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Erotici Racconti

Come si cambia in fretta

By 15 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Capitolo 1

Il cellulare dimenticato

Salve, mi chiamo Giovanna, ho 26 anni, sono bionda naturale, alta 175 cm, un bel fisico, plasmato da anni di danza classica, una seconda di reggiseno, un culetto a mandolino, come dice mio marito Paolo, gambe lunghe e ben tornite, un viso carino, una bocca carnosa, un nasino impertinente e due occhi azzurri.
Sono diplomata in ragioneria, ho trovato un impiego presso un agenzia d’affari, non &egrave sicuramente il massimo, ma &egrave sempre meglio di niente; quando il titolare, un uomo ben piantato sulla cinquantina, mi ha assunta &egrave stato chiaro, per il periodo di prova non mi metteva in regola, se superavo la prova se ne sarebbe riparlato, attualmente sono in prova da oltre quattro anni, quel figlio di buona donna, trova sempre un pretesto per rimandare, una volta sono gli affari che vanno male, un altra non &egrave soddisfatto del mio lavoro, dice, anche se non &egrave vero, che ho commesso alcuni errori e ci deve ancora pensare.
Ma il vero motivo &egrave che, vuole scoparmi e me lo ha fatto capire, mi tiene in prova fino a quando gliela darò, ma io che sono una donna sposata e fedele a mio marito, mi stringo forte le cosce e manco morta gliela darò, quel grosso porco mezzo pelato, che mi sbava dietro, può tranquillamente dimenticarsela e farsi le seghe.
Il peggio &egrave che appena siamo soli allunga le mani per toccarmi il culo o le tette, e non sempre riesco a scansare le sue manacce, &egrave come una sfida, il guai &egrave che devo riconoscere che le sue palpatine non mi lasciano indifferente, mi vergogno di ammetterlo ma mi piacciono; quando mi tocca le tette, queste si gonfiano e sento i capezzoli indurirsi, se mi palpa il sedere provo un piacevole fremito nella schiena ed in ambedue i casi mi bagno le mutandine, lui lo sa, lo ha capito, e come mi limito a tenerlo sulla corda senza respingere apertamente le sue avance, e senza piantare un casino, lui continua a sperare che un giorno o l’altro gliela mollerò.
D’altra parte, la situazione presenta alcuni vantaggi, i miei orari di lavoro sono abbastanza elastici ed a fine mese mi ritrovo in tasca da 800 a 1.000 euro esenti tasse, che uso per le mie piccole necessità personali, tutto questo per andare in giro tutte le mattine, tra cancellerie, camera di commercio, uffici pubblici ecc. a consegnare o ritirare le pratiche dei clienti dell’agenzia, al pomeriggio non faccio praticamente niente, se non ci sono pratiche da disbrigare fuori, sono libera, basta che sia reperibile in caso di necessità, perché il porco, non mi vuole in agenzia, ha sempre paura di vedersi arrivare l’ispettore del lavoro.
Con Paolo siamo sposati da tre anni. egli ha 30 anni, &egrave un bel ragazzo, spalle larghe, ventre piatto, fisico asciutto, moro, occhi neri, un bel viso allungato ed un sorriso un pò malandrino che gli procura un buon successo presso le donne, cosa non trascurabile visto il suo mestiere, &egrave responsabile delle vendite di una ditta di abbigliamento femminile il così detto ‘pr’t à porter’.
In certi periodi dell’anno, quando escono le nuove collezioni, sparisce letteralmente dalla circolazione per tutta la settimana, dal Lunedì al Venerdì, a volta rientra soltanto al Sabato, per ripartire al Lunedì mattina.
All’inizio ero distrutta dalla gelosia, in effetti egli viaggia con il campionario e spesso con una modella, appositamente assunta per l’occasione, ma queste sono le regole del mestiere, e mi sono adeguata, anche perché ho avuto l’occasione di incontrare alcune di quelle Signore e, tutto sommato non sono niente di speciale, sono donne normali, quasi tutte sposate con figli, sicuramente belle, ma come se ne possono incontrare tante per la strada, però sono delle professioniste e sanno sfilare mettendo in valore i vestiti indossati.
Oramai la nostra vita &egrave felicemente organizzata, va avanti senza problemi, e senza scossone; Paolo non c’&egrave, &egrave partito questa mattina presto e sta viaggiando dalle parti di Torino con la collezione per il prossimo autunno, non ho ancora capito come funziona, siamo appena entrati in primavera ed il mio maritino sta andando in giro a presentare la collezione per l’autunno, quelle per la primavera e l’estate sono già archiviate, tocca ai rappresentanti di zona andare a visitare i clienti e raccogliere gli ordini.
Oggi, sono dovuta andare alla motorizzazione civile, al catasto ed alla camera di commercio, tra corse, code e discussioni, ho avuto una mattinata piena e sono quasi le 14 quando rientro a casa, stanca ed incazzata.
Questa mattina, alle 8, prima dell’apertura dell’agenzia, il porco mentre ero china sulla scrivanie intenta a mettere in ordine le pratiche riportate ieri dagli uffici e sistemare le pratiche da sbrigare in mattinata, mi &egrave venuto dietro e, passando sotto l’orlo della minigonna, mi ha messo la mano fra le cosce palpandomi la fighetta sopra l’intimo, mi sono raddrizzata e voltata inviperita, ma l’ho visto allontanarsi tranquillamente voltandomi le spalle, intanto anche oggi &egrave riuscito a farmi bagnare il perizoma, un giorno o l’altro gli rifilerò una sberla, e se la dovrà tenere, sa che se mi licenzia gli pianto una causa di lavoro e gli mangio l’agenzia.
Chiudo la porta d’ingresso alle mie spalle e vado in camera, lì abbiamo fatto installare una cabina armadio, vi entro e mi siedo sulla panca per togliermi gli stivali, mi alzo e slaccio la cinta della minigonna che mi scivola sui piedi, mi sfilo la maglietta, torno a sedermi e mi levo gli autoreggenti, resto con addosso solo il perizoma, vado in bagno ed apro il rubinetto dell’acqua calda per riempire la vasca, verso il bagnoschiuma, mi raccolgo i capelli in un crocchio sulla nuca, aspettando mi levo il perizoma, rimango nuda e con una punta di narcisismo contemplo la mia immagine riflessa nello specchio, mi passo le mani sui fianchi e mi accarezzo il seno fremendo sotto la sottile carezza delle mie dita.
La vasca &egrave piena mi immergo, l’acqua calda mi avvolge spazzando via la tensione, lentamente le mie mani percorrono il mio corpo, accarezzo il mio fiore reso scivoloso dal bagnoschiuma, chiudo gli occhi e penso a Paolo, premo forte il palmo della mano sul mio sesso che implora una carezza.
Mi scuoto pensano che non &egrave il caso di abbandonarmi all’autoerotismo, non sono più una ragazzina, sono una donna adulta e di sani principi, mi rilasso e sprofondo nella dormiveglia.
L’acqua si fredda e mi sveglia, esco dalla vasca in fretta, mi avvolgo nell’accappatoio di spugna per frizionarmi quando sento lo squillo di un cellulare.
Esco dal bagno in fretta e, mentre continuo a asciugarmi, vado verso la mia borsa, mi fermo stupita, il mio cellulare &egrave spento, ma lo squillo continua, disorientata e confusa mi metto alla ricerca di quel telefonino.
Giro cercando senza risultato, poi la soneria tace e rimango perplessa chiedendomi da dove può provenire quello squillo, non so più dove cercare … ecco! riprende a suonare … proviene dalla cabina armadio … mi ci precipito … ecco il vestito che Paolo indossava la scorsa settimana e che dovrei portare al lavasecco … il telefonino &egrave nella tasca interna della giacca … lo prendo e leggo ‘Ketty’ con un numero che non mi dice niente.
‘Pronto .. chi parla?’ la comunicazione viene interrotta bruscamente, rimango interdetta … perché? poi un sospetto, il misterioso interlocutore ha sentito una voce femminile e ha chiuso.
Ora sono intrigata e curiosa … guardo quel cellulare non lo conosco … non l’ho mai visto prima d’ora, ma spinta dalla curiosità prendo nota del numero di quella Ketty, sono tentata di chiamare ma forse &egrave meglio se aspetto domani … devo aver pronta una storia plausibile e chiamare da una cabina telefonica, per non essere rintracciabile, se riesco a trovarne ancora una in funzione.
Spengo il cellulare e lo rimetto dove l’ho trovato, voglio vedere se Paolo si accorgerà di averlo dimenticato a casa e se me ne parlerà.
Mi rivesto scegliendo un abbigliamento sexy ma non indecente, sono capi prodotti dalla ditta per la quale lavora Paolo, il quale mi dice sempre che sono una pubblicità vivente per i vestiti della sua ditta.
Esco di casa, diretta verso il centro per spendere un pò di soldi ‘I love shopping’

Capitolo 2

Ketty

Sono quasi le 16, il sole &egrave alto e l’aria &egrave tiepida, mi dirigo alla fermata della metropolitana per andare in centro, nella massa che affolla la stazione non passo sicuramente inosservata, lo so e mi piace, non mi atteggio ma attiro comunque l’attenzione, mi sento bella e desiderabile, e per una affetta di narcisismo, come me, &egrave molto piacevole.
Arriva il treno, come al solito &egrave gremito, riesco comunque a salire e mi ritrovo stretta fra un elegante Signora giovanile, carica di borse e di pacchi, ed un giovane extracomunitario di colore, il quale non si fa scrupolo di appoggiarsi sfacciatamente sul mio sedere, premendovi un cazzo di tutto rispetto, duro, lungo e grosso, come si deve; cerco invano di sfuggire a quel contatto, la Signora, che ha capito tutto, mi guarda con simpatia e mi sussurra ‘Aspetta un pò cara, spostiamoci un pò tutte e due.’
Senza aspettare la mia risposta si muove di lato, e finisce che piazza fra me e quel giovane sporcaccione una borsa di plastica con la pubblicità di una nota catena di ipermercati, la ringrazio con un sorriso, il treno entra in stazione e scendo, scende anche la Signora, mi si affianca, mi squadra per bene e mi dice ‘Caspita, che bella che sei, un sogno per molti uomini, sei fidanzata?’
‘Grazie Signora, &egrave molto gentile, sono sposata.’
Così dicendo la guardo con più attenzione, avrà forse venti anni più di me, ha un aspetto curato, &egrave vestita bene, in modo elegante, &egrave alta quanto me, capelli neri pettinati con cura, occhi verdi, uno sguardo felino, un bel viso con appena qualche piccole rughe di espressione e, da quello che posso giudicare così su due piedi, un bel fisico.
‘Mi dai una mano a portare queste borse, mi carico sempre troppo e poi mi ritrovo in difficoltà.’
‘Ma certo non c’&egrave problema.’ e prendo una borsa piena di ogni bene di Dio, in fondo dopo il suo aiuto sulla metropolitana glielo devo.
Usciamo dalla stazione ‘Vieni cara, quattro passi e siamo a casa mia.’
In effetti sono veramente quattro passi e ci troviamo davanti alla porta di una palazzina signorile, lei apre ‘Vieni che ti offro il caff&egrave, te lo sei guadagnato.’
‘Ma non serve, non si deve disturbare.’
‘Ma cosa dici, nessun disturbo, te lo chiedo perché mi piace la tua compagnia … dai non essere timida.’
A questo punto non mi resta che accettare, annuisco sorridendo e la segue nell’ascensore.
Andiamo al primo piano, sul pianerottolo c’&egrave un unica porta, lei l’apre … entra e si volta verso di me ‘Dai vieni e chiudi la porta.’
Ubbidisco, lei mi fa strada nel corridoio dell’anticamera fino in cucina, possiamo le borse sul tavolo, in pochi minuti tutto sparisce nel frigorifero e nel freezer, si leva lo spolverino e armeggio con la macchina del caff&egrave ‘Dai siediti, facciamo le cose alla buona senza tante cerimonie.’
Mi siedo ed aspetto osservandola, &egrave una bella donna, certo non &egrave una ragazzina, &egrave una bella quarantenne, sicuramente capace di fare girare la testa a molti uomini, indossa una gonna nera, lunga fino sopra il ginocchio e con una spacco posteriore, una camicetta di raso bianca, che le fascia il busto, un bel seno alto, a prima vista sembra una terza abbondante, i capezzoli scuri premono sul tessuto … rimango stupita … palesemente non porta reggiseno, calze nere e scarpe nere di vernice con un tacco di almeno 12 cm. che le slanciano le gambe.
Il caff&egrave &egrave pronto, lo versa nelle tazzine e mi offre lo zucchero, si siede e mi guarda sorridendo ‘Come ti chiami cara?’
‘Giovanna Signora.’
‘Lascia perdere la Signora, Giovanna, mi fa sentire vecchia, diamoci del tu, io mi chiamo Caterina, Ketty per gli amici, spero di poterti includere fra questi, sai sono vedova ed ho 43 anni, ho bisogno di amici.’
Ketty!!! faccio uno sforzo per non strabuzzare gli occhi … NO!!! … non &egrave possibile!!! … sarà una coincidenza.
‘Certo Ketty, includimi pure.’ rispondo senza pensarci due volte, devo sapere …&egrave LEI o &egrave un caso?
Sempre sorridendo riprende ‘Parlami un pò di te, fra amiche bisogna conoscersi, sei sposata mi hai detto, da quanto tempo? hai figli? che fai nella vita? cosa fa il tuo marito?’
Rimango frastornata dalla valanga di domande ‘Aspetta Ketty, un cosa alla volta, dunque sono sposata da tre anni e non abbiamo figli, lavoro part time presso lo studio di un ragioniere, mio marito &egrave responsabile delle vendite della ditta dove lavora.’
Lei annuisce col sorriso sulle labbra ‘Allora non ve la passare male finanziariamente, &egrave già molto nel matrimonio, e come sono i tuoi rapporto con il tuo marito?’
‘I rapporti con mio marito! cosa intendi dire?’
‘Giovanna, non fare l’ingenua, hai capito benissimo la mia domanda … dai cara non fare la timida, rispondi ‘
Francamente sono imbarazzata, non mi piace parlare della nostra intimità, diciamo che per una questione di educazione, sono piuttosto pudica con le parole, per me il massimo della trasgressione verbale si riassume in tre o quattro parole; tetta, culo, figa e cazzo, ne conosco altre, tipo pompino per esempio, ma le evito.
Arrossisco lievemente e rispondo ‘Sono rapporti normali fra marito e moglie, non saprei cosa dire di più:’
Lei ride divertita ‘Ho capito, la classica posizione del missionario, … ma tuo marito non ti chiede mai qualche altro rapporto più fantasioso? roba normale in tutte le coppie … come il sesso orale per esempio o anche più semplicemente posizioni diverse?’
Mi sento a disagio … non voglio farlo vedere … devo sapere .. però tutte quelle descrizioni mi turbano e sento uno strano rimescolamento nel basso ventre … – oddio mi sto eccitando! solo a sentire parlare di sesso! – ho caldo … mi agito sulla sedia … apro e chiudo le cosce … sicuramente Ketty se ne accorge ma fa finta di niente … finalmente mi decido a rispondere.
‘Beh … ogni tanto me ne parla … il sesso orale! sì … lui mi lecca …’
‘E tu lo prendi in bocca?’
La guardo inorridita al pensiero di sentirmi in bocca il cazzo di Paolo ‘No!!! mi fa schifo il solo pensiero.’
‘Ah .. capisco … lo baci dopo che lui ti ha leccata?’
Non ci avevo mai pensato, lo bacio eccome se lo bacio … mi ha appena mandata in paradiso … e ora che Ketty mi ci fa pensare mi rendo conto di succhiare la lingua di Paolo in baci appassionati … quella stessa lingua che un attimo prima mi leccava e mi frugava la fighetta.
‘Sì lo bacio … ma non &egrave la stessa cosa.’ una scusa debole che la fa ridere.
‘Certo il miele della tua santa fighetta sei contenta di assaggiarlo ma lo scettro di tuo marito, col suo profumo di maschio ti fa schifo .. tesoro … se vai avanti così presto a tardi ti metterà le corna e lo avrai voluto te.’
Abbasso il viso non sapendo cosa rispondere … – cazzo! tutti quei discorso mi mettono in agitazione – … sono eccitata come una troia … ho il perizoma fradicio .. la mia fighetta &egrave come una fonte.
Ketty capisce il mio disorientamento e sembra godere della mia eccitazione.
‘Dai non fare così … in fondo cosa facciamo? un discorso niente più … non mette in forse il tuo essere una ragazza per bene … sicuramente bacchettona … ma ti voglio dire una cosa, c’&egrave un detto francese che recita così … una donna deve essere gran dama in società, serva in casa e puttana a letto.’

Capitolo 3

Una serata particolare

Detto questo, mi lascia così a riflettere su quelle parole, senza aspettare una mia risposta si alza, sparecchia e mi prende per mano.
‘Vieni con me tesoro, ti faccio vedere la mia casetta, lascia pure qui la tua borsa, non ti serve.’
Sto come in trance, imbambolata, mi alzo come un automa e la seguo, sento la pressione della sua mano sulla mia … mi piace … mi da una sensazione di sicurezza quasi mi fa sentire protetta.
Mi fa visitare una bella sala, i mobili sono di quelli che si chiamano ‘arte povera’, ma sono autentici, un angolo salotto con divano e poltrone rivestito di cuoio, tavolino con piano di marmo, mobile bar e televisore, mi intrigano i quadri, belli senz’altro, ma raffigurano solo nudi femminili … per carità niente di osceno … diciamo nudi artistici … attirano il mio sguardo, e Ketty, che sembra dotata della capacità di leggermi nel pensiero se ne accorge.
‘Ti piacciono i miei quadri? ne ho altri in camera un pò meno casti, sono certa che li apprezzerai.’
E ancora una volta, senza aspettare un mio consenso mi trascina al suo seguito, e io la seguo docile … ecco la camera! … incredibile … mobili moderni laccati bianchi … sopra la testiera del letto un enorme specchio dove tutto il letto si riflette, alle pareti quadri e stampe che ritraggono scene erotiche molto esplicite … sono affascinata … non finirei mai di guardare, quasi li volessi studiare e imprimermeli nella mente.
Ketty non dice niente, aspetta le mie reazioni … lascia andare la mia mano … sento la sua mano posarsi sulla mia spalla, stringe leggermente … inizia ad accarezzarmi la schiena piano … – mamma mia che bello – … chiudo gli occhi un attimo solo, ma lei se ne &egrave accorta, avvicina la bocca al mio orecchio.
‘Ti piacciono questi quadri? non ti fanno venire la voglia di fare l’amore?’
Non so cosa rispondere, mi eccitano – certo che ho voglia di fare l’amore – ma non glielo posso dire, non voglio arrendermi, sento il suo respiro vicino al mio viso, il suo fiato nell’orecchio … – oddio cosa fa? – la punta della sua lingua che mi solletica il lobo… la mia resistenza si sbricciola … giro il viso verso di lei … ora la sua lingua mi lecca piano le labbra … non resisto socchiudo la bocca e lei penetra … le nostre lingue si cercano … si trovano … giocano … si intrecciano … la sua saliva mi cola nella bocca … la mia cola nella sua.
Mi fa girare … siamo faccia a faccia … ci abbracciamo … ci stringiamo … – Giovanna sei una troia … non fare la stupida smettila – … mi sbottona la camicetta per impossessarsi del mio seno … fremo di piacere …. sbottono la sua camicetta ed immediatamente vado a stringere quei capezzoli che avevano subito attirato la mia attenzione, lei abbassa il viso e mi lecca le tette poi mi succhia i capezzoli, prima uno poi l’altro, non ragiono più – sìììì … mi piace – mette la mano sulla mia nuca obbligandomi a abbassare il viso … catturo il capezzolo fra le labbra … lo succhio … lo mordicchio … – che fai Giovanna … sei pazza … smettila – … rimango attaccata a quel capezzolo come un neonato al seno della madre.
Sgancia la cinta della mia minigonna che mi scivola sui piedi … mi leva la camicetta … mi spinge sul letto … mi leva le scarpe … mi fa sollevare il bacino e mi sfila il perizoma mettendo a nudo la mia fighetta depilata … ma neanche io rimango con le ,mani in mano … a ogni suo mossa rispondo con l’azione corrispondente le sfilo le mutandine … mi prende la mano e se la porta sul sesso … la guida si accarezza con la mia mano.
‘Tesoro lo senti come mi hai eccitata? … sono un lago.’ mi mette una mano fra le cosce.
‘Anche tu sei eccitata amore … mi piaci Giovanna … sei bella e mi piaci.’
In un punto, molto lontano nella mia mente, una vocina mi ripete – Giovanna non fare la troia, scappa finché sei in tempo o sarà troppo tardi. – ma non l’ascolto più … rispondo ‘Anche tu sei bella e mi piaci.’
Oramai il dado &egrave tratto, ci rotoliamo sul letto, tette contro tette, bocca a bocca, figa contro figa, ci strusciamo e finiamo ognuna con la testa fra le cosce dell’altra.
Mi lecca … la lecco … mi scopa la figa con le dita .. le scopo la figa con tre dita .. mi succhia il clito … le succhio il clito … le succhio le piccole labbra … mi succhia le piccole labbra … bevo i suoi succhi … beve i miei succhi … mi piace il suo sapore leggermente salato e il suo profumo un pò muschiato – Giovanna sei una puttana a letto con un altra puttana – rotolando mi ritrovo sopra di lei vedo i suoi umori colare sul perineo … li spalmo sulle sue cosce, sulle sue natiche … nel solco del sedere e cerco il bucchino nascosto … lei solleva il bacino e ricambia tutte le mie attenzioni.
Sento l’orgasmo salire come una tempesta … incontrollabile … URLO!!!
Anche Ketty raggiunge il piacere … URLA!!!
Giacciamo senza forza senza cambiare posizione sto ancora con la bocca sulla sua figa … la bacio e mi muovo …
Non parliamo … ci fissiamo .. ci stringiamo e ci baciamo … rimaniamo così un lungo momento a goderci la nostra vicinanza.
‘Ti &egrave piaciuto tesoro … io ne avevo proprio bisogno .. e tu?’
‘Mi &egrave piaciuto sì … lo hai visto .. sai non avevo mai fatto l’amore con una donna.’
‘Ah .. &egrave la tua prima volta … beh hai imparato qualcosa di nuovo … comunque tesoro mio hai imparato molto in fretta … non c’&egrave stato bisogno di dirti cosa fare lo sapevi di tuo.’ e mi stampa un bacio in bocca.
‘Ma ora come ti senti tesoro?’
‘Non so … mi sento strana … in un colpo solo ho tradito mio marito e ho fatto l’amore con una donna … non avrei mai pensato di poter fare queste cose.’
Mi stringe dolcemente a sé, mi accarezza il viso e mi bacia piano ‘Sei pentita amore? guarda non hai fatto niente di male, tuo marito non lo sa e non soffre, in fin dei conti lui &egrave l’unico che potrebbe lamentarsi … non pensarci tesoro … &egrave stato bellissimo e ora stiamo bene … comunque se ti può consolare devi sapere che anche per me &egrave stata un esperienza coinvolgente e mi &egrave piaciuto tanto.’
L’ascolto un pò perplessa, fa quel discorso, per me strani, in modo del tutto naturale. Penso – Troia … Giovanna sei una troia … dove sono finiti tutti i tuoi principi? – guardo Ketty e mi stringo a lei – Taci non rompere .. principi!! … tutte ipocrisie … mi &egrave piaciuto, non mi pento e lo rifarei – … il tempo passa dovrei alzarmi ed andare ma non riesco a staccarmi all’abbraccio di Ketty..
‘Vieni cara, alziamoci e andiamo in bagno a rinfrescarci la fighetta … poi prepariamo qualcosa da mangiare se puoi fermarti … oh! dimenticavo hai un marito che probabilmente fra poco tornerà a casa.’
Rido ‘No mio marito non torna a casa questa sera &egrave in giro a visitare i clienti della ditta, ma comunque devo andare perché mi telefonerà e se non mi trova si preoccuperà.’
‘Beh ne parliamo dopo, vieni in bagno.’ mi prende per mano, la seguo, nella parete vicino al comodino, c’&egrave la porta del bagno padronale, entriamo, un bagno di lusso! marmi e onice, un grande specchio alla parete che riflette la mia immagine nuda.
‘Questo &egrave il mio bagno privato, non ci porto mai nessuno, ma per te faccio un eccezione, perché sei bella e mi piaci molto, avvicinati allo specchio e guarda.’
Curiosa mi avvicino e guardo … – Cavoli che perversa! – &egrave uno i quei specchi speciali, che permettono di vedere oltre … in effetti sto vedendo il letto … ci fosse stato qualcuno lì ci avrebbe visto fare l’amore, spalanco gli occhi e la guardo sorpresa.
Lei non sembra dare peso alla mia perplessità ‘Dai rinfreschiamoci e poi parliamo di tuo marito da rassicurare.’
Mentre ci asciughiamo torna sul discorso.
‘Eh sì… capisco che si preoccuperà una bella fighetta come te lasciata sola &egrave un buon motivo per essere preoccupato, però! non puoi telefonargli e dire che vai a mangiare la pizza con le amiche? così puoi fermarti anche per la notte.’
‘Sì questo posso farlo, così si tranquillizza, ma devo comunque tornare a casa questa sera, devo cambiarmi per andare al lavoro domani mattina.’
‘Cambiarti! perché? non stai bene così? per l’intimo non c’&egrave problemi, te lo do io, uno spazzolino a denti nuovo te lo do,.. per i cosmetici puoi usare i miei, cosa ti serve di più?’
Scoppio dal ridere pensano all’effetto che farei su quel porco in agenzia, lei mi guarda perplessa.
‘Cosa ho detto di tanto comico?’
‘Di comico niente, ma mi &egrave venuta in mente la faccia del ragioniere se mi vede vestita così, sarebbe la volta buona … mi stuprerebbe sulla scrivania dell’ufficio, ho già abbastanza problemi per tenerlo a bada.’
‘Ti mette le mani addosso?’
‘Certo!’ e le racconto tutta la storia del porco, le sue palpate più o meno audaci, le continua sfida che si rinnova tutte le mattine, dalle 8 alle 9 quando attiva quella racchia di sua moglie.
Lei annuisce seria ‘Capisco … ma che effetto ti fa?’
‘Effetto! fastidio … non gliela darò manco morta a quel porco.’
Ridacchia ‘Tesoro, non &egrave questo che voglio sapere … dimmi cosa provi quando ti tocca … dai non fare la santarellina.’
Mi si accosta, siamo ancora nude .. mi passa un braccia sulla spalla e mi stringe … mi mette la mano libera sulla coscia.
Arrossisco leggermente … mi fissa e sorride ‘Eh! porcellina … arrossisci al pensiero … allora dai sono curiosa.’
‘Non voglio ma egli riesce sempre ad eccitarmi, mi si induriscono i capezzoli e mi si bagna il perizoma, pensa questa mattina &egrave riuscito a prendermi di sorpresa, mi ha infilato una mano sotto la minigonna e le l’ha messa fra le cosce.’
Dicendo così mi torna in mente la sensazione provata e la mia fighetta rilascia un fiotto di nettare, lei se ne accorge e subito la sua mano abbandona la mia coscia e va a accarezzarmi la figa … non poso resistere allargo le cosce e lei inizia a giocare con il mio fiore, spinge due dita dentro, li toglie per stringere forte il clito, li rimette dentro e continua così … dentro e fuori mi fa impazzire, mi fa sdraiare, mi bacia mi succhia le tette … mi dice porcherie.
‘Sei una porcellina vero?’
‘Sì’
‘Dai dimmelo che sei una troietta.’
‘Sì’
‘Sì cosa?’
‘Sono una troietta.’
‘Fai la puritana ma sei una puttanella, forza confessalo.’
‘Sì sono una puttanella.’
Non ragiono più col cervello, in questo momento &egrave la figa che comanda e fa uscire la parte repressa del mio carattere, il mio lato oscuro, che non ho mai voluto conoscere.
‘Sei una puttana’
‘Sì sono una puttana.’
‘Ripetilo che sei una puttana.’
‘Sono una puttana … sono una puttana … sono una puttana.’
E più lo dico .. più mi convinco di esserlo davvero … e più mi eccito ..spingo il bacino in alto … gemo … mi lamento …. URLO!!!!
Ketty mi stringe … mi bacia … mi accarezza … mi coccola e io in questo momento sento di amarla.
‘Dai telefona al tuo marito e domani mattina andrai al lavoro vestita come adesso, se il tuo porco ti mette la mano fra le cosce, lascialo fare, ma digli che vuoi più soldi a fine mese, digli che vuoi 1.000 ‘ fisso, digli che può scoparti con le dita, ma che sono 50 ‘ ogni volta che ti tocca la figa, anche se non ci mette le dita dentro, e se vuole una sega sono altri 50 ‘, pagamento contanti anticipato, niente credito o pagamento a fine mese, sei una puttana e allora impara a comportarti da puttana.’
‘Perché ridi cara?’
‘Rido pensando alla faccia che farà il porco, quando gli farò quel discorso, farà un colpo.’
Ridiamo in due, ci baciamo, ci stringiamo alziamo e andiamo in bagno, ed ovviamente succede quello che doveva succedere, baci, carezze, le mani che scivolano fra le cosce, le dita che si spingono nella porta del piacere … e per finire orgasmi devastanti.
Quella donna mi fa morire di piacere, ma mi sfinisce, se vado avanti così ci rimetterò la salute, ho perso il conto degli orgasmi avuti da quando ho messo piede in quella casa, lei &egrave insaziabile e mi sta contagiando, ho sempre fatto l’amore con piacere, ma ora mi sento sempre arrapata, non ne ho mai abbastanza, come farò a resistere le lunghe notte senza Paolo mantenendomi fedele al mio marito?
Torniamo in camera, seduta comodamente sul letto a gambe larghe, senza rendermi conto di offrire la figa allo sguardo voglioso di Ketty, la quale si sdraia bocconi sul letto, con la testa fra le mie caviglie per guardarmi.
Telefono a Paolo, gli racconto la mia storiella della pizza con le amiche, &egrave la prima volta che invento una scusa per mascherare una mia trasgressione … altro che trasgressione … &egrave un tradimento in buona regola … lo ammetto francamente … ma non mi pento … lo rifarei senza esitazione … non cerco scuse come fanno certe che ritengono che un rapporto fra donne, visto che non c’&egrave il cazzo di mezzo con conseguente penetrazione, non &egrave un tradimento ma solo un piccolo diversivo.
Paolo prende la cosa bene, mi augura di divertirmi, gli chiedo se va bene tutto, mi dice di sì, parliamo un bel pò, ma non accenna al telefonino dimenticato nella tasca interna della sua giacca e questo non mi piace, i casi sono due, non se ne &egrave accorto, o spera che io non l’abbia trovato.
Per tutti il tempo della telefonata, Ketty rimane sdraiata con gli occhi fissi sulla mia figa, uno sguardo intenso che sento quasi fisicamente e che mi provoca una sottile sensazione di piacere, vedere quella donna affascinata dalla mia passerina mi piace da morire e mi eccita, sento le grandi labbra aprirsi vogliose … la mia fonte inizia a sgorgare – Chiudi le gambe puttana … non sei ancora stanca di porcherie? – questo volte credo che darò retta a quel poco di buon senso che mi &egrave rimasto.
Rimango ancora un pò così, poi mi scuoto e chiudo le cosce, Ketty mi fissa delusa, ma non le lascio il tempo di protestare.
‘Andiamo in cucina a mangiare, mi &egrave venuto appetito.’

Capitolo 4

E venne la notte

Siamo in cucina, vestite, o meglio svestite, indossiamo soltanto una leggera vestaglia ognuna, sedute a tavola mangiamo insalata e prosciutto crudo di San Daniele, per bere Ketty ha tirato fuori al mobile bar del salotto una bottiglia di Tocai friulano fresco al punto giusto.
Non sono abituata a bere, mai più di un bicchiere a pasto, ma questa sera c’&egrave una bottiglia intera a vuotare in due e poi Ketty non sopporta di vedere un bicchiere vuoto, riempie sempre il calice incoraggiandomi a bere, questo vino &egrave invitante, va giù come l’acqua, il fatto &egrave che &egrave più alcolico dell’acqua, e gli effetti non aspettano per farsi sentire.
Cadono le barriere, il pudore va a farsi benedire, si scioglie la lingua, si ride e si parla a ruota libera, sfacciatamente e senza ritegno, mi scopro sboccata pronunciando tranquillamente oscenità – Giovanna ma cosa dici? dove &egrave finita la tua buona educazione di ragazza per bene? – ma non ascolto la vocina interiore che mi richiama, anzi la metto a tacere – Ma che rompiballe che sei! lasciami stare – mi sento la testa leggera e sono euforica.
Ketty mi sorride, dice ‘Sù puttanella vieni qui da me voglio baciarti e succhiarti le tette.’
Mi alzo per girare attorno al tavolo e raggiungerla, così facendo si apre la vestaglietta mettendo in mostra la mia nudità, faccio per chiudere l’indumento.
‘Ma che fai? lascia stare … voglio guardarti così … lo sai cosa sembri nuda sotto quella vestaglia aperta che non nasconde niente? … sembri una di quelle signorine che facevano il mestiere nelle case chiuse di una volta.’
‘Insomma così ti sembro una puttana di professione &egrave quello che intendi?’
‘Ma dai tesoro, non prendertela, dicevo così per dire.’
‘Oh! ma non me la sono presa … se sembro una puttana &egrave forse perché lo sono davvero.’
Le sono in piedi vicina, mi cinge i fianchi fra le braccia, appoggia il viso sul mio pancino … lo bacia, tenendomi stretta mi attira sulle sue ginocchia, mi fa uno strano effetto, il mio culetto nudo sulle sue cosce nude … mi si bagna la fighetta … lei cerca la mia bocca … mi lecca le labbra … mi mordicchia il labbro inferiore … non posso aspettare ancora … socchiudo le labbra ed aspiro quella lingua tentatrice.
Ci baciamo … sento le sue mani che esplorano il mio corpo … cosa cerca ancora … non ha più niente da scoprire … il mio nettare cola bagnandole le cosce … mi tortura il clito .. perdo la ragione un altra volta … mi scopa con le dita … quella donna &egrave insaziabile … mi farà morire … mi bacia e mi sussurra oscenità all’orecchio.
‘Ti piace eh? sei proprio una puttana … una troia vogliosa di cazzo …forza dimmelo!’
‘Sììììì !!’
‘Sì cosa? rispondi bene.’
La mia vocina interna torna a farsi viva – Vergognati Giovanna! sei una donna per bene che si &egrave smarrita … svegliati finché sei in tempo … scappa da questa donna – ma non ascolto … mi infastidisce.
‘Sì mi piace … sono una puttana … vogliosa di cazzo.’
‘Brava, adesso dimmi … di chi &egrave questa figa?’
Mi sento rispondere con un filo di voce ‘La figa &egrave tua amore.’
E di nuovo Ketty mi porta sulle più alte vette del piacere, lasciandomi svuotata e senza forza, mi fa alzare e tenendomi abbracciata mi accompagna in camere, mi leva la vestaglietta e mi mette a letto nuda.
Mi addormento sfinita … in sogno mi rivedo allacciata a Ketty … mi vedo in agenzia a fare una sega al porco mentre mi scopa con le dita … mi vedo scopare con una sconosciuto in una stanza d’albergo …
Mi sveglio e mi giro nel letto … Ketty dorme nuda al mio fianco … la guardo … mi prende la voglia di succhiarle le tette – Dai non &egrave il caso lasciala dormire o di nuovo giocherà con il tuo corpo – mi sdraio sulla schiena e guardo il buio … il ricordo dei sogni &egrave ancora ben nitido nella mia mente.
Tutto scorre come un film …. io e Ketty … io ed il porco che mi fa godere e mi viene in mano … io e lo sconosciuto che mi scopa e poi esce dalla camera lasciandomi i soldi sul comodino – oddio che vado ad immaginare? allora &egrave vero che sono una puttana – ma in fondo la cosa mi lascia indifferente – e se anche fosse – .
Sto pensando ai casi strani della vita, in poche ore tutto il mio mondo &egrave cambiato .. guardo ancora Ketty … quella mi ha fatto parlare … sa tutto di me … mi usa come un suo giocatolo, ed io non so niente di lei … sarebbe ora di cambiare … mi ci metto a pensare.
E se facessi il suo stesso gioco, oramai mi sono tanto allontanata dei miei rigidi principi morali che un passo in più non può fare la differenza, e poi torno sempre al punto di partenza, devo sapere se &egrave lei la donna che frequenta Paolo o se il nome &egrave solo una coincidenza, e per raggiungere il mio scopo tutte le armi sono buone … anche il sesso.
Presa la decisione, passo all’azione, lei dorme &egrave vulnerabile e … senza difesa, mi chino sul suo seno, stringo un capezzolo fra le labbra, succhio piano, lo mordicchio, lo succhio, contemporaneamente le metto la mano sulla figa e mi impossesso del clito, lo graffio, lo tiro, lo schiaccio e continuo così, lei mugola nel sonno, si muove scosta le cosce, senza aspettare le spingo la mano nella figa, solo il pollice rimane fuori, tolgo la mano per ritornare sul clito e poi ancora la mano che penetra la figa.
Apre gli occhi ma non le do respiro … continuo … lei mugola … geme … si contorce … apre e chiude le cosce … solleva il bacino … mi si stringe … cerca la mia bocca ma mi nego … rimango sulle sue tette sode … finalmente si lascia andare, non resiste più si arrende.
Accosto la bocca al suo orecchio e sussurro ‘Dimmi chi &egrave la puttana ora?’
‘Io …’
‘Io che cosa? rispondi bene cara.’
‘Io sono la puttana.’
‘Brava … così va meglio … dimmelo ancora che sei una puttana.’
‘Sì … sono una puttana … sono una puttana … mi ti amo .. ti voglio … farò quello che vuoi.’
E’ troppo facile, non mi fido … continuo a tormentarla … la porta quasi all’orgasmo … poi mi fermo … riprendo … mi fermo … impazzisce … mi supplica ..
‘Fammi venire ti supplico … non torturarmi più … farò tutto quello che vuoi.’
Allunga la mano per toccarmi, non &egrave che mi manca la voglia, anzi non vedo l’ora di andare in bagno a masturbarmi, ma scanso la sua mano … voglio conservare il controllo della situazione.
Finalmente l’accontento … si perde in un orgasmo strepitoso … una vera esplosione i piacere.
Però, pensandoci bene bisogna battere il ferro finché &egrave caldo, mi metto fra le sue gambe, afferro le caviglie e le tiro sù, le faccio piegare le gambe, ora ha le ginocchia sul seno, &egrave completamente esposta la figa gocciolante e gonfia e l’ano aperto, mi abbasso posano la bocca sulla figa, gliela mangio letteralmente mentre spingo tre dita nel culo.
Ketty parte per la tangente, non capisce più niente, ansima,. mugola, geme, si lamenta, si porta la mani sulle tette e se le impasta, io continuo voglio farla impazzire, fosse solo per un momento e sembra che ci riesca.
L’orgasmo giunge imprevisto, violento, lungo … la scuote tutta … urla e piange al punto di farmi paura, con voce spezzata mi dice ‘Basta mi fai morire.’
Mi scosto ma lei si stringe a me, non vuole lasciarmi andare ‘Ti amo e voglio essere amata, ma devi sapere chi sono prima di decidere se vuoi il mio amore.’
Inizia a raccontarmi, era orfana, ricca e bella, a 23 anni ha incontrato un uomo affascinante, se ne &egrave innamorata e l’ha sposato, col pretesto di evitarle di doversi preoccupare di problemi finanziari, di tasse ed altri fastidi simili, si &egrave fatto dare una procura generale, in due anni di tempo egli &egrave riuscito a dilapidare, al gioco, con le donne e le scommesse, l’intero patrimonio, si &egrave salvata solo la palazzina dove ci troviamo, non ha fatto in tempo a venderla prima di schiantarsi in macchina contro un platano, &egrave rimasto ucciso sul colpo.
Così a 25 anni, &egrave rimasta vedova e rovinata, il guai &egrave che non sapeva fare niente, a parte suonare il pianoforte, comportarsi da perfetta padrona di casa, sciare, andare a cavallo, nuotare e spendere soldi.
‘Inizialmente ho tentato di sopravvivere dando lezioni di pianoforte, ma non ha funzionato, però c’era una cosa che sapevo fare benissimo, durante gli anni di matrimonio, mio marito mi aveva svezzata e mi aveva insegnato a fare l’amore, giorno dopo giorno aveva sgretolato tutti i miei principi morali, mi aveva fatto incontrare alcune sue amiche, cortigiane di classe e queste si erano prese cura della mia educazione sessuale, e ho imparato bene, lo sai anche tu.’
‘Ho conosciuto un ricco industriale diventando la sua amante, era stato un buon periodo, questo mi manteneva adeguatamente, ma poi &egrave morto e mi sono ritrovata sola una volta ancora, non voglio più legami, ne marito ne amante fisso, voglio essere libera, ora ho una cerchia di amici, tutta gente di classe e generosa, che mi viene a trovare regolarmente e non lesina i suoi doni, vivo agiatamente, trovo la mia soddisfazione fisica senza legarmi definitivamente ad un uomo.’
‘Ecco ora lo sai, non sono una battona, ma la gente benpensante mi chiamerebbe puttana.’
Annuisco seria ‘Tesoro, non sono qui per giudicarti e poi non credo di essere migliore di te, forse sei una puttana, ma io cosa sono diventata in queste poche ore?’
La stringo e la bacio, ora so! &egrave proprio lei la donna che cercavo, ma la cosa non mi interessa più, mi piace e me la voglio tenere.
‘Ketty, amore dormiamo, domani sarà una giornata pesante per me.’
Mi si stringe forte, piange … mi copre di baci … tira su il naso e fra un singhiozzo e l’altro mi dice ‘Giò amore, mi accetti come sono … grazie tesoro grazie.’
E’ stata una serata ed una notte impegnativa, siamo stanche tutte e due e non tardiamo ad addormentarci.

Capitolo 5

In Agenzia

Sono le 7;55 quando mi presento in agenzia, curiosa di vedere come reagirà il porco quando mi vedrà vestita in modo sexy, suono al campanello, si apre la porta ed entro, con un bel sorriso sulle labbra ed un piccolo registratore nella borsa.
L’effetto &egrave immediato, si alza di colpo dalla scrivania e mi fissa con uno sguardo lascivo, deglutisce e per un attimo rimane muto.
Io un pò stronza, gli sorrido e lo saluto ‘Buongiorno ragioniere, bella giornata oggi, vero?’
‘Buongiorno Giovanna, come sei elegante questa mattina, chi devi conquistare?’
‘Nessuno ragioniere, non voglio conquistare nessuno.’
Mi dirigo verso la scrivania per ordinare le pratiche a sbrigare in mattinata, così facendo con la coda dell’occhio tengo il ragioniere sotto controllo, lo vedo che gira attorno alla scrivania per venirmi vicino.
Ecco &egrave il momento, allunga la mano, mi muovo in fretta allontanandomi, mi volto per guardarlo in faccia, sorrido e inizio il mio discorsetto.
‘Senta ragioniere, mi sono stancata di questa commedia che si ripete tutte le mattina, e come lei non si stanca di provarci ho pensato che era meglio trovare un accordo che vada bene a tutti e due.’
Egli mi guarda meravigliato ma con un sorriso felice, il porco già pensa che sto per dargliela.
‘E cosa proponi .. lo sai cosa voglio da te … cosa altro mi potresti proporre?’
Ridacchio ironica ‘Certo che lo so e le dico anche che se lo può dimenticare, ma le propongo un compromesso, mi potrà toccare la figa, guardarla e anche leccarla, mi potrà toccare le tette e succhiarle … ma nella vita tutto ha un prezzo … vediamo se &egrave disposto a pagarlo.’
Aggrotta la fronte ‘Che razza di discorso &egrave questo, &egrave il prezzo che tu paghi per lavorare e se non ti va bene la porta &egrave là.’
Gli rido in faccia ‘Certo esco e me ne vado diritto all’Ispettorato del Lavoro, non mi ha mai messa in regola e non ha mai pagato i contributi … e poi vediamo se i soldi che mi ha dato rispettano il contratto di lavoro … senza parlare di molestie sessuali, che ne dice ragioniere?’
Si dà una scrollata i spalle ‘Brutta puttana … &egrave la tua parola contro la mia.’
‘Eh no ragioniere! tutti mi conoscono e sanno che sono la sua impiegata, e lo confermeranno.’
‘Giovanna sei una puttana, mi hai lasciato sperare e ora mi ricatti, cosa vuoi?’
‘Bravo ora incominciamo a ragionare, anzi tutto la smetta di darmi della puttana, poi parliamo di soldi, voglio un fisso di 1.000 ‘ al mese, niente di meno, poi se mi vuole toccare la figa o le tette le costerà 50 ‘, pagamento anticipato in contanti, se lo vuole posso anche farle una sega per altri 50 ‘.’
‘Non vuoi essere chiamata puttana, ma ti comporti come una puttana … e per un pompino cosa vuoi sempre 50 ‘?’
‘Come mi comporto sono affari miei, non affari suoi … certo un pompino vale 50 ‘ senza ingoio però, con ingoio sono 100 ‘.’
‘Vaffan…. Giovanna! non ti pagherò per palparti.’
‘Niente di male ragioniere, lei risparmia e io sono tranquilla senza aver sempre il pensiero delle sue manacce, però i 1.000 ‘ al mese li voglio o le faccio causa.’
‘Sei una fottuta troia, ma se vuoi la guerra … guerra sia … tanto nessuno testimonierà contro di me, sono tutti amici miei e sanno bene che sarò riconoscente, ed ora fuori dei piedi!’
‘Certo, vado ma prima deve ascoltare questo.’ tiro fuori il registratore dalla borsa e lo metto in funzione, chiara e nitida tutta la nostra conversazione si può sentire.
Ora il porco si sente in trappola ‘Basta, sarà come vuoi ma non ti lascerò in pace, ti pagherò ma tu mi accontenterai tutti i giorni.’
Prende il portafoglio alla tasca e mette 150 ‘ sulla scrivania ‘Tira sù la gonna e levati le mutandine, voglio leccarti la figa e poi mi farai un pompino con l’ingoia.’
‘Certo caro, subito.’ prendo i soldi e li metto nella mia borsa, sollevo la minigonna ed abbasso le mutandine, mi siedo sulla scrivania a gambe aperte, egli mi guarda la figa … avvicina il viso … spinge la lingua e inizia a leccarmela …
‘Oh! ma come sei bravo … su lecca … fammi godere … sìììì … cosììììì … ancoraaaa.!
Di fatto &egrave bravo e leccando con impegno non tarda a farmi venire, gli bagno il viso con il mio piacere … ansimo ‘Grazie ora tocca a te.’ scivolo giù dalla scrivania, mi tiro sù le mutandine e abbasso la minigonna.
‘Siediti sulla scrivania.’ egli si siede, gli apro la patta dei pantaloni, abbasso gli slip, subito come d’incanto il cazzo salta fuori, &egrave giù duro, bello, lungo e grosso, mi accuccio ed inizio ad accarezzarlo, tiro indietro la pelle, liberando il glande, inizio a baciarlo ed a leccarlo partendo dalle palle … prendo il glande in bocca .. non ho esperienza in fatto di pompino … sapendo bene che non mi piace, con mio grande piacere, Paolo evita di chiedermelo, so che lo vorrebbe e ogni tanto glielo bacio un pochino, ma questa volta &egrave diverso, lo devo fare mi ha pagato per questo, mi devo fare forza ed andare a tentativi..
Il porco inizia a mugolare .. geme … ansima … ‘Forza pompinara prendilo tutto … fammi godere che voglio sborrarti in quella bocca a troia.’
E io mi impegno, provo un gusto sadico, ora &egrave in mio potere, mi basterebbe stringere i denti … voglio farlo godere perché so che se riesco a mandarlo in paradiso tornerà da me e mi darà altri soldi.
Mi sta succedendo una cosa strana … più lo succhio .. più lo lecco … più mi piace … tanto che mi sto bagnando … stringo forte le cosce per stringere la fighetta … non resisto … mi metto una mano fra le cosce e mi accarezzo la figa … solletico il clito … mi spingo dentro le dita … inizio una masturbazione feroce.
Improvvisamente il porco viene … mi riempie la bocca di sborra e senza pensarci mano giù tutto, &egrave aspro … salato e pastoso .. &egrave la mia prima volta … mi piace .. non l’avrei mai creduto – Giovanna sei proprio una puttana … sei una troia – succhio fino all’ultima goccia e lascio andare il cazzo … mi rialzo e mi lecco le labbra fissando il porco.
‘Dai vieni giù che mi serve la scrivania.’
Viene giù e si sistema slip e pantaloni, mi guarda con un aria strana ‘Cazzo Giovanna … mi hai fatto morire .. però senza offesa … sei proprio una puttana.’ torna alla sua scrivania e si siede, mentre io prendo le pratiche e mi dirigo verso la porta, mi volto sorridendo ‘Ciao porco a domani per un altra puntata se vuoi.’
Esco e me ne vado per il solito giro quotidiano, prendo il cellulare e chiamo Ketty.
‘Pronto …’
‘Ciao amore, ho fatto come mi hai detto e ha funzionato.’
‘Davvero!! raccontami ai che sono curiosa.’
‘Non posso cara, sono per strada e poi a parlare di queste cose mi turba.’
‘Sei bagnata tesoro?
‘Sì …’
‘Tanto? dai voglio saperlo.’
‘Fradicia.’
‘Ehmmmm … che voglia di te mi fai venire.’
‘Porta pazienza amore … pomeriggio vengo da te, ciao.’
‘Sì ti aspetto, ciao.’
Passo la mattinata a correre da un ufficio all’altro, il tempo passa in fretta e prima delle 12 ho finito il mio giro e torno a casa.

Capitolo 6

Gli amici di Ketty

Ho fatto il bagno, come un rito di purificazione dopo quello che ho fatto questa mattina in Agenzia, sono perplessa, credevo di sprofondare nel rimorso e di dover vomitare l’anima, invece niente di tutto questo, sono tranquilla e serena, ho tradito Paolo, forse dipende da come si considera la cosa, in fondo ho sistemato una situazione che andava avanti da anni, non l’ho fatto per il mio piacere, anche se effettivamente ho provato il piacere dei sensi.
Squilla il mio telefono, lo prendo e guardo il display, leggo ‘Ketty’ ecco la prova, rispondo.
‘Pronto, ciao tesoro.’
‘Ciao amore, sei libera pomeriggio?’
‘Sì … devo passare al lavasecco per portare un vestito di mio marito, non ho altri impegni urgenti, perché?’
‘Allora dammi il tuo indirizzo, passo a prenderti ed andiamo in campagna, vedrai ti piacerà.’
‘A che ora passi?’
‘Diciamo alle tre, preparati … ti voglio sexy, poi strada facendo mi racconti come &egrave andata col tuo ragioniere.’
Ridacchio ‘Sei di una curiosità morbosa … comunque ti racconterò tutto … contenta?’
‘Sì … non vedo l’ora di abbracciarti .. a dopo tesoro.’
‘Ciao a dopo.’
Vado a scegliere i vestiti, sono pensierosa, così quel bastardo frequenta Ketty, bene almeno posso cornificarlo senza problemi, ma me la pagherà questo &egrave certo.
Scelgo una minigonna a fiori plissettata, una canota arancione corta che non mi copre l’ombelico, autoreggenti bianchi e scarpe rosse con il tacco alto 13 cm. e borsetta assortita
Prendo il vestito e scendo per andare in lavanderia, così vestita attiro l’attenzione degli uomini, qualche fischio, mi sento lusingata.
Esco al lavasecco e aspetto l’arrivo di Ketty, eccola! la macchina si ferma, apro la portiera e salgo, un bacio veloce sulla guancia e partiamo.
‘Allora raccontami la tua mattinata … muoio alla curiosità.’
E così inizio il mio racconto, ma lei vuole i dettaglio, non si accontenta di un racconto generico
‘Tesoro, sei una porcellina, così ti sei fatta pagare per farti leccare la fighetta, bene! hai goduto almeno?’
‘Certo, ho goduto due volte, la prima quando mi ha pagata per leccarmi e la seconda quando sono venuta.’
Ridacchia ‘Sei proprio una troia … e poi cos’&egrave successo?
‘Mi ha pagata per mettermelo in bocca.’
‘Anche questo ti ha fatto godere? ma poi che effetto ti ha fatto? .. mi hai detto che non l’avevi mai fatto, neanche con il tuo marito.’
‘E’ vero … &egrave stata la mia prima volta .. allora ho goduto ha prendere i suoi soldi … poi &egrave stato una cosa strana … non era schifoso come temevo … era pulito sapeva di detergente intimo … e il fatto di saperlo in mio potere era eccitante al punto che mi sono toccata e quando mi &egrave venuto in bocca .. sono venuta anche io … mi ha riempita la bocca e l’ho mandato giù.’
‘Caspita Giò, hai fatto presto a diventare una puttana, però devi lasciare quel posto, puttana sì ma non zoccola che va a prendere in bocca il cazzo del principale la mattina alle 8, con il tuo fisico diventerai una puttana di lusso, non una battona.’
‘Ma come faccio a lasciare il posto, mi servono questi soldi, non voglio dipendere da Paolo per i miei capricci.’
‘Eh … non preoccuparti … fidati .. non lo rimpiangerai, farai tanti di quei soldi che potrai permetterti tutti i capricci che ti passano per la testa.’
La guardo perplessa ‘Eh va bene … mi fido di te … ma come faccio con il ragioniere?’
Lei ride ‘Prendi il tuo telefono, fai il numero dell’agenzia e digli al ragioniere che si trovi qualcuno altro per andare in giro a sbrigare le sue pratiche, che tu non ci vai più, e basta non serve altro.’
La guardo indecisa ma lei aggrotta la fronte e con voce decisa mi ice ‘Allora che aspetti?’
Soggiogata faccio il numero, risponde il ragioniere e gli dico che lascio l’agenzia, egli tenta di discutere … mi dice che &egrave pronto a fare quello che voglio io, quasi sarei tentata ma Ketty non mi da tregua … ‘Salutalo e chiudi.’ ed ancora una volta ubbidisco.
Intanto sembra che siamo giunte a destinazione, siamo in campagna, la strada costeggia un muro di cinta, ecco l’ingresso chiuso a un portone, sopra leggo ‘Il Maneggio’, Ketty aziona un tele comando, il portone si apre e entriamo, sulla destra un vasto parcheggio, rimango sorpresa, conosco il posto di nome, mai mi sarei aspettata di andarci, &egrave uno dei luoghi più esclusivi, non solo della città, ma della provincia e forse anche della regione.
‘Ecco Giò cara, siamo arrivata, questo &egrave il mio Circolo, ascolta, per essere ammesso qui, serve la presentazione di due soci fondatori, e si diventa socio ordinario, poi ci sono gli ‘amici’ come vengono chiamati i candidati, oggi ti verrà data una tessera di visitatori, ma prima di sera sarai ‘amica’ troverò facilmente un altro socio fondatore per presentarti.’
La fisso stupita ‘Ma tu sei un socio fondatore? e poi come farò a pagare la mia quota e l’iscrizione e tutto il resto?’
Lei ride ‘Certo sono uno dei soci fondatori e faccio parte del Consiglio, ero proprietaria della mia quota prima di sposarmi, &egrave qui che ho conosciuto quel disgraziato di mio marito, per il resto non pensarci lascia che ci pensi la Ketty.’
Mi trascina dentro un elegante palazzina, sul vetro della porta c’&egrave scritto ‘Accoglienza’, mi accompagna al banco, dove veniamo accolte da un ragazza che indossa una divisa, saluta Ketty sorridendo ‘Buongiorno Signora Ketty, ben arrivata.’ mi fa un sorriso cordiale.
‘La Signorina &egrave mia ospite.’ questa annuisce, mi fa compilare un modulo con le mie generalità e mi consegnano una badge da portare ben in vista.
‘Vieni cara, andiamo al bar … io ho sete e tu?’
Il bar non &egrave molto affollato, ma mi rendo conto che Ketty &egrave molto conosciuta, tutti la salutano e mi guardano con malcelata curiosità.
Ketty sembra non aver fretta, saluta scambia due parole con tutti, ma non mi presenta, mi tiene per mano come per fare capire ‘questa &egrave mia ve la faccio vedere e basta’ mi esibisce.
Ci sediamo ad un tavolino in centro al locale e senza chiedere il mio parere ordina due gin-fizz, che ci vengono prontamente serviti.
Non abbiamo ancora fatto in tempo ad assaggiare le nostre bibite, che si presenta un elegante Signore distinto, un bell’uomo di circa 50 anni, che si rivolge a Ketty ‘Ketty mia cara, che piacere vederti.’ lei gli tende la mano, egli la prende e si inchina in un baciamano perfetto, mi guarda e torna a guardare Ketty ‘Mia cara, chi &egrave questo splendore che ci hai portato? presentamela ti prego.’
Lei sorride ‘Giovanna ti presento il Signor Andrea, &egrave il Presidente del nostro Consiglio per questo anno … Andrea questa &egrave la mia cara amica Giovanna, Giò per gli amici.’
Porgo la mano ed anche io ricevo il baciamano.
‘Benvenuta Giò, gli amici di Ketty sono sempre ben accetti.’
‘Grazie Signor Andrea,’
‘Dammi del tu e lascia perdere il Signor, qui siamo tutti amici e ci chiamiamo solo per nome.’
‘Ketty spero che vi fermerete per cena, così ceneremo insieme al tavolo del Consiglio e potrai presentare la tua amica ai Consiglieri presenti … ci conto non accetto scuse .. ora vado ci vediamo dopo.’
Kerry mi sorride ‘Hai visto tesoro, sei ben accetta, vedrai stasera, come una fighetta come te sarà coccolata.’
Dopo aver bevuto, ci alziamo ‘Vieni ti faccio visitare la zona ‘benessere’, c’&egrave la sauna, il massaggio, l’estetista, la parrucchiera, la piscina coperta … insomma tutto quello che serve per mantenersi in forma.
Usciamo dal bar per raggiungere un altro fabbricato, ci dirigiamo verso la sauna; uno spogliatoio, con armadietti con serrature a combinazione, ci spogliamo, Ketty mi dice di togliermi, collane, catenine, anelli, orecchini, chiudiamo tutto nell’armadietto, altro locale, tante docce, panche di legno e una porta … &egrave la sauna.
Una stanza quadrata, le pareti rivestite di legno, una panca di legno che corre lungo tutte le pareti, al centro un braciere basso dove arde un fuoco di legna, in un angolo una catasta di legna ed una botta piena d’acqua con un mestolo di legno.
Entrando vengo presa da un senso di soffocamento, il vapore ed il calore quasi mi fanno mancare il respiro, mi guardo attorno … sulla panca a muro vedo diverse persone uomini e donne, in coppie o soli, Ketty mi prende per mano e mi guida … ci sediamo … non credevo fosse possibile sudare in tale quantità, ogni tanto uno dei presenti si alza, esce per rientrare dopo un pò, oppure mette legna sul braciere o versa un pò d’acqua sul fuoco, si alza una nube di vapore che mi toglie il fiato.
Non ce la faccio più ‘Ketty, usciamo non resisto.’ lei sorride, annuisce mi prende la mano e usciamo, ma appena fuori mi trascina sotto la doccia, il getto d’acqua gelata mi coglie di sorpresa, apro la bocca per urlare ma la mano di Ketty me la chiude, chiude l’acqua e andiamo a prendere degli accappatoi e ci sediamo sulle panche, lei mi porge una bottiglia d’acqua, almeno così sembra a prima vista, ‘Bevi .. ti farà bene devi idratarti ora e poi &egrave una bevanda energetica .. ti farà ancora più bella … fa presto che poi rientriamo.’ bevo … ma non mi toglie l’arsura .. anzi più bevo più sento la sete … ma mi sento anche strana .. leggera, insolitamente tranquilla e bevo fino a vuotare la bottiglia.
Torniamo nella sauna e riprendiamo a sudare, per tre o quattro volte, usciamo per fare la doccia, bevo quella bevanda che, oramai &egrave palese, agisce sui miei sensi, credo che mi farei scopare lì all’istante con enorme piacere, tutto quel liquido, che Ketty mi ha fatto ingurgitare, ha trasformato la mia fighetta in una fontana che zampilla abbondantemente.
Quando usciamo definitivamente, dopo la doccia, Ketty mi dice ‘Guardati vedrai il risultato della sauna.’
Mi guardo, chiedendomi cosa mai ci sarà da vedere, rimango sorpresa, la mia pelle &egrave rosea e liscia come la seta, credo che tutte le impurità della pelle siano finite nel sudore.
Finalmente ci rivestiamo ed andiamo in piscina, altro spogliatoio, Ketty fruga in alcuni cassetti, finché trova quello che cerca, per lei e per me, mi porge un tanga e me lo fa indossare, per coprire il pube lo devo tirare sù, si inserisce fra le grandi labbra e subito torno a bagnarmi, un reggiseno fatto di laccetti e pezzettini triangolare di stoffa, che mi coprono a malapena i capezzoli eretti e duri.
Un paio di vasche e siamo sedute sul bordo della piscina con i piedi nell’acqua a guardare un paio di uomini che giocosi inseguono una donna, la raggiungono, la stringono, uno le sgancia e le toglie il reggiseno, si allontana agitandolo come un trofeo, l’altro approfitta della situazione, per palparle le tette, ridono tutti e tre, ed io che sono già eccitata, sto per diventare isterica.
Lasciato la piscina, andiamo verso il reparto massaggio, una gentile ragazza, ci invita a spogliarci ed a distenderci sui lettini, credo che avremmo fatto meglio a non rivestirci, visto che passiamo il tempo a levarci i vestiti da dosso, lo faccio notare a Ketty che ride.
La massaggiatrice &egrave bravissima, inizia, parte dei piedi, le gambe, i glutei, la schiena, le spalle ed il collo, il tocco delle sue mani &egrave piacevolissimo, e poi sa dove metterle, mi fa girare, mi massaggia le tette accarezzando i capezzoli … i fianchi … le anche … il busto, scende in basso sempre più giù, sto per impazzire e sento il mio odore di femmina in calore mescolarsi al profumo dell’olio usato per il massaggio, la ragazza che sicuramente ha presente la situazione, sembra ignorarla, anzi le sue carezze, senza mai toccare la fighetta, si fanno più intime ed insistenti, mi mordo le labbra per non urlare e vengo.
Ora la massaggiatrice rivolge tutte la sua attenzione a Ketty, ancora sdraiata e ansimante, guardo e mi accorgo in fretta che, anche questa sta godendo come una porca.
La prima parte del trattamento &egrave terminata, utilizzando delle salviette profumate, ci deterga la figa e poi usando uno strano apparecchio, un laser mi dice, procede alla depilazione, quando finisce non ho più un singolo pelo sul corpo, a parte i capelli, le ciglia e le sopracciglia, però queste ultime me le ha sfoltite e ridisegnate, e così ne &egrave di Ketty, altro massaggio con oli emollienti, e siamo pronte per la parrucchiera, manicure, pedicure e trucco.
Alla fine del trattamento non mi riconosco più, una nuova pettinatura sbarazzina, un trucco leggero ma che valorizza il mio viso, mi vedo bella.
‘Amore sei splendida.’ mi sussurra Ketty ‘questa sera a cena saranno tutti ai tuoi piedi, quasi certamente troverai un protettore generoso, non temere ti consiglierò, li conosco tutti e ti dirò chi scegliere, ma mi raccomando, non accettare nessuno questa sera, devono aspettare e corteggiarti come si deve.’
Annuisco sorridendo ‘Cosa intendi corteggiarmi come si deve, sono impaziente di scoprirlo.’
Ridacchia ‘Amore intendo un corteggiamento serio, fiori, regali costosi, inviti a cena, a teatro, insomma tesoro devono pagare per conquistare le tue grazie, e non temere, lo faranno in tanti, avrai solo l’imbarazzo della scelta.’
Alle sette, pimpante e bellissime ci presentiamo nella sala del ristorante, appena entriamo, Andrea ci viene incontro per accoglierci, l’immancabile baciamano e poi l’invito a seguirlo.
‘Ketty, Giò, venite mie care vi aspettavo, e poi altri amici sono impazienti di incontrare e conoscere Giò.’
Ketty mi sorride facendo l’occhiolino ‘Giò cara, sembra che sia la tua serata … mi rubi la scena … goditela fino in fondo.’
Andrea mi offre il braccio ‘Vieni Giò … ha ragione Ketty .. questa sarà la tua serata.’
E così a braccetto di Andrea, ma con la mano libera stretta a quella di Ketty, mi avvia verso quello che potrebbe essere l’inizio di una nuova vita.

Capitolo 7

Metti una sera a cena

Ed ecco inizia la prova del fuoco, fortunatamente la presenza di Ketty mi da sicurezza, quando raggiungiamo il gruppetto dei consiglieri che ci aspettano per mettersi a tavola, la sento che mi stringe forte la mano prima di lasciarla andare.
Ketty viene accolta festosamente, baci e abbracci, ma subito l’attenzione si porta su di me, Andrea prende la parola ‘Amici questa splendida ragazza ci &egrave presentata da Ketty, e se lo accetta, sarò il suo secondo presentatore, si chiama Giovanna, Giò per gli amici e così noi tutti la chiameremo.’
Si volta verso di me ‘Giò cara, permettimi di presentarti Carlo, Francesco, Antonio e Mario.’
A mano a mano che vengono nominati quei signori mi si avvicinano e mi fanno il baciamano, dandomi il benvenuto.
Riprende Andrea ‘Bene, fatte le presentazioni mettiamoci a tavola, venite amiche mie .’
Lo seguiamo, egli sposta una sedia per fare accomodare Ketty, poi un altra sedia per me, quando siamo sedute tutte e due, si siede in mezzo, così mi ritrovo fra Andrea e Carlo, e Ketty fra Andrea e Mario, trattandosi di un tavolo ovale tutti si vedono in faccia.
Arrivano i camerieri a servire l’aperitivo, Ketty ed io scegliamo prosecco con succo di pesca, gli uomini prendono solo il prosecco.
Dopo gli aperitivi e gli antipasti, arriva il sommelier a presentare ad Andrea una bottiglia, questo annuisce, curiosa guardo l’etichetta ‘Amarone’, non mi dice niente, non sono un intenditrice di vini, però quando lo assaggio mi piace il suo sapore deciso, ma &egrave forte e presto gli effetti si fanno sentire, mi sento euforico, la testa leggera e quando Carlo preme la sua gamba sulla mia, la cosa non mi infastidisce più di tanto e mi sposto appena per allontanarlo.
Ma Ketty veglia, e quando vede l’uomo farsi troppo pressante, trova una scusa per lasciare il suo posto e mi invito ad accompagnarla, con decisione mi prende per mano e mi trascina in bagno.
Mi rimprovera ‘Giò, ti avevo detto di non lasciarti andare, devi farti corteggiare e desiderare, se non fai così sarai giudicata una donna facile che vale poco o niente, tieniti stretta fra le cosce quella tua fighetta bella e quando la darai via fatela pagare caro, hai capito putanella?’
Abbasso il viso mortificata ‘Sì ho capito, ma ho tanta voglia &egrave difficile resistere.’
Mi guarda … si intenerisce .. mi accarezza il viso e mi copre di bacetti ‘Povero tesoro mio, porta pazienza amore, dopo la Ketty ci penserà a farti felice … fa la brava bambina … me lo prometti?’
Ed io come al solito mi arrendo a questa donna … e poi lo so che fa così per proteggermi da me stessa … lo fa per il mio bene … con un filo i voce rispondo ‘Sì te lo prometto, farò la brava bambina … baciami ti prego.’ le offro la mia bocca e lei mi bacia con passione.
Torniamo in sala per riprendere i nostri posti a tavola e quando Carlo con la sua gambe cerca la mia, mi scosto con un sorriso tale da tramortirlo.
L’uomo capisce l’antifona e cambia tattica, si dimostra galante e spiritoso, ma ora mi devo dividere, perché anche Andrea mi colma di piccole attenzioni che vanno oltre alla semplice cortesia.
La cena prosegue, sarà il vino eccellente, il cibo raffinato, il servizio perfetto e la buona compagnia, ma io mi sento veramente felice e soddisfatta, in cuore mio ringrazio la mia buona fortuna che mi ha fatto incontrare Ketty, la mia vita &egrave cambiata completamente, da un esistenza da piccola borghese … mi ritrovo nell’alta borghesia e sotto la guida di Ketty sono certa che farò molta strada.
Quando a tarda sera, ci apprestiamo a lasciare il Circolo, Andrea mi chiede di aspettare un attimo, si allontana per tornare quasi subito, con un paio di moduli, e me li fa firmare.
‘Ecco Giò, sei ufficialmente membra del Circolo … sei socia ordinaria.’
Rimango sbalordita .. arrossisco … quasi in preda al panico .. riesco a balbettare ‘Grazie, ma non so niente … non conosco lo statuto … non so a quanto ammonta la quota d’iscrizione …. ‘
Mi interrompe mettendomi un dito sulla bocca ‘Shttt … non preoccuparti .. Ketty ti sarà maestra e guida … la quota??? la tua presenza vale molto di più … comunque &egrave già coperta .. &egrave tutto a posto … da adesso qui sei a casa tua.’
Mi sorride ‘Buona notte Giò, ricorda questa &egrave casa tua … ‘
Tutti ci vengono a salutare, usciamo dirette al parcheggio.
‘Allora tesoro ti &egrave piaciuto il posto? e anche la gente?’
‘Sarei veramente incontentabile se dicessi che il posto non mi piace, i tuoi amici sono gentili e simpatici … grazie Ketty.’ e le do un bacio sulla guancia.
Lei si ferma e mi stringe a sé ‘Piccola mia ti amo e basta, ora andiamo a casa.’
Saliamo in macchina e ci avviamo, Ketty guida in silenzio attenta alla strada buia e io penso a come cambia la mia vita, ho incontrato Ketty ieri pomeriggio ed in un giorno e mezzo lei &egrave riuscita a trasformarmi, da mogliettina fedele e pudica sta facendo di me … non so come definirmi … puttana … mi sembra troppo forte … cortigiana … ehm &egrave più elegante … comunque ho perso ogni pudore … sono senza ritegno .. sempre vogliosa di sesso e pronta a diventare l’amante di un uomo ricco … e cambiare amante se mi conviene … però devo ancora sistemare quel bastardo di mio maritino.
Mi metto a pensare come e cosa fare per fargliela pagare, aspetta Venerdì sera caro mio e vedrai che bella sorpresa ti preparerò per il week-end, potrei invitare Ketty a cena Sabato sera … sarebbe fantastico … però per fare questo devo prepararla … deve sapere chi &egrave il bastardo, faccio presto a decidermi.
‘Ketty amore, andiamo a casa mia per passare la notte, così se telefona mio marito non devo inventare una scusa, vuoi?’ la fisso con aria interrogativa.
‘Ma certo tesoro, così vedo la tua casetta e quando non dormiremo insieme potrò immaginarmi dove sei.’
E così eccoci qua, le faccio posteggiare la macchina nel parcheggio condominiale, al posto che &egrave di Paolo, sono sicura che ci sarà qualcuno che noterà una macchina estranea su quello spazio e si farà molte domande, sapendo che il mio maritino non &egrave a casa, ben presto la voce diventerà di pubblico dominio, mi giudicheranno questo &egrave certo ma rideranno alle sue spalle, inizia così la mia vendetta.
Saliamo in casa, accompagno Ketty in sala, sulla credenza c’&egrave una bella fotografia, io ed il bastardo il giorno del nostro matrimonio, lei si guarda intorno e si avvicina alla fotografia per guardarla da vicino … con la coda dell’occhio l’osservo … la vedo fermarsi come folgorata … sbarra gli occhi e si volta a guardarmi.
Con un filo di voce mi dice ‘E’ questo il tuo marito?’
‘Si &egrave Paolo, perché lo conosci per caso?’
Lei abbassa il viso ‘Sì lo conosco … Giò ti giuro … non sapevo che fosse tuo marito.’
Sorride e le vado vicino l’abbraccio e la bacio sulle labbra ‘Sta zitta stupida, lo so che non lo sapevi, come io quando ieri ci siamo conosciute non sapevo che eri la Ketty che quel bastardo fedifrago frequenta, pensavo che fosse una coincidenza, ma quando mi hai telefonato ho visto il nome ed il numero e ho capito.’
‘Eri tu la donna che ha risposto alla mia chiamata ieri mattina?’
‘Sì ero io, quell’idiota &egrave andato via dimenticando quel cellulare a casa nella tasca interna di una giacca, ma non preoccuparti non ce l’ho con te, ma quel bastardo me la deve pagare e tu mi aiuterai.’
‘Ma tesoro come faccio, mi rovino se vengo a dirti pubblicamente che tuo marito mi frequenta, capisci in certe cose la riservatezza &egrave essenziale.’
Sorrido soave ‘Niente di tutto questo, Sabato sera verrai qui a cena, non lo rimpiangerai, sono una brava cuoca, voglio vedere la sua faccia quando ti vedrà, tu non devi dire niente, egli farà tutto da solo.’
Annuisce ‘Amore farò come vuoi, ma poi come ti regolerai … con me … con il Circolo … con gli immancabili spasimanti che ti ritroverai?’
‘Amore, fra te e me non cambia niente, tutto prosegue, il Circolo! … ho intenzione di frequentarlo regolarmente e di approfittare di tutti i vantaggi che mi sono offerti … compreso i corteggiatori.’
‘Ma tuo marito?’
‘Quello se gli va bene come sono diventata, meglio per lui, perché non ho intenzione di tornare indietro, e se si mette di mezzo lo sbatto fuori di casa.’
‘Lo sbatti fuori di casa! ma dai! come potresti farlo?’
‘La casa &egrave mia tesoro, regalo di nozze dei miei genitori, quindi se fa il bravo ragazzo lo ospiterò e forse lo farò anche scopare ogni tanto, senno aria.’
‘Caspita Giò … non ti facevo così … farai strada amore hai tutti gli attributi.’
Rido la bacio e l’attiro sul divano, siamo lì abbracciate intente a coccolarci quando squilla il telefono … &egrave lui.
‘Pronto … ciao amore .. tutto bene? hai fatto buoni affari?’
Sembra allegro … mi racconta di aver fatto un paio di nuove clienti … fra me e me penso … – sì un paio di nuove fighe da scopare stronzo –
Ci lasciami augurandoci la buona notte … sicuramente la mia sarà buona … non so la sua … non penso comunque che la passerà solitario … ho perso ogni illusione sul suo conto … ma in fondo chi se ne frega e torno a baciare Ketty.
Per un pò guardiamo la TV … ma non &egrave questo che abbiamo in mente … la spegniamo e andiamo in bagno, soliti preparativi, ci dobbiamo lavare i denti, struccare, fare il bidet e via a letto a stringerci l’una a l’altra.
Succede quello che doveva succedere, ci ritroviamo ognuna con la testa in mezzo alle cosce dell’altra … ci sfiniamo e distrutte dalle fatiche dell’amore scivoliamo nel sonno ancora allacciate.

Capitolo 8

Aspettando Sabato

Sorge un nuovo giorno, mi sveglio nel mio letto, sono ancora intorpidita mezza addormentata, muovendo la mano sento un corpo morbido al mio fianco … &egrave lei KETTY!! .
Mi giro, sollevo il busto poggiando sul gomito, mi chino sul suo viso e le sfioro le labbra con le mie, un tocco dolce … mi piace … un altro bacio leggero …
Lentamente apre gli occhi, mi sorride e mi mette le braccia al collo, mi attira e ci baciamo con passione.
‘Buongiorno amore, hai dormito bene.’
Mi guarda sorridendo ‘Giò, con te dormo sempre bene.’ scuote il capo ‘Cosa mi hai fatto? una fattura? un incantesimo? credevo di essere vaccinata, guarita per sempre … invece no, sono qui innamorata come una liceale.’
La stringo forte a me ‘Ketty, cosa devo dire io, in neanche un ora di tempo mi hai conquistata, e in meno di due giorni mi hai cambiato la vita.’
Squilla il telefono, sbuffo alzo la cornetta ‘Pronto’
‘Pronto Giovanna.’ &egrave mia madre … che vorrà a quest’ora?
‘Dimmi mamma, che c’&egrave? &egrave successo qualcosa?’
Mia madre ignora le mie parole e va subito al sodo ‘Giovanna, chi c’&egrave in casa tua?’
‘Cosa?’ rimango un attimo sorpresa, non capisco la domanda.
‘Giovanna, non fare così con me, tuo marito non c’&egrave e tu hai portato qualcuno in casa tua.’
‘Caspita, le notizie volano, ci sono sempre le anime pie che si fanno gli affari degli altri, chi ricevo in casa mia, sono fatti miei, comunque te lo dico, ma solo perché sei tu, &egrave una mia amica, siamo uscite ieri sera ed era tardi, ha passato la notte da me.’
‘Ma Giovanna, capisci penso alla tua reputazione, tuo marito &egrave assente …’
‘Mamma, la prossima volta devi dire a chi ti telefona di farsi gli affari suoi, e non chiamarmi più per queste cose che mi rovini la giornata.’
Offesa mia madre mi saluta e chiude la comunicazione.
Ketty mi guarda incerta ‘Forse dovevo lasciare la macchina fuori dal cancello.’
‘Ma neanche per idea, vedrai lo diranno anche a Paolo, sono curiosa di scoprire come reagirà, intanto il sospetto che sia cornuto &egrave nell’aria.’
‘Sì ma ci sarà anche il sospetto che sei infedele.’
Alzo le spalle ‘Chi se ne frega e poi &egrave vero sono infedele e te lo dimostro.’
Mi butto su di lei e la bacio stringendola forte.
Ci alziamo e andiamo in bagno, oramai fra di noi non c’&egrave più ne pudore ne vergogna, facciamo quello che dobbiamo fare e poi la doccia insieme,
Andiamo in cucina, faccio il caff&egrave, lo beviamo e poi andiamo a vestirci, come siamo di statura e di corporatura quasi uguale, Ketty non ha problemi nel trovare nella mia biancheria e nei miei vestiti qualcosa di suo gusto.
Mentre lei si veste, scendo per andare dal fornaio, passo davanti alla portineria.
‘Buongiorno Signora, ha visto c’&egrave una macchina al posto di suo marito, mi domando chi l’ha messa lì.’
Quell’impiccione sa benissimo chi ha fatto mettere quella macchina al posto di Paolo, ma si crede furba e spera di mettermi in difficoltà.
‘Buongiorno, lo so … &egrave la macchina di un mio ospite … l’ho fatta mettere io lì.’
Non avendo precisato se l’ospite &egrave maschio o femmina, lascio la portinaia nell’incertezza e me ne vado per i fatti miei.
Dopo pranzo torniamo al Circolo, andiamo al bar, siamo appena sedute che diversi uomini vengono a salutare Ketty e presentarsi a me, se dovessimo dare retta a tutti quelli che vogliono bere in nostra compagnia, diventeremmo alcolizzate in breve tempo.
Ketty si diverte un mondo, soddisfatta del mio successo, mi consiglia, sembra conoscere tutti i soci del Circolo e scarta la maggior parte degli uomini che mi avvicinano, alcuni col pretesto che sono tirchi, altri giovani e belli, credono che tutte le donne dovrebbero cadere ai loro piedi, altri hanno la reputazione di essere dei tombeur de femmes o sono semplicemente dei chiacchieroni che si vantano appena riescono a combinare la minima cosa, mi sta facendo le sue considerazioni quando sopraggiunge Andrea che, vedendoci si avvicina sorridendo ‘Ecco le due donne che portano la gioia qui, siete splendide … vi fermate a cena spero, non vorrei cenare da solo …’
Ci scambiamo uno sguardo e Ketty con un sorriso ammagliante dice ‘Andrea saremo felice di farti compagnia.’
Egli annuisce soddisfatto ‘Bene, ci vediamo più tardi per l’aperitivo .. ora devo andare, mi raccomando non scappate eh!’ si allontana.
Osservo Ketty che con lo sguardo segue Andrea ‘Ti piace Andrea tesoro?’
Arrossisce appena ‘E’ un bell’uomo e poi &egrave ricco, sarebbe una bella sistemazione, ma non si &egrave mai fatto avanti … non capisco perché .. forse siamo troppo amici.’
‘Strano perché mi sembra che non perde l’occasione di avvicinarti.’
Sospira ‘Lo so … dai cambiamo argomento, ti faccio visitare la proprietà, in fondo hai visto solo parte del centro benessere, non hai visto la palestra, hai visto il bar ed il ristorante, ma c’&egrave il campo di golf ed il maneggio e poi c’&egrave la villa, con la biblioteca, la sala da gioco e le camere a disposizione dei soci.’
‘Allora guidami voglio conoscere tutto.’
Usciamo e Ketty mi accompagna a vedere per prima cosa la palestra, che si trova vicina alla sauna, c’&egrave poca gente, soprattutto donne, poi il green, 18 buche mi spiega, poi vedo la scuderia e il maneggio,
‘Ecco cara, ora andiamo a visitare la villa, non illuderti, non &egrave antica, avrà più o meno un secolo, ma l’architetto era un artista e ha costruito un falso che sembra vero e non sfigura con quelle autentiche che si trovano in zona.’
In effetti, dopo una breve passeggiata ci troviamo di fronte a un elegante costruzione, un architetto del XVIII’ secolo non avrebbe fatto meglio.
Visito la biblioteca, che mi sembra ben fornita, la sala da gioco, un vero e proprio casinò in miniatura, c’&egrave anche una cucina e una bella sala da pranzo, ci sono gli uffici del Circolo ed al piano superiore delle camere, sono queste che attirano la mia curiosità.
‘Quante sono le camere?’
‘Ci sono le camere del personale ma non credo che siano quelle che ti interessano, le camere per i soci sono una dozzina, tutte con bagno.’
Annuisco ‘Ma chi ne usufruisce?’
‘Tutti possono usufruirne, basta prenotarsi all’ingresso.’
‘Capisco, ma se per caso voglio passare qui la notte per un motivo o l’altro &egrave possibile.’
Ketty si mette a ridere ‘Credo sia meglio spiegarti alcune cose, così capirai subito, anzitutto, il Circolo non accoglie coppie, mi spiego non iscrive marito e moglie, o l’uno o l’altro, i soci, in linea di massima conoscono solo il nome degli altri soci, solo il Consiglio composto dei dodici Soci fondatori &egrave ha conoscenza dell’identità di tutti i soci.’
Annuisco ‘Credo di capire, le camere servono per incontri … diciamo galanti fra i soci … &egrave così?’
Ride ‘E’ così in effetti, la maggior parte delle donne iscritte al Circolo, sono le amanti dei soci, altre non sono legate a nessuno e seguono l’ispirazione del momento, ma io ti consiglio di non fare questo, non scegliere un socio qualsiasi, fossi in te accetterei la corte di Carlo o di Andrea, tutti e due sembrano molto interessati a te.’
‘Ma Andrea non lo vorresti tu?’
‘Certo, ma se lui non si fa avanti aspetto inutilmente.’
‘Hai ragione, ma per ora non penso ad Andrea o a Carlo … sto pensando a Ketty.’
Lei mi guarda … mi sorride e mi prende la mano ‘Vieni tesoro, andiamo in camera mia.’
La seguo stupita ‘Hai una camera personale qui?’
‘Certo come tutti i Soci fondatori.’ mi guida verso un ala del fabbricato, fino ad una porta con una targa ‘Privato’, un giovane seduto ad una scrivania, vedendo Ketty si alza, saluta, apre la porta, e le consegna una chiave.
Vi troviamo in un largo corridoio, con una dozzina di porte, sei a destra e sei a sinistra, di fronte a una di queste Ketty si ferma, l’apre con la chiave appena ricevuta,. entriamo, &egrave una bella camera, luminosa, ben ammobiliata e con un inconfondibile tocco di femminilità.
Appena entrate, Ketty chiude la porta a chiave e mi spinge contro il muro, mi prende il viso fra le mani e mi bacia spingendomi la lingua in bocca, mi stringo a lei … le nostre mani si muovono frenetiche … in un attimo ci ritroviamo nude a rotolarci sul letto avvinghiate l’una all’altra ed ovviamente finisce che ognuna di noi si trova con il viso fra le cosce dell’altra.
L’odore di femmina eccitata che rilasciamo si espande nella camera, lecchiamo … succhiamo … mordicchiamo e non capiamo più niente, salvo che vogliamo godere … non ragioniamo più siamo veramente impazzite … improvvisamente l’orgasmo sale inarrestabile come una tempesta e ci travolge lasciandoci con il fiato corto e senza forza.
A lungo rimaniamo sdraiate allacciate a coccolarci reciprocamente, finché Ketty guarda l’ora e si muove in fretta.
‘Forza tesoro, muoviamoci abbiamo un appuntamento non possiamo mancare.’
A malincuore mi alzo, fosse per me starei lì fino a domani, e seguo Ketty in bagno, ci laviamo e ci sistemiamo il trucco ed i capelli, ci rivestiamo e usciamo.
Quano all’uscita dell’area privata, Ketty restituisce al ragazzo la chiave della sua camera, questo le dice ‘Signora, il Signor Andrea mi ha detto di avvisarla che questa sera cenerete nella sala da pranzo della villa.’
Ketty la ringrazio con uno dei suoi sorrisi che ti conquistano e, mentre ci allontaniamo, commenta questo cambiamento di programma.
‘Giò cara, questa sera qualcuno si farà avanti, mi raccomando tesoro, lasciati corteggiare ma non concedere niente, al massimo lascia che ti prendono la mano e forse un bacino sulla guancia al momento dei saluti quando andremo via … &egrave importante amore me lo prometti.’
‘Certo amore .. te lo prometto mi fido dei tuoi consigli.’
E ci avviamo verso la sala a pranzo, sulla porta scorgiamo Andrea e Carlo che ci aspettano.
Ketty si eccita un pochino ‘Tesoro, questa sera o non si combina niente o come spero ce n’&egrave per tutte e due.’

Capitolo 9

Una cenetta quasi intima

Andrea sorridendo ci viene incontro ‘Carissime, ben arrivate, ho chiesto a Carlo di aggregarsi a noi, spero non vi dispiaccia, capirete che da solo non avrei potuto occuparmi adeguatamente di ognuna di voi due.’
Ridiamo e Ketty risponde ‘Hai fatto bene, rischiavi grosso da solo con noi due … Carlo &egrave il benvenuto.’
Entriamo nella sala da pranzo, e ecco la prima sorpresa, il tavolo &egrave apparecchiato per quattro, ma sui tovaglioli ordinatamente piegati sui due dei quattro piatti &egrave deposto una rosa rossa.
Andrea sposta la sedia di Ketty, Carlo sposta la mia, quando siamo sedute anche gli uomini si siedono, sono di fronte ad Andrea alla destra di Carlo, ringraziamo per le rose e ci vengono serviti gli aperitivi.
Dopo il brindisi, Andrea prende dalla tasca della giacca una scatoletta di velluto blu e me la porge ‘Questo &egrave per te Giò, &egrave il distintivo del nostro Circolo, portalo sempre ti aprirà molte porte, comprese quelle di altri Club e Circoli.’
Arrossisco di piacere prendendo la scatoletta e aprendola … un distintivo in oro e smalto grande come una monetina da 1 centesimo ‘Grazie mi confondete con tante attenzioni.’
Loro ridono ed applaudano, Ketty viene a baciarmi sulla guancia, e subito Andrea e Carlo ne approfittano per baciarmi a loro volta.
Inizia il pranzo, insalata di gamberetti, spaghetti allo scoglio, orate ai ferri, insalata, il tutto annaffiato di prosecco fresco al punto giusto, una torta rustica e caff&egrave, e per chi lo desidera grappa.
L’atmosfera &egrave rilassata, siamo corteggiate, e sembra che questa sera Andrea, dopo tante esitazioni, ha deciso di conquistare Ketty, la quale finge di resistere, attenta però a non scoraggiarlo.
In quanto a me, sono veramente sotto assedio, Carlo mi fa una corte serrata, mi viene il sospetto che non &egrave stato Andrea a chiedergli di aggregarsi ma, che &egrave stato lui che avendo saputo del suo invito a cena, abbia espresso il desiderio di unirsi a noi.
Io memore degli insegnamenti di Ketty, cedo solo un passo alla volta, gli concedo di tenermi e stringermi la mano, questo sottile gioco mi emoziona più di quanto potessi pensare, torno indietro di diversi anni, quando ragazza pudica e per bene, che frequentava la parrocchia ho conosciuto quel bastarda che mi ha fatto girare la testa al punto di sposarlo.
Carlo dopo un pò solleva la mia mano, la guarda ‘Che belle mani hai Giò, mani di fate sembrano, o di principessa delle favole.’
Gli rivolgo un sorriso smagliante ‘Grazie del complimento Carlo, ma non sono una fata, e tanto meno una principessa da favola.’
‘E’ vero tu sei molto meglio delle principesse delle favole, sei reale … non sei un illusione … ti posso toccare … respirare il tuo profumo … e ti stai portando via il mio cuore , sei una principessa reale … la mia principessa se lo vorrai.’ mi fissa ansioso.
Le cose vanno molto più in fretta di quanto prevedevo, devo pensare rapidamente, quell’uomo mi piace fisicamente, &egrave colto e simpatico, non tanto più anziano di me, non voglio scoraggiarlo ma, seguendo i consigli di Ketty, neanche arrendermi così.
Sorrido ‘Carlo mi lusinghi, ma mi prendi di sorpresa, non pensavo di poter farti quell’effetto, sarò anche felice di essere la tua principessa, ma devo abituarmi all’idea, ti prego caro sii paziente con me.’
Lo vedo illuminarsi ‘Giò non voglio metterti fretta, non sono un barbaro che rapisce le donne, ti lascio pensare e riflettere, capisco che devi abituarti all’idea di diventare la mia principessa, aspetterò.’
Mi chino verso di lui e lo bacio sulla guancia ‘Grazie caro, sei un tesoro.’
Ho fatto tutto senza pensare, mi &egrave venuta naturale, niente di costruito, però ora sono certa Carlo &egrave mio, lo vedo felice e confuso, forse vado troppo in fretta, ma non si deve illudere, per alcuni giorni non avrà altro.
Lancio un occhiata verso Ketty e la vedo nelle braccia di Andrea che si baciano, sono contenta per lei, in fondo se lo merita un pò di tranquillità.
Ora siamo Carlo e io, mani nelle mani, ci guardiamo negli occhi come due adolescenti.
Ketty mi chiama ‘Giò cara, vieni con me per favore, vorrei rifarmi il trucco, mi aiuteresti?’
Lascio le mani i Carlo e mi alzo ‘Certo Ketty, andiamo.’
Appena in bagno Ketty mi salta letteralmente al collo e mi bacio con ardore ‘Amore Andrea si &egrave fatto avanti , non essere gelosa, tu sei sempre il mio amore, però c’&egrave un problema, mi ha chiesto di fermarmi qui questa notte, non vorrei rifiutare …’
Le metto un dito sulle labbra ‘Non pensarci amore, accetta … sono certa che Carlo sarà felice di accompagnarmi in città … ci sentiamo domani perché non voglio perderti e poi … non tirarmi il bidone Sabato sera.’
Mi assicura che fra noi non cambia niente, che a qualsiasi costo ci sarà Sabato sera, mi bacia e mi stringe … ci sistemiamo il trucco e torniamo a raggiungere gli uomini.
Passiamo in un salotto e, mentre Ketty e Andrea stanno a pomiciare su un divano, Carlo ed io parliamo pacatamente del più e del meno in un altro angolo.
Guardo l’orologio, sono le 22 , penso che sarebbe ora per me di tornare a casa e chiedo a Carlo se mi potrebbe fare chiamare un taxi.
Mi guarda sorpreso ‘Vai già via, puoi fermarti qui per la notte.’
Sorrido ‘Lo so Carlo, ma preferisco tornare a casa mia, sono venuta con Ketty, ma la vedo molto presa da Andrea e non voglio disturbarli.’
‘Posso accompagnarti io, non c’&egrave problema.’
‘No Carlo, non voglio dare alle comare ed alla portinaia l’occasione di spettegolare sul mio conto.’
Annuisce ‘Capisco ed hai ragione, sicuramente hai la patente vero?’
‘Certo che ho la patente, perché?’
‘E’ semplice, ti presto una macchina, me la riporterai domani, così avrò l’occasione di rivederti.’
Rido ‘Non hai paura che sparisca con la tua macchina? e poi tu senza macchina che farai.?’
Ora &egrave lui a ridere ‘Perché dovresti sparire con una macchina, non ha senso, in quanto a me ne ho un altra qui, quindi non c’&egrave problema,’
‘Va bene allora andiamo a prendere quella macchina.’
Mi alzo e vado a salutare Ketty ‘Ciao tesoro, ci sentiamo domani, buona notte.’ la bacio sulla guancia e saluto Andrea.
Esco con Carlo, mi accompagna nel garage della villa e mi mette in mano le chiavi di una FIAT 500 rossa, nuova fiammante ‘Ecco, te la regalo, fanne buon uso, guarda &egrave assicurata ed il bollo &egrave pagato per un anno, domani o dopo faremo il passaggio di proprietà.’
‘Ma Carlo, non posso accettare un regalo simile, prestarmela &egrave una cosa, ma regalarmela &egrave un altra e poi lo sai che sono sposata … come giustifico con mio marito questo regalo.’
Carlo alza le spalle ‘Eh va bene, diciamo che te la concedo in comodato d’uso gratuito …’
‘Grazie Carlo sei troppo gentile.’
‘Dai principessa, vai ti aspetto domani.’
Fa per stringermi la mano, ma d’impulso gli stampo un paio di baci sulle guance, preso alla sprovvista rimane un attimo come bloccato … poi mi stringe a sé e le sue labbra sfiorano le mie.
‘Vai principessa, mi fai morire così.’
Salgo in macchina, accendo il motore e vado, tornando a casa, mentre guido, penso agli avvenimenti della giornata, tutto il giorno con Ketty con quel stupendo intermezzo in camera sua, caspita, lei come sempre, &egrave riuscita a svuotarmi letteralmente, poi Carlo, la sua corte serrata ma sempre discreta, fino al regalo della macchina, &egrave incredibile, c’&egrave poi un altro fatto inatteso … quell’uomo mi attira fisicamente.
Ho la testa piena di pensieri contrastanti, sono confusa, si mischiano quel porco del ragioniere, quel bastardo di mio marito … ma questi sono il passato perché sono decisa con Paolo &egrave finita … il presente Ketty … mi si apre il cuore solo a pensarla … il futuro &egrave già deciso … con Carlo, simpatico, gentile, galante, premuroso ….. mi fermo ….. ma che mi succede? la solita vocina del buon senso mi chiama da lontano – Giovanna appunto che ti succede dati una calmata, non lo conosci e già gli trovi tutte quelle qualità … almeno aspetta di conoscerlo meglio -.
Arrivo a casa e vado a parcheggiare la macchina sul posto di Paolo, presa dal piacere maligno di stuzzicare la curiosità della portinaia e delle pettegole del condominio.
Salgo in casa e per prima cosa vado in bagno a spogliarmi, nelle biancheria sporca vedo il perizoma di Ketty … mi fa uno strano effetto … come un automa lo raccolgo e me lo porto al viso per annusarlo … respiro il suo odore … rimango come in trance … porto l’indumento alla bocca … &egrave più forte di me lo lecco … il sapore della sua figa &egrave sulla mia lingua … la mia fighetta sgorga come una fontana.
Sempre tenendo il perizoma sulla bocca, torno in camera, mi sdraio a gambe larghe, lecco e succhio … mi sembra di avere la figa di Ketty in bocca e mi accarezzo la fighetta … provando un orgasmo dopo l’altro fino a sfinirmi … crollo addormentata.
Dormo di un sonno agitato pieno di sogni … rivivo l’incontro con Ketty … mi sembra una cosa lontana, come se la conoscessi da una vita, invece no!! l’ho incontrata ieri l’altro e in quel breve spazio di tempo lei ha sconvolto la mia esistenza, ha fatto di me un altra donna e non me ne lamento.

Capitolo 10

Giovedì

Questa mattina mi sono svegliata presto, pronta a saltare giù dal letto per andare in Agenzia, poi mi ricordo … mi sono licenziata! … rimango a poltrire sotto le coperte i pensieri si accavallano …. tutto si &egrave svolto con una tale rapidità da lasciarmi senza la possibilità di pensare … ora mi sembra la storia di una vita intera, invece l’incontro &egrave avvenuto Lunedì, neanche in mattinata … ma nel pomeriggio … dopo le 16.
Adesso &egrave Giovedì ed il tempo non passa mai … sono impaziente … domani sera tornerà il bastardo traditore con il suo sorriso malandrino stampato sulle labbra e mi farà la scena del maritino innamorato e appena a letto vorrà scoparmi … ma se lo scorda non gliela do più … che vada in cerca della Ketty di turno … a pensarci mi viene da ridere … Ketty! glielo portata via io, ora &egrave mia.
Ma non voglio rovinarmi la giornata, facendomi venire il sangue amaro al pensiero di quel vigliacco di Paolo, penso a Carlo perché ho deciso, lo voglio, sarò la sua principessa e lui mi vizierà e mi coccolerà, colmandomi di regali e mantenendomi nel lusso.
Mi alzo e vado in bagno, la solita routine mattutina, dopo la doccia infilo una vestaglietta e vado in cucina a farmi un buon caff&egrave, dopo mi vestirò e poi telefonerò a Ketty … chissà se quella vigliacca &egrave già sveglia … scommetto che avrà scopato tutta la notte … mi farò raccontare tutto – Giovanna ma che te ne importa? perché non pensi a salvare il tuo matrimonio? – &egrave la solita rompiballe – Sta zitta e lasciami stare … ci doveva pensare il bastardo al nostro matrimonio -.
Un trucco leggero, come mi ha insegnato l’estetista del Circolo, una spazzolala nei capelli, per sistemare quella frangetta birichina, e vado a vestirmi, una camicetta di seta bianca, indossata senza reggiseno, lascio sbottonato i tre bottoni superiori, creando così una scollatura che mostra o nasconde il mio seno a secondo di come mi muovo, una minigonna nera di tessuto elasticizzato, autoreggenti colore carne, scarpe di vernice nere con un tacco da 13 cm., scomode per guidare, ma mi porterò un paio di ballerine in macchina, la borsetta nera, ed una giacca di lino nero, sul bavero appunto il distintivo del Circolo.
Sono pronta, prendo il telefonino e faccio il numero di Ketty, risponde subito …
‘Pronto Ketty, come stai amore?’
‘Ciao tesoro, aspettavo sperando di sentirti, sto bene amore, però sono distrutta.’
‘Ah! … sei distrutta! come mai?’
‘Amore non prendermi in giro, lo sai perché sono distrutta, non mi ha risparmiato niente, ha dimostrato una fantasia incredibile, capisci?’
Rido ‘Certo che capisco, mi dovrai raccontare tutto appena saremo sole.’
‘Curiosona … va bene … ma tu come &egrave andata la serata e la notte.’
‘Sono tornata sola a casa, Carlo mi ha dato una macchina, e mi sono addormentata dopo averti pensato a lungo.’
‘Mi hai pensato amore, tanto?’
‘Tanto tanto … sai ho trovato un perizoma … ti racconterò.’
‘Bene e ora che fai?’
‘Mi sono vestita, prendo la macchina e vengo al Circolo, preparati che arrivo.’
Ridiamo, ci salutiamo e chiudiamo la comunicazione, scendo nel cortile ed incontro l’immancabile portinaia che sembra aspettarmi per l’interrogatorio quotidiano.
‘Buongiorno Signora, &egrave sua quella macchinetta rossa?’
‘Buongiorno … sì &egrave mia perché?’
‘Oh per niente, non sapevo che lei avesse una macchina.’
Ridacchio ‘Beh adesso lo sa.’ e mi allontano, salgo in macchina, cambio le scarpe e parto diretta al Circolo.
Oramai conosco la strada, mi disbrigo nel traffico cittadino, esco dalla città e dopo meno di mezz’ora ecco il Circolo, aziono il telecomando, si apre il portone e vado a parcheggiare vicino alla macchina di Ketty,
A quest’ora della mattina il bar &egrave quasi deserto, invece, da quello che posso vedere, sul green alcuni giocatori si stanno già sfidando, ed il maneggio &egrave già frequentato da un buon numero di persone.
Il barista, mentre viene a prendere l’ordinazione, mi dice ‘Buongiorno Signora, ho due messaggi per lei, uno &egrave della Signora Ketty, che chiede di essere raggiunta nella sauna, e poi c’&egrave questa busta, da parte del Signor Carlo.’
Ringrazio, ordino un caff&egrave, apro la busta e leggo …

‘Principessa,
Ti ho pensato tutta la notte e aspetto con ansia il momento di rivederti.
Purtroppo questa mattina ho alcuni affari urgenti da sistemare e non posso aspettarti, ma tornerò nel primo pomeriggio e spero che tu ci sarai.
Vita mia, hai pensato al mio desiderio di fare di te la mia Principessa? spero che accetterai presto.
Tuo Carlo che ti aspetta.’

Cavoli, ho proprio fatto colpo, però come &egrave caro! lui non sa che ho già deciso di diventare la sua principessa.
Bevo il caff&egrave e vado a raggiungere Ketty nella sauna, quando entro nella cabina, mi coglie quella sensazione di soffocamento già provata la prima volta, nella nuvola di vapore distinguo Ketty &egrave sola, la raggiungo, ci baciamo e ci stringiamo.
‘Allora questa notte di fuoco, come &egrave andata?’
‘Oh! ma sei proprio curiosa eh! va bene ti accontento, dopo che sei uscita con Carlo, Andrea si &egrave fatto più audace, sentivo le sue mani dappertutto su di me, siamo andati in camera sua, amore … non hai idea, non mi ha risparmiato niente, mi ha fatto di tutto, non era mai stanco … te l’ho detto mi ha distrutta … sono venuta tante di quelle volte che dopo mi bruciava la figa, ma sono felice … mi ha detto che mi vuole tutta per lui … solo per lui … che si prenderà cura di me .. non &egrave che andremo a convivere .. lui &egrave sposato … ci incontreremo qui, a casa mia sarebbe troppo pericoloso … e tu?’
‘Beh Carlo mi ha prestato un macchina per tornare a casa, voleva regalarmela ma ho preferito rifiutare &egrave troppo presto per accettare regali così importanti, tanto me la lascia comunque, sono andata a casa ed in bagno spogliandomi ho trovato il tuo perizoma.’
‘Che c’&egrave di strano nel trovare il mio perizoma in casa tua?’
‘Niente, ma mi ha emozionata … l’ho preso ed annusato … aveva il tuo profumo, insomma mi sembrava leccarti la figa mentre mi masturbavo come una porca.’
‘Giò amore, hai fatto questo per me? allora sei proprio la mia troia.’
‘Si sono la tua troia, ma ti devo raccontare un’altra cosa.’
‘Che cosa? dai racconta, non farmi aspettare.’
‘Carlo mi vuole, mi chiama la sua principessa e questa mattina quando sono passata al bar, c’era una lettera per me, mi scrive che ci vedremo pomeriggio e che aspetta di sapere che accetto di essere la sua principessa.’
‘Ehm e tu cosa hai deciso?’
‘Di accettare, però vorrei aspettare Lunedì per dirglielo, anche se non penso di riuscire ad aspettare.’
‘E diglielo oggi tesoro, non lasciartelo scappare, quello &egrave ricco da fare paura e ti farà ricca ascoltami, prendi la fortuna al volo.’
Annuisco ‘Però devo sistemare il bastardo prima di concedermi tutta.’
‘Ehi tesoro! quanti scrupoli per uno che ti ha messo le corna,’ insiste ‘Insomma hai deciso di dargliela, e allora dagliela, oggi o Lunedì che differenza fa? nessuna … resisti un pò .. e poi mollagliela come se tu fossi incapace di resistere al suo fascino … hai capito?’
Scuoto il capo ‘Va bene farò così, in fondo mi sarebbe difficile resistergli fino a Lunedì.’
Il discorso finisce lì, facciamo la sauna, la doccia, ed ancora una volta Ketty mi fa bere quella bevanda ‘energetica’ secondo lei, ‘afrodisiaca’ secondo la mia esperienza.
Dopo la sauna passiamo al reparto benessere, per il massaggio di rito, che si conclude con un orgasmo da ricordare, e poi dall’estetista e dalla parrucchiera, e così arriviamo all’ora di pranzo.
Rivestite, allegre e in forma perfetta andiamo al ristorante, scegliamo un tavolo d’angolo, non troppo in vista, vogliamo essere lasciate in pace.
Ordiniamo, un menù adatto alle Signore attente alla linea, consommé, carpaccio, insalata mista, una bottiglia di Tocai friulano fresco, gelato e caff&egrave.
Stiamo bevendo il caff&egrave quando giunge Andrea, ci vede, sorride e ci raggiunge, si china su Ketty e la bacia sulle labbra ‘Buongiorno amore.’.
Lei arrossisce leggermente, mi fa tenerezza … lei! … la donna vissuta .. la cortigiana d’alto bordo … che dispensa le sue grazie col conta-goccia a gente facoltosa ed attentamente selezionata … quella che non vuole più legami … quella che mi vuole guidare e fare di me la sua allieva … &egrave lì tremante come una liceale al primo appuntamento.
Andrea mi saluta, prende una sedia e si accomoda al nostro tavolo, vede la bottiglia di vino ancora mezza piena, prende il bicchiere di Ketty, lo riempie e se lo porta alla bocca, avendo cura di posarla dove le labbra di Ketty hanno lasciato una leggera traccia e beve alla nostra saluta.
Incurante della mia presenza, accarezza la mano di Ketty, si informa sui i nostri programmi per il pomeriggio, capisco che &egrave impaziente di portarsi via Ketty, ma &egrave troppo educato per lasciarmi sola, fortunatamente arriva Carlo, che mi cercava, si avvicina , mi bacia sulla guancia e saluta Ketty ed Andrea, mi invita a seguirlo alla villa, dice di aver una sorpresina per me; mi alzo saluto la mia amica del cuore ed il suo innamorato … seguo Carlo per raggiungere la villa.
Prende la mia mano e la stringe, non parla … mi guarda sorridendo … in villa saliamo al piano nobile dove si trova l’area privata.
Giunti che siamo davanti alla porta, dalla tasca estrae un porta-chiavi e me lo porge; lo prendo un po’ sorpresa, &egrave d’oro e ci sono attaccate due chiavi.
‘Queste sono le tue chiavi, la più grande apre questa porta, l’altra la porta della nostra camera, forza apri.’
Sono senza parole .. riesco a balbettare ‘Grazie caro.’ apro e penetriamo in quel corridoio che conosco già, essendoci venuta ieri con Ketty.
Carlo mi prende per mano e mi accompagna fino a fermarsi di fronte ad una porta ‘Apri tesoro.’ ubbidisco come un automa, apro ed entro ‘Alea jacta est.’

Capitolo 11

Da Giovedì a Sabato

Oramai la mia scelta &egrave fatta ed &egrave palese, Carlo lo ha capito e, appena si chiude la porta alle nostre spalle, mi abbraccia e mi bacia … ma questa volta &egrave un bacio vero non un bacio di affetto … mi lecca le labbra … mi mordicchia il labbro inferiore la sua lingua si fa strada nella mia bocca … per un attimo sono presa al panico e sento quella vocina fastidiosa che mi sussurra – Giovanna che fai … non ti &egrave bastato quello che hai combinato nei giorno scorsi, ora sei nella camera di un uomo che vuole scoparti e lo sai, dai resisti e scappa – cavoli, questa rompipalle non lo smetterà dunque mai – Fatti i fatti tuoi e smetti di rompere i coglioni – mi abbandono nelle braccia di Carlo.
Dopo avermi baciata fino a farmi perdere il fiato ed aver sbriciolato tutte le mie difese, Carlo mi lascia andare ‘Ecco tesoro, questo sarà il nido, guarda se ti piace, forse lo trovi un troppo maschile? se vuoi apportare dei cambiamenti sei libera di farlo.’
Rimango avvinghiata a lui, mi tremano le gambe dall’emozione e mi guardo intorno, &egrave una bella stanza, un angolo notte, con un letto di ferro battuto ed ottone, due comodini ed un piccolo guardaroba a due ante, un angolo salotto con un divano a due piazze, un tavolino basso con il ripiano di marmo, un mobile bar ed un televisore al plasma fissato alla parete, c’&egrave una poltroncina, una piccola scrivania con un computer, una stampante, un telefono ed un fax, ed infine un armadio che una volta aperta mostra un frigorifero, un piano cottura, una macchina per il caff&egrave, degli armadi pensili, una lavastoviglie e per finire un tavolo pieghevole appeso al muro ed un paio di sedie, anche queste pieghevole.
Carlo mi fa vedere il bagno, bello spazioso, c’&egrave un armadietto ed anche una piccola lavatrice che si carica dall’alto, sono veramente sorpresa, &egrave un vero e proprio monolocale, ben arredato, non una camera.
Carlo mi guarda sorridendo ‘Allora principessa cosa ne dici?’
‘Bello veramente, non servono cambiamenti &egrave perfetto così.’
Carlo sembra molto soddisfatto da questa mia affermazione, mi invita a levarmi la giacca, lo faccio e lui la prende e va ad appenderla nel piccolo guardaroba, così me lo fa vedere, &egrave diviso in due, mi dice una parte per me ed una per lui, in effetti nella mia parte vedo appesa una bella vestaglia.
Ora si siede al mio fianco, mi prende le mani fra le sue, mi fissa ed avvicina lentamente la sua bocca alla mia, per un altro bacio mozzafiato, egli agisce molto lentamente, come se temesse di spaventarmi e di vedermi fuggire, cosa che non ho la minima intenzione di fare, ad ogni modo apprezzo la sua delicatezza e la sua gentilezza, mi aveva detto di non essere un barbaro e me ne sta dando la prova.
Ancora adesso che &egrave riuscito a portarmi in camera sua, mi corteggia, altri mi sarebbero già saltati addosso in queste circostanze, ma Carlo no, non vuole forzare i tempi, vuole conquistarmi totalmente … vuole farmi innamorare … ha capito che sono attratta da lui, ma non gli basta vuole essere amato.
I suoi baci sono pieni di passione ma anche di tenerezza, le sue carezze misurate senza essere troppo audaci, mi tratta come una ragazzina da conquistare, procede a piccoli passi e gliene sono grata perché così facendo mi rende tutto più facile, ritrovo la calma e mi lascio andare.
Tutti e due sappiamo benissimo come finirà, ma ci avviciniamo alla meta lentamente, quando finalmente si decide a mettere una mano nella mia scollatura per accarezzarmi il seno nudo, sento un fremito percorrermi dalla testa ai piedi, e così un passo alla volta mi spoglia, prima la camicetta, poi la minigonna, le scarpe, mi solleva fra le sue braccia e mi porta sul letto … mi sfila il perizoma e, dopo avermi scostate le gambe, affonda la testa fra le mie cosce.
Mi mordo le labbra per non urlare dal piacere, sollevo il bacino per andargli incontro, giro il viso da destra a sinistra e viceversa, mi impasto le tette e mi torturo i capezzoli, sono letteralmente impazzita dall’eccitazione e dal piacere.
L’orgasmo mi travolge … apro la bocca per urlare … ma nessun suono esce dalla mia gola … mi manca il respiro non posso gridare … sento il piacere salire dalla figa fino alle tette ed al cervello per poi tornare indietro … non smetto di venire … riesco a gemere .. ora un debole lamento esce dalle mia labbra.
Si raddrizza e in un attimo si spoglia … &egrave sopra di me stretto fra le mie cosce che lo catturano … sento il suo membro premere sulla porta del piacere … lentamente penetra .. lo sento che mi colma la figa … spinge fino a raggiungere il collo dell’utero … si ferma come per abituarmi alla sua presenza poi inizia a muoversi lentamente … si ritira quasi del tutto lasciando solo la punta del glande fra le piccole labbra poi di colpo spinge e entra in me fino in fondo e continua così accelerando progressivamente i suoi movimenti … fino al punto di scoparmi con vigore.
Fino ad oggi, l’unico uomo che mi avesse mai scopata era Paolo il bastardo, il cazzo di Carlo &egrave più lungo e più grosso … mi piace … la vocina interna di nuovo si fa sentire, mi dice – Puttana! Giovanna sei proprio una puttana! tradisci il tuo marito, e non trovi altro da pensare che il cazzo di questo uomo al quale ti sei data &egrave più lungo e più grosso … vergognati – cazzo, ma non mi lascerà mai in pace questa rompipalle – Te l’ho già detto, lasciami in pace fatti gli affari tuoi .. il bastardo non si merita altro -.
Sotto le sue spinte sento un altro orgasmo salire prepotentemente, e quando mi inonda la figa del suo sperma, vengo come non mi &egrave mai capitato di venire, per non urlare gli pianto i denti nella spalle e le unghie nella schiena, il bastardo non mi ha mai fatto godere in quel modo.
Sono sfinita. giaccio sdraiata supina, Carlo &egrave disteso al mio fianco, tiene il busto sollevato appoggiandosi sul gomito, sento la sua mano percorrermi lentamente tutto il corpo, una carezza leggera … uno sfioramento delicato che mi fa fremere.
Il tempo passa, Carlo si alza, si riveste, mi bacia sulle labbra ‘Aspettami amore, vado a prendere qualcosa da mangiare.’
Sorrido e annuisco, sono felice, serena e tranquilla, soddisfatta della situazione, sono lì persa nei miei pensieri, quando squilla il mio telefonino , lo prendo .. &egrave lui il bastardo.
‘Pronto … ciao.’
‘Pronto amore dove sei? non ti ho trovata in casa e neanche da tua madre.’
‘Sono in campagna con una mia amica.’
‘Ah! e chi &egrave?’
‘Non la conosci, l’ho invitata a cena per Sabato sera, te la presenterò’
Parliamo ancora del più e del meno ed egli mi dice che tornerà soltanto Sabato, nel primo pomeriggio, verso le 15, ma potrebbe anche tardare, ci salutiamo e ci lasciamo.
Ecco che torna Carlo con una cesta. apre l’armadio cucina, sistema il tavolo e le sedie, mi alzo, vado in bagno per lavarmi la figa piena di sborra, e quando torno prendo la vestaglia appesa nel guardaroba.
Carlo ha portato, vino e pizza, il caff&egrave ce lo facciamo noi con la macchina, mangiamo in fretta.
‘Amore, mi ha telefonato mio marito, tornerà solo Sabato pomeriggio, posso rimanere con te fino ad allora, però questa sera voglio andare a casa, per prendere il cambio di biancheria e di vestiti, farò in fretta un paio d’ore al massimo e sarò di ritorno.’
Faccio una doccia veloce, mi rivesto ed usciamo.
Ad ogni costo Carlo vuole accompagnarmi mi seguirà con la sua macchina, per aiutarmi in caso di bisogno.
A casa faccio velocemente, un trolley con i vestiti, borse e scarpe, poche cose in realtà, uno zainetto per la biancheria, i miei cosmetici ed i miei pochi gioielli.
In meno di due ore siamo di ritorno alla villa, quando entriamo un inserviente ci avvisa che il Signor Andrea e la Signora Ketty ci aspettano in salotto, portiamo il mio bagaglio in camera e poi andiamo nel salotto.
Quando entriamo Ketty viene a baciarmi e mi sussurra ‘Tutto bene amore?’
Mi limito a sorridere, non serve altro, Ketty capisce, a voce alta mi chiede ‘Ma dove siete spariti, vi abbiamo cercato per cenare insieme, ma non vi si trovava, nessuno sapeva dove eravate finiti.’
Saluto Andrea poi rispondo ‘Siamo andati a casa mia, dovevo prendere il cambio di vestiti, resterò qui con Carlo fino a Sabato e ricordati che Sabato sera sei a cena a casa mia.’
Lei ride ‘Non preoccuparti cara non mancherei a quella cena per tutto l’oro del mondo.’
La serata prosegue piacevole, verso le 22 dico a Carlo ‘Caro sono un pò stanca, vorrei andare a riposare.’
Subito Ketty interviene ‘Anche io vorrei riposare.’
E così tutti vanno nelle loro camere, appena dentro Carlo mi chiede ‘Sei stanca principessa, vuoi qualcosa prima di dormire.’
Gli faccio un sorriso assassino ‘Sì caro, in effetti voglio qualcosa prima di dormire, voglio te!’
Non serve altro, ed egli ovviamente non si fa pregare, mi abbraccia, mi bacia, mi spoglia, lo spoglio, e ci ritroviamo a letto a scopare.
Non lo so, e probabilmente non lo sa neanche Carlo; nessuno dei due sa a che ora della notte ci siamo addormentati sfiniti, abbiamo fatto di tutto, anche le cose che mai avevo fatto, come il sesso anale, io l’ho fatto impazzire facendo un pompa ingoia da infarto, ho semplicemente liberato la mia fantasia, lui mi ha letteralmente mangiato la figa, e siamo andati avanti così fino a crollare incapaci di fare ancora qualcosa.
Mi sveglio che sono le 9;30, sono sola, mi stiro e mi alzo, vado in bagno, devo soddisfare le mie necessità fisiologiche e poi mi guardo alla specchio, porto sul viso il segno di tutti gli eccessi di questa notte, ma non mi preoccupo, una sauna, un massaggio ed una seduta dall’estetista e sarò come nuova.
Mi lavo e mi vesto in fretta, un tanga, una minigonna plissettata a fiori, una piccola canotta che mi lascia scoperto l’ombelico, scarpe da ginnastica ed un marsupio alla cintura, con le mie chiavi, il mio cellulare e un pò di soldi, mi avvio verso la porta, passando vedo un foglio sulla scrivania, mi fermo per leggere …

‘Amore mio,
Dormivi tanto bene che non ho avuto il cuore di svegliarti, ho baciato le tue labbra ma hai continuato a dormire, devo uscire, torno verso le 12;30 per il pranzo, aspettami …
Ti amo,
Carlo’

Scuoto il capo, se continua così finirò con adorare quell’uomo.
Esco, chiudo bene la porta e scendo per andare al bar, il cameriere viene a prendere l’ordinazione, un caff&egrave ed un cornetto alla crema.
Prendo il mio cellulare e faccio il numero di Ketty.
‘Pronto, finalmente, credevo che non mi avresti chiamata oggi, dove sei?’
‘Sono al bar, e tu?’
‘Sono ancora in camera, aspettami arrivo subito.’
In effetti dopo pochi minuto arriva, &egrave splendida, radiosa, il viso luminoso, un sorriso felice sulle labbra, si avvicina, mi bacia e mi guarda spalancando gli occhi.
‘Cazzo Giò, che hai fatto? hai delle borse nere enormi sotto gli occhi, un succhiotto sul collo e chissà che cosa ancora sotto i vestiti.’
Ridacchio ‘Secondo te cos’ho fatto questa notte?’
‘Hai scopato come una disperata, ma ti &egrave rimasto almeno il segno della fighetta, o te l’ha consumata tutta.’
‘Dai Ketty, lo sai anche te che non si consuma, comunque diciamo che oggi un pò di riposo non guasterebbe, e tu che hai fatto?’
‘Certo abbiamo fatto l’amore, ma non esagerando come voi, vai avanti così e farai morire quell’uomo.’
‘Non ci credo, non era mai sazio, credo che sarà lui a farmi morire, ma intanto resisto.’
‘Dai fa collazione e poi andiamo nella sauna … ti racconterò.’
Andando verso la sauna, passiamo a prenotare il massaggio, l’estetista e la parrucchiera, non vogliamo correre il rischio di trovare tutto impegnato.
Nella sauna non c’&egrave nessuno, siamo sole, ne approfittiamo, ci baciamo, ci stringiamo, ci accarezziamo e ci coccoliamo, senza però giungere alle carezze audaci, ma ci promettiamo amore eterno.
Sudiamo, facciamo la doccia, beviamo quella bevanda così detta energetica, e torniamo a sudare, finché dopo la quarta volta rinunciamo ed andiamo a farci massaggiare,
Oggi c’&egrave poca richiesta, così le massaggiatrici sono due, in poco più di un ora, possiamo rivestirci e passare al reparto bellezza, trucco, manicure, pedicure, parrucchiera mi hanno rimessa a nuovo e cancellato le tracce lasciate dagli eccessi notturni.
Ora, dopo essere andate a cambiarci, siamo a bar ad aspettare l’arrivo dei nostri amanti, che non si fanno aspettare, nel giro i pochi minuti arrivano tutti e due, e dopo i saluti ed i baci, prendiamo l’aperitivo e poi andiamo al ristorante.
Come sempre, il pranzo &egrave eccellente ed il servizio perfetto, dopo il caff&egrave ci separiamo con la promessa di ritrovarci questa sera, in villa per la cena.
Ci rechiamo nella nostra camera ed una volta entrati, Carlo mi fa sedere sul divano.
‘Chiudi gli occhi principessa, e non aprirli finché non te lo dico io, va bene?’
Sorrido e ubbidisco ‘Certo sarò ubbidiente.’
Sto lì con gli occhi chiusi, sento il rumore dei suoi passi, si avvicina e si siede al mio fianco, mia prende la mano … – Che fa ora? – mi infila un anello all’anulare della mano sinistra … aspetto … vorrei aprire gli occhio e guardare ma voglio farlo contento.
‘Apri gli occhi principessa, puoi guardare.’
Apro gli occhi ,,, rimango senza parole .. al dito ho un anello d’oro bianco con un pavé di diamanti … non credo ai miei occhi .. lo guardo incredule finché riesco a capire .. gli butto le braccia al collo e lo bacio … un bacio profondo … erotico … sensuale,
‘Amore come faccio a ringraziarti &egrave troppo bello … non merito tanto …’
Mi zittisce mettendomi un dito sulle labbra ‘Principessa .. lascia che sia io a giudicare se tu meriti questo, per me meriti ancora di più ed ora fammi un piacere siediti alla scrivania e firma quelle carte.’
Mi alzo e vado, prendo quelle carte e leggo, c’&egrave una ricevuta e l’atto i proprietà della mia FIAT500, mi tremano le mani dall’emozione… firmo
‘Amore, perché mi colmi così di regali, non sono qui per questo e non vorrei che tu lo pensassi.’
‘Lo so principessa, ma mi piace viziarti … ti non mi chiedi niente … sono io che voglio coccolarti e colmarti di regali.’
Non posso fare altro che baciarlo .. finirò con adorarlo se continua così, perché neanche la più disinteressata delle donne può resistere a tutte quelle attenzioni.
Carlo, se ne va per andare ad occuparsi dei suoi affari, mi bacio con passione e mi promette di tornare per cena.
Rimasta sola, afferro il mio cellulare e chiamo Ketty.
‘Pronto Ketty, amore sei libera?’
‘Sì perché? cos’&egrave successo?’
‘Vieni qui subito .. sono sola nella stanza di Carlo .. ti aspetto.’
‘Va bene arrivo.’
Passano pochi minuti e Ketty bussa alla porta della camera, mi affretto a aprire ed a farla entrare.
‘Cosa c’&egrave di tanto urgente.’
Non rispondo … mi limito a mostrare la mia mano sinistra.
Ketty strabuzza gli occhi vedendo l’anello ‘Dimmi che &egrave vero che non sto sognando, caspita amore, ti rendi conto della tua fortuna?’
Annuisco ‘Non ci credo ancora ma non &egrave tutto .. guarda.’ le porgo il certificato di proprietà della macchina.
‘Accidenti anche questo … ma non puoi andare a casa con quell’anello, la macchina &egrave diverso, puoi sempre dire che &egrave a noleggio o avuta in prestito, ma l’anello no.’
‘Lo so .. lo darò a Carlo che me lo tenga fino a Lunedì, dopo sarà un piacere mostrarlo al bastardo … così saprà quanto valgo io.’
Passiamo il pomeriggio a chiacchierare, a scambiarci coccole e tenerezza, verso le 18 decidiamo di cambiarci per andare a cena.

Capitolo 12

Aspettando ancora Sabato

Abbiamo deciso di indossare vestiti eleganti e sexy, adatti ad una serata romantica, purtroppo qui, io ho solo minigonna, camicette e top, che vanno bene di giorno, ma non di sera, così andiamo nella camera di Ketty a cercare qualcosa di molto sexy, senza essere indecente.
Dopo molte ricerche, Ketty tira fuori un vestitino nero, molto corto, partendo dalla cinta due strisce di tessuto salgono sul busto, coprono il seno, lasciando una scollatura assassina, e vanno a unirsi dietro la nuca, la schiena rimane completamente nuda, &egrave abbinato con un piccolo bolero dalle brevi maniche, lo provo e mi guardo allo specchio.
Non mi riconosco e Ketty, al mio fianco, spalanca gli occhi ‘Caspita, che figona che sei amore, sei uno schianto, farai morire il povero Carlo d’infarto.’
‘Per l’amore del cielo, non dire queste cose tesoro, io ci tengo a Carlo.’
‘Certo che ci tieni … lo credo bene .. solo una stupida potrebbe pensarla diversamente.’
Anche Ketty, si trova un vestito adatto ai nostri scopi, che sono quelli di fare impazzire i nostri uomini, &egrave una vestito di mezza sera, blu notte, lungo fino al ginocchio, con una scollatura a barchetta che le lascia nude le spalle, sul lato sinistra della gonna uno spacco laterale che sale all’anca, sta molto bene ed &egrave veramente sexy, glielo dico.
Così preparate, andiamo dall’estetista per il trucco e poi dalla parrucchiera per farci pettinare, siamo pronte, certe che cadranno ai nostri piedi, e ci rechiamo nel salotto della villa.
Non dobbiamo aspettare molto, i nostri uomini si presentano, tirati a lucido, smoking, cravatta nera, vengono a prenderci, ci colmano di complimenti, ci offrono il braccio e passiamo nella sala da pranzo.
Gli uomini hanno già scelto il menù, ostriche, risotto di gamberetti, filetto di salmone al forno, insalata mista, prosecco di Valdobiadene, sorbetto al limone, frutta, dolce e caff&egrave, e per chi la vuole grappa.
Non bevo mai liquori, al massimo mi &egrave capitato di bere qualche amaretto, ma la curiosità di assaggiare quel liquore limpido e trasparente come l’acqua &egrave più forte di me, tanto più che vedo Ketty accettarlo senza problemi, così quando mi viene offerto non lo rifiuto.
Facciamo il brindisi ed inizio a centellinare prudentemente la grappa, il sapore non mi dispiace, sento che mi scende nella gola … mi scalda .. un impressione strana … vuoto il bicchierino … mi lacrimano gli occhi … vampate di calore mi salgono alla testa … mi sento leggera … euforica … ho caldo e mi levo il bolero … Carlo mi passa la mano sulla schiena nuda facendomi tremare … lo guardo poi avvicino la bocca al suo orecchio ‘Amore non fare così … sta fermo … mi fai bagnare.’
Egli un pò stronzo, sorride ed insiste … vuoi la guerra e sia … appoggio la mano sulle sua coscia e attraverso i pantaloni stringo il suo cazzo, sussulta ma non smette e neanche io smetto.
Vedo Andrea abbracciare Ketty .. le accarezza il seno sopra il vestito … ma non mi interessa più di tanto … sono tutta presa dalla mano di Carlo che ha cambiato obiettivo, non mi accarezza più la schiena, si &egrave girato verso di me e la sua mano &egrave sotto quelle strisce di tessuto che mi coprono il seno, mi accarezza le tette e gioca con i miei capezzoli.
Andrea si alza e dice con voce rauca ‘Andiamo nel salotto privato.’ offre la mani a Ketty, che la prende e si alza a sua volta.
Anche Carlo si alza e mi aiuto ad alzarmi, ci avviamo, credevo di andare nel salotto che già conoscevo, ma non &egrave così, passiamo oltre, Andrea con una chiave apre una porta quasi invisibile nella boiserie che copre la parete, entriamo.
Questo non &egrave un salotto, al centro c’&egrave un letto rotondo, altri letti sono lungo le pareti, la luce &egrave soffusa, ci sono 5 schermi situati in modo di permettere a tutti di vedere lo spettacolo … e che spettacolo … una donna si fa scopare mentre &egrave impegnata in un pompino .. il tutto sotto gli occhi compiaciuti di un terzo uomo che si masturba .. sento la mia figa aprirsi e rilasciare un fiotto di nettare.
Andrea e Ketty, sono già sul letto centrale, intenti a leccarsi … a succhiarsi … a toccarsi .. non resisto … mi abbasso ed apro la patta dei pantaloni di Carlo, tiro giù i boxer e prendo il cazzo in mano, tiro indietro la pelle per scoprire il glande, lo bacio iniziando dalle palle lungo tutta l’asta … apro la bocca e prendo il cazzo fra le labbra … cerco di prenderlo fino alla radice, non &egrave facile, mi sembra di soffocare, deglutisco a più riprese ed ogni volta sento quel bastone di carne penetrarmi più profondamente nella gola, ora ho la punta del naso quasi sul pube di Carlo, il quale mugola come un gatto in amore, sento le sue mani che mi stringono la testa … inizio a muovere lentamente il capo avanti indietro, mi faccio scopare la bocca.
Con la coda dell’occhio vedo Andrea e Ketty in posizione del 69, un altro fiotto di nettare sgorga dalla mia figa e muovo la testa più in fretta … voglio bere la sborra di Carlo .. voglio sentirla scendere calda dentro di me … lo sento irrigidirsi ed un momento dopo mi riempie la bocca del suo piacere … mando giù e succhio senza fermarmi non voglio perderne un sola goccia.
Un attimo dopo, mi ritrovo nuda con le gambe tenute larghe e sollevate, le caviglie posate, sulle spalle di Carlo che inginocchiato mi mangia letteralmente la figa, non mi interessa più quello che si vede sugli schermi … quello che fanno Andrea e Ketty … non esiste più niente … solo la lingua di Carlo che mi lecca .-. mi fruga … mi impasto le tette .. gioco con i miei capezzoli … sollevo il bacino .. e mi lamento.
Un orgasmo devastante mi coglie … la mia mente &egrave invasa di lampi multicolori … vengo … vengo ed ancora vengo finché mi affloscio come una bambola di pezza.
Ma Carlo &egrave di nuovo pronto, si &egrave spogliato e piazzandosi fra le mie cosce inizia a scoparmi, impazzisco … &egrave troppo … quell’uomo mi fa morire lo adoro ..
Mi riempie di sborra e di nuovo vengo … non ho più forza … rimango sdraiata inerte sfinita, sento le sue mani su di me … mi copre di bacetti e di carezzine … mi mormora all’orecchio parole d’amore e io mi sento nella beatitudine dei sensi.
Rimaniamo lì ancora per un lungo tempo poi ci rivestiamo e passando per una scala nascosta raggiungiamo la zona privata, e ci separiamo Ketty segue Andrea nella sua camera mentre Carlo ed io ci chiudiamo nella nostra.
E’ stata una serata da ricordare, ma ora vogliamo solo dormire … forse durante la notte qualche cosa potrebbe succedere … ma adesso andiamo in bagno, facciamo la doccia insieme, ci laviamo i denti ed andiamo a letto .. consegno il mio anello a Carlo pregandolo di tenermelo fino a Lunedì
Ci addormentiamo avvinghiati l’una all’altro, la notte trascorre tranquilla e ci svegliamo presto la mattina, affamati l’uno dell’altra, e non tardiamo a stringerci e baciarci con passione, un ultima scopata prima di alzarci, non riusciamo a farne a meno, &egrave una scopata dolce .. piena di tenerezza che ti riscalda il cuore e ti da sicurezza … roba da innamorati .. non &egrave sesso selvaggio fatto senza amore solo per cercare il piacere.
Sono ancora languida stretta a Carlo, ma il tempo passa oggi devo tornare a casa, devo muovermi per forza.
‘Amore, vado a fare la sauna e poi passo al massaggio, vieni con me?’
Carlo mi guarda sorridendo ‘E perché no? andiamo.’
E così ci alziamo, una rapida toilette, i denti, il bidet, Carlo si fa la barba, ci vestiamo e scendiamo al bar, un caff&egrave ed un cornetto alla crema per me, un cappuccino per Carlo e di corsa nella sauna.
E’ presto non c’&egrave nessuno, stiamo lì seduti, mano nella mano, rimaniamo in silenzio, dopo pranzo ci dovremo separare e fino a Lunedì non ci vedremo più, e poi non possiamo fare programmi per la settimana prossima, tutto dipende da come si metteranno le cose questa sera .. la mia sicurezza vacilla, certo lo smaschererò ma non significa che riuscirò a fare quello che voglio, sicuramente non si arrenderà così facilmente, la sua situazione &egrave troppo comoda, e poi sono certa che cercherà l’aiuto di mia madre e sarà dura liberarmi di lei.
Oramai per me, frequentare la sauna alla mattina &egrave una routine, dopo mezz’ora abbiamo espulso tutte le tossine, asciugati passiamo al massaggio, una massaggiatrice per me e un altra per Carlo, passa un ora circa prima che posso andare dall’estetista e dalla parrucchiera, Carlo mi accompagna e aspetta pazientemente che sia pronta.
Torniamo in camera e chiamo Ketty, questa mi risponde allegra ‘Ciao tesoro, tutto bene, andiamo a fare la sauna?’
‘No cara, mi sto preparando per andare via, alla sauna ci sono già andata.’
‘Ma credevo che partivi dopo pranzo.’
‘Sì, era la mia intenzione ,,, ma non ho appetito, sto con Carlo ancora un pò e poi vado via, ricordati che ti aspetto stasera.’
‘Certo amore, non mancherò allora ciao a questa sera, un bacio.’
‘Ciao Ketty .. saluta Andrea da parte mia …un bacio a questa sera.’
Carlo mi stringe a sé, mi fa promettere di chiamarlo appena possibile, prendo la mia borsetta e mi avvio, Carlo mi accompagna fino al parcheggio, un ultimo bacio, salgo in macchina, accendo il motore e lascio il Circolo, col cuore gonfio.
Arrivo a casa, dopo essere passata al Pam per fare la spese per questa sera, posteggio la macchina nella parte del parcheggio riservata ai visitatori, e salgo in casa con le borse della spese.
La portinaia mi guarda curiosa ‘Ben tornata Signora, temevo che le fosse capitato un incidente o che si fosse ammalata.’
‘No no, essendo sola ne ho approfittato per stare un paio di giorni in campagna.’
Sono appena entrata in casa che squilla il telefono.
‘Pronto’ cazzo &egrave mia madre, quella avrà pagato la portinaia per sorvegliarmi.
‘Giovanna, finalmente ti trovo, dove eri finita? anche Paolo ti cercava.’
‘Mamma, ho passato un paio di giorni in campagna, non mi andava di rimanere sola in casa.’
‘Potevi venire qui se non volevi stare sola, la prossima volta che Paolo va via trasferisciti qui:’
‘Mamma sono maggiorenne e sposata, credo di poter andare e venire senza chiedere il permesso:’
‘Giovanna! sono tua madre non mi puoi rispondere così!’
‘Mamma adesso ho da fare e non ho voglia di litigare con te, io sto bene di salute, non ho grossi problemi … quindi va tutto bene.’
Offesa ed incazzata mia madre chiude la comunicazione.
MI metto all’opera per preparare la cena, le verdure, le carni, il vino ed i liquori, so che quando arriverà il bastardo non avrò più tempo.
Sono le 17;30, sento il rumore della chiave nella serratura .. eccolo il bastardo!
Paolo entra con quel sorriso da seduttore stampato sul viso, mi domando come ho potuto innamorarmi … boh! errore di gioventù.
‘Ciao amore, eccomi tornato finalmente da te.’
Viene per baciarmi … giro il viso per ricevere il bacio di Giuda sulla guancia, sembra sorpreso ma non dice niente,
Porta la sua valigia in camera, come suo solito non l’apre per disfare il suo bagaglio, si aspetta che, come sempre, lo faccia io ma, contrariamente alle altre volte, continuo a fare quello che stavo facendo al suo arrivo.
Mi sommerge sotto un fiume di parole, parla e parla ancora, del suo viaggio … dei suoi affari .. delle nuove clienti .. poi all’improvviso si fa serio …
‘Giovanna, chi ha dormito qui durante la mia assenza? che hai portato in casa nostra?’
Ovviamente crede i prendermi di sorpresa, non sa che ha appena fatto la mossa che mi aspettavo, gli faccio un bel sorriso smagliante.
‘Una mia amica, lo conoscerai fra poco, dovrebbe arrivare a momento, piuttosto dimmi quanti soldi date, te e mia madre, alla portinaia per spiarmi? e poi chiariamo una cosa, questa &egrave casa mia, non casa nostra, e non devo chiedere il permesso a nessuno per ricevere una mia amica.’
Rimane spiazzato dalla mia reazione ‘Ma dai amore, non prenderla in questo modo, noi vogliamo solo saperti al sicuro quando non ci sono … e poi lo so che la casa &egrave tua, ma &egrave un modo di dire se dico casa nostra, non credi?’
In questo momento suona il campanello, vado a rispondere al citofono.
‘Ciao cara, puoi parcheggiare la tua macchina accanto alla mia .. vieni su ti aspetto.’
‘La tua macchina? da quando &egrave che hai una macchina?’
‘Da ieri, &egrave di seconda mano.’
Intanto continuo ad apparecchiare e quando Ketty suona alla porta sono lì con i bicchieri in mano.
‘Va ad aprire per favore.’
Egli apre la porta e si trova di fronte a Ketty, l’ultima persona al mondo che si aspetta di trovarsi in casa, mi avvicino ad osservare.
Ketty entra disinvolta, guarda Paolo fingendosi leggermente sorpresa ‘Ciao caro non sapevo che tu conoscessi Giò’
Il bastardo impallidisce ‘Tu … che ci fai qui?’
E’ il mio momento .. intervengo ‘Vedo che vi conoscete, rende tutto più facile, niente presentazioni … ciao Ketty .. vieni.’
Ketty sorridente mi viene vicina e mi bacia .. un bacio sfuggente sulle labbra, in tono scherzoso guardando Paolo inizia a parlare.
‘Sì tesoro, ho conosciuto quel sciupafemmine un paio di mesi prima di incontrarti, stai attenta cara, non &egrave affidabile punta solo a portarti a letto, &egrave sempre in caccia, gli vanno bene tutte, giovane e mature, nubile e sposate, non importa, quindi attenta.’
Si volta verso Paolo ‘Dico bene caro?’
Paolo cerca di reagire ‘Ma cosa dici? e tu Giovanna non crederai a queste frottole?’
Vado ad aprire un cassetto della credenza e prendo il cellulare dimenticato nella sua giacca.
‘Smettila bastardo .. sei anche tanto stupido di lasciare in giro questo cellulare, con la rubrica piena di nomi di donne, e con il PIN scritto assieme.’
Fa per prenderlo, ma sono più svelta di lui e non riesce ad impossessarsene ‘E no caro, questo servirà al mio avvocato.’
‘Ma amore … non vorrei mandare all’aria il nostro matrimonio per qualche scappatelle?’
‘All’aria lo hai mandato tu, quindi fra noi &egrave finito.’
Andiamo avanti ancora così a litigare per un pò, poi mi stanco ‘Senti, Ketty e io abbiamo fame e vogliamo cenare, quindi prendi la tua valigia e sgombra, ah! prima di uscire dammi le chiavi.’
Con un gesto rabbioso butta le chiavi sul tavolo, va a prendersi la valigia ‘Bene mi cacci fuori di casa … come vuoi ma non finisce così.’
‘Con te non parlo più, fammi scrivere dal tuo avvocato e mi raccomando lasciami in pace.’
Esce sbattendo la porta, abbraccio Ketty, la bacio e ci mettiamo in tavola.
Mi sono data da fare ai fornelli e la cena riesce bene e per festeggiare al termine stappo una bottiglia di Ferrari tenuta in fresca, ci tocca finirla ed ovviamente, tra vino, grappa e spumante, siano piuttosto allegre e su di giri.
Accendo la TV e dopo aver cercato su diversi canali, trovo uno spettacolo ripreso in una discoteca … lap dance ed un inizio di spogliarello … vogliamo provare anche noi ci divertiamo ad imitare quelle ragazze … unica differenza il nostro spogliarello &egrave integrale ..
Siamo finite in camera da letto, ognuna con la testa in mezzo alle cosce dell’altra.
Capitolo 13

Libera

Sono in uno stato di dormiveglia, allacciata strettamente a Ketty, mi piace la morbidezza del suo corpo, non la lascerei mai andare, non penso a niente, mi lascio vivere tranquillamente.
Squilla il telefono … sbuffo .. mi domando chi &egrave il rompipalle che telefona a quest’ora la Domenica mattina e quello insiste, mi libero dall’abbraccio di Ketty che continua a dormire tranquillamente, mi giro sul fianco e afferro la cornetta.
‘Pronto!’ cazzo &egrave mia madre, ma non dorme mai quella?
‘Giovanna! che succede, hai buttato Paolo fuori di casa, il poveretto non sapeva dove andare a dormire ed ha passato la notte qui, ora te lo passo e vi spiegate.’
‘Non voglio parlargli, se me lo passi riattacco chiaro! mi faccia scrivere dal suo avvocato se mi vuole dire qualcosa.’
‘Ma Giovanna sii ragionevole, non puoi distruggere il tuo matrimonio per delle chiacchiere.’
‘Per delle chiacchiere no, ma per delle corna sì, comunque se preferisci Paolo a me ne prendo atto, tienitelo pure in casa.’
‘Ma cosa dici Giovanna? corna! ma dai! cosa ti stai inventando?’
‘Mamma basta, ho le prove, e non chiamarmi più per parlare di questo, ah! .. ti voglio dire un altra cosa, scriverò all’amministratore per lamentarmi della portinaia e sai bene perché, ciao.’
Chiudo la comunicazione, porca miseria che bel modo di iniziare la giornata, di Domenica poi!
Sono completamente sveglia, e sono anche incazzata con mia madre, mi alzo e vado in bagno per liberarmi, io non sono come la Marcuzzi, non mi serve Activia, funziono bene.
Mi lavo la faccia, i denti e faccio il bidet, vado in cucina e faccio il caff&egrave.
Sarà che faccio troppi rumori, sarà il profumo del caff&egrave che viene su, ma sta di fatto che Ketty si sveglia e mi raggiunge in cucina, mi viene a baciare.
‘Buongiorno tesoro, hai dormito bene?’
‘Buongiorno, sì ho dormito bene, ma mi sono svegliata male.’
‘Perché che &egrave successo?’
‘Quel bastardo di mio marito, non ha trovato niente di meglio che andare a piangere sulla spalla di mia madre e ha passato la notte in casa dei miei, e stamattina mi ha chiamato mia madre per farmi la predica, voleva passarmi Paolo, ma l’ho bloccata subito.’
Ketty annuisce ‘Caspita, quello non si arrende facilmente eh!’
‘Lo sapevo che Paolo avrebbe fatto un sacco di storie, domani chiederò a Carlo se mi può indicare un buon avvocato.’
Sorride ‘Lo farà con piacere tesoro, sono certa che ti troverà il migliore della piazza, ti ritroverai divorziata senza neanche saperlo tanto andrà in fretta.’
‘Bene, parliamo di cose allegre, cosa facciamo oggì?’
‘Ehm … andiamo al mare, che ne dici?’
‘Mi piacerebbe, ma non ho neanche un costume decente.’
‘E che vuole dire, lo compriamo lì, ci sono tanti negozi al mare.”
‘Ok andiamo,’
E’ ancora presto quando arriviamo, andiamo a prendere una cabina, con due sdraie ed un ombrellone, poi andiamo sul lungomare dove abbiamo visto un negozio che vende dei costumi, alcuni sono molto carini, quei laccettini arancio e quei triangolini mi sono piaciuti subito, entro e lo provo, anche Ketty sta esaminando i vari modelli indecisa sul quale scegliere.
La commessa mi fa molti complimenti. E’ una donna slanciata, bionda, molto curata e con occhi azzurri molto belli. Quando chiedo il suo parere mi si avvicina e mi “sistema” il tanga tirandolo su un poco più di come lo avevo messa io.
‘Questi vanno portati così, non si deve preoccupare …. sono l’ideale per prendere il sole..’
Poi mi aggiusta anche il reggiseno. Il contatto delle sue mani sulla pelle mi genera una scarica di emozione lieve, diffusa e gradevolissima. lei deve aver percepito il mio turbamento così continua a parlare per mettermi a mio agio.
Lo specchio a muro nello spogliatoio proietta la mia immagine, il costume copre l’essenziale e fa salire il livello della mia eccitazione. Le mie gote sono appena un poco arrossate sotto il trucco e … oggi fa proprio caldo.
‘Allora lo prendo e lo lascio indosso … ‘ mi trovo a dire rompendo ogni indugio.
La donna sorride ‘Vedrà che sarà contenta di questo acquisto, molto contenta e si chiederà perché non &egrave venuta ad acquistarlo prima … ‘
Pronunciano questa parole, mi si accosta e con un gesto lento, mi tira giù il tanga. abbassandolo sulle mie ginocchia.
‘Ma cosa fa?’
Lei mi sorride tranquilla, allunga la mano all’interno del tanga e tira fuori un tassello di plastica, che serve da protezione per evitare che i costumi si sporchino quando si provano.
‘Se lo tiene addosso, questo non le serve Signora.’
Tiro su il tanga, e lei con le mani viene ad aiutarmi … il contatto &egrave bellissimo mi fa sentire una scossa … fa caldo oggi … troppo caldo.
La donna ora va ad occuparsi di Ketty, le riserva le stesse attenzioni, e anche lei indossa quel costume che, come il mio. nasconde a malapena lo stretto necessario.
Paghiamo e usciamo e torniamo alla nostra cabina.
I nostri costumi funzionano egregiamente, il bagnino ci riserva un trattamento .. direi personalizzato … ci assicura di essere a nostra completa disposizione … ci viene da sorridere … crediamo che pagherebbe per servirci come vorrebbe lui.
Stiamo lì a crogiolarci al sole per tutta la mattinata a mezzo giorno, indossiamo un copricostume e andiamo alla tavola calda che sta accanto al negozio ove abbiamo comprato i costumi, mentre mangiamo le nostre insalattone arriva la donna che ci ha servito, ci saluta con un sorriso invitante.
‘Tesoro abbiamo fatto una conquista.’
‘No Giò, non abbiamo fatto una conquista, la conquista l’hai fatta tu.’
Rido ‘Peccato per lei, arriva troppo tardi, c’&egrave già la Ketty e poi c’&egrave anche Carlo.’
Lei allunga la mano sulla mia e la stringe ‘Sei un amore Giò.’
Non aggiunge altro ma i suoi occhi fissi su i miei parlano chiaro.
Torniamo in spiaggia e ci stiamo fino alle 17 circa, poi prima del grande traffico, torniamo a casa mia.
Facciamo la doccia, e ci prepariamo una cenetta leggera.
Suona il campanello, rispondo al citofono &egrave mio padre.
‘Giovanna apri, sono con la mamma e tuo marito, dobbiamo parlare.’
‘Papà, tu e mamma potete venire su, ma non voglio vedere Paolo.’
‘Ma Giovanna non fare così veniamo su e parliamo.’
‘No! o venite senza Paolo o non apro la porta … &egrave chiaro?’
Finisce che i miei genitori vengono su ed il bastardo va via, Ketty si ritira in camera, mentre per due ore mi tocca sentire i rimbotti di mia madre e gli appelli alla ragione di mio padre, finché mi stufo, hanno esaurito la mia pazienza e lo dico chiaramente, non voglio più parlare dell’argomento ed annuncio che domani stesso andrò dall’avvocato per iniziare le pratiche del divorzio.
Se ne vanno sconsolati, mia madre mi dice che la farò morire dal dispiacere, ed io rispondo, acida, che se le piace tanto Paolo se lo tenga in casa lei, ma io non lo voglio più, mio padre &egrave meno melodrammatico, su limita a dire che gli spiace di vedere il mio matrimonio finire così.
Finalmente sono andati via, tremo dal nervoso, Ketty viene a coccolarmi, mi accarezza, mi copre di bacetti teneri, e piano le sue carezze si fanno più profonde ed audaci.
‘Ti piaceva la commessa eh porcellina?’
‘E’ una bella donna e poi aveva un modo di fare molto intrigante.’
‘Dimmi la verità, ti eccitava?’
‘Tu mi ecciti amore.’
‘Non hai risposto.’
‘Sì ti ho risposto, sei tu ad eccitarmi, non fai altro da una settimana … Ketty cosa hai fatto di me, mi hai trasformata, sono diventata un altra donna, più libera, sicuramente un pò puttana, ma sarà perché in fondo ero già così, bastava una piccola spinta per farmi diventare quella che sono ora.’
‘Ti eccito amore, vediamo quanto ti eccito.’ e così dicendo mi mette la mano fra le cosce per palparmi la figa umida.
Cerco la sua bocca, ci baciamo con passione, le lingue intrecciate, e come da copione finiamo in camera a rotolarci nude, abbracciate sul letto a leccarci la figa.
Ci sfiniamo a furia di venire e ci assopiamo tremanti ancora di piacere.

Capitolo 14

Ritorno al Circolo

Questa mattina sono molto impegnata, Ketty e io ci siamo alzate presto e, alle 8 lei era già andata via per tornare a casa sua, la vita continua, non possiamo passarla fra le lenzuola a fare sesso, pochi o tanti tutti hanno degli impegni.
Alle 8;30 sono già attaccata al telefono, per chiedere alla ditta che mi ha installata la porta blindata di mandarmi subito un operaio, per cambiarmi le serrature; sono fortunata, la sede della ditta in questione &egrave vicina ed io sono la prima a chiedere un intervento oggi.
Alle 9;30, tutto &egrave sistemato, le serrature sono cambiate e con le nuove chiavi mi reco da l’amministratore per sostituire quelle in suo possesso, con il tassativo divieto di consegnarle a Paolo o ai miei genitori, colgo anche l’occasione per lamentarmi della portinaia.
Per 4 anni, in Agenzia, sono stata sfruttata ed oggetto di molestie sessuali, ma ho imparato molte cose, come per esempio, muovermi negli uffici pubblici o privati, in fretta vado in banca e faccio togliere, con effetto immediato, la firma di Paolo sul mio conto.
Mi viene in mente, che lui non mi ha mai concessa la firma sul suo conto, e potrei anche dire che non mi ha mai mantenuta, ho sempre pagato io le spese della casa, visto che ne sono la proprietaria, le varie bollette mi sono sempre state addebitate in conto, mi rendo conto solo ora che siamo vissuti con i soldi miei, lui tirava fuori i soldi quando andavamo fuori e per le vacanze, per il resto viveva alle mie spalle, a pensarci mi prenderei a schiaffi, sono stata una stupida per gli ultimi 3 anni, ossia da quando ci siamo sposati.
L’unica spesa sostenuta per me da parte di quel disgraziato riguarda il vestiario, mi ha riempito il guardaroba di minigonne di tutti i tipi, camicette, maglioni e top, tutti molto aderenti che mi fasciano bene il seno, giacche, spolverini e cappotti, tutta roba prodotta dalla ditta per la quale egli lavora, mi viene il sospetto che sono gli indumenti utilizzati per le sfilate e non destinati alla vendita, quindi non gli sono costati niente, invece le scarpe, gli stivali e le borsette me le sono comprate io.
Altra tappa, il negozio dove ho comprato il mio cellulare, cambio numero, ed infine la compagnia telefonica, anche questa per cambiare il numero.
Sono le 13, quando torna a casa, un pò trafelata dopo aver corso tanto, ma molto soddisfatta di me, telefono a Ketty per comunicarle il nuovo numero del telefonino, le racconto brevemente come ho trascorso la mattina e ci accordiamo per trovarci al Circolo nel pomeriggio.
Verso le 16, dopo aver messo un pò di ordine in casa, prendo il cellulare dimenticato da Paolo in casa, esco, salgo in macchina e mi dirigo al Circolo.
Al parcheggio trovo già la macchina di Ketty, vado al bar certa di trovarla lì, in effetti &egrave seduta a un tavolino vicino alla finestra, uno scambio di bacetti e mi siedo vicina a lei.
‘Allora amore, cos’hai fatto questa mattina, mi hai detto di aver corso tutto il tempo da un punto all’altro ma non ho capito cos’hai fatto.’
Ordino una bibita e le racconto per filo e per segno la mia mattinata.
‘Caspita Giò, questo si chiama organizzazione, sei proprio una ragioniera, non hai proprio tralasciato niente, ed ora che hai tagliato tutti i contatti quale sarà la tua prossima mossa?’
‘Chiederò a Carlo di indicarmi un buon avvocato per iniziare le pratiche di divorzio, ovviamente bisognerà sapere dove ha preso alloggio, mi aspetto che egli mi farà scrivere da un avvocato per chiedere di essere riammesso in casa … boh! vedremo.’
Stiamo lì a chiacchierare del più e del meno, quando arrivano Andrea e Carlo, ci vedono e ci raggiungono, ci salutano e ci baciano, oramai sembra che le nostre relazioni, almeno nell’ambiente del Circolo siano di pubblico dominio, tutti sanno che Ketty &egrave la donna di Andrea così come io sono la donna di Carlo, e la cosa pare normale a tutti.
Per un pò stiamo lì, ma io sono impaziente devo sfogarmi con Carlo raccontandogli gli avvenimenti del week-end.
‘Caro andiamo in camera, ti devo fare vedere una cosa.’
Egli sorride malizioso ‘Tesoro qualsiasi cosa tu voglia farmi vedere, sono certo che sarà una cosa bella.’
Arrossisco e scuoto la testa ‘Sei un birichino … ‘
Egli ride e si alza porgendomi la mani per farmi alzare.
Entriamo in camera, non fa in tempo a chiudere la porta alle mie spalle che mi afferra, mi stringe e mi bacia … un bacio profondo … lungo … sensuale … erotico … sento le sue mani su di me, la sinistra si &egrave impossessata del mio seno infilandosi nella scollatura della camicetta, la destra mi accarezza la schiena e scende … scende … scende ancora per fermarsi sul mio culetto … lo impasta … preme forte la mano attirandomi contro di sé.
Ho in fremito quando sento premuto sul mio pancino il suo membro eretto e duro … mi si aprono le grandi labbra … un fiotto di nettare sgorga dalla mia fonte … un rimescolamento mi invade il basso ventre.
Egli preme più forte, mi struscio contro di lui sempre più eccitata, mi solleva l’orlo della minigonna, la sua mano &egrave sul culetto nudo, lentamente mi abbassa il perizoma … questo scende sulle mia ginocchia … scende ancora … &egrave sulle mie caviglie … mi libero un piede e con un calcio allontano il piccolo indumento … la sua mano ora preme sul mio sesso …
Mi sposto leggermente per allontanarmi un pò da lui, tiro giù la cerniera che chiude la patta dei pantaloni, abbasso lo slip e afferro il membro .. lo accarezzo e lo guido fra le mie cosce, lo appoggio sulle grandi labbra … usando l’indice e il medio le apro … lo sento penetrare nella mia grotta del piacere.
Stiamo lì a scopare in piedi come due adolescenti negli angoli bui, ci muoviamo prima lentamente e poi sempre più in fretta, ci baciamo, ci stringiamo, i nostri fiati si mescolano, le nostre salive si mischiano … sento il nettare bagnarmi l’interno delle cosce … impazzisco . le mie mani frenetiche spogliano Carlo .. la giacca … la camicia … slacciano la cintura dei pantaloni .. li tiro giù … anche lui mi spoglia .. la mia bella camicetta di raso bianco &egrave lì buttata per terra come uno straccio …
L’orgasmo sale prepotente … inarrestabile … lui si irrigidisce e mi inonda la figa del suo piacere … perdo la testa .. vengo annaspando … sono senza fiato … sento il membro scivolare lentamente fuori di me .. a nulla valgono i miei sforzi per trattenerlo … lo sperma mescolato ai miei umori mi cola lentamente dalla figa imbrattandomi l’interno delle cosce …
Esce del tutto … mi accuccio ai suoi piedi e prendo in mano il suo membro … lo accarezzo .. fissandolo negli occhi lo bacio … lo lecco partendo dei testicoli risalendo lungo l’asta verso la punta … apro la bocca e stringo il glande fra le labbra … egli ha un sussulto .. sento il membro irrigidirsi ed ergersi ..dopo un pò mi riempie la bocca … stringo le cosce e le sfrego per solleticare la figa …
Respinge la mia testa, mi prende le braccia e mi fa alzare, mi solleva fra le sue braccia e mi porta sul letto, mi sfila la minigonna, mi leva le scarpe, finisce di spogliarsi e si piazza fra le mie cosce … un colpo solo … forte … deciso … affonda nella mia figa fino al collo dell’utero .. inizia la sua cavalcata … una corsa selvaggia … un galoppo sfrenato …
Apro la bocca per gridare, ma non esce nessun suono .. non ho fiato per gridare .. ansimo … riesco ad emettere un rantolo … essendo venuto da poco egli dimostra una resistenza insospettata … vengo … gli orgasmi si succedono … non smetto di venire … sprofondo … mi sento cadere nel vuoto … chiudo gli occhi …
Torno in me, apro gli occhi e vedo Carlo chino su di me … lo sguardo preoccupato … gli sorrido … mi bacia piano … un bacio tenero.
‘Amore .. mi hai fatto spaventare.’
Sorrido scuoto il capo ‘Sei tremendo … mi fai morire di piacere .. mi consumi .. mi svuoti .. ma ti adoro.’ gli butto le braccia al collo e lo bacio.
‘Anche io ti adoro amore mio.’
Rimaniamo così avvinghiati a godere della nostre reciproca vicinanza, gli racconto cosa &egrave successo Sabato e Domenica mattina con Paolo ed i miei, omettendo di nominare Ketty, non voglio metterla in imbarazzo, gli racconto anche tutto quello che ho fatto, questa mattina e gli dico anche cosa ho pensato.
Mi ascolta attento senza interrompermi, quando finisco di parlare, mi da un bacio, poi parla lui.
‘Così vuoi un avvocato, non &egrave un problema, ti fisso un appuntamento per domani e vediamo di liberarti da quel tizio in fretta, non preoccuparti di niente, sistemo tutto io, ora alzati ti faccio vedere una cosa.’
Mi alzo da letto e lo seguo fino ad un quadro appeso alla parete, Carlo sposta il quadro ed appare una piccola cassaforte inserita nel muro.
‘Guarda la combinazione e ricordala.’
Guardo attenta, egli apre la cassaforte e la prima cosa che vedo &egrave il mio cofanetto porta gioielli che aveva lasciato lì Sabato mattina, poi la scatoletta di velluto blu del mio anello, ed infine diverse mazzette di banconote, non so quante ce ne sono, ma &egrave comunque una fortuna.’
‘Ecco amore, lì ci sono i tuoi gioielli, se ti servono soldi, non farti problemi, prendi quello che ti occorre senza esitare, i soldi servono per essere spesi, chiusi qui non servono a niente.’
‘Ma caro, tu mi metti in imbarazzo, mi confondi non sono qui per i tuoi soldi …’
Non mi lascia continuare ‘Tesoro, non penso che sei qui per i miei soldi, ma se ti servono usali e non fare storie! … capito Signorina?’
‘Va bene sarà come tu vuoi.’ ma fra me e me, mi riprometto di non abusare della sua generosità.
Vado in bagno a farmi il bidet ed anche la doccia, lo sento che parla al telefono, dopo un pò mi raggiunge sotto la doccia, ci laviamo a vicenda.
Ci siamo rivestiti, e siamo seduti sul divano, mi porge un foglietto, c’&egrave l’indirizzo di uno studio, dove egli mi ha fissato per domani, un appuntamento con un avvocato.
Prendo il biglietto e rimango fredda, &egrave l’indirizzo dello studio più quotato e caro della città.
‘Caro non mi posso permettere un avvocato così costoso.’
Mi sorride ‘Taci .. una principessa deve avere il meglio, e questo &egrave il meglio, e poi le principesse non hanno preoccupazioni finanziarie … hanno un ministro delle finanze .. quindi non preoccuparti e non fare questi discorsi, domani vai all’appuntamento, al resto penso io.’
Mi sento veramente una principessa … in cuore mio ringrazio Ketty.

Capitolo 15

L’Avvocato

Ieri sera, dopo aver cenato in compagnia di Carlo, sono tornata a casa mia per passare la notte, ho guardato un pò la TV, poi mi sono preparata per la notte, il bidet, i denti, struccarmi e lavarmi il viso.
Questa mattina mi sono alzata presto, le solite attività mattutine in bagno, il caff&egrave e lo yogurt, mi vesto, scelgo con cura i vestiti, ho appuntamento con l’avvocato, ci tengo a fare una buona impressione, quindi devo essere sexy ma soprattutto elegante, insomma una giovane Signora della buona borghesia.
Inizia l’esame del mio guardaroba, sicuramente dovrò rinnovarlo, o almeno integrarlo di vestiti certamente eleganti ma meno appariscenti, ad ogni modo, per ora, devo indossare quello che ho a disposizione.
Scelgo una camicetta di seta bianca, una minigonna grigia scuro di tessuto strech, autoreggenti neri, stivali neri, con il tacco alto 13 cm., che salgono fino a sopra il ginocchio, una giacca fumo di Londra, con appuntato sul bavero il distintivo del Circolo, e una borsa a tracollo nera, il tutto completato da un trucco discreto, mi guardo allo specchio, giro su me stessa, sono soddisfatta, do l’impressione di una donna in carriera.
Nella borsa metto il telefonino dimenticato a casa da Paolo quel Lunedì, c’&egrave tutto quello che serve, ho solo cancellato Ketty dalla rubrica, non voglio metterla in difficoltà, ho anche cancellato gli SMS scambiati fra lei e Paolo, mi sono divertita a leggerli pensando – Ma guarda che puttana e quel cretino abboccava – però me li imprimo nella mente, c’&egrave sempre da imparare.
Esco di casa, passo davanti alla portineria, la portinaia mi saluta, ma si guarda bene di fare commenti, vado a prendere la metropolitana per andare in centro.
Scendo alla fermata vicina alla stazione ferroviaria, eccomi in piazza della Repubblica, consulto l’indirizzo ed entro nel palazzo, il portiere, un giovane che mi spoglia con gli occhi, mi indica l’ascensore ‘Quinto piano Signora.’.
Ed ecco lo studio, entro e mi trovo di fronte a un bancone dietro il quale lavorano diverse ragazze, una si alza e viene al bancone ‘Buongiorno Signora, desidera?’
‘Buongiorno, sono Giovanna R., ho appuntamento con l’avvocato Alberto G.’
‘Un attimo per favore, ora avviso l’avvocato che lei &egrave arrivata.’
Solleva la cornetta del telefono, compone un numero ‘Avvocato, &egrave arrivata la Signora Giovanna R..’
‘Sì avvocato, subito.’
Si volta a interpellare una delle ragazze, dicendole di accompagnarmi dall’avvocato.
Ho approfittato di quel breve momento per dare un occhiata all’ambiente, &egrave un bell’ufficio, moderno e confortevole, le ragazze una dozzina in tutto, sono tutte vestite in modo elegante, come se dovessero posare per la copertina di Vogue, suppongo che faccia parte della presentazione dello studio, una prima impressione di efficienza e di eleganza, servirà per giustificare l’ammontare delle parcelle.
La giovane esce dal bancone e con un sorriso mi invita a seguirla.
Al mio ingresso l’avvocato Alberto G. si alza e, con un sorriso mi lancia uno sguardo molto interessato, mi invita a accomodarmi su una delle poltroncine poste di fronte alla sua scrivania.
Mi aspettavo un uomo avanti nell’età, invece l’avvocato avrà sì e no 35 anni, alto, fisico asciutto da sportivo, capelli biondi tagliato corti, occhi azzurri, un paio di occhiali che gli danno un aria da intellettuale, insomma un bel tipo, un figo direbbero le ragazzine.
Appena sono sistemata, accavallando le gambe, la minigonna sale forse troppo, ma &egrave tardi per rimediare, egli esordisce chiedendo ‘Mi dica Signora, in che cosa posso aiutarla.’
Da come mi guarda, ritengo che mi aiuterebbe ben volentieri a spogliarmi e la cosa mi lusinga.
Con un sorriso assassino, come quelli che ho visto fare da Ketty, gli rispondo ‘Avvocato voglio divorziare.’
Egli si fa serio ed interessato ‘Per quale motivo vuole divorziare Signora?’
‘E’ semplice avvocato mio marito mi tradisce.’
Spalanca gli occhi ‘Suo marito tradisce una donna come lei Signora? mi sembra incredibile e poi lei ha qualche prova del suo tradimento?’
Annuisco e dalla mia borsa prendo il famoso cellulare dimenticato da Paolo nella giacca e glielo consegno ‘Guardi lei avvocato, gli SMS non hanno bisogno di spiegazioni.’
Seguendo il mio consiglio, l’avvocato inizia a leggere, ridacchia sempre più curioso, non finisce di leggere.
‘Allora avvocato cosa ne dice di tutto questo.’
‘Mia cara Signora, &egrave molto interessante, ci sarà facile risalire a tutte quelle Signore o Signorine, e se quel cellulare &egrave stato comprato regolarmente possiamo anche conoscere facilmente l’identità del compratore, se si tratta di suo marito, il divorzio &egrave assicurato in tempi brevi.’
‘Benissimo, se fa preparare la domiciliazione e la procura, firmo il tutto subito, e mi dica anche l’importo del fondo spese da depositare.’
L’avvocato annuisce, chiama una segretaria dicendole di preparare i documenti necessari, mi chiede i miei documenti che consegna alla segretaria per farne una fotocopia.
Rimasti soli mi sorride dicendo ‘Per il fondo spese c’&egrave tempo Signora, il Signor Carlo S. mi ha raccomandato di trattarla bene e quindi prima di parlare di denaro vediamo come si mettono le cose.’
‘Ora Signora mi dica, come &egrave venuta in possesso di questo telefonino e come ha scoperto l’inganno.’
E così mi metto a raccontare tutta la storia del telefonino dimenticato nella tasca della giacca, della telefonata di Ketty e del mio incontro fortuito con questa, la scoperta del tradimento e poi avendo letto gli SMS in memoria la convinzione che non si trattava di una cosa occasionale, ma di un abitudine.
L’avvocato annuisce … si ferma un attimo a riflettere prima di riprendere a parlare ‘Mi scusi Signora, non &egrave mia abitudine rivolgermi alle Signore che vengono qui in questo modo, ma non posso impedirmi di dirle che lei &egrave molto bella e sensuale, in futuro mi può chiamare a qualsiasi ora di qualsiasi giorno, senza prendere appuntamento e sarò a sua completa disposizione, ci conto Signora non abbia esitazione.’
‘Caro avvocato, non si deve scusare … lei mi lusinga .. e poi i complimenti sono sempre graditi.’ e prendo il biglietto di visita che egli mi porge.
Fosse stato due settimane fa, mi sarei alzata e me ne sarei andata sbattendo la porta, invece adesso sorrido, sono lusingata e faccio la civetta con uno che potendo mi scoperebbe subito sulla sua scrivania, gli basterebbe un piccolo incoraggiamento, solo se lasciasse fare alla puttana che &egrave in me una bella scopata nin me la risparmierebbe nessuno… sono cambiata … molto cambiata … in meglio secondo me.
Aspettiamo che torni la segretaria con i documenti da firmare e l’avvocato ne approfitta per fare conversazione … mi corteggia discretamente .. direi che saggia il terreno .. forse pensa che una bella divorziata potrebbe sentire il bisogno di consolazione … la cosa inizialmente mi diverte … ma poi lentamente accende il mio interesse e mi sento invasa da un leggero turbamento che mi causa un certo rimescolamento nel basso ventre … mi sto eccitando e la mia fighetta si agita … stringo forte le cosce sfregandole piano per non farmi scoprire.
Fortunatamente arriva la segretaria, metto le firmi, recupero i miei documenti e mi preparo ad andare via.
L’avvocato si alza, e mi accompagna fino alla porta dello studio, mi stringe la mano, tenendola sicuramente più del dovuto nella sua, come se facesse fatica a lasciarmi andare.
Appena fuori, prendo il mio cellulare e chiamo Ketty.
Mi risponde allegra ‘Ciao amore, dove sei?’
‘Sono in centro tesoro, sono appena uscita dallo studio dell’avvocato.’
‘Dai vieni a casa mia e raccontami come &egrave andata.’
‘Certo vengo, un quarto d’ora e sono a casa tua.’
Sono le 11 e sono già sotto casa di Ketty, suono, lei mi apre e salgo, mi aspetta sulla porta, &egrave ancora in vestaglia, sotto posso intravedere che indossa soltanto un tanga striminzito, mi fa entrare .. chiude la porta e mi bacia in bocca.
‘Caspita Giò, sei uno schianto, girati, voglio vederti bene, mamma quanto sei bella, volendo potresti avere la coda di spasimanti fuori dalla tua porta, dai vieni e mettiti al tuo agio.’
Sorrido .. so cosa intende dicendomi di mettermi al mio agio, vorrebbe che mi spogliassi ma il pensiero di dover togliermi gli stivali e poi rimetterli mi frena, mi levo la giacca e mi sbottono la camicetta che mi stringeva il seno.
Andiamo in salotto a sederci sul divano ‘Allora raccontami di quell’avvocato.’
Ridacchio ‘Amore credo .. no … anzi sono sicura … ho fatto una conquista … l’avvocato mi ha detto che posso chiamarlo a qualsiasi ora del giorno di qualsiasi giorno che lo troverò sempre disponibile per me e pensa non ha neanche accettato un fondo spese … cosa incredibile per un avvocato, a meno che ci sia lo zampino di Carlo … non so.’
‘Ah tesoro mio, se lavorassi con me, faremmo una fortuna in due, roba da vivere per il restante dei nostri giorni senza doverci rifiutare niente.’
‘Ma cosa dici? e Carlo ed Andrea che ne facciamo? non voglio rovinarmi per un capriccio.’
‘Amore devi ancora imparare, le nostre storie con Andrea e Carlo non dureranno in eterno, passata la passione diventerà una relazione simile ad un matrimonio e presto o tardi uno dei due si stancherà, &egrave il destino delle amanti, essere liquidata con una buona uscita e fine.’
‘Sicuramente sei più esperta di me, ma finché dura lo lascio durare, quando finirà mi regolerò.’
‘Hai ragione, ci penseremo quando sarà il momento per ora non preoccupiamoci.’
Beviamo l’aperitivo, un buon prosecco fresco, poi mangiamo insieme un pò di prosciuto crudo di San Daniele, grissini, frutta, ancora prosecco e il caff&egrave finale.
Il fatto &egrave che abbiamo bevuto una bottiglia di prosecco in due, e questo non può che portare a certe conseguenze, quando Ketty torna a invitarmi a mettermi al mio agio, non ho più problemi a levarmi gli stivali, dopo aver completamente sbottonato la camicetta col pretesto del caldo, finisco con levarla del tutto, ovviamente non potevo rimanere senza camicetta tenendomi addosso la minigonna, e così rimango con il solo perizoma oltre che alle autoreggenti.
Ketty da parte sua, lamentandosi del caldo si leva la vestaglia e con il pretesto di aver ancora sete, stappa un altra bottiglia di prosecco.
A questo punto, siamo veramente partite, abbiamo bevuto e perso ogni ritegno, già che fra di noi ce ne era ben poco, iniziamo a baciarci … a toccarci … a masturbarci a vicenda ed &egrave allora che Ketty tira fuori da un cassetto un strano arnese che non avevo mai visto e neanche pensato che potesse esistere.
Un lungo tubo di gomma, ogni estremità &egrave a forma di cazzo, non servono tante spiegazioni, capisco subito …. ci scopiamo a vicenda … &egrave fantastico .. il piacere di scopare Ketty e nello stesso tempo essere scopata da lei ..
Ora sono io sopra di lei … le sue cosce mi stringono i fianchi le sue gambe sono sulla mia schiena e spingono … mi rendo conto di cosa può provare un uomo quando scopa una donna ardente … mi gira la testa dall’eccitazione … vedo Ketty spalancare gli occhi aprire la bocca … un rantolo … un lungo lamento singhiozzante … viene e vengo anche io …
Per un pò rimaniamo allacciate immobili ad ansimare … la figa colma di quel cazzo di gomma …
Ketty si muove … mi rovescia … mi sta sopra le mani sulle mie spalle … senza neanche pensarci stringo le gambe su di lei … mi fissa e si muove piano … sento quel membro artificiale penetrarmi sempre più profondamente.
A voce bassa mi dice ‘Ora ti scopo come si scopa la puttana che sei, perché sei una puttana, forza ammettilo … dimmelo che sei una puttana … che non vedi l’ora di metterti al lavoro.’
E la puttana che sta in me risponde ‘sì sono una puttana … sì lavorerò con te …’
‘Brava … così mi piaci pomeriggio verrà un mio cliente &egrave ricco e generoso … starai nel bagno a guardare … verrò a chiederti se vuoi partecipare … non sei obbligata ma se accetti sarai veramente una puttana pronta a tutto per il piacere del cliente.’
Ed io che godo come una troia e che non capisco più niente … non comanda più la testa &egrave la figa che decide … rispondo quasi con entusiasmo ‘Sììììì farò tutto quello che vuoi.’
Mi bacia spingendo la sua lingua nella mia bocca e mi cavalca … mi sento scopata fino in fondo e godo … godo … godo … l’orgasmo mi travolge … impazzisco. Capitolo 16

Carlo

A lungo sono rimasta avvinta sfinita a Ketty, ma mi viene in mente che devo muovermi ed andare a mettere Carlo al corrente del risultato del mio incontro con l’avvocato Alberto G., &egrave il minimo che gli devo, e poi mi scappa la pipì.
Mi libero dall’abbraccio di Ketty e vado in bagno, faccio le pipì, poi il bidet che mi rinfresca la fighetta arrossata, mi lavo il viso, un trucco leggero, una spazzolata ai capelli e torno in camera.
Cerco il mio perizoma, &egrave umido, pazienza lo cambierò quando passerò per casa per prendere la macchina, indosso la camicetta e la minigonna, infilo gli stivali e vado a prendere la mia giacca ed il mio borsone.
Per tutto il tempo Ketty mi ha guardato senza aprire bocca, ma ora inizia a rimproverarmi.
‘Giò! che fai? dove stai andando? hai già dimenticato che qui c’&egrave da lavorare, hai accettato di lavorare con me e ora te ne vai, ti credevo più seria.’
‘Tesoro, hai ragione, ero persa nel delirio del piacere, non ragionavo, ma devo proprio andare, non sono pronta a dividere la tua vita, forse in futuro lo farò volentieri, ma non adesso, e poi devo andare da Carlo per dirgli come &egrave andato il mio incontro con l’avvocato, glielo devo, &egrave stato lui a farmi avere l’appuntamento, sarebbe veramente scortese se non andassi a metterlo al corrente.’
Ketty scuote il capo, &egrave palesemente contrariata, ma non posso dargliele tutte vinte, già mi domina troppo, mi ha capita fin dal primo momento, ha capito di me cose che ignoravo, o meglio … volevo ignorare, perché mi sarebbe bastato pormi poche semplici domande per fare emergere il lato nascosto della mia personalità.
Apparentemente sono una brava ragazza, e ho sempre tenuto a presentarmi così, ma realmente sono come il fuoco che cova sotto la cenere, ed &egrave bastato un niente per fare divampare l’incendio.
Quando lavoravo in Agenzia, quel porco del ragioniere, mi aveva capito, mi palpava il sedere e le tette, sapeva che avrei tentato di scansarlo, ma che in fondo mi piaceva e mi eccitava, sapeva che prima di uscire per andare in giro, sarei andata in bagno a asciugarmi la fighetta bagnata, egli continuava sicuro che presto o tardi la mia resistenza sarebbe crollata, e di fatto &egrave stato sufficiente un discorso con Ketty e l’ho accontentato, e se lei non mi avesse … direi ordinato di lasciare l’Agenzia, sarebbe stato solo una questione di tempo, mi avrebbe scopata, ero sulla china, tutti e due ci avremmo trovato il nostro tornaconto, io da brava puttana mi facevo pagare e lui mi scopava.
Ma ora so chi sono, Ketty mi ha obbligata a ammetterlo, sono una puttana, ma solo con chi e quando voglio io, e non voglio farmi comandare a baghetta da lei, quindi ho deciso di andare.
‘Va bene Giò, va pure, in fondo hai ragione, bisogna sempre e comunque comportarsi educatamente, e poi non si sa mai cosa ci riserva il futuro, &egrave meglio essere prudente, forse se faccio in fretta ci vediamo più tardi al Circolo.’
‘Sì a più tardi.’
Un bacio rapido e scappo, vado a casa, un altro bidet veloce e poi cambiarmi l’intimo, prendo la macchina e vado al Circolo, non mi fermo al bar, vado direttamente alla villa e salgo in camera, ma non trovo Carlo, torno indietro, vado al bar per informarmi, nessuno l’ha visto.
La cosa mi lascia perplessa, salvo durante il week.end, Carlo passa al Circolo tutti i giorni, non sempre si ferma, ma comunque si fa vedere, sono lì a pormi domanda, quando il barista mi chiama.
‘Signora, c’&egrave il Signor Carlo al telefono per lei.’ e mi porge la cornetta.
‘Ciao caro, ero in pensiero non vedendoti.’
Mi dice che ha avuto dei problemi, ma che ora sono risolti, presto arriverà per cenare con me, mi chiede dell’avvocato, gli dico che &egrave andato tutto bene, i dettagli glieli dirò questa sera, gli dico anche di aver cambiato il numero del mio cellulare.
Rassicurata torno in camera per aspettare Carlo, ne approfitto per mettermi al mio agio e fare una doccia.
Sono appena fuori dalla doccia, avvolta nell’accappatoio mi sto asciugando, quando sento il rumore della chiave nella serratura … arriva Carlo.
Egli entra e vedendomi con soltanto l’accappatoio addosso, sorride e non perde l’occasione per venire ad aprire l’indumento e stringermi e baciarmi.
Mi attira sul divano, si siede e mi fa sedere sulle sue gambe.
‘Allora cosa mi racconta la mia Principessa?’ mi chiede gentilmente.
Quando fa così, mi sento male solo al pensiero di aver potuto pensare di tradirlo per dare retta a Ketty.
Sento le sue mani che mi accarezzano su tutto il corpo, lentamente .. dolcemente mi fa tremare.
‘Come &egrave andata dall’avvocato.’
‘Bene, ho firmato le carte per l’incarico, sembrava molto interessato.’ gli dico con un sorriso malizioso.
‘Interessato alla tua storia?’
‘No caro, la mia storia non &egrave tanto interessante per un avvocato … &egrave a me che era interessato … mi spogliava con gli occhi … figurati che non ha voluto un fondo spese e mi ha detto che lo potevo chiamare in ogni momento in caso i necessità &egrave a mia disposizione.’
‘Però … non perde tempo .. e tu che effetto ti ha fatto?’
‘Beh amore &egrave difficile per una donna non sentirsi lusingata quando &egrave oggetto di adulazione.’
Ridacchia ‘Certo capisco, ma quello che volevo sapere &egrave l’effetto fisico che ti ha fatto il fatto di essere corteggiata.’
‘Amore se vuoi sapere se mi sono eccitata, ti dico di no.’
Mi bacia .. le sue carezze si fanno più pressanti ..’Ascolta principessa, Alberto &egrave celibe, non ha legami di sorta, allora ho pensato di chiedergli di farti da cavaliere, io non posso portarti al ristorante, o al teatro o in spiaggia lui lo può fare senza problema e così ti potrebbe introdurre nella buona società, faresti diverse conoscenze interessanti per il tuo futuro.’
Quel discorso non mi piace, non capisco dove vuole arrivare, mi fa venire in mente il discorso di Ketty quando diceva che il nostro legame non sarebbe durato in eterno.
‘Cosa intendi dire? mi butti nelle braccia dell’avvocato.’
‘No principessa, lui farà solo quello che dirò io, se andrà oltre ci rimetterà, dovrà farti da accompagnatore.’
‘Amore dimentichi una cosa, durante una causa di divorzio, non posso farmi vedere in giro con un uomo senza passare dalla parte del torto.’
Si fa serio ‘Ehm hai ragione .. pensavo solo a me.’
Intanto le sue carezze si sono fatte audaci, mi accarezza le tette e l’altra mano si &egrave insinuata fra le mie cosce e mi palpa la figa.
Sotto di me sento il suo cazzo duro premere attraverso la stoffa dei pantaloni e mi bagno.
Il passo &egrave breve .. raggiungiamo il letto .. in fretta egli si spoglia … l’accappatoio giace sul pavimento … mi scosta le cosce e affonda il viso … la sua lingua mi fa impazzire .. mugolo .. gemo … dalle mie labbra esce un lungo lamento singhiozzante … sono persa nel delirio dei sensi..
Ci spostiamo .. lui continua a leccarmi … io gli prendo il cazzo in bocca … egli lecca … io succhio … non duriamo a lungo siamo troppo eccitati … gli bagno il viso col mio piacere … ed egli mi schizza il suo sperma in fondo alla gola.
Ma oramai siamo lanciati, non ci fermiamo, il tempo di riprendere fiato e sono sdraiata supino con le gambe spalancate, Carlo mi prende per le caviglie e se le porta sulle spalle, messa così sono completamente aperta pronta a essere scopata, mi appoggia il glande fra le grandi labbra e spinge piano … sono fradicia … penetra senza problemi … direi che non deve neanche faticare a spingere … scivola dentro .. il suo cazzo nuota nel mio nettare come il salmone che risale la corrente del fiume … la figa lo risucchia .. lo avvolge e lo munge …
Respiro con affanno … sono coperta di sudore … mi impasto le tette e mi torturo i capezzoli … sento le sue mani sui miei fianchi che mi tengono saldamente per scoparmi meglio … ansima con il fiato corto … affonda la sua spada vibrando forti colpi nel mio fodero … non ragiono più … sono completamente persa in preda alla passione e quando mi inondo la figa del suo sperma raggiungo un orgasmo tanto forte che mi fa sprofondare nell’incoscienza.
Quando torno in me sono stretta fra le sue braccia … le sue labbra sono sul mio viso … mi coprono di bacetti … le sue mani sul mio corpo lo sfiorano delicatamente in carezze estenuanti.
Rimaniamo così ancora per un lungo momento, poi ci alziamo e andiamo in bagno .. ci laviamo e fatto questo ci rivestiamo, &egrave ora di scendere per andare a cena. Capitolo 17

La mia nuova vita

Oramai sono passati tre anni da quel pomeriggio di primavera, quando in metropolitana ho incontrato Ketty, per poi seguirla a casa sua per un caffè un incontro che ha cambiato la mia vita.
E’ stato uno scherzo del destino, avevo appena scoperto che quel bastardo di mio marito mi tradiva, ed il caso ha messo la sua amante di turno sulla mia strada.
Quando ho scoperto che era lei la mia rivale, avrei dovuto odiarla, perché aveva distrutto le mie certezze, la mia condizione di moglie felice ed innamorata del proprio consorte, ma il destino si prende beffa di noi, quando lo seguita in casa sua ignoravo il fatto, e dopo era troppo tardi, lei mi aveva già conquistata.
Ketty &egrave una donna speciale, &egrave bellissima, &egrave elegante e colta, proviene da un ottima famiglia, ha fatto un unico sbaglio, ha sposato un disgraziato che l’ha portata alla rovina finanziaria, dilapidando le sue sostanze al gioco, con le scommesse e con le donne, per fortuna, prima di ridurla completamente sul lastrico, &egrave andato a sbattere in macchina contro un platano.
Ovviamente, come conveniva a una ragazza della ricca borghesia, ha ricevuto un educazione che le permette di muoversi al suo agio nell’alta società, &egrave laureata in lingue, ma &egrave solo una questione di cultura generale, non le passa minimamente per la mente di insegnare e non ha nessuna preparazione per affrontare la vita lavorando, lei sa suonare il pianoforte, andare a cavallo, giocare a tennis ed a golf, sciare, nuotare e soprattutto spendere soldi.
Ma queste doti non aiutano a vivere, a meno di essere ricca, e lei non lo era più, così si &egrave arrangiata, bene direi, da come viveva quando l’ho conosciuta, essendo una strafiga ha sempre avuto un codazzo di spasimanti generosi e lo ha sfruttato, finché non &egrave diventata l’amante di Andrea, un pò alla volta ha liquidato tutti i suoi ‘amici’ occasionali, ora si divide fra me e quest’ultimo.
In quanto a me, in sei mesi di tempo ho ottenuto il divorzio per colpa di Paolo, per tutto il periodo della causa ho dovuto subire la corte dell’avvocato G., ma mi sono ben guardata di cedere, mi tengo caro il mio Carlo, questo mi vizia, mi coccola, mi colma di regali e si preoccupa sempre che abbia una buona quantità di denaro contanti disponibile. e mi ha comperato un appartamento in un quartiere residenziale e ho lasciato la casa che mi avevano regalato i miei genitori quando mi ero sposata con Paolo.
E poi, sei mesi circa dopo il divorzio, sono rimasta incinta, inizialmente sono stata presa dal panico, ma ho fatto presto a abituarmi all’idea di aver un bambino, e poi Carlo era felice e mi &egrave stato vicino, colmandomi di attenzioni e, quando il bambino &egrave nato lo ha riconosciuto,
Mia madre quando ha saputo della mia gravidanza, adulterina secondo lei, non mi ha parlato più, per lei ero una poco di buono, ma quando ho partorito, non ha resistito alla curiosità ed &egrave venuta a trovarmi, veramente più che me, voleva vedere il piccolo, ed ora i miei sono tutto presi dal loro ruolo di nonni.
In fondo mia madre non mi perdonerà mai la rottura del mio matrimonio, secondo lei dovevo perdonare e sopportare i tradimenti di Paolo, perché nella sua mentalità, così si deve comportare una donna seria, non approva la mia vita attuale, ma non me ne frega niente, vivo nel lusso, non mi manca niente, anzi Carlo mi fa ricca.
La mia relazione con Ketty prosegue felicemente, sotto la sua guida ho imparato molte cose, fra le altre, a cavalcare e a giocare a golf, al Circolo passiamo molto tempo insieme. ma siamo discrete ed evitiamo certe manifestazioni di affetto in pubblico, non vogliamo scenate di gelosia.
Spesso viene a trovarmi la sera, io non esco voglio rimanere con il mio bambino, in quelle occasiono passa la notte con me e ritroviamo i nostri ardori e i nostri slanci erotici, Appunto oggi &egrave Sabato, come tutti i week-end, i nostri uomini sono impegnati con le rispettive famiglie, siamo libere, aspetto Ketty che arriverà a momenti, il pensiero dei suoi baci e delle sue carezze mi eccita … mi sento pronta per una notte di fuoco..
Per concludere, anche se vivo una situazioni irregolare, sono una donna soddisfatta della propria sorte, appagata sessualmente e sistemata finanziariamente

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