalità dell’incontro. Rimarcai che ero sposato e che lei non avrebbe dovuto chiamarmi mai dopo una certa ora. Era necessario che capisse che io rischiavo, non era altro che una scappatella per me. La relazione non aveva un seguito. Tutta via mi piacque molto conversare con lei, non fù solo un momento in cui ci accordavamo ma erano stati momenti magici dove parli di tutto e di niente con un entusiasmo che non sentivo più da diverso tempo. Mentre finivo il percorso per giungere a casa, pensavo a lei, e riflettevo sul fatto che forse mi stavo innamorando di lei. Non era solo una passione sessuale, ma, di più.
Arrivò il giorno prefissato. Anche quella mattina mi ero svegliato mega eccitato, avevo preferito non svuotarmi, tenere il tutto per la sera. Nell’arco della giornata lavorativa nei momenti vuoti pensavo a kira, quella donna era sempre più dentro di me. Quando la giornata lavorativa terminò mi diressi a casa dal lavoro, salutai mia moglie che stava per uscire per andare al lavoro. Io mi diressi in doccia per togliermi lo sporco della giornata e rinvigorire il mio essere. La mia donna, quando io terminai la doccia, entrò in bagno per salutarmi; io contraccambiai e rimasi per farmi la barba. Mi rendevo bello per la mia amante.
Poi mi vestii in modo sportivo e finalmente uscii per dirigermi dalla negretta.
Viaggiai allegro per la strada quando giunsi al Motel lei mi attendeva fuori con il figlio. Mi fermai scesi dalla macchina la salutai con un bacio sulla guancia. Salutai il ragazzo che sembrava imbarazzato. Forse lo ero più io, ma, non lo davo a vedere.
Era presto la donna propose di mangiare e poi fare la spesa, naturalmente acconsentii. Mangiammo ed io pagai la cena per tutti. Non parlammo di nulla di particolare durante il pasto. Non nascondo che fra noi due vi erano sguardi di complicità. Poi lei diede la libertà al ragazzo di fare un giro per in negozi, ci saremmo rivisti fra un ora nelle vicinanze di quel luogo. Noi due entrammo nel iper mercato. Io dirigo il carrello. I nostri discorsi cambiano, mutano diventano più intimi. La invito anche a comperare delle calze, faceva caldo ma in albergo c’era l’aria condizionata e quindi favorevole a giochi più liberi. Passammo dall’alimentare. Comperammo della Wodka al limone e alla fragola, insistetti per una terza bottiglia al Melone. Non sapevo se l’avremmo bevuta tutta ma rimanere senza era un vero peccato. Continuammo a girare fino a che il carrello non fosse colmo. Arrivammo alla cassa e fù lei a pagare il tutto. Ci dirigemmo quindi all’incontro con il giovane. Il ragazzo era dentro ad un negozio di videogiochi. Entrai e vidi che era interessato ad uno. Lo comperai per lui. Era un modo per comprarmi innocentemente la sua fiducia. Lui appena uscito con un grosso sorriso girava intorno alla mamma esprimendo tutta la sua felicità. Fuori incominciava ad oscurarsi il caldo opprime come un martello. Notavo le gocce di sudore che solcavano la canottiera della donna. In macchina sentivo il suo profumo mischiato all’odore intenso del ragazzo. Quell’odore un po’ mi dava fastidio, ma, non dissi nulla.
All’ingresso vi era una macchina in coda, lei mi disse di aspettare che finisse. Quando l’auto entrò ci avvicinammo. Lei salutò il conoscente e si fece dare una chiave di una stanza e poi con tranquillità mi diressi al suo alloggio per scaricare gli acquisti. Il ragazzo obbediente si caricò un po’ di merce. Lei lasciò in macchina le bottiglie e mi chiese di attenderla nella stanza. Io spostai la macchina raccattai le bottiglie. Feci spazio nel mini frigorifero e uscii a prendere del ghiaccio poi tornai in stanza e sul letto mi misi a guardare la televisione. Era stato aperto anche un canale porno. Non mi interessa e continuo a fare zapping in attesa della mia cameriera del motel, cosciente delle sue abili potenzialità. Finalmente la porta fece rumore. Mi avvicinai per aprire. Lei vestita come prima con un sorriso e con aria di voglia mi disse:
‘Ciaoooo, finalmente soli’
Chiusi la porta e subito le offrii da bere. Lei posò uno zaino sulla sedia , io la osservavo camminare quella minigonna scura che quasi non la copriva. Avevo già notato anche al super mercato lo sguardo degli altri uomini al suo passaggio. Quando si era seduta al locale, credo che molti avevano notato il tanga rosso. Le scarpe da ginnastica con i lacci rossi forse dovevano richiamare quel colore. Avevo anche notato un radicale cambio nella capigliatura, si stava lasciando crescere i capelli, più lunghi e lisci. Un particolare che apprezzavo molto nelle donne. Lei controllò il termostato mentre girava con il bicchiere. Poi io le feci diversi complimenti che lei accetto e mi rispose con dei magnifici sorrisi.
Disse:
‘ Senti io prendo la pillola per regolare il ciclo, adoro sentire tutto per cui vorrei che tu non usassi nulla. Ti và bene?’
Mentre mi diceva quella frase si era buttata su di me, facendomi sdraiare sul letto con il suo corpo sopra il mio.
Io risposi con un sorriso e poi dopo averla baciata per un po’ con avidità, facendo scorrere le mie mani su di lei e tirandole già via il tanga giù per le perfette gambe corte dissi:
‘ Si va bene, però mi piacerebbe che tenessi la gonna , mi eccita molto’
Lei : ‘ E’ la gonna ad eccitarti, o sono io?’
Ovviamente nessuno dei due smetteva di toccare o baciare l’altro le risposte erano lente perché i nostri corpi stavano liberando la loro passione il fiato diventava corto il cuore pompava nel corpo il sangue a forte velociatà. Lei lasciò cadere a terra il bicchiere vuoto ed io dissi:
‘Sei tu che mi ecciti’ ‘. ti voglio!’
Lei allora iniziò a levarmi i pantaloni e la polo. Il mio cazzo ora si ergeva diritto duro sui miei addominali. Lei passo la lingua e poi sentii le sue tette prendere in mezzo il mio fallo. Lei stringe ed io sento il morbido dei sui seni. Ho tanta voglia di lei. Sudo perché lei aveva alzato la temperatura della stanza, ma, forse &egrave per la situazione che mi stà coinvolgendo. Finalmente lei sale si gira ed io ho la sua figa sopra il mio volto. E’ il mio turno e mi immergo dentro di lei. Scosto la gonna che in quel momento &egrave un impiccio ed entro con la lingua dentro di lei. Il mio naso percepisce i suoi odori forti e il suo profumo di intimo e pulito. La donna si era preparata a quel momento. Il suo culo nero sodo veniva ricoperto dalle mie carezze. Poi preso dalla passione le carezze divennero forza per trattenere e allargare quel culo tondo perfetto.
Lei iniziò ad ansimare ed ebbe il suo primo orgasmo. Per un attimo crollo senza forza sul mio corpo. Poi vedendo il mio palo in fronte a lei mi scambio il favore con la sua bocca. Io continuavo a giocare con le dita e la sua passera bagnatissima.
Nella sua bocca e sollecitato dalla sua mano con carezze sui coglioni io venni. Poco prima di venire lo dissi, lei per risposta aumento il ritmo e si tenne il mio seme in bocca. Poi si girò verso di me per farsi vedere. Al che io ero momentaneamente soddisfatto. Le dissi:
‘ Stupendo, beviamo un po’? Di tempo ne abbiamo parecchio io non ho fretta e tu? ‘
Lei : ‘Certo apri quella alla fragola vorrei provarla, grazie.’
Da lì iniziammo un attimo a parlare.
Iniziammo a conoscerci un po’ meglio a livello sessuale e privato. Avevamo in comune : una grossa fame sessuale. Entrambi bevendo un po’ perdemmo altre inibizioni per giungere a qualche cosa di diverso dal normale. Ma che cosa si può definire normale? La normalità &egrave data dal giudizio di un singolo ogni uno al suo concetto di normalità. Per il mio metro ero andato oltre.

Tra un bicchiere ed un altro erano venuti fuori discorsi seri. Lei in breve mi raccontò che era arrivata in Italia per cambiare vita. Grazie a sua sorella era giunta qui. Lei era del Kenia e suo marito e suo padre erano stati uccisi e così scappò con il figlio. Fu fortunata e riuscii a lavorare lì al posto della sorella. Sua sorella si era sposata con il proprietario. Era da quattro anni che non stava con un uomo. E da un anno circa sfogava i suoi istinti con il figlio. Sapeva che era sbagliato, ma, quando lo faceva beveva così si faceva meno domande e meno problemi. Mi raccontò anche che la prima volta che prese il palo immenso del figlio ebbe diversi problemi. Le sue dimensioni le avevano dato problemi seri. Le ci volle una settimana per sedersi in modo normale. La notte del nostro incontro fu davvero particolare per lei. Erano state delle coincidenze strane. Lei stava bevendo perché aveva già voglia di ‘fare’ il mio incontro fu’ fortuito e quello le diede la spinta in più. Suo figlio non aveva una gran vita sociale e questo le faceva buon gioco.
Io ascoltai il tutto la fissavo, bevevo e riflettevo. Non dissi nulla di diverso su alcune considerazioni o richiesta di chiarimenti. Dentro di me albergava un nuovo pensiero, forse dato dal livello alcolico, quella donna mi piaceva molto, me ne stavo innamorando e se forse dovevo cambiare donna? Pensai che dovevo pensarci con calma e non in quel momento. Decisi di avvicinarmi a lei e iniziai ad accarezzarla li sulla sedia. Le presi il bicchiere ne versai un nuovo sorso misi il ghiaccio feci lo stesso per me. Un sorso e tutto scomparve ed invitai lei a fare lo stesso. Lei si sbrodolò, ridemmo ed io come un avvoltoio rincorsi le gocce che si muovevano sul suo corpo con la lingua. Poi le chiesi:
‘Ti sei portata le calze che abbiamo preso?’
Lei fece un sorriso e poi scherzando disse: ‘Usciamo mi devo vestire?’
Io ridendo dissi:
‘No, No, stiamo qui e che ‘ vorrei vederti come ti stanno.’
Lei quindi : ‘Come vuoi? La gonna? ‘
Offrendomi un magnifico sorriso di complicità. Io la baciai l’accarezzai e poi a stretto contatto le dissi:
‘ Solo il tuo corpo da sballo e le calze’ Facendo quello le porsi il mio bicchiere che quando fù vuoto fu riempito nuovamente. Ormai non c’era distinzione l’intimità era sempre più forte. Io mi accesi una sigaretta e li guardandomi mi disse:
‘ Dovresti smettere, non fanno bene quante ne fumi al giorno?’
Io: ‘ Bh&egrave dipende in genere quando sono rilassato”
Lei ‘allora te ne concedo al massimo altre due sta sera”
Io sorrisi e dissi : ‘Va bene!’
Osservavo intanto i suoi movimenti delicati mentre si infilava le eccitanti calze. Aveva messo dei collant blu. A questo punto mi avvicinai a lei e dissi:
‘ Ma non dovevano essere autoreggenti?’
Lei: ‘Prese il pacchetto e lesse, e nò queste no’ Ho sbagliato”
Io: ‘MMMM allora vanno modificate!!’ Il tutto condito da un sogghigno.
La presi in braccio e la portai sul letto poi le divaricai le gambe e con un poco di fatica mi misi a tirare per spaccare quel silicone. Tirai in mezzo alle gambe e finalmente la passera era libera. Poi la feci voltare ed allargai meglio. Lei subito prese il bicchiere che era appoggiato al comodino bevette e poi facendone cadere un po’ sul letto disse:
‘Tutto lavoro sprecato, quindi ‘sei un diavolo!!!’
Le sue chiappe erano bagnate dal sudore io mi addentrai nuovamente con la mia bocca. E poi non permettendole di muoversi la penetrai diritto in quella umida figa. La pompai per un po’. La sentivo gemere per il piacere. Poi le tirai su il sedere. Mi feci una scorazzata anche nel suo secondo buco. Non notavo in lei un particolare piacere nel sentirmi lì. Che fosse ormai succube del cazzo di suo figlio. Sentivo che quel buco era largo infatti. Quando estrassi il mio arnese sentii anche un leggero olezzo di merda. Mi congedai un secondo da lei , le dissi:
‘Vado in bagno un attimo non ti raffreddare’ ‘
Chiusi la porta, e mi diedi una lavata al cazzo, con il passaggio della tiepida acqua mi venne anche lo stimolo di una pisciata che feci. Poi tornai da lei, con la mia erezione un po’ scemata. Lei vide il fallo e mi fece segno di raggiungere la sua bocca. Dopo un po’ di lavoro di bocca lei lo guardò e disse:
‘Dai sdraiati voglio stare sopra.’
Mi sdraiai. Lei si siede come se fosse sul Water e con la sua nera mano gestisce l’ingresso del vigoroso palo nella sua bella figa. Adesso percorre con movimenti ritmici in su ed in giù il mio palo. Le sue ginocchia vengono accarezzate dalle mie mani. Il suo ritmo aumenta. Io stò davvero bene. Sento la sua fregna avvolgere con calore e umidità il mio fallo. Sembra fatta a posta per darmi piacere. Forse il ragazzo non poteva accedere lì. Se lei era un’amante della sborra sapeva che non poteva permettersi un ingresso lì. O forse lasciava fuori il cazzo del ragazzo perché aveva paura di non poterne più fare a meno. Ma in quel momento i miei pensieri non erano quelli.
Accarezzavo le sue gambe il suo seno, lei urla e viene si blocca per un attimo. Si siede e ingoia, nella sua figa, completamente il mio fallo. Le chiedo un bacio, lei si muove facendo cura di mantenere il mio arnese duro nella ormai bagnatissima figa. Dopo un po’ che mi bacia alzo le ginocchia per bloccarla ed inizio a spingere sempre più forte. Lei smette di baciarmi e sento la sua voce che sente la fatica ad ogni botta pesante e profonda.
Lo sento stò per venire inizio a stringere con le mani le sue chiappe. I miei muscoli si tendono. Io la inondo con il mio sperma e anche lei viene nuovamente presa da un orgasmo. Sudatissimi rimaniamo immobili in silenzio in quella posizione mentre sento il rilassamento nei miei muscoli.
Anche le sue chiappe ora tornano morbide e piacevoli cuscini per le mie mani avide. In quella posizione per un dieci minuti ci addormentiamo.
Incominciai a sentire la tv, mi sveglia. Lei era appoggiata al mio petto. Iniziai ad accarezzarla fino a giungere alla sue chiappe. A quel punto mi misi a giocare con il suo ano allargandolo. Lei ovviamente si svegliò e disse:
‘ Vogliosetto’, mi piaci!!! Lì però ho bisogno di un grosso cazzo. Ormai mi sono abituata. Il tuo &egrave troppo duro non si piega e mi dà quasi fastidio, in quel buchetto. ‘
Io: ‘Come ‘ come spiegami.’
Lei: ‘ Bh&egrave in pratica quello di mio figlio si adatta il tuo rimane rigido &egrave un piacere nella mia fighetta! Ma ti posso fare una domanda?’
Io smisi di giocare con il suo corpo , vedendo il suo viso capivo che la cosa si faceva seria, misi le mani sotto le sue ascelle e delicatamente la tirai più verso di me. Lei si tenne alta con le braccia sopra di me ed io risposi:
‘Siii’
Lei: ‘ In realtà &egrave più di una la domanda. Uno ‘ non &egrave che oggi fai l’amore con me e poi non ci vediamo più ? Due, l’altra donna ?’
Partii a rispondere dalla seconda domanda:
‘L’altra donna non la vedrò più. E’ stato un mio errore e non mi piace molto. Avevo bisogno di fare sesso, l’unico lato positivo &egrave chi mi &egrave servita per incontrare te’ forse era destino.’
Feci una pausa e poi indietreggiai misi il cuscino alla spalliera da usare come schienale feci cenno a lei di mettersi vicina a me, quando fù a posto bevetti un nuovo sorso finendo il bicchiere e continuai:
‘Forse farò un errore a dirti questo: forse nò, ma, lo sento. Credo di essermi proprio innamorato di te. A parte l’affinità sessuale vedo altro, mi sbaglio?’
Lei passandosi una mano fra i capelli disse:
‘No, non ti sbagli, anche per me &egrave lo stesso.’
Io incalzai: ‘ Senti godiamoci la serata alla fine &egrave presto, ci pensiamo poi sgomberi da alcol, per ora, viviamo la magia che ci circonda.’
Lei sorrise e mi baciò.
Dopo un po’ di sbaciucchiamenti la passione prese il sopravvento e quindi mentre passavo la mia lingua sul suo corpo scuro e arrivai alle sue parti intime , dissi:
‘Perché non fai venire tuo figlio, tu mi stai sopra lui agisce nel tuo stupendo culo io nella tua bella figa e vediamo cosa succede”
Lei con voce alterata e compiaciuta disse:
‘Che porci che siamo’ Siiii dieci minuti e lo chiamo”
Decidemmo per un nuovo gioco a tre. La passione fa’ perdere la ragione. Nuove esperienze che danno nuovo vigore ad una relazione in costruzione. La sua passione mi devasta adoro sempre più quella donna insaziabile.

Quando mi distaccai da quella invitante peluria e umidità dopo che la donna si era goduta un nuovo orgasmo ci scolammo un altro bicchierino di Wodka. Io comunque sentivo che dovevo fermarmi mentre lei impavida beveva di più. Forse le piaceva lo stordimento o comunque risultava ancora più allegra. Perdendo l’equilibrio raggiunse il suo zaino. Si sedette sulla sedia e si tolse le calze che le davano fastidio. Prese un barattolo di vasellina e mi disse :
‘Adesso ti insegno come me la devi mettere poi chiamiamo il mio pistolone’ il tutto condito da un po’ di risate. Lei si distese sul letto mi diede le indicazioni sul mio lavoretto. Nel frattempo con il mio cellulare in mano compose il numero del suo, in attesa di una risposta dal figlio.
Io giocavo con il suo ano e di tanto in tanto involontariamente lei faceva sentire con sospiri il piacere di quelle penetrazioni di dita nel suo bel buchetto. Era la prima volta che facevo una simile ‘perquisizione anale’ mi piaceva e già mi faceva rizzare il mio uccello. Lei ordinò al ragazzo di raggiungerci in stanza e di portare pure una lattina di coca cola. Nell’attesa di quel momento io mi sdraia con lei sopra e dopo qualche bacio e un po’ di passione senza eccedere la porta fu battezzata da colpetti e dalla voce del giovane che diceva:
‘Sono qui!’
La donna disse: ‘Un attimo arrivo!’
Alzandosi mi tirò il copri letto sopra e passò dal bagno per prendersi un asciugamano di quelli grossi da doccia che si avvolse intorno per coprirsi, poi mentre si sistemava mi strizzo l’occhio e mi disse:
‘Ci gioco un po’ prima se nò, non mi diverto.’
Aprii la porta e disse: ‘ Dai entra un attimo.’
Lui: ‘Mamma stavo giocando’
Lei: ‘Non sei già a letto?’
Lui: ‘Ma sono le nove e mezza avevi detto al massimo alle dieci e mezza.’
Kira: ‘Aaaa Va bene comunque entra un attimo e siediti li’
Chiuse la porta e girò il blocco. Poi disse :
‘E levati i pantaloni che voglio guardare un po’ cosa ti sei messo sotto.’
A questo punto lo sguardo del ragazzo cambio divenne quasi sorridente, mi guardò e mi fece un sorriso. Io allora dissi:
‘Dai non far arrabbiare la mamma , forza.’
Lui si tolse i pantaloni e si sedette con i boxer sulla sedia. Lei allora si avvicinò e gli disse: ‘ Devi fare pipi?’
Lui : ‘ Ora? Mmmm si forse”
Kira: ‘ vai a farla su e levati le mutande’ Il ragazzo esegui la donna mi guardò e poi lo guardò dalla porta del bagno. Quando ebbe finito lo aspetto fuori e guardandomi si tolse l’asciugamano al che prese il palo con la mano ed iniziò a giocarci. Il ragazzo ora era muto accondiscendeva ai quei rintocchi di mano. Lei poi lo portò vicino a letto e gli disse:
‘stai qui’. Iniziò a sfregarsi a lui con le sue chiappe la capella si ingrandiva sempre più, lei poi iniziò a leccare sempre più. Poi prese la vasellina e con cura spruzzo il gel e massaggio il palo. Io sotto il lenzuolo avevo il mio arnese in tensione.
Lei: ‘ Ora fai un piccolo piacere a mammina poi puoi andare a giocare e ti prolungo l’orario di un’ora ‘.
Lei tolse il lenzuolo io mi mossi in centro al letto. Lei si fece una leccatina del mio fallo e poi si lasciò penetrare da me nella sua umida figa. Durante la penetrazione fece quasi urla al di fuori del comune per la penetrazione subita. Mi disse di allargare le gambe per lasciare spazio a Banga. Egli giunse le sue narici allargate il suo respiro forte ora erano molto vicini. La donna si discostò per baciarmi facendo uscire il mio cazzo dalla sua fighetta. Il ragazzo iniziò il suo rito. Sentii il suo fallo passare sul mio e tentare l’ingresso nella mia figa. Lei subito smise di baciarmi e disse:
‘Ma porc! Lì nò!! Non &egrave per te, io ora sono sua.’
Il ragazzo non parlò non disse nulla ed io non sentii più il suo peso. Dopo qualche istante lei si muoveva e gemeva. Si inarcò e con la sua mano guidò il mio ingresso. Sentivo una certa pressione ed una quantità di umidità elevata. Lei mi disse in un orecchio:
‘Rimani fermo con cazzo, vediamo cosa succede.’
Mentre si sforza per acquisire il grosso fallo mi guarda a bocca aperta, della saliva ricade su di me, stà perdendo il controllo dei suoi sensi. Poi mi bacia ma non riesce per molto il ragazzo si muove violentemente. Sento il suo corpo attaccato al mio che vibra. La donna vibra. Attraverso le pareti vaginali sento il movimento del cazzo nero. Il ragazzo ora freme vibra sta scaricare, lei anche lo sente e gli dice:
‘Esciii esciiii’
Io che tenevo con le mani il suo bel sedere strofino e sento il liquido caldo che divampa sul suo ano e intorno. A quel punto inizio a muovermi io e lei dice al ragazzo:
‘ fattelo diventare pronto che lo rivoglio lì’
Lui: ‘ Mamma devo pulire?’
Lei mentre ansima sotto i miei colpi: ‘Noooooo’
Ed ecco il suo orgasmo mentre io sono ancora lontano dal mio apice. Rallento e quasi mi fermo sento che il ragazzo fa’ pressione. Avverto la pressione e il sudore della pelle della donna e la voce che indica una nuova penetrazione in corso ed una nuova goduria. Rallento i miei movimenti perché la pressione mi obbliga a stare presso che fermo. Il ragazzo avanza sul letto le sue gambe sono vicine alle mie; ogni tanto io mi muovo quando avverto che lui e fermo. Lei &egrave presa da quel piacere. Il respiro del ragazzo corre veloce non riesco più a muovermi sento i colpi veloci e potenti che devastano il culo della mia donna. Poi a velocità esce e rientra lei urla per il dolore nel nuovo ingresso a denti stretti subisce il fallo del figlio. Il ragazzo si ferma tira fuori completamente il fallo lei avanza lo ferma con la mano dice :
‘Fermiii ‘
Velocemente si leva dalla posizione viene avanti e fa’ uscire il mio cazzo che mi sbava sull’addome si gira mi alzo leggermente e ho in forte le chiappe. In mezzo un grosso quantitativo di sperma. Lei prende in bocca il fallo del ragazzo io gioco con la sua figa con il cazzo che rimbalza sulle sue tette. Finalmente il ragazzo libera un nuovo quantitativo. Lei lo guarda e dice: ‘Rivestiti datti una lavata, a casa e poi stai alzato fino alleee ”
L’ometto rispose: ‘undici e trenta’
Lei non curante si sdraia e mi dice : ‘Fammi godere”
Io prendo il lenzuolo copro i nostri corpi ed inizio a fotterla. Sempre più veloce mi dimentico del ragazzo e vado avanti finche non ho goduto e anche lei &egrave venuta. Le sue urla in quel momento mi incitano sempre più la scopo sempre più veloce la vedo impazzire sotto i miei colpi precisi veloci, e quando rallento prende respiro in attese di un nuovo incremento di velocità . Quando levo il lenzuolo mi accorgo che siamo soli.
Il caldo mi devasta. Lei e piena di umori miei e del ragazzo. Le propongo una doccia per ripulirci e rinfrescarci.
Dopo un po’ di sesso sul letto si passa ad un nuovo giro di giostra nel bagno ove la bella bambolina scopre una sua nuova perversione.

Finimmo la doccia e i nostri odori e sapori erano scomparsi. Mi pettinai ed asciugai. Lei fece lo stesso. Iniziammo un attimo a colloquiare io seduto sul water mentre la osservavo sistemarsi. Andai di là a prendere i bicchieri colmi dell’alcolico e un po’ di ghiaccio che ormai era praticamente sciolto. Lei mi chiese di mia moglie. Io le svelai che in realtà convivevo e che ultimamente in noi non c’era la stessa armonia. Ero combattuto e l’incontrare lei aveva dato una svolta alla mia vita. Ma poi eclissai chiedendole un po’ di lei. Lei mi raccontò parte della sua vita, come era giunta lì. Quanto era difficile lavorare e studiare. Andava a scuola la sera. Si certo quel giorno aveva saltato, voleva trovare un altro lavoro. Nel frattempo doveva stare lì. Mi parlò anche un po’ di sua sorella che aveva la mia età. Ormai ero asciutto mi tolsi il soffice ‘asciugamanone’ e poi lo levai anche lei. Mi divertii un po’ a baciarla ed a accarezzarla. La sua pelle fresca e liscia mi piace i miei sensi mi dicono goditela. Con calma e gentilezza la spingo verso la vasca. Lei si lascia condurre e ora si trova all’interno della bianca vasca. Il colore della sua pelle risalta. Lei si mette a quattro ‘zampe’ come una cagnolina e muove il suo sedere per provocarmi. A questo punto senza pensarci troppo le do’ una pacca su quei glutei. Non &egrave stato uno schiaffo forte un semplice colpo ben calibrato. Lei urla per l’inaspettata reazione. Io divarico le gambe le dico: ‘ Rimani così!’
Lei abbassa la testa ed io mirando al suo sedere lascio andare il mio getto. Lei quando ho terminato si passa la mano il suo sguardo &egrave quello di una pantera che vuole il mio sangue. Esce dalla vasca e sale sul mobile vicino al lavandino e in modo snodato divarica le gambe. Dalla sua fregna cadono gocce del mio nettare dorato al che io la penetro e sento il mio bagnato ed il suo corpo. Le sue mani cercano appiglio sul lavandino mentre io sempre più violentemente mi prendo quella donna voglio che lei mi senta. La sua voce le sue urla e quella posizione per me nuova mi danno sempre più piacere. Il suo corpo sale e si abbassa sulle fredde piastrelle. Sento i movimenti del suo bacino e non mi trattengo, ben presto ho il mio orgasmo e quando le stò regalando il mio seme anche lei schizza perché ha avuto un nuovo e travolgete attimo di passione che l’ha resa ancora più donna.
A quel punto entrambi ci dirigemmo sul letto. La voglia per entrambi era scemata e un po’ di stanchezza ci assalì quindi riposammo fra le lenzuola per un paio d’ore.
Alle prime luci dell’alba io aprii gli occhi un lieve mal di testa copriva i miei pensieri mentre osservavo la nera donna al mio fianco ancora assopita nei suoi sogni. La scoprii meglio e il suo tondo sedere mi stuzzicava assai. Mi diressi in bagno e lascia liberare i miei reni. Quando tornai la osservai con più attenzione e senza dire nulla le scostai le gambe per prepararla ad un nuovo ‘match’. Il mio fallo bianco si muoveva fra quelle chiappe scure dopo un po’ di sfregamenti le entrai nella sua passarina. Lei non aprì gli occhi ma iniziò ad ansimare . Le sue mani si muovevano sulle lenzuola Io auentavo il ritmo e non curante estraevo per usare anche il suo secondo buco. Giocai con lei parecchio fino a che non sentii il bisogno di inondarla appoggia il mio palo tra le due chiappe ed un getto furioso partì colpendo buona parte della sua schiena poi mi sdraiai lateralmente a lei.
Ero soddisfatto per la mia opera il mal di testa si era attenuato ma ora tornava a pulsare in me, facendomi quasi perdere quell’istante di sommo piacere provato.

Passo diverso tempo e i nostri incontri si infittirono fù così che decisi di lasciare la mia compagna e di aprire una nuova relazione con Kira. Mi immedesimarmi in un ruolo a me sconosciuto quello del padrino. Iniziai anche a conoscere meglio la sorella di Kira di nome Kubra .
Scopri un lato nascosto di lei. All’inizio il nostro rapporto nacque nella diffidenza ma poi diciamo che un lato oscuro ci colpi entrambi.
Ovviamente entrambi eravamo sempre più coinvolti nel vivere quotidiano la nostra conoscenza si aprii sempre più.
Una nuova scoperta inquitante modificò il mio nuovo modo di vivere.
La zia di Banga ama il grosso cazzo.

La mia vita era cambiata in modo radicale in poco tempo. Avevo riacquistato una certa libertà e mi era tornata una grossa voglia di vivere.
Non ero più un persona pantofolai ma uscivo moleto più spesso di casa e allo stesso tempo ricavavo più tempo per me.
Capitavano spesso delle serate pazze di sesso con Kira e avevo iniziato a conoscere meglio Kubra che con me risultava scontrosa.
Lei &egrave più alta di sua sorella con due gambe ben tornite ed un fisico mantenuto vivo dagli esercizi in palestra. Un seno abbondante ed un bocca stupenda. I loro visi si assomigliano. Ella era molto attaccata al nipote che spesso accudiva e forse considerava come suo figlio. Questo modo di vedere Banga faceva si che spesso assistevo a discussione feroci fra le due sorelle.
Lei si &egrave sposata con un uomo abbastanza vecchio oltre i settanta anni. Il cui scopo era certo quello di avere un’infermiera più che un amante. Lui lo conoscevo poco, incontrato qualche volta a cena a casa loro.
Una sera dopo il lavoro mi diressi verso casa di Kira, sarebbe tornata un po’ più tardi perché era a scuola e aveva litigato con la sorella per cui dovevo fargli il favore di stare un po’ con il ragazzo.
Ormai avevo le chiavi di casa e fù per me una grossa sorpresa quello che vidi.
Parcheggiai l’auto e scesi per dirigermi verso la loro casetta. La porta era aperta e mi ritrovai in corridoio. La televisione era spenta e sento dei rumori particolari che mi insospettirono.
Lentamente mi mossi verso quei rumori e vidi le gambe di Banga sporgere dal letto mentre uno stupendo culo nero si muoveva ritmicamente sopra quel palo. La folta peluria che intravvedevo mi faceva capire che non era certo Kira. La donna era sopra il ragazzo i suoi seni sovrastavano il volto e di tanto in tanto aumenta il ritmo lasciando fuori parte del palo. Il mio palo non poteva che irrigidirsi di fronte ad un simile spettacolo. Mi avvicino sempre più per vedere meglio lo spettacolo. Nessuno si accorge della mia presenza. Mi abbasso per guardare sempre meglio la figa. Noto che vi &egrave un quantitativo enorme di liquido emanato da quelle passera. Saranno le abbondanti dimensioni del cazzo e anche i movimenti di intesa fra le due parti. Lei si alza un po’ ed ora vedo quei magnifici seni con enormi capezzoli, lei apre gli occhi e mi vede. Il Suo volto &egrave preso dal piacere non dice nulla e mi sorride e con la mano mi accarezza. Si sdrai e ricopre di nuovo il ragazzo le gambe si induriscono per far scorrere il palo dentro di lei. Lei urla per il piacere ogni volta che sente entrare più in lei il palo nero.
Mi chino e vedo il bastone muoversi dare un botta sicura e poi come gonfiarsi vedo sento un rumore e vedo che dal palo ad ogni movimento esce un liquido bianco che ben presto invade sempre di più i peli neri e colora la figa. Il palo ora perde tutto quel vigore e diventa sempre più molle fino a che non esce da solo dalla figa macchiata. Quando punta in basso scroscia sul pavaminto il liquido che ancora esce dalla fessura del pene. Lei con la mano tenta il recupero. I fiotti continuano ad uscire verso il pavimento. Lei non riesce a riconquistare lo scettro. Quindi parla: ‘ Ma non hai controllo dimmelo rallentavo!!!’
Lui: ‘Scusa zia’
Lei si alza mi guarda e dice: ‘ Ti &egrave piaciuto lo spettacolo ?’ Senza poi dire altro si avventa sulla cerniera dei miei pantaloni si inginocchia e mi inizia a prendere il cazzo in bocca. Una maestria assoluta non ho il tempo ne la voglia di oppormi. Dopo un po’ mi guarda e dice: ‘ Scopami!!!’
A questo punto dandomi il culo e sistemandosi sul letto allarga la figa con le mani mentre si sparge meglio lo sperma del ragazzo come per fare da lubrificante.
In quel momento non c’era bisogno di parlare quindi senza dir nulla mi avventai in quel paradiso. Dopo un po’ di colpi mi avvicinai al suo orecchio e passandole la lingua in quel lobo le dissi:
‘Dai scopami tu!’ Detto questo mi misi affianco al ragazzo sul letto e fu lei a sovrastarmi. Le sue tette colpivano il mio volto mentre io sentivo il suo sapore. Era molto sudata per lo sforzo. Dopo un po’ avemmo entrambi un orgasmo e lei si lasciò cadere su di me e rimase immobile per un po’ con il mio cazzo dentro di lei.
A questo punto il giovane si alzò e senza avvisare la donna iniziò a penetrarle il culo. La donna stava per scappare in avanti io con le mani le bloccai il bacino. Il ragazzo quindi poté continuare ad infilzare la donna. Lei : ‘aahh ahhh che grosso!!!’
Il piccolo non curante prese il bacino della donna e si tirava in avanti per accorciare la distanza. Io incomiciavo a sentire tra le pareti un certo indurimento, ben presto il ragazzo si muoveva ed il mio cazzo immobile si irrigidì. Sentivo le pareti umide e vedevo le tette sudate abbattersi su di me mentre la donna a denti stretti subiva quella sodomizzazione.
Non ci volle molto per il giovane che ebbe un nuovo orgasmo meno forte del precedente. Sentii l’arnese uscire e lasciarmi spazio per muovermi più liberamente. Con le mani spingevo le sue chiappe al mio ritmo lei per un attimo si avvinghio bloccandomi.
Poi lei disse al ragazzo : ‘ Vai a lavarti, dopo andiamo a prendere la pizza.’ Lui senza dir nulla se ne andò verso il bagno. Lei mantenendo il mio cazzo dentro di lei mi disse:
‘Come la mettiamo io e te?’
Io: ‘Bh&egrave magari dovremmo dirlo a lei?’
Lei: ‘ mmmm tu pensi che mia sorella non si arrabbi?’
Io: ‘ Magari per Banga si, io, penso che tu non la conosca bene.’
Lei continuò: ‘ Sai io prima ero una prostituta e ora ”
Io: ‘Senti che ne dici se gli parliamo assieme ‘ magari Sabato notte? Ho un idea .’
Lei si strinse le tette e disse: ‘ Tu potresti perderci più di me, sei sicuro?’
Io : ‘Vedremo, a Banga ci parlo io , dopo.’
A quel punto la rigirai sul letto lei mi avvolese con le sue lunghe gambe ed io iniziai a sbatterla molto forte e velocemente . Quella posizione mi eccitava e mi sentivo tutt’uno con lei sembrava proprio la posizione giusta per godere. Dopo un po’ vidi i suoi addominali indurisi ed io venni copiosamente dentro di lei. A quel punto iniziai a baciarla e lei rispose al mio bacio senza opporre alcuna resistenza.

Dopo esserci sistemati e mangiato feci un breve discorso al ragazzo chiedendogli di non raccontare nulla alla mamma e che ci avrei pensato io. Lui mi promise di fare come gli avevo chiesto. Iniziai ad organizzarmi per il Sabato acquistando un po’ di bevande alcoliche per far esplodere Kira.
Kira ora diviene una dominatrice e sfoga la sua rabbia sulla sorella maggiore che inerme subisce gli abusi e le sevizie ,complice incestuso il figlio, inconsapevole ma felice per la sua partecipazione.

In settimana io e Kubra ci eravamo messi d’accordo lei sarebbe giunta in tarda serata.
Io avevo portato fuori a cena Kira e poi saremmo tornati in Motel avevamo già preso una delle stanze per noi due.
La sera era appena iniziata e già eravamo felici, la mia accompagnatrice aveva già iniziato a bere in previsione di quello che sarebbe successo dopo. Quando arrivammo al motel era già allegra e vogliosa. Le sue mani si insinuavano spesso fra i miei pantaloni per sentire a che punto era il mio serpente e se non era rigido lo strofinava come la lampada del genio in attesa che esso uscisse per esternare il suo potere.
Ci sistemammo in stanza ed ero indeciso sul da farsi, dovevo parlarle di quello che era successo, oppure nò.
Non ero più tanto sicuro di me stesso e se effettivamente era una pessima idea. Iniziammo comunque a baciarci e i nostri vestiti volavano via. I miei pensieri svanirono mi concentravo sul sapore di lei che ormai mi inebriava quando ad un certo punto sentimmo bussare alla porta.
Un attimo di panico ci colpì. Non ci muovemmo e poi di nuovo. A quel punto io chiesi chi fosse. Un voce flebile di donna rispose.
Kira si alzò e andò ad aprire dopo essersi coperta con il mio maglione. Aprì la porta e subito chiese alla sorella se era successo qualche cosa al figlio.
Lei entrò e tranquillizzo la sorella e poi guardò me interrogativa. Io con la testa feci cenno ‘di nò’ come per dirle che non le avevo detto nulla.

La donna appena giunta porta una mini gonna Jeans molto corta che mostra visibilmente il sedere una maglietta stretta che esalta il seno. A quel punto mentre io ero sotto le coperte chiese a sua sorella di sedersi un attimo voleva parlarle. Lei fece resistenza evidenziando la situazione e posticipando la discussione, io quindi decisi di intervenire e dissi:
‘ E’ importante dai siediti.’
Il suo volto cambiò espressione divenendo pensieroso.
Quando lei si fù accomodata io iniziai:
‘ Va bene ‘ ‘
ti devo dire una cosa.
Martedì io e tua sorella abbiamo ‘ sfogato i nostri istinti,
lei voleva non dirti nulla io bh&egrave ‘
ho pensato che dovessi saperlo ‘
ora se vuoi me ne vado senza problemi.’
Lei mi guardò perplessa e poi dopo poco ci disse:
‘OK, va bene, grazie di avermi reso partecipe, comunque lo sapevo, Banga mi ha detto tutto.’
Questa volta rimanemmo entrambi vasiti. Lei continuò: ‘ Sono contenta che abbiate deciso di rendermi partecipe cosa volete fare?’
Io : ‘ Bh&egrave ‘ visto che non sei arrabbiata niente, volevo essere sincero con te, volevo che sapessi.’
Kubra a questo punto parlò: ‘ Io non volevo dirti nulla ma lui era convinto che fosse giusto nei tuoi confronti per me era solo sesso. Sai che non lo faccio da parecchio e mi manca.’
Kira : ‘ Si alzò abbraccio la sorella e disse: ‘ Veramente non sono arrabbiata e mi fa piacere che me ne abbiate parlato abbiamo degli scheletri dentro l’armadio tutti e tre. Ma la sincerità &egrave importante io non sarei qui se non fosse per te, So’ che mi vuoi bene e so che tu mi ami’ guardando me, poi sospirò e continuò: ‘Non siamo persone normali &egrave questo che ci rende speciali. Vi chiedo solo una cosa : Non prendetemi in giro.’
Io la guardai e dissi: ‘ Io ti voglio per come sei e pensavo anche che magari potevamo fare un gioco a tre.’
Lei si spogliò e dirigendosi verso sua sorella disse: ‘ Va bene ad una condizione. Niente più sotterfugi solo tutti e tre senza cose di nascosto promettetelo . ‘ Dicendo questo sorrideva e intanto infilava la mano fra le cosce della sorella per tirare giù il tanga fino a terra. Poi lei alzò le gambe per liberarsi dell’impaccio. La sorellina continuò quindi e la spinse verso il letto le tolse la maglietta e le disse qualche cosa che io non capii perché nella loro lingua natale. La donna alta intanto con la mano si avventò sotto il lenzuolo ed iniziò a muovere la mia asta. Poi iniziò ad ansimare quando la sorella scomparve nelle sue parti intime. I folti peli iniziarono a bagnarsi di saliva e umori.
Io mi diressi verso quei grossi seni che senza reggiseno formavano un forma a pera molto soda. Notai che in alcuni punti vi erano delle smagliature date da peso di quegli enormi meloni. La mia lingua gira intorno al capezzolo mentre la mia mano spazia sull’altro e stringeva e mollava quella nera morbida pera.
Ad un certo punto Kira bevette dalla bottiglie e disse:
‘ Devo andare a prendere una cosa a casa. Non muovetevi non fate niente senza di me o mi arrabbio davvero.’
Si rivestì e usci di corsa dalla stanza.
Io mi discostai da lei ma lei mi attirò verso le sue labbra carnose e iniziammo a scambiarci un bacio con la lingua. Non capivo più nulla e la mia mano scivolò in mezzo alle sue parti intime che emanavano umori femminili. Sentivo la sua ‘bava’ ed ero sempre più eccitato. Per un attimo ebbi un lume e mi distaccai da lei, alzandomi dal letto nudo con il mio cazzo eretto di fronte a lei. Mi sedetti lontano e presi una sigaretta per attendere la mia donna.
Iniziammo a parlare e le dissi apertamente che mi piaceva molto lei come risposta mi fece un sorriso e si sdraio sul letto sospirando.
Si mosse sul letto come una pantera per evidenziare ancora meglio le sue forme di donna.
Nell’attesa accesi la tv e mi sorseggiavo un po’ di wodka.
La serratura scatto, la piccola donna apri e guardò in giro. Si accertò che eravamo distaccati. Senza dir nulla infilò una mano fra le cosce muscolose della sorella levò la mano per controllare che non ci fosse nient’altro a parte i suoi umori. Mi guardò e sorrise. Poi invitò la sorella ad andare avanti e tenendola per i polsi li avvicino e poi con un foulard, che estrasse da una borsa che si era portata, la legò alla spalliera. Le sue ginocchia toccavano terra il su culo alto. Le sue tette puntavano verso il pavimento mentre lei scostava la gonna. Prese una bandana e le legò la bocca. Era stata veloce non aveva avuto tempo di dire nulla se non un flebile lamento quando lei strinse la bandana. La bocca era bloccata e le labbra erano attraversate da quella bandana rossa.
Io dalla sedia non potevo che godermi lo spettacolo. Ma il gioco non era ancora finito lei prese un’altra bandana verde copri quegli occhi scuri.
A questo punto lei bevette un nuovo sorso di wodka dal mio bicchiere ed iniziò a baciarmi. Poi prendendomi per mano mi portò vicino a quel magnifico culo. Si avvicinò al mio orecchio e disse, sotto voce:
‘ Mi metto in posizione poi sbattimi forte ma non toccare mia sorella deve soffrire.’
Lei con cura posizionò la sua passera sopra il taglio delle chiappe.
La sorella doveva sostenere il peso della piccola bambolina.
Non era comoda si aggrappo al collo di lei e poi iniziò a dondolare il sedere. Io mi avvicinai con il mio fallo eretto.
Lei lo agguanto con la mano e lo faceva passare fra le chiappe della schiava sottomessa fino a raggiungere la sua fighetta. Non nascondo che vidi uscire qualche goccia di sperma per via della forte eccitazione che provavo. Mi resi conto che avevo così voglia che non avrei trattenuto per molto il mio piacere. Decisi di allontanarmi e mi avventai sulle sue labbra piene di umori. Lei ansimava. Mentre io avvertivo anche un piccolo odore di merda forse proveniente dall’ano della sorella. Normalmente mi avrebbe fatto schifo ma in quel momento poco importava per non sentirlo sprofondai anche il naso fra gli umori di Kira. Poi anche il mio dito penetrava lei e dopo un po’ ebbe il suo orgasmo. Orlò e strinse le mani forte sulle spalle della schiava nera. A quel punto con il mio cazzo montai la padrona di quella sera. Lei si lasciò andare lasciava che il suo peso si abbattesse sulla sorella mentre il suo viso si affiancava alle sue orecchie. Le urlava nell’orecchio ogni volta che io aumentavo il ritmo. Poi io venni non dissi nulla e capii che lei sforzò un urlo di piacere anche se sapevo che non aveva avuto nessun orgasmo a questo giro. O almeno pensavo. Poi con autorità disse:
‘Non levarlo aspetta, ci penso io.’
Io rimasi immobile guardando la sua schiena.
Sposto il braccio e senza muoversi prese il mio bastone che lentamente stava perdendo la rigidità. Iniziò a muoverlo facendo uscire il nettare bianco. ‘Pat, Pat, Pat, faceva sbattere la cappella fra le chiappe della sorella e la sua fighettina, poi molò l’arnese e gentilmente mi diede una spinta toccando i miei addominali. A sto punto indietreggio e si rimise in piedi. Andò in bagno e tornò con un asciugamano. Strofinò fra le chiappe per levare lo sperma e poi dolcemente sulle parti intime. A questo punto inarcò le chiappe della sorella mettendo in mostra il buco. Poi con l’asciugamano intorno al dito la penetrò. Un urlo soffocato usci dalla bocca della donna. Lei smise a quel punto si udii bussare. Lei mi guardò e mi fece un occhiolino. Andò alla porta ed aprii.
Si mise fra la porta e me. Banga entrò con una mascherina da notte sugli occhi. Lei per mano lo conduceva nella stanza. Poi bisbigliò qualche cosa all’orecchio del ragazzo.
Ben presto le sue mani si insinuarono nei pantaloni del ragazzo e tirando giù il tutto mostrò la sua verga.
Lei avidamente iniziò a ‘sleccazzare’ l’arnese. Quando iniziò a gonfiarsi la cappella prese un preservativo e lo infilò al grosso cazzo.
Non lo copriva tutto era a un quarto dell’asta. Poi con l’asciugamano iniziò a pulire il sacchetto come per levare il lubrificante. Poi a voce bassa si avvicinò all’orecchio della sorella e disse:
‘Vediamo quanto ti piace prenderlo in culo!’
Lei fece un rumore di sgomento ma il bavaglio le bloccava la mascella.
Si avvicinò a me e mi disse di allargare le chiappe. Io eseguii tesi quei due mappamondi mentre vedevo lei che avvicinava il grosso palo nero.
Appena entrò lei emise un rumore. A fatica il ragazzo varcava quello stretto buco che forse era ancora vergine per lui.
La grossa cappella era scomparsa e il buco si era stretto attorno al bastone ricoperto dal sacchetto.
Kira si posizionò dietro il ragazzo e lo spingeva o faceva indietreggiare come se fosse lei a ‘ingroppare’ la sorella.
Ad un certo punto il preservativo scomparve nelle fauci di quel culo. Le mani della donna erano aggrappate alla spalliera del letto. Per un attimo la domatrice si fermò e fece indietreggiare il giovane. L’estrazione dell’anese fu rapida e senza il preservativo che rimase a metà nel buco ormai deforme. Per la prima volta vedevo un ano che non tornava stretto quella cappella aveva dilatato lo stretto buco. Lei allora si mosse e portò l’arnese di fronte al volto di Kubra. Rapidamente sblocco il nodo del fazzoletto e lei per un attimo mosse il collo e apri e chiuse la bocca. Kira disse: ‘shhh shhh non dire nulla o mi arrabbio!’
Lei mosse il collo, la padrona fece volar via il fazzoletto che le mascherava gli occhi e quindi la donna sottomessa si trovo di fronte l’arnese molle con la cappella gonfia. Kira lo prese e le infilò in bocca il pene del nipote.
Io non potevo che ammirare il tutto con una vistosa erezione.
La madre spingeva il sedere del ragazzo per far accentuare i movimenti, con l’altra mano tratteneva la testa della zia. La schiava emetteva i classici rumori di risucchio. Ad un certo punto i rumori erano soffocati perch&egrave la donna era costretta ad inghiottire sempre più. Dilatava la bocca per non far sentire i denti al ragazzo. Io incominciavo a sentire un odore intenso di merda. Estrassi il preservativo dalla donna che infatti sul fondo era marrone. Feci una smorfia e gettai a terra il residuo, nella punta vi era anche un po’ di liquido; iniziai a schiaffeggiare le chiappe mentre mi misi nuovamente a guardare la sottomissione che gli veniva imposta.
Il ragazzo emise un urlo e vidi che Kira blocco il bacino del piccolo uomo mentre dalle guance della donna notavo uscire la sborra di quell’immenso cazzo. La donna ebbe come un urto di vomito fu solo sentendo quel rumore che la padrona fece uscire l’arnese. Lei tossi mentre filamenti di sborra ricadevano sul letto e poi sulla moquette. A quel punto la madre condusse il figlio in bagno e sentii dell’acqua scorrere poi apparve nuovamente e inizio a giocare nuovamente con l’arnese. Lo menava con forza. Molò l’arnese andò dalla sorella e a bassa voce le disse: ‘ Non ti lego la bocca ma non dire nulla chiaro?’
Lei fece cenno di si e mentre mosse il volto ancora cadeva la sborra dal sua bocca. Con la sua lingua passo sopra il labbro superiore come per recuperare quel sapore. Kira dopo aver giocato parecchio con il grosso bastone di carne, prese un preservativo da una scatola che teneva in borsa la spacchettò e dopo aver estratto un rettangolo contenente due goldoni si diresse decisa verso il ragazzo. Spinse il ragazzo sul letto e come per vendicarsi del mio tradimento mi guardò mentre dilatò le gambe e si posizionò sopra la cappella del ragazzo. Poi la sua passera fece scomparire il fungo. Per un attimo sentii i suoi gemiti. Si mosse poco senza farsi penetrare troppo nel frattempo guardandomi aprì il pacchettino ne tirò fuori uno. Il ragazzo teneva saldamente il fallo eretto mentre la madre lo scavalco’ e poi con calma infilò il preservativo. Sta volta scese di più era di formato più grosso ma ancora la carne emergeva. La cappella era stretta nel sacchetto evidenziando la sua forma. Ora si ripeteva il precedente rito solo che la penetrazione fu un po’ più profonda e lei urlò ebbe la sensazione che fosse scossa come da un brivido di freddo. Intanto la sorella guardava il volto del ragazzo coperto dalla maschera da notte e il palo che veniva assorbito dalla padrona. Kubra non resistette ed iniziò a baciare il ragazzo. La sborra ora veniva fatta tornare al proprietario. Sentendo quello che gli accadeva in bocca il ragazzo mosse le mani cingendo i fianchi della madre e tentando di farla scorrere sempre più verso il basso per godersi quella figa. La madre quindi si divincolò dalla tenaglia e nuovamente si alzò. A quel punto sputò sul preservativo e infilò il secondo al ragazzo. Mi guardò e girandosi verso di me mostrandomi il suo culo si strofinò fino a che non si aggiudicò il mio palo in figa. Dopo quello spettacolo io inizia a sbatterla con tutta l’ardore che stavo soffocando. Lei urlava ad ogni botta mentre accarezzava le palle del figlio dolcemente e poi avanzò per usare la sua bocca e giocare con quei coglioni grossi ingoiandoli come fossero caramelle. Il ragazzo era perso nella bocca della zia e la stessa aveva agguantato l’arnese ricoperto e dolcemente passava le dite intorno alla cappella gonfia. Kira, nel frattempo, ebbe un orgasmo vidi le sue gambe irrigidirsi. E a quel punto mi disse:
‘Fermo!’
Io indietreggiai lei mi disse: ‘ Mettilo in bocca alla troia!’
Il mio cazzo era intriso degli umori di lei mi avvicinai alla schiava e lei senza dir nulla prese l’arnese in bocca.
Nel frattempo lei aveva preso il ragazzo e nuovamente faceva puntare la cappella verso l’ano della sorella. Il ragazzo si alzò dal letto a fatica come turbato dalle sensazioni appena provate come preso dalle vertigini, quella sensazione tipica di cadere nel vuoto che ti fa traballare. Prese da terra l’asciugamano e lo strofinò sul buco. La donna venne nuovamente sodomizzata. Ora il ragazzo era libero di fare ciò che voleva perché la madre si inginocchio e non capivo cosa facesse. Prima le urla di dolore della sorella soffocati dal mio cazzo si sentivano e gli occhi chiusi segnavano il dolore ma ora l’espressione era diversa. Le tolsi il mio tappo di carne dalla bocca e mi diressi dietro. La schiava ora urlava e lasciava che la sua voce si spargesse per la stanza. Vidi il grosso cazzo che ormai era entrato quasi tutto la carne nera del pene sembrava fusa nel culo della zia . Il polso di Kira si muoveva in sinuosamente nella figa della donna. Io mi inginocchiai e decisi di farmi Kira. Più io pompavo e più lei infilava il pugno nella sorella. Ben presto la donna sodomizzata urlò per il piacere.
Il giovane forse per via della doppia copertura aveva meno sensibilità infatti stantuffava forte. In genere la sua durata era inferiore ma sta volta ci dava dentro. La cappella non usciva ma si muoveva all’interno. Il suo sedere indietreggiava e poi con forza spingeva. Ad un certo punto a tentoni con le mani poste in avanti sentii la schiena divaricò meglio le gambe e lentamente copri con il suo corpo la schiena della donna. Si avventò sui seni e iniziò a stringere. In quel momento il ragazzo aveva il culo indietro e solo la cappella nel buco uscuro della zia. La posizione di Kira lo ingombra, la madre quindi si scosta e sposta dolcemente la gamba del figlio. La donna urlò e proprio mentre urlò il ragazzo diede un colpo di reni. Le su palle erano attaccate alle chiappe.
Indietreggio e preso dalla foga il suo cazzo uscii dalla fessura slabbrata.
Il giovane tento di rificcare il cazzo ma spenzolava, sfuggiva in mezzo alle chiappe. Come un animale ora sfregava il suo sesso sulla schiena.
La mamma lascio la ‘fregna’ e facendo muovere il ragazzo ponendogli una mano sulla pancia lo portò su, con cura posizionò nuovamente il bastone nell’ano. Ancora la donna sottomessa sospirò per l’innesto e poi di nuovo il ragazzo cavalcò la donna. Velocimente in quella posizione il ragazzo si muoveva come un animale. Lui urla come un maiale ad ogni botta, la sacche delle palle fa’ ‘clap’ ‘clap’ sulle chiappe della zia.
Poco dopo anche il ragazzo tirò fuori il cazzo con i preservativi attaccati ma fuori dalla posizione ottimale. Forse sentiva il fastidio dell’elastico fuori posizione. La madre estrasse nuovamente la mano tirò via quella bandiera pendente e puntò il cazzo verso la passera della sorella, strofinò il palo con cura di tanto in tanto faceva arrivare la sua mano sotto la cappella, dopo qualche movimento la sborra del ragazzo sprizzo un quantitativo mostruoso e lui emise un sospiro e un urlo chiuso come un uomo che russa o un maiale.
Kira quindi con la lingua raccoglie il nettare, di tanto in tanto leccava la cappella sgonfia per reperire le ultime gocce e ad ogni botta di lingua il ragazzo sospirava per il piacere. Il fatto di essere bendato doveva aver accentuato i suoi sensi. Kira con le dita poi tentava di infilare la schiuma densa nella figa. In quel mentre anche io ebbi il mio momento di gloria e mi scaricai i coglioni. Mentre stavo per terminare spostai il mio arnese verso il suo ano, infilai il mio fungo e lascia che il mio sperma innaffiasse il suo intestino poi quando ebbi terminato diedi un ultimo colpo di reni facendo entrare completamente il mio fallo in quel invitante buco. Lei urlò e per risposta mantenne dilatato il buco ormai deforme della sorella chiudendo le mani e stringendo le chiappe con forza, tant&egrave che la schiava strinse i denti mentre guardava la sorella che continuava a sodomizzarla.
Poi lei si alzò io vedevo cadere la mia sborra lungo il suo corpo scivolare a terra. Mi baciò con passione e quando fu soddisfatta disse :
‘ Banga non levarti la mascherina mettiti i pantaloni e esci , vai a casa. Quando sei qui fuori ovviamente levati la mascherina.’
Il ragazzo ancora con il cazzo sgocciolante arraspò a terra fino a prendere i pantaloni se li infilò e scappo fuori. Kira quindi slegò la sorella e poi facendola voltare le mise il suo culo in faccia e le disse lecca. Ebbe un orgasmo mentre Kubra faceva il suo dovere.
Lei si alzò , la sorella anche lasciando sul letto una chiazza di umori che uscivano dalla figa.
Kira la guardò e gli legò nuovamente i polsi con il foulard e poi la condusse verso il bagno. Kubra camminava in modo strano forse la sodomia iniziava a dargli fastidio ma non diceva nulla forse voleva capire cosa doveva ancora sopportare, di sicuro nonostante il dolore provato aveva avuto grandi soddisfazioni.
Io non sapevo che cosa avesse in mente mi diressi verso quell’uscio perché di sicuro vi erano nuovi giochi. Presi la bottiglia di Wodka al melone la sorseggiai e la portai con me in bagno.
Quando varcai la porta vidi che Kira aveva fatto sdraiare la sorella nella vasca senza acqua legandole le braccia al rubinetto. Poi si avventò verso di me per prendere e bere dalla bottiglia.
Imboccò anche la sorella con la bottiglia. Dalle labbra della donna usci un po’ di alcol che ricadde sulle sue tette fino a raggiungere i grossi capezzoli che in quel mentre si erano irrigiditi puntando verso l’esterno.
Kira quindi iniziò a passare la lingua per recuperare quella goccia ribelle e quando ebbe finito con la mano sinistra schiaffeggio quelle tette mentre la sorella emise un urlo di dolore o di sorpresa per quell’atto. Poi nuovamente si alzo e si portò la bottiglia alla bocca.
Mentre beve mi guarda con aria diabolica; quali erano le sue vere intenzioni?
Pensavo a quanto fosse perversa quella stupenda bambolina nera.
Si può essere innamorati di due donne? Io credo che: non sia difficile, basta starci bene. E se poi prima di innamorarti ci fai sesso &egrave ancora più bello.

Kubra indossava ancora la gonnellina che la faceva sembrare una vera porca, pronta a fare solo sesso. Kira si arrampico sul bordo della vasca. Mi fece segno di sostenerla. Io passai le mie braccia sotto le sue e cercavo di tenerla per la sua vita. Sento il peso di lei e con forza le faccio sentire la mi pressione. A quel punto lei disse : ‘Mi scappa’ e iniziò a ridere. Con due dita si posizionò sulla sua passera rasata e un getto giallo iniziò ad uscire. Con le dita tentava di indirizzare il getto colpendo l’addome della sorella. Il liquido andò ovunque dalle tette alla gonna tirata su. Mi guardò e disse: ‘Ti scappa?’
La schiava intanto rideva per quello che stava capitando.
Io la guardai e dissi: ‘ Si ma la faccio nel water dopo.’
Lei: ‘Ma dai suuuu!!! Aiutami a scendere.’
Scese e poi si mise al mio fianco e con un gesto mi fece capire che dovevo farla nella vasca. Sforzandomi perché quando mi sento osservato non riesco a pisciare, mi impegnai. Visto che i reni erano carichi ci volle poco perché il getto iniziasse ad uscire. Io puntavo al seno. Dopo aver scopato la mia pippi non esce fluida ma a gocce e fu’ così che lo spruzzo non fu’ preciso ma inondò la donna un po’ sul voltò. Kira quindi con la mano prese il mio uccello e indirizzo il getto proprio sul volto della sorella.
Quando ebbi finito lei disse: ‘ Dai fatti una doccia , ti aspettiamo sul letto.’
Prese la mia mano e senza guardare indietro si direzionò verso l’altra stanza. Io uscendo chiusi la porta.
Io e Kira ci sdraiamo a letto, tiriamo il lenzuolo e chiudiamo gli occhi. Lei si avvinghia a me, mi accarezza, dal bagno si sente il getto d’acqua che scorre. La tv spenta non fa sentire rumori. Nella stanza affianco il letto traballa contro il muro. Ben presto nella mente il buio e la tranquillità inizio a sognare di mangiare un bel piatto di pasta.
Più tardi mi sveglio un forte dolore alla spalla per il peso della mia bambolina. La stanza &egrave buia esce un flebile luce dal bagno. Sopra le coperte l’altra donna con i capelli avvolti nell’asciugamano. Un sogno fatto da ragazzo quello di dormire in mezzo a due belle donne si &egrave avverato. Con delicatezza sposto la mia compagna, mugola e agguanta il cuscino. L’alcol che ha in corpo le fa da sonnifero. Mi siedo sul letto, scendo mi tiro in avanti e conquisto il bordo. Mi alzo e quando sono in piedi faccio girare il braccio, il sangue ora circola. Non ho svegliato nessuno. Vado in bagno e piscio. Quella dormita ci voleva, sento un po’ di mal di testa, ma, non forte, più che altro un fastidio. Non tiro l’acqua per non far rumore. Mi lavo i denti per ripulire i sapori che ho in bocca. Ben presto la porta dolcemente si apre. Kubra entra, si leva l’asciugamano e completamente nuda mi guarda poi chiudendo la porta dietro di se. Non posso non guardare il suo corpo scuro i suoi lineamenti.
Attorno alle gambe vedo un po’ di cellulite ma lieve. I suoi addominali sono ben scolpiti e la sua passera pelosa con peli ricci mi invoglia sesso. Lei nota il mio sguardo profondo mentre mi lavo i denti. Quindi, quando io ho terminato , metto nel bicchiere di plastica lo spazzolino usa e getta mi dà una live botta con i fianchi per prendere spazio di fronte allo specchio poi mi dice:
‘ Eravate addormentati. Io però non sono soddisfatta.’ E mi fa un sorriso. Io la guardo le accarezzo i capelli umidi e le dico:
‘Bh&egrave dopo un bel riposo sono pronto; non qui andiamo a letto voglio farlo sul letto.’
Lei: ‘e Kira?’
Io: ‘non occupa tutto il letto riusciamo tranquilli”
A quel punto le prendo la mano e poi le cingo un baraccio sulla schiena la stringo e il mio cazzo le sbatte addosso la bacio e sento il suo alito alcolico poi scendo fino alle tette. Risalgo e la bacio fino a che non sento il mio membro erigersi. In un orecchi le dico:
‘Dai sono un po’ stanco stai sopra tu, conduci il gioco.’
Lei sorride e mi segue verso il letto. Lascia la porta aperta così nella stanza si vedono ombre. I suoi occhi bianchi risaltano nell’oscurità. Mi sdraio e lei da prima mi lecca il cazzo. La sua lingua su muove per il mio palo e poi si mette sopra infilandosi con cura il palo. Inizia a muoversi con delicatezza. Una gamba poggia a terra mentre l’altra poggia sul letto su e giù le sue tette ballano mentre io mi prendo cura di strizzarle e accarezzo le sue misure. Poi lei scende il suo corpo &egrave attaccato al mio. Io prendo il suo sedere ed inizio a gestire i suoi movimenti. Mentre si muove gioco con il suo ano. Lei però dice a voce bassa:
‘ No per favore mi duole’
Smetto quindi e lascio che lei riprenda il controllo. I movimenti sono troppo lenti per i miei gusti, solo che a lei piace. Sono eccitato ma non sono soddisfatto.
Sento il calore e l’umidità nella sua figa aumentare. Sento il suo corpo sudato e i suoi movimenti, accarezzo le sue gambe senza imporre la mia forza.
Ben presto lei mi lecca l’orecchio e poi a voce bassa mi sussurra:
‘ Seee affff’ e sospira per l’orgasmo avuto.
Lascio qualche istante lei ferma, poi le passai la mano sulla schiena, inizia a muovermi da sotto facendole sentire il mio vigore, poi le dissi:
‘Dai cambiamo posizione, sdraiati.’
Lei si alza lentamente, il mio cazzo in tensione ribalza sull’addome mi sposto e lei si mette di schiena sul letto. Allargando le gambe per permettermi l’ingresso. Io le dico:
‘No girati.’
Lei: ‘ No in culo no, per favore.’
Io: ‘ Non ti preoccupare non lo metto lì’
Lei sorride, e si gira. Le sposto le gambe per infilarmi in mezzo. Lei da esperta tira su il sedere formando un angolo. Io con la punta rovente gioco con la sua figa pelosa. Sento l’umido e non ci vuole molto per penetrarla. Poi la schiaccio con il mio peso. La mia mano passa sotto e fa’ da perno e stimolo il clitoride, mentre mi muovo dentro di lei. Sento la mia mano bagnarsi sempre più, e tocco il mio cazzo che si muove dentro quel magnifico corpo.
Lei ansima. Le sue braccia vanno sotto il cuscino e poi la sua fronte spinge il cuscino fino a farlo rotolare sulla spalliera e poi, in seguito alle mie botte sul materasso e nel suo ventre, il letto vibra e il cuscino le ricade addosso coprendola fino al collo. Sentendosi riparata le sue orla di piacere cambiano tono, sento più forte la sua voce, il suo respiro intenso che inebria il letto.
Le mie gambe sono esterne rispetto alle sue. Ora le chiudo le fa resistenza ma poca. Sento le palle strette nelle sue cosce. Mi muovo poco ma sento un massaggio piacevole.
Dopo riapro le mie mi alzo un po’ facendo uscire il cazzo. Lei riapre la morsa; gioco con le sue chiappe, mi sdraio su di lei e all’orecchio le dico:
‘Girati ora ti sbatto forte’
Mi alzo lei si volta, poi si gira appoggia la testa sopra la schiena della sorella ricoperta dal lenzuolo. Acchiappo le cosce mi butto su di lei, lei dirige il mio cazzo nella sua figa. Quando &egrave dentro molla e si aggrappa alle sue gambe, per tenerle in sospensione. Io la sbatto con tutta la forza che ho. Lei ad ogni penetrazione esclama:
‘eehhm, ehhmmm’
A quella velocità non mi ci vuole molto mi lascio andare, tolgo il cazzo mi avvento in mezzo alle sue tette lei le chiude attorno al mio cazzo mi strofino un volta e poi un caldo getto spara verso il suo volto.
Io la guardo e dico:
‘Siii così bella!!!’
Lei non dice nulla, si sposta vicino alla sorella e mi lascia lo spazio per sdraiarmi. Si gira e per la prima volta si avvinghia a me. Mi guarda senza dire nulla, senza aspettarsi nulla ; io accendo la tv mi tirò un po’ su mentre lei sparge lo sperma un po’ su di lei e un po’ sul mio corpo poi anche lei si gira verso la tv.

Alle sei il cellulare di Kira suona &egrave la sveglia.
Lei si alza, corre in bagno e poi torna da me mi dà un bacio e ne dà uno alla sorella che si sveglia.
‘Io devo lavorare, tra poco. Alle nove dovete lasciare la stanza.’
Io addormentato annuisco. Poi lei esce. Sua sorella mi guarda e dice:
‘Ciao andiamo a farci una doccia e una colazione?’
‘Io la guardo sorrido e dico: ‘ See mi sembra un ottima idea, prima tu.’
Lei : ‘No insieme , se nò, non c’&egrave nessuno che mi lava la schiena’.
Arrivati in bagno lei apre l’acqua chiude il tappo e dice:
‘A dire il vero c’&egrave il tempo per un idromassaggio; chiudi la porta per favore?!’
Io eseguii, presi un sigaretta per me ne accesi una anche per lei. Tornai in bagno, lei seduta come un principessa sul bordo mi fece un sorriso quando le passai la sigaretta si guardò in giro prese il posa cenere e si risedette. Mentre la vasca si riempiva parlammo un po’ e scherzammo su quello avvenuto la sera. Poi lei si voltò chiuse l’acqua mostrandomi il suo stupendo sedere. Io mi avvicina e attraversai il bordo per sedermi. Lei si mise vicino ai controlli azionò le bolle e poi si avvio verso di me. Ci baciammo e sfiorammo per un po’, avvolti dal caldo tepore dell’acqua. Poi le si alzò piazzando la sua passera di fronte a me. Io accolsi l’invito e inizia a giocare con la mia lingua.
Lei fermò le bolle. Io mi alzai in piedi con una bella erezione a disposizione. La penetrai lei mosse il sedere con maestria, io non dovevo muovermi pensava a tutto lei. Poi decisi di prendere il controllo. Le mie mani strinsero i neri fianchi ed inizia ad avvicinarla e allontanarla.
La sue voce si ripercuteva nel bagno:
‘Assh, assh’
Di tanto in tanto si impunta con le mani lungo il bordo spingendomi indietro. In quei momenti perdo il controllo. Non so’ chi dei due conducesse veramente il gioco. Vedevo muovere il sedere ritmicamente su e giù lungo il mio cazzo. Poco prima di venire le dissi:
‘Adesso Vengoooo’
Lei ‘Siii anche io’
Lasciai che fosse lei a muoversi mentre io stavo lasciando andare il mio sperma dentro di lei e in contemporanea lei si blocco, poi scivolo in avanti e a voce alta disse:
‘Shiiiiii, Afffssss’
Quando sfilò il mio cazzo stavo ancora eiaculando ed una parte di getto le colpi la vagina e poi ricadde nella vasca galleggiandole attorno.
Ci appoggiamo ai bordi, una veloce sciacquata poi entrambi guardandoci negli occhi dicemmo in contemporanea:
‘Colazione!’
Io uscii dalla vasca mentre lei rimase un po’ in vasca e si mise a giocare con il mio sperma che galleggiava.
Ci rivestimmo, lei chiamò la sorella per farsi prestare una gonna, che al lei risultò mini. La sua era zozza.
Dichiarammo le nostre intenzione e ci organizzammo per rivederci a pranzo.
Kubra sarebbe andata a casa dal marito, e poi sarebbe giunta da noi verso le due del pomeriggio.
L’uomo era ammalato ed ormai era seguito da una badante quindi da un certo punto di vista lei era del tutto libera.
Arrivammo al bar eravamo gli unici clienti mentre mangiavamo scherzavamo e ridevamo e nonostante tutto avevo la sensazione che lei mi mangiasse con i suoi grossi occhi scuri.
Non mi era mai successo di provare le medesime sensazioni in contemporanea per due donne, forse troppo simili , non di aspetto ma di carattere.

Miei cari lettori al fine di rendere omogenea l’impaginazione chiudo questa prima saga e la continuo in una nuova serie del titolo ‘Le perversioni delle mie donne nere’

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