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Erotici Racconti

Clima d’intervallo

By 14 Giugno 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Io esco nella pausa pranzo e vengo a trovarti in ufficio, dato che tu sei ancora dentro per finire del lavoro arretrato: sei rimasta da sola, gli altri sono tutti al bar, però tu hai preferito rimanere là. Quando entro nel tuo ufficio fai un sobbalzo, hai approfittato della situazione per rilassarti un poco, hai la camicetta sbottonata, aperta sul reggiseno e hai tirato su la gonna per rinfrescarti le gambe. Mi vedi e cerchi di ricomporti, tuttavia ti dico di rilassarti, giacché non salirà nessuno per almeno un’altra ora, tu sei visibilmente così sciupato e sfatta in volto che quasi mi rattrista averti spaventato. Adesso ti rilassi di nuovo, mi guardi avvilita e sconsolata, poiché è chiaro che non possiamo andare a consumare qualcosa al bar, tu devi lavorare, però voglio restare a tenerti un po’ di compagnia anche soltanto per guardarti lavorare.

La pelle lucida che scintilla dalla camicetta aperta e le gambe scoperte m’incuriosiscono e m’intrigano oltremodo, mi offro sennonché di prenderti un bicchiere d’acqua fresca dal distributore e quando torno ti convinco a servirti d’una pausa. Tu mi vieni incontro girando intorno alla scrivania, mi regali un breve bacio per ringraziarmi, eppure sfiorarti le labbra mi basta, perché mi sorga un desiderio un po’ bizzarro e folle, io ti sorprendo, perché mentre sorseggi piano la tua acqua fresca mi siedo al tuo posto, poi scosto la poltroncina e ti faccio sedere sulle mie ginocchia. Colgo captando il tuo corpo acceso, eppure vorrei scaldarlo ancora, tu forse senti il mio desiderio addosso, dal momento che mi baci a lungo e con trasporto, forse mi leggi nella mente, o probabilmente mi scintillano gli occhi, così intuisci cogliendo il mio desiderio di giocare e in ultimo inizi tu.

In quell’istante afferri il bicchiere d’acqua fredda, fai un piccolo assaggio e mi baci di nuovo con le labbra e la lingua fredda regalandomi un brivido frizzante e per di più inedito, intanto ti sbottono la camicetta e tu mi lasci fare, in tal modo libero il tuo busto cosparso di gocce di sudore e ti sorprendo bagnando le dita nel bicchiere freddo. Ti spruzzo il seno d’acqua fredda, tu spalanchi i tuoi splendidi occhi, sospiri e sussulti di piacere, per il fatto che comprendo che ti stai scaldando, però da dentro. Allora mi decido, t’abbasso un po’ il reggiseno, faccio uscire i seni e li svelo, sono umidi. Mi riempio la bocca d’acqua gelida e m’accosto a un capezzolo, lo prendo in bocca e l’acqua fredda che contiene lo fa diventare subito duro, mentre tu sospiri forte, io socchiudo le labbra, l’acqua cola sul seno e lo bagna regalandoti piccoli ma efficaci brividi, tu inarchi il busto per l’impazienza, così io t’accontento subito e mi ripeto con l’altro seno.

Adesso hai il busto nudo percorso dalle gocce d’acqua, il reggiseno abbassato sopra l’ombelico si &egrave bagnato, eppure non lo levi: mi dici che hai ancora paura e che qualcuno possa rientrare prima. Io non resisto e inizio a carezzare e a stringere i seni umidi, pizzico i capezzoli già duri con le dita, li strizzo dolcemente, li carezzo con la punta d’un dito mentre ti vedo in viso con il piacere che ti sovrasta. Per ricambiare, la tua mano scende tra le mie gambe, fintanto che l’altra scende tra le tue e vedo che ti sollevi la gonna quel poco che basta, per farmi vedere appropriatamente che ti tocchi da sopra gli slip. Il gioco ormai è ben avviato, io agguanto in mano un seno e mi rimetto a succhiarlo, mentre l’altra mia mano può raggiungerti, accarezza le cosce, poi scende e raggiunge la tua. Tu mi guidi in mezzo alle tue gambe, sotto le mie dita, il tuo perizoma è umido non solo di sudore, così ti lascio da sola per occuparti del seno, resto per un attimo a guardartelo strizzare, torturare come solamente tu sai compiere, ciononostante torno in seguito alla mia parte riprendendo a baciarti, mentre tu allarghi un po’ le tue gambe, poi ti stacchi da me e quando sei sicura d’avere la mia attenzione scosti il perizoma quanta basta per svelarmi il tuo sesso liscio e lucido di sudore e del primo piacere.

Io lo sfioro appena, poi torno un po’ più su e cerco il clitoride sotto la gonna ammucchiata che me lo nasconde, però trovo già la tua mano che se ne occupa con cura e con avveduta intensità, tu chiudi gli occhi e il tuo respiro diventa d’improvviso affannoso e scosso, ti lascio fare da sola per un po’, poi decido d’accompagnarti: adesso seguo attentamente il ritmo dei tuoi ansimi soffocati muovendo la mia mano sul tuo sesso umido, premendo leggermente con la punta delle dita che si bagnano in fretta. Mi muovo con forza e sento che le labbra cedono, impazienti di darmi accoglienza, consenso e gradimento. Guardandoti negli occhi appoggio due dita e poi entro fino in fondo e vedendo il piacere dipingersi sul tuo volto mi fermo per un momento dentro, tu allarghi ancora le gambe, io sfilo fuori le dita senza una parola, tu mi guardi lucidamente amareggiata e delusa, tuttavia dopo un attimo io rientro con più forza dove ti sfugge peraltro un gemito forte. Inizio subito a muovermi più poderosamente e più a fondo, il volume dei tuoi gemiti aumenta, visto che mi piace guardarti mentre il piacere ti conquista e t’invade del tutto.

Io aumento il ritmo e la forza, tu agiti il bacino, ti muovi sulle mie gambe come se mi cavalcassi, giacché il tuo desiderio monta crescendo insieme con il mio. D’improvviso ti pieghi indietro, arrivando a poggiare la schiena sulla scrivania e alzi le gambe, incastrandole allo schienale per darmi il segnale che vuoi di più. Io cerco d’offrirti soddisfazione, ti porgo l’altra mano, tu m’afferri un dito succhiandolo voracemente, muovi quella mano tra le tue labbra, in una maniera che mi fai sentire dentro la tua bocca per intero, poi mi guardi, io t’accontento portando anche l’altra mano tra le tue gambe spalancate dissolutamente, mentre m’offri splendidamente tutto il tuo piacere. Io voglio farti godere il doppio, così mi fermo e sfilo le dita dal tuo sesso, ma soltanto per un attimo, in seguito appoggio le dita bagnate dalla tua saliva al buchino, e guardando nei tuoi occhi l’attesa inquieta e impaziente, t’affondo dentro le due parti e per un attimo ti lascio senza fiato, poi parto subito veloce e vedo il tuo bacino muoversi sulle mie dita e sento il tuo corpo contrarsi, accelero mentre una tua mano lavora affannosa sul clitoride e il tuo respiro è diventato corto.

Adesso non riesci a controllare le tue cosce che serri e riapri, sento il tuo sesso stringere le mie dita mentre il tuo piacere cola fuori, i tuoi gemiti s’alzano notevolmente di tono, io ti torturo rallentando fin quasi a fermarmi gustando i tuoi buchi che si stringono imprigionandomi. Più tardi di colpo riparto veloce, dopo pochi movimenti tu tocchi il cielo e dopo l’orgasmo abbondante che è colato tra le gambe fino al buchino, bagnandomi entrambe le mani lentamente riprendi fiato. Rialzi il busto ancora ansimante, il corpo è umido, ti porgo il bicchiere per bere poi quando me lo ridai lo poso e mi baci con in bocca l’ultimo sorso fresco. Mi stacco da te, ti porgo le mie dita, ce le scambiamo per leccarle un po’ per ciascuno. Ti stacchi da me, scosti un po’ la sedia senza coprire nulla di te, t’inginocchi e inizi a sbottonarmi i pantaloni, entrambi pregustiamo la seconda portata bollente, però sentiamo delle voci in corridoio, così tu ti riprendi, mi fai alzare e tenti di ricomporti in tutta fretta, tiri giù la gonna e riabbottoni la camicetta in un momento, intanto che io aggiusto la camicia sperando che non si noti il mio coinvolgimento.

Io sono un po’ contrariato e pure deluso, ma di certo saprai ricompensare gratificando le mie attenzioni in un momento e in un luogo più disteso e più tranquillo, io ti saluto benevolmente con un tenero bacio al di là del tavolo e vado verso la porta del tuo ufficio, precisamente mentre entra il tuo collega. Lui non ti comunicherà che nell’impeto e nell’irruenza i tuoi capezzoli sono rimasti fuori dal reggiseno e che la camicetta bianca trasparente non li nasconde per nulla, tanto meno, ora che sono appiccicati al tessuto per il sudore e l’acqua, in quanto sono ancora duri, gonfi e umidi.

Io riesco a scorgere nello sguardo del tuo collega un’eccitazione e un’emozione stravagante, direi fuori dal comune. Lui diventa rosso in viso, poiché m’immagino che cosa proverà e che cosa tenterà in questo momento, se vede precisamente quello che io vedo, che però non ti dico.

Chissà, se almeno lui te lo dirà.

{Idraulico anno 1999} 

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